Lo so,
come sempre è passato davvero troppo tempo, ma oramai la
smetto di scusarmi,
penso che anche voi siate stufe di leggere le mie giustificazioni x3
Penso,
però, che l’importante sia dare un degno finale a
questa storia e, anche se
oramai va avanti da ben due anni (wow, non ci credo che sono due anni
che mi
diverto in compagnia di Alexis, Draco, Blaise, Harry, Diamond e tutti
gli altri
ç___ç), la fine non è ancora vicina xD
Ma spero
che voi continuiate a seguire questa storia insieme a me, anche se
dovesse
durare un altro anno! *_*
Detto
questo, vi lascio immediatamente al tanto aspettato capitolo, facendo
solo dei ringraziamenti ufficiali a
tutte le
persone che hanno recensito (siamo arrivati a 151
recensioni, davvero: non me lo sarei mai aspettato *_*), a
tutti quelli che hanno aggiunto e che aggiungeranno la mia storia tra
preferiti/seguiti/ricordati, e a tutti coloro che, nel silenzio,
continuano a
seguirmi.
Grazie mille a
tutti! <3
Fatemi sapere che
ne pensate, mi
raccomando! In questo periodo di totale stress scolastico, ho davvero
bisogno delle
vostre recensioni per andare avanti con la scrittura!
Un
bacione.
Giulia.
Capitolo
XXVII
Serpeverde VS Grifondoro
Ancora con il fondoschiena sul
freddo pavimento e le
mani immobilizzate nell’atto di massaggiarsi la parte
dolorante, Alexis Lily
Potter osservava, con enormi occhi di smeraldo, aperti
nell’espressione più
stupita che possedesse, Lucius Malfoy.
E non era perché catturata dalla sua matura bellezza
affascinante; né per i lisci capelli che sembravano
catturare, con lieve
bagliore argenteo, tutti i raggi del sole che entravano a scaldare il
corridoio;
e neanche per quello sguardo affilato e tagliente, che era
così simile a quello
che aveva ormai, incondizionatamente e senza remore, imparato ad amare.
Solo che, ritrovarsi il padre del suo ormai ufficiale
ragazzo, nel corridoio, all’improvviso, avrebbe scioccato
chiunque.
Lucius la osservò dall’alto, un fine sopracciglio
sollevato; le labbra fine appena serrate. Con una gentilezza che non
gli
apparteneva più da anni, ormai, si chinò appena
in avanti e le porse una mano
affusolata, ricoperta da un guanto di pregiata pelle nera.
Più in imbarazzo di
quanto avesse desiderato sentirsi, Alexis posò le piccole
dita sul palmo
dell’uomo, che le strinse delicato e la sollevò,
senza sforzo, lanciandole
un’occhiata strana.
Che fosse il
padre di Draco, non c’era alcun dubbio.
La ragazza
ritirò la mano, a disagio, e mentre le
guance le si tingevano appena di un rosso timido, gli occhi le si
abbassarono
verso il pavimento, osservando, con un interesse evidentemente
innaturale, la
punta lucida delle scarpe nere di Lucius.
-Mi dispiace, signore.-
Si scusò, stringendo le mani in grembo.
Bel modo di
conoscere il padre del proprio ragazzo.
-Tranquilla. Solo, la
prossima volta, stai più
attenta a dove metti i piedi.-
Si limitò a risponderle lui. La sua voce era dura ed
elegante al tempo stesso, e suonava fredda come cristalli di ghiaccio
appena
infranti su un pavimento di marmo.
Alexis annuì, per poi rialzare lo sguardo su quello
del signor Malfoy, la cui attenzione, ora, era stata catturata da
qualcosa alle
sue spalle.
O peggio,
qualcuno.
La voce che la
raggiunse, un istante dopo aver
formulato quel pigro pensiero, le fece salire un brivido lungo tutta la
spina
dorsale e, contemporaneamente, le gelò il sangue nelle vene.
-Padre.-
Era carica di rispetto, in quella semplice parola,
appena strascicata. Alexis si voltò di scatto verso Draco e
i capelli, divisi
in morbidi boccoli ordinati, tanto scuri da sembrare dolci grappoli di
more, le
danzarono sulle spalle. Il ragazzo si avvicinò con passo
lento e sinuoso,
affiancandola; non si manifestò in alcun gesto di affetto,
solo una semplice
occhiata e un veloce sfiorare di gelide dita sul piccolo dorso.
-Draco.-
Lo salutò Lucius.
Il ragazzo si voltò verso Alexis e, privo di
qualsiasi espressività, si limitò a fissarla.
-Vedo che hai conosciuto mio padre.-
Asserì, senza apparente interesse. Lei lo
osservò,
scegliendo di non correggere la sua frase con il più giusto “Veramente
gli
sono appena finita addosso.”
Non fece in tempo a rispondere in un modo più
adeguato, che Lucius la precedette.
-Chi è la tua amica, Draco?-
Gli domandò e la sua voce, carica di esperta apatia,
risuonò come il più severo ordine, impossibile da
disobbedire.
Alexis lanciò un’occhiata al ragazzo; poi si
voltò
verso il padre e le sue labbra di albicocca si tesero in un sorriso
delicato.
-Alexandra Black, piacere di fare la sua conoscenza.-
Si presentò, garbata, accennando ad un inchino appena
e porgendogli la mano. Lucius la squadrò, con
un’occhiata a metà tra lo stupito
e l’infastidito e non accennò a ricambiare la
stretta; la gentilezza l’aveva
consumata tutta con il gesto di poco prima. La piccola mano pallida
rimase
sospesa nel vuoto per qualche secondo, prima che la sua proprietaria
distogliesse lo sguardo, nervosa, e la riportasse al suo fianco. Solo
sentire
le dita di Draco che la sfiorarono appena, per una frazione di secondo,
riuscì
a farla calmare.
-E’ così è lei, Alexandra Black.-
Il tono con cui lo aveva detto, non lasciava
presagire nulla di buono. Alexis alzò lo sguardo, fino ad
incrociare l’occhiata
diffidente di Lucius Malfoy.
Smeraldo
coraggioso contro argento sprezzante.
