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Autore: visbs88    05/11/2010    11 recensioni
Degli spaccati sulla vita dei miei due personaggi preferiti della Squadra dei Sette, gruppo che adoro... Bankotsu e Jakotsu!
Genere: Azione, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bankotsu, Jakotsu, Squadra dei Sette
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vita da mercenari'
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Inaspettatamente, visbs88 ritorna!!!
Mi è venuta in mente una piccola ff di tre/massimo quattro capitoli…
Finalmente, qualcosina sulla mia amatissima Squadra dei Sette!
Degli spaccati sulla vita di questi mercenari: l’incontro tra Jakotsu e Bankotsu, la prima missione dei Sette, un’avventura e, infine, come m’immagino la loro “prima morte”.
Dedico questa storia a chi ha recensito “Un ghiacciolo in smoking” (Lulosky, mokomoko, Miss Adler, ale_chan88, serin88, lovlygirl, Mei91, Alys93, fmr18_onepiece), a chi l’ha messa nelle preferite (Alys93, Lucy94, Mei91, Michiyo_Asuka), a chi l’ha messa nelle ricordate (ale_chan88, Alys93, Michiyo_Asuka), a chi l’ha messa nella seguite (Alys93, angelika4ever, liliana87, Lulosky, Mei91, Miss Adler, mokomoko_sama, RapeChan, sharingan_92, shiroganegirl, VaMpIra89) e a chi l’ha letta!!! Grazie mille!
Cominciamo con il primo capitolo!
Buona lettura!
 
