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Autore: pervertedsquirrel     31/10/2010    2 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Una notte di sbornie, pozioni e palle di neve

Dobby era molto preoccupato per la sua amica.

 

Era rimasta lì per una buona mezz'ora a buttare giù molte bottiglie di whisky incendiario, come un bambino che necessita di latte. Dopo averle consegnato la pozione per la sbornia, era completamente impazzita! Non le aveva chiesto il motivo di tanto intorpidimento per una bevanda così forte, sapendo che avrebbe potuto disturbarla, visto che sembrava assorta nei suoi pensieri. Dobby rimase a guardare come la ragazza svuotava il whisky, bottiglia dopo bottiglia, finché non arrivò quasi a cinque. Avrebbe voluto fermarla, doveva fermarla, ma c'era quella strana sensazione che gli diceva di farle gestire la situazione da sola. Ma promise a se stesso che, se avesse chiesto un'altra bottiglia, avrebbe rifiutato. Un altro po’ di quella roba e sarebbe andata in coma!

 

Amava la sua Hermione, l’adorava quasi quanto Harry Potter. Ma arrivava il momento in cui il suo interesse veniva oscurato dal bisogno di bevande alcoliche. Se pensava correttamente, c’erano solo due persone che potevano farla smettere, senza comprendere se stesso. Il primo era Harry Potter. Era stato così carino e si era preso cura di Hermione, così che Dobby pensò a lui, saltando di gioia. Meritava veri amici, soprattutto considerata la sua educazione. Certo, aveva avuto la meglio con Dobby, ma la battaglia con i suoi signori era più interna. Aveva notato che Harry rivolgeva uno sguardo strano ad Hermione, un’occhiata di grande rispetto. Forse era questo il motivo per il quale non aveva voluto rivelargli la situazione precedente? Non voleva perdere la fiducia di Harry? Beh, era quello o il fatto che gli piaceva, gli piaceva e basta.

 

No, pensò dentro di sè, alla signorina Hermione non è mai piaciuto nessuno a parte Dobby e forse-

 

La porta della cucina cominciò ad aprirsi e Dobby smise subito di pensare. Si voltò verso Hermione che vide l’ingresso con uno sguardo di panico. Rapidamente sparì dietro uno dei banchi, nascondendosi. "Dobby, per favore, non dire a nessuno che sono-hic-qui!”

 

L'elfo domestico annuì e lei si rannicchiò dietro il piccolo banco. Doveva davvero regalargli tutte le calze che aveva per quanto stava facendo per lei, quel giorno. Avrebbe fatto meglio ad andarle a comprare, però. Se l’avesse ricordato, avrebbe dovuto cercare un bel paio di calze colorate nel suo baule, prima di-ahem-della sua missione. Erano accattivanti e non poté non pensare di averne preso alcune da tutte le case che aveva visitato. Era una cosa abbastanza rozza, ma non le importava, erano solo calze.

 

Sentì un debole suono di passi e s’irrigidì, cercando di fare del suo meglio per non emettere alcun suono. Era abbastanza difficile, data l’incasinata situazione in cui si trovava. In realtà, era un miracolo avere voce in capitolo su tutte le azioni. L'unica cosa che le faceva capire di essere ubriaca, era il passaggio sfocato delle linee che le offuscavano gli occhi ogni minuto.

"Ciao Dobby" disse una voce maschile.

 

Conosceva quella voce ... conosceva quella voce. Ma chi era? Accidenti, ovviamente il whisky incendiario aveva scelto di interferire in quel momento. Avrebbe fatto bene ad uscire dal nascondiglio? La sua mente le disse di stare ferma, mentre un'altra parte di sé le diceva di buttare dell’acqua sulla fuliggine ...

 

La voce di Dobby si ridusse a un borbottio ed Hermione non poté capire con chi stesse parlando. Maledisse le sue orecchie e cercò di appoggiarsi a un angolo del bancone in modo da poter ascoltare la conversazione in modo più chiaro. "No, Dobby, non sarà necessario" disse lo straniero. Hermione si chinò un po' più a fondo, così da poter vedere le gambe che appartenevano alla voce. "Stavo cercando qualcosa da portare al ..."