-Sì.-
Fredda e concisa, la sua voce era risuonata anche
troppo sicura, nel silenzio pomeridiano del corridoio. Gli occhi decisi
si
erano voltati a fronteggiare Lucius Malfoy, le iridi luminose colorate
di
sfida. L’uomo si era limitato a fissarla, impassibile; lo
sguardo di specchio
era sceso a studiarla con una lunga occhiata a metà tra lo
stupore e
l’irritazione.
Dopo essere riuscita a sostenere quegli occhi
autoritari per quasi un minuto, Alexis distolse lo sguardo e, lenta, si
voltò
verso Draco, che osservava il padre con espressione dura; gli occhi
rilucevano
di una strana scintilla, impotente; la mascella contratta lasciava
guizzare un
muscolo teso su di una guancia pallida. La ragazza ebbe la voglia
improvvisa di
alzare una mano e sfiorare quel tendine, per lisciarlo delicatamente;
riuscì a
controllarsi, non ritenendola una mossa saggia.
-Ehm…Vado sugli spalti, tu e tuo padre avrete cose
private di dirvi. Io…Buona fortuna per la partita.-
Si limitò a dire, catturando la sua attenzione per il
solo istante che serviva a lanciarle un’occhiata strana e ad
annuire appena.
Lei gli sorrise e poi si voltò verso Lucius, con un inchino
rispettoso, che
suonava tanto di ironia mal celata.
-E’ stato un piacere conoscerla, signor Malfoy.-
Lo salutò. L’uomo non ricambiò,
limitandosi a
fissarla, ora pensieroso.
Un’ultima sfiorata delicata di dita affusolate su di
un palmo contratto a pugno, e Alexis corse via, dirigendosi verso il
giardino
di Hogwarts.
Dopo qualche minuto di costretto silenzio, Draco si
voltò a fronteggiare il padre, le mani ancora strette in due
pugni, tanto
contratti da far risaltare i tendini e le vene azzurrine sotto la pelle
diafana.
-A cosa devo l’onore di questa visita, padre?-
Il tono era meno freddo di quanto avesse desiderato,
troppo remissivo e rispettoso per mostrarsi con la sua vera intenzione.
Lucius
abbassò lo sguardo su quello del figlio e gli sorrise
magnanimo.
-Sono venuto per vederti giocare a Quidditch.-
Mormorò, ancora con il pensiero lontano. Poi, gli
occhi – di un argento meno vivo, quasi sbiadito, rispetto a
quelli del figlio –
brillarono di una luce cattiva. Un ghigno sghembo gli colorò
le labbra mentre,
lentamente, si abbassava appena, per essere alla stessa altezza di
Draco.
-Devi permettermelo, dopo che ho speso fior di
Galeoni per comprarti l’ammissione.-
Soffiò, con voce vellutata, dolce come veleno di
acrumantola.
Gli occhi di Draco si ridussero a due fessure; serrò
la mascella tanto forte da farsi male; le mani si strinsero con tanta
violenza,
che perse la sensibilità alle dita.
In quel momento, avrebbe voluto dirgli tante cose; ma
se c’era una cosa che Draco Malfoy aveva imparato di suo
padre, era che credeva
poco alle parole e pretendeva solo fatti. Così,
ingoiò un fiume di frasi e
insulti, accrescendo la rabbia che sentiva scatenarsi nel petto,
attraversato
da lunghe e calde fitte dolorose.
Avrebbe sfogato
tutto alla partita, dimostrando a suo
padre e a tutti coloro che ne dubitavano che lui,
l’ammissione, se l’era
meritata davvero, con o senza la sua generosa donazione.
Lucius lo
scrutò negli occhi per qualche altro
secondo, prima di sollevarsi e sorpassarlo, con disinteresse.
-E mi raccomando, non rendere questo mio viaggio fino
ad Hogwarts privo di senso.-
Aggiunse. Draco neanche si voltò a guardarlo; le
spalle avevano preso a tremargli appena, per la rabbia.
-E la mamma?-
Riuscì a domandare infine, quando fu sicuro di
riuscire a controllare il tremolio della sua voce. Lucius si
arrestò, ma
entrambi rimasero di spalle, senza degnarsi ulteriori attenzioni che
semplici
parole.
-Sarebbe voluta venire, ma non ha potuto.-
Non glielo hai
permesso.
Avrebbe voluto
rispondere il ragazzo, ma preferì,
saggiamente, tacere. Quelli erano discorsi privati, da non affrontare
certamente nel corridoio di una scuola dove, chiunque, poteva udirli.
-Ho capito.-
Si limitò quindi ad asserire, traendo un profondo
respiro, che lo aiutasse a dissipare la rabbia.
-Ti ha scritto una lettera e mi ha chiesto di
consegnartela.-
Aggiunse Lucius e, solo allora, Draco si voltò di
scatto, ritrovandosi a fissare la schiena ampia del padre, sulla quale
ricadeva, con eleganza, una mantella nera di pregiato tessuto.
-Una lettera?-
Si informò e Lucius si strinse nelle spalle, con
nonchalance, riprendendo a camminare.
-Te la darò finita la partita…non vorrei
creare
futili distrazioni.-
Asserì apatico, scomparendo dietro l’angolo e
lasciando Draco da solo, con una rabbia in corpo paragonabile quasi a
quella
che aveva provato, tempo addietro, nel venir rifiutato dal famoso Harry
Potter,
o nel vedere Alexandra Black difendere quel buono a nulla.
Un potente
pugno saziò il silenzio.
L’aria gelida della
stagione invernale fece maledire
mentalmente il buon nome di Merlino ad Alexis che, salendo la scalinata
degli
già affolati spalti del campo di Quidditch, si era ritrovata
investita da un
vento che, oltre a scombinarle i capelli in maniera improponibile, le
aveva
quasi assiderato le gambe, coperte solo da uno strato leggero di calze
chiare.
-Ehi, Alex! Siamo qui!-
Diamond si era alzata e ora sventolava le braccia
energica, indicandole un posto accanto al suo. La raggiunse, con una
certa
fatica nel passare tra gli studenti già seduti ed emozionati
per la partita.
Stendardi, striscioni e manifesti volteggiavano in aria per opera di
qualche
fedele tifoso e i colori delle due squadre si libravano nel cielo,
quasi a
competere anche loro.
Verde contro
Rosso.
Oro contro Argento.
Serpeverde contro Grifondoro.
Harry contro Draco.
