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Autore: Fior di Luna    12/11/2005    3 recensioni
Si narra che, in quello che era il Giappone Medievale, esistesse una spada leggendaria chiamata Ryuuza. Questa spada aveva la facoltà di rendere chiunque la impugnasse invincibile. Ma in cambio un siffatto potere, esigeva un prezzo altissimo.
Nonostante ciò empi uomini e scellerati demoni la bramavano.
Fino a che...
N.d.A.:modificato
Genere: Romantico, Avventura, Mistero, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il lupo e la fanciulla I
Il Lupo e la Fanciulla

Capitolo II ~ Sui Demoni


Anche senza l'aiuto della luna Yotenmaru, così egli aveva detto di chiamarsi, sembrava sapere perfettamente dove si dirigeva e proseguiva con passo sostenuto, al punto che Hanako era costretta ad appoggiarsi a lui più di quanto la convenienza permettesse.
Sotto la seta spessa del suo No-Haori
[1] ella sentiva i forti muscoli dell'avambraccio tipici degli uomini dediti all'arte della spada. Aveva fornito prova di essere un uomo valoroso, disperdendo con la sola Katana l'intero gruppo di briganti, ma era così bizzarro: diverso da chiunque avesse mai incontrato prima.
Questo la inquietava.
La fanciulla rabbrividì, non solo per via del vento gelido che ripuliva la notte e le agitava bruscamente i lunghi capelli scuri legati bassi sulla schiena. La lunga chioma di Yotenmaru scintillava scomposta, era di una sfumatura insolitamente pallida per la sua gente, forse solo quei barbari arrivati dal continente, possedevano capigliature di un simile colore.
Hanako rimase molto meravigliata quando, da bambina, vide per la prima volta la delegazione di stranieri venuti ad offrire allo Shōgun, suo padre, le loro esotiche mercanzie tra cui quelle armi rumorose chiamate "fucili".
Nelle leggende che le avevano narrato solo i demoni avevano occhi e capelli di tinta anormale, ma ella sapeva che erano solo vecchie storie e non avrebbe mai immaginato che, in nazioni così lontane situate addirittura oltre il grande impero cinese, potessero esistere esseri umani così: alti, barbuti e con i capelli color dell'erba secca e gli occhi come pezzi di cielo. Tuttavia subito dopo la partenza dei forestieri suo padre aveva ordinato ai servi di spargere sale nelle stanze e nel cortile del palazzo.

