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Autore: echelon1985    26/10/2010    10 recensioni
Una specie di carta moschicida per amori sbagliati, ecco cosa era.
Questo era quello che si ripeteva Quinn mentre percorreva la strada che da casa sua lo portava a scuola.
Era come se ogni volta che gli piacesse qualcuno si accedesse un'enorme insegna luminosa che diceva "epic fail"
[...]
"Padget, tu lavorerai con Allman"
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bullet for My Valentine, The Used
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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First dates







Il posto dove Bert l'aveva portato sembrava una specie di pub, ma all'esterno
si allargava in una sala all'aperto, circondata da siepi, dove c'erano una serie di tavoli
apparecchiati per poter servire anche la cena.
Bert aveva salutato un paio di camerieri ed aveva chiesto un tavolo per due
Matt si sentiva un pò strano, la sala era principalmente occupata da coppie, coppie
etero, e Matt invece era lì.. con Bert.
Era un pò spiazzante.
Gli era passata quasi subito però, almeno in parte.
Avevano iniziato a chiacchierare e Matt si era velocemente adattato alla situazione.
Bert era simpatico, ed aveva l'insana capacità di inserire una parolaccia all'incirca
ogni tre parole.
Matt era rimasto piacevolmente sorpreso perché nonostante l'aria scapestrata
aveva scoperto una persona molto intelligente, ed onesta oltre ogni limite immaginabile.
Bert diceva qualsiasi cosa gli passasse per la mente, come se non avesse nessun
filtro, ma era anche pronto allo stesso tempo ad accettare tutto quello che gli altri
gli dicevano.
Si poteva parlare di ogni cosa con lui, ed era piacevole ascoltarlo.
Inevitabilmente i loro discorsi erano caduti anche sui loro amici.
Bert aveva ancora un paio di dubbi su Padge, scaturiti soprattutto dal fatto che
non lo conoscesse per nulla, fatta eccezione per quello che gli aveva detto Quinn.

"Posso farti una domanda?"
"Sicuro"
"Riguarda Padge"
"Proprio non ti piace eh?"
"No, è solo che non lo conosco"
"Spara"
"Quando hai detto quelle cose a Quinn sulla sua famiglia, voglio dire.. sembravano
 cose piùttosto gravi"
"Beh non è una situazione facile. Perché me lo chiedi?"
"Perchè voglio capire quanto grave sia da dover tenere nascosta la presenza di
 Quinn come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi"
"Padge non si vergogna di Quinn, lui lo ama"
"Sto solo cercando di capire"
"E poi ti tranquillizzerai nei suoi confronti?"
"Beh dipende da quello che mi dirai"
"Ok. Il padre di Padge è un avvocato, un pezzo grosso, che proviene da una famiglia
 di altrettanti pezzi grossi. Per lui l'unica cosa veramente importante è l'apparenza, e
 tende a tenere tutte le cose sotto controllo.
 E se le cose non vanno come lui crede che dovrebbero.. beh può diventare
 piuttosto cattivo"
"Oh.. nel senso che.. lo picchia?"
"No, non è fisicamente che gli fa male, ma sa come ritorcere le cose contro le
 persone quando le situazioni non gli piacciono, e lo fa anche con Padge"
"Se le cose non vanno come dice lui è pronto a far male a suo figlio?"
"Senza battere ciglio"
"Cazzo"
"Già.. quindi non fraintendere Padge, lui è davvero innamorato di Quinn"
"Ti credo"

Matt gli aveva sorriso, e Bert aveva spostato la sua sedia più vicino all'altro, poggiandogli
una mano sulla gamba in un gesto noncurante.
Il più grande gli aveva lanciato uno sguardo divertito, e Bert aveva iniziato
a muovere la mano aventi e indietro.

"Fa il bravo"
"Non ti ho mica trascinato nel bagno"
"Vorresti?"
"E' un tono malizioso quello che sento?"
"E' solo una domanda"

Le dita di Bert si erano mosse più in alto, verso il cavallo dei pantaloni dell'altro, senza
però toccarlo davvero.
Matt aveva respirato un pò più a fondo del normale, trattenendosi dal portare lui
stesso la mano di Bert tra le sue gambe.

"Ti.. ti prego.."
"Cosa? Ti prego smetti? Oppure ti prego continua?"
"Non.. non lo so nemmeno io.."


