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Autore: Jerry93    02/11/2010    16 recensioni
Lunga è la via per la redenzione. Sofferenza, dubbi, odio. Gioia, certezze, amore. Hermione e Draco. You and Me.
"Lo Slytherin alzò un sopracciglio. Lei arrossì.
-Posso baciarti?-
Il sorriso che si aprì sulla sua bocca fu il più bello che Hermione avesse mai visto.
Gioioso, gentile, grato.
-Accomodati- le rispose, come ad invitarla ad entrare in una casa in cui, da tempo, aveva lasciato le sue valige.
Soddisfatto, solare, semplice.
Lei si alzò sulle punta dei piedi, così da poter essere alla sua altezza.
Dolce, desideroso, destabilizzato.
Cercò, improvvisamente spaesata, il contatto con le sue mani. Lui gliele fece trovare subito.
Le loro dita si intrecciarono in un nodo indissolubile.
Afrodisiaco, ansioso, attratto.
Hermione si sporse, instabile sul suo appoggio improvvisato.
Posò la sua bocca su quella di lui.
Indeciso, impressionato, innamorato."

[Chapter 12, Abstinence and Satisfy]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Becoming Us'
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Chapter nine, Stay with Me

Indossò il suo cardigan bianco latte e, con un rapido gesto delle mani, liberò i ricci capelli castani rimasti imprigionati sotto la stoffa. La sua fronte era coperta da un’ordinata frangia di capelli lisci, ottenuti dalla ragazza con un abbondante uso della Tricopozione Lisciariccio, di cui era un’assidua utilizzatrice.

Aprì le ante del suo armadio, in cerca di qualche accessorio che potesse scaldarla. Tra le mani, forse per pura casualità o forse guidata dal suo inconscio, si ritrovò una sciarpa nera. Su un’estremità vi era lo stemma della Casa Slytherin. Quella era la sciarpa di Draco.

Nulla più del rombo che preannuncia la saetta in grado di squarciare la volta celeste. Eppure, erano già trascorse tre settimane da quel giorno.

Forse solo un battito d’ali di un angelo caduto. Eppure, molte notti si erano susseguite da quella dichiarazione ed ancora le costava una certa fatica ripensare a quel pomeriggio.

Sapeva quali erano i sentimenti di Draco nei suoi confronti, ma il sapere di averli rubati dalla sua mente, in un momento di improvvisa cecità causata dalla rabbia e dalla bramosia della nemesi, l’aveva illusa.

Fino a quel giorno infatti, si era convinta che tutto quell’affetto e quella preoccupazione che il ragazzo aveva nei suoi confronti fosse qualcosa di irreale.

Alla fine, controvoglia, aveva dovuto ricredersi.

Aveva potuto percepire chiaramente il crescente desiderio di lui nella delicatezza del tocco delle sue mani e nel calore delle sue labbra gentili sulla sua pelle.

E aveva dovuto ammettere a sé stessa che tutto ciò aveva un’unica possibile interpretazione: Draco Malfoy era realmente innamorato di lei.

Ciò, ovviamente, l’aveva portata a molte spiacevoli riflessioni.

La prima fra tutte si concluse con la convinzione che mai loro due avrebbero potuto essere una coppia.

Loro, infatti, erano due opposti inconciliabili: il Bene e il Male, l’Accusatore e l’Offeso, l’Eternamente Dannato e il Santo che ha ottenuto la Beatitudine.

Ora, trascorso il tempo sufficiente per comprendere ciò, Hermione Granger sapeva che le restava solo da stabilire quale fosse il suo ruolo in quel continuo scontro.

Si legò la sciarpa attorno al collo ed uscì dalla sua stanza.

 

***

 

Quella visione l’aveva scossa terribilmente.

Hermione e Malfoy che camminavano vicini, troppo vicini.

Aveva rimuginato a lungo, aveva provato ad immaginare il futuro di quella coppia e, infine, aveva deciso di intervenire.

Hermione doveva diventare una Weasley e, purtroppo, lo sguardo di Malfoy le sembrava un ostacolo tutt’altro che trascurabile.

Quel fesso di suo fratello, dunque, doveva lasciare la Brown e rimettersi con Hermione.

Inoltre, la signora Weasley era stata categorica a riguardo. Lei era la nuora che voleva, non quella sottospecie di zitella senza cervello di Lavanda. Ovviamente tutti in famiglia, Ron escluso, le avevano dato ragione e Fred e George si erano anche offerti di testare alcuni nuovi scherzi sulla povera ragazza.

Ginny, invece, aveva deciso di utilizzare metodi più consoni e tranquilli, anche se non disdegnava l’idea dei gemelli.

Qualcuno bussò alla porta della sua stanza.

Poco dopo, l’aggraziata figura di Hermione Granger si infilò dalla soglia.

-Sei pronta, Ginny?- le chiese.

La rossa sorrise e, prendendo la borsetta che aveva preparato e lasciato sul letto, la raggiunse.

Il diabolico piano “Torna a casa, Hermione!” era ufficialmente entrato in atto.

 

***

 

Stretti nei loro cappotti, camminando vicini e procedendo spediti, le due ragazze, a cui si erano aggiunti Harry e Ron, raggiunsero i Tre Manici di Scopa.