Sarebbe stata una
partita interessante, anche se
Alexis avrebbe, in cuor suo, tifato per entrambe le squadre. Non poteva
scegliere, in fondo, tra l’amore per il fratello e quello per
il ragazzo.
Prese posto accanto a Diamond e subito sotto Blaise.
La bionda la abbracciò con entusiasmo e lui si
limitò a sorriderle e a
lasciarle una carezza sulla testa.
-Che giornata eh!-
Esclamò Diamond, che da brava tifosa brandiva una
bandiera enorme e aveva due strisce di colore verde e argento su
entrambe le
guance. Nott, ancora ufficialmente il suo ragazzo, era seduto accanto a
lei e
le lanciava qualche bruna occhiata, a metà tra il divertito
e l’esasperato. Sì,
bhe, Diamond Anne Cherin faceva quell’effetto a tutti.
-Già…Una giornata importante.-
Asserì Alexis, con aria pensierosa.
-E’ la prima volta che ti vedo ad una partita di
Quidditch, Black.-
Osservò Nott e lei si voltò a guardarlo,
sorridendo
pigramente; i suoi pensieri erano lontani, rivolti ancora ai due Malfoy.
-Sì, è la prima volta, in effetti. Ma Draco mi ha
praticamente obbligata a venire.-
Annuì, lasciandosi andare ad una risata un po’
forzata che riuscì a contaggiare tutto il gruppo.
-Non ha ancora imparato a chiederti le cose con la
dovuta gentilezza, vero?-
Sogghignò Blaise e lei piegò il capo
all’indietro per
poterlo vedere e poi scosse la testa, con un sorriso più
vero.
-Ci riuscirà, non demoralizzarti.-
La rassicurò, lasciandole un buffetto sulla guancia.
Lei si limitò ad annuire.
-In ogni caso…ti manca ancora una cosa: non puoi fare
il tifo per il tuo Malfoy così!-
Dichiarò Diamond, lanciandole una lunga occhiata.
Alexis si voltò a guardarla, la fronte corrugata. La
biondina non gli diede il
tempo di replicare che già stava frugando nella sua borsa.
Niente riuscì ad
impedirle di disegnare due strisce verde-argento sulle guance della
povera Potter.
-Ecco, ora sei perfetta!-
Trillò soddisfatta, battendo le mani. Alexis scosse
la testa e sospirò divertita.
-Grazie davvero, Diamond.-
Asserì con un’ironia che non venne colta. Quella
si
limitò a darle una pacca sulla spalla, tutta soddisfatta;
poi si voltò verso
Blaise, circondato come sempre dal suo “piccolo”
fan club, che occupava quasi
tutta la fila di spalti sopra. Il sorriso che gli rivolse era
tutt’altro che
rassicurante – e un ringhiare profondo scaturì da
qualche dolce boccuccia
femminile.
-Tocca a te ora, Zabini.-
Ghignò maligna, avvicinandosi con le mani sporche di
trucco. Blaise spalancò gli occhi, prima di lanciarle
un’occhiataccia
minacciosa.
-Prova a toccare il mio bellissimo viso con…quella
roba…e potresti trovarti senza dita, Cherin.-
La avvertì, tirandosi appena indietro per non venir
sfiorato neanche per sbaglio.
-Oh. Che. Paura.- lo schernì, ridacchiando e
avvicinandosi ancora –Dai, fatti bello per la tua squadra!-
Blaise tirò indietro un lembo di mantello che
rischiava di venir sporcato.
-Cherin: io sono sempre bello.-
Puntualizzò, passandosi una mano tra i capelli.
Quando la biondina si avvicinò ancora, lui balzò
in piedi, per tenere il viso
ad almeno trenta centimetri d’altezza rispetto alle mani di
Diamond.
-Nott, ferma la tua ragazza o potrei farle del male!-
Lanciò un’occhiata al ragazzo, che
sghignazzò
divertito.
-Paura del trucco, Blaise?-
-E se la tua ragazza rimanesse senza dita, che ne
dici, Theodore?-
Frecciò serio, facendo per estrarre la bacchetta.
-Non oseresti davvero, Zabini.-
Lo sfidò, lo scintillio d’ilarità
ancora acceso negli
occhi scuri.
-Mi conosci, Nott: ucciderei per un viso perfetto. La
fortuna è che io lo abbia già.-
Sogghignò, prendendosi il mento con una mano e
facendo sospirare il suo fan club. Diamond, ignorando le loro battute,
si stava
avvicinando ancora, quando Theodore prese la saggia decisione di
circondarle la
vita con le braccia e riportarla seduta. Non credeva che Blaise avesse
davvero
intenzione di farle del male…ma quando si trattava di lui,
niente era certo.
Diamond si dibattè tra le sue braccia e si calmò
solo
con un profondo bacio e il permesso di colorare almeno le guance di
Theo.
Alexis si era limitata a ridere di quella situazione,
senza intervenire; la sua attenzione, infatti, era appena stata
catturata da
una figura ammantata di nero, che si era seduta tra i professori:
Lucius
Malfoy. Le sembrò che guardasse in sua direzione, ma forse
era solo paranoica.
Si riscosse solo quando sentì due mani sfiorarle
appena le spalle e poggiarle sopra qualcosa di morbido, profumato ma
soprattutto…caldo. Si voltò, per lanciare
un’occhiata di gratitudine verso
Blaise, che le aveva prestato il suo mantello.
-Stavi tremando.- si giustificò con un sorriso
–Dovresti imparare a vestirti un pochino più
pesante, piccola Black: già sei
cagionevole di salute, così troverai la morte molto presto!-
Scherzò e lei rise, scuotendo la lunga chioma di
boccoli.
-Scemo!-
Gli diede un leggero colpo su di una gamba e lui le
fece una smorfia.
Poi, veloce come un fulmine a ciel sereno, un’idea le
balenò nella mente. Si accostò di più
contro le gambe di Blaise, poggiando le
braccia incrociate sulle coscie e voltandosi quasi completamente
– meritandosi
per questo occhiatacce e maledizioni sussurrate; gli fece cenno di
avvicinarsi con
il viso, per dirgli una cosa. Lui si accostò, le eleganti
sopracciglia
corrugate.
-Tu conosci il padre di Draco?-
Gli domandò, sottovoce. Lui la guardò sorpreso,
chiedendosi in cuor suo, da dove gli fosse spuntata quella
curiosità. Alla fine
alzò entrambe le sopracciglia e scrollò le spalle.