Bert si era staccato, sorridendogli in maniera tranquilla e rilassata.
Gli aveva promesso che non ci sarebbero state pressioni, ed era intenzionato
a mantenere quella promessa.

"Ok, non sei ancora pronto per questo"
"Credo di no, scusami"
"Va bene così"

Il momento di confusione era passato molto velocemente, e come se niente
fosse i loro discorsi erano scivolati in maniera del tutto naturale di nuovo su di loro.
Matt gli aveva raccontato della band, di come si sentisse davanti ad un microfono
o con la sua chitarra tra le mani.
Ed aveva scoperto che anche Bert cantava, e scriveva testi, anche se non aveva
mai avuto una vera e propria band.
Matt osservava il ragazzo moro davanti a sè e non poteva fare a meno di
pensare a quanto l'apparenza ingannasse.
Quell'aria gracilina e quei movimenti scattosi davano l'idea che Bert fosse soltanto
un ragazzino un pò spostato, ma a sentirlo parlare si capiva che aveva una
forza non indifferente, un grande carattere ed anche un grande cuore.
Lo si capiva dal modo in cui parlava di Quinn.



Erano stati seduti a quel tavolo per almeno tre ore, restando quasi gli unici
nella sala mentre tutti gli altri se ne andavano.
Quando si erano resi conto che non c'era praticamente più nessuno si
erano guardati ed avevano ridacchiato.
Bert aveva chiesto il conto e Matt era ritornato per un attimo allo spiazzamento
dell'inizio, e l'altro non aveva avuto difficoltà ad accorgersene.

"Va tutto bene Matt?"
"Si.."
"Sei sicuro? Dimmi quello che ti passa per la testa"
"Ok.. è solo che.. ok.. se tu fossi una ragazza quando sei arrivato ti avrei
 aperto la portiera della macchina, ed adesso pagherei il conto. E non fraintendermi,
 mi fa piacere pagarlo se tu vuoi, ma ecco.. non ho idea di come funzionino
 queste cose"


Bert aveva ridacchiato, però capiva quello che Matt voleva dire.
Si chiedeva se le regole fossero le stesse, era una cosa del tutto normale.
Gli ci sarebbe voluto un pò di tempo per fargli capire che non era necessario
mettere nessuna regola di comportamento.
Che non si aspettava niente da lui se non che fosse se stesso.
Avrebbe imparato.. col tempo..
Bert voleva solo che si tranquillizzasse


"Che ne dici se ci dividiamo il conto?"
"E la portiera? Vuoi che ti apra la portiera?"
"Se come no, provaci"
"Sono io che ti ho invitato, dovrei pagare io"
"Se lo fai, diventerà un vero e proprio appuntamento"
"Pensavo che col bacio di prima lo fosse già"
"Sei un ragazzo pieno di sorprese"


Il moro aveva ridacchiato, aveva pagato il conto per entrambi, ed erano usciti
nuovamente dal locale per raggiungere la macchina.
Matt aveva seguito dall'altro lato della vettura, come in un gesto automatico.
Bert l'aveva guardato con un mezzo sorrisino sul volto.
Aveva decisamente fatto dei passi avanti, e dopo alcuni momenti di naturale
nervosismo ed imbarazzo Matt si era tranquillizzato notevolmente.
Certo, era pur sempre una grande novità per lui, ma aveva saputo gestire
la cosa, non era da tutti


"Sei stato bravo"
"Cioè?"
"Si, pensavo che avresti dato fuori di matto.. molto di più"
"Perché tu non sai cosa c'è nella mia testa"
"Sei stato bravo lo stesso"
"Sono.. sono stato bene"


