Il dolore era continuo e sordo, era come se
qualcuno le stesse stringendo lo stomaco in una morsa.
E dire che di partite importanti ne aveva giocate
parecchie.
C’era stato il suo esordio nel campionato
professionisti, c’era stata la partita contro le Holyday Harpies, il suo primo
match importante giocato da titolare, c’erano stati gli scontri di coppa, c’era
stata, appena poche settimane prima, la prima volta in nazionale, e di
conseguenza Ginevra sapeva di non avere motivo di sentirsi così terrorizzata.
Eppure, per la prima volta nella sua vita, avrebbe fatto veramente volentieri a
meno di salire sul suo manico di scopa.
Erano esattamente le 4 e mezza del mattino, e la
cacciatrice era stesa nel suo letto, completamente sveglia. Cinque ore dopo
l’Inghilterra sarebbe scesa in campo per affrontare la Nuova Zelanda, che la
settimana precedente aveva umiliato la Costa d’Avorio con un netto 250 a 20. E
lei, come aveva scoperto solo il pomeriggio precedente con suo sommo stupore,
sarebbe stata parte della squadra.
Erano
appena rientrati nello spogliatoio dopo un’estenuante sessione durata quattro
ore, in cui Boyle li aveva fatti volare come schegge impazzite con l’ordine tassativo
di passarsi la pluffa senza un attimo di sosta. Ginevra aveva tutto il braccio
destro indolenzito e le tremava perfino la mano. Stow, invece, lamentava crampi
al polpaccio, mentre la Lopez studiava con apprensione la sua scopa, che aveva
cominciato a vibrare dopo essere stata colpita da un bolide particolarmente
violento. Erano tutti zuppi di pioggia e infreddoliti, visto l’acquazzone da
incubo che li aveva sopresi mentre erano in volo. Ovviamente il coach gli aveva
ordinato di continuare l’allenamento - "Se domani piove di nuovo non
giocate?! Datevi una mossa!" - e non si erano fermati un attimo.
Boyle
non gli aveva nemmeno dato il tempo di farsi la doccia.
"In
squadra domani ci saranno Malfoy, Phantom, Rochelle, Harley, Stow, Crowley e
Weasley. Alle 8 riunione per gli ultimi dettagli. A domani".
Ginevra
era rimasta letteralmente bloccata, in piedi in mezzo alla stanza, con la bocca
aperta. Mentre tutti gli altri avevano ascoltato i nomi senza battere ciglio,
sia che fossero stati chiamati sia che fossero rimasti fuori, per la
cacciatrice era stato come prendersi un nuovo scroscio di pioggia gelida sulla
testa. Il bello era che nemmeno la Lopez, a cui, di fatto, aveva preso il
posto, sembrava sorpresa: il coach le stava spiegando che l’aveva vista poco in
forma e che, per tanto, era meglio che restasse a terra, e lei stessa gli
confermava che non si sentiva in grado di dare il 100% in quel momento.
La
rossa si era mossa solo quando era stata sorpresa dall’urlo dell’allenatore: "Weasley,
vai a farti la dannata doccia, prima che ti venga un accidente e sia costretto
a cambiare di nuovo la squadra!". Inutile dire che si era fiondata, senza
rivolgere a nessuno la parola, ancora troppo scioccata per riuscire a pensare a
qualcosa di diverso.
4.33.
Cosa fai alle 4.33 del mattino se non hai sonno e hai bisogno di spegnere i
pensieri che vorticano nella testa?
Ginevra schiacchiò la testa dentro al cuscino,
emettendo un mugolio in segno di stizza. Nelle ultime settimane aveva dato
tutto per fare bene in squadra, ma l’aveva fatto per far funzionare gli schemi,
per finalizzare il gioco di tutti: sarebbe stato difficile da credere, ma non
lo aveva fatto pensando alla possibilità di diventare titolare. Si sentiva
ancora l’ultima arrivata, in effetti. Non che le dispiacesse, sia chiaro, però
si sentiva come se, all’improvviso, fosse stata investita di una responsabilità
troppo grande per le sue spalle. Per essere stata smistata tra i Grifondoro,
quanto a coraggio in quel momento faceva parecchia pena.
Si chiese se non dovesse la sua - chiamiamola così
- ‘promozione’ al fatto che negli ultimi tre giorni aveva deciso di
concentrarsi solo ed esclusivamente sul Quidditch. Aveva eliminato le uscite
serali, era sempre stata la prima a presentarsi in campo e l’ultima ad
andarsene, e in certi casi si era fermata a volare ben oltre il tramonto. Quel
che le dispiaceva ammettere era che le motivazioni che l’avevano spinta al
super lavoro erano poco inerenti a pluffe e boccini: più che altro avevano a
che fare con uno splendido paio di occhi grigi, che da quel mercoledì sera sembravano
aver deciso che lei non era degna della loro attenzione.
