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Autore: blackdeviljack    27/10/2010    1 recensioni
Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora prima di te.
Proverbio Africano
Sono orgogliosa di presentarmi la mia prima fanfic in assoluto che spero possa piacervi; cercherò di postare il seguito senza eccessive pause, impegni permettendo... Detto questo, vi lascio alla storia!!!
kixx blackdeviljack
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione, Sesta stagione
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Allora vi lascio direttamente al capitolo che non ho voluto postare insieme all’altro perché ritenevo più giusto separarli. Kixx blackdeviljack


Castiel aveva trascorso interi millenni della sua esistenza obbedendo agli ordini dei propri superiori; come tutti gli angeli aveva vissuto una vita da soldato, scandita da ritmi così intensi da essere insostenibili per un uomo, sotto una disciplina ferrea e incontestabile impostagli con durezza.
Non aveva mai visto Dio, ma non aveva mai avuto bisogno di prove per credere nell’esistenza di un padre creatore che si era reso autore di tale perfezione.
Non si era mai posto domande sullo scopo della propria esistenza o sulla giustizia delle sue azioni, semplicemente aveva eseguito gli ordini e creduto in ciò che gli veniva detto di credere.
Come un soldato non si era lasciato corrompere dal dubbio, aveva sempre tenuto un comportamento impeccabile, ostentando una rigidità e una sicurezza che non gli appartenevano, ma nascondendo l’immensa curiosità e attrazione che provava per gli abitanti della terra.
 
Fu forse per questo motivo che quando i suoi occhi incontrarono quelli della ragazza, perdendosi in un groviglio di emozioni e sensazioni dimenticate da tempo, si ritrovò disorientato, combattuto tra quella profonda ammirazione e quella confidenza che sentiva nascere dal passato che li legava e il timore e il rispetto riverenziale che sentiva di dover necessariamente mostrare nei suoi confronti. Non aveva mai avuto occasione di incontrare un serafino, ma l’aura di magnificenza che emanava si trasmise alla sua Grazia facendola vibrare in modo spaventoso, tanto che il suo stesso tramite sussultò, abbassando lo sguardo.
 

- Sapevo che sareste venuti –la sua voce umana lasciò spazio ad un lontano riverbero di quella angelica, un suono breve che aveva acceso l’aria con un tintinnio di mille campanelli d’argento.

La ragazza si scostò di lato con un sorriso per lasciarli entrare; Dean fu il primo a farlo e Sam lo seguì subito seppure molto scettico e a tratti intimorito dal serafino; percepiva la sua forza come qualcosa di opprimente e soffocante che incombeva su una parte di lui, togliendogli il respiro e trasmettendogli un senso di ansia e agitazione. Allo stato dei fatti era difficile per tutti credere  che in realtà quello che avevano davanti era un angelo caduto e corrotto, e non poterono fare a meno di chiedersi come le tenebre avessero potuto avvelenare in quel modo una creatura così perfetta.
 
La ragazza si scostò di lato, lasciandoli passare, e richiuse pacatamente la porta d’ingresso; quando con un frullio d’ali ricomparve davanti ai due Winchester entrambi sobbalzarono per la tensione e lo sgomento.

- Ma allora è un vizio di voi pennuti!- sbottò Dean facendo un passo indietro mentre Castiel iniziava a recitare le sue preghiere perché il serafino non lo disintegrasse. Con sua grande sorpresa la ragazza scoppiò semplicemente a ridere, e non di un riso nervoso e inquietante, ma di una risata spontanea e profondamente armonica, che distese i nervi dei tre ospiti.

- Diciamo che è un vizio molto difficile da correggere, qui sulla terra siete tutti molto più lenti- ribatté l’angelo indicando tre sedie e invitandoli ad accomodarsi.

- Immagino che tu sappia perché siamo qui- iniziò Sam cercando di ignorare il profondo senso di oppressione che lo stava schiacciando; lo sguardo luminoso del serafino si eclissò, improvvisamente fu come se il peso di tutto il dolore e il rimpianto provati in tanti anni si fosse materializzato sulle sue spalle, e quegli occhi così verdi da incutere soggezione si velarono di quella che Castiel riconobbe come tristezza e … delusione.

- Posso solo immaginarlo – la forza ritornò ad animare il tramite della creatura angelica e Sam stentò a credere che sotto quella che all’apparenza avrebbe potuto essere la sua Jessica, tanto era giovane, si nascondesse in realtà un essere così potente da avere in mano il destino dell’intero universo.

- Conosco la storia di ognuno di voi – indicò i due fratelli e l’angelo ad uno ad uno – e comprendo che dopo tutto quello che avete passato non accetterete facilmente la mia decisione – fece una pausa mentre i tre la guardavano assorti – ma io non posso aiutarvi, Dio ha smesso di interessarsi a me troppo tempo fa e io non ho più la forza di contraddire il suo volere, non posso e non voglio farlo- calcò con enfasi le due ultime parole, rivolgendo loro uno sguardo determinato.