 

Hermione non aveva capito di essersi avvicinata sempre più alla conversazione. Così fu uno shock quando il suo corpo perse equilibrio e crollò sul pavimento di pietra, rivelandola allo straniero e a Dobby. Le girava la testa e gemette, non capendo ciò che stava succedendo. L'unica cosa di cui era a conoscenza era il fatto che nessuno parlava, e dopo averlo capito, iniziò a farsi prendere dal panico.

 

"Bene, bene, bene, che cosa abbiamo qui?"

 

La condiscendente voce era un guasto dato di fatto. Si voltò a guardare lo sguardo grigio e penetrante e trattenne un altro gemito. "Ciao-hic-Draco".

Lo vide aggrottare leggermente le sopracciglia, "Sei ubriaca, vero?"


Lei strinse gli occhi, soprattutto perché la sua visione stava sfocando di nuovo. "Che cosa ti dà-hic-quest’-hic-impressione?"


L’altro alzò le sopracciglia, "Mia, che è successo?"


Decise fosse giunto il momento di cominciare ad alzarsi. Appoggiandosi sui gomiti sollevò il proprio corpo in ginocchio, afferrando la parte superiore del bancone per fare leva sulle piccole e poco robuste gambe. Scivolò un po', ma riuscì a controllarsi prima di cadere di nuovo a terra. "Non voglio-hic-parlarne."

 

Lo vide fare una faccia strana: aprì la bocca per dire qualche altra cosa, ma lei perse l'equilibrio una seconda volta e sentii il suo braccio diventare di gomma. Fortunatamente per lei, Draco aveva riflessi veloci e l’afferrò per la vita. Hermione emise un silenzioso brontolio di protesta mentre la prendeva per cullarla tra le braccia. Poteva controllarsi, graziemille! Ma quando vide che la stanza cominciava a girare, tutti i pensieri di protesta iniziarono a scivolare via.

"Ti porto nella sala comune, va bene?" disse dolcemente.

Hermione annuì con la testa, ma si accorse che non era una buona idea, quando la stanza cominciò a rigirare. Capendo di dover rimanere ferma, lasciò che il suo corpo si rilassasse tra le braccia di Draco e sentì Dobby dirle un vago arrivederci mentre chiudeva gli occhi, grata che la cosa aiutasse le vertigini.

L'unica cosa di cui era consapevole era lo stato del suo corpo, che si muoveva leggermente su e giù insieme ai passi di Draco. Iniziò ad abituarsi alla circostanza e sentii che il suo corpo iniziava ad andare alla deriva, in uno stato di sonnolenza. Stanca, era molto, molto stanca. Proprio quando la sua mente cominciò a scivolare nell’incoscienza, Draco si fermò. Hermione si spostò leggermente. Non potevano già essere arrivati, erano passati solo pochi minuti- o almeno, era ciò che sentiva. Hermione si sforzò di aprire gli occhi per scoprire di dover guardare la parete di un corridoio, e non il corridoio che era vicino alla sua sala comune.

Aprì la bocca per chiedere cosa ci fosse di sbagliato, quando sentì dei passi provenienti dall’altro lato del corridoio. Hermione rimase tranquilla e guardò Draco, che sembrava stesse pensando a qualcosa. E dato che lo conosceva, capì che il risultato finale non sarebbe stato piacevole. Poi, dopo aver dato prova che i suoi sospetti erano corretti, vide il muro che si muoveva verso il basso e la sensazione del rigido pavimento che entrava in contatto con la schiena.

 

Draco si chinò con sguardo doloroso: "Mi ringrazierai per questo. Mi dispiace."

 

Non riusciva a registrare interamente quelle parole, ma prima di poterglielo chiedere, era sparito. Hermione lasciò che la sua mente ragionasse per un attimo, grata di poter ancora pensare. Gli altri sensi si erano spenti, e cercò di sfruttare l’ultimo che le era rimasto. Il finale non era stato piacevole. L'aveva lasciata lì da sola nel corridoio! Che bastardo! Quando lo trovo, rimpiangerà di essere nato, quel viscido serpente! Se si avvicina di nuovo a me, so come-

"Hermione?"

