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Autore: Giulia K Monroe    06/11/2010    12 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Come promesso nella mail che ho mandato a tutte/i voi lettrici/lettori, eccomi tornata!
Lo so, come sempre è passato davvero troppo tempo, ma oramai la smetto di scusarmi, penso che anche voi siate stufe di leggere le mie giustificazioni x3
Penso, però, che l’importante sia dare un degno finale a questa storia e, anche se oramai va avanti da ben due anni (wow, non ci credo che sono due anni che mi diverto in compagnia di Alexis, Draco, Blaise, Harry, Diamond e tutti gli altri ç___ç), la fine non è ancora vicina xD
Ma spero che voi continuiate a seguire questa storia insieme a me, anche se dovesse durare un altro anno! *_*
Detto questo, vi lascio immediatamente al tanto aspettato capitolo, facendo solo dei ringraziamenti ufficiali a tutte le persone che hanno recensito (siamo arrivati a 151 recensioni, davvero: non me lo sarei mai aspettato *_*), a tutti quelli che hanno aggiunto e che aggiungeranno la mia storia tra preferiti/seguiti/ricordati, e a tutti coloro che, nel silenzio, continuano a seguirmi.

Grazie mille a tutti! <3

 Dunque, spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!

Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando! In questo periodo di totale stress scolastico, ho davvero bisogno delle vostre recensioni per andare avanti con la scrittura!

 
Un bacione.

 

Giulia.

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 

Capitolo XXVII
Serpeverde VS Grifondoro

 

 

 

 

 

 

Ancora con il fondoschiena sul freddo pavimento e le mani immobilizzate nell’atto di massaggiarsi la parte dolorante, Alexis Lily Potter osservava, con enormi occhi di smeraldo, aperti nell’espressione più stupita che possedesse, Lucius Malfoy.
E non era perché catturata dalla sua matura bellezza affascinante; né per i lisci capelli che sembravano catturare, con lieve bagliore argenteo, tutti i raggi del sole che entravano a scaldare il corridoio; e neanche per quello sguardo affilato e tagliente, che era così simile a quello che aveva ormai, incondizionatamente e senza remore, imparato ad amare.
Solo che, ritrovarsi il padre del suo ormai ufficiale ragazzo, nel corridoio, all’improvviso, avrebbe scioccato chiunque.
Lucius la osservò dall’alto, un fine sopracciglio sollevato; le labbra fine appena serrate. Con una gentilezza che non gli apparteneva più da anni, ormai, si chinò appena in avanti e le porse una mano affusolata, ricoperta da un guanto di pregiata pelle nera. Più in imbarazzo di quanto avesse desiderato sentirsi, Alexis posò le piccole dita sul palmo dell’uomo, che le strinse delicato e la sollevò, senza sforzo, lanciandole un’occhiata strana.

Che fosse il padre di Draco, non c’era alcun dubbio.
La ragazza ritirò la mano, a disagio, e mentre le guance le si tingevano appena di un rosso timido, gli occhi le si abbassarono verso il pavimento, osservando, con un interesse evidentemente innaturale, la punta lucida delle scarpe nere di Lucius.
-Mi dispiace, signore.-
Si scusò, stringendo le mani in grembo.

Bel modo di conoscere il padre del proprio ragazzo.
-Tranquilla. Solo, la prossima volta, stai più attenta a dove metti i piedi.-
Si limitò a risponderle lui. La sua voce era dura ed elegante al tempo stesso, e suonava fredda come cristalli di ghiaccio appena infranti su un pavimento di marmo.
Alexis annuì, per poi rialzare lo sguardo su quello del signor Malfoy, la cui attenzione, ora, era stata catturata da qualcosa alle sue spalle.

O peggio, qualcuno.
La voce che la raggiunse, un istante dopo aver formulato quel pigro pensiero, le fece salire un brivido lungo tutta la spina dorsale e, contemporaneamente, le gelò il sangue nelle vene.
-Padre.-
Era carica di rispetto, in quella semplice parola, appena strascicata. Alexis si voltò di scatto verso Draco e i capelli, divisi in morbidi boccoli ordinati, tanto scuri da sembrare dolci grappoli di more, le danzarono sulle spalle. Il ragazzo si avvicinò con passo lento e sinuoso, affiancandola; non si manifestò in alcun gesto di affetto, solo una semplice occhiata e un veloce sfiorare di gelide dita sul piccolo dorso.
-Draco.-
Lo salutò Lucius.
Il ragazzo si voltò verso Alexis e, privo di qualsiasi espressività, si limitò a fissarla.
-Vedo che hai conosciuto mio padre.-
Asserì, senza apparente interesse. Lei lo osservò, scegliendo di non correggere la sua frase con il più giusto “Veramente gli sono appena finita addosso.”
Non fece in tempo a rispondere in un modo più adeguato, che Lucius la precedette.
-Chi è la tua amica, Draco?-
Gli domandò e la sua voce, carica di esperta apatia, risuonò come il più severo ordine, impossibile da disobbedire.
Alexis lanciò un’occhiata al ragazzo; poi si voltò verso il padre e le sue labbra di albicocca si tesero in un sorriso delicato.
-Alexandra Black, piacere di fare la sua conoscenza.-
Si presentò, garbata, accennando ad un inchino appena e porgendogli la mano. Lucius la squadrò, con un’occhiata a metà tra lo stupito e l’infastidito e non accennò a ricambiare la stretta; la gentilezza l’aveva consumata tutta con il gesto di poco prima. La piccola mano pallida rimase sospesa nel vuoto per qualche secondo, prima che la sua proprietaria distogliesse lo sguardo, nervosa, e la riportasse al suo fianco. Solo sentire le dita di Draco che la sfiorarono appena, per una frazione di secondo, riuscì a farla calmare.
-E’ così è lei, Alexandra Black.-
Il tono con cui lo aveva detto, non lasciava presagire nulla di buono. Alexis alzò lo sguardo, fino ad incrociare l’occhiata diffidente di Lucius Malfoy.

