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Autore: storyteller lover    07/11/2010    3 recensioni
"Ricordami, quando me ne sarò andata via,
via, lontano nella silente terra,
quando non potrai più tenermi per mano…
soltanto ricordami…
Tuttavia, se dovessi dimenticarmi a volte
e poi ricordami, non addolorarti:
perché se l’oscurità e la corruzione lasciassero
un segno dei pensieri che ebbi un tempo,
sarebbe meglio per te dimenticare e sorridere
che ricordare ed essere triste."

(Traduzione libera da Christina Rossetti, Remember, 1860)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Cap. 5 Insegnanti esigenti:






I ragazzi scendevano in fila, uno per uno, lungo il tortuoso passaggio scavato nella pietra che li avrebbe condotti alla prima lezione di Pozioni del semestre.
Erano ancora segnati dalla leggerezza estiva e dal sole delle belle giornate di luglio. Un chiacchiericcio concitato li accompagnava verso la parte più buia e inquietante del castello. 
"Le lezioni di Pozioni si tengono sempre qui?" Chiese Ella a Harry.
"Sì, fin dal primo anno. Non è proprio quel che si dice allegro..." Le rispose Harry. Ella non tardò a scoprire anche che, oltre ad essere un luogo alquanto freddo e umido, i sotterranei erano anche la sede del dormitorio dei Serpeverde e che l’ufficio di Piton, insieme al magazzino in cui il professore conservava le sue scorte, si trovava ancora più in basso. Non c’erano finestre e l’illuminazione degli ambienti era data dalla luce delle candele sparse qua e là sulle pareti. 

Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire… la pelle d’oca anche senza tutti quegli animali che aleggiavano nei barattoli di vetro.*
Entrando nell’aula, Ella notò che i ragazzi di Serpeverde erano già lì.
Ai primi banchi c’era Draco Malfoy che parlava insieme ad una ragazza della sua stessa casa e che sembrava trovare molto divertente quello che lui le diceva. 
Per la seconda volta in quella mattina, il suo sguardo si rivolse verso di lei.
La sua espressione si indurì e le sue labbra tremarono, ma ancora una volta, non parlò.
Lei cercò di ignorarlo e si sedette insieme ad Hermione, davanti a Harry e Ron.
Neville, invece, aveva trovato posto nella fila accanto, insieme a Dean Thomas.
“Guarda quell’idiota di Malfoy! Non fa più lo sbruffone dopo ieri. “ Bisbigliò Ron a Harry. 
Quest’ultimo, notando l’agitazione di Ella, non rispose.
“Piantala, Ron. Se avessi cose più importanti da fare non penseresti sempre a Malfoy.” Disse Hermione, avendo avuto lo stesso pensiero di Harry ma meno scrupoli a sgridare Ron. 
Questi, per altro infastidito dal rimprovero, aveva preso a giustificarsi energicamente.
“E questo cosa vuol dire? Credi che non abbia niente da fare? Io ho un mucchio di cose da fare, anzi di più, una montagna di cose da fare, sono molto più impegnato di quello che pensi.” 
“Fossi in te, signor Weasley, comincerei col fare silenzio e prenderei il libro di testo.” Rispose una voce melliflua dietro di loro. 
Il silenzio cadde nell’aula. Tutti si voltarono verso la porta. Il professor Piton era fermo sul ciglio dell’entrata.
Solo le risate concitate dei Serpeverde creavano un sottofondo leggero.

Non ci fu bisogno di richiamare nessuno all’ordine: nel momento stesso in cui la classe aveva sentito la porta chiudersi, ogni irrequietezza si era placata. La sola presenza di Piton bastava ad assicurare il silenzio in una classe.**
“Vedo che come ogni anno pensi più a parlare a sproposito che a dedicarti allo studio della mia materia, Weasley.” Continuò Piton.
A grandi falcate, percorse tutta la cella sotterranea fino ad arrivare alla cattedra.