Si sorprese che qualcuno conoscesse il suo nome. La voce era confusa e lei dovette ricorrere ad aprire di nuovo gli occhi per vedere una faccia sbavata, che la guardava. Da quello che poté capire, egli aveva i capelli scuri e ... e occhi molto colorati. Lo conosceva! Ma chi era, dannazione? Gemette mentre cercava di pensare al nome. Rimava con ... Berry ...Carrie..

 

"Che cosa ti è successo?" la voce in questione parlò di nuovo.

La preoccupazione sparì mentre sentiva una torsione dello stomaco, "Harry?"

Lo vide annuire quando il suo volto fu riconoscibile. Come poteva non ricordarsi di Harry? "Sì ... e se posso chiedertelo ... che ci fai sdraiata nel bel mezzo di un corridoio vuoto? Non ti sei ferita o altro, vero?"

Hermione scosse la testa, "No-hic-no."

Vide il volto di Harry rilassarsi, ma poi ritornare nuovamente ad uno preoccupato, quando si lasciò sfuggire un altro singhiozzo. "Sei ubriaca?"


Per qualche motivo, trovò la cosa molto divertente e ridacchiò. "Sìììììììì"


"Hermione, perché l’hai-, non importa. Ti porto alla Torre di Grifondoro, ok?"


"Okie dokie artachokie!" Sentì nuovamente di essere sollevata e si lasciò sfuggire un "Weeeeee!"

 

Harry sospirò cominciando a percorrere le poche rampe di scale che conducevano alla sala comune. Hermione continuava a dimenarsi tra le sue braccia ed Harry fece del suo meglio per non farla cadere. Era sceso in cucina per prendere delle bibite per la festa della vittoria e invece aveva trovato un Hermione un po’ brilla. Ron l’avrebbe ucciso, per non parlare del resto della torre, che contava su di lui per le bibite. Ma, pensò alla leggera, credo che Hermione abbia bevuto a sufficienza per tutti noi.

 

Arrivati alla torre, pronunciò la password e ignorò lo sguardo sprezzante della Signora Grassa. Hermione sentì un forte trambusto quando entrarono nel buco del ritratto e chiese: "C'è una festaaa? Amo tanto le feste!"

 

"Niente festa per te, Hermione. Andrai subito a letto." Ma fu allora che si rese conto di non poter portare Hermione a letto, e non voleva disturbare Ginny. Ragionando, si fece strada attraverso la sala affollata e si diresse verso le scale che portavano al dormitorio dei ragazzi.

 

"Ehi Harry, dove stai and-che è successo ad Hermione?" disse Ron in piedi sul divano. Harry scelse di ignorarlo e salì fino a raggiungere le scale. Ma prima che potesse iniziare a risalirle, Ginny spuntò davanti a lui con un gran sorriso sul volto.

 

"Hey Harry!" Guardò poi il fagotto tra le sue braccia e il suo sorriso sbiadì, sostituito da uno sguardo di preoccupazione. "Oh Merlino, cosa le è successo?"

"Niente!" disse Harry in fretta.


Hermione inclinò la testa e sorrise, quando vide che la sua amica la fissava. "Cia-oa G'nny, come butta stasera?"


Ginny spalancò gli occhi e guardò Harry con sguardo preoccupato, "E’
ubriaca?

"Shh, è un segreto!" Disse Hermione, ridacchiando mentre metteva un dito sulle labbra.


"Cosa-come hai ... quando... cosa è
successo?" chiese Ginny più che confusa.

 

Harry si guardò intorno per un attimo prima di rispondere in tono sommesso, "L’ho trovata da sola nel corridoio al secondo piano, distesa per terra. ... Non sapevo cosa fare e così l’ho portata qui."

Ginny narrowed her brow, "Are you sure? I could just—"

Ginny sembrò per un attimo sconcertata prima di mostrare uno sguardo di simpatia, "Oh poverina ... vuoi che la faccia levitare al suo dormitorio?"

