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Autore: Jerry93    26/10/2010    13 recensioni
Lunga è la via per la redenzione. Sofferenza, dubbi, odio. Gioia, certezze, amore. Hermione e Draco. You and Me.
"Lo Slytherin alzò un sopracciglio. Lei arrossì.
-Posso baciarti?-
Il sorriso che si aprì sulla sua bocca fu il più bello che Hermione avesse mai visto.
Gioioso, gentile, grato.
-Accomodati- le rispose, come ad invitarla ad entrare in una casa in cui, da tempo, aveva lasciato le sue valige.
Soddisfatto, solare, semplice.
Lei si alzò sulle punta dei piedi, così da poter essere alla sua altezza.
Dolce, desideroso, destabilizzato.
Cercò, improvvisamente spaesata, il contatto con le sue mani. Lui gliele fece trovare subito.
Le loro dita si intrecciarono in un nodo indissolubile.
Afrodisiaco, ansioso, attratto.
Hermione si sporse, instabile sul suo appoggio improvvisato.
Posò la sua bocca su quella di lui.
Indeciso, impressionato, innamorato."

[Chapter 12, Abstinence and Satisfy]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Becoming Us'
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Chapter eight, An Autumn Afternoon


La penna scorreva rapida, graffiando il foglio e lasciando tenebrosi simboli sulla carta. Lettere che, impresse così, con quella delusione nel cuore ad appesantirle, celavano il pericoloso veleno del sapere.

Tutt’attorno, l’odore di pagine polverose e ingiallite dal tempo la accarezzava, facendola annaspare ogni tanto. Da settimane, oramai, scorrendo l’indice tra le righe, percepiva sotto i polpastrelli quell’impalpabile polvere.

Come tutte le volte, quegli occhi severi non le si scollavano di dosso, controllando ogni suo movimento con insopportabile minuzia.

Se lo sentiva: presto avrebbe ceduto. E sapeva che si sarebbe alzata, che le avrebbe puntato contro la sua bacchetta e che l’avrebbe trasformata in una gallina, prestando parecchia attenzione affinché non fosse in grado di starnazzare.

Così, dell’austera madama Pince, avvoltoio a guardia della biblioteca di Hogwarts, non sarebbe rimasto altro che uno squallido pennuto, che solo Gazza, bofonchiando come era solito fare, avrebbe pianto.

Ma del resto, la donna non stava facendo altro che controllare che il libro che aveva preso in prestito fosse ancora integro, quindi Hermione, sospirando, riportò lo sguardo sul compito da novanta righe che la McGranitt aveva assegnato alla sua classe. Nonostante il suo impegno, però, non era ancora arrivata a metà dell’opera, sebbene vi lavorasse già da un paio d’ore.

Le doleva ammetterlo, ma, negli ultimi giorni, faticava a stare concentrata. Il che, purtroppo, causava ritardi nella sua tabella di marcia tutt’altro che rilassante e ciò, a sua volta, sottraeva tempo alla lettura dei libri per le lezioni di Drew.

Ma, forse, definire quelle ore perse a rispondere a domande sui compiti assegnati per casa “lezioni” era un po’ eccessivo. Tra le altre cose, la cosa più Oscura che aveva visto nelle ultime settimane era solo il suo futuro, che, dalle premesse, sembrava essere di una noia mortale.

Ebbene si, il professor Kennan se la stava prendendo con comodo. Ovvero: niente magia Oscura.

Continuava a dirle che la magia Oscura non era una passeggiata e che per non venirne sopraffatta aveva bisogno di solide basi nei più svariati campi magici.

E, per questo motivo, aveva dovuto leggere volumi di Erbologia, infiniti trattati di Pozioni ed enciclopedici elenchi sulle più rare e svariate Creature del Mondo Magico.

Le restava solo una materia da approfondire: Babbanologia. Visto con chi aveva a che fare, la ragazza, oramai, si era arresa a vedersi ben presto con un libro sulle varie abitudine Babbane tra le mani. Conoscendolo, Drew le avrebbe ripetuto che un giorno, se qualcuno avesse deciso di lanciarle contro una Maledizione, lei avrebbe potuto usare un frullatore o un mixer come scudo. Del resto, la vita a volte tira brutti scherzi e lei, grazie ai numerosi regali che il Destino le aveva recapitato, cominciava ad accettare la triste realtà e a distinguere i limiti a cui le disgrazie sembrano non essere soggette. Eppure, il mantenere la testa perennemente impegnata l’aveva aiutata. Erano già passate più di tre settimane da quando aveva visto per l’ultima volta il viso di sua madre e il sorriso tranquillo su quello di suo padre e lei, Hermione Granger, non se ne era quasi neppure accorta.

***

 

Cercavano di opporre resistenza e si aggrappavano al loro unico appiglio con tutte le poche forze rimaste. Ma tutto quell’impegno, tutta quella speranza, tutti quei desideri ammucchiati infondo all’anima, tutto quel volere e bramare, motivati dalla paura di restare senza niente, tutto ciò che erano e avrebbero voluto essere, sparì al primo soffio di vento.

Fu in quel momento, in cui il dolore divenne talmente forte da diventare l’anestetico di sé stesso, che rivissero il Trascorso, quando oramai già la dolce caduta accompagnava la morte combattuta e odiata.

