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Autore: Unsub    05/11/2010    2 recensioni
Lui la abbraccia e lei sposta lo sguardo verso i cespugli vicini. Rimane un attimo interdetta… non può essere.
Un urlo le esce dalla bocca e gli uccelli volano via dai rami degli alberi.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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capitolo 18 Capitolo XVIII. Fear and love

Albergo, Biloxi
-    Lo troveremo, ti giuro che lo troveremo – Sarah bisbiglia nell’orecchio di Emily.
Prentiss non riesce a reagire, il cuore si è come fermato. Si aggrappa alla sua amica e chiude gli occhi. Spera che sia solo un brutto sogno.
-    Come hanno fatto a sopraffarlo? Morgan è un tipo atletico, questi dovrebbero essere dei ragazzini! – Spencer si rifugia nella logica.
-    Dove possono averlo portato? – Hotch continua a guardarsi intorno in cerca di indizi.
Un urlo femminile dall’altra parte del corridoio fa scattare tutti. Collins è la prima che corre. Volta l’angolo e si trova davanti una cameriera spaventata che guarda dentro lo sgabuzzino. Si affaccia a sua volta, Derek è lì stesso. Tasta il collo dell’amico alla ricerca del battito cardiaco. Finalmente lo trova, debole e irregolare.
-    Chiami un’ambulanza. Subito!
Nota appena il resto della squadra che è lì in attesa. Non ci sono ferite sul corpo di Morgan, solleva leggermente una palpebra del collega. Le pupille dilatate dicono che è stato drogato. Nota un biglietto appuntato sulla camicia del ragazzo. Hotch si inginocchia accanto a loro.
-    Come sta?
-    E’ stato drogato, ma non ci sono segni di violenza.
-    Cosa dice il biglietto?
Sarah guarda Hotch negli occhi prima di darglielo. Aspetta che lui finisca di leggere e poi si volta verso il resto del team.
-    Portate Garcia in camera sua e fatele preparare le valigie.
-    Come? – la bionda informatica osserva la scena visibilmente scossa – Dove dovrei andare? Come sta Morgan?
-    Sta bene, non temere. L’hanno solo drogato. Tu torni a Quantico immediatamente – Hotch non toglie gli occhi di dosso a Collins – Prentiss e JJ accompagnatela. Noi aspettiamo l’ambulanza e andiamo in ospedale con Morgan.
JJ deve trascinare via Emily con la forza, mentre la mora continua a voltarsi verso lo sgabuzzino. Sarah sospira e fa cenno a Hotch di passare il biglietto a Spencer e Rossi.
Finalmente arrivano i paramedici che caricano Derek su una barella e lo portano via. I quattro seguono l’ambulanza in silenzio, ognuno perso dietro i propri pensieri e ragionamenti.

Pronto Soccorso, ospedale di Biloxi
Nella sala d’attesa sopraggiungono JJ, Garcia e Prentiss. Emily è ancora scossa e Sarah si alza per portarla fuori e parlarle in privato.
-    Come sta? – le trema la voce e le sue mani sono gelate.
-    Il medico non è ancora venuto a parlare con noi, ma non c’erano ferite. L’hanno drogato, ma doveva essere troppo pesante per loro, cosi l’hanno abbandonato nello sgabuzzino. Vedrai che si riprenderà – afferra le mani dell’amica e cerca di scaldarle con le proprie.
-    Io… non credo di sentirmi bene.
-    E’ la reazione alla paura, ora che l’adrenalina sta calando è normale sentirsi cosi – dicendo cosi la porta verso il distributore di caffè – Ti serve qualcosa di caldo.
-    Mi serve vederlo ed assicurarmi che sta bene!
-    Lo so, ma cerca di trattenerti. Vuoi che tutta la squadra lo sappia?
-    No – è sull’orlo delle lacrime – ma che mi importa! Voglio vederlo.
-    Tra poco ci faranno entrare. Non preoccuparti, io e Spencer distrarremo gli altri e vi lasceremo soli. Ora cerca di mandare giù questo caffè e di farti forza.
-    Come pensi di tenere lontana Garcia?
-    Con l’ordine perentorio di rientrare immediatamente a Quantico. Non preoccuparti, troverò il modo di farvi stare da soli per un po’ – Sarah le sorride e le scosta i capelli dal volto.
-    Grazie.
-    Tu faresti lo stesso per me.