Essendo riusciti a precedere la folla utilizzando il passaggio segreto dietro la statua della vecchia orba, arrivano al locale quando questo era ancora quasi vuoto e riuscirono a prendere posto vicino a una delle due finestrone che davano sulla strada principale di Hogsmeade.

Ron, che la sorella aveva obbligato a dare buca alla sua fidanzata, aveva un umore tutt’altro che piacevole. Da quando aveva visto che anche Hermione, invece di restare chiusa in biblioteca come faceva quasi ogni finesettimana da quando era cominciata la scuola, aveva deciso di aggiungersi alla compagnia, non faceva altro che cercare di mandare Maledizioni non verbali a Ginny.

Sperava, infatti, di non aver davanti agli occhi la Granger per almeno i prossimi tre millenni, sia perché temeva una reazione violenta da parte della ragazza sia perché la sua presenza, dopo la fine della loro storia, lo metteva in soggezione.

Ma Diabolica Weasley e il suo complice Potter, evidentemente, non davano molto peso alla cosa.

Tra le altre cose, poi, Hermione stava diventando sempre più bella e, come il ragazzo si ritrovò a pensare involontariamente, Lavanda non aveva la minima possibilità di reggere il confronto.

-Allora, Ron, non hai niente da dire ad Hermione?- lo “aiutò” Ginny.

Il ragazzo in risposta abbassò lo sguardo, cercando di celare l’agitazione.

-Ti trovo bene, Hermione – disse lui, incespicando qua e là a causa dell’ansia.

La ragazza sorrise educata, mentre si toglieva il cardigan e la sciarpa e li appoggiava allo schienale della sedia a cui si era seduta.

Ginny ed Harry, dopo essersi scambiati un’occhiata complice e sospetta, sbiancarono. A nessuno dei due era sfuggito lo stemma Slytherin sull’estremità della sciarpa.

-Grazie, Ron – lo ringraziò lei, sistemandosi alcuni ricci ribelli dietro l’orecchio – Allora, come va con Lavanda?-

Per la seconda volta la Rossa e il nuovo capitano della squadra di Quidditch sembrarono essere in grado di intrattenere un’accesa discussione solo guardandosi.

-Benissimo- rispose Ron entusiasta e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

Molteplici e chiarissimi insulti furono leggibili negli occhi verdi di Harry e Ginny, la quale sembrava essere l’unica in grado di tradurre quel bagliore appena accennato nel suo sguardo, pareva essere concorde, annuendo e aumentando pesantemente la dose.

-Mi fa piacere- disse Hermione tranquilla.

Fu proprio questo suo inaspettato stato d’animo che fece preoccupare maggiormente la coppia che stava tramando alle sue spalle e che li spinse, inutilmente, a cercare una buona scusante per cambiare discorso.

-Tu, invece, ti sei trovata un ragazzo?- le domandò il Weasley, speranzoso in una sua risposta negativa, così da poter andare in giro dicendo che lei stava soffrendo ancora per il suo abbandono.

-In realtà … - cominciò la ragazza, venendo subito interrotta da un improvviso trambusto.

Harry si era alzato in piedi di scatto, facendo cadere la sedia.

-Vado a chiamare Madama Rosmerta, così possiamo ordinare- disse, cercando di scusare il suo comportamento bislacco.

Ron lo guardò come se avesse avuto davanti agli occhi un troll di montagna che fa la maglia, ma subito dopo si voltò verso Hermione, in attesa di una risposta.

La ragazza aveva già aperto bocca per rispondergli, quando si intromise Ginny.

-Avete saputo che questa mattina tre Hufflepuff sono stati ritrovati legati nel recinto dei Berretti Rossi di Hagrid?- chiese, dicendo la prima cosa che le era passata per la testa.

L’argomento fortunatamente attirò l’attenzione di entrambi.

-Si sono fatti male?- domandò Ron alla sorella.

-I Berretti Rossi li hanno riempiti di bastonate tanto da farli perdere i sensi, ma Madama Chips si è già messa all’opera per rimetterli in piedi nel minor tempo possibile- gli spiegò Ginny – Comunque, noi dobbiamo sperare che non riescano ad uscire dall’infermeria almeno fino a sabato prossimo-

A quest’ultima affermazione seguì una richiesta di spiegazione da parte del rosso, il quale, inaspettatamente, la ottenne da Hermione.

-Perché uno dei tre- cominciò, collegando alcuni dati incamerati nella sua testa da tempo – è Zacharias Smith e, come ben sai, lui è il Battitore degli Hufflepuff, con cui Gryffindor dovrà scendere in campo tra due settimane-

I due fratelli la guardarono sconvolti. Lei che più volte li aveva ripresi perché il Quidditch portava loro via tempo ed energia da applicare nello studio. Lei, Hermione Granger, l’Anticristo del più celebre sport dei Maghi.

-Come fai a saperlo?- le domandò Ron basito.

Avrebbe dovuto dire che tre settimane prima, mentre era uscita a prendere una boccata d’aria con l’odiato Draco Malfoy, il ragazzo Hufflepuff si era preso alcune libertà che, evidentemente, non erano andate molto a genio al sopracitato e per la quali il Principe degli Slytherin aveva deciso di punirlo.

-L’ho sentito da Katie Bell questa mattina a colazione-

I due sembrarono tirare un sospiro di sollievo. Forse, l’Apocalisse non era proprio alle porte. Forse.