Come Vitious... iniziò la lezione prendendo il registro*.
“Brown.” Lesse ad alta voce. Nessuno osava parlare o anche solo sussurrare. 
Ogni volta che Piton chiamava un nome, il suo sguardo si dirigeva immediatamente verso il povero nominato. Quest’ultimo rispondeva all’appello alzando la mano.
Quando fu il turno di Harry, Piton lo ricompensò con uno degli sguardi che trovava piacere nel rivolgere solo a lui. Per Ron fu quasi lo stesso. Era così infuriato con Piton da avere tutto il viso e le orecchie rosse.
“Calmati, Ron.” Gli sussurrò Harry, ma Hermione gli fece segno di non continuare: meglio non dare scuse a Piton per togliere punti ai Grifondoro proprio il primo giorno.
“Davies, Finnigan, Goyle, Granger, Malfoy, Patil. ”
Ella sospirò, sollevata, subito dopo che fu passato il suo turno. 
Piton non la degnò neanche della più che minima attenzione, cosa che non le dispiacque affatto.
Aveva iniziato a capire che più indifferenza mostrava Piton, più tranquillamente sarebbero trascorse le sue lezioni, per tutti. 
“Paciock.” Il povero Neville rischiò quasi di cadere dalla sedia quando Piton pronunciò il suo nome. 

Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle nascosero un ghigno dietro la mano. Piton finì di fare l’appello e alzò lo sguardo sulla classe.*
Iniziò la lezione facendo loro un discorso riguardante la natura e l’importanza degli esami di fine anno, di come fosse importante ottenere al quinto anno degli ottimi voti, per poter affrontare al meglio i M.A.G.O. 
Insistette soprattutto sulla severità nella scelta degli studenti da ammettere nella sua classe per gli esami del settimo anno, e sottolineava con piacere la speranza che molti di loro non vi avrebbero fatto parte.
Oggi prepareremo una pozione che viene spesso richiesta ai G.U.F.O.** Aprite il libro a pagina duecentoquarantadue.  
Le parole di Piton furono subito seguite da un rumoroso sfogliare di pagine.
Aprendo il libro alla pagina indicata, i ragazzi trovarono il soggetto della lezione del giorno:


La Bevanda della Pace”


“Qualcuno fra voi mi saprebbe dire qual è l’ingrediente essenziale per preparare questa mistura?” Chiese Piton e subito la mano di Hermione si levò in aria. 
Quasi urtò la spala di Harry, tanto rapida era stata la ragazza, ma Piton la ignorò.
“Di sicuro avrà già letto tutto il libro.” Sussurrò Ron a Harry, trattenendo una risata. 
Piton non si lasciò sfuggire l’occasione.
“Hai qualcosa da dire, Weasley? Tu e Potter avete forse cose cosi importanti da discutere da ignorare la mia domanda? Cinque punti in meno a Grifondoro.” Disse Piton, continuando a guardare Ron col suo sguardo gelido. Ron s’incupì di nuovo e le orecchie gli si infiammarono.
Nel frattempo, il braccio di Hermione continuava a restare sollevato e totalmente ignorato da Piton, le cui labbra si strinsero in un ghigno soddisfatto.
“Hai qualcosa da dire, Potter?” Gli chiese Piton, stavolta rivolto a Harry. 
Lo sguardo di Ella si spostò da Ron a Piton, e da quest’ultimo a Hermione, che teneva ancora la mano alzata, per poi rivolgersi a Harry: il ragazzo guardava dritto sul banco. 
Sembrava calmo, ma molto probabilmente cercava di evitare di infastidire Piton guardandolo in volto.
“No, signore.” Gli rispose.
“Come al solito, è chiaro che la fama non è tutto.*” Lo schernì Piton, incrociando le mani e poggiando i gomiti sulla cattedra. “Non credo che abbia senso chiederlo a te, Paciock.”
Di nuovo, le gambe di Neville sembravano non essere in grado di reggerlo sulla sedia.
Lo sguardo sprezzante di Piton si manifestò in tutta la sua profondità.
“C’è qualcuno che sa rispondere alla domanda? ” Continuò, poi, senza battere ciglio e ignorando per l’ennesima volta Hermione con un piacere tale da andare in visibilio.
La povera ragazza ormai stava persino sulle punte dei piedi, tanto teso era il suo braccio. 
Ella ebbe l’impressione che lo sforzo la stesse sfinendo. Era tutta rossa in viso e sospirava sonoramente.
“Hermione?” Le sussurrò Ella. “Hermione, non serve a niente. Lascia stare.” Disse, ma si sentì rabbrividire. 
Solo in quel momento, infatti, la ragazza si era resa conto conto di aver parlato un po’ troppo forte.
Gli occhi neri di Piton si erano posati su di lei con sguardo fermo.

Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.* 
“Vuoi rispondere alla domanda, signorina Davies?” Disse Piton, portando l’attenzione di tutti i presenti verso Ella.
Lei si sentì arrossire, ma cercò ugualmente di non innervosirsi. 
“Pietra di Luna in polvere.” Rispose, cercando di non impappinarsi e scatenando un’ondata di stupore generale.
Persino Hermione aveva smesso di lottare per rispondere correttamente alla domanda e la fissava, come tutti i presenti, con gli occhi colmi di sorpresa. 
Respirando appena, e vedendo che Piton sembrava attendersi un seguito, Ella continuò:
“L’ingrediente principale è la pietra di Luna in polvere, unita allo sciroppo di elloboro. La Bevanda della Pace è un rimedio usato principalmente per calmare l’ansia e placare l’agitazione. È fondamentale aggiungere gli ingredienti in un ordine ben preciso e senza esagerare con le dosi durante la preparazione, altrimenti l’effetto ottenuto sarà quello di un sonno pesante e qualche volta irreversibile**.” 

Pronunciò l’ultima frase cercando di mantenere la calma, ma era evidente che lo sguardo fisso di Piton la mettesse a disagio. Il professore continuava a fissarla senza lodare ma neanche criticare la sua risposta.
Lentamente, molto lentamente, Piton tornò a concentrasi sul libro di testo senza aggiungere un commento.
Malfoy e i Serpeverde erano ammutoliti, e le loro espressioni non erano molto diverse da quelle dei Grifondoro. 
Nessuno di loro, a parte Hermione, sarebbe di certo stato in grado di rispondere alla domanda. 
Quest’ultimo si era alzato in fine e, agitando appena la bacchetta, fece apparire gli ingredienti e il metodo per preparare la pozione sulla lavagna. 
Troverete tutto quello che occorre...nell’armadio (la porta dell’armadio si spalancò) Avete un’ora e mezza.** Pagina duecentoquarantadue.” Disse, perentorio. 
Subito, un tramestio frettoloso invase l’aula. Tutti si stavano mettendo a lavoro. 
Fumi bianchi ed evanescenti fuoriuscivano dai calderoni e, ben presto, presero ad inondare la cella sotterranea, aleggiando sulle teste degli studenti.
Piton, intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe*.
Per ottenere un preparato che fosse quanto meno accettabile, bisognava osservare il colore del fumo. Se questo era di un lieve vapore argenteo**, allora si era riusciti nell’impresa.
Piton osserva il contenuto dei diversi calderoni, muovendo critiche aspre a Neville e Ron, canzonando Harry più del dovuto, ignorando Hermione ed elogiando il perfetto preparato di Malfoy.
Con Harry in particolare, Piton fu piuttosto sagace.
Notando che il ragazzo non aveva aggiunto lo sciroppo di elloboro prima di passare alle istruzioni successive, Piton lo canzonò a dovere e poi fece scomparire la pozione dal calderone. Questo costò a Harry il primo voto del semestre in Pozioni.
Per un po’, poi, tutto sembrò andare tranquillamente.
Neville non fuse il suo calderone per un pelo e Seamus incendiò il suo solo due volte.
Ella, dal canto suo, nascosta nel suo angolino, cercava in ogni modo di non attirare l’attenzione e ci riuscì, almeno per tutto il tempo concesso per la preparazione della bevanda della pace.
Il tutto rientrava nella normale quotidianità.
Allo scadere del tempo, Piton fece versare a tutti loro, con l’eccezione di Harry, un po’ del loro preparato in una fialetta, assicurando un’etichetta nominativa a ciascuna, e segnò loro un compito:trenta centimetri di pergamena sulle proprietà della pietra di luna e i suoi usi nella preparazione di pozioni, da consegnare giovedì.**
