Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: La_Confusa_B    26/10/2010    0 recensioni
Juliet Various è una ragazza normale... Almeno finchè non conosce Edward. La vita di Juliet verrà sconvolta da un sogno che le mostrerà parte del suo futuro, un futuro pieno di misteri e vicoli bui, di cui il protagonista è Edward, che non è esattamente ciò che sembra.
Genere: Fluff, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa. 
Ciao a tutti, a chi è entrato qui per caso e a chi è davvero interessato a leggere, a chi ha incuriosito il titolo della storia e a chi ha semplicemente sbagliato a cliccare. Beh, che dire? "Memorie di una ragazza con le mani sporche" è la mia autobiografia, il finale però è ovviamente inventato... Ma vi assicuro che la prima parte è la pura verità. Proprio strana la mia vita eh? Avete ragione! Spero che lascerete un commentino o una recensione... Mi fareste davvero felice! Un bacione ♥

B. 



Strano. Ecco la parola giusta per definire come mi sentivo. Eppure era il giorno della mia festa preferita: la fiera. Così piena di luci, di colori, di musica, di sorrisi e di lacrime di bambini che non vogliono andarsene. Le bancarelle erano strapiene di roba a poco prezzo e i venditori gridavano per attirare l'attenzione. Poi le giostre, alcune pericolose, altre per bambini, ma tutte affascinanti ai miei occhi. E poi a completare l'opera c'era lui. Edward, sedici anni compiuti da poco, biondo, occhi azzurri e un fisico... Da vedere, sul serio. Era il mio ragazzo da quasi due mesi ormai, non l'avrei mai lasciato per nessuna ragione al mondo. Gli altri ci giudicavano, dicendo che lui era un ragazzo "facile", io ancora una bambina. In fondo avevo solo due anni in meno di lui, ma forse ero davvero una bambina. Io alla nostra storia ci credevo, non era una piccola avventura da ragazzi. Non avrei lasciato per nulla al mondo la sua mano, che sprigionava tanto calore che mi colpiva dritto al cuore. Non eravamo soli, c'era anche mio cugino Dave, il migliore amico di Edward, Kevin e Ashley, una mia amica. Ma a me di loro non importava, riuscivo a sentire solo quel calore, che pulsava sintonizzato al battito del mio cuore. "Ti amo" avrei voluto dirgli, ma non sarebbe bastato. Cercavo una parola per definire ciò che provavo per lui sin da quando lo avevo incontrato la prima volta, ma non l'avrei mai trovato. Anche l'immenso era troppo piccolo. Poi qualcosa mi risvegliò dal mio sogno mentale: Dave. 
-Terra chiama Ju, la stiamo perdendo, la stiamo perdendo?!- 
-Ci sono, ci sono! Cosa c'è?- 
Mi indicò con il dito qualcosa alla mia destra. 
-Oh, non lo avevo notato.- 
Dave si mise a braccia conserte e mi squadrò con disappunto. 
-Tu hai sempre amato questa giostra! Non è che Ed ti distrae?- 
-Lui non c'entra. Mi sono distratta un attimo, tutto qui.- 
-Un attimo! Ash da quanto è partita sulle nuvole?-
Lei scoppiò a ridere e guardò scherzosamente l'orologio. 
-Ventotto minuti e trentasei secondi direi.-
Guardai Edward con aria interrogativa. Era passato davvero tutto quel tempo? Lui sorrise senza dire niente. 
-Beh, adesso sono sveglia. Quanto costa un giro quest'anno?- 
-Cinque euro!- 
-Ogni anno sempre di più eh?- Dissi prendendo il portafogli dalla borsa. 
-Già, però noi saliamo lo stesso! E tu vieni con me!- Mi afferrò per un braccio e mi trascinò fino alla cassa. Gli altri fecero il biglietto subito dopo di noi, ma li persi di vista cercando due posti liberi. Mi sedetti in uno dei vagoncini della giostra insieme a Dave, aspettando che venissero a ritirare il biglietto. Mio cugino iniziò a dire tante di quelle parole che all'improvviso non riuscii a seguirlo più. Era così diverso da me, eppure lo adoravo, era come un fratello per me, sin da bambina. 
-Dave, non ti seguo più. Rallenta!- 
Lui sorrise.
Quasi un quarto d'ora dopo eravamo ancora su quella giostra e mi chiedevo perchè ero voluta salire. La risposta era semplicissima: perchè anche se facevo la diffidente ogni volta, io quella giostra la adoravo. Tutti quei vagoncini bianchi pieni di luci colorate, che giravano e andavano su e giù velocemente mi davano l'impressione di volare. 
-Io scendo.- Dichiarò Dave, che pazienza ne aveva poca e forse niente. 
-Ma dai! Aspetta un pò, dagli il tempo!- 
-Spiegami quanto ci vuole a premere un dannato pulsante e far partire questo affare!- 
In effetti era quasi mezz'ora che eravamo lì sopra.  Dave si sciolse la cintura di sicurezza e scese dalla giostra, seguito da me e dagli altri passeggeri. Andammo tutti alla cassa per farci restituire i soldi, e, una volta lontani, scoppiamo a ridere. Ma una risata come non ne avevo mai fatte se non insieme ad Edward. Lui sapeva farmi ridere. All'improvviso una goccia di pioggia mi bagnò la guancia. La pioggia mi faceva ricordare tante cose... Ma non c'era tempo per pensare, dovevo pensare a salvare i miei capelli lavati da appena un giorno. Nel giro di pochi minuti, infatti, si scatenò un vero e proprio temporale. Edward mi cinse la vita con un braccio e mi trascinò fino ad un balcone dove ripararci. 