Stavolta era stato Bert a baciare Matt, ed il suo 'anch'io' era scivolato fuori
mentre le loro labbra erano già attaccate.
Bert l'aveva preso per la felpa e trascinato verso di sè.
Neanche dieci secondi dopo era premuto contro il finestrino freddo della
macchina, leggermente sulle punte per riuscire a baciarlo per bene.
Si era aggrappato alle sue spalle e Matt gli aveva portato una mano dietro la testa,
incastrano le dita nei capelli dell'altro appena sopra la nuca.
Si erano separati per riprendere fiato, ma appena qualche secondo dopo erano
nuovamente attaccati, ed avevano fatto la stessa cosa per almeno dieci minuti,
perché nessuno dei due sembrava riuscire a staccarsi, se non per respirare.
Le mani di Matt erano scivolate sotto la felpa dell'altro, senza che l'avesse
veramente deciso, per toccare la sua pelle della schiena.
Bert gli si era stretto ancora di più addosso, sentendo chiaramente che entrambi
erano eccitati.
L'aveva sentito anche Matt, ovviamente.
Ed era stata una strana, davvero strana sensazione, ma nonostante tutto
aveva continuato a baciarlo.
Le mani di Bert si erano poggiate sulle sue gambe e poi erano risalite al
cavallo dei suoi pantaloni, facendo gemere leggermente l'altro.
Si erano allontanati solo quando nel parcheggio erano arrivate altre persone a
recuperare le loro macchine, e perché si erano resi conto di dare spettacolo.
Erano saliti entrambi nell'auto di Matt, che era comunque rimasta spenta.

"Quindi adesso che succede?"
"Io.. non ne ho idea. Mi sento.. un pò senza controllo quando sei presente"
"Ed è un male?"
"Non lo so. Voglio dire.. non so se voglio"
"Dipende da te Matt"
"Perché non mi dici quello che vuoi tu Bert?"
"Vuoi che sia onesto? Tu mi piaci. Voglio dire, all'inizio era solo perché.. beh
 perché tu sei sexy.. ma è stata una bella serata. Ma sei tu che devi decidere
 che cosa succederà, io non ho dubbi"
"Non so se sarò mai pronto a.. a fare sesso con un uomo"
"Lo capisco"
"Ma questo è un problema, no?"
"Diciamo che posso darti un pò di tempo per decidere qual'è la cosa giusta
 per te"
"Ok"


Finalmente Matt aveva messo in moto la macchina ed era partito.
Aveva acceso la radio per riempire il silenzio dell'abitacolo, mentre lui rifletteva
su quello che lui e Bert si erano appena detti.
La macchina era arrivata velocemente sotto casa di Bert, senza intoppi
date le strade praticamente deserte.
Il più piccolo si era mosso per scendere, ma la voce di Matt aveva bloccato il
suo movimento


"Aspetta.."
"Che c'è?"
"Quello che hai detto.. vuol dire che non vuoi più vedermi.. come stasera?
 Voglio dire.. finché non prendo una decisione?"
"Beh mi pareva che avessi detto che ti serviva tempo per capire"
"Si, ma che vuoi che capisca stando da solo? Dovrei capirlo.. con te"

Bert aveva sorriso, guardandolo in silenzio per un lungo momento.
Era sopreso di tutta la disponibilità che stava dimostrando nei confronti di Matt.
Solitamente non era un tipo così paziente.
Ma in Matt c’era qualcosa, qualcosa che li rendeva molto simili, per certi versi.


"Quindi che suggerisci?"
"Potremmo.. darci un secondo appuntamento"


Bert si era sporto verso di lui e l'aveva baciato ancora, non come in precedenza però.
Più che altro una specie di bacio a stampo a mò di saluto

"Ok, chiamami"

Era sceso dalla macchina ed aveva fatto qualche passo in direzione della porta
di casa quando Matt aveva abbassato il finestrino, e l'aveva richiamato.
Bert era tornato indietro, ed aveva sporto la testa nel vetro abbassato

"Cosa?"

Matt aveva allungato una mano verso i laccetti che chiudevano la felpa dell'altro
in cima alla cerniera e se l'era portato più vicino in richiesta di un bacio vero.
Bert aveva ridacchiato e l'aveva accontentato, molto volentieri, giocherellando
con la sua lingua mentre l'altro docile lo lasciava fare, senza cercare di
prendere il controllo del bacio.