Rividero momenti felici, in cui il Fato era stato abbondante, ed eventi funesti, dove Pestilenze Divine le avevano colpite indebolendole e lasciandole in vita, crudelmente esposte ad una tortura peggiore.

Alla fine, però, dopo quell’infinito precipitare, incontrarono il freddo fondo di quel baratro.

Prive di forze, si abbandonarono sul gelido terriccio e spirarono silenziosamente.

Del resto, loro non erano che immeritevoli foglie.

Ottobre era già cominciato.

 

***

 

Sabato pomeriggio. Il cielo era solo leggermente coperto da nuvole passeggere e, escluso il freddo prematuro che permeava l’aria, la giornata prometteva d’essere piacevole e serena.

Drew glielo aveva anticipato: non sarebbe stato facile mantenere il ritmo senza rischiare di venir soffocata dagli impegni scolastici e non. Ma lei non aveva dato peso a quelle parole. Lei sarebbe riuscita a fare tutto ciò che le veniva richiesto.

Aveva promesso di arrivare perfino a sputare sangue su quei libri, pur di farcela.

La sua grande abilità d’organizzazione, fortunatamente, la stava aiutando.

Malgrado ciò, si era vista costretta a cambiare alcune delle sue abitudini. Essendo tutte le sue mattinate impegnate con le varie attività scolastiche e dovendo passare i pomeriggi a svolgere tutti i sempre più numerosi compiti assegnati, aveva dovuto dedicare tutto il suo tempo libero alle folli richieste di Drew.

L’insensibile professor Kennan, infatti, aveva portato il numero dei libri che la ragazza doveva leggere settimanalmente da tre a cinque e le lunghe interrogazioni a cui la sottoponeva per sondare la sua preparazione erano sempre più minuziose. A questo andava aggiunto che il ragazzo non sembrava decidersi ad insegnarle la magia Oscura.

Hermione, ovviamente, aveva provato a farglielo notare, ma questo, bloccandola, la zittiva ogni volta con la stessa frase.

“Regola numero sei: il sottoscritto non cambierà per alcuna ragione il proprio metodo di insegnamento”

Il che, ovviamente, avrebbe fatto imbestialire qualsiasi anima pia. Se quest’anima pia non avesse avuto Drew come insegnante, ovviamente.

Il ragazzo, infatti, pronunciava quelle parole sempre con un tono affabile e sorridendo gentilmente. E così, Hermione si ritrovava a ripetersi che forse non era ancora pronta, che sicuramente Drew sapeva cosa stava facendo e che, prima o poi, avrebbe smesso di farle leggere libri di Magia tutt’altro che Nera.

La ragazza, ovviamente affaticata da quel ritmo impossibile, che l’aveva quasi spinta a chiedere un Giratempo alla professoressa McGranitt, cominciava a stancarsi.

Tra le altre cose, ciò stava diventando sempre più evidente. Hermione, infatti, oltre ad essere perennemente tesa e preda di un’agitazione quasi isterica, cominciava a manifestare una certa mancanza di scrupoli e di tatto a dir poco temibili.

Tutta questa scontrosità, ovviamente, non aveva fatto altro che andare ad appesantire la sua reputazione già piuttosto infangata.

Vi era chi riteneva che la causa di tutto ciò fosse un inaspettato tradimento da parte del suo amante segreto, sulla cui identità tutti azzardavano, e chi invece riteneva che quelli fossero i tipici sbalzi d’umore di una donna in stato interessante.

Tra le altre cose, il suo ex fidanzato Ron Weasley stava facendo notizia grazie alle sue avventure infuocate con la sua nuova fidanzata Lavanda Brown.

La cosa non la toccava minimante, ma purtroppo doveva sopportare anche che alle sue spalle si dicesse che il rosso le avesse messo le corna parecchie volte.

Sperava ancora che il Weasley, magari su suggerimento della sorella Ginny e del migliore amico Harry, cominciasse a darsi un maggior contegno, così che almeno alcune delle chiacchiere sul suo conto si affievolissero.

Ben presto, aveva capito che le sue speranze erano vane. Il fuoco dell’Amore che bruciava le anime dei due Gryffindor, infatti, sembrava essere Ardemonio, magia Oscura che, inutile dirlo, Drew non le aveva ancora insegnato.

Così, per ovvi motivi, aveva cominciato a rinchiudersi sempre più di frequente nella biblioteca e nella sua camera, che però, condividendola lei con la Brown, molte volte era tutt’altro che tranquilla.

Approfittando del fatto che Harry aveva stabilito un allenamento di Quidditch proprio per quel pomeriggio e che quindi era sola, essendo Ron il nuovo Portiere e Ginny una delle tre Cacciatrici, assieme a Katie Bell e alla nuova scoperta Demelza Robins, decise di dedicarsi allo studio.

Ovviamente, ancora non riusciva a credere che Ron fosse riuscito ad ottenere quel posto nella squadra e, tra le altre cose, al suo orecchio erano giunte parecchie strane voci di corridoio. Ma lei, che stava vivendo sulla sua pelle la crudeltà delle chiacchiere, non si sarebbe permessa di sparlare.

