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Autore: blackdeviljack    06/11/2010    1 recensioni
Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora prima di te.
Proverbio Africano
Sono orgogliosa di presentarmi la mia prima fanfic in assoluto che spero possa piacervi; cercherò di postare il seguito senza eccessive pause, impegni permettendo... Detto questo, vi lascio alla storia!!!
kixx blackdeviljack
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione, Sesta stagione
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Inizio ringraziando tutti quelli che hanno letto e continuano a seguire la storia; per i temerari che avranno la pazienza di leggere tutto il capitolo, do appuntamento alla fine del testo.
Kixx blackdeviljack
 
Il primo pensiero che attraversò la mente di Dean quando si ritrovò a ruzzolare per un’intera scalinata, fu quello che probabilmente quando Dio aveva creato gli angeli non si era affatto curato di dotarli di un minimo di buon senso.
Si accorse appena in tempo di essere in procinto di utilizzare l’ultimo scalino come piattaforma di lancio, per potersi scostare di lato; afferrò con tutte le sue forze la ringhiera, nel tentativo di arrestare la caduta, ma a quanto pare il destino non sembrava arridergli quel giorno e proprio in quel momento Sam decise di utilizzarlo come appiglio, trascinandolo con sé. Entrambi rovinarono rumorosamente a terra con un tonfo, seguiti da una moltitudine strepitosa di carabattole, mentre Dean faceva sfoggio del suo personale e fornitissimo vocabolario di imprecazioni.  Fece per sollevarsi puntellandosi su di un gomito, scoprendo solo più tardi che sotto al sopracitato arto c’era lo stomaco del fratello, quando il padrone di casa gli puntò la canna del fucile sulla fronte, facendolo trasalire.

-Bobby!?- esclamò sorpreso sbilanciandosi e ricadendo malamente sulla povera vittima inerme di quel macello, che stava tentando di spostarsi e che, a dirla tutta, ci era quasi riuscito; l’urto fece ricadere a terra il minore dei Winchester, che finì  schiacciato fra lo spigolo dello scalino e il corpo del fratello, costretto in una posizione alquanto scomoda.

-Dean…- si lamentò, annaspando per riprendere fiato,

-Nessuno ti ha mai detto che sei comodo?- ironizzò l’altro accomodandosi per bene sulla poltrona alias Sam Winchester, mentre Bobby si guardava intorno, perplesso.

-Come siete arrivati qui?- chiese il cacciatore abbassando l’arma,

-Colpa di quel fottuto angelo, non ha il senso dello spazio, per poco non morivo precipitando da quelle scale!- sibilò adirato il maggiore dei Winchester additando queste ultime come fossero un demone della peggior specie;

-Intendi Castiel?- Sam stava lentamente cambiando colore; avrebbe dovuto ricordare a Dean di mangiare meno porcherie da fast food: lo rendevano terribilmente pesante.

-Conosci qualcun altro così deficiente da salvarci da due arcangeli per ammazzarci con una scalinata?- ribadì il maggiore, dimentico del fatto che quello sotto di lui non fosse semplice moquette ma suo fratello;

-In effetti un paio ci sarebbero…- meditò pensieroso Bobby mentre Sam agitava una mano nel vano tentativo di farsi notare.

-Che cavolo?!- Dean si voltò di scatto verso il minore, allertato dal fatto che la terra tremasse sotto di lui, mentre il cacciatore scuoteva il capo,

-Credo ti stia dicendo di alzarti…- gli suggerì mentre con un balzo olimpionico l’interlocutore liberava la pseudo moquette del pesante fardello. Sam si rialzò tossicchiando, grato a  Bobby per la sua perspicacia.

-E ora che siete entrambi abbastanza in forze da muovervi, che ne direste di venire di là e bere qualcosa di possibilmente alcolico?- propose il cacciatore mentre Dean lo precedeva, sfacciato, come se si trovasse a casa propria; anche se in fondo, nel suo ordine mentale, quel posto era ciò che più si avvicinava al concetto di casa.
 