Tutto era tornato calmo attorno a lei, così silenzioso che Hanako riusciva a distinguere perfettamente lo scricchiolio delle foglie secche sotto i suoi piedi, ma il suono dei passi del suo accompagnatore le giungeva attutito come se una fiera le camminasse accanto.
Proseguirono a lungo senza proferire parola. "Dove mi state conducendo?" domandò improvvisamente la donna spezzando la spessa quiete
"Non molto distante da qui si trova una grotta, è abbastanza asciutta e confortevole, lì potrai riparati per questa notte ."Un gufo garrì appollaiato su un ramo nodoso, i suoi occhi gialli risaltavano nella notte come le lanterne delle sentinelle a guardia del palazzo di suo padre
"Pensavo che, mi stesse conducendo alla Vostra dimora."
"E' troppo distante e poi non sarebbe un luogo sicuro per te."
"Allora Voi non risiedete su queste montagne."
"No"rispose l'uomo con il tono di non voler continuare oltre quella conversazione.
"Però sembrate conoscere bene questi luoghi" continuò Hanako, Il troppo silenzio le era insopportabile.
"Si"
"Ne deduco che transitate spesso in questa landa selvaggia. Non temete belve selvatiche o peggio: demoni?"
Egli fece una lunga pausa prima di rispondere. "Perché dovrei avere, io Yotenmaru, paura dei demoni?" c'era una vena di sarcasmo nella sua voce.
"Si narra che, essi, i demoni siano spiriti bestiali assai potenti ma malvagi e sanguinari. Spesso per prendersi crudelmente gioco degli uomini ne assumono la forma. Sono esseri mostruosi e imprevedibili, dagli occhi rossi come il fuoco, con cui riescono a vedere perfettamente anche nell'oscurità più fitta come se fosse pieno giorno.
Silenzioso egli la strattonò rapido la ragazza prima che potesse accorgersi del ramo che sbarrava loro il passo. .
Camminando erano giunti ad un fiume, nella notte l'acqua sembrava argento fuso che gorgogliava amichevolmente.
Senza dire una parola Yotenmaru, la prese tra le braccia, sollevandola come se fosse stata una bambina.
Ella iniziò a divincolarsi. " Mettetemi giù subito, posso camminare da sola!"
"Aggrappati a me, dobbiamo guadare il fiume e non vorrei che tu ti bagnassi i tuoi graziosi piedini." Sembrava non l'avesse nemmeno udita.
"Lasciatemi!"
Per quanto si agitasse la ragazza non riuscì a divincolarsi, egli aveva una presa vigorosa. A metà del fiume la corrente si fece più forte e il livello dell'acqua si alzò di colpo, più di una volta rischiarono di scivolare a causa dell'irrequietezza di Hanako. Spazientito il demone se la caricò sulle spalle come se fosse stata un sacco di riso.
"Finiscila di agitarti stupida o ti lascio qui!" ringhiò. L'acqua era cupa e minacciosa, spumeggiava e gorgogliava intorno alle rocce del fondo formando turbini e mulinelli.
Seccata Hanako s'immobilizzò. Agitandosi i numerosi spuntoni metallici della corazza le premevano dolorosi sul ventre. Finalmente riuscirono a guadare il fiume, ma egli non volle mollare la presa, perché mancava poco alla loro meta e il terreno si era fatto più accidentato, almeno questo era questo quello che sosteneva lui. Il mucchiare delle belve era ricominciato ma adesso era sinistramente più vicino.
"Non tutti i demoni sono assetati di sangue, la maggior parte di loro non si interessa minimamente alle vicende degli esseri umani, che considerano esseri inferiori di poco superiori agli animali." Yotenmaru riprese la conversazione.
"Per favore mettetemi giù" chiese affaticata la donna "Io non sono una lepre presa al laccio" ad ogni passo di lui, la schiena le doleva sempre di più per il sobbalzo e i duri spuntoni acuminati le si conficcavano nel ventre."Questa posizione non è molto confortevole." Aggiunse ella con un filo di voce. Sbuffando egli la rimise a terra ma le afferrò strettamente per un braccio, trascinandola per il pendio scosceso.
"Come fate a conoscere così bene i demoni? Ne avete forse incontrati?" La risposta alla sua domanda fu solo una franca e calda risata.
"Lasciatemi subito!" ordinò Hanako irritata, aveva colto un vena beffarda in quello scoppio di risa..
"Ai vostri ordini Hanako del casato dei Takeda, siamo arrivati. Questa notte potrete dormire sonni tranquilli io farò la guardia." Di fronte a lei, seminascosta dalla vegetazione, c'era una bassa grotta.

La foresta appariva come un oceano verde cupo sotto la volta stellata che iniziava a rannuvolarsi, molto presto avrebbe piovuto. Dal punto in cui si trovava sulla montagna brulla, il demone aveva un ampia panoramica di tutta la valle. Anche se appena percettibile egli aveva ancora addosso l'aroma della femmina che in quel momento dormiva in un'angusta grotta sotto di lui.
L'incontro di quella notte era stato un inaspettato colpo di fortuna, ma Yotenmaru avrebbe dovuto astutamente conquistarsi la fiducia della donna. Solo così avrebbe potuto sfruttare pienamente la situazione a suo vantaggio. Tuttavia avrebbe dovuto stare in guardia, attento a non ripetere lo stesso errore commesso da quel sentimentale di suo padre che, per un solo attimo di debolezza aveva trovato la morte, trascinando con se nel disonore tutto il clan.
In ogni caso prima di pianificare qualsiasi mossa doveva saperne di più su quella donna, su quella bella donna che profumava lievemente di loto come un entità celeste.
Un altro ululato esplose nella valle, segnale che il branco era vicino. Né quell' l'infida carogna di Meiunsei né il consiglio non avrebbero saputo nulla di Hanako. Solo lui, Yotenmaru avrebbe raccolto i frutti della sua fortuna e riabilitato l'onore del suo clan come aveva giurato.
Dal cielo scuro, ora iniziavano a cadere le prime gocce di pioggia fredda.
Era il momento di andare.
Un grosso e poderoso lupo, dalla folta e lucente pelliccia argentea, corse giù per il pendio ostentando vigore e agilità, il suo passo elegante e silenzioso non smosse neppure una pietra. Intrepido s'immerse nella notte solo i suoi fulgidi occhi di porpora luccicavano come sangue.




[1] Corto kimono simile ad una giacca

 


Note dell'autrice

  • Per prima cosa vorrei ringraziare tutti i miei cinque recensori. Mi ha fatto molto piacere sapere cosa ne pensarte della mia storia. Vi prego di continuare a recensirmi, ogni critica costruttiva è ben accetta e mi sprona a continuare
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