Il maggiore dei Winchester balzò in piedi istintivamente, ancora più determinato del serafino, puntandogli un dito al petto, furibondo.

- Ascoltami, io non sarò uno di voi pennuti con l’aureola, non avrò poteri straordinari come i vostri che mi permettano di far morire d’infarto le persone comparendogli davanti all’improvviso, né un paio di ali da piccione saldamente incollate alla schiena che mi diano il diritto di passare il tempo a cantare quelle stupide canzoncine che si imparano all’asilo, fregandomene di tutto mentre il resto del mondo va in malora- continuò ad additarla con il volto livido di rabbia  - ma una cosa l’ho imparata, restare seduti in un angolo a piagnucolare perché il paparino ti ha sgridato non ti aiuterà ad attenuare il senso di colpa-

- Dean…- lo richiamò il fratello, preoccupato,

- No Sam, prima lasciami finire – lo interruppe facendogli cenno di tacere –migliaia di persone stanno morendo là fuori senza aver fatto nulla per meritarselo – indicò la porta evitando lo sguardo grave di Castiel che premeva con forza alle sue spalle – i tuoi stessi fratelli stanno morendo in una guerra che non è la loro, e io e Sam probabilmente saremmo condannati a marcire in chissà quale cazzo di posto in culo al mondo solo perché tu hai deciso di rimanere qui a frignare- l’aria vibrò mentre Dean sentiva la rabbia scemare,

- Quindi vedi di riflettere su quel che fai prima di escludere a priori l’idea- rimase lì a sostenere con audacia quello sguardo troppo intenso per essere umano, un abisso così profondo da poter inghiottire l’intero mondo; aveva appena fatto infuriare un serafino, ma non provava rimorso, almeno avrebbe avuto la certezza di aver fatto il possibile, sempre se non fosse stato disintegrato all’istante. Ma d’improvviso l’attenzione dell’angelo si spostò alle sue spalle, e la porta andò in pezzi lanciando in aria una pioggia di schegge; i due Winchester si fecero scudo con un braccio.

Il fidato coltello si materializzò nella mano destra di Castiel, era successo tutto troppo velocemente perché se ne potesse accorgere, ma d’improvviso due presenze angeliche avevano fatto la loro comparsa, e una delle due era inconfutabilmente quella di Michael.

- Yeiayel, sorella mia- l’arcangelo fece per avvicinarsi a braccia aperte, ma il serafino avvertì chiaramente la minaccia sottintesa a quel gesto e si ritrasse, con un movimento così veloce da sorprendere lo stesso Michael.

- Ho smesso di essere tua sorella molto tempo fa, Michael, temo che la persona che stai cercando non esista più- la sua risposta fu un ringhio, la grazia del serafino si agitò minacciosa, mentre gli occhi di Castiel si dilatavano per la sorpresa; i Winchester assistevano alla scena in parte inconsapevoli di ciò che stava accadendo, ma non restarono indifferenti all’improvviso cambio di pressione nell’atmosfera. Il secondo essere si fece avanti, e per la prima volta Castiel si ritrovò a fronteggiare Raphael; la necessità di allontanare Sam e Dean da quella stanza si fece largo fra i suoi pensieri con urgenza, sobbalzò quando una voce a lui sconosciuta ma allo stesso tempo familiare e autorevole risuonò nella sua mente:

portali via”
Era stato il serafino a parlare recepito l’ordine sfiorò la fronte dei due con un tocco leggerissimo, ignorando le proteste di entrambi,  spedendoli nel posto più remoto e sicuro che conoscesse. Intanto nella stanza continuava la guerriglia verbale, entrambi gli arcangeli si mostravano decisi ma Castiel non poté non cogliere il timore che incuteva Yeiayel ai loro occhi.

- Ricongiungiti a noi, aiutaci a compiere la volontà di nostro Padre e a riportare l’ordine sulla terra e nei cieli – le propose cauto Raphael,

- Per lasciarvi regnare incontrastati sul paradiso dopo aver distrutto il dono che Dio fece ad ognuno di noi, i vostri stessi fratelli?- ribatté piccata,

- Non sono nostri fratelli- la corresse con disprezzo Michael,

- Lo sono molto più di voi- sibilò a denti stretti il serafino, suscitando l’ira dell’arcangelo, Raphael tentò nuovamente di persuaderla;

- Questo Dio ha scritto e questo dovrà accadere- il volto della ragazza si contrasse in una smorfia,