"No, va tutto bene, la stavo portando fino al mio ... è più privato, sai? Non credo che vorrebbe che le ragazze le facessero delle domande domattina." spiegò debolmente.


Ginny strinse le sopracciglia, "Sei sicuro?
Io potrei-"

"Sì, ne sono certo, Gin. Torno subito." Disse con un piccolo sorriso. Non attese la sua risposta e continuò a salire le scale, evitando lo sguardo acido che gli mandava mentre fissava lui e la ragazza tra le sue braccia.

 

Raggiunse il settimo piano del dormitorio, e non si sorprese di trovarlo vuoto. Harry si diresse verso il suo baldacchino e la mise giù dolcemente. Le sue braccia erano liberamente avvolte intorno a lei mentre la posava sulle morbide trapunte. Le rimosse e Hermione rabbrividì quando le sfiorarono i fianchi. Si coprì per il freddo e lo guardò con occhi lucidi. “Come è-hic-finita la festa?"

 

"E' umm ... finita, sei stata così spassosa che tutti si sono ritirati stanchi." Cercò di dire.

Lei ridacchiò e sospirò di nuovo sollevata, "Peccato, è cosìììì triste. Ma va bene ... perché io ho ...", alzò un dito per toccare leggermente il suo naso,"te a tenermi compagnia."


“Uhh, in realtà stavo per tornare alla ...", egli si spense, quando Hermione gonfiò il labbro inferiore e scosse la testa. "... festa?"

"Non voglio che tu vada" disse piano, "voglio che resti qui!"

 

Harry aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo zittì tirandolo per il colletto e costringendolo a giacere accanto a lei. La fissò con la bocca aperta. Poté sentire il caldo alito sulla faccia, e si ritrasse quando colse il profumo di whisky incendiario. "Hermione io ... devo tornare alla festa."

 

"Perché?" chiese lei, regalando al tono un piccolo gemito.

 

"Perché ..." lei si chinò in avanti ed Harry perse il respiro, "Perché io ..." Era appena un centimetro di distanza, e sentì che i suoi occhi cominciavano a chiudersi in anticipo. Quando non sentì altro che l’aria dalle labbra, i suoi occhi scoprirono che Hermione giaceva inconscia accanto a lui.

Un cinguettio si sentì al di fuori delle finestre ed Hermione gemette per gli alti rumori. Dannati uccelli!

Lasciò che i suoi occhi si aprissero e si chiudessero immediatamente a causa del bruciore del sole. Dei, come odiava i postumi di sbornia! L'unica parte buona del bere era quella che non riuscivi a ricordare, e la parte che si riesce a ricordare è la più dolorosa. L'ultima cosa che ricordava era un corridoio con ... Draco. Sì, ecco. Draco l’aveva trovata in cucina e l’aveva portata al suo dormitorio. Sapeva essere un tesoro, a volte. Ma, naturalmente, il suo essere una testa di cazzo metteva in ombra quella qualità la maggior parte delle volte.

Hermione ricordò che Dobby le aveva dato una pozione per la sbornia e la cercò nella tasca per afferrarla. Tuttavia, quando cercò in tutto il piccolo sacchetto, non trovò nulla, a parte una tasca vuota. Spalancò gli occhi mentre cercava la pozione nelle tasche rimanenti e cominciò a farsi prendere dal panico. Non riusciva a trovarla! Hermione storse il collo freneticamente, controllando per tutto il dormitorio. Sul comodino accanto al letto trovò un piccolo pezzo di pergamena e lo raccolse.

 

Trascrizione fonetica

 

 

Diceva: Hermione, ho trovato questo sul letto prima che me ne andassi; penso potresti averne bisogno. -Harry

Hermione pose giù la nota per vedere il flaconcino di pozione per la sbornia sulla scrivania. Ma prima che potesse rimanerne sollevata, rilesse la nota. Prima che me ne andassi ... ma questo significava che ...
OH MIO DIO, SONO ANDATA A LETTO CON HARRY?