-Sì, certo.- si limitò a rispondere, con
semplicità;
poi sogghignò divertito –Tu e Draco già
pensate alle presentazioni ufficiali?-
La prese in giro, ma lei non ne rise. Abbassò lo
sguardo e un rosso vivo le colorò le guance pallide, andando
a contrastare in
modo osceno con quelle strisce verde-argento.
-L’ho conosciuto oggi.-
Sussurrò, mordicchiando il labbro inferiore, a
disagio.
Blaise strabuzzò gli occhi.
-Che?!-
Squittì incredulo. Lei gli fece cenno di abbassare la
voce e, guardandosi intorno, fu contenta di vedere che il chiasso
avesse
coperto quel gridolino.
-Ssssh…Abbassa la voce. – lo rimproverò
– Comunque,
non credo di avergli fatto una buona impressione.-
Aggiunse, prendendo a torturarsi le mani in grembo.
Lui la guardò accigliato.
-In che senso?-
Alexis storse le labbra.
-Gli sono finita praticamente addosso.-
Blaise dovette fare uno sforzo enorme per non
scoppiarle a ridere in faccia.
-Bel modo di presentarsi.-
Non riuscì però a trattenersi dal prenderla in
giro,
meritandosi per questo un’occhiataccia. Alexis
sospirò e poi mise il broncio,
avvilendosi sulle sue ginocchia.
-E’ stato un incidente.-
Biascicò, gonfiando le guance, prima di lasciarsi
andare ad un altro respiro profondo. Blaise ridacchiò,
intenerito, e le
accarezzò la testa.
-E mi ha guardata come se fossi la cosa più…intuile
del mondo.-
Aggiunse, socchiudendo gli occhi. Lui le prese il
mento con una mano e la costrinse a guardarlo.
-Alexandra, non avvilirti: Lucius Malfoy guarda così
chiunque.-
La informò con un sorriso e lei non potè fare a
meno
di ricordarsi di come, alla stessa maniera, avesse riservato il
medesimo
sguardo anche a Draco, che era suo figlio.
Non doveva
essere per niente facile essere il figlio
di Lucius Malfoy.
Quella constatazione,
comunque, non riuscì a farla
sentire meglio e un nuovo sospiro abbandonò le sue labbra di
albicocca.
-Per quanto mi odierà?-
Blaise ridacchiò, scombinandole i capelli, la cui
forma era già stata messa a dura prova dal vento invernale.
-Mah…Una decina d’anni e potrai sperare in un
saluto
cordiale.-
La prese in giro, sghignazzando. Riuscì a farla
ridere e si meritò anche un pizzicotto sulla coscia.
-Grazie, Blaise.-
-Figurati, piccola.-
Ebbero solo il tempo di sorridersi, prima che Madama
Bumb si levasse in alto, sulla sua scopa, per attirare
l’attenzione di tutti.
Alexis si voltò, per osservare le due squadre entrare
in campo, cavalcioni delle proprie scope. Il suo sguardo fu catturato
da due
figure in particolare: i cercatori.
Avevano lo stesso ruolo, ma non sarebbero potuti
apparire in modo più diverso.
Harry James Potter era sicuro, mentre con decisione
si teneva cavalcioni della sua scopa da corsa; il vento finiva il
compito di
scompigliarli i capelli e i muscoli della pelle bronzea si contraevano
esperti
per assecondare i suoi movimenti; la divisa dorata e scarlatta,
scendeva
perfetta sul suo corpo allenato, regalandogli una luminosità
degna del sole.
Draco Lucius Malfoy era leggiadro e sedeva sulla sua
fiammante Nimbus 2001 con un’eleganza innata; i capelli erano
trattenuti dalla
solita mano di gel, lasciando scoperto il viso pallido e dai lineamenti
affilati; la divisa verde e argento delineava ogni muscolo teso
dell’ampia
schiena, donandogli il fascino e la raffinatezza della luna.
C’era solo una cosa che li rendeva uguali: lo
scintillio carico di eccitazione e serietà negli sguardi
accesi.
Erano come due facce della stessa medaglia, così
vicini eppure così diversi.
Il giorno e la
notte.
Il sole e la luna.
Il dolce e il salato.
Il grifone e il
serpente.
Chi avrebbe vinto?
Madama Bumb, dopo le solite raccomandazioni, diede
finalmente inizio alla partita.
Seguendo i movimenti veloci dei giocatori e la
brutalità con cui alcuni di loro si colpivano o lanciavano
le varie palle,
Alexis si chiese come poteva la gente apprezzare quel gioco; a lei,
sinceramente, non piaceva. Ma, forse, era solo influenzata dal fatto
che odiava
la violenza e odiava volare, due caratteristiche necessarie, per
apprezzare a
fondo il Quidditch. Tutti, intorno a lei, urlavano e incitavano la
propria
squadra alla vittoria; Theodore grugniva, di tanto in tanto; Diamond
urlava e
saltava – abbracciandola stretta- ogni qual volta Serpeverde
segnava un punto
–e quella era già la nona volta; il fan club di
Blaise schiamazzava come uno stormo
di civette in calore, mentre lui osservava impassibile la partita,
limitandosi
ad applaudire con eleganza ogni volta che la Pluffa entrava
nell’anello dei
Grifondoro. Dal canto suo, Alexis teneva gli occhi incollati su Harry e
Draco,
pregando gli dei che non cadessero dalla scopa…o non si
facessero troppo male.
Però, doveva ammettere che osservarli era qualcosa di
ipnotico; possedevano un
carisma e una sicurezza che riusciva a trasportarti e incantarti,
mentre
volteggiavano qua e là per il campo, alla ricerca del
Boccino D’Oro. Ogni tanto
si fermavano e li vedeva scambiarsi qualche battuta –
sicuramente di scherno,
conoscendoli. Per lo meno, la cosa rassicurante era che non potevano
buttarsi
giù dalla scopa a vicenda…o almeno lo sperava!
Poi, all’improvviso, una delle palle marroni
cominciò
a seguire Harry per tutto il campo. Allarmata, Alexis si
voltò verso Blaise,
che osservava la scena interessato.
-Che cos’è quella cosa? E perché si
comporta così?-
Gli domandò, cercando di far passare la sua preoccupazione
come semplice curiosità. Blaise abbassò lo
sguardo per osservarla e le sorrise.