 - No –

 
Una luce accecante si diffuse per tutta la stanza, le ali degli arcangeli si spiegarono fino a demolire l’intero isolato, Castiel rimase a fissare attonito le figure gloriose e fiere di Raphael e Michael emergere da quella distruzione: erano immensi e mille volti più lucenti di un qualsiasi angelo, la loro essenza emanava magnificenza ed incuteva rispetto, la loro bellezza era così tanta da stordire lui stesso. Ma fu solo allora che poté comprendere appieno la potenza di un serafino.
Ci fu un’esplosione così violenta che per un attimo temette che l’onda d’urto avesse raggiunto persino il sole,facendolo esplodere; l’aria si contrasse fino a formare dei turbini, e il bagliore si fece infinitamente più intenso ed accecante, tanto da ferire il suo essere angelico come se fosse stato un qualsiasi umano. La prima cosa che emerse da quel mare di lucentezza e splendore furono un paio di ali  spiegate, la loro sagoma si levò nel cielo plumbeo fino a diradare le pesanti nubi che si erano formate; ma non fu quello a colpire maggiormente l’angelo.
Un altro paio di ali si muovevano, armoniche, avvolgendo di tanto in tanto l’intera essenza angelica del serafino e infine un terzo paio spazzava il terreno sollevando nubi di polvere, senza che neanche una delle candide piume alari si piegasse o sminuisse il fascino mistico di quella creatura.
Castiel rimase incantato da quella visione, fissando inebetito quegli occhi verdi ed ipnotici, quella figura così perfetta da farlo sembrare al confronto un insulto all’intera razza angelica; sentì qualcosa che doveva somigliare molto al cuore iniziare a dolere e contrarsi, incapace di contenere tutte quelle emozioni nuove e potenti, e all’improvviso comprese che tutto ciò che era stato scritto su di loro non sarebbe mai bastato a racchiudere tutto quello splendore e quella gloria: non c’erano parole per farlo.
Raphael e Michael incutevano timore, rispetto, paura, Yeiayel trasmetteva solo un senso di pura pace, che lo avvolse e lo strinse in un lento abbraccio fino a quando non si calmò;

- Sono un angelo caduto, ma ho ancora tutti i miei poteri,  andatevene da qui, non ho intenzione di farvi del male- la voce grave del serafino fece vibrare l’aria e tremare la terra; l’angelo era così perso nel contemplarla che si accorse troppo tardi del cerchio di fuoco sacro che i due arcangeli avevano disegnato intorno al serafino, intrappolandolo.

- NO!!!- gridò slanciandosi nella sua direzione, Michael lo spedì a terra con forza inaudita, mentre la sua Grazia vibrava per il dolore, un dolore  dell’essere che lo spiazzò e lo confuse.

- Se vuoi uscire di lì ti conviene seguirci, altrimenti puoi dire addio al tuo angioletto- Yeiayel brillava di puro odio mentre Raphael puntava il suo coltello alla gola di Castiel,

- Non sfidare l’ira di un serafino, Michael, potresti pentirtene- ruggì dietro le fiamme chiudendo le ali come per proteggerle dal fuoco,

- Non sei nelle condizioni di dettare ordini- le ribadì l’arcangelo, il coltello si macchio del sangue del tramite angelico di Castiel e la vera essenza del messaggero ribelle gridò di dolore.

- Lasciatelo in pace!- ruggì di nuovo il serafino,

-  Dipende da te- continuò Michael, mentre la terra iniziava a vibrare. Le ali del serafino brillarono di una luce sinistra e si spalancarono giungendo oltre le fiamme, che si spensero all’istante come candeline su una torta; gli arcangeli vennero sbattuti con violenza più lontano, mentre la creatura avanzava verso di loro brandendo un coltello, negli occhi solo odio e sete di vendetta.

Castiel alzò lo sguardo, capendo l’epilogo che avrebbe avuto l’intera vicenda se non fosse intervenuto, sentiva la paura degli arcangeli e provava anche lui paura per la potenza immensa di quell’essere; ma lo aveva salvato e questo era sufficiente a fargli credere che fosse rimasto qualcosa di buono in lui, qualcosa che non fosse solo rabbia e frustrazione.

- Yeiayel, non farlo, non macchiarti di questa colpa, non distruggere quello che nostro Padre creò per te- la mano del serafino si fermò a mezz’aria e in un attimo tutti gli sguardi furono su di lui; perdendosi in quegli abissi di smeraldo gravi e contriti per un istante temette che non gli avrebbe dato ascolto, e invece il serafino abbassò l’arma e con un solo colpo d’ali spedì in chissà quale posto i due arcangeli.

Decisamente non tutto era perduto.

Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino alla fine e rinnovo l'invito a commentare qualora ne aveste voglia. Mi farebbe davvero molto piacere ricevere le vostre opinioni. Un bacio e al prossimo capitolo!
  
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