 

Automaticamente afferrò i vestiti e trovandoli altamente stropicciati lasciò che il panico prendesse il totale sopravvento delle sue capacità. Come aveva potuto farlo? Ma nemmeno le-okay, le piaceva, ma non era questo il punto! Era andata a letto con il suo ami-il suo obiettivo! Oh Merlino, cosa avrebbe fatto adesso? Aveva sabotato con una sola mano la sua missione!

 

Hermione sentì scricchiolare la porta e si distese sul letto, fingendo di dormire. Si avvicinarono dei passi e lei rimise la pozione sul comodino, cercando di stare ferma. I passi si fermarono proprio davanti a lei che sentì un leggero sussurro, "Hermione, non sei ancora sveglia?"

 

Permise ai suoi occhi di aprirsi leggermente e di mettere a fuoco il viso di Harry. Il cuore le balzò in gola, quando lo vide sorriderle. Si appoggiò sui gomiti e lo guardò, non sapendo cosa dire. Per fortuna, lui parlò di nuovo, "Hai intenzione di berla?" Fece cenno alla pozione e lei annuì intorpidita.

 

Le pozioni antisbornia erano davvero un miracolo. Il liquido dolce le scivolò giù per la gola e sospirò sentendo dissipare i sintomi. Ritornando ad Harry, le sue inibizioni svanirono mentre apriva la bocca per dire con voce roca, "Mi dispiace per ieri sera."

 

"E’ tutto apposto, tutti compiamo degli sbagli." disse, guardandola con un lustro strano negli occhi.

"Sbagli ... giusto ..." borbottò Hermione. "Non ricordo molto"


Harry annuì, "Sospettavo pure questo."


"Cos’è successo?" chiese con voce tremante, senza sapere se voleva sentire o no la risposta.


Prese un posto sul letto e cominciò a spiegare: "Ti ho trovato nel corridoio al secondo piano, eri bevuta, e così ti ho portato al mio dormitorio".

Hermione si guardò intorno per scoprire che aveva ragione, quello non era il suo dormitorio. Rimase perplessa per un attimo prima di riacquistare il controllo di se stessa e chiedere ciò che la rendeva così ansiosa: "Vuoi dire che non è successo nient’altro dopo?"

Trascrizione fonetica

 

 

 

 

Harry scosse la testa, "Non proprio, no."


Hermione respirò sollevata. Non era andata a letto con lui! Il suo corpo si accasciò contro le coperte e si rilassò. Harry notò il suo atteggiamento e sorrise. Lo vide con la coda dell'occhio e si voltò a guardarlo, "Cosa?"

 

"Beh, mi stavo chiedendo se ti sentivi abbastanza in forma per uscire fuori?" chiese innocentemente.

Hermione ridusse le sopracciglia: "Perché?"


L’altro si strinse nelle spalle, "Nessun motivo, è la prima neve dell'anno e volevo che la vedessi ..."


"N-neve?" chiese con voce tremante. Gettò via le coperte e si arrampicò sulla finestra, vedendo le coperte di polvere bianca che copriva il terreno. Sangue freddo le scorse per le vene e si voltò di nuovo verso Harry, che stava ridendo di lei. "Pensi che sia divertente?"

 

“Sì, abbastanza”

 

Hermione prese un cuscino dietro di lui e glielo tirò in testa. Harry si lasciò sfuggire un sonoro "Oomph", quando si scontrò con il suo cranio, e la guardò incredulo. Sorrise appena e inclinò la testa di lato, avvertendola.

 

Si alzò e la fronteggiò, dominandola in pochi centimetri di altezza. "Prendi il cappotto, andiamo fuori."

Hermione alzò un sopracciglio, "Fallo tu"


"D’accordo" Harry alzò bacchetta che aveva nelle mano e la fece scattare in aria. Hermione lo guardò stranamente prima che un cappotto volasse nelle sue mani, il
suo cappotto.


Hermione lo guardò a bocca aperta: "Come hai fatto ..."

"Shh" disse, mettendo un dito sulle labbra: "E' un segreto."