 

***

 

Procedevano camminando piano e gustandosi gli sguardi sfavorevoli di tutti i loro compagni di Casa. Due vipere, circondate da decine di altri serpenti desiderosi di conficcare le proprie zanne avvelenate nella loro pelle squamose.

Un’unica cosa accomunava entrambi: il coraggio di affrontare le conseguenze delle proprie scelte.

Daphne Greengrass, morbidi capelli biondi e profondi occhi verdi, colei che per prima si era inginocchiata e gli aveva dato la forza.

Blaise Zabini, viso gentile e sguardo scaltro, colui che gli aveva teso la mano per aiutarlo a rialzarsi.

Camminavano lunga la via principale di Hogsmeade. Tra loro, colui che aveva beneficiato della loro forza.

Draco Malfoy, il Principe Deposto.

Lo scortavano, lo proteggevano, lo aiutavano.

Loro erano i suoi Salvatori, che lo avevano aiutato a cambiare.

Loro erano i suoi Angeli, che lo avevano spinto a fare la scelta più giusta.

Blaise e Daphne.

 

-Allora, cosa facciamo?- domandò Blaise, rivolto a Daphne e Draco.

La prima alzò le spalle e nascose la bocca, che si stava aprendo in uno sbadiglio assonnato, con la mano destra.

-Andiamo ai Tre Manici di Scopa- rispose invece Draco, indicando una delle due vetrate del bar.

I due seguirono con lo sguardo la traiettoria del suo indice e infine sbatterono contro un’intera tavolata di Gryffindor.

Il primo a prendere parola fu Blaise.

-Ma tu non le avevi già proposto di uscire con te, oggi?- chiese rivolto a Malfoy.

Quest’ultimo, indispettito dalla domanda del compagno di stanza, annuì.

-Forse, allora, se ti ha detto di no era perché preferiva passare il suo poco tempo libero con qualcuno di più simpatico di te, no?- insistette Zabini.

Il biondo gli rivolse un’occhiata furente che avrebbe intimorito un Petardo Cinese.

-E magari anche con qualcuno meno superbo e che non passa le giornate a fare la vittima … - rincarò la dose la Greengrass.

Il ragazzo le rispose sistemandosi il colletto della giacca e inchiodando i suoi occhi grigi in quelli verdi di lei.

-Stai scherzando? Lei mi adora- disse, accompagnando queste parole con uno strano ghigno e cominciando ad avviarsi verso la porta d’ingresso del locale.

I due, sospirando pesantemente, lo seguirono.

 

Il tragitto fu breve e ben presto il tepore dei Tre Manici di Scopa cominciò a riscaldare i loro corpi infreddoliti.

I tre perlustrarono l’ampia stanza in cerca di un tavolino libero.

-Questo è un segno del Destino, Draco … -cominciò Blaise - Non c’è neanche un tavolino libero!-

-Andiamo da qualche altra parte- propose Daphne.

Draco rimase in silenzio per alcuni istanti.

Poi, si voltò verso i due compagni.

Sogghignava, ancora.

-Seguitemi-

 

***

 

Aveva appena bevuto un sorso della sua Acquaviola e, quando lo vide arrivare con quel suo sorriso preannunciatore di cattive nuove, rischiò di soffocare.

La cosa che più la sconvolse però, fu vedere che non era solo.

Certo, uno dei suoi accompagnatori era niente meno che Daphne Greengrass, una delle tante spasimanti di Drew, ma almeno ebbe la conferma che esisteva qualcuno sulla faccia della Terra in grado di sopportarlo.

Fu solo quando lo vide avvicinarsi al suo tavolo però, che capì quanto drammatica fosse la situazione.

Si guardò attorno. Harry e Ron erano sconvolti tanto quanto lei, Hermione invece, disperata, aveva abbassato lo sguardo e aveva appoggiato la fronte sulla mano.

Forse, si disse Ginny, il suo piano poteva ancora essere attuato.

-Vi dispiace se ci sediamo qui?-

La voce fredda di Draco raggiunse i suoi pensieri, rendendola consapevole che la situazione stava precipitando.

Lei li aveva visti. Più volte, in biblioteca.

Harry li aveva visti. Ogni settimana, durante le lezioni di Drew.

Quei due avevano legato troppo.

Fu proprio durante quella sua breve distrazione che i tre Slytherin, senza aspettare il permesso di alcuno, si erano seduti.

Ovviamente, Draco si era seduto vicino ad Hermione e, tirando fuori dal suo cappello di prestigiatore una scusa banale, le aveva chiesto di aiutarlo a togliersi la giacca.

La sua attenzione però, fu attirata da ciò che stava accadendo dall’altra parte del tavolo.

La Greengrass sembrava intrattenere una discussione alquanto divertente con Harry.

La rossa si ripromise di interrogare il suo fidanzato, dopo quello spiacevole inconveniente.

Intanto, Zabini fissava il balcone, dove Madama Rosmerta armeggiava con alcuni boccali di Burrobirra, e suo fratello Ron, ancora intontito dalla situazione, cercava di convincersi che la Terra non aveva ancora cominciato ad orbitare attorno a Marte.

 

***

 

Draco le si era seduto vicino e, dicendo che la sera prima aveva preso uno strappo alla schiena, le aveva chiesto di aiutarlo a togliersi la giacca.