Smeraldo coraggioso contro argento sprezzante.
-Sì.-
Fredda e concisa, la sua voce era risuonata anche troppo sicura, nel silenzio pomeridiano del corridoio. Gli occhi decisi si erano voltati a fronteggiare Lucius Malfoy, le iridi luminose colorate di sfida. L’uomo si era limitato a fissarla, impassibile; lo sguardo di specchio era sceso a studiarla con una lunga occhiata a metà tra lo stupore e l’irritazione.
Dopo essere riuscita a sostenere quegli occhi autoritari per quasi un minuto, Alexis distolse lo sguardo e, lenta, si voltò verso Draco, che osservava il padre con espressione dura; gli occhi rilucevano di una strana scintilla, impotente; la mascella contratta lasciava guizzare un muscolo teso su di una guancia pallida. La ragazza ebbe la voglia improvvisa di alzare una mano e sfiorare quel tendine, per lisciarlo delicatamente; riuscì a controllarsi, non ritenendola una mossa saggia.
-Ehm…Vado sugli spalti, tu e tuo padre avrete cose private di dirvi. Io…Buona fortuna per la partita.-
Si limitò a dire, catturando la sua attenzione per il solo istante che serviva a lanciarle un’occhiata strana e ad annuire appena. Lei gli sorrise e poi si voltò verso Lucius, con un inchino rispettoso, che suonava tanto di ironia mal celata.
-E’ stato un piacere conoscerla, signor Malfoy.-
Lo salutò. L’uomo non ricambiò, limitandosi a fissarla, ora pensieroso.
Un’ultima sfiorata delicata di dita affusolate su di un palmo contratto a pugno, e Alexis corse via, dirigendosi verso il giardino di Hogwarts.
Dopo qualche minuto di costretto silenzio, Draco si voltò a fronteggiare il padre, le mani ancora strette in due pugni, tanto contratti da far risaltare i tendini e le vene azzurrine sotto la pelle diafana.
-A cosa devo l’onore di questa visita, padre?-
Il tono era meno freddo di quanto avesse desiderato, troppo remissivo e rispettoso per mostrarsi con la sua vera intenzione. Lucius abbassò lo sguardo su quello del figlio e gli sorrise magnanimo.
-Sono venuto per vederti giocare a Quidditch.-
Mormorò, ancora con il pensiero lontano. Poi, gli occhi – di un argento meno vivo, quasi sbiadito, rispetto a quelli del figlio – brillarono di una luce cattiva. Un ghigno sghembo gli colorò le labbra mentre, lentamente, si abbassava appena, per essere alla stessa altezza di Draco.
-Devi permettermelo, dopo che ho speso fior di Galeoni per comprarti l’ammissione.-
Soffiò, con voce vellutata, dolce come veleno di acrumantola.
Gli occhi di Draco si ridussero a due fessure; serrò la mascella tanto forte da farsi male; le mani si strinsero con tanta violenza, che perse la sensibilità alle dita.
In quel momento, avrebbe voluto dirgli tante cose; ma se c’era una cosa che Draco Malfoy aveva imparato di suo padre, era che credeva poco alle parole e pretendeva solo fatti. Così, ingoiò un fiume di frasi e insulti, accrescendo la rabbia che sentiva scatenarsi nel petto, attraversato da lunghe e calde fitte dolorose.

Avrebbe sfogato tutto alla partita, dimostrando a suo padre e a tutti coloro che ne dubitavano che lui, l’ammissione, se l’era meritata davvero, con o senza la sua generosa donazione.
Lucius lo scrutò negli occhi per qualche altro secondo, prima di sollevarsi e sorpassarlo, con disinteresse.
-E mi raccomando, non rendere questo mio viaggio fino ad Hogwarts privo di senso.-
Aggiunse. Draco neanche si voltò a guardarlo; le spalle avevano preso a tremargli appena, per la rabbia.
-E la mamma?-
Riuscì a domandare infine, quando fu sicuro di riuscire a controllare il tremolio della sua voce. Lucius si arrestò, ma entrambi rimasero di spalle, senza degnarsi ulteriori attenzioni che semplici parole.
-Sarebbe voluta venire, ma non ha potuto.-

Non glielo hai permesso.
Avrebbe voluto rispondere il ragazzo, ma preferì, saggiamente, tacere. Quelli erano discorsi privati, da non affrontare certamente nel corridoio di una scuola dove, chiunque, poteva udirli.
-Ho capito.-
Si limitò quindi ad asserire, traendo un profondo respiro, che lo aiutasse a dissipare la rabbia.
-Ti ha scritto una lettera e mi ha chiesto di consegnartela.-
Aggiunse Lucius e, solo allora, Draco si voltò di scatto, ritrovandosi a fissare la schiena ampia del padre, sulla quale ricadeva, con eleganza, una mantella nera di pregiato tessuto.
-Una lettera?-
Si informò e Lucius si strinse nelle spalle, con nonchalance, riprendendo a camminare.
-Te la darò finita la partita…non vorrei creare futili distrazioni.-
Asserì apatico, scomparendo dietro l’angolo e lasciando Draco da solo, con una rabbia in corpo paragonabile quasi a quella che aveva provato, tempo addietro, nel venir rifiutato dal famoso Harry Potter, o nel vedere Alexandra Black difendere quel buono a nulla.

Un potente pugno saziò il silenzio.

L’aria gelida della stagione invernale fece maledire mentalmente il buon nome di Merlino ad Alexis che, salendo la scalinata degli già affolati spalti del campo di Quidditch, si era ritrovata investita da un vento che, oltre a scombinarle i capelli in maniera improponibile, le aveva quasi assiderato le gambe, coperte solo da uno strato leggero di calze chiare.
-Ehi, Alex! Siamo qui!-
Diamond si era alzata e ora sventolava le braccia energica, indicandole un posto accanto al suo. La raggiunse, con una certa fatica nel passare tra gli studenti già seduti ed emozionati per la partita. Stendardi, striscioni e manifesti volteggiavano in aria per opera di qualche fedele tifoso e i colori delle due squadre si libravano nel cielo, quasi a competere anche loro.

Verde contro Rosso.
Oro contro Argento.
Serpeverde contro Grifondoro.
Harry contro Draco.

