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Autore: Iurin    29/10/2010    1 recensioni
Oramai è risaputo che presto uscirà nelle nostre sale Potc4, e, nell'attesa, ho scritto questa fanfiction, inventandomi di sana pianta il continuo di Pirati dei Caraibi 3. =)
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Josephina Jonas_: sono contenta di averti divertito!! Spero che questo capitolo possa soddisfarti altrettanto ;) Un bacioneeeeeeeeeeeee

 

La Fonte della Giovinezza

Superammo il corridoio e ci ritrovammo in un’altra sala enorme, sempre con delle fiaccole ardenti attaccate alle pareti; di fronte a noi, proprio dal lato opposto di quella sala, c’era una porta altissimo, ornata con dei grandi ghirigori intagliati lungo tutto l’architrave; questa porta era chiusa, ma avevo comunque un’idea di cosa ci potesse essere dall’altra parte. Andai, anzi, mi precipitai verso quella porta; sarebbe bastato aprirla e avrei sicuramente trovato la fonte! La fonte! Era lì! A due passi! Me lo sentivo nelle vene! Arrivai alla porta e provai ad aprirla, ma era chiusa…mannaggia…mentre stavo lì a contemplare la porta ce non si apriva, sentii una mano sulla mia spalla, e di seguito la voce di Barbosa:
“Non penserai mica di goderti la fonte da solo, vero?”
“Ma certo che no! C’è qualcosa di meglio se non dividere l’immortalità con l’uomo che trovo più odioso al mondo?”
“Beh, sappi che il sentimento è reciproco.”
“Oh, grazie!”
“Di niente!”
Che razza di antipatico…come avevo fatto anni prima ad arruolarlo nelle mia ciurma non lo so. Però, ragionando, effettivamente il suo aiuto poteva anche servirmi…purtroppo.
“Dimmi Hector…hai ancora un po’ di dinamite?”
“Cosa ti fa credere che io ce l’abbia mai avuta?”
“Non credo che tu abbia potuto far esplodere quel muro solo con la forza del pensiero!”
“Hai ragione…sì, ce l’ho. Ma perché?”
“Perché non so se te ne sei accorto, ma questa porta è da buttare giù.”
“Giù? Qua dentro? Ma sei pazzo? Farai crollare tutto!”
“Bazeccole! Non crollerà un bel niente! Allora? Che dici? La vuoi l’immortalità o no?”
Barbossa aveva appena aperto bocca per rispondermi quando sentii la voce di Julia che gridava:
“Jack!!! Oh mio Dio, Jack!!!”
Mi voltai e quello che vidi fu di vera e propria natura fantastica: nonostante fossimo al chiuso si levò un vento abbastanza forte, facendo volare dappertutto i cappelli di tutti quanti; per non rischiare di perdere il mio me lo tenni stretto sulla testa, e la stessa cosa fece Barbossa. Il vento aumentò ancora d’intensità, e io mi recai da Julia. Le chiesi urlando, dato che il rumore del vento a momenti copriva le nostre voci:
“Che succede??”
“Non lo so!!” mi rispose “E’ successo in fretta!! C’è stato una specie di lampo e poi è arrivata questa bufera!!”
All’improvviso, così come era arrivato, il vento cessò…di colpo. Tra di noi ci guardammo tutti negli occhi, aspettandoci chissà che cosa. Ebbene, qualcosa accadde: ci fu un lampo, sicuramente lo stesso che aveva visto Julia, e poi…una risata ci rimbombò nelle orecchie, e dagli angoli di quella sala uscì un denso fumo nero…mettemmo mano alle spade. Quel fumo nero, piano piano, prese forma, una forma umana, e apparvero una decina di persone, completamente nere e per di più incappucciate: avevano delle asce allacciate alla cintura e degli scudi in mano: scudi d’oro, che non s’intonavano per niente col loro abbigliamento; in più al centro di ogni scudo c’era disegnato un lampo. Sembravano dei cavalieri medioevali, solo che erano senza armatura. Subito mi venne in mente chi potessero essere: come diceva la leggenda…quelli erano i guardiani della fonte.
Uno di loro si fece avanti e disse con una voce grave:
“Questo posto è proibito a voi comuni mortali. Andatevene o ne subirete le conseguenze.”