Hermione, la cui estrema fiducia nel prossimo non aveva portato a pensare a conseguenze negative, gli sfilò delicatamente il giubbotto, facendolo scorrere sulle sue spalle temprate da ore di allenamento di Quidditch, e, dopo avergliela tolta, la piegò e la posò sullo schienale della sua sedia.

-Grazie, Hermione – la ringraziò Draco, sorridendole affabile.

Ron sbiancò, impreparato all’affinità dei due, sottolineata dall’uso del nome proprio e non più del cognome.

Draco appoggiò i gomiti al tavolo e nascose la bocca ridacchiante dietro alle mani giunte.

Nel compiere quest’azione, il maglione leggero che indossava lasciò scoperta una porzione di pelle.

Sul candore del suo fianco sinistro spiccava un livido violaceo dalla forma leggermente allungata.

Hermione, incuriosita da quell’innaturale imperfezione, tese una mano incerta.

I polpastrelli gentili di lei si avvicinarono fino a sfiorare il suo corpo.

Percepì sotto le proprie dita affusolate il suo calore. E rabbrividì.

Draco nascose la contusione con un gesto rapido e deciso, facendo scendere la stoffa leggera dell’indumento.

Si era voltato e aveva avvicinato la bocca all’orecchio di lei.

-Non ti preoccupare, non è niente di importante- le sussurrò il ragazzo – Comunque, bella sciarpa-

Lei comprese rapidamente cosa quell’ultima frase significasse.

Draco stava per prendersi la sua ricompensa.

Hermione cercò di ipotizzare cosa passasse per la testa di quel pazzo.

Troppe possibilità, stipate in alcuni secondi di esistenza, che la portarono a distrarsi proprio mentre lo Slytherin cominciò a divertirsi.

Draco prese il bicchiere che conteneva il suo succo di zucca e, mettendolo in controluce, cercò l’impronta delle morbide labbra della ragazza. La ricerca fu breve e, una volta trovato il segno del passaggio della sua bocca, si prese un’abbondante sorsata.

Ron e Harry sbiancarono.

- Draco, quello è il mio bicchiere!- esclamò esterrefatta Hermione.

Il ragazzo sorrise, godendo di quelle reazioni.

-Lo so, amore- disse lui tranquillo.

Daphne e Blaise sospirarono all’unisono, come se fossero in grado di prevedere il comportamento di Draco.

Zabini poco dopo si alzò e, dicendo che andava a prendersi qualcosa da bere, chiese ai suoi compagni di Casa se volessero qualcosa.

-Una Burrobirra – gli rispose Draco.

-Per me, invece, un Idromele Aromatico- disse la Greengrass, attirando lo sguardo sconvolto dei Gryffindor seduti a quel tavolo.

-Credetemi, ragazzi, a breve desidererete di non essere lucidi e allora capirete perché mi sono data ai superalcolici- spiegò tranquilla la ragazza che, forse per la presenza di alcuni suoi compagni di Casa o forse per quella strana affinità con Harry, sembrava completamente a proprio agio.

Intanto, Draco aveva stretto tra le sue mani quelle di Hermione e, ad intervalli regolari molto brevi, se le portava alla bocca e le baciava.

Ginny, le braccia incrociate sul petto, li guardava attenta.

-Credo che ad Hermione non facciano piacere tutte queste attenzioni, Malfoy – commentò acida.

Lui, scusandosi a bassa voce con Hermione per quell’intrusione, rivolse la sua attenzione alla Rossa.

-Io, invece, credo che sia Hermione a dover esprimere un tale pensiero, non tu-

La diretta interessata, ripresasi dallo shock iniziale, si schiarì la voce per prendere parola e per esprimere il suo completo appoggiò alla teoria della Weasley, ma venne interrotta dal ragazzo, che ghignando le legò la sciarpa nera attorno al collo.

Hermione comprese il chiaro messaggio nascosto tra le righe: doveva tenergli il gioco.

Non aveva intenzione di farlo.

Intanto, Zabini era ritornato al tavolo con un vassoio carico di bevande dall’alta gradazione alcolica.

-Vuoi un po’ della mia Burrobirra, amore?- gli domandò Draco, dopo essersene preso un sorso.

Lei lo guardò. Non avrebbe retto un minuto di più quell’inutile farsa.

-Andiamo a fare una passeggiata, amore- disse, alzandosi dalla sedia e indossando la sua giacca – Stai attento a non farti male alla schiena- si raccomandò, aiutandolo ad indossare la giacca e facendo attenzione a premere con forza nella zona dove aveva visto l’ematoma.

Infine, salutati tutti i presenti e dicendo ai compagni di Casa che si sarebbero rincontrati la sera al castello, si avviò verso l’uscita seguita dal biondo, la cui espressione era tutt’altro che felice.

A metà strada si voltò e legò la sciarpa attorno al collo del ragazzo.

-Sai, non vorrei mai che prendessi freddo- commentò lei.

 

Ginny sorrise soddisfatta, forse non tutto era ancora perduto.

 

***

 

Camminava con passo spedito a quasi un metro di distanza da lui. Non si era mai voltata, non lo aveva più guardato.

