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Autore: Lord Revan    01/11/2010    3 recensioni
Mentre la battaglia infuria al Grande Tempio, il più potente fra i Cavalieri d'Oro deve fare i conti con i propri tormenti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Virgo Shaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I dubbi di Shaka La quarta ora era appena iniziata.

Tutto il Grande Tempio era in fermento per il patetico tentativo di "invasione" da parte di quattro giovani Cavalieri. Giovani, sì, ma non sprovveduti. Non tutti, almeno. Shaka poteva benissimo avvertire i loro cosmi: due si trovavano all'ingresso della Quarta Casa, presieduta da Deathmask, Cavaliere di Cancer, uno era ancora all'interno della Casa di Gemini mentre l'ultimo - ahilui certamente il più impulsivo - era appena apparso alla settima casa, quella del Cavaliere di Libra, ed ora si stava man mano affievolendo.

Il Grande Tempio era sì in fermento, ma non la Sesta Casa. La calma regnava al suo interno, la calma propria degli Dèi stessi, la calma di cui solo, sulla Terra, Shaka poteva essere latore. Egli si trovava in meditazione al centro dell'edificio, e da quella posizione riusciva a seguire lo scontro che alle Case inferiori già infuriava, ormai da quattro ore.

Ecco, l'impensabile era accaduto ancora: il cosmo del Cavaliere di Gemini non era più alla Terza Casa, e quello del suo avversario la stava lasciando di corsa, per raggiungere i suoi compagni in quella successiva. La meditazione, per un Uomo come Shaka, era qualcosa di più rispetto a ciò che chiunque altro potesse sperimentare. Era un modo per parlare con Buddha, il suo mentore e Dio. Ma era anche un modo per avvicinarsi ulteriormente alla Dea Athena alla quale era consacrato Cavaliere, ed alla quale si diceva fosse già il più prossimo.

Ma da qualche tempo qualcosa di diverso andava accadendo: Egli non riusciva più a parlare con Buddha. Da quando ciò succedeva, Shaka passava molto più tempo in trance, molto più tempo a cercare di stabilire un contatto con l'Illuminato, il cui consiglio Egli anelava. Ma invano, poichè Buddha ignorava il Cavaliere della Vergine e i suoi tormenti.

"Perchè?" - egli si domandava - "Perchè il Cavaliere, l'Uomo più vicino al Divino, fra quelli che insudiciano la Terra calpestandola coi propri empi passi, perchè colui che gli Dèi stessi hanno scelto, ora da essi viene ignorato?" La vicenda turbava il Cavaliere di Virgo, più di quanto non trasparisse dalla sua usuale calma glaciale. Ed ora, ad aggiungersi a questo tormento, ecco arrivarne un altro: l'"invasione". I quattro insignificanti Cavalieri di Bronzo che avevano mosso guerra al Grande Tempio. Problemi di poco conto, che non potevano preoccupare Shaka, sia per la distanza siderale che li separava dal punto di vista spirituale sia per quella, ben più materiale, fisica, e per le cinque Case che si frapponevano fra lui e loro quando tutto era iniziato.

Ma i Cavalieri avevano superato tre Case, e per quanto la Quarta sembrasse destinata ad essere la loro tomba, il Cavaliere di Virgo sapeva che almeno uno dei tre avrebbe superato quell'ostacolo. "Come hanno fatto a passare indenni le prime tre Case dello Zodiaco? Come hanno fatto quattro Cavalieri di basso rango a spingersi tanto lontano? Non vi sono forse altri Cavalieri d'Oro a presidiare le proprie Case? Perchè li hanno fatti passare?", i tormenti non gli davano pace.

Forse per questo motivo Egli aveva inviato due Cavalieri d'Argento suoi discepoli, Agorà del Loto e Shiva del Pavone contro Ikki, il Cavaliere di Phoenix. In verità, fu Arles ad inviare i suoi discepoli, ma dietro suo consiglio, ed essi si muovevano sotto la sua diretta supervisione e protezione. Ora i suoi discepoli erano giunti all'Isola della Regina Nera, e stavano per ingaggiare battaglia contro Ikki. Troppo più forte il Cavaliere della Fenice era rispetto i discepoli della Vergine, così Shaka intervenne in loro aiuto, paralizzando Ikki col proprio cosmo.

L'intervento di Shaka si rivelò prezioso, in quanto i due discepoli erano quasi riusciti a sopraffarre un avversario fuori della loro portata. Ma ecco, un altro fatto inspiegabile accadde. Un altro cosmo, molto potente ma allo stesso tempo calmo e gioioso, disturbò Shaka e ne interruppe la meditazione. Il Cavaliere d'Oro non riconobbe il cosmo che aveva appena sentito, e si affannò a cercarlo, ancora e ancora. Non lo trovò, nè al Grande Tempio, nè all'Isola della Regina Nera, nè altrove. Quando tornò a concentrarsi, Egli vide che i suoi discepoli erano stati sconfitti da Ikki, che ora si dirigeva verso i suoi compagni.

Altri dubbi, altri fatti inspiegabili: "Chi sono questi Cavalieri, per ottenere una protezione in grado di disturbare la Mia meditazione? Chi sono costoro per essere riusciti ad arrivare... sì! Uno di loro è alla Quinta Casa, lo sento! E sta ingaggiando battaglia con Ioria! I due che si è lasciato indietro lo stanno raggiungendo, mentre del cosmo del Cavaliere di Cancer nessuna traccia. Cosa può essere successo?".

Queste riflessioni portarono ad altre, le quali fecero ulteriormente incupire il Guardiano della Sesta Casa: "Perchè? Cosa spinge quattro giovani deboli come loro a tradire la propria Dea e sfidare il proprio Gran Sacerdote? Dove trovano essi la forza per andare avanti, per non cedere, per piegare ostacoli la cui forza è al di là della loro immaginazione?"

"Chi" e "perchè", i grandi dubbi che attanagliavano l'anima dell'Uomo più vicino alla Dea Athena. Ma era tempo, per questi dubbi, di lasciare spazio ad altro. Non vi era più battaglia alla Casa di Leo, e tre cosmi sereni si congedavano da un quarto, altrettanto sereno, per dirigersi verso la Casa di Virgo. Era tempo, per Shaka, di affrontare i propri dubbi e di incontrarli di persona. Egli, che poteva parlare con Buddha, dal quale era stato addestrato. Egli, il mortale più vicino alla Dea Athena, "con la quale solo può rivaleggiare in magnificenza", così parlavano i suoi discepoli. Egli, che dopo aver fedelmente servito per anni il Grande Tempio, ora poteva sentire pesanti ombre zavorrargli l'Anima.
  
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