Anche se, doveva ammetterlo, Lavanda doveva essere davvero brava nel lanciare il Malocchio …

Il povero Harry, invece, non se la stava passando bene. Potter, infatti, stava avendo delle lezioni private con il Preside Silente in cui studiava il passato di Lord Voldemort e in cui, a sua insaputa, l’anziano stava cercava di chiudere il condotto che collegava la mente del ragazzo con quella del Signore Oscuro. Come lei, tra gli altri impegni, anche lui veniva invitato dal professor Lumacorno a quelle noiose riunioni del Lumaclub, anche se è da dire che il più delle volte il nuovo Capitano della squadra di Quidditch Gryffindor trovava alcune scusanti invidiabili, come, per esempio, un importante allenamento deciso improvvisamente di fronte al pingue professore di Pozioni. Ed infine, anche Harry frequentava il corso di Drew, che in quel periodo stava procedendo a rilento. Purtroppo, il particolare gruppo di studi aveva trovato parecchie difficoltà con l’incantesimo che permette ai Patronus di parlare e, per questo motivo, Drew aveva deciso di fermarsi, affinché tutti potessero recuperare le lacune sull’argomento.

Ovviamente, il Patronus di Hermione aveva deciso di prendersela con calma e, quindi, lei si ritrovava con un essere indefinito e luminescente. Nelle ultime settimane, quello che un tempo era stato una lontra, si era rimpicciolito tanto da sembrare lontanamente un roditore, la cui coda spropositata, però, rendeva alquanto ridicolo. Inutile dirlo, il suo topo non sembrava essere pronto a spiaccicare nemmeno una parola. Così aveva dovuto fare pratica chiedendo in prestito il Cervo di Harry, che aveva portato il messaggio a destinazione ma che era scappato prima che il destinatario, il povero Neville, potesse darvi una risposta, e con la Lepre di Luna, che tutto aveva fatto tranne ascoltarla.

Aveva chiesto aiuto anche a Ginny e, se al secondo tentativo il suo Cavallo non fosse imbizzarrito, i risultati sarebbero stati alquanto sorprendenti.

Purtroppo l’unico Patronus che non vedeva l’ora di portare un suo messaggio era il Lupo di Draco, che però, qualsiasi fosse il destinatario, riportava la missiva al suo proprietario, che ovviamente si congratulava con l’animale accarezzandogli la testa quando questo riportava le parole che Hermione aveva pronunciato per qualcun altro accompagnandole con guaiti sconcertati.

Ogni volta, il rampollo Malfoy, guardando l’espressione sconvolta di Hermione, alzava le spalle e sorrideva sornione.

“Non è colpa mia se lui ti ritiene una nostra proprietà”

 

A tutto ciò, ovviamente, andava aggiunto quel maledetto testo per la McGranitt sull’utilità dell’azione diversiva messa in atto da alcuni Animagi nel corso della Seconda Guerra Mondiale che, con grande dispiacere di Hermione, sembrava non finire mai.

Un insieme di brutti fattori che non avevano fatto altro che alimentare il suo cattivo umore e che la compagna di stanza Calì Patil riconduceva ad un’oscura congiunzione astrale su cui la professoressa Cooman aveva tenuto un’intera lezione, predicendo disgrazie e catastrofi a destra e manca.

Forse quell’impostora è riuscita a predire qualcosa decentemente … cominciò a pensare Hermione, abbandonando la penna vicino al foglio e portandosi una mano tra i capelli disperata.

Tutto quello che seguì avvenne talmente rapidamente che nemmeno se ne accorse.

Qualcuno le poggiò una mano sulla spalla e lei, tesa e con i nervi a fior di pelle, sobbalzò, alzandosi di colpo e puntando la bacchetta contro il nuovo arrivato.

Vide solo un sorriso, saturo di sarcasmo e di una strana ed appena accennata malizia.

-Lo so amore che quando mi vedi non riesci a non saltarmi addosso, ma credimi, mi sarei accontentato anche di un semplice bacio-

Riconobbe quel tono, prima ancora di riuscire a riconoscere quella voce stessa. Malfoy.

La ragazza era rimasta ferma. Gli occhi sbarrati, la mano che non impugnava la bacchetta scossa lievemente da un tremito e il cuore che, se non fosse stato per quel battito accelerato che minacciava di farle scoppiare le coronarie, avrebbe dovuto essere almeno infartuato.

Forse, era un po’ troppo stressata.

Il ragazzo cominciò a squadrarla di nuovo con quel suo sguardo morbosamente preoccupato.

Poi, si chinò leggermente e cominciò a bisbigliarle all’orecchio.

-Forse è meglio se ci sediamo. Credo che quella smorfia sulle labbra dell’Avvoltoio non preannunci niente di positivo … aspetta! Forse sta solo sorridendo!-

Hermione si era lasciata cadere di peso sulla sedia e, poggiando i gomiti sul tavolino, aveva preso a stropicciarsi gli occhi con le mani.

Draco, intanto, le si era seduto affianco, spostando la sedia pericolosamente vicina a quella della ragazza.

Quando lei riaprì gli occhi, superato il leggero imbarazzo per l’eccessiva vicinanza, notò che teneva un libro tra le mani.

-Cosa leggi?- gli chiese.

Lui sorrise soddisfatto, felice che la ragazza gli avesse posto quella domanda.

-Niente di particolare … solo il “De Potentissimis Potionibus” – rispose lui, gonfiando il petto orgoglioso.

Lei sembrò soppesare le parole che stava per pronunciare.

