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Autore: Niamey    06/11/2010    1 recensioni
Premetto che questa storia ha l'intenzione puramente di narrare fatti e divertire, qualunque riferimento preso come offesa per una o l'altra cultura e/o religione è puramente voluto dal lettore.
Io mi limito a narrare la storia di questo fante mussulmano in costante lotta, fisica contro l'invasore cristiano, e spirituale contro il suo ego.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte prima dello scontro Salāh al-Dīn aveva dato disposizioni liberali nei confronti dei soldati, che così potevano godersi la nottata dimenticando per un attimo il terrore della guerra nella quale erano affondati.
Il giovane Al-Malek vagava per l'accampamento in cerca dell'uomo che aveva conosciuto nell'assedio di Aleppo e con il quale aveva poi perso i contatti.
< Al-Malek! Ah, Allah è grande, sono contento di vederti! >
Il giovane si voltò verso la figura incappucciata che lo aveva salutato; nonostante la scarsa illuminazione, egli notò subito i tratti decisi del veterano di guerra che aveva conosciuto ad Aleppo: Hamza.
I due scoppiarono in una sonora risata per poi abbracciarsi.
< Sono contento anche io di vederti Hamza, ah che consolazione vederti questa notte, prima dello scontro. > Rispose Al-Malek.
Hamza sorrise, e fece cenno di seguirlo. Lo condusse su una bassa collina dalla quale si sovrastava l'intero accampamento e si vedeva chiaramente l'estensione della Città Santa. < Vedi amico mio, non devi essere spaventato da quello che sta per succedere, ma non devi nemmeno fare come tutti gli altri, che si ubriacano di passatempi per non avere paura, vedi, noi siamo guerrieri della Jihad, noi combattiamo per Allah, è una guerra che non possiamo perdere > Riprese poi: < Sono sicuro che se scavi nel profondo della tua anima, troverai che tu sei nato per combattere questa guerra! >
Al-Malek passò il resto della serata a parlare con l'amico, ma nel profondo stava accuratamente meditando ogni singola parola. La notte fu per lui terribile, ricordava ancora molto bene, in tutte le indignazioni che aveva compiuto uccidendo, saccheggiando e rubando, non vedeva affatto la santificazione che Hamza aveva promesso.
Lasciamo il nostro "eroe" in preda ai suoi incubi ora, e spostiamoci per dare un'ultima occhiata ai preparativi sul fronte cristiano: la mattina successiva Guido di Lusignano era ormai a un passo dalla pazzia: si era finalmente reso conto che la precaria situazione in Terra Santa era sul cessare e che lui sarebbe stato ricordato come l'ultimo sovrano cristiano nella terra di Cristo.
< Dannazione! Cosa ho sbagliato??! > urlò furioso scuotendo il suo consigliere.
La piccola figura tremava ancora, quando rispose al sovrano:
< Ma, signore, questo attacco nessuno poteva prevederlo! Abbiamo fatto tutto il possibile...! >
< ... Ma non è bastato! > Stava per colpire l'uomo dalla rabbia, quando fu terrorizzato dai suoni che provenivano dall'esterno dell'edificio. Non era il solito rumore di vita cittadina, né le trombe che annunciano la visita di qualche nobile; erano tamburi, tamburi di guerra: gli Arabi erano in marcia. Usciamo subito dalla stanza del Reggente del Regno di Gerusalemme e torniamo nella tenda del nostro "amico".
Al-Malek stava ultimando la vestizione, aveva già indossato i gambali e la cotta di maglia, stava sistemando con cura le spalline mentre osservava come incantato il suo elmo magnificamente decorato. Il copricapo, una delle poche cose ereditate dal padre, era simbolo della potenza e ricchezza (ormai perduta) della sua famiglia, aveva la classica forma a cupola, era decorato sui lati con simboli e un'iscrizione nel paraguance destro, diceva: Onore ad Hashim, distruttore del male, soldato di Maometto contro gli infedeli.
Stava finendo di affilare la sciabola quando uno degli ufficiali gli intimò di sbrigarsi. Egli allora, risposta l'arma bianca nel fodero e presa la faretra si diresse verso la posizione della sua guarnigione; terzo posto nella prima fila, quella era la sua postazione: la più pericolosa, la più degna di lode.
I due schieramenti si fronteggiano, Salāh al-Dīn è pronto, i cristiani, dietro le loro alte mure lo temono. E' così che la battaglia più imponente di tutti i tempi ha inizo.     
  
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