"Ribadisco. Sei un ragazzo pieno di sorprese Tuck"






Padge era arrivato a casa di Quinn con un pò di anticipo.
Aveva parcheggiato l'auto nel vialetto ed era rimasto fermo, cercando di
calmare il suo nervosismo.
Era tentato di accendersi una sigaretta per rilassarsi ma non voleva entrare
in casa del biondino con l'odore di fumo addosso.
Quinn era seduto sul divano mentre sua madre trafficava in cucina, quando
aveva sentito il rumore della macchina fermarsi davanti casa.
Era saltato in piedi improvvisamente, facendo cadere per terra il telecomando
della televisione poggiato sulle sue gambe, senza preoccuparsene minimamente.
L'aveva lasciato per terra ed aveva aperto la porta di casa, notando il suo
ragazzo seduto nella macchina ancora accesa.
Aveva socchiuso la porta alle spalle e l'aveva raggiunto, salendo in macchina
e prendendo posto accanto a lui, senza che l'altro si fosse minimamente
accorto della sua presenza

"Hai ancora il motore acceso, stai pensando di scappare?"
"Hey piccolo"
"Va tutto bene?"
"Si. Tutto bene. Sono.. solo un pò nervoso"
"Andrà tutto bene"
"Lo so, solo vorrei una sigaretta"
"Fumala"
"Non voglio puzzare di fumo quando entrerò"
"Padge, non è l'inquisizione, è mia madre"
"Voglio solo fare una buona impressione. Pensi che avrei dovuto
 vestirmi.. più elegante?"
"Tu hai dei vestiti eleganti?"
"Fanculo"

Quinn aveva ridacchiato, mentre dava un'occhiata alla t-shirt nera ed ai jeans dello stesso colore.
Si era sporto un pò verso di lui per guardarlo meglio nella poca luce
I capelli di Padge profumavano di shampoo e la sua pelle di bagnoschiuma.

"A me sembri bellissimo. Anche troppo bello"
"Come sarebbe a dire troppo?"

Il biondino aveva spento la piccola lucetta attaccata allo specchietto retrovisore
che illuminava l'abitacolo ed erano rimasti al buio, illuminati soltanto dalla luce
provenienti dai lampioni della strada, che comunque arrivava a malapena fino
a loro.
Quinn si era chinato a baciarlo, succhiando leggermente il labbro inferiore di
Padge e passando la lingua sul piercing appuntito appena sotto il labbro.

"Io conosco un modo per farti rilassare"
"Non provarci neanche"
"Ma..perché?"
"Tua madre è a due metri da noi, non è proprio il caso dolcezza"
"Ok peggio per te, entriamo?"

Padge aveva preso un grande respiro, e Quinn aveva sorriso, strusciando il naso
contro il collo dell'altro come a fare le fusa.
Il moro aveva recuperato qualcosa dal sedile posteriore ed erano scesi.

"Che hai là dentro?"
"Ho pensato che era il caso di portare qualcosa. Si fa in questi casi, no?"
"E che ne so io? Comunque cos'è?"
"Quei biscottini al cioccolato bianco che ti piacciono tanto"
"Stai cercando di comprare mia madre?"
"Idiota"

Quinn aveva incastrato le sue dita in quelle della mano libera di Padge ed erano
entrati in casa.
La madre del biondino aveva sentito la porta chiudersi, anche se nessuno aveva
bussato, e si era affacciata dalla cucina.
Aveva osservato suo figlio sorridere all'altro ragazzo come per rassicurarlo
e posargli un delicato bacio sulle labbra che aveva fatto sorridere il moro.
Era tornata in cucina sorridendo, aspettando che fosse il figlio ad informarla
della loro presenza.
Erano passati pochi secondi prima che lo sentisse urlare dal salotto che
erano arrivati
Debbie si era slacciata il grembiule ed aveva raggiunto i due ragazzi nel
salotto.


Padge aveva sorriso timidamente e si era presentato come 'Michael', anche
se non era abituato a definire sè stesso così, mentre le stringeva la mano.
Il moro gli aveva porto i dolcetti che aveva portato e si era guadagnato
un sorriso dolce ed un ringraziamento.