Qualcosa in quella frase colpì un nervo scoperto, quasi come se fosse stata lei a dirlo, altre volte. Hermione bandì immediatamente quel pensiero. Non avrebbe mai detto una cosa così ... così infantile! Era troppo occupata a pensare al motivo per cui quella frase le aveva provocato una reazione simile, che quando sentì la giacca sulle spalle, si ritrasse. Allungò il collo e vide Harry che glielo adagiava sulle spalle, prima di allontanarsi e fronteggiarla nuovamente. Lei fece scivolare le braccia all’interno e sorrise, accennando a un movimento con la mano.

 

Hermione si schiarì rumorosamente la gola e lo seguì, non sapendo il perché. Sapeva dove la stava conducendo, quindi perché lo stava ancora seguendo? La neve era gelida, e non aveva un abbigliamento adeguato, a parte il cappotto. Rischiava di prendere un raffreddore, o peggio, una polmonite!

 

Harry parve accorgersi della sua esitazione e si voltò per afferrare la sua mano. L'attrito fu immediato, percorrendola dalle dita fino ai piedi, la familiare sensazione di un colpo di fulmine che le risvegliò i sensi. Harry rimase insensibile a quella reazione, mentre la conduceva velocemente verso la sala d'ingresso. Qualcuno avrebbe pensato che fossero in ritardo. No, quella stretta era solo stimolante,….vero?

 

Lasciò andare la sua mano e aprì la porta con una spinta, e la brezza fresca colpì Hermione come una tonnellata di cubetti di ghiaccio sul viso. Lei rabbrividì e fece un passo indietro, cercando di non correre dentro. Harry sorrise beffardo mentre le afferrava ancora una volta la mano, e la conduceva dove il calore di Hogwarts non poteva raggiungerla. "Ma non è giusto!" gridò lei.

 

"La vita non è giusta", rispose brevemente l’altro.

"Me la pagherai per questo Harry ... Harry… non so il tuo secondo nome." Concluse.


L’altro le diede un'occhiata con un piccolo sorriso, "E’ James."


"D’accordo", disse brevemente, "Harry
James Potter, ti pentirai del giorno in cui mi hai costretto ad incontrare la neve."

"Beh almeno non sarò il solo" disse, fermandosi in un punto, vicino al lago nero.


Lasciò andare la sua mano e lei lo fissò confusa, "Che vuoi dire?"

 

Harry sorrise e lei si sentì preoccupata. Qualcosa non andava. Qualcosa stava per accadere. Era in pericolo, poteva sentirlo. Si voltò; cercò di guardarsi intorno, ma la sua visione venne bloccata da una palla di neve che la colpì dritta in faccia. La palla congelata si fuse sul suo viso sciogliendosi e lei rimase a bocca aperta. Asciugandosi dai residui, vide due figure che venivano verso di lei, entrambi con i capelli rosso fiamma.

 

"Cosa vuol dire questo?" strillò contro i tre ragazzi che ridevano.

"Te l’avevamo detto che ti avremo addestrato" disse Ginny semplicemente.


"Ma ... ma ... adesso?" chiese.


"Non c'è niente di meglio del presente" disse Harry, formando un'altra palla di neve nelle mani.


"Non ho idea di come fare una palla di neve, per non parlare del lancio!" esclamò.


"Ecco perché siamo qui" disse Ron con un cenno del capo. "Per farti diventare la migliore combattente di palle di neve che la Tana abbia mai visto!"


“Certo ..." disse Hermione incerta. "Buona fortuna, allora."

 

Harry fece un passo verso di lei, "Hai bisogno di tutto l'aiuto possibile e noi siamo qui per aiutarti. Cosa preferisci: Fare a cazzotti con una dozzina di Weasley per mancanza di esperienza o bagnarti completamente ed essere in grado di battere il record? "

 

"Nessuna delle due, rimarrei in casa e leggerei un buon libro". disse, incrociando le braccia.

Ginny scosse la testa, "Risposta sbagliata, Herms."

 

Hermione gemette e si guardò rapidamente in giro, non proprio sicura di quello che stava cercando. Quando rivolse l’attenzione verso di loro, decise di rinunciare, "D’accordo, D’accordo. Scelgo la seconda."