Sarebbe stata una partita interessante, anche se Alexis avrebbe, in cuor suo, tifato per entrambe le squadre. Non poteva scegliere, in fondo, tra l’amore per il fratello e quello per il ragazzo.
Prese posto accanto a Diamond e subito sotto Blaise. La bionda la abbracciò con entusiasmo e lui si limitò a sorriderle e a lasciarle una carezza sulla testa.
-Che giornata eh!-
Esclamò Diamond, che da brava tifosa brandiva una bandiera enorme e aveva due strisce di colore verde e argento su entrambe le guance. Nott, ancora ufficialmente il suo ragazzo, era seduto accanto a lei e le lanciava qualche bruna occhiata, a metà tra il divertito e l’esasperato. Sì, bhe, Diamond Anne Cherin faceva quell’effetto a tutti.
-Già…Una giornata importante.-
Asserì Alexis, con aria pensierosa.
-E’ la prima volta che ti vedo ad una partita di Quidditch, Black.-
Osservò Nott e lei si voltò a guardarlo, sorridendo pigramente; i suoi pensieri erano lontani, rivolti ancora ai due Malfoy.
-Sì, è la prima volta, in effetti. Ma Draco mi ha praticamente obbligata a venire.-
Annuì, lasciandosi andare ad una risata un po’ forzata che riuscì a contaggiare tutto il gruppo.
-Non ha ancora imparato a chiederti le cose con la dovuta gentilezza, vero?-
Sogghignò Blaise e lei piegò il capo all’indietro per poterlo vedere e poi scosse la testa, con un sorriso più vero.
-Ci riuscirà, non demoralizzarti.-
La rassicurò, lasciandole un buffetto sulla guancia. Lei si limitò ad annuire.
-In ogni caso…ti manca ancora una cosa: non puoi fare il tifo per il tuo Malfoy così!-
Dichiarò Diamond, lanciandole una lunga occhiata. Alexis si voltò a guardarla, la fronte corrugata. La biondina non gli diede il tempo di replicare che già stava frugando nella sua borsa. Niente riuscì ad impedirle di disegnare due strisce verde-argento sulle guance della povera Potter.
-Ecco, ora sei perfetta!-
Trillò soddisfatta, battendo le mani. Alexis scosse la testa e sospirò divertita.
-Grazie davvero, Diamond.-
Asserì con un’ironia che non venne colta. Quella si limitò a darle una pacca sulla spalla, tutta soddisfatta; poi si voltò verso Blaise, circondato come sempre dal suo “piccolo” fan club, che occupava quasi tutta la fila di spalti sopra. Il sorriso che gli rivolse era tutt’altro che rassicurante – e un ringhiare profondo scaturì da qualche dolce boccuccia femminile.
-Tocca a te ora, Zabini.-
Ghignò maligna, avvicinandosi con le mani sporche di trucco. Blaise spalancò gli occhi, prima di lanciarle un’occhiataccia minacciosa.
-Prova a toccare il mio bellissimo viso con…quella roba…e potresti trovarti senza dita, Cherin.-
La avvertì, tirandosi appena indietro per non venir sfiorato neanche per sbaglio.
-Oh. Che. Paura.- lo schernì, ridacchiando e avvicinandosi ancora –Dai, fatti bello per la tua squadra!-
Blaise tirò indietro un lembo di mantello che rischiava di venir sporcato.
-Cherin: io sono sempre bello.-
Puntualizzò, passandosi una mano tra i capelli. Quando la biondina si avvicinò ancora, lui balzò in piedi, per tenere il viso ad almeno trenta centimetri d’altezza rispetto alle mani di Diamond.
-Nott, ferma la tua ragazza o potrei farle del male!-
Lanciò un’occhiata al ragazzo, che sghignazzò divertito.
-Paura del trucco, Blaise?-
-E se la tua ragazza rimanesse senza dita, che ne dici, Theodore?-
Frecciò serio, facendo per estrarre la bacchetta.
-Non oseresti davvero, Zabini.-
Lo sfidò, lo scintillio d’ilarità ancora acceso negli occhi scuri.
-Mi conosci, Nott: ucciderei per un viso perfetto. La fortuna è che io lo abbia già.-
Sogghignò, prendendosi il mento con una mano e facendo sospirare il suo fan club. Diamond, ignorando le loro battute, si stava avvicinando ancora, quando Theodore prese la saggia decisione di circondarle la vita con le braccia e riportarla seduta. Non credeva che Blaise avesse davvero intenzione di farle del male…ma quando si trattava di lui, niente era certo.
Diamond si dibattè tra le sue braccia e si calmò solo con un profondo bacio e il permesso di colorare almeno le guance di Theo.
Alexis si era limitata a ridere di quella situazione, senza intervenire; la sua attenzione, infatti, era appena stata catturata da una figura ammantata di nero, che si era seduta tra i professori: Lucius Malfoy. Le sembrò che guardasse in sua direzione, ma forse era solo paranoica.
Si riscosse solo quando sentì due mani sfiorarle appena le spalle e poggiarle sopra qualcosa di morbido, profumato ma soprattutto…caldo. Si voltò, per lanciare un’occhiata di gratitudine verso Blaise, che le aveva prestato il suo mantello.
-Stavi tremando.- si giustificò con un sorriso –Dovresti imparare a vestirti un pochino più pesante, piccola Black: già sei cagionevole di salute, così troverai la morte molto presto!-
Scherzò e lei rise, scuotendo la lunga chioma di boccoli.
-Scemo!-
Gli diede un leggero colpo su di una gamba e lui le fece una smorfia.
Poi, veloce come un fulmine a ciel sereno, un’idea le balenò nella mente. Si accostò di più contro le gambe di Blaise, poggiando le braccia incrociate sulle coscie e voltandosi quasi completamente – meritandosi per questo occhiatacce e maledizioni sussurrate; gli fece cenno di avvicinarsi con il viso, per dirgli una cosa. Lui si accostò, le eleganti sopracciglia corrugate.
-Tu conosci il padre di Draco?-
Gli domandò, sottovoce. Lui la guardò sorpreso, chiedendosi in cuor suo, da dove gli fosse spuntata quella curiosità. Alla fine alzò entrambe le sopracciglia e scrollò le spalle.
-Sì, certo.- si limitò a rispondere, con semplicità; poi sogghignò divertito –Tu e Draco già pensate alle presentazioni ufficiali?-
La prese in giro, ma lei non ne rise. Abbassò lo sguardo e un rosso vivo le colorò le guance pallide, andando a contrastare in modo osceno con quelle strisce verde-argento.
-L’ho conosciuto oggi.-
Sussurrò, mordicchiando il labbro inferiore, a disagio.
Blaise strabuzzò gli occhi.
-Che?!-
Squittì incredulo. Lei gli fece cenno di abbassare la voce e, guardandosi intorno, fu contenta di vedere che il chiasso avesse coperto quel gridolino.
-Ssssh…Abbassa la voce. – lo rimproverò – Comunque, non credo di avergli fatto una buona impressione.-
Aggiunse, prendendo a torturarsi le mani in grembo. Lui la guardò accigliato.
-In che senso?-
Alexis storse le labbra.
-Gli sono finita praticamente addosso.-
Blaise dovette fare uno sforzo enorme per non scoppiarle a ridere in faccia.
-Bel modo di presentarsi.-
Non riuscì però a trattenersi dal prenderla in giro, meritandosi per questo un’occhiataccia. Alexis sospirò e poi mise il broncio, avvilendosi sulle sue ginocchia.
-E’ stato un incidente.-
Biascicò, gonfiando le guance, prima di lasciarsi andare ad un altro respiro profondo. Blaise ridacchiò, intenerito, e le accarezzò la testa.
-E mi ha guardata come se fossi la cosa più…intuile del mondo.-
Aggiunse, socchiudendo gli occhi. Lui le prese il mento con una mano e la costrinse a guardarlo.
-Alexandra, non avvilirti: Lucius Malfoy guarda così chiunque.-
La informò con un sorriso e lei non potè fare a meno di ricordarsi di come, alla stessa maniera, avesse riservato il medesimo sguardo anche a Draco, che era suo figlio.

