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Autore: virgily    03/11/2010    3 recensioni
“Un nuovo Jack lo squartatore sta terrorizzando l’intera nazione. Nessuno sa’ chi sia ma ovunque vada lascia il segno di bellissime donne morte. Tuttavia sembra che lo psicopatico serial killer abbia una preda precisa da eliminare, lo testimonia il fatto della presenza di scritte insanguinate su muri o pavimenti ritrovate assieme ai cadaveri delle donne uccise. La prima risale a due mesi fa con su scritto “questo e’ per te Juliet”; la seconda invece e’ di qualche settimana piu’ tardi dicente “sarai soltanto mia Juliet” e l’ultima invece appartiene al cadavere della donna ritrovata questa mattina alle cinque: “sto venendo a prenderti Juliet”. Si presume quindi che questa Juliet sia colei che quest’uomo brama piu’ di ogni altra cosa al mondo. Per il momento la polizia sta indagando ma ne Jack e ne Juliet sono stati trovati.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ronnie Radke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Come desideri pivellino- con un calcio potente l’uomo aveva aperto una botola sotterranea; con un urlo straziato le due giovani vi finirono dentro, svanendo nel buio.

Quello era il posto migliore, li sotto le due non avrebbero avuto la possibilita’ di vedere, di guardare lacrimanti come quei quattro si stessero facendo del male, come stessero spargendo il loro sangue sul pavimento. Si ritrovarono stese su una superfice ruvida e umidiccia, l’una accanto all’altra proprio come quando si erano conosciute; sole in una cripta lugubre e spettrale che le accolse nel piu’ tombale silenzio. La luce che proveniva dal piano superiore entrava indisturbata ad illuminare i loro corpi privi di sensi, i loro capelli scopigliati e quel poco di sangue che si era seccato sulla guancia della piu’ grande. A vegliare su di loro, il prete era sceso sotto ordine di Ryan, “perche’ niente e nessuno doveva recare danno alla sua sposa”.

Guardandole dall’alto della fessura l’uomo rimase quasi incananto; sebbene il contesto non fosse dei migliori, involontariamente cadendo le due giovani avevano assunto una posizione quasi surreale e magica, un’angelica visione che soltanto alle schiere celesti era consentita:

probabilmente mentre venivano rapite dalla notte, Juliet aveva stretto al suo petto la piu’ piccola perche’ quelle due stavano abbracciate; il capo di Amelie adagiato dolcemente sul seno della sua compagna che pur avendo perso i sensi continuava a sorreggerla, in un qualche modo proteggendola con le sue gracili braccia. Un gridolino sordo interruppe il suo celestiale viaggio, costringendolo a voltare il capo verso quello che invece si stava consumando nel bel mezzo della cappela: i quattro avevano cominciato gia da un bel pezzo a darsele di santa ragione; tutto era partito proprio quando gli occhi spenti ma infuocati allo stesso tempo di Ronnie videro la chioma della sua fidanzata svanire nel nulla, nel vuoto piu’ assoluto di quella strana botola. Era scattato in avanti, e cogliendolo di sorpresa, colpi’ in pieno di vlto di Ryan che rimanse imbambolato per quanche microsecondo, prima di contrattaccare. Avevano deciso di combattere a mani nude, ad armi pari, come dei veri uomini, ma se e’ vero che “in amore e guerra tutto e’ lecito” quei ragazzi, specialmente i “cattivi” della situazione, avrebbero usufruito per adoperare qualcuno dei loro giochetti bassi e sporchi. Una lotta all’ultimo sangue che si preannunciava carico di passione e sentimento.