Hermione, svolto questo compito, si dedicava a svuotare tutti i calderoni dell’aula. 
Aveva l’aria triste e abbattuta, e non guardava in faccia nessuno. 
Ella le si avvicinò piano, piano. Voleva sapere se andava tutto bene.
Sulle prime Hermione non le rispose. Non era risentita con l’amica più di quanto non lo fosse con sé stessa.
Sapeva che Ella non aveva colpa.
“Rispondere o no, se sapevi la risposta in ogni caso, non fa molta differenza per me.” Le disse Ella. Hermione la guardò con occhi stanchi ma incuriositi.
“Hai studiato e hai fatto un bel lavoro preparando la pozione. Tutto questo non è sminuito dal fatto che non hai potuto rispondere.” Continuò Ella, vedendo l’amica riprendersi d’animo.
Harry e Ron le raggiunsero proprio in quel momento. 
“Avanti, Hermione. Non starai facendo quel muso lungo perché Piton non ti ha fatto rispondere? Parola mia, dovresti davvero trovarti un hobby. Tipo, giocare a sparachiocco, agli scacchi dei maghi, cose di questo tipo, vero, Harry?”
Come sempre, Ron parlava un tantino troppo forte, rischiando di farsi sentire da tutti.
Se non fosse stato per la confusione dovuta al cambio dell’ora e al tramestio provocato dai ragazzi nel riordinare le proprie cose prima di uscire, Piton lo avrebbe davvero sentito.
Proprio il suono della campanella li riportò tutti e quattro alla realtà. 
Harry e Ron avevano solo un’ora di pausa prima della lezione successiva, Divinazione, mentre Ella ed Hermione dovevano subito raggiungere il quarto piano per la lezione di Antiche rune. 
I ragazzi iniziarono a recuperare i libri e le cartelle ma qualcosa di inaspettato era in riserbo per qualcuno di loro.
“Signorina Davies, nel mio ufficio domani pomeriggio alle tre. Non saranno necessari né il libro, né la penna o la pergamena.” Disse Piton, apparso all’improvviso dietro di loro.
Ella si sentì gelare. Non avrebbe pensato che Piton stesse parlando con lei se non lo avesse ascoltato con le proprie orecchie. 
“Cosa ci fai ancora lì impalato, Weasley?” Gli si rivolse poi Piton, notando l’espressione imbambolata che si era dipinta sul volto di Ron. 
“Niente, signore.” Disse Ron, ancora sconvolto. 
“Allora vai. Potter, Granger, cosa ci fate ancora qui?” Chiese Piton a Harry ed Hermione.
I due ragazzi non risposero e, insieme a Ron, uscirono dall’aula, lasciando sola la povera Ella. 
Quest’ultima, rimasta indietro, raccoglieva le sue cose, tutta rossa in viso.
Avrebbe voluto chiedere il perché di quelle parole, ma sapeva bene quello che volevano dire: non sarebbero stati necessari libri o penne o pergamene. 
Sistemò tutto lentamente, sperando in un miracolo, anche se sapeva che non era possibile.
Sentiva le guance rosse e il respiro affannarsi.
Piton stava all’in piedi, accanto alla cattedra. Le volgeva le spalle e non dava il minimo segno di voler aggiungere qualcosa. La ragazza, imbarazzata, trattenne una lacrima capricciosa che tentava di venir fuori, prepotententemente, e si avviò verso la porta. Biascicò un flebile arrivederci e uscì dall’aula, con l’amara consapevolezza di essere appena stata messa in punizione per la prima volta in vita sua.

Quella sera,
nella sala Comune


La sala comune era quasi vuota; quasi tutti erano ancora a cena… Harry, Ron e Hermione portarono le loro tre poltrone preferite vicino al fuoco…***
Harry guardò le fiamme; si sentiva svuotato e sfinito… aveva la sensazione che il primo giorno fosse durato una settimana.***