-Quello, mia cara Alexandra, è un bolide. Sono palle
molto violente e pare che il nostro Potter se ne sia beccata una
proprio
insistente…-
Le spiegò, cantilendando l’ultima parte della
frase e
tornando a guardare la partita, con una strana luce negli occhi di
zaffiro.
-Spero che gli faccia male, così per un po’ non
saremmo costretti a vedere la sua brutta faccia in giro.-
Grugnì Theodore; Tiger e Goyle, al suo fianco, risero
tonti, annuendo.
Alexis trattenne il fiato e si fece, di colpo,
interessatissima alla partita; Harry era abile e fuggiva al bolide con
maestria, ma quello sembrava non volersi arrendere e lo seguiva
violento,
scontrandosi con gli spalti e distruggendo parte del perimetro del
campo;
quando Harry sfrecciò vicino alle tribune di Serpeverde, il
bolide si schiantò
poco distante da Alexis e compagnia, facendo schiamazzare il fan-club
di
Blaise.
-Sfregiato, attento a dove vai! Fatti ammazzare, ma
non ci coinvolgere!-
Gridarono Tiger e Goyle agitando i grossi pugni
minacciosi.
Alexis li ignorò e, respirando lentamente, seguì
le
mosse del fratello; adesso sia lui che Draco sfrecciavano vicini:
dovevano aver
visto il Boccino e si erano lanciati all’inseguimento;
peccato che il Bolide
stesse loro alle calcagna.
Ansiosa, Alexis si alzò in piedi e si avvicinò al
bordo degli spalti, per poter seguire ogni mossa.
-Merlino…-
Sospirò tesa: non sarebbe più andata a vedere una
partita di Quidditch; c’era da starci male!
Malfoy e Potter scomparvero al di sotto degli spalti;
il bolide entrava ed usciva dai teloni sottostanti, con violenza.
Fu questione di qualche minuto, poi la scena le
bloccò il cuore per qualche secondo.
Draco era stato quasi lanciato fuori con violenza e
aveva sbattuto forte sul terreno di gioco, dove si era accasciato senza
più
muoversi. Tutti avevano trattenuto il fiato e Alexis aveva cacciato un
urlo
terrorizzato, portandosi entrambe le mani alla bocca.
-Oh Signore...!-
Esclamò e il suo sguardo preoccupato si mosse verso
la figura di Harry, che ancora sfrecciava in aria, seguito dal bolide
che, il
tempo di un battito di ciglia, gli si era fiondato sul braccio,
rompendoglielo;
poi Harry era caduto al suolo a sua volta ed era rimasto a terra.
Alexis non sentì della vittoria del Grifondoro,
perché Blaise la scosse gentilmente, prendendola per un
braccio.
-Vieni, andiamo.-
La esortò, tirandola lungo le scale e scendendo poi
in campo.
Alexis scese dagli spalti con il cuore che le
martellava nel petto, tanto violento e assordante, da cancellare ogni
altro
rumore circostante. Quasi non sentiva la mano di Blaise, che le premeva
decisa
appena sopra il gomito, guidandola fino al muretto che li separava dal
campo.
La aiutò a scavalcare e insieme percorsero la strada che li
separava da Draco,
ancora disteso in terra, privo di coscienza.
Quando Blaise la lasciò andare, per correre
dall’amico, lei, quasi smarrita e confusa, rimase ferma, per
qualche secondo,
in mezzo al campo. Si guardò attorno spaesata e il suo
sguardo preoccupato
scivolò dalla figura di Draco a quella di Harry, ancora
preso di mira da
Bolide.
Qualcuno doveva
fermare quel coso prima che finisse
per spaccargli anche la testa!
Indecisa sul
da farsi, si guardò attorno
agitata, per vedere se qualche insegnante si stesse accingendo ad
aiutare il
fratello. Si svolse tutto in pochissimi secondi, ma a lei
sembrò che il tempo
si fosse congelato e che la scena, privata di suoni e colori,
procedesse ad una
lentezza esasperante. Non vide nessuno correre in aiuto di Harry,
perché lei e
Blaise erano gli unici ad aver già invaso il campo, dal
momento che Draco era
caduto prima del Grifondoro. In preda al panico, fece per estrarre la
bacchetta
dal cinturino della gonna, ma qualcuno la precedette.
-Finite Incantatem!-
Urlò una decisa voce femminile. Un raggio di
scintille d’argento andò a colpire il Bolide, che
espolse in mille piccolissime
parti.
La scena riprese colore e il chiasso dello stadio la
colpì come una violenta ondata di fiamme. Hermione, che
aveva pronunciato l’incantesimo,
stava correndo da Harry, subito seguita da Ron, dall’enorme
Hagrid e da tutti i
membri della squadra, che si affrettatono a scendere dalle scope e a
circondarlo preoccupati.
Un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Alexis,
che osservò la scena rincuorata. Il suo sguardo si
soffermò prima sulla figura
di Harry, dolorante, ma finalmente salvo; poi si andò a
posare sul viso di
Hermione Granger, che ricambiò l’occhiata con
espressione tra l’infastidito e
il confuso. La Potter si limitò a sorridere appena e a farle
un gesto di
assenso, che sperava fosse interpretato come il segno di ringraziamento
che
era.
Poi, si voltò e, di nuovo agitata, si precipitò
verso
Draco, ancora sdraiato in terra e privo di sensi. Si
inginocchiò accanto a lui
con tanta foga, da sbucciarsi le gambe, ma non se ne
preoccupò.
-Draco! Draco, svegliati!-
Lo chiamò allarmata, chinandosi appena e scuotendolo
per una spalla. Quello non accennò a riaprire gli occhi e
l’unico movimento che
fece, fu quello involontario della testa, che ciondolò su di
lato; i capelli
scompigliati gli si appiccicarono sulla fronte, appena lucida di
sudore, e le
chiare ciocche andarono a coprire parte del volto.
-Draco…-
Provò ancora, dandogli uno schiaffetto sul viso, ma
la situazione non cambiò. Ansiosa, alzò il viso
di scatto verso Blaise, chinato
accanto a lei.
-Blaise! Che cos’ha?!-
Il ragazzo si voltò a guardarla, l’espressione del
bel viso tesa.
-Sta tranquilla, Alex. E’ solo svenuto: sono sicuro
che non è nulla di grave.-
Cercò di rassicurarla, poggiandole una mano sulla
spalla.