Bankotsu vagava per quel bosco sconosciuto, alla ricerca di un avversario.
Era così che viveva ormai da anni: si spostava per combattere, viveva per combattere.
Gli era giunta voce che nei dintorni di quel bosco vivesse uno strano individuo… uno strano individuo incredibilmente forte. Era tutto quello che voleva: qualcuno di potente con cui lottare, da uccidere.
Era quasi sera, il sole stava tramontando, quindi il futuro mercenario decise di accamparsi, essendo anche piuttosto stanco per il lungo viaggio che aveva appena compiuto. Una delle seccature di essere un umano.
Accese il fuoco in una piccola radura, si sedette su una roccia, posò accanto a sé la Banryu, la sua enorme spada, e tirò fuori da una piccola sacca alcune provviste. Si stava accingendo a mangiare, quando notò con la coda dell’occhio un luccichio. Fece appena in tempo a scansarsi, che una strana lama colpì il masso dove prima era seduto.
Bankotsu prese in mano la Banryu, pronto ad affrontare chiunque avesse osato cercare di colpirlo. Dalla penombra del bosco, emerse lentamente una figura abbastanza alta e sottile. A prima vista sembrava una donna… Portava sulle spalle una spada dalla lama curva.
- Maledetta, come hai osato?! – gridò Bankotsu, già pronto a uccidere quella stolta.
- Maledetta? – ripeté lei. La sua voce era roca, abbastanza femminile certo, ma una certa nota faceva pensare… - Penso che tu ti stia sbagliando…
Il ragazzo sgranò gli occhi. Quello era un MASCHIO?!?!?! Non aveva mai incontrato un uomo così, questo era poco ma sicuro. Gli occhi dello sconosciuto erano neri e scintillanti e sovrastavano due segni azzurri simili a lacrime, mentre i capelli castani erano raccolti in uno strano chignon. No, proprio non ne aveva mai visti di tipi così.
L’individuo osservava Bankotsu con altrettanta curiosità. Si vedeva però qualcosa di diverso… Improvvisamente ridacchiò in modo idiota.
- Lo sai… - sussurrò piano – sei davvero bello, ragazzino!
“Ma chi diavolo è questo?!” pensò allarmato Bankotsu. Indietreggiò di qualche passo. Lo sconosciuto l’aveva allarmato più con quella frase che con la spada.
- Che fai, scappi? – lo schernì l’altro. Poi mosse rapidamente il braccio destro, con cui teneva la propria arma. Subito, sembrò che la lama si allungasse, o meglio, si moltiplicasse, formando un lungo serpente affilato. La cosa peggiore, però, era che si piegava. Bankotsu schivò il colpo con un paio di balzi, ma fu costretto a indietreggiare. Cominciava ad arrabbiarsi.
- Vuoi davvero misurarti con me? – urlò.
- Sei uno straniero, vero? – chiese l’altro – E’ evidente… se fossi di qui sapresti chi hai di fronte.
Bankotsu sgranò gli occhi. Quel tizio voleva forse insinuare di essere l’avversario che stava cercando?
- Uhm, dalla tua espressione si direbbe che qualcosina su di me l’hai sentita, vero? – sogghignò l’individuo – Stai combattendo con Jakotsu.
Jakotsu… sì, l’aveva già sentito questo nome, proprio associato a quell’avversario che era andato a sfidare. A Bankotsu venne quasi da ridere. Quello era il potente Jakotsu? Una donnicciola, che forse aveva anche qualche problema con le relazioni con l’altro sesso? L’avrebbe ucciso in un batter d’occhio.
- Bene, Jakotsu – pronunciò con aria di scherno – Ero venuto qui proprio per combattere con te.
- Davvero ardito – commentò l’altro – Sei venuto ad abbracciare la morte, allora. Lei ha così voglia di abbracciare te – e così dicendo lanciò uno sguardo di desiderio al povero mercenario, che rabbrividì sentendo il tono di voce.
- Basta, mi hai stancato! – gridò Bankotsu. Poi si scagliò rapidamente contro l’avversario.
Dovette retrocedere, per via della spada. Dannazione, questa sì che era una situazione complicata. La sua Banryu era fatta per il corpo a corpo, non era in grado di lanciare attacchi a distanza. L’arma di Jakotsu, invece, teneva l’avversario lontano, e inoltre non era possibile prevedere i colpi. Beh, allora bisognava fare sul serio.
Bankotsu balzò nuovamente in avanti, schivò le lame serpeggianti con salti incredibili e si avvicinò all’altro, che però balzò all’indietro. Il futuro capo della Squadra dei Sette però era più veloce. Fece roteare la Banryu e la abbatté su Jakotsu, che sollevò la Jakotsu-to (quello era il nome della sua spada) appena in tempo per parare il colpo. I due si guardarono in faccia.
- Sì, sei davvero bellissimo – mormorò il ragazzo dagli occhi neri, leccandosi le labbra rosse – Voglio bere il sangue che uscirà dalle tue ferite…
Bankotsu menò un altro fendente. Ormai era furibondo.
- … voglio vederti soffrire ed implorarmi…
I futuri mercenari continuavano a combattere, il ragazzo con la treccia avanzando, l’altro retrocedendo, cercando lo spazio per poter usare la sua spada.
- … voglio baciare le labbra fredde del tuo cadavere…
- BASTA!
L’urlo carico di rabbia di Bankotsu spaventò, suo malgrado, Jakotsu, che approfittò di quell’attimo per allontanarsi e menare un colpo. La lama pieghevole colpì Bankotsu alla spalla destra, strappandogli un gemito di dolore mal represso.
L’altro gioì, l’espressione sofferente che per un attimo era comparsa sul volto del giovane dagli occhi blu era meravigliosa… voleva vederla ancora!
Tentò di dare un altro colpo. Bankotsu schivò.
Continuò così a lungo, per parecchi minuti. Jakotsu credeva di avere la partita in pugno. Peccato però che il suo giudizio fosse un po’ troppo affrettato.
Il giovane con la treccia scattò, ad una velocità mai vista, con un paio di balzi, vicino all’altro, cogliendolo totalmente di sorpresa. Reso furioso dalla ferita e dalle parole di Jakotsu, con la Banryu lo disarmò. La Jakotsu-to si conficcò su un albero lontano. Il suo proprietario cadde per terra, ancora confuso. Si vide l’arma di Bankotsu puntata alla gola.
- Uccidimi – disse tranquillamente – Mi hai sconfitto, sei stato il primo a farlo. Forza, uccidimi. Ne hai il diritto.
L’altro, tuttavia, esitava. Quella totale assenza di paura nell’altro lo disorientava. Inoltre, anche se non l’avrebbe mai ammesso, Jakotsu era stato davvero in grado di ostacolarlo, molto più di quanto avesse previsto… dannazione, era pure riuscito a ferirlo! Fissò negli occhi lo sconfitto, lo guardò in quegli occhi neri così tranquilli… per un motivo sconosciuto, per la prima volta in vita sua, gli mancò la forza di dare il colpo di grazia. Jakotsu era stato forte, era coraggioso… era un valoroso, per dirla con una parola. Bankotsu non amava molto uccidere i valorosi.
Lo sconfitto sgranò gli occhi quando vide il ragazzo voltargli le spalle e caricarsi la Banryu in spalla, dicendogli:
- Vattene. Non ti voglio più vedere in vita mia. La prossima volta non sarò così clemente.
Jakotsu si alzò a sedere, mentre guardava Bankotsu allontanarsi.
- Aspetta!
Il futuro capo della Sette si voltò infastidito. Cos’altro voleva, quello scocciatore?
- Permettimi di seguirti.
Questa poi… Il ragazzo non si diede nemmeno la pena di rispondere. Sbuffò, poi riprese a camminare.
- Ehi, sto parlando con te! – gridò ancora Jakotsu.
- Lasciami in pace – borbottò il giovane. Proprio non aveva voglia di portarsi dietro uno così: donnicciola e gay.
- Non lo farò.
- Ti serve un’altra lezione, per imparare? – sbottò scocciato Bankotsu. Si voltò nuovamente: l’altro era pochi passi dietro di lui. Non aveva con sé la spada.
- Dico sul serio, voglio seguirti – lo sguardo scintillante di quel tizio lo impressionò: maledizione, faceva davvero sul serio… Bankotsu pensò al suo desiderio, diventare celebre, potente, incutere paura… forse, con un alleato sarebbe stato più facile… e Jakotsu non era certo debole… NO! Che diavolo stava pensando?!?!
- Anche io dico sul serio: SPARISCI – sibilò.
L’altro alzò le spalle, poi si girò e si allontanò. Bankotsu sospirò di sollievo: finalmente era riuscito a liberarsi di quello strambo.
Troppo bello per essere vero.
Ed infatti non lo era.
Jakotsu era andato solo a riprendersi l’arma, prima di mettersi a seguire convinto l’altro ragazzo, che frenava il nervosismo a malapena. Continuava a camminare, sentendo il gay (ormai l’aveva battezzato così) seguirlo a breve distanza. Cercò disperatamente di ignorarlo, senza però riuscirci pienamente. Forse, pensava, si sarebbe scoraggiato, se non gli avesse dato retta.
 