In silenzio uscirono da Hogsmeade e percorsero uno stretto sentiero. Infine, dopo essere entrata per alcuni metri all’interno di una fitta boscaglia di sempreverdi, Hermione si voltò.

Si avvicinò al suo viso, gli posò un bacio leggero sul mento e immerse la mano destra nei capelli biondi di lui.

-Grazie- sussurrò piano sulle labbra di lui.

Ciò che accadde dopo, venne ricordato per secoli da tutti gli abitanti dei dintorni.

Venne narrato, infatti, che, dopo un lunghissimo sonno durato interi secoli, il crudelissimo Marchese Lufkin si fosse risvegliato e avesse ripreso il controllo della sua tetra dimora, la Magione Lufkin, nota ai più come Stamberga Strillante.

Ciò che realmente avvenne, invece, venne ricordato da Draco Malfoy per tutti gli anni che gli restarono da vivere.

Hermione Granger, infatti, aveva deciso di piantare il proprio ginocchio tra le gambe del povero ragazzo e, come più volte gli ripeté in seguito, lo fece con forza perché era certa di aver letto su un volume di Erbologia che solo procedendo in questo modo si poteva ottenere un risultato ottimale.

L’urlo del malcapitato raggiunse livelli di decibel a cui mai nessun mago, senza l’ausilio della magia, era giunto.

 

Era ancora chinato, con le mani che cercavano inutilmente di ridurre il dolore causato dalla ginocchiata della ragazza, quando questa riprese a parlare.

-Mai più- disse lei – Non azzardarti mai più a divertirti alle spalle dei miei amici o a fare il Vendicatore Mascherato senza che io ti chieda di farlo, chiaro?-

Draco, con la fronte leggermente imperlata dal sudore, annuì piano.

Hermione lo aiutò ad alzarsi e lo fece appoggiare al primo albero che incontrò. Fatto ciò, puntò la bacchetta verso la zona dolorante del ragazzo, guadagnandosi dallo stesso un’occhiata preoccupata e, senza pronunciare alcuna parola, vi lanciò un incantesimo.

Lo Slytherin, constatando che il dolore si era attenuato, aprì gli occhi, che aveva prontamente chiuso quando aveva pensato che Hermione volesse lanciare una Bombarda Maxima sui gioielli che aveva ereditato da suo padre.

-Chiarito questo, grazie-

La velocità con cui il ragazzo corse a proteggere la zona vulnerabile con le mani al sentire quell’ultima parola causò lo scoppio di Hermione in una risata melodiosa.

Dopo aver constatato che la ragazza non aveva cattive intenzioni e stupefatto da quel ringraziamento, si lasciò scivolare lungo il tronco rugoso, fino a fermarsi sulla terra umida.

-È stato un piacere, Hermione –

 

***

 

-Credete che si siano ammazzati a vicenda?- domandò Ron quasi speranzoso ai suoi compagni di tavolata.

Si guardò attorno, concentrandosi anche sugli Slytherin con cui, visti gli ultimi eventi, condivideva un destino poco felice. Mai, a memoria d’uomo, un Gryffindor aveva stretto un’amicizia così forte con uno Slytherin tanto da arrivare persino a scambiarsi effusioni in pubblico. Ovviamente, Hermione sembrava decisa ad essere l’eccezione che conferma la regola.

Daphne Greengrass, che sedeva alla sua sinistra, alzò le spalle.

Blaise Zabini, invece, che aveva abbandonato il suo posto da capotavola prendendo quello di Hermione di fronte al rosso dopo che questa se ne era andata, bevve un abbondante sorso di Whisky Incendiario e si lanciò, leggermente brillo, in una constatazione che i Gryffindor non furono felice di sentire.

- Draco non alzerà mai la bacchetta contro quella ragazza, ci tiene troppo e da troppo tempo- disse, stropicciandosi gli occhi assonnati e resi lucidi dall’alcol che circolava nelle sue vene abbracciando e canticchiando con i poveri globuli rossi.

-Sono sicuro che alla fine Hermione ritroverà il suo giudizio e prenderà a calci in culo quell’idiota di Malfoy - commentò Harry.

Ginny sospirò pesantemente e, allungando la mano fino a raggiungere quella di Harry, che le era seduto di fronte, cercò in quel contatto un po’ di consolazione.

-Purtroppo, amore, credo proprio che Malfoy sia meno idiota di quello che sembra e più innamorato di quello che neanche nei nostri peggiori incubi potevamo immaginare-

Strusciando pesantemente la sedia, Daphne, che sembrava aver perso tutta la sua sprizzante energia, fece un annuncio quasi pubblico.

-Io vado a prendermi qualcosa di forte da bere- disse la bionda – Voi volete qualcosa?-

Viste le risposte a tale domanda, Harry e Zabini, sconsolati, decisero di offrire a tutti un giro di Rum di ribes rosso.

Fu così che, tra un bicchierino e l’altro, i cinque compresero di avere più cose in comune di quante sperassero.

 

***

 

Le aveva chiesto di non andarsene, di restare con lui e di fargli compagnia.

Lei aveva acconsentito e si era seduta, cercando di non sporcare il cardigan bianco, per terra.

Draco l’aveva tirata a sé.

Assordata dal silenzioso rumore di quella boscaglia solitaria, si era ritrovata accoccolata sulle gambe di lui e con la testa appoggiata al suo petto. La mano di lui le accarezzava dolcemente i capelli. Profumavano di vaniglia.