 

"Eccellente" dissero i tre contemporaneamente.

"Okay,
la cosa è un po' inquietante." Disse Hermione onestamente.

"Ti ci abituerai" disse Ron con certezza.

 

Hermione deglutì e guarò Harry che si avvicinò a lei. Si chinò e raccolse una manciata di neve, collocandola tra le mani nude. Rabbrividì e lo guardò. "Ora, prendila con i palmi delle mani." Le spiegò.

 

Cercò di fare quello che aveva detto, ma si ritrovò a fallire miseramente, schiacciando la neve e buttandola a terra. Ginny ridacchiò e Ron bloccò le labbra per non ridere. Harry sospirò soltanto, "Sarà un lungo pomeriggio."

 

Hermione gli fece un piccolo sorriso di scusa. Harry le diede un altra palla di neve e le disse di riprovare. Non ce la fece né quella volta, né la volta seguente. Ma, al quarto tentativo, riuscì a trasformare la neve in una palla grumosa e rivolse ad Harry un sorriso che ricambiò prontamente.

 

"Ora, voglio che tu punti su Ron." disse.

Hermione lo guardò stranamente, "Vuoi che lo colpisca?"


Lui annuì, "Sì, questa è l'idea. Non ti preoccupare, non si farà niente."


Ron sorrise loro, flettendo i muscoli, "Sono un uomo grande e forte!"
Ascolta

 

Trascrizione fonetica

Tutti risero di lui ed Hermione lanciò la palla di neve, mancandolo solo di pochi pollici. "Dannazione!" maledisse. Fece una seconda palla e provò di nuovo, lanciandogliela dritta in testa. Senza attendere altri consigli, ne fece un altra con rabbia e la gettò su di lui con molta forza. Colpì Ron dritto al petto e sorrise vittoriosa, ansimando leggermente.

 

"Bene, ora sappiamo come risollevarti prima della battaglia." Disse Ginny scherzando.

Hermione accennò un sorriso e si rivolse ad Harry. Lui la guardò con un lampo nei piccoli occhi, "Ti senti pronta per un giro di pratica?"


Hermione ci pensò un momento, "Non so"

 

"Beh da quello che ho visto, hai bisogno di un paio di minuti per immergerti nel gioco, quindi diamoci una mossa, va bene? Saremo divisi in squadre, quindi abbiamo le stesse possibilità di vittoria."


Hermione annuì, felice di non dover dipendere solo da se stessa nell’apprendimento. Ginny corse dalla parte di Harry e ogni sintomo fiducia andò via, formando un cipiglio sulle labbra. Si avvicinò a Ron, cercando di nascondere la sua delusione. Vide Harry e Ginny parlare a bassa voce e il suo sangue cominciò a bollire. Ginny lo fermò con le labbra e lei perse quasi il controllo. Harry si voltò verso di loro, ponendo pigramente la mano intorno alla vita di Ginny, e chiese, “Siete pronti ragazzi."

"Sì" disse Ron a nome di entrambi.

"Oh sì" disse Hermione a denti stretti.

Ron la guardò: "Tutto bene?"

Hermione si voltò con uno sguardo tagliente, "Mai stata meglio

 

Ron la prese come una risposta leggibile e cominciò a formare una palla di neve. Hermione si voltò verso Harry e Ginny e formò decisa altre palle, stringendo la mascella.

"Pronti… partenza… via!"

Hermione lanciò una palla di neve e colpì Ginny in faccia, stando qualche passo dietro di lei. Sorrise e ne lanciò un altra ad Harry, ma lui la schivò facilmente. Si nascose in fretta dietro un albero vicino e raccolse più neve, volendo cogliere il momento più appropriato per spuntare fuori. Guardò da un lato dell’albero e vide Ginny e Ron combattersi a vicenda con le braccia cariche di palle di neve, e la fronte solcata. Dove era Harry? Non appena scartò quel pensiero dalla mente, una palla di neve le finì in testa. Hermione si voltò di scatto e schiacciò la palla che aveva tra le braccia sopra la testa dell’intruso. Egli la guardò ed Hermione vide dei pezzi di smeraldi fissarla. La sua rabbia aumentò pensando alla scena prima della battaglia, con lui e Ginny. Afferrato un altro poco di neve, glielo gettò in faccia e questo strapazzò sulla porzione chiara del terreno.