Non doveva essere per niente facile essere il figlio di Lucius Malfoy.
Quella constatazione, comunque, non riuscì a farla sentire meglio e un nuovo sospiro abbandonò le sue labbra di albicocca.
-Per quanto mi odierà?-
Blaise ridacchiò, scombinandole i capelli, la cui forma era già stata messa a dura prova dal vento invernale.
-Mah…Una decina d’anni e potrai sperare in un saluto cordiale.-
La prese in giro, sghignazzando. Riuscì a farla ridere e si meritò anche un pizzicotto sulla coscia.
-Grazie, Blaise.-
-Figurati, piccola.-
Ebbero solo il tempo di sorridersi, prima che Madama Bumb si levasse in alto, sulla sua scopa, per attirare l’attenzione di tutti.
Alexis si voltò, per osservare le due squadre entrare in campo, cavalcioni delle proprie scope. Il suo sguardo fu catturato da due figure in particolare: i cercatori.
Avevano lo stesso ruolo, ma non sarebbero potuti apparire in modo più diverso.
Harry James Potter era sicuro, mentre con decisione si teneva cavalcioni della sua scopa da corsa; il vento finiva il compito di scompigliarli i capelli e i muscoli della pelle bronzea si contraevano esperti per assecondare i suoi movimenti; la divisa dorata e scarlatta, scendeva perfetta sul suo corpo allenato, regalandogli una luminosità degna del sole.
Draco Lucius Malfoy era leggiadro e sedeva sulla sua fiammante Nimbus 2001 con un’eleganza innata; i capelli erano trattenuti dalla solita mano di gel, lasciando scoperto il viso pallido e dai lineamenti affilati; la divisa verde e argento delineava ogni muscolo teso dell’ampia schiena, donandogli il fascino e la raffinatezza della luna.
C’era solo una cosa che li rendeva uguali: lo scintillio carico di eccitazione e serietà negli sguardi accesi.
Erano come due facce della stessa medaglia, così vicini eppure così diversi.

Il giorno e la notte.
Il sole e la luna.
Il dolce e il salato.

Il grifone e il serpente.

Chi avrebbe vinto?
Madama Bumb, dopo le solite raccomandazioni, diede finalmente inizio alla partita.
Seguendo i movimenti veloci dei giocatori e la brutalità con cui alcuni di loro si colpivano o lanciavano le varie palle, Alexis si chiese come poteva la gente apprezzare quel gioco; a lei, sinceramente, non piaceva. Ma, forse, era solo influenzata dal fatto che odiava la violenza e odiava volare, due caratteristiche necessarie, per apprezzare a fondo il Quidditch. Tutti, intorno a lei, urlavano e incitavano la propria squadra alla vittoria; Theodore grugniva, di tanto in tanto; Diamond urlava e saltava – abbracciandola stretta- ogni qual volta Serpeverde segnava un punto –e quella era già la nona volta; il fan club di Blaise schiamazzava come uno stormo di civette in calore, mentre lui osservava impassibile la partita, limitandosi ad applaudire con eleganza ogni volta che la Pluffa entrava nell’anello dei Grifondoro. Dal canto suo, Alexis teneva gli occhi incollati su Harry e Draco, pregando gli dei che non cadessero dalla scopa…o non si facessero troppo male. Però, doveva ammettere che osservarli era qualcosa di ipnotico; possedevano un carisma e una sicurezza che riusciva a trasportarti e incantarti, mentre volteggiavano qua e là per il campo, alla ricerca del Boccino D’Oro. Ogni tanto si fermavano e li vedeva scambiarsi qualche battuta – sicuramente di scherno, conoscendoli. Per lo meno, la cosa rassicurante era che non potevano buttarsi giù dalla scopa a vicenda…o almeno lo sperava!
Poi, all’improvviso, una delle palle marroni cominciò a seguire Harry per tutto il campo. Allarmata, Alexis si voltò verso Blaise, che osservava la scena interessato.
-Che cos’è quella cosa? E perché si comporta così?-
Gli domandò, cercando di far passare la sua preoccupazione come semplice curiosità. Blaise abbassò lo sguardo per osservarla e le sorrise.
-Quello, mia cara Alexandra, è un bolide. Sono palle molto violente e pare che il nostro Potter se ne sia beccata una proprio insistente…-
Le spiegò, cantilendando l’ultima parte della frase e tornando a guardare la partita, con una strana luce negli occhi di zaffiro.
-Spero che gli faccia male, così per un po’ non saremmo costretti a vedere la sua brutta faccia in giro.-
Grugnì Theodore; Tiger e Goyle, al suo fianco, risero tonti, annuendo.
Alexis trattenne il fiato e si fece, di colpo, interessatissima alla partita; Harry era abile e fuggiva al bolide con maestria, ma quello sembrava non volersi arrendere e lo seguiva violento, scontrandosi con gli spalti e distruggendo parte del perimetro del campo; quando Harry sfrecciò vicino alle tribune di Serpeverde, il bolide si schiantò poco distante da Alexis e compagnia, facendo schiamazzare il fan-club di Blaise.
-Sfregiato, attento a dove vai! Fatti ammazzare, ma non ci coinvolgere!-
Gridarono Tiger e Goyle agitando i grossi pugni minacciosi.
Alexis li ignorò e, respirando lentamente, seguì le mosse del fratello; adesso sia lui che Draco sfrecciavano vicini: dovevano aver visto il Boccino e si erano lanciati all’inseguimento; peccato che il Bolide stesse loro alle calcagna.
Ansiosa, Alexis si alzò in piedi e si avvicinò al bordo degli spalti, per poter seguire ogni mossa.
-Merlino…-
Sospirò tesa: non sarebbe più andata a vedere una partita di Quidditch; c’era da starci male!
Malfoy e Potter scomparvero al di sotto degli spalti; il bolide entrava ed usciva dai teloni sottostanti, con violenza.
Fu questione di qualche minuto, poi la scena le bloccò il cuore per qualche secondo.
Draco era stato quasi lanciato fuori con violenza e aveva sbattuto forte sul terreno di gioco, dove si era accasciato senza più muoversi. Tutti avevano trattenuto il fiato e Alexis aveva cacciato un urlo terrorizzato, portandosi entrambe le mani alla bocca.
-Oh Signore...!-
Esclamò e il suo sguardo preoccupato si mosse verso la figura di Harry, che ancora sfrecciava in aria, seguito dal bolide che, il tempo di un battito di ciglia, gli si era fiondato sul braccio, rompendoglielo; poi Harry era caduto al suolo a sua volta ed era rimasto a terra.
Alexis non sentì della vittoria del Grifondoro, perché Blaise la scosse gentilmente, prendendola per un braccio.
-Vieni, andiamo.-
La esortò, tirandola lungo le scale e scendendo poi in campo.
Alexis scese dagli spalti con il cuore che le martellava nel petto, tanto violento e assordante, da cancellare ogni altro rumore circostante. Quasi non sentiva la mano di Blaise, che le premeva decisa appena sopra il gomito, guidandola fino al muretto che li separava dal campo. La aiutò a scavalcare e insieme percorsero la strada che li separava da Draco, ancora disteso in terra, privo di coscienza.
Quando Blaise la lasciò andare, per correre dall’amico, lei, quasi smarrita e confusa, rimase ferma, per qualche secondo, in mezzo al campo. Si guardò attorno spaesata e il suo sguardo preoccupato scivolò dalla figura di Draco a quella di Harry, ancora preso di mira da Bolide.