-Una lettura molto interessante, anche se mancano alcune Pozioni fondamentali e le spiegazioni spesso sono un po’ imprecise-

Questa volta, toccò a lui spalancare gli occhi.

-L’hai già letto?- le chiese.

Hermione, questa volta, pensò di non rispondergli, ma la voglia di zittirlo era troppo forte.

-Al secondo anno-

La mandibola di Draco Malfoy sembrò toccare il pavimento.

-E per quale motivo lo avresti letto?-

Lei riprese in mano la penna e scrisse alcune parole, concludendo finalmente il compito di Trasfigurazione.

-Io, Harry e Ron avevamo bisogno della Pozione Polisucco per sapere se tu eri l’erede di Salazar Slytherin e se eri stato tu ad aver aperto la Camera dei Segreti-

Lui scoppiò a ridere e le si avvicinò.

-E così anche tu passavi le giornate a spiarmi- disse lui – Sai, amore, nella mia testa di solito ti immagino vestita da infermiera, ma devo ammetterlo, anche da gatta non stavi male … -

Il sangue le si gelò nelle vene.

 

***

 

Dopo quell’uscita, il ragazzo non aveva più alzato lo sguardo da quel libro di Pozioni. Il fatto che sulle sue labbra poi vi fosse perennemente un sorriso vittorioso e alquanto fastidioso, sembrò ad Hermione un particolare seccante ma accettabile. Del resto, in un certo senso, palesemente ed evidentemente sbagliato, sapeva di essersela andata a cercare.

E sapeva anche che, se per anni non fosse stata la valvola di sfogo di quel folle di Malfoy e della sua duplice e svasata personalità, avrebbe dovuto incassare il colpo e starsene zitta.

Tacere, in quel luogo silenzioso e durante quel periodo dannatamente travagliato che stava attraversando, però, le era impossibile.

Il non avere nulla con cui ribattere poi, dannazione a sé e a quella sua improvvisa mancanza di fantasia, la mandava in bestia.

Così, senza neppure accorgersene, si era ritrovata a fissare quel maledetto Slytherin.

Per interi minuti che, ovviamente, non passarono inosservati dall’interessato.

-C’è qualcosa che non va, Hermione?- le chiese lui, continuando a leggere e facendo scorrere rapidi gli occhi sulle righe.

Lei, riprendendo il controllo sul suo corpo, non fece attendere la propria risposta.

-Oltre al fatto che ti sei seduto così vicino da togliermi l’aria, Draco?-

Il ragazzo allontanò piano la sua sedia, mantenendo imperterrito lo sguardo fisso sul volume proibito.

-Scusa, avevo freddo- aveva sussurrato a mo’ di scusa.

Felice per il risultato inaspettato e stranamente a lei favorevole, Hermione prese il libro di Incantesimi e cominciò a studiare le pagine assegnate dal professor Vitious.

 

***

 

Un lungo silenzio, quasi imbarazzante, aleggiò per alcuni minuti in quel luogo e tra i suoi pochi visitatori.

Alla fine, però, lui lo aveva rotto.

Aveva chiuso il libro con un tonfo leggero, che aveva fatto sprigionare una vanescente nuvola di polvere, le aveva preso la mano e l’aveva costretta a guardarlo.

Non c’era stata violenza in quel suo gesto, ma quell’incrollabile fermezza con cui il ragazzo aveva agito le aveva causato un brivido lungo la schiena.

Aveva cercato di liberare la mano e, non riuscendoci, aveva cominciato a fissare imperterrita fuori dalla finestra.

Gli alberi avevano già perso quasi tutte le loro foglie e il limpido azzurro del cielo era celato da un impenetrabile strato di nuvole grigiastre.

L’autunno era già arrivato e lei non se ne era neppure accorta.

-Guardami-

La voce di Draco la risvegliò.

Percepì in essa una sfumatura che mai aveva avvertito prima.

Preoccupazione. Come mai, neanche mentre le faceva compagnia dopo la morte dei suoi genitori, aveva potuto sentire.

-Mollami-

La stretta di lui divenne immediatamente meno serrata, sebbene il ragazzo non obbedì al suo ordine.

-Guardami- disse Draco, quasi sussurrando quella parola.

Ancora quel tono.

Un attimo dopo si ritrovò in balia di quei maledetti occhi grigi. Dannazione, aveva ceduto.

Le sue labbra sottili si piegarono rapidamente, accompagnate da una strana insicurezza quasi estranea a quel Sanguepuro Slytherin.

 

***

 

L’aveva obbligata a chiudere i libri e a riportarli nella sua camera. Poi, prima di uscire dalla biblioteca, le aveva detto che l’avrebbe aspettata davanti al quadro della Signora Grassa per dieci minuti. Passati questi, avrebbe trovato un modo per entrare nel suo dormitorio e per portarla fuori.

Avesse dovuto staccare la testa a quell’idiota di Lenticchia.

Si era avviato verso la Sala Comune degli Slytherin, era entrato e, evitate le occhiate circospette che ricevette, si diresse rapidamente verso la propria camera.

Qui, beatamente sdraiato sul suo letto, stava in una perenne dormiveglia, il suo compagno di stanza Blaise Zabini.

L’unico, visto che Goyle e Tiger avevano chiesto di essere spostati e che nessun altro aveva voluto prendere il loro posto.

