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Autore: bianfre    06/11/2010    1 recensioni
“Inverno!”“Pomodoro,mozzarella,radicchio e grana!”“Rustica!”“Pomodoro,mozzarella,tonno,cipolla,salamino piccante…e…..”“AH, FREGATO! Olive nere!”e detto ciò il biondo non tardò a fuggire mentre il bruno cercava invano di scagliarvisi contro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Proprio sta sera…”
“Eh che vuoi farci, ordini dell’ultimo minuto!Ksesese!”
“Ma te che ridi?!C’è da piangere invece!”
“Oh su su che sono tutti questi problemi improvvisamente?? È una cosa che abbiamo sempre fatto!”
“Si, ma…” e il biondo si ammutolì all’entrata di una bellissima ragazza russa nel suo camerino. Vestiva di un abito blu notte, i capelli lunghi grigi raccolti in una morbida coda, e un paio di stivali neri ai piedi. Era entrata senza bussare, come suo solito.
Mio maritoha detto che avete ancora due ore prima dello spettacolo, e che quindi potete andare a fare un giro se volete” e senza salutare o aggiungere altro richiuse la porta, facendola sbattere. 
Gilbert sospirò sollevato, “non ti pare che Natalia sia ogni giorno più tetra?” commentò acido l’albino, infilandosi un paio di jeans neri.
“Quella è sempre così, per stare con uno come Ivan poi” rispose il tedesco, riponendo i propri vestiti in ordine sopra il tavolo.
“eEnoi ci lavoriamo pure per quello!” commentò sarcastico il maggiore infilandosi una bianca camicia aderente, aperta sul davanti.
Ludwig non rispose, indossò la sua solita canotta nera e uscì, seguito da un ‘aspettamiiii’ da parte dell’altro. Percorse a passo di marcia tutto il lungo corridoio, arrivando alla porta secondaria che portava all’interno della discoteca. Mentre cercava le chiavi nelle tasche dei jeans venne raggiunto dal fratello.
“A proposito! Hai parlato con Rohderick per le musiche?” s’interessò quest’ultimo.
Ludwig sospirò: “Si si, sono passato da lui giusto l’altra sera per discuterne. Ho scelto dei pezzi brevi, così almeno la facciamo finita subito” e rigirata la chiave nella fessura un boato si espanse in tutta l’area. Vennero entrambi investiti da musica, puzza di alcol e persone che emigravano da una parte all’altra dell’edificio, ubriaca.
“Fiuuu, non credevo che ci sarebbe stata così tanta gente!” commentò Gilbert stupito, facendosi spazio tra la calca.
“Meglio così” rispose il minore mentre cercava di stare dietro al fratello.
Questo però si fermò improvvisamente, voltandosi a osservare il teutonico.
“West, si può sapere che hai? Non ti ho mai visto così riluttante al lavoro… Chi c’èsta sera?” chiese divertito. E il biondo in questione sapeva perfettamente che quel sorriso non comportava nulla di buono.
“Non c’è nessuno, Gil” disse conciso, sorpassandolo. Il maggiore stette a guardarlo silente, cominciando a pensare in quale modo aiutare il suo caro fratellino.
Un paio di metri dopo raggiunsero una saletta appartata, dove scostata la lunga tenda rossa che ne copriva l’interno, videro spuntare la chioma dorata di Francis attorniata da altre 3 persone.
“Hey Francis—“ ma la voce gli si smorzò non appena le sue pupille azzurre riscontrarono la figura di Feliciano ridere sguainatamene seduto in braccio al francese. Sentì come uno strano… dolore, al petto. L’immagine del suo  Feliciano con un altro... un momento. UN SINGOLO MOMENTO, PREGO! Che aveva appena detto!?
“FRANCIS, BRUTTO IDIOTA!”. A portarlo alla realtà fu l’urlo del fratello che andò a scansare Feliciano per saltare addosso al francese, facendolo cadere a terra.
“Ehi ehi che fate, vi divertite senza di me??” e dal tavolo la figura di Antonio andò a cozzare contro gli altri due, i quali presero a darsele di santa ragione. Ah, l’amicizia.
A sguardo chino Ludwig raggiunse il gruppo di amici, salutando prima Romano e poi volgendo lo sguardo verso Feliciano che… lui.. stava dormendo?
“Non ci posso credere” esalò, sedendosi a fianco dell’italiano che se ne stava col capo sopra il tavolo, ronfante. “Un secondo fa stava ridendo assieme a Francis!”.
“Ha!” sbuffò il meridionale, guardando storto il teutonico. “tenon ci puoi credere!” e ripensando al bacio appresso sentì ancora le guance imporporarsi. Ludwig non rispose, riprendendo a guardare l’italiano mugolare qualcosa nel sonno. Era così carino quando dormiva.
Ecco, l’aveva rifatto. Che cazzo aveva!?
“Romanoooo” uno spagnolo allegro accorse ad abbracciare il maggiore Vargas, facendogli sputare i più sentiti insulti.
“Levati di dosso!” sbraitò questo mentre cercava di staccare le mani dell’ispanico dai suoi vestiti. “daiii non fare cosììì, non hai ancora bevuto nienteee…” disse alludendo ai 6 bicchieri di alcolici intoccati sul tavolo.
“chi pensi che abbia bevuto gli altri due!?”