Un sospiro tremante lasciò le sue labbra, mentre
prendeva il viso di Draco tra le mani e lo accarezzava gentile,
togliendogli le
ciocche di capelli dalla fronte. Poi si guardò intorno,
sperando di vedere
qualcuno che accorresse in loro aiuto: vana speranza. I compagni di
squadra,
che ancora volavano intorno a loro, non sembravano minimamente
interessati alla
salute del loro cercatore, e si limitavano a guardarlo
dall’alto con occhiate
di disprezzo, affibiandogli solo la colpa della loro perdita. Severus
Piton era
l’unico che si stava dirigendo in loro direzione, ma con
passo lento e
strascicato, come se avesse a disposizione tutto il tempo del mondo.
Ma lo sguardo di Alexis andò a cercare una persona in
particolare, con una certa urgenza. E quando la trovò, un
colpo secco le fece
singhiozzare il cuore: Lucius Malfoy, ancora seduto sugli spalti dei
professori, guardava la scena con un’indifferenza che
rasentava il disprezzo;
poi, senza neanche preoccuparsi della salute del figlio, si
alzò e, con un
elegante volteggiare di nero mantello, uscì dal campo, senza
guardarsi
indietro.
Sconvolta, rimase a fissare la postazione vuota,
chiedendosi che razza di genitore immondo potesse fregarsene a tal
punto del
proprio figlio. Senza che se ne fosse davvero resa conto, una mano le
si
strinse in un pugno tanto violento, da farlo tremare convulsivamente.
Un groppo
enorme le chiuse le vie respiratorie, facendole trattenere il fiato. Le
ciglia
le si inumidirono appena.
Fu in quel momento che un mugugnio di Draco la
risvegliò, costringendola a voltarsi verso il ragazzo.
-Draco!-
Si chinò verso di lui, accarezzandogli piano una
guancia. Quello strinse appena gli occhi e poi li aprì:
pozze d’argento tanto
profonde e vuote da crearle un sussulto doloroso nel petto.
-Alex…andra…?-
Mormorò appena. Il suo sguardo era puntato su di lei,
ma sembrava non vederla davvero.
-Sono qui.-
Alexis gli prese una mano e se la portò alle labbra,
sfiorandola con un bacio delicato.
Un sorriso amaro dipinse le labbra del biondino.
-Aveva ragione…Ho comprato anche questa…-
Aggiunse stanco, in un sussurro roco. La ragazza
corrugò la fronte, ma prima che potesse chiedere
spiegazioni, Draco svenne di
nuovo, accasciandosi su di un lato.
Sconvolta, Alexis si voltò a guardare Blaise, che
stava scuotendo la testa, contrariato: forse lui aveva capito cosa
significassero quelle parole, ma non le sembrava il momento giusto per
chiederglielo. Si limitò a fissarlo, senza sapere cosa fare,
cosa dire.
-Portatelo in infermieria.-
Severus Piton, finalmente ‘accorso’ in loro aiuto,
aveva pronunciato quelle semplici parole, con tono di duro rimprovero.
Aveva
guardato Blaise e poi, si era allontanato, incurante.
Ma che diavolo
avevano tutti quanti? Possibile che la
perdita di una partita avesse più valore della salute di uno
studente? Di un
compagno? Di un amico?
Blaise
sospirò e si chinò in avanti per prendere
Draco tra le braccia. Lo sollevò senza fatica e
lanciò un’occhiata ad Alexis,
ancora seduta in terra.
-Andiamo.-
Si limitò a dire, prima di voltarle le spalle e
cominciare ad incamminarsi.
La moretta lo guardò, poi si alzò in piedi, ma
non lo
seguì subito. Si girò invece verso la squadra di
Serpeverde, con gli occhi di
smeraldo che lanciavano saette.
-Si puo’ sapere che razza di persone meschine siete?!
Cosa avete da guardare con tanto disprezzo?! Invece di starvene a
volteggiare
su quelle maledette scope dovreste scendere e preoccuparvi per la
salute di un
vostro compagno! Come diavolo fate a…-
Cominciò a rimproverarli, gli occhi lucidi e le mani
strette in due pugni lungo i fianchi; ma la voce di Blaise la
interruppe quasi
subito.
-Alexandra, lascia perdere! Non sono affari che ti
riguardano: andiamo.-
La richiamò, voltandosi a lanciarle
un’occhiataccia.
Lei lo guardò confusa e ferita, aggrottando la fronte. Lo
sguardo di Blaise era
deciso e non ammetteva repliche di alcuna sorta. Alexis
sbuffò arrabbiata e,
dopo aver lanciato un’ultima occhiata disgustata alla
squadra, voltò loro le
spalle e raggiunse Blaise.
L’infermieria non era
mai stata così affolata come
quel tardo pomeriggio di metà Novembre. Oliver Baston,
portiere del Grifondoro,
era stato il primo ad essere dimesso: era stato colpito dallo stesso
Bolide che
aveva seguito Harry per quasi tutta la partita, ma, fortunatamente per
lui, pur
avendo fatto decisamente una bella caduta in picchiata contro il suolo,
non si
era fatto eccessivamente male e Madama Chips – santa donna!
– era riuscita a
rimetterlo in sesto in un attimo. Discorso diverso valeva per Harry
James
Potter e Draco Lucius Malfoy, entrambi distesi su due lettini
dell’infermieria:
il primo, per un brillante intervento del professor
Allock, si ritrovava
senza ossa del braccio destro; il secondo aveva un forte mal di testa
– l’aveva
sbattuta nella caduta – e un misterioso
squarcio sul braccio, che si era
riaperto durante la partita e che sanguinava abbastanza copiosamente.
Accanto
al letto di Potter si raccoglieva, in cerchio, tutta la squadra del
Grifondoro,
insieme ai suoi due, immancabili, migliori amici; erano così
tanti, che Madama
Chips faceva fatica a trovare una via d’entrata per curare il
suo paziente.
Al contrario, invece, accanto al letto di Malfoy
c’erano poche persone: Tiger e Goyle che, nonostante non
brillassero di
intelligenza, si mostravano sempre degli amici sinceri; Blaise Zabini,
elegantemente seduto su di uno sgabello; e, ovviamente, Lei, Alexandra
Black.