Sul lato destro della sala Ronald stava incassando bene i pugni sull’addome proferiti dal moro, e sebbene avesse appena cominciato a sputare sangue, questa volta non gliela avrebbe data vinta molto facilmente, questa volta avrebbe mostrato il lato manesco di Radke, quello per cui era meglio non farlo arrabbiare. Sul lato sinistro invece Green era scivolato a terra. La polvere gli entro’ in bocca, ma quel saporaccio non era che zucchero in confronto al sapore dell’aria che avrebbe consumato in assensa della sua Amelie. Gli faceva un’effetto mai provato prima: “la SUA Amelie”. Eppure suonava cosi’ bene, quasi una ninna nanna nella sua testa. Si asciugo’ la lieve lacrima di liquido purpureo dal labbro e ridacchiando appena si rialzo’

-tze’... E’ tutto qui quello che sai fare? Sei un po deboluccio...- lo provoco’ il castano facendo uscire il fumo dalle orecchie dell’uomo brizzolato. Se quel nanetto voleva morire, Georg lo avrebbe accontentato volentieri prima di fare sua la giovane dalle vesti porpora. Non porovava nulla per lei, soltanto una forte, fortissima attrazione fisica, e la sua ossessione maniacale doveva essere appagata

-eccoti servito bamboccio!- affermo’ pronamente afferrandolo per il collo, sbattendogli le spalle contro la costolonatura antica della struttura. Quel contatto tutt’altro che leggiadro gli fece male, ma non lo feri’ quanto le parole che uscirono dalla bocca di quell’uomo malato:

-e quando avro’ finito con te... mi occupero’ della bambolina. Pensa che bello, il dolce brillare delle sue lacrime mentre ridurro’ a brandelli il suo vestito... e il suono soave delle sue grida mentre mi impossessero’ del suo bellissimo corpo-

-tu...- un ringhio’ si arrampico’ rude e maestoso per la gola del piu’ piccolo mentre il suo viso assumeva un’espressione puramente “cattiva”, non banalmente maligna o perfida... no la sua era veramente CATTIVA

-tu sei un povero malato di mente. Ma stai tranquillo che dopo che ti avro’ finito finisci dritto dritto al manicomio bastardo...- affermo’ sorridendogli beffardo, facendo saltare i nervi del piu’ vecchio

-e come pensi di farlo pivellino? Ti ho chiuso- rispose premendolo ancora piu’ forte contro il muro, non calcolando in fatto che, stentendo il braccio verso l’alto, Max era riuscito a tirargli un bel gancio, un pugno potente che lo prese dritto dritto sulla mascella. Un colpo che facendolo vomitare sangue lo stese. Con gli occhi ignettati di liquido nero, di veleno forse, quel veleno che si era formato durante tutto l’odio accumulato nelle parole amare del suo avversario, il castano non ebbe pieta’ e continuo’ ad infierire, tirandogli ripetutti calci sulla bocca dello stomaco. Si voleva ucciderlo, farlo fuori, eliminarlo dalla faccia della terra. Qualcosa lo fermo’. Il suo buon senso, perche’ se lo avrebbe fatto anche lui si sarebbe abbassato ai livelli di Georg, e mai si sarebbe macchiato di tanta infamia. Afferro’ lo stesso corpdone con cui era stato legato e immobilizzo’ l’umo cosi’ che non potesse piu’ fare nulla. Adesso rimaneva soltanto Ryan, e sebbene era rimasto solo sembrava non voler cedere.

Con la testa che girava a mille Juliet si risveglio’ da quel sonno che con tanta foga si era impadronito di lei. Si guardo’ attorno, e non vide altro che ragantele e il corpo di Amelie che giaceva su di lei

-signorina siamo qui sopra!- una voce sconosciuta al suo orecchio ma molto rassicurante. Sollevo’ il capo e vide il pastore che le tendeva una mano dal’alto del buco incui quell’uomo, il maggiordono di Ryan, le aveva gettate, non curante della bella botta che avrebbero preso. Adagiando dolcemente il corpo della moretta ancora priva di sensi la sposina si allungo’ e afferro’ saldamente le mani del prete che la agiuto’ a uscire. Non appena riusci’ a poggiare i piedi sul pavimento stabile, comincio’ a guardarsi intorno alla grande navata, alla perpetua ricerca di quegli occhi tanto belli e dolci, di quei due buchi neri che la trascinavano verso il porto lontano della sua felicita’. Non fece in tempo a vederlo prendere a pugni il secondo moretto che qualcuno l’abbraccio’ da dietro. No non in modo volgare e molesto, ma in modo dolce e quasi fraterno. Si volto’ appena e vide Maxwell stringerla forte, proteggendola manco fosse sua sorella