-Sai come sta tua madre?- gli chiese improvvisamente.

Lui, scostandola di qualche centimetro, prese una sigaretta e il suo accendino e cominciò a fumare.

-No, non so niente- disse lui, dopo aver soffiato il fumo del tabacco bruciato verso l’alto – Silente ha dato l’ordine di aiutarla a nascondersi ad un sottoposto e questo ritiene che sia sconveniente riferire qualsiasi genere di informazione a riguardo-

Questa risposta non fece che aumentare i suoi dubbi e Draco, intuendo ciò che le passava per la testa, riprese a parlare, cercando di fornirle il maggior numero di informazioni possibili.

-Credo sia per via di Severus - le spiegò lui – Sono in pochi a credere che lui stia realmente dalla parte dell’Ordine della Fenice. Io stesso, prima che Silente stesso me lo dicesse, credevo fosse un fedele servitore del Signore Oscuro-

-Sai chi è la persona che ha designato Silente?- domandò curiosa Hermione.

-Purtroppo credo non sia qualcuno in grado di portare a termine il compito che gli è stato affidato, visto che tutti i più importanti membri dell’Ordine sono impegnati in missioni più importanti-

In effetti, ciò era vero. Remus Lupin, per esempio, stava controllando la mosse dei Lupi Mannari.

Dopo quel breve interrogatorio, tra i due cadde un lungo silenzio, durante il quale Draco finì in tranquillità la sua sigaretta, per poi ricominciare a stringere tra le sue braccia Hermione, che lo lasciò fare.

Nella completa tranquillità di quel luogo ameno i loro cuori, finalmente, cominciarono a battere all’unisono, come mai, prima, avevano fatto.

Finalmente, scoprirono la sicurezza data dalla presenza dell’altro.

 

***

 

La Sala Grande, addobbata con zucche intagliate e ragnatele per celebrare la festa di Halloween, era già affollata quando loro due, camminando vicini, vi entrarono.

Si scambiarono uno sguardo complice e si diressero verso i rispettivi tavoli.

Lei si sedette vicino a Ginny che le aveva tenuto il posto e che la tempestò di domande per sapere dove fosse stata fino a quel momento. Le risposte di Hermione, vaghe ed appena accennate, non saziarono la fame della Weasley.

Lui invece, ordinò ad un ragazzino del quinto anno di cedergli il posto vicino a Blaise e, una volta sedutosi, lo ringraziò sarcasticamente per essere stato così gentile da impedire a chiunque di prendere il posto riservato alla sua persona.

Lei accettò di buon grado di aiutare una del terzo anno che aveva un piccolo problema a far funzionare un incantesimo di Trasfigurazione con cui era possibile trasformare un origami in una piccola farfalla.

Lui si guardò attorno, ridacchiando quando tutte le persone che incrociarono il suo sguardo si chinarono e iniziarono a contare quanti piselli avevano nel piatto.

Lei si spostò verso destra quando una ragazza le chiese se poteva sedersi vicino a lei.

Lui torturò uno del primo anno fissandolo per quasi dieci minuti.

Lei sorrideva.

Lui ghignava.

Lei era il Bene, lui il Male.

Lei era il Male, lui il Bene.

Hermione e Draco. Così diversi da poter essere scambiati per la stessa persona.

 

***

 

Harry vide Malfoy alzarsi dal suo tavolo. Era più pallido del solito.

Qualcosa nella sua testa gli disse di seguirlo.

Hermione era distratta e Ron stava commentando a Lavanda le mirabili gesta da lui compiute durante l’ultimo allenamento di Quidditch.

-Devo andare un attimo in bagno- disse, rivolto a Ginny.

Uscì dalla Sala Grande e vide un’ombra rapida salire l’ampia gradinata di marmo e svoltare a sinistra. I suoi capelli quasi bianchi brillarono nel buio ed Harry capì che quello era Malfoy. Lo seguì.

Percorsero in silenzio alcuni corridoi e, alla fine, lo Slytherin si infilò nella porta del bagno di Mirtilla Malcontenta. Harry aspettò, le spalle appoggiate alla fredda parete.

Percepì il pronunciare di alcune parole e il respiro affannato del ragazzo.

-Dimmi cosa ti sta succedendo … io posso aiutarti!- esclamò l’isterica Mirtilla Malcontenta.

-Niente di insopportabile, ma devo parlare con il professor Piton – le rispose il ragazzo preoccupato.

Harry entrò nel bagno, interrompendo la conversazione. Draco, che affaticato si reggeva al bordo di un lavandino, vide il suo volto riflesso nello specchio.

Mirtilla, urlando spaventata, si rifugiò nelle tubature.

 

***

 

Sul suo braccio sinistro, rivelato da un incantesimo e visibile grazie alla manica arrotolata della camicia, vi era il Marchio Nero. La pelle su cui il simbolo era stato impresso era arrossata. Bruciava e gli mandava insopportabili fitte alla testa.

-Non rispondi al richiamo del tuo Signore?- gli chiese Harry.

La sua voce era diversa. Profonda, cupa, malvagia.

Draco guardò il ragazzo con più attenzione.