"Quinn mi ha detto che mangi di tutto. Ho preparato gli spaghetti al pesto
 e l'arrosto, va bene?"
"Benissimo"
"Ok, tra cinque minuti è pronto. Vuoi una bibita nel frattempo?"
"No grazie signora, sto bene così"
"Debbie, chiamami Debbie"
"O-ok"


Pochi minuti dopo erano seduti al tavolo, Quinn poteva sentire la mano destra
di Padge tamburellare nervosamente sulla sua gamba.
Il biondino gli aveva afferrato la mano sotto al tavolo e Padge si era leggermente
tranquillizzato.
Anche Quinn cominciava a sentire il nervosismo salirgli nello stomaco.
Debbie aveva riempito i piatti e si era seduta di fronte ai due ragazzi, lasciando
che iniziassero a mangiare.
La sua attenzione era rimasta comunque sul moro, cercando di osservarlo
per bene senza farlo sentire in imbarazzo.
Era un bel ragazzo, anche se in un modo completamente diverso dal
suo Quinn.
Aveva i lineamenti del volto più marcati, ed era in generale fisicamente più
grande di Quinn
Aveva i capelli lunghi, ma invece di dargli un'aria trasandata erano davvero
adatti al suo modo di essere.


"Da quando suoni la chitarra Michael?"
"Oh praticamente da sempre. Mi hanno regalato la prima chitarra che
 avrò avuto quattro anni. Era più grande di me"
"Quinn mi ha detto che hai una band"
"Si, con i miei tre migliori amici, ma per ora suoniamo solo nel garage
 di uno di loro"
"Padge è bravissimo sai mami?"
"Sono sicura che lo è. Mi piacerebbe sentirti una volta.. e Quinn, perché
 continui a chiamarlo Padge dato che ha un nome così bello?"
"Mi chiamano tutti così perché nel gruppo siamo in due a chiamarci
 Michael"
"E Quinn come se la cava con la chitarra?"
"Oh è molto bravo, impara in fretta. E' molto portato"
"L'avrà preso da suo padre"


Quinn aveva osservato il suo ragazzo chiacchierare con la madre.
Gli faceva un certo effetto averli lì entrambi, in pratica le persone più
importanti della sua vita, a parte i suoi amici.
Aveva visto Padge in tanti modi, ma mai come lo vedeva adesso.
Lui lo vedeva sempre forte e grande, quello che lo faceva sentire al
sicuro e protetto, ed adesso vederlo così timido e imbarazzato gli faceva
venire voglia di abbracciarlo.
Non gli era mai sembrato così bello.

Debbie puntava ogni tanto lo guardo su suo figlio, anche a lei faceva
uno strano affetto trovarsi lì, con Quinn ed il suo ragazzo.
Osservava suo figlio guardare l'altro con un aria completamente persa,
come se  fosse la cosa più bella del mondo.

"Hai fratelli o sorelle Michael?"
"No, sono figlio unico, come Quinn"
"Ed i tuoi genitori che fanno?"
"Mio.. mio padre è un avvocato, e mia madre insegnava, adesso sta
 a casa"

Debbie aveva osservato l'ombra passare sul viso del ragazzo non appena
il discorso era caduto sulla sua famiglia.
Aveva immediatamente cambiato argomento per non metterlo in imbarazzo,
ma gli si era stretto il cuore a vedere il modo in cui si erano intristiti gli occhi
di Michael.
Era una cosa di cui una madre si accorgeva, necessariamente.
 
"Quinn tu conosci gli amici di Michael?"
"Si, lui mi ha portato ad ascoltare la sua band"
"E lui conosce quegli scapestrati dei tuoi, di amici?"

Padge aveva ridacchiato mentre Quinn sbuffava alla frase di sua madre.
Ogni volta che faceva quel gesto un pò infantile gli faceva venir voglia
di arruffargli i capelli e fargli arricciare il naso.

"Si, li conosce. E non sono degli scapestrati. Ok..forse Bert un pò si"

Il biondino aveva spalancato gli occhi non appena gli era tornato alla mente
dell'appuntamento di Bert con Matt.
L'aveva completamente dimenticato.
Sua madre l'aveva osservato interrogativa, chiedendogli cosa succedesse

"Mi sono ricordato che stasera Bert aveva un appuntamento"
"Ah si? Un appuntamento galante?"
"Si, con il miglior amico di Padge"
"Beh bene. E' ora che si trovi un bravo ragazzo... come hai fatto tu"

Padge era leggermente arrossito, senza dire niente.