Gibbs mi sussurrò all’orecchio:
“Che ne dici se accettiamo la loro proposta?”
Io non feci nemmeno caso a quello che mi disse il mio primo ufficiale, e allora dissi a quel guardiano che prima aveva parlato:
“Qui voi custodite la fonte della giovinezza, vero?”
“Vero.” E poi aggiunse “ma non per questo potrete assaporarla.”
“Senti, amico.” Feci io “abbiamo fatto non so quante miglia per arrivare fino a qui. Non ne abbiamo il diritto?”
Da quel gruppo usci un altro incappucciato che rispose:
“Persone da posti più remoti dei vostri sono giunte, e come voi una ricompensa hanno voluto. Noi non fummo disposti ad accontentarli, e quelli si ostinarono. Alle loro terre remote non più hanno fatto ritorno.”
Ok, avevo capito l’antifona. Se non ce ne fossimo andati ci avrebbero ammazzato. Beh, sapete che vi dico? Anzi, sapete che diceva Platone? “Rischiare è bello.”
“Loro non avevano Jack Sparrow come capitano.” Dissi loro mettendomi in posizione con la spada tra le mani.
Barbossa si mise al mio fianco e disse:
“E non avevano neanche me.”
Arrivò anche Gibbs:
“E me.”
Poi Julia:
“E me.”
E di seguito il pappagallo:
“E noi!”
Tutti tirarono fuori le loro armi e ci schierammo: eravamo circa 30 contro 10: una passeggiata.
Il guardiano che aveva parlato per la prima volte disse prendendo la sua ascia:
“La vostra decisione è stata presa. E sarà l’ultima che prenderete.”
Ci scagliammo gli uni contro gli altri, e il combattimento iniziò; speravo sul fatto che eravamo in maggioranza, ma questo fattore non sembrava invece spaventare i guardiani, che invece combattevano anche contro tre persone alla volta contemporaneamente, e non davano alcun segno di stanchezza. Io, Gibbs e Julia combattevamo contro due guardiani: evitavamo le loro asce che fendevano l’aria e che ogni tanto rischiavano di sfiorarci la testa; noi invece volevamo trafiggerli con le nostre spade, ma venivano sempre fermati da quegli scudi. Ad un certo punto, però, uno dei due abbassò troppo la guardia e gli infilzai la spada dritta nello stomaco. Lui fece cadere la sua ascia e si guardò la pancia, senza dare il minimo segno di turbamento. Poi alzò la testa e indirizzò il suo sguardo contro di me; alzò la mano e la aprì verso di me. Tutto accadde all’improvviso e velocemente: dal palmo della sua mano uscì un violento raggio color oro che mi colpì al petto, facendomi volare all’indietro e cadere addosso al muro. Perfetto! Avevano pure poteri magici! Alè! Julia lasciò perdere il combattimento e venne verso di me dicendo:
“Jack! Come stai? Ti ha fatto male?”
Io riuscii a tirarmi in piedi e risposi:
“Ci vuole ben altro per mettermi al tappeto.”
E partii di corsa, deciso di vendicarmi per quel ruzzolone; andai addosso a quel guardiano che mi aveva colpito e con una gomitata gli feci cadere lo scudo; dopodiché ripresi la mia spada e gli trafissi direttamente il cuore. Lui come prima si guardò il punto in cui lo avevo colpito, ma poi non alzò la testa, bensì cadde all’indietro, schiena a terra, e dopo un paio di secondi si dissolse nell’aria così come era arrivato.
Ce l’avevo fatta! L’avevo steso! Era bastato colpirlo al cuore! Sììì! Ora sentivo più che mai che la fonte era vicina.
Un uomo accanto a me vide quello che avevo fatto e così ci provò anche lui: lo colpì dritto al cuore, ma stranamente a quello contro cui stava combattendo non successe un bel niente! Infatti di tutta riposta si tolse la spada dal cuore e la infilzò nel cuore di quell’ uomo! Oddio…perché a me il guardiano era morto e a lui no? Stavo per demoralizzarmi, ma alla fine capii: io l’avevo sì trafitto al cuore, ma prima gli avevo fatto cadere lo scudo! Lo scudo! Era quello che li rendeva così invincibili! Mi girai e mi ritrovai Barbossa vicino; subito gli dissi:
“Fagli cadere lo scudo! E poi colpiscilo!”