Qualcuno doveva fermare quel coso prima che finisse per spaccargli anche la testa!
 Indecisa sul da farsi, si guardò attorno agitata, per vedere se qualche insegnante si stesse accingendo ad aiutare il fratello. Si svolse tutto in pochissimi secondi, ma a lei sembrò che il tempo si fosse congelato e che la scena, privata di suoni e colori, procedesse ad una lentezza esasperante. Non vide nessuno correre in aiuto di Harry, perché lei e Blaise erano gli unici ad aver già invaso il campo, dal momento che Draco era caduto prima del Grifondoro. In preda al panico, fece per estrarre la bacchetta dal cinturino della gonna, ma qualcuno la precedette.
-Finite Incantatem!-
Urlò una decisa voce femminile. Un raggio di scintille d’argento andò a colpire il Bolide, che espolse in mille piccolissime parti.
La scena riprese colore e il chiasso dello stadio la colpì come una violenta ondata di fiamme. Hermione, che aveva pronunciato l’incantesimo, stava correndo da Harry, subito seguita da Ron, dall’enorme Hagrid e da tutti i membri della squadra, che si affrettatono a scendere dalle scope e a circondarlo preoccupati.
Un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Alexis, che osservò la scena rincuorata. Il suo sguardo si soffermò prima sulla figura di Harry, dolorante, ma finalmente salvo; poi si andò a posare sul viso di Hermione Granger, che ricambiò l’occhiata con espressione tra l’infastidito e il confuso. La Potter si limitò a sorridere appena e a farle un gesto di assenso, che sperava fosse interpretato come il segno di ringraziamento che era.
Poi, si voltò e, di nuovo agitata, si precipitò verso Draco, ancora sdraiato in terra e privo di sensi. Si inginocchiò accanto a lui con tanta foga, da sbucciarsi le gambe, ma non se ne preoccupò.
-Draco! Draco, svegliati!-
Lo chiamò allarmata, chinandosi appena e scuotendolo per una spalla. Quello non accennò a riaprire gli occhi e l’unico movimento che fece, fu quello involontario della testa, che ciondolò su di lato; i capelli scompigliati gli si appiccicarono sulla fronte, appena lucida di sudore, e le chiare ciocche andarono a coprire parte del volto.
-Draco…-
Provò ancora, dandogli uno schiaffetto sul viso, ma la situazione non cambiò. Ansiosa, alzò il viso di scatto verso Blaise, chinato accanto a lei.
-Blaise! Che cos’ha?!-
Il ragazzo si voltò a guardarla, l’espressione del bel viso tesa.
-Sta tranquilla, Alex. E’ solo svenuto: sono sicuro che non è nulla di grave.-
Cercò di rassicurarla, poggiandole una mano sulla spalla.
Un sospiro tremante lasciò le sue labbra, mentre prendeva il viso di Draco tra le mani e lo accarezzava gentile, togliendogli le ciocche di capelli dalla fronte. Poi si guardò intorno, sperando di vedere qualcuno che accorresse in loro aiuto: vana speranza. I compagni di squadra, che ancora volavano intorno a loro, non sembravano minimamente interessati alla salute del loro cercatore, e si limitavano a guardarlo dall’alto con occhiate di disprezzo, affibiandogli solo la colpa della loro perdita. Severus Piton era l’unico che si stava dirigendo in loro direzione, ma con passo lento e strascicato, come se avesse a disposizione tutto il tempo del mondo.
Ma lo sguardo di Alexis andò a cercare una persona in particolare, con una certa urgenza. E quando la trovò, un colpo secco le fece singhiozzare il cuore: Lucius Malfoy, ancora seduto sugli spalti dei professori, guardava la scena con un’indifferenza che rasentava il disprezzo; poi, senza neanche preoccuparsi della salute del figlio, si alzò e, con un elegante volteggiare di nero mantello, uscì dal campo, senza guardarsi indietro.
Sconvolta, rimase a fissare la postazione vuota, chiedendosi che razza di genitore immondo potesse fregarsene a tal punto del proprio figlio. Senza che se ne fosse davvero resa conto, una mano le si strinse in un pugno tanto violento, da farlo tremare convulsivamente. Un groppo enorme le chiuse le vie respiratorie, facendole trattenere il fiato. Le ciglia le si inumidirono appena.
Fu in quel momento che un mugugnio di Draco la risvegliò, costringendola a voltarsi verso il ragazzo.
-Draco!-
Si chinò verso di lui, accarezzandogli piano una guancia. Quello strinse appena gli occhi e poi li aprì: pozze d’argento tanto profonde e vuote da crearle un sussulto doloroso nel petto.
-Alex…andra…?-
Mormorò appena. Il suo sguardo era puntato su di lei, ma sembrava non vederla davvero.
-Sono qui.-
Alexis gli prese una mano e se la portò alle labbra, sfiorandola con un bacio delicato.
Un sorriso amaro dipinse le labbra del biondino.
-Aveva ragione…Ho comprato anche questa…-
Aggiunse stanco, in un sussurro roco. La ragazza corrugò la fronte, ma prima che potesse chiedere spiegazioni, Draco svenne di nuovo, accasciandosi su di un lato.
Sconvolta, Alexis si voltò a guardare Blaise, che stava scuotendo la testa, contrariato: forse lui aveva capito cosa significassero quelle parole, ma non le sembrava il momento giusto per chiederglielo. Si limitò a fissarlo, senza sapere cosa fare, cosa dire.
-Portatelo in infermieria.-
Severus Piton, finalmente ‘accorso’ in loro aiuto, aveva pronunciato quelle semplici parole, con tono di duro rimprovero. Aveva guardato Blaise e poi, si era allontanato, incurante.