-    Come sarebbe che devo rientrare subito? – Garcia è arrabbiata.
-    Sarebbe che devi rientrare subito. Cosa non ti è chiaro del concetto? – Sarah sta diventando odiosa di proposito.
-    Non me ne vado senza prima aver visto Morgan! – Penelope si sta impuntando come previsto da Emily.
-    Garcia, cerca di essere ragionevole. Tu qui sei solo d’intralcio! Sei l’unica non armata e non in grado di difendersi. Persino noi che siamo addestrati abbiamo dei problemi, guarda cosa è successo a Morgan! – Hotch ha alzato la voce senza volerlo, anche lui è scosso e preoccupato.
-    Voglio vederlo! – Garcia si sente offesa e frustrata.
-    Ti farò chiamare appena riprende conoscenza, ora fa la brava e fatti accompagnare all’aeroporto da JJ e Hotch.
L’informatica incrocia le braccia e guarda tutti loro con odio. Perché tutta questa fretta di liberarsi di lei? Sarah la trascina verso il bagno, impendendo agli altri di sentire cosa si dicono.
-    Perché mi hai portato qui?
-    Ascoltami bene. Ora noi dobbiamo concentrarci sul caso, trovare chi ha fatto questo e non possiamo fare da baby-sitter a te.
-    Perché mi tratti cosi? – Penelope è sull’orlo delle lacrime ormai – Tu sei sempre stata gentile con me e ora mi tratti cosi male?
-    Non credi che io sia preoccupata? Sono pericolosi e tu qui sei non sei al sicuro.
-    Voglio vedere Morgan.
-    Perché non vuoi renderci le cose più facili? Se Derek fosse qui ora ti direbbe di prendere quell’aereo senza fare tutte queste storie.
Penelope chiude gli occhi e una lacrima le corre sul viso. Collins ha ragione, Morgan la vorrebbe sapere protetta.
-    Hai vinto. Ma appena si sveglia fammi chiamare.
-    Promesso.

Rossi si unisce a JJ e Hotch che portano all’aeroporto Garcia. Sarah, Spencer e Emily rimangono in ospedale nell’attesa che Derek si svegli. Finalmente il dottore dice loro che possono entrare in camera. Derek è ancora intontito, il suo sguardo si illumina non appena vede i tre entrare.
-    Dove sono gli altri? – chiede aggrottando le ciglia.
-    Hanno accompagnato Garcia all’aereo – spiega Spencer – L’abbiamo rimandata a Quantico, qui stava diventando troppo pericoloso.
-    E’ stata una vera lotta riuscire a convincerla che era la cosa migliore – rincara Sarah con un sorriso – Voleva prima assicurarsi che tu stessi bene.
-    Non ha aspettato che mi svegliassi?
-    L’ho convinta che tu avresti preferito saperla al sicuro, inoltre… io e Spencer ci andiamo a prendere un caffè. Emily, ti occupi tu di lui?
Emily fa solo un cenno con la testa e rivolge loro un sorriso grato. Come i due ragazzi lasciano la stanza si siede ed afferra saldamente la mano di Morgan.
-    Deluso che non ci sia Garcia a tenerti la mano? – chiede abbassando lo sguardo.
-    Sarei deluso se non fossi tu a tenermela – risponde lui intrecciando le proprie dita con quelle di lei.
-    Ho avuto cosi paura.
Prentiss poggia la testa sul petto di Derek e da sfogo a tutta la tensione che ha cercato di trattenere. Lui le carezza piano la testa e mormora piano il suo nome. Sarah rientra furtiva nella stanza e tira le tendine prima di richiudere la porta con un sorriso malizioso rivolto all’amico che arrossisce lievemente.

-    Credi che sia il caso di lasciarli soli senza protezione? – Spencer appare perplesso.
-    Da qui vediamo la porta della camera – risponde lei appoggiandosi alla macchina del caffè – Hanno bisogno di un attimo.
Si gira a guardare Spencer. Lui le si avvicina e le carezza piano una guancia. Capisce quello che sta provando adesso Emily. Quando quell’S.I. ha sparato a Sarah con il fucile a pompa lui credeva di impazzire. Era rimasto tutta la notte al suo capezzale nella speranza che lei si svegliasse prima dell’arrivo degli altri, per avere un momento solo con lei. Sorride e pensa che in fin dei conti non c’è niente di male se sorvegliano la stanza da laggiù, lasciando a quei due un attimo per dirsi le cose veramente importanti.
-    Perché sorridi? – chiede lei sollevando un sopracciglio.
-    Pensavo che sei molto brava a capire le necessità degli altri.
-    Ti ricordi quell’S.I. che mi ha sparato?
-    Certo, credo di non aver mai avuto cosi tanta paura in vita mia – risponde lui prendendole una mano.
-    L’unica persona che volevo vedere al mio risveglio eri tu. Derek si sentirà nello stesso modo.
-    E Prentiss si sente sicuramente come mi sono sentito io. Il mio unico pensiero era di poterti parlare prima che arrivassero gli altri.
Lei sorride e lo abbraccia, nascondendo il viso nel suo petto. Rimangono cosi abbracciati osservando la camera di Derek, sorridendo al pensiero che per quanto possano essere diversi quando si parla d’amore sono in realtà tutti uguali.

Continua…
   
 
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