“È stata una giornataccia.” Esordì Ron, mentre sgranocchiava dei biscotti al cioccolato. Hermione non rispose. Continuava a coccolare Grattastinchi, felicemente accoccolato vicino a lei.
“Non me ne parlare.” Rispose invece Harry. 
Aveva preso un brutto voto in pozioni, era stato messo in punizione dalla Umbridge e per di più aveva ancora una montagna di compiti da fare.
“Ed è solo il primo giorno.” Sospirò Harry, con aria stanca.
Sarebbe stato un anno difficile, per tutti. Il banchetto quella sera era stato ottimo, come sempre, ma erano tutti troppo stanchi per poterselo godere a pieno, 
“Senti, Hermione, hai visto Ella?” Le chiese Ron, intento a divorare l’ultimo biscotto.
“Dovrebbe arrivare a momenti. La professoressa 
Babbling le ha detto di passare da lei, dopo cena. Penso che le voglia dare dei libri per rimettersi in pari col programma.” Rispose Hermione, molto semplicemente.
“Povera Ella.” Disse Ron. “Credo che la sua sia la situazione peggiore. Deve studiare il triplo di tutti noi messi insieme e Piton l’ha già messa in punizione, per cosa poi! Per la miseria, neanche Fred e George ci sono mai riusciti il primo giorno. Ella ha segnato un nuovo record.”
“È la nuova arrivata. È naturale che sia sottopressione. Però Piton è stato davvero ingiusto** sia con lei che con te, Harry. Certo, assegnarle una punizione per aver risposto a una domanda, mi sembra crudele. ” Gli disse Hermione, per la quale rispondere alle domande degli insegnanti era ogni volta una gioia immensa. 
“Piton mi odia, e questo non cambierà mai. Mi aspetto da lui anche di peggio. Spero solo che Ella abbia miglior fortuna.” Esclamò Harry. 
“Era mortificata. Certo, lo sarei anch’io se un’insegnante mi avesse messo in punizione.” Disse Hermione. 
“Forse la McGranitt potrebbe fare qualcosa.” Propose Harry, speranzoso, ma Hermione cancellò subito di netto le sue aspettative.
“Credi che la McGranitt contesterebbe la decisione di un insegnante solo perché Ella fa parte della sua casa?”
Aveva ragione. Era improbabile che la professoressa si facesse avanti in una situazione del genere.
 la McGranitt né nessun altro avrebbe impedito che Ella scontasse la sua punizione.
La conversazione, poi, si spostò da Pozioni a Difesa contro le Arti Oscure.
I tre amici si ritrovarono senz’altro d’accordo nel ritenere che quella faccenda fosse tutta una montatura del Ministero mirata a controllare l’organizzazione e il tipo di educazione ricevuta dagli studenti a Hogwarts.
Tutto sembrava andare per il verso sbagliato. 
Hagrid era lontano dalla scuola, Piton era in vena di sarcasmo più del solito e Difesa contro le Arti Oscure sarebbe stata la materia più noiosa dell’anno. In più avevano i compiti da fare. 
“Credo sia meglio fare i compiti. Togliamoceli dai piedi…***” Disse Harry, stanco e annoiato.
I tre amici stavano per mettersi a studiare, quando, dal ritratto della signora grassa, spuntò una figurina dai capelli rossi e gli occhi stanchi che trasportava diversi libri.
“Ehi, Ella.” Esclamò Ron. “Vuoi una mano?” Le chiese.
Non solo Ron, ma anche Harry aiutò Ella con i libri. Si trattava di grossi manuali di traduzione e interpretazione delle antiche rune, in più, la professoressa Vector le aveva assegnato dei compiti in più da consegnare insieme a quelli che Ella avrebbe dovuto portare a termine come gli altri. 
“Vorrei tanto potermi riposare un po’.” Disse Ella. Il suo tono di voce era stanco.
“A chi lo dici!” Disse Ron, sbadigliando sonoramente. “Mi sento distrutto.”
“Almeno tu non sei stato messo in punizione.” Gli rispose Ella. Aveva preso dalla borsa un foglio di pergamena nuovo su cui scrivere il compito per Piton.
“Non posso proprio andare a dormire senza prima aver studiato. Non ho iniziato proprio bene.” Continuò Ella.
“Lascia perdere quell’idiota di Piton. Odia i Grifondoro e se non se la fosse presa con te, stai certa che o io o Neville non l’avremmo passata liscia.” Disse Ron. “Pensala in un altro modo. Io ho fatto perdere cinque punti alla casa soltanto il primo giorno.”
Le parole di Ron sembrarono confortare Ella almeno un po’.
I quattro, così riunitisi, presero a studiare insieme fino a tardi. Iniziando con Pozioni per poi dedicarsi ai compiti di Divinazione e a tutto il resto. 
Quando nemmeno Hermione riuscì più a mantenere viva la concentrazione, tutti e quattro abbandonarono i libri e si concessero qualche momento di pausa, prima di salire ognuno al proprio dormitorio.
“Ella, questa è tua?” Le chiese Harry, che si era accorto della presenza di una lettera proprio sul tavolo dove stavano studiando fino a poco prima. .
Ella si voltò verso di Harry, il quale le stava indicando la sottile busta di pergamena appoggiata sul tavolo.
Subito, la ragazza tornò indietro e la prese.
“Chi ti scrive?” Chiese Ron, incuriosito anche se assonnato. 
“Ti sembrano domande da fare?” Lo rimproverò Hermione. Stanca com’era, non riusciva a sopportare le maniere alla buona di Ron e, come sempre, i due iniziarono a scontrarsi verbalmente.
“Sono suo cugino e posso chiedere a Ella quello che mi pare!” Sentenziò Ron.
“Sei un grande impiccione, Ronald Weasley, ecco quello che sei.” Gli rispose Hermione, cercando in vano di non infervorarsi più del dovuto.
Non ricominciate a litigare” disse Harry stancamente, mentre Ron apriva la bocca per ribattere***”.
“Harry ha ragione. Non c’è bisogno di litigare.” Sentenziò Ella con fermezza. 
A questo punto, Ron ed Hermione smisero di urlarsi contro.
“È una lettera di tua madre. Mi è arrivata adesso perché ha usato Errol per farla spedirla sin qui e quel povero gufo si è perso per strada due volte.” Rispose Ella, scartando la lettera.
Lesse velocemente il contenuto della lettera e poi la diede agli altri. 
Non c’era niente di interessante in verità. La signora Weasley assicurava Ella che tutti stavano bene e le chiedeva di come andassero le cose, se la scuola e le lezioni le piacessero e quant’altro.
Nessuna notizia sull’Ordine o i suoi componenti era menzionata.
Silente aveva espressamente vietato di riportare su carta qualsiasi tipo di informazione utile, che sarebbe stata così facilmente individuata.