Ma che diavolo avevano tutti quanti? Possibile che la perdita di una partita avesse più valore della salute di uno studente? Di un compagno? Di un amico?
Blaise sospirò e si chinò in avanti per prendere Draco tra le braccia. Lo sollevò senza fatica e lanciò un’occhiata ad Alexis, ancora seduta in terra.
-Andiamo.-
Si limitò a dire, prima di voltarle le spalle e cominciare ad incamminarsi.
La moretta lo guardò, poi si alzò in piedi, ma non lo seguì subito. Si girò invece verso la squadra di Serpeverde, con gli occhi di smeraldo che lanciavano saette.
-Si puo’ sapere che razza di persone meschine siete?! Cosa avete da guardare con tanto disprezzo?! Invece di starvene a volteggiare su quelle maledette scope dovreste scendere e preoccuparvi per la salute di un vostro compagno! Come diavolo fate a…-
Cominciò a rimproverarli, gli occhi lucidi e le mani strette in due pugni lungo i fianchi; ma la voce di Blaise la interruppe quasi subito.
-Alexandra, lascia perdere! Non sono affari che ti riguardano: andiamo.-
La richiamò, voltandosi a lanciarle un’occhiataccia. Lei lo guardò confusa e ferita, aggrottando la fronte. Lo sguardo di Blaise era deciso e non ammetteva repliche di alcuna sorta. Alexis sbuffò arrabbiata e, dopo aver lanciato un’ultima occhiata disgustata alla squadra, voltò loro le spalle e raggiunse Blaise.

 