“non fregarmi, uno l’ho bevuto io! Non sono ancora così ubriaco!” e con forza lo fece sedere accanto a se, porgendogli un bicchiere di peschito.
“Facciamo così! se lo bevi tutto d’un fiato prometto di regalati un intera cassa di pomodori!” disse mettendo la bevanda sotto il naso dell’italiano che lo fissava contrario.
“ho detto che non lo bevo”
“peeeensaci…” sussurrò l’ispanico al suo orecchio, facendolo trasalire “un intera cassa di pomodori GRATIS”.
“….” E senza aggiungere altro l’italiano agguantò malamente l’alcolico, cominciando a berlo, sorso dopo sorso, senza mai fermarsi. Deglutita l’ultima goccia sentì come un forte mal di testa scuoterlo da capo a piedi, dolore che sfumò subito, tramutandosi in semplice stordimento e… allegria.
“visto???” urlò sbattendo il bicchiere sul tavolo mentre l’ispanico applaudiva ridendo.
“Buon lavoro, ma oraaa” e prese due bicchieri di rum e cola“ora facciamo una gara! Chi lo finisce per primo!” e senza neanche dare il via, Romano strappò dalle mani dello spagnolo il bicchiere bevendoselo d’un fiato, non dando neanche il tempo a questo d’iniziare. Antonio era rimasto incantato a osservare una goccia umida scivolare lungo tutta la giugulare, infilandosi poi sotto la maglietta del moretto che staccatosi dal bicchiere riprese a respirare più forte, rosso in volto.
Questo è troppopensò, sentendosi improvvisamente accaldato e… che stava succedendo laggiù?
 Ludwig osservava la scena senza dire nulla, bevendo il contenuto di uno dei bicchieri. Lo assaggiò appena, sentendo un sapore dolce invadergli la bocca. Davvero buono.
Chissà come si chiamama pensò che non fosse il momento adatto per disturbare i due che avevano preso a discutere animatamente (e stupidamente) sulla differenza tra peperoni e pomodori.
Bevendone un altro sorso si voltò a osservare l’amico immerso nel mondo dei sogni. Con la punta delle falangi andò a sfiorarne appena il ciuffetto ribelle, sentendolo mugolare al solo contatto. Ritrasse appena la mano e vide il compagno aprire i suoi grandi occhi nocciola.
‘Veee’ disse, sbattendo le palpebre più volte. “Luuud?” domandò.
“Felicia—“ “WEEEEST AIUTOOOHHHHH!!!!” e in meno di un secondo il povero tedesco venne scaraventato prima sul tavolo poi, a causa della troppa ‘pressione’, le gambe di legno si ruppero e i 3 ragazzi finirono rovinosamente a terra, completamente zuppi d’alcolici. E mentre l’albino e il francese sembravano far a gara a chi per prima moriva soffocato dal troppo ridere, il teutonico strinse convulsamente i pugni, pensando che se entro il tre non si fossero ancora alzati dalla sua schiena li avrebbe ammazzati. Antonio e Romano non sembravano essersi accorti di nulla, ma in compenso traccannavano come  matti ogni cosa che avesse una consistenza liquida.
A quei due andrà in coma il fegato,pensò brandendo per la collottola il fratello ancora sghignazzante. Feliciano se ne stava imbambolato ad osservarli, il che fece arrossire vistosamente il teutonico che prima di voltarsi lo salutò distrattamente con la mano, strascicando il maggiore per terra mentre un Francis ubriaco gli si attaccava alla gambe, venendo anch’egli trasportato.
“Insomma Gil! ti vuoi ripigliare, dobbiamo lavorare!” sbottò inacidito il biondo mentre gli dava uno strattone per rimetterlo in piedi. “E tu levati!” e diede una pedata in fronte al francese che svenne definitivamente. Scostò malamente la spessa tenda rossa, rientrando nel casino della solita ressa. A sguardo deciso zigzagava tra le persone, seguito a ruota da un albino danzante che ad ogni occasione palpava il sedere a ogni uomo o donna che gli capitasse a tiro.
Aprendo la porta dello stanzino cacciò dentro il maggiore che ancora sorrideva ebete, cominciando già a spogliarsi. Inspirò ed espirò, cercando di calmarsi.
“Ehi West perché sei tanto arrabbiato? È venuto anche Feli-chan, dovresti essere felice!” disse sfilandosi i jeans per sostituirli con un paio di pantaloncini neri strappati un po’ sul davanti e con due bretelle, per nulla coprenti, aderenti al petto scolpito. Il fratello fece lo stesso, restando silente.
“Non ti riguarda” rispose secco, dandosi un’ultima controllatina allo specchio, scompigliandosi leggermente i biondi capelli.
L’albino sorrise. “Sei preoccupato che ti possa giudicare per il lavoro che fai? Non credo dovresti preoccuparti di questo, anzi, dovresti forse preoccuparti del fatto che molto probabilmente ti salterà addosso!“ e ammiccò audace mentre l ‘altro gli rivolgeva uno sguardo esasperato.
“E’ un uomo, Gilbert”
“E con questo?”
“E con questo voglio dire che non gli interesso!”
“Mmmh” e dando una pacca sul sedere al minore aprì la porta, voltandosi. “Dai andiamo, sei un figurino!”
 –e comunque vedremo, ksesese-.
 
 
 
Continua…
 
 
 

   
 
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