Malfoy non le aveva più rivolto la parola se non
per necessità, e fondamentalmente l’aveva tratta come se fosse trasparente.
Quasi quasi le erano mancate le sue battutine idiote. Ginevra era rimasta
parecchio stupita del suo nuovo atteggiamento, e, cosa ben più grave, le dava
fastidio. Odiava ancora di più il fatto che lei si lambiccasse il
cervello su questo, e che non riuscisse a ripensare a quando lo aveva avuto a
portata di bacio senza che ogni volta le si infiammassero le guance.
4.35.
Il giorno della partita sembrava non sarebbe
arrivato mai.
*****
"Ecco
che la squadra inglese fa la sua comparsa sul terreno di gioco: in porta
giocherà Phantom, come battitori vedremo ancora Rochelle e Harley, mentre il
trio composto da Crowley, Stow e Weasley farà venire i sudori freddi al
portiere avversario. Da ultimo - e non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo - il
miglior cercatore che l’Inghilterra abbia avuto negli ultimi due secoli: Draco
Malfoy!!" - urla di giubilo del pubblico - "Rispetto
all’ultimo match la vera novità è costituita da Ginevra Weasley, 23 anni, cacciatrice
degli Sneering Jesters, che con il match di oggi fa il suo esordio
in Nazionale in una partita ufficiale. Ma veniamo alla squadra avversaria: a
difendere gli anelli ritroviamo Taylor, oltre 2 metri d’altezza per 121 kg di
peso - letteralmente un muro nei quarti di finale. I battitori sono Wilson e
Thompson, i cacciatori i gemelli Brown e Lisa Walker. A dare del filo da
torcere a Malfoy vedremo invece una leggenda del Quidditch mondiale, Arana
Gordon Smithson, che concluderà la sua carriera da giocatore proprio con questi
Mondiali. Gli Inglesi ovviamente sperano che questa sia la sua ultima partita,
ma per i veri appassionati di Quidditch, beh... Smithson ha fatto la storia di
questo sport negli ultimi 20 anni".
Gli spalti scoppiavano di colori, e grida miste a
cori partivano ogni poco da ogni lato. Era il delirio più totale. Ginevra smise
di ascoltare lo speaker e rivolse la sua piena attenzione all’arbitro, che
stava facendo segno ai giocatori di montare in sella alle scope: un fischio e
via, la semifinale era iniziata.
Era circondata da centinaia, migliaia di persone
che gridavano, i suoi compagni e gli avversari - alcuni dei migliori giocatori
di Quidditch del mondo - le sfrecciavano intorno, e se solo questo pensiero si
fosse fatto strada nella sua mente probabilmente sarebbe rimasta sospesa in
aria per tutta la durata della partita senza muovere un singolo muscolo;
invece, la familiare sensazione del vento sul volto, il rumore che faceva la
pluffa ogni volta che veniva afferrata da qualcuno con una presa secca e la voce
di Crowley che dava indicazioni tattiche, come in allenamento, come se non
fosse un’occasione così speciale, tutto questo bastò a Ginevra per lasciare da
parte ogni paura e cominciare a fare quello che sapeva fare meglio: volare
sulla sua scopa e segnare per la sua squadra. Prima ancora di potersene rendere
conto stava già schizzando via come un fulmine, pronta a ricevere da Stow,
mentre gli anelli si facevano sempre più vicini.
"E’
subito partita alla grande l’Inghilterra, con i tre cacciatori intenti a
scambiarsi la pluffa con passaggi rapidissimi che confondono i Neozelandesi.
Weasley di fronte a Taylor, passa a Stow, Stow finta, e alle spalle arriva
Crowley che afferra la pluffa e segna!!!"
Ginevra fece una capriola a mezz’aria, mentre il
boato del pubblico li avvolgeva. E uno!
*****
Erano passati poco meno di dieci minuti. La Nuova
Zelanda arrancava letteralmente dietro ai ritmi tenuti dai tre cacciatori
inglesi, e nonostante i battitori si stessero slogando le spalle per
disarcionarli con i loro micidiali bolidi la nazionale inglese era in vantaggio
di 40 punti. Ginevra aveva appena segnato la sua terza rete, con una mossa a
sorpresa che le aveva fatto guadagnare un’ovazione da parte del pubblico. Con
la coda dell’occhio guardò Malfoy, fermo a pochi metri da lei a guardarsi
intorno alla ricerca del boccino, ancora ben nascosto. Si stava divertendo, in
effetti, quindi le andava più che bene che la partita continuasse ancora per un
po’.