“Jack! Sono un po’ occupato a cercare di non farmi spaccare in due la testa! Come faccio a togliergli lo scudo?!”
“Tu fallo e basta!”
Mi girai dall’altra parte appena in tempo, perché un altro incappucciato stava per colpirmi con la sua ascia, ma io mi abbassai, e con un colpo di spada gli feci volare via lo scudo; poi lo colpii, e colme il suo compagno questo si dissolse.
Barbossa invece stava combattendo contro due guardiani contemporaneamente, perché proprio quest’ultimi avevano purtroppo ucciso molti uomini, e adesso eravamo circa la metà. Io vidi che Hector era sulla via dello sfinimento e allora mi lanciai contro una dei suoi avversari facendogli appunto cadere a terra la sua difesa, in modo che Hector potesse colpirlo, e infatti così fece.
“Mi devi un favore!” gli dissi e poi cercai Julia con gli occhi; ma quando la trovai rimasi paralizzato: era a terra, con il suo nemico in piedi davanti a lei, che teneva la sua ascia alzata sopra la testa per prepararsi a colpire. Corsi verso di loro…dovevo raggiungerla in tempo! Il guardiano iniziò ad abbassare l’arma, ma io mi slanciai e mi posi tra Julia e lui; prima che potesse colpirmi con un calcio alla mano gliela feci cadere, e mentre lui si riprendeva dalla sorpresa gli tirai le gambe e lo feci cadere per terra; dopodiché con il solito stratagemma feci evaporare anche lui.
Julia affianco a me respirava agitata. La aiutai ad alzarmi, e senza dire nulla lei mi abbracciò;
disse:
“Oddio, Jack, se non ci fossi stato tu sarei…sarei…”
“Shh!” gli feci.
E rimanemmo così, abbracciati. Soltanto il giorno prima in una circostanza del genere le avrei dato un bacio, ma adesso…allora invece di baciarla la strinsi un po’ più forte.
Quando ci staccammo ci guardammo intorno, e con nostra meraviglia tutti i guardiani erano spariti! Avevamo…avevamo vinto! Allora? Allora? Razza di guardiani pappamolle!!! Chi è il comune mortale?! Eh?! Eh?! Non so se l’avete capito ma non stavo più nella pelle!
Subito, in preda all’impazienza andai da Barbossa e gli richiesi la dinamite; stavolta me la diede, visto che anche lui era piuttosto contento dell’esito di quella missione. Andai ad una torcia e la accesi, e la lancia verso la porta, che subito saltò in aria mostrando ai nostri occhi una stanza totalmente bianca, con al centro una fontana da cui zampillava un’acqua impareggiabilmente trasparente.


***

Non riuscivo a credere ai miei occhi…l’immortalità…era lì! Davanti a me! Non riuscivo a smettere di fissare quella fontana incredulo…era troppo bello per essere vero.
“Gibbs, per favore, dammi un pizzicotto.”
“Perché?” mi ripose lui
“Lascia perdere.”
Mi avviai quasi timoroso in quella nuova stanza tutta immacolata di bianco. Tra qualche minuto non avrei mai più dovuto temere la morte. Avevo appena superato i resti della porta che avevamo fatto saltare in aria, quando…
“Aouch!!!” esclamai.
Qualcuno mi aveva tirato i capelli trattenendomi!
“Ti vorrei ricordare, Jack, che dovrei essere io quello che si deve per primo avvalere dei benefici di quell’acqua!”
Indovinate chi era? Già…Barbossa…e chi, se no!
“Non credo proprio, sai?” gli risposi “quella fonte spetta a me!”
“Addirittura tutta la fonte?”
“Esatto!”
“Non sono d’accordo!”
“Non m’interessa!”
Ricominciai a camminare, ma Barbossa mi trattenne di nuovo:
“Di chi era la dinamite che ha fatto saltare questa porta? Eh?”
“E chi allora è stato quello che ha scoperto come sconfiggere quei mostri? Eh?”
“E di chi erano le mappe grazie alle quali hai scoperto che esisteva questa fonte? Eh?”
“Di Sao Feng, ecco di chi!”
“Sì, ma chi le ha prese a Sao Feng? Eh?”
“E per quale motivo le avresti prese se non per venire a salvare me? Eh? Quindi è tutto grazie a me!”