La rapidità con cui Malfoy gettò il “De Potentissimis Potionibus” sul letto e prese a frugare nell’armadio, avrebbe insospettito chiunque, ma Zabini, stropicciandosi gli occhi, decise saggiamente di proferire poche ma argute parole.

-Ti ha detto di si?- cominciò Blaise.

-Come avrebbe potuto dirmi di no?- gli rispose Draco, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.

-Forse attingendo ad una delle migliaia di parole del dizionario che conosce a memoria?-.

Draco alzò le spalle.

Avrebbe finalmente avuto Hermione tutta per sé e non sarebbe stato certamente un idiota mezzo addormentato a fargli cambiare umore.

Uscì dalla stanza, infilandosi il cappotto nero e legandosi una sciarpa dello stesso colore attorno al collo.

Una ragazzina del secondo anno sospirò pesantemente quando le passò vicino per uscire dalla Sala Comune.

Se Hermione avesse avuto una reazione lontanamente simile a quella sarebbe stato a cavallo.

Ma, infondo, sapeva benissimo di essere un povero illuso.

 

***

 

Aveva frugato per un attimo in una tasca interna del cappotto, fino a quando non era riuscito a cavarne un pacchetto di sigarette.

Hermione, seguendo l’istinto, si era scostata di qualche centimetro.

-Scusa, non sopporto la puzza di fumo-

Ciò, non aveva fatto altro che causare un’occhiataccia del ragazzo, che sembrò contare i millimetri con cui lei si era allontanata, per concludere poi l’operazione con una strana luce negli occhi, chiaro avvertimento che aveva deciso quale sarebbe stata la punizione per tale affronto.

Intimorita da quello sguardo, Hermione cercò di minimizzare.

-Sono solo un paio di centimetri, Draco –

Lui sogghignò diabolico.

-Sai, amore, una delle differenze fondamentali tra me e quel fesso del Lenticchia sono proprio un paio di centimetri nel posto giusto – aveva cominciato lui – E, credimi, presto ti faranno proprio piacere-

Hermione scosse piano la testa.

Lentamente, ma dando fondo alla sua innata eleganza, avvicinò il suo viso a quello di lui.

-Per quel che mi riguarda, amore, puoi pure chiedere a Pansy - Oca giuliva – Parkinson di tenermelo in caldo, perché non credo di usarlo presto. Anche perché, ad essere sincera, non vorrei avere un fidanzato cieco … - gli rispose lei.

Malfoy si portò la sua mano alla bocca e la baciò dolcemente.

-Non ti preoccupare, amore, lo sto trattando bene solo per te-

-Sei proprio romantico, oggi. Comunque, amore, sono sicuro che Hagrid possa aiutarti con il tuo Vermicolo. Quando si impegna, sa far sollevare anche i morti- concluse Hermione soddisfatta.

Draco sorrise.

-Per te farò questo e altro- disse il ragazzo, prendendo un accendino Babbano e usandolo per la sigaretta che stringeva ancora tra le dita.

Hermione, riconoscendo immediatamente l’oggetto, date le sue origini, gli chiese se poteva vederlo.

Lui aveva risposto annuendo piano e glielo aveva porto.

Sul dorso dell’oggetto metallico vi era quello che sembrava il simbolo di un’importante famiglia Purosangue. Hermione cercò di aguzzare la vista per cercare di capire a quale famiglia appartenesse.

Malfoy, ipotizzò.

Come se fosse stato in grado di leggere i dubbi che affollavano la sua mente, il ragazzo con poche parole le chiarì le idee.

-È un regalo di mia madre-

Fu solo in quell’istante che riuscì a distinguere, celate da arabeschi tortuosi, le cinque lettere che componevano quella parola.

Black.

 

***

 

Sorridendo, gli aveva restituito l’accendino.

Mosse alcuni passi misurati.

Sperò di riuscire a stare zitta.

Si appoggiò al parapetto e guardò in basso.

Cominciò a sgretolare con minuzia impareggiabile quella sua dannata curiosità.

Respirò ansiosa, riempiendosi i polmoni del profumo che il vento trasportava, imprigionandolo con le sue catene inconsistenti.

Autunno, annunciatore della fine, sagace portatore dell’iniqua sfortuna, vile codardo che agisce nell’ombra.

Autunno, Ladro di Destini.

 

Erano bastate quelle poche parole e quel gesto della mano appena accennato.

Solo in quell’istante aveva capito quanto in realtà fosse debole.

 

***

 

Si era allontanata di qualche passo e si era appoggiata al parapetto.

Sembrava felice. Sembrava aver ricominciato a respirare.

La stava già raggiungendo.

Poi, nel breve periodo che una foglia dorata impiegò a raggiungere il suolo, tutto cambiò.

- Heilà, Granger! –

Uno sconosciuto.

-Perché non vieni giù? Ti prometto che ci divertiamo!- aveva continuato qualcun altro.

Poi, un rumore metallico.

Monete.

-Come vedi, Granger, paghiamo in galeoni- aveva completato una terza persona.

Draco Malfoy prese l’ultima boccata dal mozzicone di sigaretta e, cercando di controllare la rabbia, si avvicinò ad Hermione.

La guardò per un solo secondo.

Il tempo necessario per verificare che stava tremando e che aveva gli occhi più lucidi del solito.

Gettò ciò che rimaneva della sigaretta nel vuoto.