Il giorno dopo, quando Bankotsu si fermò circa a mezzogiorno per mangiare, Jakotsu lo seguiva ancora. La pazienza del futuro capo dei Sette era agli sgoccioli. Aveva camminato tutta la notte per cercare di seminarlo ed ora aveva un sonno tremendo, ma non poteva certo dormire tranquillo con quello strampalato vicino! C’era il rischio… brr, gli vennero i brividi solo a pensarlo!
Sospirò, voltandosi verso il gay che lo fissava tranquillamente.
- Avanti, dimmi quando vuoi continuare ancora questo stupido gioco – disse rassegnato.
- Questo stupido gioco non avrà mai fine, perché ti seguirò sempre – rispose deciso Jakotsu.
“Bella prospettiva” pensò inorridendo il ragazzino.
- Ammettilo, anche tu vuoi che io ti segua – proseguì la “donnicciola” – avresti potuto uccidermi quando mi hai sconfitto e non l’hai fatto. Avresti potuto liberarti in qualsiasi momenti di me e non l’hai fatto. Perché? Se ci pensi, potremo diventare grandi insieme. Siamo forti. Tu sei forte. Diventeremo temuti.
Bankotsu si girò, non voleva che l’altro vedesse quanto i suoi occhi blu scintillassero  alla prospettiva di poter essere temuto, di uccidere, di mostrare la sua forza al mondo. “Dagli una possibilità” gli sussurrò una voce nel cervello “Provaci, almeno”.
- Va bene.
- EH? – chiese Jakotsu. Era bastato poco per far cambiare idea al bel ragazzino!
- Ti ho detto che va bene, potrai seguirmi. Ma fai solo un passo falso, e non la passerai liscia – rispose Bankotsu, cercando di fare il duro. Impresa difficile, con uno così.
- Grazie mille, fratellone! – gridò Jakotsu, in preda all’euforia. Il giovane con la treccia si sottrasse per un pelo all’abbraccio dell’altro.
- Questo in futuro varrà come passo falso, ti avverto – ringhiò – E perché mi hai chiamato fratello?
- Beh, potremmo iniziare a considerarci tali, no? – sorrise il gay, tutto contento.
“Se non altro, se mi considera un fratello non ci proverà…” pensò Bankotsu.
 
To Be Continued…

 
Uff, che faticaccia ^.^ però l’ho finito!!!!
Mi sembra che faccia mooolto più schifo di ciò che ho pubblicato in precedenza, recensite anche per dirmi che ho ragione please!
Per quanto riguarda Bankotsu… che ci volete fare, io lo vedo come un super figo *.* con gli occhioni blu e la treccia *.* e spero di aver mantenuto bene il personaggio di Jakotsu, mi sembra di aver fatto meglio con lui che con Ban…
Mi scuso per eventuali ripetizioni, ma i sinonimi sono stati ardui da trovare…
Bene, ditemi che ne pensate di quest’ultima ff!!!!
Grazie mille di già!!!
Visbs88
P.S.: non so quanto velocemente riuscirò ad aggiornare, sono impegnata anche con un’altra ff, quindi mi sa che dovrete aspettarmi un po’… sorry!
   
 
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