La casa qui sembra vuota senza tutti voi.
La settimana prossima ti manderò un altro gufo con un’altra lettera e un astuccio di penne d’oca. Ginny ha dimenticato di nuovo le sue a casa e Fred e George le perdono tutte. Di ai tuoi cugini che se hanno dimenticato qualcos’altro a casa di farmelo sapere. 
Io e Arthur siamo orgogliosi di voi e Felpato vi manda i suoi saluti.


Molly

“Se non fossi così stanca le risponderei adesso.” Sospirò Ella.
Gli altri si trovarono d’accordo. 
“Mia madre può aspettare fino a domani mattina.” Sentenziò Ron, strofinandosi gli occhi.
Erano così stanchi che la decisione unanime fu quella di avviarsi nelle loro stanze. Raccolsero le loro cose e lasciarono così, per quella prima sera, la sala comune.
Il fuoco nel caminetto era ormai spento. Restava solo qualche tizzone ancora illuminato da poche scintille rosse che avrebbe avuto breve vita, di lì a poco.
Appoggiata la testa sul cuscino, Ella sprofondò in un sonno non molto profondo e tormentato da sogni sgradevoli.
Sebbene fosse solo il primo giorno, già le mancavano il Quartier Generale, il calore di quella casa e i suoi abitanti in particolare.

Al contempo,
nell’ufficio del Preside

La notte era buia e profonda, il castello silenzioso e immerso nel sonno. Solo una luce resisteva ancora.
In alto, nella torre, nell’ufficio del preside, c’era ancora qualcuno.
“C’è qualcosa che ti turba, Severus?” Chiese la voce di Silente a Piton.
Il silenzio della notte era stato interrotto fino a quel momento solo dagli scricchiolii degli strumenti del preside, sparsi qua e là per tutto l’ambiente. Fanny, invece, dormiva tranquilla, appollaiata accanto alla libreria.
I volti dei presidi di Hogwarts erano segnati dal sonno. Qualcuno borbottava, qualcun altro invece russava.
“Non più del solito, preside.” Rispose Piton.
Il professor Silente stava esaminando il rapporto della sua ultima missione per l’Ordine.
Non c’era nulla di particolare da sottolineare. Tutto stava andando secondo i piani e nessuno sospettava di lui nel suo ruolo di duplice spia. 
“Non hai toccato cibo a cena. Il pasticcio di maiale era ottimo. L’arrosto in salsa di menta era persino più invitante delle patate al forno. Il budino e la torta di mele, poi, erano un delizia per il palato. Molto, molto strano. Bisogna avere la mente molto occupata, per dimenticarsi anche di far finta di cenare.” Gli rispose Silente.
Le sue parole serpeggiarono nell’aria, non accompagnate da alcuna risposta.
Piton sosteneva lo sguardo del preside senza scomporsi minimamente.
“Sai che lo verrò a sapere, Severus.”