L’oggetto cadde a meno di un metro dai piedi dei tre sconosciuti.

Prese la bacchetta da una tasca dei pantaloni e si prese un paio di minuti per mandare a memoria i volti di quei tre idioti.

Le loro divise parlavano chiaro: Hufflepuff.

Ne conosceva solo uno, il più tarchiato. Lo aveva avuto come avversario ad una partita di Quidditch, quando ancora faceva parte della squadra degli Slytherin. Era un Battitore.

Vide nei loro volti uno strano timore reverenziale nei suoi confronti. Checche, pensò Malfoy.

-Stavate dicendo?- domandò Draco.

I tre presero a guardarsi preoccupati.

Il biondo cominciò a giocherellare con la sua bacchetta di Biancospino.

-Allora?- insistette.

Il Battitore sembrò avere più coraggio degli altri e prese la parola.

-Nulla di importante-

Draco scosse piano la testa, sfoderando uno strano ghigno soddisfatto.

-Non avete neppure il coraggio di ripetere ciò che avete detto pochi minuti fa ad Hermione?- chiese, pur conoscendo da sé la risposta – Quindi, è proprio vero che la vostra Casa accoglie tutti gli scarti della società-

I tre arrossirono lievemente e cercarono di nascondere il viso nelle sciarpe.

-Scusatevi e sparite- concluse lo Slytherin, furioso.

Non in quel momento, ma si sarebbero pentiti di ciò che avevano fatto alla sua Hermione.

 

***

 

Hermione aveva continuato a fissare il vuoto. Nel suo sguardo vi era tutto il suo orgoglio di Gryffindor.

Tremava ancora. Maledetti bastardi.

Dopo alcuni minuti di silenzio, la ragazza, scostando i capelli dal viso e portandoseli con le dita della mano destra dietro l’orecchio, ricominciò a parlare.

-Grazie-

Pronunciare quell’unica parola le era costato molto. Lei non voleva essere aiutata da nessuno. Soprattutto non da lui.

-Non serve che mi ringrazi, non l’ho fatto per te-.

La ragazza si staccò dal parapetto a cui era ancora appoggiata e si voltò verso il ragazzo. Lontana da quel supporto e ancora scossa da quel tremore, sembrava ancora più fragile, quasi sul punto di afflosciarsi su sé stessa, come un fiore appassito.

-Lo so- cominciò Hermione – L’hai fatto per preservare la tua immagine, no? Un Malfoy non può accettare che la reputazione della propria puttanella personale venga infangata, non è vero?-

Il viso di lui fu a pochi centimetri da quello di lei.

Percepì il suo respiro pesante sulle proprie labbra. Questo raccontava di una rabbia bruciante e del crescendo desiderio di vendicarla. Ma soprattutto, portava con sé un’incontrollabile voglia.

Lui la voleva.

-Sai bene perché l’ho fatto, Hermione – disse Draco.

L’avvicinò a sé, passandole una mano attorno ai fianchi.

Dolcemente, quasi avesse paura di poterle fare male, le scostò i capelli.

La ragazza avvertì il calore delle sue mani gentili sul viso.

Poi, il ragazzo, avvicinando la sua bocca all’orecchio di lei, pronunciò tre parole.

-Io ti amo-

Finalmente, poté uscire da quel tunnel oscuro.

Il dolore di quella luce accecante la riempì, saziandola e ripagandola per tutto ciò che aveva perso lungo il tragitto tortuoso.

Draco le diede un lieve bacio sul collo e, con un rapido gesto, le diede la propria sciarpa nera, augurandosi che a nessun altro venisse mai concesso il piacere di assaporare la sua pelle.

 

***

 

Si fermò e si piegò, cercando di riprendere fiato. Poggiava le mani sulle ginocchia e si concedeva respiri profondi.

L’allenamento di Quidditch l’aveva affaticata e ora il suo corpo si rifiutava di obbedire ai suoi ordini. Le fitte alla milza la costrinsero a stringere i denti e ciò rimarcò il rossore delle sue guance.

Ma non poteva fermarsi.

Non in quel momento, non sapendo che Hermione avrebbe potuto aver bisogno di lei.

La ragazza, infatti, era sparita e la cosa più preoccupante, oltre al fatto che non era neppure in biblioteca, era che la Signora Grassa sosteneva che si fosse allontanata con Draco Malfoy.

E lei, Ginevra Weasley, non avrebbe mai permesso a quella serpe di farle del male, non dopo tutto quello che la sua migliore amica aveva dovuto passare.

Le sue gambe, spronate da quel pensiero e dalla certezza che anche Harry, in quel momento, stesse combattendo contro la scoppio di un polmone pur di continuare a correre, ricominciarono a muoversi più veloce di prima.

Percorse il corridoio del terzo piano in tutta la sua lunghezza, salì tutti gli scalini della Torre di Astronomia e, sempre più allarmata, scese nei Sotterranei. Purtroppo, la sua ricerca non diede frutti.

Decise di provare a vedere se, per chissà quale sibillino motivo, Hermione aveva deciso di visitare la classe di Trasfigurazioni.

Ricominciò a correre, tenendosi una mano sullo stomaco, contratto per la fatica.

I muscoli delle gambe, già pesantemente messi sotto sforzo dall’allenamento, bruciavano ad ogni metro percorso.