- Mony... oh...hmm Juliet tutto bene?- domando’ scrutandola in viso

-oh Max. Si sto bene e tu?- rispose la ragazza abbracciandolo a sua volta

-staro’ bene soltanto quando Amelie sara’ al sicuro...- rispose folgorandola con le ardenti fiamme della passione che bruciavano nelle sue iridi verdi

-e’ qui sotto. Non dovrebbe aver nessun graffio ma meglio che scendi a controllare...- rispose la ragazza indicandogli la sua dolce amica che ancora giaceva sul pavimento rurale della viscida cripta. Con foga allora il castano si precipito’ all’interno della botola: con tenerezza la sollevo’ appena tenendola tra le braccia, custodendola come il suo tesoro piu’ prezioso, baciandola castamente sulle sue piccole labbra rosate. Fu proprio quel sublime e puro gesto che i suoi occhietti magicamente si riaprirono lentamente, gustandosi poco a poco la celestiale visione di quel ragazzo trasandato e mal ridotto che non aveva occhi che per lei, per una sconosciuta che tuttavia aveva l’impressione di conoscere da sempre...

-M-Max...- con un sorriso la moretta pronuncio’ il suo nome, e mai con tatnta dolcezza e con tanta grazia il castano lo aveva mai udito

-come stai Amelie? Ti fa male qualcosa?- domando’ premuroso avvolgendola ancora di piu’ con le sue possenti braccia

-sono tutta intera... Credo. M-Max?-

-si?- domando’ il ragazzo sperdendosi nel vuoto delle sue iridi

-grazie- singhiozzo’ appenalasciandosi rigare il volto da dolcissime lacrime

-vieni qui...- sussurro’ appena cogliendole il volto con dolcezza tra le sue mani, asciugandole le gemme con dolcissimi baci prima di poggiare le sue labbra, finalmente smacchiate dalla lussuria e dal desiderio, su quelle della piu’ piccola, che estasiata dal loro sublime sapore le accolse come il piu’ grande dei dono che potesse ricevere in tutta la sua vita.

 

I respiri brevi e intermittenti dei due mori invece facevano da sottofondo per l’intera area... erano stremati ma nessuno dei due avrebbe ceduto, non prima di aver visto l’altro cadere a terra e non rialzarsi piu’.

-sei un osso duro Ronnie...- affermo’ sputando un’ennesima chiazza di sangue a terra

-anche tu...- rispose il moretto asciugandosi il sudore freddo che tempestava la sua fronte

-se non fossi mio rivale forse potremmo essere amici- disse il rapitore prima di farsi fulminare dal suo avversario

-mai! Non oserei mai fare quello che stai facendo alla mia Juliet- rispose Radke avanzando prontamente, pronto per un’a;tro dei suoi pugni micidiali, che tuttavia venne parato dalle stesse mani che lo spinsero con le spalle al muro

-tu non puoi neanche immaginare quello che provo. Il desiderio di avere una ragazza, la donna che e’ il tuo mondo, colei che ti ha strappato dalla morte...-

-e tu non sai cosa vuol dire riscoprire se stessi con l’armonia e la magia sprigionata da un unico bacio...- i due si guardarono nella profondita’ piu’ estrema dei loro sguardi, quasi arrivando a studiarsi nel remoto, nel nocciolo dei loro stesso essere

-comunque sia. Non posso lasciarti in vita. Il cuore di Juliet e la sua purezza devono essere miei. Miei e di nessun’altro- fu proprio con quella frase che Radke rinsani’... Come poteva pretendere dalla sua bella una cosa che ormai non le apparteneva piu’? si era rischioso ma oramai disprezzava il pericolo e la paura di morire non faceva piu’ parte di lui

-e dimmi Ryan, come farai ad avere la sua verginita’ se sei arrivato tardi?- domando’ sorridendogli beffardo

-cosa intendi dire?- domando’ il secondo fissandolo interdetto e scocciato

-voglio dire che Juliet ama me. e posso provartelo con il fatto che noi due abbiamo fatto l’amore. Che abbiamo condiviso la completezza di quello che sgorga dai nostri cuori...- le parole che parvero talmenti sublimi e inebrianti che fecero commuovere Juliet tuttavia apparvero amare e riluttanti per l’orecchio di Ryan. La sua amata era un’essere delle alte sfere, mai si sarebbe concessa a uno come lui!