-Signor Precisino, hai portato l'ombrello vero?- Chiese Kevin ad Edward. Eh già, il mio fidanzato era un tipo davvero perfezionista!
-Ahm...- Rispose lui imbarazzato. 
-Ecco, per una volta che poteva fare una cosa utile!- 
-Va bhè dai, sta finendo di piovere... - Rispose Edward sarcastico. Mi strinse a lui con un braccio, e io mi sentii protetta, come se fosse una splendida giornata di sole. 
La scena cambiò all'improvviso, senza capire come. Mi ritrovai a camminare verso un bosco con la solita compagnia, insieme a dei grandi zaini da campeggio. Ma nella mia città c'era mai stato un bosco? Che diavolo stava succedendo? Quella giornata era davvero strana. Ma non mi importava, c'era lui. Arrivammo all'interno del bosco, dove l'erba era scura e gli alberi fitti lasciavano spazio ad una radura adatta al campeggio. Montammo una grande tenda verde acqua per me ed Edward, più avanti ne montammo una gialla ancora più grande per Dave, Kevin e Ashley. Io entrai nella tenda e iniziai a sistemare, uscendo coperte e cuscini dallo zaino. Dalla finestra della tenda, Edward mi sorrise e il mio cuore andò in iperventilazione. Edward uscì fuori per prendere un pò d'aria, mentre gli altri erano andati a fare una passeggiata. Ma all'improvviso, sentii degli strani rumori... Cavalli. Vicini, molto vicini. Guardai dalla finestrella e la mia mente andò in cortocircuito. C'erano dei grandi cavalli neri, con degli uomini sopra in armatura. Sembravano usciti dal Medioevo. Sarei scoppiata a ridere se non fosse che puntavano degli archi contro il mio fidanzato. Poi, nell'esatto momento in cui una freccia colpì Edward, anche il mio cuore venne trafitto. Avrei voluto urlare ma non ne avevo la forza. Non sarei nemmeno riuscita a piangere. Uscii fuori, magari avrebbero ucciso anche me. Che senso aveva una vita senza di lui? Ma proprio a quel punto, accadde qualcosa di seriamente illogico. Edward si estrasse la freccia con molta tranquillità, senza sangue, senza ferite. Anzi, si avvicinò a me e mi diede un anello d'oro. 
-Tocca a te Ju.- Mi disse accennando a un sorriso. 
-Io?- Chiesi confusa. 
-Tu sai cosa fare.-
E inspiegabilmente aveva ragione. Presi l'anello e lo appoggiai sul palmo della mano destra. Chiusi gli occhi e soffiai. L'anello si illuminò e andò a scagliarsi contro quegli individui, disintegrandoli all'istante. Poi l'anello, torno da me e si andò a infilare nell'anulare della mia mano destra. Edward abbassò gli occhi malinconicamente e mi afferrò le mani. 
-Probabilmente penserai che sono un mostro. Lo sono. Ma ti giuro che non ti ho mai mentito sul fatto che ti amo. Ti spiegherò tutto, davvero.- 
Io senza dire una parola, mi feci trascinare dentro alla tenda. Io presi un respiro e decisi di parlare. 
-Tu... Tu non sei un mostro. Io non so cosa sei, ma potresti essere qualsiasi cosa per me non cambierebbe nulla. Io ti amo.-
Lui mi abbracciò come non aveva mai fatto, stringendomi la testa sul suo petto. Feci entrare il suo profumo nei miei polmoni, riempiendomi delle sue emozioni. 
Edward mi allontanò dolcemente e mi spostò una ciocca di capelli dal viso. 
-Immortale.- Disse poi di punto in bianco. 
-Cosa?-
-Sono Immortale.-
Io in fondo lo sapevo, ma non fino a questo punto. 
-Co... Come?-
-Dodici Giugno 1870.- 
Quella data scaturì in me qualcosa che avevo sempre saputo, ma che avevo cercato di rinnegare ad ogni costo. 
-Cosa significa Edward?-
-E' la data del nostro incontro, il nostro primo incontro. Anche allora tu ti chiamavi Juliet, ed eri splendida come adesso. Ci siamo innamorati, ma lei ti ha ucciso.-
-Lei?-
-Isabel. Lei era Immortale, ma io non lo sapevo. Era innamorata di me e lo è ancora. Ha trasformato me in Immortale, e ti ha uccisa prima che io potessi farti diventare completamente Immortale.- 
-Quindi anche io sono...Immortale?-
-Solo in parte. Io non posso morire se non con un pugnale maledetto. Tu puoi morire, ma continui a rinascere senza ricordarti della tua vecchia identità. Muori solo se ti innamori di me però.-
-Quindi se io ti lasciassi sarei immortale?-
-Sì...-
-Beh, allora peccato, mi sarebbe piaciuto essere immortale.-
-Lasciami Juliet! Tu devi vivere! Fammi felice, ti prego...-
-E cosa me ne faccio di essere immortale se tu non ci sei?-
Lui mi tirò a se e mi baciò, prima con passione, poi con tenerezza. Era il mio primo bacio, di questa vita almeno. Avevo sempre avuto paura di non essere alla sua altezza, ma lui mi guidava come se fosse esperto. 
Saremmo andati oltre, lo sapevo e dentro di me lo speravo. Perchè ero innamorata. Vedevo solo l'azzurro dei suoi occhi, il mio paradiso personale. Ma poi il buio prese il sopravvento. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: La_Confusa_B