Poi, svoltò l’ennesimo angolo e li vide.

Camminavano vicini, senza tenersi per mano o abbandonarsi a smancerie da ragazzini, cosa in cui invece Ron e Lavanda eccellevano. Ciò la consolò: forse non tutto era perso ed Hermione poteva ancora riacquistare il pieno controllo sul suo senno.

Eppure, nello sguardo di lui vide qualcosa di cui mai aveva neppure avuto il sentore in quello di suo fratello.

Non le staccava gli occhi di dosso, quasi controllando ogni suo minimo movimento. Era come se avesse paura che, da un momento all’altro, Hermione potesse cadesse. Era preoccupato, per un motivo che lei non conosceva.

Draco Malfoy non aveva occhi che per lei.

 

***

 

Era comparsa all’improvviso, trafelata e ansante.

Non appena distinse la sua figura, riconoscendola prevalentemente dai lunghi capelli rossi, le corse incontro, ricevendo un’occhiataccia morbosamente contraria da Draco che, visto il suo continuo tremare, aveva insistito per rientrare entro le mura della scuola.

Poco le importò in quel momento. Ginny non sembrava stare molto bene.

-Ti … ho … trovata!- esclamò la ragazza, additandola con un gentile fare accusatorio – Dove … Merlino … eri?- le chiese, sedendosi per terra e cercando di stabilizzare la propria respirazione.

Hermione arrossì leggermente.

-Il professor Lumacorno ci ha convocato nel suo ufficio per chiederci di aiutarlo a distillare la pozione del Sonno Indotto- si intromise Malfoy, con una naturale tranquillità nella voce e con un tono che fece intendere alla ragazza che il loro pomeriggio non era stato divertente.

Ginny diede l’illusione di essersela bevuta.

-Bene, io vado. Weasley, Granger – disse Draco congedandosi.

Hermione si alzò, con l’intenzione di restituirgli la sciarpa che le aveva prestato.

-Tienila. Mi prenderò la mia ricompensa, comunque-

Si voltò verso Hermione per un paio di secondi.

Sulle sue labbra un dolce ghigno che non prometteva nulla di buono.

Note dell’autore

Ebbene, donzelle, sono tornato! Con quasi un secolo di ritardo, lo so.

Sono fiero di annunciarvi, che ho preso 6/7 nel primo tema di italiano. Suonino le trombe, riecheggi nel vento il mio nome e che la professoressa (a mio parere incompetente, ma credo di poter dire d’essere di parte) venga fucilata per i reati commessi!!! Ok, come potete vedere, qui la situazione è un DELIRIO!!! Ed io, ovviamente, come posso non essere l’epicentro di questa catastrofe? Non sarei me stesso, se non fossi una gigantesca calamita per disgrazie, no?

Comunque, dopo due settimane talmente piene di compiti da mandare in tilt qualsiasi cervello (il mio non ha avuto problemi, visto che è da parecchio che ho messo il suo annuncio a Chi L’ha Visto), ho avuto un attimo di tempo per buttare giù qualcosa. Lo so, il pochissimo impegno che ci ho messo e ben tangibile.

Abbiate pietà, cercherò di rimediare. Oramai, lo dico continuamente, tra l’altro.

Tra una brutta notizia ed una ancora peggio, però, è arrivata, a mo’ di manna dal cielo, la Gita Scolastica!!!

Quindi domani parto, destinazione Firenze, per l’annuale Viaggio di Distruzione.

E, come si suol dire, annegheremo i dispiaceri nell’alcol!!!

Come invece dico sempre io, Dio salvi il Baileys (ma non si disprezza manco il grappino)!

Credo sia il caso di abbandonare le baggianate e di dedicarsi ad un breve commento del capitolo.

Allora, allora, allora … Ebbene si, la relazione Hermione/Draco ha mosso i suoi primi passi traballanti. Niente di che, ancora.

Entrano in scena due nuovi personaggi, Blaise Zabini e Ginny Weasley, che cominceranno ad essere più presenti, soprattutto dal prossimo capitolo.

Sparisce, di punto in bianco, il caro e beneamato Drew. Un’assenza giustificata da impegni improrogabili, sia chiaro. Lui è un professore tutto d’un pezzo, cosa che la mia ADORATA professoressa di Lettere palesemente non è. Le voglio bene, comunque (anche se dubito abbia il buon gusto di leggere qualcosa appartenente allo “schifosissimo genere Fantasy o sul genere andante).

Glissando sugli insulti (ne ho una lista, comunque) per quella santa donna che ancora non è stata colpita da un fulmine divino (e questa, indubbiamente, è una prova che Dio NON esiste), mi dedico alle risposte ad personam.

 

Books: credo che cominciare anche questa risposta alla tua recensione con il solito “Luce dei miei occhi” sminuisca il mio estro da poeta incompreso, quindi credo che comincerò a scervellarmi per trovare un nuovo epiteto adatto alla tua persona, anche perché, a dirla tutta, quello che ho usato fino ad ora è stato ampiamente sfruttato un po’ da chiunque. Quindi, ci penso, sperando di riuscire a cavare almeno un ragno dal buco! Mi dispiace, il seguito non è arrivato molto presto … ma spero che questa roba che ho scritto ti piaccia!!! Più che possessivo, comunque, direi che Draco è morboso. Daphne, invece, è già tra le mie pupille. Il che non so se sia un bene, a dire il vero. Mi raccomando, Books, lascia un commentino anche questa volta !!!