Le pupille dei suoi occhi erano estremamente dilatate, come se stesse cercando di distinguere un oggetto nel buio e le iridi, un tempo di un verde splendente, erano opache e circondate da capillari ingrossati.

La sua bocca era aperta in un sorriso sghembo e crudele.

Quello non era Harry Potter.

-Credevi di potermi tradire senza che io venissi a saperlo?- gli domandò l’essere che aveva assunto le sembianze di Potter – Credevi che io ti lasciassi impunito e ti permettessi di rivelare ai quattro venti i miei progetti?-

Draco afferrò la sua bacchetta di Biancospino.

Lord Voldemort impugnava già quella d’Agrifoglio di Harry.

Il biondo comprese che doveva evitare di colpirlo, se voleva evitare di ferire Potter.

Cercò di lanciare un Incantesimo Incarceramus non verbale, ma il suo avversario lo deviò con un movimento del polso appena accennato.

Il Signore Oscuro scagliò un potente incanto di Disarmo, che il ragazzo evitò rotolando sul pavimento.

Mentre si rialzava tentò un incantesimo Confundus, il quale però si infranse contro una barriera invisibile generata da Colui che non deve essere nominato.

Fu solo abbassandosi all’ultimo istante che Draco poté evitare una fattura, la quale cozzò contro lo specchio alle sue spalle e venne riflessa contro la cassetta dove alcuni istanti prima era appoggiata Mirtilla Malcontenta.

L’acqua cominciò a scrosciare e a riversarsi sul pavimento.

-Avresti potuto evitare tutto questo, ragazzo- gli disse Voldemort – Mi hai voltato le spalle solo per una stupida Mezzosangue – l’essere rise diabolico -Tua zia mi ha implorato di ucciderti facendoti provare le più oscure sofferenze, sai?-

Draco si passò la manica della camicia davanti alla bocca, pulendosi un piccolo rivolo di sangue che usciva dal labbro inferiore.

-Comunque, non ti preoccupare. La tua amichetta ti raggiungerà prestò, visti i molteplici problemi che mi ha causato-

Il timore di aver condannato a morte Hermione lo sconvolse, facendogli perdere la concentrazione, già messa a dura prova dalle continue fitte del braccio sinistro.

Fu in quell’istante.

-SECTUMSEMPRA!- gridò Harry.

Sangue cremisi schizzò dal petto e dal volto di Draco: la sua pelle era stata recisa da una lama intangibile.

Cadde all’indietro.

 

Tremava in modo convulso e le sue mani cercavano inutilmente di tamponare la profonda ferita.

Ben presto le energie svanirono dal suo corpo.

Draco Malfoy, sconfitto, si arrese alla morte.

L’immonda risata di Voldemort riempì la stanza.

L’acqua sparsa sul pavimento allagato si tinse rapidamente di un tetro colore scarlatto.

Ad ogni goccia versata la sua lucidità si affievolì, annebbiando costantemente il suo unico pensiero.

Doveva proteggere Hermione.

 

Note dell’Autore

Un applauso per me e per l’aggiornamento lampo!!! Certo, magari qualitativamente non sarà al livello di alcuni dei precedenti, ma vorrei sottolineare (facendo un po’ di Drachiano vittimismo) che su 7 giorni (ebbene si, è passata solo una settimana), 4 giorni li ho passati in Visita di Distruzione, andando a dormire ad orari indecenti, svegliandomi ad orari anche peggiori e mantenendo costantemente un ritmo da recluta militare durante il giorno.

Ma essendo Halloween passato da alcuni giorni e, come si può dedurre dagli addobbi appena accennati della Sala Grande e dalla prima parte del capitolo (dove dico chiaramente che sono passate tre settimane dalla “dichiarazione” di Draco, che le lettrici più attente sanno essere accaduta durante il primo sabato di ottobre), essendo questo capitolo 9 ambientato proprio durante questa giornata, mi è sembrato giusto fare una pazzia e aggiornare in breve tempo. In questo, ovviamente, mi ha supportato il ponte dei Santi.

Comunque, come avrete capito, non ho prestato molta attenzione a questo particolare.

Vi avevo anticipato (o lo avevo fatto solo a qualcuno, ora non ne sono sicuro), che in questa fanfic avrei ripreso alcuni eventi che, sebbene causati da motivazioni differenti, avrebbero portato allo stesso risultato.

La prima cosa, ovviamente, è stato l’episodio Draco/Harry-Voldy nel bagno di Mirtilla.

Silente, durante le sue lezioni private con Harry, stava cercando di chiudere il condotto mentale che lega il ragazzino al Signore Oscuro, ricordate? È palese che il vecchio, non volendo dar ascolto a Drew e ai suoi metodi poco consoni (che scoprirete nel prossimo chap), ha fallito nell’intento.

Così, sebbene la scena sia differente da quella del libro (se avete il Principe Mezzosangue sotto mano andate a rileggervela e scoprirete che in alcuni punti ho fatto una vera e propria “riscrittura” secondo le mie necessità delle Sacre Parole della Zia Row), il risultato è lo stesso: Draco in una pozza di acqua e sangue più di là che di qua.