Era accomodata sulla sponda del letto e osservava Draco agitarsi appena
senza
emettere il minimo lamento. Di tanto in tanto, lei sollevava una mano a
sfiorargli appena il viso, ma dal momento che aveva
l’impressione di dargli
quasi fastidio, cercava di trattenersi, per quanto possibile, dal
farlo. Nel
frattempo, aveva intrecciato le sue dita a quelle del biondo, che, da
sotto le
lenzuola, le stringeva la mano tanto violentemente da farle male; ma
non le
importava: se le sarebbe fatte rompere tutte, le ossa delle dita, se
ciò fosse
servito ad aiutare Draco nel suo dolore e nella sua battaglia interna.
Ogni tanto, il ragazzo apriva gli occhi e la guardava
accigliato e lei, allora, si limitava a sorridere calma; Draco
sospirava
frustrato e poi tornava a chiudere gli occhi, stringendoli quasi, a
volte, come
colpito da nuove, dolorose fitte.
Madama Chips lo aveva già curato, fasciandogli la
testa e disinfettandogli il braccio, per poi bendare, meticolosamente,
anche
quello. Ora, dopo essersi occupata anche di Potter, si era riavvicinata
al
letto del Serpeverde e aveva porto un bicchiere ad Alexis.
-Glielo faccia bere, signorina Black: servirà ad
alleviare il dolore alla testa.-
Le spiegò. La ragazza annuì e prese
l’infuso caldo
tra le mani: aveva un aspetto invitante, sembrava thè, ma
aveva un odore un po’
aspro, che le fece arricciare il naso.
Si voltò verso il biondo.
-Draco?-
Il ragazzo aprì un occhio, osservandola impassibile.
-Mmm.-
Si limitò a rispondere. Tenendo la tazza con una sola
mano, allungò l’altra a sfiorargli il viso, con
una carezza gentile.
-Dovresti bere questa medicina: Madama Chips dice che
ti aiuterà a rimetterti.-
Gli spiegò, offrendogli la tazza bollente.
Draco la fissò per un lungo momento, prima di
cominciare a tirarsi su, con qualche difficoltà: il braccio
ferito gli faceva
ancora un male gramo.
Blaise alzò lo sguardo su di lui, pronto ad alzarsi
per aiutarlo, ma Tiger e Goyle lo precedettero, cercando di agevolarlo
goffamente, prendendolo per le spalle.
-Lasciatemi! Ce la faccio da solo.-
Li rimproverò brusco,scrollandoseli di dosso e
cercando poi di nascondere la nuova fitta che gli aveva tirato tutti i
tendini
del braccio. Sommessamente, i due tornarono a sedersi sulle sedie, con
il capo
chino, borbottando qualche scusa.
Alexis ebbe voglia di rimproverarlo, ma,
sinceramente, non se la sentì proprio. Per una volta,
avrebbe lasciato correre
i suoi modi scortesi: era più che giustificato.
Senza dire altro, Draco allungò una mano e le prese
la medicina dalle mani, cominciando a sorseggiarla. Il suo viso fu
attraversato
da un’espressione disgustata solo per un momento; poi,
silenzioso, bevve tutto
l’infuso, senza mai lamentarsi.
Alexis rimase a fissarlo e, scendendo ad esaminare il
braccio fasciato – lasciato scoperto dalla divisa malamente
strappata
dall’infermiera per curarlo -, si sentì
improvvisamente in colpa. Quello
squarcio se l’era procurato a causa sua, per difenderla. E
ora, per colpa sua,
non solo Draco aveva perso un’ importante partita –
la prima del campionato
contro Grifondoro –e contro Harry - e
l’unica che suo padre Lucius
sarebbe mai andato a vedere -, ma si ritrovava anche in un lettino
dell’infermieria, con una, per fortuna, mancata commozione
cerebrale, e con un
braccio completamente infermo.
La mano, ormai lasciata libera dalla morsa violenta,
andò a stringersi in un piccolo pugno tremante, che
andò a fare compagnia
all’altro, sulle ginocchia. Alexis abbassò lo
sguardo, e anche la piccola ombra
di quel sorriso incoraggiante che aveva rivolto a Draco,
sparì in
un’espressione malinconica. Le labbra, ormai piegate in un
morbido broncio
triste, si aprirono appena per lasciar uscire un fiotto
d’aria malinconica.
-No.-
Quella semplice e secca affermazione la distolse
dalla trama complicata dei suoi pensieri, costringendola ad alzare il
viso
verso Draco, che ora la guardava impassibile. Lo fissò di
sbieco per qualche
secondo, corrucciando appena la bocca.
-Cosa…?-
Mormorò, come se all’improvviso avesse perso anche
le
forze per parlare. E pensare che era lui quello che aveva sbattuto la
testa!
Draco le lanciò un’occhiataccia densa di
significato.
-Conosco quell’espressione.-
La rimproverò, il tono di voce tanto freddo e strascicato
da farle salire un brivido lungo la spina dorsale. Alexis lo
osservò per pochi
secondi, prima di riabbassare lo sguardo e puntarlo, con innaturale
interesse,
sulle mani che ancora stringeva quasi convulsivamente in grembo. Non
rispose.
-Smettila, o giuro che uso tutte le forze che mi sono
rimaste per sbatterti fuori da qui.-
La minacciò duro, allungandosi appena per afferrarle
un polso.
Lei rimase in silenzio, limitandosi a mordersi appena
il labbro inferiore; fu costretta a prestargli di nuovo attenzione,
quando la
morsa sul suo braccio si fece più ferrea, facendole quasi
male. Gli lanciò
un’occhiata di sottecchi e lui la tirò appena.
-Guardami.-
Ordinò conciso, e quando lei girò, finalmente, il
viso, le lasciò andare il polso e le posò la mano
su di una guancia.
Lo smeraldo
lucente si specchiò nell’argento
ghiacciato.
-Non è colpa
tua. Non pensarci neanche per un
istante.-
La guardò deciso e, stranamente, sereno.
Una carezza di
conforto.
Un dolce sorriso d’albicocca.
La mano piccola ed
affusolata andò a posarsi su
quella grande di Draco, per farla aderire meglio contro la guancia. Gli
depositò un piccolo bacio sul palmo.
Quando Madama Chips cominciò a mandare via gli
studenti del Grifondoro, anche Blaise, Tiger e Goyle si avviarono
all’uscita.