To be continued….

Eccomi qui, ce l’ho fatta. E ho avuto solo due giorni per scrivere tutto, ricorreggere, rileggere e aggiungere e modificare tutto quello che c’era di sbagliato.
Mi dispiace per l’immane ritardo ma avevo un contest da chiudere ed era importante farlo subito. Le storie erano lunghe e faticose da giudicare, visto la mole di lavoro affrontata dai partecipanti.
In ogni caso, sono riuscita a trovare il tempo, tra studio e università di scrivere questo capitolo.
Come avete visto, le scene principali sono tre e ognuna è ambientata in una parte del castello diversa, con alcuni personaggi che ricompaiono e altri che sopraggiungono all’improvviso, chi più chi meno.
È un capitolo fondamentale. Da qui prenderanno piedi i principali avvenimenti su cui si basa la mia storia.
Spero che vi sia piaciuto, anche se devo essere onesta, sono molto più soddisfatta della seconda parte che della prima. Infatti, proprio la scena della lezione di Pozioni mi ha dato problemi. All’inizio avevo pensato di inventare tutto, ma poi, rispogliando le pagine del libro ho riletto l’effettiva prima lezione di Pozioni del quinto anno, e allora molte cose sono dovute tornare al loro posto.
Non sono certa che il discorso sia fluido e scorrevole come vorrei.
La seconda parte mi è invece parsa molto più completa e scritta meglio. Spero sia solo una mia impressione, comunque.

In questo capitolo avete trovato diverse citazioni, contrassegnate con un vario numero di asterischi.

tutte le citazioni contrassegnate da un solo asterisco e in corsivo sono tratte da:

- Harry Potter e La Pietra Filosofale, 2000, Salani Editore, dal capitolo 8, Il Maestro delle Pozioni* ;

tutte le citazioni contrassegnate da due asterischi e in corsivo sono tratte da:

- Harry Potter e l’Ordine della Fenicie, 2003, Salani Editore, dal Capitolo 12, La Professoressa Umbridge**;

tutte le citazione contrassegnate da tre asterischi e in corsivo sono tratte da:

- Harry Potter e l’Ordine della Fenicie, 2003, Salani Editore, dal Capitolo 13, Punizione con Dolores***.



Ringrazio tutti coloro che hanno letto^^
In particolare è importante ringraziare

  • chi segue la storia:

Aya88, Breathless, hermione616, Hotaru_Tomoe e Ladyhawke25

Un bacio a tutte voi.

  • Chi l’ha inserita fra i preferiti:

giada, lucre e Breathless.

Grazie mille^^.

  • Chi ha il tempo di commentare:

Brathless:

Se devo essere onesta, non avevo mai ricevuto una recensione così lunga prima d’ora. Sei stata molto, molto gentile a scrivere così tante belle cose e anche a prenderti il tempo di mettere insieme le idee.
Ne abbiamo già discusso su msn del capitolo precedente, considerando le tue impressioni sulla storia e i personaggi. Mi piacerebbe che non cambiassi mai idea, anche se, come ti dico sempre, sei eccessivamente buona.
Spero che il capitolo ti abbia soddisfatta e che sia di tuo gradimento.
Mi dispiace di averti fatto attendere più del dovuto.
Anche se ti avevo preannunciato la comparsa di Silente e l’arrivo di una lettera, non ho voluto menzionarti la lezione di pozioni proprio per non rovinarti la sorpresa.
Che dire di più, sei gentilissima e molto carina a commentare sempre. 
Un bacio e alla prossima

storyteller lover


   
 
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