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Autore: Cheonefer86    05/11/2010    0 recensioni
Una raccolta di storie che partecipa ad un Concorso del Magie Sinister Forum, con protagonista principale Severus. Ogni storia ha un tema diverso e diversi personaggi affiancheranno il Potion Master.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Da VII libro alternativo
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C’è una strana quiete intorno a me, un silenzio quasi irreale

Nota: storia scritta per il secondo turno del concorso “Lotta all'Ultimo Inchiostro” del Magie Sinister Forum (http://magiesinister.forumcommunity.net/) sul tema “Severus ricoverato al San Mungo”.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti.

I personaggi originali e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Bianco Dolore

 

C’è una strana quiete intorno a me, un silenzio quasi irreale.

D’un tratto una fitta lancinante percorre le mie membra facendomi contorcere e gridare appena.

Apro gli occhi un istante e un odore nauseabondo invade le mie narici: odore di sangue.

Il mio.

Lo sento pulsare potente sulla mia giugulare, cerco di allungare una mano verso di essa, ma mi sento vuoto, spossato, senza più forze; si stacca di qualche centimetro dalle candide lenzuola, ma ricade come morta.

Qualcosa mi stringe la gola.

Credo sia una benda.

Non ricordo nulla, solo visioni frammentate della Stamberga, del Signore Oscuro e… Nagini…

Sento i suoi denti ancora conficcati nella mia carne e una leggera nausea m’assale.

Perdo nuovamente i sensi.

- Severus!

- Albus? – chiedo stupito – Sono finalmente morto, vero?

- Oh no, Severus, sei solo un po’ malandato.

Lo vedo sorridere, quel suo sorriso sempre così spensierato.

Riapro gli occhi come se quella voce mi avesse infuso calore e vita.

Riapro gli occhi e lui non c’è più.

Un triste velo di malinconia mi pervade e una fitta di dolore mi gela il cuore, un dolore profondo, un dolore atroce per aver ucciso quel sorriso… per sempre.

Sento ancora il mio corpo vuoto, debole, sembro quasi un burattino, la mia mente è ancora vigile, ma il mio corpo non risponde ai suoi comandi.

Dovrei essere morto, non inchiodato in questo letto d’ospedale!

Alzo appena la testa dal cuscino per riuscire a capire da dove provengono queste voci.

Cosa diavolo è questo baccano! Non lo sanno che siamo in un ospedale?

Poi mi volto e tra una densa nebbia che appanna la mia vista, li vedo: i suoi occhi, luminosi come un astro, preziosi come lo smeraldo che gli ha rubato il colore.

- Li… Lily! – le parole mi muoiono in gola.

- Mi dispiace, professore, non… non sono lei. - e vedo gli occhi di Harry, gli occhi di Lily che diventano lucidi per la mia accorata richiesta rimasta sulle labbra, ma uscita potente dal mio sguardo.

Lily, l’amore a cui sono stato fedele e legato per tutta la vita.

Lily, la mia dannazione e il mio amore.

Dannazione, non posso parlare, altrimenti lo caccerei via da questa stanza!

Dannazione, sarei dovuto morire con il dolce ricordo degli occhi della mia amata e invece sono qui, su questo dannato letto di questo dannato ospedale a guardare il figlio che avrei voluto fosse il mio.

Mi giro dando le spalle al ragazzo e chiudo gli occhi cercando di rimanere solo, cercando di erigere nuovamente quella barriera che mi sono costruito negli anni.

La solitudine è stata la mia fedele compagna di vita, nemmeno la morte ha deciso di prendere il mio inutile corpo, un’esistenza triste e solitaria la mia.

Odio questa stanza, così luminosa e così bianca.

Odio gli ospedali, mi ricordano mia madre piangente e dolorante che aspettava di essere assistita.

Odio la mia vita!

- Grazie!

Una semplice parola spezza il silenzio.

Una semplice parola mi fa credere in qualcosa.

 

 

   
 
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