 

prettyvitto: no, si può uccidere anche senza la Magia Nera. Il più delle volte, però, (ad esempio con il sectumsempra) solo altra magia oscura può sistemare i “danni” della magia nera. Hermione lo fa principalmente per questo motivo, visto che, comunque, la sua conoscenza della magia non è proprio misera. Essere in grado di poter aiutare gli altri in ogni occasione, cercare di evitare altre sofferenze. Questo vuole fare Hermione. Per altre eventuali domande, sono sempre qui !!! J

 

Hollina: e come potrei non prodigarmi in una serie infinita di complimenti, visti tutti quelli che mi fai tu??? Mi sentirei un demente se non lo facessi. Comunque, sono meritati, io non parlo (o in questo caso scrivo) per dare fiato alla bocca … spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e grazie (in un modo “tendente all’infinito”) di tutto !!!

barbarak: allora??????? Cosa ha partorito la tua mente malata geniale??? Comunque, e qui divento sempre più ripetitivo, hai ragione! Hermione comincia a capire quanto in realtà sia difficile studiare la Magia Oscura con Drew, specialmente visto che lui non sembra intenzionato a farlo molto presto!!! Per quel che riguarda il Patronus della Herm, non ho lavorato molto di fantasia. Ciò che conta, comunque, sarà il momento in cui questo “entrerà in azione” non quale aspetto avrà. Ti lascio a scervellarti, se ti va di farlo, e grazie per i complimenti e per la recensione.

Agathe: e se Hermione non l’aveva capito con quella frase sul libro (il che vorrebbe dire  che non è più lei o che è stata Schiantata di recente) ne ha avuto la definitiva conferma dal diretto interessato!!! E per un attimo hai pensato agli animali giusti, donzella!!! Grazie per il “mitico”, anche perché immaginarmi in una versione all’Achille o all’Ulisse mi ha fatto ridere per almeno mezzora!!!

Paula: se avessi un’infinità di tempo a disposizione ti scriverei un papiro, ma purtroppo in questi giorni ne ho veramente pochissimo. Quindi, stringendo (perdonami, perdonami, perdonami), ti dirò un grazie infinito e ti implorerò di commentare anche questa volta, promettendoti almeno venti righe di risposta ( a costo di ripetere per un centinaio di volte la parola “grazie” senza usare copia-incolla) la prossima volta che aggiornerò. Sperando che questo capitolo ti sia piaciuto, grazie ancora!!!

Mirya: vado a frugare nel tuo profilo (come faccio più o meno con tutti coloro che leggono la mia storia) e, patataf, mi ritrovo catapultato nella pagina di una scrittrice di successo. Poi, leggo il genere dei racconti che scrivi e comincio a sbiancare. Bene, mi dico, preda di un’euforia tutt’altro che voluta, una vera e propria esperta del romanticismo che legge una mia storia! Io, che sono romantico come un pezzo di legno in mezzo alla strada, ho cominciato a preoccuparmi e a sentire una certa ansia da prestazione. Così, anticipando il lavoro futuro, mi sono scavato la fossa. Passando, invece, alla risposta alla tua (o devo darti del lei?) recensione, devo dire che mi ha riempito d’orgoglio. Per vari motivi, che non starò qui ad elencarti. Dunque, forse cominciare una recensione dicendo che non lo si farà molto spesso nel futuro non è proprio la cosa più bella da fare, ma sicuramente meglio sapere la verità fin da subito. Quindi, sono fiero del tempo che mi hai dedicato, visti anche i tuoi improrogabili impegni (salutami il tuo bebè! Chissà se avrà ereditato il talento della madre …). Grazie per i complimenti, anche se non credo di essere pronto a sostenere il peso che le tue parole mi hanno scaricato (giustamente o ingiustamente) sulle spalle. Non perché non ne sia felice, ma perché, per fortuna e purtroppo, mi porto sulle spalle già la mia instabile pazzia e la mia stupida immaturità. Se riuscirò a liberarmi di uno di questi pesi, comunque, stai pur certa che porterò con orgoglio la bandiera della mia generazione! Hai ragione sulla critica che mi hai mosso (anche perché tu hai sempre ragione J), Drew è entrato troppo prepotentemente sulla scena. Ma avevo bisogno che il suo personaggio restasse ben inciso nella mente del lettore e quello che ho scelto, ad essere sincero, mi è sembrato il percorso più semplice da percorrere. Così facendo ho creato una vera e propria “crepa” in quello che è il tipico schema della Dramione, ma non mi pento della mia scelta, pur essendo questa molto azzardata. Soltanto il tempo mi dirà se ho puntato sul cavallo giusto. Anche perché Drew, per un paio di capitoli, sparirà quasi completamente. Grazie per il commento.

 

Chiedo scusa a coloro che mi hanno recensito per le risposte stringhiate (soprattutto a Paula, a cui ho parlato di tutto tranne che della storia).

Ringrazio le 53 persone che hanno messo la storia tre le seguite, le 6 che l’hanno messa tra le ricordate e le 13 che l’hanno ficcata tra le preferite.

Ora corro a preparare le valige e, se sopravivrò, spero di aggiornare presto.

Grazie ancora a tutte/i!!!

Jerry

   
 
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