L’infermieria non era mai stata così affolata come quel tardo pomeriggio di metà Novembre. Oliver Baston, portiere del Grifondoro, era stato il primo ad essere dimesso: era stato colpito dallo stesso Bolide che aveva seguito Harry per quasi tutta la partita, ma, fortunatamente per lui, pur avendo fatto decisamente una bella caduta in picchiata contro il suolo, non si era fatto eccessivamente male e Madama Chips – santa donna! – era riuscita a rimetterlo in sesto in un attimo. Discorso diverso valeva per Harry James Potter e Draco Lucius Malfoy, entrambi distesi su due lettini dell’infermieria: il primo, per un brillante intervento del professor Allock, si ritrovava senza ossa del braccio destro; il secondo aveva un forte mal di testa – l’aveva sbattuta nella caduta – e un misterioso squarcio sul braccio, che si era riaperto durante la partita e che sanguinava abbastanza copiosamente. Accanto al letto di Potter si raccoglieva, in cerchio, tutta la squadra del Grifondoro, insieme ai suoi due, immancabili, migliori amici; erano così tanti, che Madama Chips faceva fatica a trovare una via d’entrata per curare il suo paziente.
Al contrario, invece, accanto al letto di Malfoy c’erano poche persone: Tiger e Goyle che, nonostante non brillassero di intelligenza, si mostravano sempre degli amici sinceri; Blaise Zabini, elegantemente seduto su di uno sgabello; e, ovviamente, Lei, Alexandra Black. Era accomodata sulla sponda del letto e osservava Draco agitarsi appena senza emettere il minimo lamento. Di tanto in tanto, lei sollevava una mano a sfiorargli appena il viso, ma dal momento che aveva l’impressione di dargli quasi fastidio, cercava di trattenersi, per quanto possibile, dal farlo. Nel frattempo, aveva intrecciato le sue dita a quelle del biondo, che, da sotto le lenzuola, le stringeva la mano tanto violentemente da farle male; ma non le importava: se le sarebbe fatte rompere tutte, le ossa delle dita, se ciò fosse servito ad aiutare Draco nel suo dolore e nella sua battaglia interna.
Ogni tanto, il ragazzo apriva gli occhi e la guardava accigliato e lei, allora, si limitava a sorridere calma; Draco sospirava frustrato e poi tornava a chiudere gli occhi, stringendoli quasi, a volte, come colpito da nuove, dolorose fitte.
Madama Chips lo aveva già curato, fasciandogli la testa e disinfettandogli il braccio, per poi bendare, meticolosamente, anche quello. Ora, dopo essersi occupata anche di Potter, si era riavvicinata al letto del Serpeverde e aveva porto un bicchiere ad Alexis.
-Glielo faccia bere, signorina Black: servirà ad alleviare il dolore alla testa.-
Le spiegò. La ragazza annuì e prese l’infuso caldo tra le mani: aveva un aspetto invitante, sembrava thè, ma aveva un odore un po’ aspro, che le fece arricciare il naso.
Si voltò verso il biondo.
-Draco?-
Il ragazzo aprì un occhio, osservandola impassibile.
-Mmm.-
Si limitò a rispondere. Tenendo la tazza con una sola mano, allungò l’altra a sfiorargli il viso, con una carezza gentile.
-Dovresti bere questa medicina: Madama Chips dice che ti aiuterà a rimetterti.-
Gli spiegò, offrendogli la tazza bollente.
Draco la fissò per un lungo momento, prima di cominciare a tirarsi su, con qualche difficoltà: il braccio ferito gli faceva ancora un male gramo.
Blaise alzò lo sguardo su di lui, pronto ad alzarsi per aiutarlo, ma Tiger e Goyle lo precedettero, cercando di agevolarlo goffamente, prendendolo per le spalle.
-Lasciatemi! Ce la faccio da solo.-
Li rimproverò brusco,scrollandoseli di dosso e cercando poi di nascondere la nuova fitta che gli aveva tirato tutti i tendini del braccio. Sommessamente, i due tornarono a sedersi sulle sedie, con il capo chino,  borbottando qualche scusa.
Alexis ebbe voglia di rimproverarlo, ma, sinceramente, non se la sentì proprio. Per una volta, avrebbe lasciato correre i suoi modi scortesi: era più che giustificato.
Senza dire altro, Draco allungò una mano e le prese la medicina dalle mani, cominciando a sorseggiarla. Il suo viso fu attraversato da un’espressione disgustata solo per un momento; poi, silenzioso, bevve tutto l’infuso, senza mai lamentarsi.
Alexis rimase a fissarlo e, scendendo ad esaminare il braccio fasciato – lasciato scoperto dalla divisa malamente strappata dall’infermiera per curarlo -, si sentì improvvisamente in colpa. Quello squarcio se l’era procurato a causa sua, per difenderla. E ora, per colpa sua, non solo Draco aveva perso un’ importante partita – la prima del campionato contro Grifondoro –e contro Harry -  e l’unica che suo padre Lucius sarebbe mai andato a vedere -, ma si ritrovava anche in un lettino dell’infermieria, con una, per fortuna, mancata commozione cerebrale, e con un braccio completamente infermo.
La mano, ormai lasciata libera dalla morsa violenta, andò a stringersi in un piccolo pugno tremante, che andò a fare compagnia all’altro, sulle ginocchia. Alexis abbassò lo sguardo, e anche la piccola ombra di quel sorriso incoraggiante che aveva rivolto a Draco, sparì in un’espressione malinconica. Le labbra, ormai piegate in un morbido broncio triste, si aprirono appena per lasciar uscire un fiotto d’aria malinconica.
-No.-
Quella semplice e secca affermazione la distolse dalla trama complicata dei suoi pensieri, costringendola ad alzare il viso verso Draco, che ora la guardava impassibile. Lo fissò di sbieco per qualche secondo, corrucciando appena la bocca.
-Cosa…?-
Mormorò, come se all’improvviso avesse perso anche le forze per parlare. E pensare che era lui quello che aveva sbattuto la testa!
Draco le lanciò un’occhiataccia densa di significato.
-Conosco quell’espressione.-
La rimproverò, il tono di voce tanto freddo e strascicato da farle salire un brivido lungo la spina dorsale. Alexis lo osservò per pochi secondi, prima di riabbassare lo sguardo e puntarlo, con innaturale interesse, sulle mani che ancora stringeva quasi convulsivamente in grembo. Non rispose.
-Smettila, o giuro che uso tutte le forze che mi sono rimaste per sbatterti fuori da qui.-
La minacciò duro, allungandosi appena per afferrarle un polso.
Lei rimase in silenzio, limitandosi a mordersi appena il labbro inferiore; fu costretta a prestargli di nuovo attenzione, quando la morsa sul suo braccio si fece più ferrea, facendole quasi male. Gli lanciò un’occhiata di sottecchi e lui la tirò appena.
-Guardami.-
Ordinò conciso, e quando lei girò, finalmente, il viso, le lasciò andare il polso e le posò la mano su di una guancia.

Lo smeraldo lucente si specchiò nell’argento ghiacciato.
-Non è colpa tua. Non pensarci neanche per un istante.-
La guardò deciso e, stranamente, sereno.

Una carezza di conforto.
Un dolce sorriso d’albicocca.

La mano piccola ed affusolata andò a posarsi su quella grande di Draco, per farla aderire meglio contro la guancia. Gli depositò un piccolo bacio sul palmo.


Quando Madama Chips cominciò a mandare via gli studenti del Grifondoro, anche Blaise, Tiger e Goyle si avviarono all’uscita. Alexis, però, andò a parlare con l’infermiera, e dopo un piccolo dibattito, riuscì ad ottenere ciò che voleva.
Tornò da Draco, che ancora seduto con la schiena contro la testata del letto, osservava il vuoto con espressione indecifrabilmente lontana. Quando Alexis si sedette sulla sponda del letto e gli prese una mano, allora lui si voltò a guardarla, con un cipiglio ancora duro, risultato delle sue riflessioni.
-Ho parlato con Madama Chips: questa sera potrai già tornare in camera tua.-
Gli comunicò, con un sorriso raggiante.
Draco sollevò entrambe le sopracciglia, sorpreso.
-Dici sul serio?-
Alexis annuì.
-Come hai fatto a convincere quella vecchia bisbetica?-
Sibilò, meritandosi un lieve colpetto alla mano, che lo fece sorridere di sbieco.
-Ho promesso che ti saresti riposato e che ti avrei impedito di andartene a zonzo per il castello.-
Draco le lanciò un’occhiata divertita.
-Pensi davvero di potermi fermare, se io decidessi di non rispettare le regole?-
Lei ridacchiò allegra, scuotendo la massa di boccoli.
-Oh sì, mio caro. E poi, posso sempre contare sull’aiuto di Blaise.- lo minacciò, assumendo un’aria severa – Potrai anche essere più forte di me, ma conciato come sei, non credo riusciresti a superare Blaise.-
Lo schernì soddisfatta, annuendo convinta. Lui si limitò a fissarla neutro, senza aggiungere altro.
Quando Madama Chips si schiarì la voce, Alexis capì che era proprio ora di lasciare Draco al suo meritato riposo. Si alzò in piedi, lasciandogli un’ultima carezza sul dorso della mano.
-Riposati, Draco: ne hai bisogno.-
Lo salutò con un sorriso, piegandosi appena in avanti per lasciargli un bacio sulla fronte fasciata.
-Vengo a trovarti stasera.-
Promise poi, sussurrando quelle parole che le labbra ancora non avevano lasciato la sua fronte.
Si tirò su, ma lui scattò appena in avanti, agguantandole un polso e costringendola a piegarsi di nuovo. Si trovarono faccia a faccia, ad un centimetro di distanza.
-Bada bene, Black: sono davvero incazzato oggi.-
Soffiò, lambendole la bocca con il respiro. Lei sorrise, sapendo bene cosa significassero quelle parole.
-Lo so.- si avvicinò, colmando la poca distanza, e gli stampò un veloce bacio a fior di labbra. -Ti amo.-
Draco la osservò, poi l’ombra di un sorriso gli dipinse finalmente lo sguardo, rimasto vuoto fino a quel momento.