Alexis, però, andò a parlare con
l’infermiera, e dopo un piccolo dibattito,
riuscì ad ottenere ciò che voleva.
Tornò da Draco, che ancora seduto con la schiena
contro la testata del letto, osservava il vuoto con espressione
indecifrabilmente lontana. Quando Alexis si sedette sulla sponda del
letto e
gli prese una mano, allora lui si voltò a guardarla, con un
cipiglio ancora
duro, risultato delle sue riflessioni.
-Ho parlato con Madama Chips: questa sera potrai già
tornare in camera tua.-
Gli comunicò, con un sorriso raggiante.
Draco sollevò entrambe le sopracciglia, sorpreso.
-Dici sul serio?-
Alexis annuì.
-Come hai fatto a convincere quella vecchia
bisbetica?-
Sibilò, meritandosi un lieve colpetto alla mano, che
lo fece sorridere di sbieco.
-Ho promesso che ti saresti riposato e che ti avrei
impedito di andartene a zonzo per il castello.-
Draco le lanciò un’occhiata divertita.
-Pensi davvero di potermi fermare, se io decidessi di
non rispettare le regole?-
Lei ridacchiò allegra, scuotendo la massa di boccoli.
-Oh sì, mio caro. E poi, posso sempre contare
sull’aiuto di Blaise.- lo minacciò, assumendo
un’aria severa – Potrai anche
essere più forte di me, ma conciato come sei, non credo
riusciresti a superare
Blaise.-
Lo schernì soddisfatta, annuendo convinta. Lui si
limitò a fissarla neutro, senza aggiungere altro.
Quando Madama Chips si schiarì la voce, Alexis
capì
che era proprio ora di lasciare Draco al suo meritato riposo. Si
alzò in piedi,
lasciandogli un’ultima carezza sul dorso della mano.
-Riposati, Draco: ne hai bisogno.-
Lo salutò con un sorriso, piegandosi appena in avanti
per lasciargli un bacio sulla fronte fasciata.
-Vengo a trovarti stasera.-
Promise poi, sussurrando quelle parole che le labbra
ancora non avevano lasciato la sua fronte.
Si tirò su, ma lui scattò appena in avanti,
agguantandole un polso e costringendola a piegarsi di nuovo. Si
trovarono
faccia a faccia, ad un centimetro di distanza.
-Bada bene, Black: sono davvero incazzato oggi.-
Soffiò, lambendole la bocca con il respiro. Lei
sorrise, sapendo bene cosa significassero quelle parole.
-Lo so.- si avvicinò, colmando la poca distanza, e
gli stampò un veloce bacio a fior di labbra. -Ti amo.-
Draco la osservò, poi l’ombra di un sorriso gli
dipinse finalmente lo sguardo, rimasto vuoto fino a quel momento.
-*-
Lione94:
Ed
ecco, finalmente, il nuovo capitolo! Beh che dire, se non che spero
sinceramente ti piaccia almeno quanto gli altri! Inoltre, ti ringrazio
davvero
per tutti i tuoi complimenti di sempre e per continuare a seguirmi *_*
Spero,
ovviamente, che avrai voglia di commentare anche questo nuovo capitolo,
per
farmi sapere che ne pensi ;) Ti mando un grosso bacione, con la
speranza di
sentirti presto!
le_montagnine:
Ok, credo che sia la vostra la Squadra di Recupero che è
venuta a casa mia e mi
ha minacciata di continuare la storia a suon di Bazooka xD Comunque, a
parte
gli scherzi, eccomi finalmente tornata! Mi siete mancate davvero tanto L E
io, vi sono mancata? :3 Beh, che dirvi, se non GRAZIE, come sempre, per
essere
qui con me!
Ma com’è che la Isa si fa sempre male?! Mi
sa che devo adoperarmi per regalarti un amuleto anti-sfortuna,
altrimenti, di
questo passo, rischio di perderti °_° E tu, Ele, sii
più buona con al tua
sorellina ù___ù Comunque, sul serio, ve
l’ho mai detto che vi adoro? Ah.
Aspettate, dalla regia mi comunicano che l’ho fatto almeno
una decina di
volte…Ehm…Vabbeh xD In ogni caso, quanto vorrei
adottarvi *_* Mi piacerebbe
avere due sorelle esuberanti e simpatiche come voi! *le abbraccia*
Dunque, a parte questo, spero che il nuovo
capitolo vi sia piaciuto! Mi sono dovuta sforzare un po’ per
riprenderlo in
mano, ma alla fine ce l’ho fatta: ho detto che questa storia
avrà una fine e
quindi la fine ci sarà! E spero che voi continuiate ad
accompagnarmi con i
vostri commenti fino al giorno in cui, in fondo al capitolo, ci
sarà quella
magica parolina! Ora vi lascio con un bacione e con la speranza di
sentirvi
presto! <3
Beh, che dirti comunque: grazie mille per
i tuoi commenti super dettagliati! Li adoro, davvero! E grazie anche
per il
consiglio sull’espressione ‘alzò il fine
sopracciglio’! Cercherò di moderarmi,
lo prometto ;)
Per il resto, sono contenta che lo scorso
capitolo ti sia piaciuto e spero vivamente che anche questo sia stato
altrettanto di tuo gradimento!*_*
E grazie mille anche per le tue parole su
Queens Park *_* Davvero, se mai uscisse in libreria, andresti a
comprarlo?ç____ç Sono commossa, sul serio
*abbraccia forte forte*
Comunque, sono contenta che la barzelletta
di Goyle ti abbia fatto ridere XD Mi sono divertita anch’io a
scriverla!
Per quanto riguarda il finale struggente
dello scorso capitolo, ecco come si è risolto *_* Lucius non
è abbonato a
Vanity Witch, ma chissà perché ho
l’impressione che zio Voldy, forse…
ahauhauahuahaXD
Beh, spero che questo nuovo capitolo ti
sia piaciuto quanto gli altri!
Un bacione e alla prossima <3
Per la tua domanda: il momento tanto
atteso, ci sarà esattamente tra cinque capitoli! Non dovrai
aspettare ancora
molto, dunque *_* Anche perché, mi sono ripromessa di
cercare di aggiornare
massimo una volta ogni due settimane e spero di riuscirci!
Ora, ti lascio con un grosso bacione e con
la speranza di sentirti presto :3