-Tu! Tu menti! La mia Juliet e’ pura e casta. E’ un’angelo sotto mentite spoglie mortali...-

-anche gli angeli prima o poi si innamorano- gli rispose sfidandolo con lo sguardo prima di sentirsi nuovamente sbattere contro la parete dietro di lui

-no, tu l’avrei sicuramente sedotta e ingannata. Non c’e’ altra soluzione: tu hai abusato di lei! Confessa bastardo- con un ruggito potente il moretto si allontano’ dalla sua futura vittima, aveva l’adrenalima a mille e doveva concedersi almeno il tempo di respirare. Subito dopo aver preso un bel respiro tuttavia Ryan si volto’ di scatto brandendo il cuo caro amico coltello, pronto a farlo fuori, a cancellare un’ennesimo scarto sulla faccia della terra. Tuttavia i suoi muscoli e il suo respirono si mozzarono di colpo, priprio quando i suoi occhi si poggiarono si du lei, la sua sposa, la sua Juliet che come uno scudo si era parata davanti al suo acerrimo nemico

-p-per uccidere lui... P-prima dovrai passare sul mio cadavere...-

Alle sue parole Ryan non riusci’ a fare altro che rimanere allibito. Perche’ la sua amata lo stava proteggendo? Perche’ continuava a farsi del male e illudersi che quel viscido mortale fosse degno di lei

-spostati Juliet. Lui non ti merita...-

-no Ryan. Io lo amo. Lo amo con tutto il mio cuore. E gli concedero’ tutta me stessa tutte le volte che lui vorra’...- nemmeno Ronnie poteva credere alle sue parole, ma nulla lo trattenne da afferrarla per i fianchi e stringere la sua schiena contro il suo petto, baciandogli una guancia fiero di quel legame indissolubile che in quel momento li stava unendo ancora di piu’. Il moro li guardo’ piu’ e piu’ volte... si chiese se quello fosse l’amore, donare la propria vita a qualcun’altro e non chiuderlo a chiave e tenerlo nascosto da tutti. Una lacrima bagno’ il suo volto, e un rossore per la prima volta illumino’ il suo pallido viso. Non aveva altra scelta... Doveva farsi da parte... E doveva fare quello che avrebbe dovuto fare tanto tempo fa, quando la sua bellissima Juliet non faceva parte della sua vita. Senza dire nulla e tantomeno richiedere attenzioni cambio’ traiettoria con il pugnale e si trafisse il petto, un colpo dritto al cuore che immediatamente lo fece battere, si per la prima volta anche lui lo senti’ battere con chiarezza... Si anche lui aveva un cuore. Si lascio’ cadere a terra mentre sentiva una voce celestiale gridare il suo nome. Vedeva tutto sfocato e sebbene non volsse crederci lei era dinuovo li... vestita di bianco che piangeva, si piangeva per lui. Sebbene non provasse nulla per quel ragazzo Juliet era pur sempre una persona che respira, vive e soffre, e anche se Ryan voleva farle del male non avrebbe permesso che morisse, perche’ anche all’essere piu’ immondo che possa esistere sulla faccia della terra e’ concesso il privilegio di vivere