Sentì Harry seguirla alla stessa velocità. Sapeva di non avere tempo per raccogliere più neve così basò la forza su i suoi piedi, per sicurezza. Purtroppo, dimenticò di contare il fatto che quello era un terreno aperto e il luogo protetto più vicino era il castello.

Hermione sentì delle braccia che si annidavano attorno alla sua vita per cercare di fermarla. Ma vista la velocità, i due finirono a terra. Hermione finì in cima a Harry, che si spostò a disagio. Doveva muoversi per alzarsi quando un idea la colpì. Spostandosi di lato, afferrò una manciata di neve e la spinse sul suo viso, strofinandogliela prima che finisse. Harry la fissò con uno sguardo sgomento mentre lei sorrideva vittoriosa.

 

Ma la sua vittoria fu di breve durata, visto che Harry usò la sua forza per capovolgere entrambi e trovarsi in bilico su di lei, imitando il suo stesso sorrisetto. Lei lo fissò in stato di shock, quando afferrò una manciata di neve e gliela strofinò sul viso. Non seppe perché, ma in quel momento cominciò a ridere. Harry la guardò stranamente prima di ridacchiare un po’. Ma, le loro risate sbiadirono dal momento che entrambi capirono in che posizione si trovavano. Si guardarono l'un l'altro, non sapendo cosa fare, quando sentirono qualcuno schiarirsi la gola. Entrambe le loro teste si voltarono per vedere Ginny che incrociava le braccia e batteva il piede, guardandoli con occhi socchiusi.

 

Entrambi si alzarono goffamente e fronteggiarono l’aria sospetta di Ginny. Lei inclinò la testa di lato e chiese: "Che sta succedendo qui?"

"Stavamo solo giocando, Ginny" spiegò Harry.

Hermione annuì, d’accordo con lui, ma Ginny mantenne quella tensione, "Sì certo, giocando… come anche Ron è un supero genio anoressico."

"HEY!" gridò Ron lontano alcuni metri.

"Ginny, non è successo niente, non stavamo scopando sulla neve!" esclamò Harry, con tono leggermente beffardo.

"Ci eravate molto vicini." Disse Ginny con calore.

Hermione aprì la bocca per parlare, ma Ginny s’infuriò, ed Harry la seguì come un cucciolo perduto, chiamandola per nome come se la sua vita dipendesse da questo. Hermione sentì gli occhi riempirsi di qualcosa… come se dell’acqua si stesse accumulando nelle pupille. Stava per piangere. Non aveva mai pianto prima. Una lacrima o due quando l’emotività prendeva spazio, ma non pensava fosse un pianto. Si asciugò gli occhi prima che qualche lacrima potesse cadere e andò verso la scuola, tirando su col naso. L’aria fresca soffiò sul suo viso e fece piangere ancora una volta i suoi occhi. Ma non li asciugò questa volta, mentre teneva il passo verso il cancello. La sua giornata era sicuramente rovinata.

Diede la colpa alla neve.

Rieccomi, buon Halloween, buona festa dei morti, dei santi, e in qualunque cosa voi crediate :) Herm735, hai super ragione per il discorso della password/parola d'ordine, lo cambio appena posso, grazie mille. La scuola è un massacro, però considerando l'istituto che ho scelto, in un certo senso me lo merito. Spero di non averti fatto aspettare troppo. marco grazie mille, i vostri complimenti mi lasciano senza parole.. spero di poter postare gli altri capitolo così vedrai i primi passi di questa coppia ;) patronustrip credo che l'autrice abbia cambiato la data del compleanno proprio per arricchire la storia. Credo che senza questa specie di regalo l'"amicizia" fra Harry e Hermione non si sarebbe formata :) Ilary95 ti ringrazio, ma come vedi la storia non è mia, ma è una traduzione di una fanfic inglese. Spero vi sia piaciuta. Alla prossima :)

  
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