"Quinn porta i dolcetti in salotto, carico la lavastoviglie e vi raggiungo"
"Posso.. posso dare una mano?"
"No Michael, non preoccuparti, ci penso io. Prendi il caffè? Quinn ne
 beve troppo ma non riesco ad obbligarlo a smettere"
"Si, grazie"

Debbie aveva osservato i ragazzi uscire dalla cucina ed aveva sorriso.
Era felice di aver conosciuto il ragazzo di Quinn, ed era felice soprattutto
che sembrasse amare il suo bambino come lui amava Michael.
Si vedeva dal modo in cui lo guardava, dal modo in cui Quinn sorrideva ogni
volta che i loro sguardi si incontravano.
Aveva messo a posto la cucina e li aveva raggiunti, sorridendo ancora
una volta quando aveva visto suo figlio giocherellare con le dita del
moro.
La conversazione era andata avanti piacevolmente ancora per un pò.
Niente di imbarazzante, come Quinn aveva sperato.
Il biondino aveva mangiato almeno una decina di biscotti al cioccolato
bianco impiastricciandosi tutte le mani e facendo ridacchiare Padge.
Quinn mangiava con l'entusiasmo e l'allegria di un bambino, era una
cosa che gli era sempre piaciuta.

"Mamma.. pensavo di uscire per un paio d'ore, va bene?"
"Va bene, ma non fare troppo tardi, e prendi una felpa, fa fresco"

Quinn le aveva lasciato un bacio sulla guancia prima di correre al piano
di sopra per lavarsi le mani e recuperare qualcosa per coprirsi.
Debbie e Padge si erano alzati, per i saluti, e la donna aveva abbracciato
il ragazzo

"E' stato un piacere conoscerti. Vieni qua quando vuoi, sarai sempre il
 benvenuto"

Padge era rimasto per un attimo immobile e spiazzato, prima di ringraziare
e sorridere.
Non si aspettava una cosa del genere, e più di tutto non si aspettava
che si sarebbe sentito così.
Era una bella sensazione, davvero, ed allo stesso tempo lo rendeva
estremamente triste.
Quinn era sceso appena qualche secondo dopo ed i due ragazzi erano
usciti. Il biondino si era stretto al suo ragazzo non appena erano stati fuori.
Aveva immediatamente notato il cambiamento in Padge.
Aveva osservato i suoi occhi leggermente lucidi senza capire bene cosa fosse
successo, cosa fosse cambiato in appena un paio di minuti.
Il moro aveva fatto qualche passo verso la macchina ma Quinn l'aveva
trattenuto per la manica, per farlo voltare nuovamente verso di sè

"Che succede?"
"Niente piccolo"
"Padge, che c'è? Mia madre ti ha detto qualcosa?"
"Si"
"Cosa?"
"Mi ha abbracciato e mi ha detto che sarò sempre il benvenuto"
"E perché sembri triste?"
"E' solo che.. sei fortunato. Lei ti ama più di ogni altra cosa al mondo, si
 vede"
"Si, lo so. Sono fortunato"
"E che non so cosa si provi, non conosco la sensazione"

Le parole erano uscite dalla sua bocca, disarmanti e sincere da fare male.
Da fare male ad entrambi.
Era probabilmente la prima volta che diceva quella verità ad alta voce, con
sè stesso, e di fronte a qualcun'altro.
C’era la sorpresa, perché nonostante ogni conferma contraria, non si smette mai
di sperare che i propri genitori, almeno loro, possano amarti nonostante tutto.
Qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi cosa tu diventi.
Ed il dolore, la sofferenza quando scopri che non è così, non per tutti almeno.
Quinn lo aveva osservato con gli occhi un pò sgranati.
Non aveva mai visto Padge così triste, mai in tutti quei mesi.
Gli si era stretto il cuore a vederlo così.
A volte dimenticava i suoi problemi, dato che l'altro non ne faceva parola.
Padge era quello forte, quello rassicurante, quello che sdrammatizzava la
situazione e trovava una soluzione.
Ma non era solo quello, era il suo ragazzo, ed aveva bisogno di lui.
Perché nessuno è forte sempre, nessuno è sempre sicuro, o invulnerabile.
Si era stretto a lui e gli aveva sfiorato le labbra, circondandogli il collo
con le braccia

"Invece la conosci. Io.. io ti amo più di ogni altra cosa al mondo. E ti ringrazio
 per essere venuto stasera, non avevo pensato che avrebbe potuto farti male"

Padge l'aveva osservato in silenzio, non sapendo bene cosa dire.
Perché era la verità, lui la conosceva quella sensazione.
La conosceva da quando Quinn era entrato nella sua vita.