Si rimise lentamente in movimento, quando sentì uno
strano fruscio in prossimità del suo orecchio sinistro, e si bloccò
all’istante. Con estrema lentezza spostò il volto, per trovarsi di fronte il
boccino sospeso nel nulla, con le sottilissime ali che si dimenavano
magicamente.
"Malfoy...", mormorò. Peccato che nella
bolgia dello stadio il cercatore non potesse sentirla.
"MALFOY!!", gridò, stavolta alzando la
voce. Intanto gli altri avevano cominciato a guardare straniti la cacciatrice,
senza capire... Finché non compresero.
Nell’istante in cui Draco scorse la piccola sfera
luccicante, con terrore Ginevra vide la Walker muovere la mazza in sua
direzione per lanciarle addosso un violentissimo bolide: lo avrebbe potuto
evitare benissimo, ma se si fosse mossa il boccino sarebbe sparito.
Malfoy era vicinissimo, la mano già protesa in
avanti, mentre la sfera dorata fremeva, pronta a riprendere la sua corsa
forsennata...
Un istante dopo, il vuoto.
*****
Prima ancora di aprire gli occhi Ginevra sentì un
dolore lancinate alla testa. Era come se avesse qualcosa piantato dentro, e
aveva la sensazione che se si fosse mossa di un solo millimetro le sarebbe
letteralmente scoppiata.
A poco a poco però cominciò a rendersi conto che
era stesa tra fresche lenzuola, e che intorno c’era un completo silenzio. E la
partita? Aprì gli occhi di scatto.
"Bentornata tra i vivi, Weasley".
La voce di Malfoy fece capolino, acida come il
solito, dalla sua destra. La ragazza poteva scorgere il soffitto di una stanza spoglia,
e non appena provò a ruotare il volto nel suo campo visivo entrarono anche una
quantità impressionante di mazzi di fiori e il suo compagno di squadra, che se
ne stava seduto su una sedia, guardandola con la faccia scura. Una nuova fitta
in testa la fece mugugnare.
"Cos’è successo?", chiese a bassa voce.
"A parte il fatto che ti sei quasi fatta
ammazzare da un bolide?".
"Hai preso il boccino?". Possibile che
quell’idiota avesse da sputarle veleno addosso anche quando se ne stava in un
letto d’ospedale - perché era in un letto di ospedale, a giudicare da quella
specie di camicia da notte che aveva addosso e dalle apparecchiature magiche
che si trovava intorno - dopo aver ricevuto una legnata epica in testa per dargli
modo di vincere la partita?
"Ovvio che sì. E poi ti ho dovuta prendere al
volo per evitare che ti ammazzassi quando sei caduta dalla scopa".
"Siamo in finale?!". Il calore della
felicità le aveva appena invaso il petto. Avevano vinto! La consapevolezza si
era fatta strada tra il mal di testa e l’intontimento, e se solo non fosse
stata più che certa che il dolore l’avrebbe uccisa si sarebbe alzata in piedi
per ballare.
Malfoy sospirò, prima di puntarle contro un altro
dei suoi sguardi assassini. "Sì, ed è un miracolo che tu sia viva per
godertela. Ma che cazzo ti è passato per la testa?!". Nel dirlo le si era
avvicinato, sempre col cipiglio inviperito. "Avevamo appena iniziato la
partita, e stavamo andando alla grande, non c’era la minima fretta di prendere
il boccino..."
"Malfoy..."
"... e se non avessi la prontezza di riflessi
che ho ti saresti spalmata sul campo..."
Ginevra non lo stava praticamente ascoltando.
Vedeva le sue labbra, pallide e sottili, che si muovevano, e quegli occhi grigi
e furiosi così vicini, e aveva un tale casino in testa, e l’unica cosa a cui
riusciva a pensare era che era felice.
"Malfoy", ripetè, con voce più alta.
Il ragazzo interruppe il monologo. "Che c’è?"
"Parli troppo...", mormorò la ragazza. E
prima che l’altro potesse ricominciare a borbottare allungò la mano per
afferrargli il colletto della camicia e lo tirò verso di sé. Baciandolo.
Si staccò un istante dopo: il compagno la fissò
stupito, per un solo attimo.
Poi lo sguardo si fece sornione, e sul suo volto
apparve il solito ghigno.
Lo so che sono passati millenni... chiedo umilmente scusa! Mi è capitato di rileggere la ff dopo molti mesi, e questo capitolo era lì a covare da una vita, pronto solo per la pubblicazione... il problema viene dopo, nel senso che il 9° capitolo è ancor meno che abbozzato. Ma ho deciso di dare un finale a questa storia (sperando che non ci voglia un altro anno :D), quindi, per chi ancora la segue... abbiate fede :)