 

 

-*-

 

 

Lione94: Ed ecco, finalmente, il nuovo capitolo! Beh che dire, se non che spero sinceramente ti piaccia almeno quanto gli altri! Inoltre, ti ringrazio davvero per tutti i tuoi complimenti di sempre e per continuare a seguirmi *_* Spero, ovviamente, che avrai voglia di commentare anche questo nuovo capitolo, per farmi sapere che ne pensi ;) Ti mando un grosso bacione, con la speranza di sentirti presto!

le_montagnine: Ok, credo che sia la vostra la Squadra di Recupero che è venuta a casa mia e mi ha minacciata di continuare la storia a suon di Bazooka xD Comunque, a parte gli scherzi, eccomi finalmente tornata! Mi siete mancate davvero tanto L E io, vi sono mancata? :3 Beh, che dirvi, se non GRAZIE, come sempre, per essere qui con me!
Ma com’è che la Isa si fa sempre male?! Mi sa che devo adoperarmi per regalarti un amuleto anti-sfortuna, altrimenti, di questo passo, rischio di perderti °_° E tu, Ele, sii più buona con al tua sorellina ù___ù Comunque, sul serio, ve l’ho mai detto che vi adoro? Ah. Aspettate, dalla regia mi comunicano che l’ho fatto almeno una decina di volte…Ehm…Vabbeh xD In ogni caso, quanto vorrei adottarvi *_* Mi piacerebbe avere due sorelle esuberanti e simpatiche come voi! *le abbraccia*
Dunque, a parte questo, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto! Mi sono dovuta sforzare un po’ per riprenderlo in mano, ma alla fine ce l’ho fatta: ho detto che questa storia avrà una fine e quindi la fine ci sarà! E spero che voi continuiate ad accompagnarmi con i vostri commenti fino al giorno in cui, in fondo al capitolo, ci sarà quella magica parolina! Ora vi lascio con un bacione e con la speranza di sentirvi presto! <3

Misery13: Mia carissima Missy: eccolo, finalmente, il nuovo capitolo! Mi perdoni per lo stra-mega-ritardo? *_* Spero di sì, perché mi dispiacerebbe se mi abbandonassi ç___ç Ma tu non lo farai, vero??? XD
Beh, che dirti comunque: grazie mille per i tuoi commenti super dettagliati! Li adoro, davvero! E grazie anche per il consiglio sull’espressione ‘alzò il fine sopracciglio’! Cercherò di moderarmi, lo prometto ;)
Per il resto, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero vivamente che anche questo sia stato altrettanto di tuo gradimento!*_*
E grazie mille anche per le tue parole su Queens Park *_* Davvero, se mai uscisse in libreria, andresti a comprarlo?ç____ç Sono commossa, sul serio *abbraccia forte forte*

PiKkOlA_mAnGiAmOrTe: Oh carissima *_* Grazie mille per i tuoi complimenti! *_*  Sono sempre davvero apprezzati! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento!

elita: Anch’io ora mi sto facendo insegnare da Dobby qualche metodo di auto-punizione per il ritardo…ma tu mi perdonerai, vero? *_* Anche perché so che ami la mia storia e i miei Draco e Alexis, quindi sono sicura che mi perdonerai perché ho pubblicato, finalmente, un nuovo capitolo x3
Comunque, sono contenta che la barzelletta di Goyle ti abbia fatto ridere XD Mi sono divertita anch’io a scriverla!
Per quanto riguarda il finale struggente dello scorso capitolo, ecco come si è risolto *_* Lucius non è abbonato a Vanity Witch, ma chissà perché ho l’impressione che zio Voldy, forse… ahauhauahuahaXD
Beh, spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto quanto gli altri!
Un bacione e alla prossima <3

Enris: *____* Oh Mio Dio! Per tutte le mutande di Merlino e anche per quelle di Voldemort! La tua recensione è fantastica! Quando ho finito di leggerla, avevo i brividi lungo tutta la schiena! Quasi mi veniva da piangere! Ho apprezzo ogni tuo singolo commento e ho fatto tesoro dei consigli che mi hai dato! Sinceramente, ad oggi, annovero questa tra le migliori recensioni che io abbia mai ricevuto. Cosa posso dirti, se non GRAZIE? Grazie, davvero. Ogni singola cosa del tuo commento mi ha resa orgogliosa: il fatto che ti piaccia il mio Draco, così particolare, eppure, come dici tu, stranamente non OOC; il fatto che non ritieni la mia Alexis una Mary-Sue, ma che a volte – a volte?XD- è un po’ frignona (sto cercando di darle una scossa, perché è venuto il momento di smetterla, in effetti, di farla essere troppo fragile!); del cambio di carattere di Diamond e Blaise, così diversi nei confronti di amici e nemici. Insomma, TUTTO della tua recensione mi ha fatto davvero piacere. Sono rimasta talmente tanto senza parole che, sinceramente, a questo punto, non so più cosa dire. Spero solo che anche questo nuovo capitolo ti sia piaciuto almeno quanto gli altri!*_*
Per la tua domanda: il momento tanto atteso, ci sarà esattamente tra cinque capitoli! Non dovrai aspettare ancora molto, dunque *_* Anche perché, mi sono ripromessa di cercare di aggiornare massimo una volta ogni due settimane e spero di riuscirci!
Ora, ti lascio con un grosso bacione e con la speranza di sentirti presto
:3

miyuko: Gemina, hai visto che alla fine ce l’ho fatta a finire questo nuovo capitolo! Dai che questa storia non rimarrà inconclusa! Anche lei –prima o poi °_°- vedrà una fine xD

Keira_Lestrange: Waaa! Benvenuta nella mia storia! Fa sempre piacere leggere nomi nuovi *_* Grazie mille per i tuoi complimenti, spero che anche questo nuovo capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando *_*

 

 

 

   
 
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