"Io.. sono io che..dovrei ringraziare te"
"Per cosa?"
"Oh.. io.. io non so nemmeno da che parte cominciare per spiegartelo"

Il biondino l'aveva stretto forte, perché sapeva esattamente cosa Padge
volesse dire, lo provava anche lui.
La gratitudine perché quella certa persona è nella tua vita.
E non dipende dalle azioni, o dalle parole, è qualcosa che senti dentro.
Una specie di calore che sale dallo stomaco fino alla gola, che ti fa sentire
come al sicuro, sempre protetto, come se ci fosse sempre qualcuno alle
tue spalle.

"Che posso fare per farti sentire meglio?"
"Non c'è bisogno piccolo"
"Vuoi.. vuoi che chiamiamo i tuoi amici? Possiamo.."
"I miei amici? intendi tutti i miei amici?"
"Si.. se può farti sentire meglio.."

Padge aveva guardato il biondino dritto negli occhi, senza parole per un lungo
momento.
Poteva leggerglielo sul viso che il pensiero di vedere Jay gli faceva male.
Era qualcosa negli occhi.
Ma si stava sforzando, solo per lui.
Padge aveva sentito esattamente quella sensazione, in quel momento.
Quella di essere amato più di ogni altra cosa al mondo.
Gli aveva solo stretto le dita tra le sue

"Non devi, il fatto che tu l'abbia detto mi basta, sto già meglio"
"Sicuro?"
"Si. Voglio stare un pò solo con te"
"Suona interessante"

Il moro aveva ridacchiato, scrollando la testa a destra e sinistra come per scacciare
via la tristezza, ed avevano camminato fino alla macchina.
Padge si era seduto al posto del guidatore, lasciando comunque il motore spento.
Si era voltato verso Quinn e l'aveva baciato, prendendo il viso del biondino tra
i palmi di entrambi le mani.
Quinn si era staccato leggermente, di pochissimo, quanto bastava per tirare fuori
la lingua, giocherellando dispettosamente col piercing di Pagde.
Il moro l'aveva lasciato fare, arricciando il naso ad ogni tocco della punta della
lingua del biondino.

"Andiamocene di qui.. voglio.. voglio toglierti i vestiti.. tutti.."
"Anche questo suona interessante"









Non dico nulla su questo capitolo, mi scuso soltanto per avervi fatto aspettare.
Spero che un pò mi perdoniate dopo questo capitolo!
Grazie, come sempre, per le recensioni! Vi amo!


Jessromance: Ahah dai un pò di suspance ci stava! Eccoti l'appuntamento!
Fammi sapere che ne pensi! xD

Xx_ImJustAKid: Beh Matt è decisamente un pò nervoso! Lo sarei anch'io se
dovessi uscire con Mr. McCracken! xD
Ecco la cena con la suocera, dovevo essere un pò cattiva e farti aspettare,
sennò come mantengo la mia fama di cattiva?!
P.S. Lo so che tu tifi per la band di froci, come me! xD

Crazy_Me: Beh Quinn ce l'ha con Jay, ha cercato di rubargli il ragazzo!
Almeno dal suo punto di vista, è comprensibile dai xD
Eccoci all'appuntamento di Matt e Bert, sono troppo belli insieme eh?!
Nella recensione scorsa hai descritto perfettamente lo stato di Matt.
Mi hai fatto ridere un sacco! xDD

ColdBlood: Tutti pensano che Quinn stia esagerando, povero cucciolo! xD
Ecco i due "appuntamenti dell'anno" honey, che te ne pare?
Lo so, Matt e Bert si stanno rivelando una coppia fantastica! E c'è tanto ancora
da scoprire! xD

Friem
: Ahah diciamo che Quinn è quello contorto, e Matt è quello che gli legge
nel pensiero! Ma deve, poverino, dato che Padge delle volte è un pò tonto!
Beh hai ragione Quinn e Padge sono la coppia stabile al momento, ma non è
scontato come sembra xD
Ho dato spazio ad entrambe le coppie dai, non potevo lasciarne fuori una xD

_Francesca92_ : Ahah lo so, sono un pò cattivella, ma un pò di attesa ci stava
bene dai xD
Grazie dei complimenti! *-* Aspetto di sapere che te ne pare di questo nuovo
capitolo!


   
 
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