Un bagliore accecante, la percezione fastidiosa della dimensione temporale che si annullava progressivamente, il gesto istintivo di proteggersi da tanta luce, e poi un tonfo, sordo; i sensi umani ritornarono improvvisamente a far parte del suo essere, e d’un tratto l’odore acre di fumo e di zolfo lo investì, facendolo boccheggiare. Strinse forte nei pugni una manciata di terra, arida, che fuggì rapidamente la stretta di quelle mani, spazzata come polvere dal vento, che sferzava con forza quell’abisso di disperazione.
Tentò di spostarsi con un colpo di ali, o perlomeno di ripararsi da quella tormenta che continuava ad infastidirlo, ma un dolore acuto si sollevò in risposta dal punto esatto in cui le ali si congiungevano al corpo del suo tramite; serrò la mascella e, umiliato, fu costretto a rialzarsi da terra come un normale essere umano.  Gli occhi cerulei saettarono alla ricerca di quel tassello mancante che rendeva il paesaggio incompleto, una visione macabra si presentò al suo sguardo: c’erano cadaveri intorno a lui, migliaia di corpi senza vita che giacevano al suolo con la stessa pallida espressione inanimata, abbandonati in quella landa desolata. Il cuore sussultò nel petto mentre passava in rassegna ad uno ad uno quei volti, quei visi appartenuti ad uomini e donne innocenti, sfigurati e deformati dalla disperazione e dalle ferite.
Colonne di fumo nero si sollevavano in lontananza, lugubri, emergendo dalle profonde ed innaturali spaccature che piagavano la superficie del pianeta, il silenzio avvolgeva come una coltre quello scenario post apocalittico, annullando la normale percezione del tempo e dello spazio. Fece per muovere un passo quando urtò qualcosaai suoi piedi; si chinò a raccogliere l’oggetto che aveva inavvertitamente rischiato di calpestare: era un orsacchiotto di pezza, o almeno quel che ne restava; quegli occhi vitrei e distanti suscitarono in lui così tanta tenerezza e rimorso che una lacrima solitaria gli solcò una guancia, bagnando il terreno polveroso.
Una fitta acuta lo costrinse a raggomitolarsi su se stesso, mozzandogli in un istante il respiro, quel poco che rimaneva della sua natura angelica vibrò, avvertendolo dell’arrivo di un imminente pericolo; levò lo sguardo di fronte a sé, incontrando con diffidenza le iridi d’ebano luccicanti della creatura che aveva di fronte.

-Finalmente ci incontriamo, Castiel – un sorriso ambiguo increspò le labbra dell’uomo, un ciuffo ribelle gli ricadde sul viso, gettando ombre inquietanti sui lineamenti spigolosi che avevano il prezioso taglio del diamante; un breve lampo di smarrimento e incertezza attraverso gli occhi blu dell’angelo.

-  Chi sei e cosa vuoi da me?- una risata inquietante turbò l’aria, caricandola di tensione;

-Dovrei essere io a chiederti questo, giovane soldato- fece una pausa scrutandolo con maggiore attenzione- il mio nome è Astaroth e sono qui per aiutarti-

-Dubito che tu sia realmente qui per fare questo- ringhiò l’altro assumendo una posa difensiva, giungendo rapidamente alla conclusione che senza poter contare sulla sua Grazia le possibilità di sopravvivenza in un ipotetico duello si riducevano al minimo.

-Calma, calma- la creatura sollevò le mani a prova delle sue buone intenzioni- non sono qui per combattere contro di te, fratello, e non voglio che tu lo faccia, soprattutto perché finché ti troverai in questa dimensione ti sarà impossibile spostarti  con l’ausilio di quelle- additò le sue ali con perplessità, in risposta Castiel abbandonò le ostilità senza però smettere di guardarlo con diffidenza.

-Dove siamo?- l’uomo sorrise,

-Questo è il futuro così come sarà se tu e i tuoi amici non farete nulla per cambiarlo-

-E tu cosa avresti a che fare con tutto ciò?- la creatura sorrise nuovamente all’espressione criptica dell’angelo.

-non mi aspettavo niente di meno da uno come te, Castiel- un lungo brivido attraversò la schiena dell'angelo al tono divoce deciso dell'essere-l’unico modo che hai per fermare l’apocalisse è quello di sigillare gli spiriti delle sette creature angeliche destinante a dare inizio alla distruzione delle terre, e io sono uno di queste- l’aria si tese incredibilmente fino a divenire fosca e torbida come le rive acquitrinose di una palude; tre paia di ali nere come carbone si levarono alle spalle della creatura che sprigionò un’immensa aura ambigua e malefica, un potere corrotto che sembrò avvelenare progressivamente l’atmosfera, rendendola perfino irrespirabile.

-Non ti credo-la voce dell’angelo risuonò chiara e decisa, mentre le fastidiose catene che limitavano i suoi doni angelici iniziavano a sciogliere la loro morsa oppressiva.

- in origine venni creato per scrutare gli eventi del presente, del passato e del futuro e riportarli fedelmente a chiunque si dimostrasse degno di tale conoscenza, dovresti tenere a mente le mie parole, fratello-

-Non macchiare con il tuo spirito corrotto l’animo puro di una creatura celeste, Astaroth- la voce imperiosa quanto inaspettata di Yeiayel fece voltare di scatto entrambi, il sorriso della creatura  mutò rapidamente in una smorfia di disappunto.

-Abaddon, sorella, quale sorpresa, pensavo di non rivederti mai più dall’ultimo incontro che abbiamo avuto- Castiel spostò lo sguardo dall’uno all’altro con rapidità, sentendo finalmente la sua Grazia liberarsi dagli ultimi vincoli; Astaroth, contrariamente a Michael e Raphael, non dimostrava alcun timore nei confronti del serafino né esternava vergogna per la sua condizione; c’era una sorta di dignità e tacito accordo in tutto ciò, una forma di amore malato che tuttavia era sufficiente a suscitare invidia  fra gli abitanti dei piani alti. Poteva benissimo leggere nei loro sguardi che Yeiayel e Astaroth si sentivano fratelli nonostante tutte le differenze che li caratterizzavano, ambedue erano in grado di aiutarsi pur mantenendo ideologie diverse e non nutrivano odio per la loro diversità. In quel breve istante Castiel provò ammirazione per loro.