Mi sono preso alcune libertà, comunque. 1) Mirtilla nella mia versione scappa, perché riconoscerà negli occhi di Potter quelli del suo assassino Tom Riddle. 2) Draco non Crucia Harry per ovvi motivi. 3) La scena è ambientata in un altro momento dell’anno, ovvero, non alla fine dell’anno scolastico, ma durante la notte di Halloween (che è celebre nei sei libri della Zia per non essere spesso portatrice di buone nuove)

Nel corso del racconto, tra l’altro, ho già deciso di prendermi altri due libertà: la prima partita di Quidditch non sarà Gryffindor VS Slytherin ma Gryffindor VS Hufflepuff e ho intenzione di cambiare un po’ l’aspetto di Blaise Zabini (non per razzismo o altro, solo perché come è descritto dalla Row non riesco proprio ad immaginarmelo).

Fatte queste necessarie precisazioni, passo alle risposte ad personam che questa volta mi porteranno via meno tempo, visto che non ho dato neppure il tempo a tutte le miei supporters di leggere il capitolo.

 

Books: tadaaa!!!! Abbandoniamo le false speranze e dedichiamoci alle certezze … Ho aggiornato!!! Sai, non sei l’unica che mi ha mosso critiche (sempre ben accette) sulla prima parte, così, per cercare di capire su cosa avessi esagerato, l’ho riletta e, purtroppo, devo ammettere che avevate ragione. La prima parte è veramente un macigno. Spero di essere riuscito ad evitare di ricadere nello stesso errore, questa volta. Ebbene, sapere di essere riuscito a ficcare anche un po’ di romanticismo in questa storia (una prova ardua per uno come me), mi riempie d’orgoglio. Grazie per tutti i complimenti (ho gongolato come un idiota per venti minuti) e per la critica. Mi auguro ti trovare anche questa volta una tua recensione! (ci sto pensando, comunque, all’epiteto, ma ancora niente)

 

Agathe: purtroppo, ti sbagli. L’arroganza di Draco ha ancora qualche asso da giocare, ma niente che una ginocchiata ben assestata non possa risolvere! In questo capitolo, di punto in bianco, nascosti nella foresta, Hermione e Draco si avvicinano molto. E di punto in bianco, la narrazione fa un salto temporale e taglia tutta la conversazione dei due. Io, diabolico, ho ben pensato di far vedere quello che si sono detti nel prossimo capitolo con un bel Flashback. Sono cattivo??? Si!!!! Spero in un tuo commentino anche questa volta! Grazie per i complimenti (secondo te la storia è verosimile?!?! Fiuuu, almeno non sto cadendo nelle cose da Bimbeminkia!!!)

 

Hollina: si, Hermione stava accumulando davvero troppo stress …  ma è arrivato il super Draco (idiota) a salvare la situazione! Comunque il ragazzo crede troppo nel “mi dai un dito ho il diritto di prendermi il braccio” ed Hermione non è molto favorevole a questo genere di comportamento. Comunque, grazie per aver recensito e per i complimenti. Mi auguro di avere anche se questo capitolo una tua recensione!!!

 

barbarak: credo che la tua ultima recensione sia un’ottima sintesi dell’intero capitolo, con un’analisi dei personaggi non da poco. Come al solito, mi stupisci. Nel modo in cui non ti fermi all’apparenza dei personaggi, nel modo in cui investighi per poter dare un parere che abbia un peso. Grazie per tutti i complimenti (ti adoro anche io) e, credimi, nel mio modo di scrivere c’è ben poco da invidiare! Grazie ancora, barbarak!

 

lady_free: per quale motivo dovrei ucciderti? Non sono mica un mostro! Sono andato a vedermi la cosa che hai fatto e …. O.O WOW!!! Nessuno aveva mai fatto un (non so come si chiamano) su una mia frase!!! Grazie infinite!!! Cmq, mi dispiace, ma la mia professoressa di Italiano non ha ancora compiuto 50 anni ed stata sposata (ma il marito le ha chiesto il divorzio … sfigata) … E comunque, recensioni come quelle che ho il piacere di leggere ad ogni aggiornamento valgono molto più di un voto dato da una donna mancata!

Complimenti per l’8 in filosofia!!! Io adoro questa materia, anche se quest’anno il nuovo professore non sa spiegarla … ad essere sincero è l’unica materia del Liceo Scientifico che mi piace e, quando l’anno scorso sui tabelloni dei risultati, ho visto un bel 10 (l’unico dato da quella prof … che dio abbia in gloria) mi è quasi venuto un infarto!!! Quest’anno, però, credo che se riuscirò a prendere la metà sarò davvero miracolato!!! Grazie di tutto!!!

 

Ebbene, anche questo Angolo dell’Autore sta per volgere al termine.

Purtroppo a causa degli impegni scolastici e non solo quelli, non credo che riuscirò ad aggiornare prima della fine di Novembre. Mi dispiace, ma questa volta non credo di riuscire a lanciarmi in aggiornamenti rapidi!!!

 

Un ringraziamento sentito va alle 61 persone che hanno messo la storia tra le seguite, alle 9 che l’hanno messa tra le ricordate, alle 15 che l’hanno messa tra le preferite e alle 5 che l’hanno recensita.

 

Infine, mi auguro che Paula non mi odi e che continui a leggere la mia storia (perdono, perdono, perdono!!!)

 

E dopo questi sproloqui e queste “bassezze da scrittore con poche lettrici” (poche ma buone), vi saluto!!!

A presto,

 

Jerry

 

   
 
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