-no! Ryan! No ti prego... e’ vero non ti amo ma anche tu troverai l’amore... Non morire... C’e’ posto anche per te! P-perfavore!- sussurro’ la ragazza non riuscendo piu’ a vedere nulla a causa delle mille lacrime che le appannavano la vista. Ronnie non apprezzo’ molto la loro vicinanza, ma soltanto il fatto che la sua bellissima fidanzata aveva un cuore straordinariamente grande e limpido. Ci voleva coraggio per piangere un mostro come Ryan, e la sua July era molto coraggiosa. Si lascio’ andare strusciando la schiena contro il muro per sedersi e riprendersi dopo la lunga battaglia... e si, aveva ufficialmente vinto. Il parroco lo fiancheggio’ e comincio’ ad agliutarlo, a medicargli le lesioni piu’ gravi prima dell’arrivo della polizia, ma tutto quel dolore oramai non lo entiva neanche piu’, perche’ finalmente aveva tutto quello di cui aveva bisogno, finalmente Juliet era tornata nella sua vita. Si chino’ di lato, giusto per guardarla mentre incitava il ragazzo a non addormentarsi, a non mollare, a non morire prima che potesse salvarsi. Sentendosi osservata allora la moretta lo guardo’ seduto con espressione angelicamente rilassata e felice, gioiosamente felice. Per la prima volta Ronald rivide il sorriso della sua donna, quel sorriso che era riuscito a farlo innamorare completamente di lei.

Fu proprio in quel frangente, in quel piccolo microsecondo ove tutto sembrava perfetto, ove il paradiso sembrava aver preso residenza in quella sala che improvvisamente Ryan si riprese, e Ronald vide tutto. Si, lo vide tirarsi in piedi di scatto, sfilarsi con un grido straziante il pugnale dal petto, e senza che potesse fare nulla, il moro trafisse senza pieta’ la ragazza la suo fianco. La veste candida e angelica si macchio’ di rosso, e tutto attorno sembro’ perdere colore. Gridando come mai aveva fatto Radke scatto’ in piedi afferrandola appena in tempo, prima che potesse cadere a terra; sfilo’ delicatamente l’arma e la getto’ via, lonano da loro. Stesa tra le sue braccia la moretta comincio’ a resprare faticosamente gridando e lamentandosi per il forte bruciore che le invadeva il petto; grazie a dio aveva mancato il cuore...

-s-se io muoio... Lei viene con me...- sussurro’ ridendo di gusto alla espressione totalmente disperata e angosciosa del suo avversario. Ronald le udi’ bene, gli entrarono fastidiose nelle orecchie assieme ai lamenti del suo piccolo amore che man mano gli stava macchiando le mani e i vestiti del sangue che non smetteva di fuori uscire dalla profonda ferita all’addome. Tuttavia non gli rispose, come prima cosa strappo’ un lembo della gonna del vestito da sposa e la fascio stretta, tentando di fermare quella tremenda fuori uscita. Soltanto dopo si degno’ di raggungerlo mentre esalava gli ultimi respiri steso al suolo. Con rabbia e collera lo fisso dall’alto, mai aveva provato tanto odio. Decise di non infierire sulla sua morte, tuttavia si cuccio’ su di lui e gli afferro’ con cattiveria il viso, portandolo dinnanzi al suo che ardeva

-brucia all’inferno bastardo...- sussurro’ in cagnesco prima di lasciarlo andare e tornare verso la sua fidanzata, stesa anche lei al suolo con viso pallido e occhi stanchi

-c-contaci R-Radke... portero’ i tuoi saluti a Satana verme...-

E furono con queste parole che si spense. Fu proprio con quella promessa che Ryan mori’ nel piu’ totale silenzio.

 

*Angolino di Virgy*

Solamente di due cose sono fiera:

-il bacio di Max e Amelie

-il fatto che, finalmente, quel bastardo di Ryan e' UFFICIALMENTE MORTOOO (ahah gia' vedo la mia Anzu zompettare per la gioia)

Riguardo a Ron... non so, sono un po titubante, la scelta della pugnalata a tradimento lo confesso e' una bella bastardata da parte mia... ma dovevo fare qualcosa! perdonatemi se non vi piace! T.T

recensite presto e fatemi sapere se cio' vi aggrada!

un bacino!


PS: ringrazio Hysteria; Bubu; e Guillotine per aver recensito le mie precedenti fiction! 

-V-

  
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