-Lo credevo anche io, fratello, ma a quanto pare il destino ha in serbo altro per noi- il bagliore cupo e intenso che emanava il serafino si spense e subito la dimensione tornò ad opprimerlo con i suoi divieti; come avesse percepito i suoi pensieri Yeiayel si voltò verso di lui, liberandolo dall’opprimente sensazione di limitazione che gli trasmetteva quel posto.

-Non cercare di volare finché ci troviamo qui- ribattè secca tornando ad occuparsi del fratello;

-Sai bene che è l’unica soluzione che abbiamo per impedire tutto ciò- additò l’ambiente circostante- vuoi davvero che il genere umano vada incontro a questo mondo di tristezza e desolazione?-

-Sai bene che non è questo il mio pensiero- gli occhi verdi del tramite brillarono di rabbia,

-Ho guardato nel futuro sorella e, per la prima volta dopo millenni, ho visto un bivio davanti a me…- Castiel chinò la testa da un lato, curioso, non riuscendo a cogliere il preciso avvenimento a cui il serafino si stava riferendo;  Yeiayel guardava assorta il fratello, pensierosa, senza batter ciglio, autorizzando l'altro a continuare.

-I due testimoni hanno messo piede sulla terra, è ormai questione di tempo prima che i due Winchester acconsentano a fare da tramite ai due arcangeli, non  puoi permettere che dei vecchi rancori condannino questa terra- Astaroth le si avvicinò per dare maggior enfasi al discorso che aveva preso una piega non proprio riconducibile alla definizione di “angeli caduti e corrotti”.

-gli altri?- domandò il serafino ignorando caldamente la richiesta implicita a quello sguardo,

-la situazione non è cambiata- mormorò l’altro evasivo, con espressione colpevole,

-rischieranno la vita te ne rendi conto? Se qualcosa dovesse andare storto non ho idea di dove finiremmo!!!- ruggì davanti alla sua testardaggine, Castiel le si avvicinò posandogli una mano sulla spalla.

-E tu sei consapevole del fatto che moriremo comunque? Siamo alle porte dell’apocalisse e fra poco le nostre vite non avranno più senso perché tutto sarà finito se non facciamo qualcosa- sorpresa da quella reazione Yeiayel si voltò a studiarlo, sondando quella sicurezza e quel coraggio avventato che si agitavano in quegli occhi turbolenti, poi si rivolse nuovamente al fratello.

-Vai lontano da qui, Astaroth, cerca di nasconderti dagli angeli come dai demoni, se tutto andrà bene all’alba di domani partiremo e allora avremmo bisogno del tuo aiuto- sospirò nella tenue speranza di aver combinato qualcosa di utile, Astaroth scomparve e lei tornò a scrutare l’angelo con sguardo penetrante.

-Vai dai Winchester e spiegagli quanto è stato deciso, evita per una notte che si caccino nei casini con gli inquilini dei piani bassi o con qualche stupida creatura del male dotata di cervello e in grado di riferire a Lucifero i nostri movimenti- il tono perentorio diede all’ultima richiesta il sapore di un ordine e, solo per un attimo, Castiel immaginò di trovarsi di nuovo fra i ranghi angelici, pronto alla battaglia. D’improvviso si ricordò di non poter spiccare il volo in quella dimensione e contraccambiò con lo stesso sguardo il serafino, trasmettendogli la richiesta implicita di sciogliere quel sortilegio.

-Temo di non poterlo fare Castiel, in questa dimensione solo noi siamo in grado di mantenere la totalità dei nostri poteri- fece una pausa come era tipico degli umani - è una precauzione che abbiamo preso per evitare che qualcuno da lassù ci giocasse un brutto tiro, ma  credo di poterti fare uscire comunque con i miei poteri; l'inconveniente è che quelle- additò le ali candidamente ripiegate alle sue spalle – non potrai usarle per qualche giorno- l’angelo la fissò stranito, insomma quelle erano le SUE ali, non aveva mai vissuto senza e non aveva la minima idea di come si spostassero gli umani sulla terra, o meglio non aveva alcuna intenzione di infilarsi in una di quelle trappole per topi con le ruote tanto amate da Dean.

-Capisco la tua perplessità ma temo che sia necessario- si scusò il serafino sfiorandogli la fronte con un tocco, e trasportandolo in un battito d’ali lontano da quel posto orrendo.


BAZAR DELL'AUTRICE (dove tutto è permesso, anche picchiare la stessa)

Allora innanzitutto vorrei ringraziare chiunque abbia avuto l'ardore e la pazienza di arrivare sin qui. Devo scusarmi per essere sparita per qualche giorno ma un improvviso impegno mi ha richiamato all'estero; un sentito e caloroso abbraccio e tutta la mia gratitudine ad Alchimista(che continua a recensirmi nonostante tutto), a chi ha inserito la storia fra le seguite e a tutti coloro che leggono rimanendo nell'ombra. Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno di voi e vi do appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio blackdeviljack 
  
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