Mi girai di nuovo verso la fonte e Barbossa disse:
“Non sono assolutamente d’accordo!”
E camminando un po’ più velocemente mi passò avanti, allora io gli afferrai la giacca trattenendolo e facendolo cadere seduto per terra, così lo superai, ma lui da terra mi prese le gambe facendomi inciampare, e allora iniziai a strisciare per terra trascinandomi dietro Barbossa che non voleva mollarmi. Alla fine però riuscii comunque a raggiungere quella fontana e attaccandomi con le mani al bordo cercai di tirarmi su, nonostante tutto il peso che avevo attaccato dietro.
C’è da precisare, però, che trovandomi a quell’altezza notai una piccola iscrizione che altrimenti non avrei visto e dissi:
“Ehi! Qui c’è scritto qualcosa!”
Barbossa finalmente, spinto dalla curiosità mi lasciò le gambe e venne a vedere.
“Cos’è?” disse, e io lessi:
“solo i puri di cuore potranno attingere alla fonte.”
“Bene, siamo fregati!”esclamò Hector
“Oh, senti, parla per te!” gli dissi.
Ci alzammo in piedi e Barbossa fece:
“Non sei certo puro di cuore, no?”
“più di te sicuramente!”
“Ma sentitelo!”
“Ma sentitelo!” ripetei facendogli il verso
A quel punto però Pintel venne da noi e disse:
“Ehm…Capitan Sparrow…”
Barbossa lo guardò male.
“Cioè…Capitan Barbossa…”
Allora lo guardai male io…
“Ehm…Capitani! Io suggerirei una cosa…facciamo prendere l’acqua dalla ragazza!”
Da Julia? Giusto! Perché non ci ho pensato prima! Fu proprio Julia che però disse:
“Io?! Scusate ma cosa vi fa credere che io sia pura di cuore?”
“Meglio di questo individuo qui lo sei sicuramente!” le dissi indicando Barbossa.
E Barbossa replicò:
“Caso mai meglio di questo esserino che ho qui accanto!”
Si riferiva a me? Sarei io l’esserino? Ah! Mi sa che non si è mai guardato allo specchio…e poi perché mi deve ricopiare le battute?! Oh,giusto…Stiamo parlando di Hector Barbossa! L’uomo troppo stupido per inventarsi delle battute tutte sue!
“Ok, ok…la prendo io questa caspita di acqua!” fece Julia per mettere fine a quel battibecco “però datemi qualcosa in cui metterla, almeno!”
Ah…
Io e Barbossa ci guardammo e poi ci infilammo le mani nelle tasche in cerca di una qualche specie di contenitore…cavolo! Io non avevo niente in tasca, e stessa cosa Barbossa! Che sfiga…poi però Gibbs disse:
“Io ho qui la mia fiaschetta per il rum!”
Ah! Benedetto rum! Poi dicono che è una bevanda deplorevole! Mi scaraventai da Gibbs e lui mi diede la sua fiaschetta…Io la passai subito a Julia, e lei andò davanti alla fonte. Mentre si specchiava in quell’acqua limpida mi disse:
“E se succede qualcosa? Se io non vado bene?”
“Tu vai benissimo, credimi.”
Lei mi prese una mano, mentre l’altra, che teneva la fiaschetta di Gibbs, la affondò chiudendo per un attimo gli occhi, sott’acqua. Stemmo tutti con il fiato sospeso per qualche secondo, ma non accadde niente; Julia stava ancora con la mano lì dentro eppure era tutto tranquillo. Allora lei riempì la fiaschetta e le tirò fuori; poi la richiuse e come se volesse liberarsene me la riconsegnò.
Io la guardavo praticamente in trans e un pensiero mi si insinuò subito nella testa: l’immortalità era nella mia mano.
“Perfetto Jack!”disse Barbossa riportandomi sulla terra “adesso puoi…”
S’interruppe, perché tutto, intorno a noi, iniziò a tremare violentemente!
“Ah!” esclamò Julia “Usciamo da qui, forza!”
Corremmo via attraversando la sala in cui ci eravamo battuti poco prima, e poi il corridoio. Le scosse si erano fatte più forti, ma riuscimmo comunque a raggiungere il varco che aveva fatto Barbossa con la dinamite. Uscimmo tutti fuori, e allontanandoci per non rischiare di venire sommersi dalle pietre vedemmo l’apertura inondarsi di massi.
Tutti quanti erano presi da quello spettacolo, ma io…senza farmi sentire…me la svignai letteralmente. Premetto che non è che li abbandonai lì! Figuriamoci! Il fatto era che ero impaziente…molto impaziente…di tornare a bordo della nave più bella, più veloce, più temuta di tutti i Caraibi! La mia Perla Nera! Corsi via dirigendomi verso il mare, e arrivato alla spiaggia mi guardai intorno e la vidi! Iniziai così di nuovo a filare verso la nave e quando ci fui davanti ci entrai davvero in preda alla felicità: avevo trovato la fonte, l’acqua era nella mia mano, e adesso avevo persino di nuovo la Perla! Non poteva andare meglio! Beh…ecco…se avessi avuto una certa persona accanto a me…magari non in veste di figlia…le cose sarebbero andate anche meglio…però non potevo continuare a piangere sul latte versato, e così mi convinsi che quello che avevo ottenuto era già fantastico di per sé…
Mi diressi al timone e mi ci posizionai come se stessi manovrando la nave in quel preciso momento…
“Yo-oh! Yo-oh! La spada e il corvo in mare…”
Ero lì a fantasticare su tutto quello che avrei compiuto, sul fatto che di lì a poco sarei stato il pirata più famigerato di tutti i tempi, che avrei potuto solcare i mari all’infinito…fino a quando, però, sentii una voce alle mie spalle, che mi fece sussultare…una voce di donna…una voce che conoscevo bene…
Mi voltai lentamente, quasi sperando che si trattasse soltanto di sogno; quando mi fui girato del tutto potei ammirare il sorriso di Calypso.
“Oh, ehm…ciao!” dissi alzando leggermente la mano.
“Jack Sparrow! Quanto tempo!”
“Mai abbastanza per poter ammirarti!”
Che adulatore…
“Ho saputo della tua impresa!”
“Oh, davvero?” E misi la mano in tasca, stringendo tra le mie dita la fiaschetta di Gibbs.
“Certamente!” disse Calypso “non sai che io sono la padrona di tutto ciò che ha a che fare con l’acqua?”
Iniziò a camminare adagio intorno a me.
“Certo che lo so!” risposi “Non so però il perché di questa tua visita.”
“Oh, Jack…te lo dirò. Sai, io capisco perfettamente quanto sia importante per te uno scampo a quella che si chiama morte. Capisco che ci sei già passato una volta e che non vuoi ripassarci.”
“Giustissimo…e quindi?”
“Ci arrivo, Jack, non essere impaziente. Dicevo che so quanto quello che hai trovato sia importante per te, però so anche che tipo di uomo sei e non posso proprio concederti l’immortalità. Ti prego di consegnarmi ciò che hai in tasca.”
Che…che cosa mi stava chiedendo?! Dovevo dargli l’acqua della giovinezza? Ma stiamo scherzando? Dopo quello che ho passato lei viene e mi prega da consegnarle la fiaschetta! Roba da pazzi…
“Credevo di piacerti, Tia…cioè, Calypso.” Dissi
“sì, Jack, ma ero una donna mortale, una donna che non sa controllare le proprie passioni, come tutte le altre.”
Sorrisi.
“Però adesso sono di nuovo me stessa, una dea! E perciò riesco perfettamente a tenere a bada i sentimenti. L’unico uomo che abbia mai amato veramente adesso non c’è più e sinceramente, Jack, adesso non provo assolutamente niente per te.”
Benone! L’unico fattore su cui potevo contare è sfumato!
“Allora, Jack?” disse “Di ho già esposto la mia richiesta e ancora attendo che tu la metta in pratica.”
“Beh, scusa se te lo dico, ma dovrai aspettare in eterno, perché non ho intenzione di darti un bel niente!”
Ecco! Mettiamo le cose in chiaro!
“Jack, te lo richiedo per l’ultima volta.” Tese la mano verso di me e continuò “dammi ciò che è mio.”
“No.”
Lei abbassò la mano e disse seria:
“Va bene. Addio Jack.”
E svanì.
Allora? Tutto là? Oh beh…meglio così! Mamma mia…l’ho scampata bella. Adesso però non era più il momento di pensare a Calypso: il resto della ciurma arrivava.

   
 
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