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Autore: Gizem_    09/11/2010    0 recensioni
L'odio e la vendetta di un'anima malvagia stanno per trasformare il mondo di Gardenia e Timo in una terra senza luce. Per salvare il destino del loro regno dovranno trovare un oggetto leggendario, custodito ai confini del Cielo. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO 2: Il Palazzo delle Rose

 
 
 
 
Senza il Marchio, le guardie e le trappole scattarono, e i due ragazzi fecero appena in tempo a girarsi per tentare la fuga che il cancello si chiuse dietro di loro.

 - E adesso che facciamo,Ga?

 - Non lo so!

Erano in preda al panico più totale. I rovi della pianta più vicina iniziarono a scivolare verso di loro come tentacoli, e si avvinghiarono attorno alla caviglia di Gardenia,che urlò. I rovi iniziarono a sollevarla da terra di circa due metri.

 - TIM!

 - Che devo fare??

 - Liberami!!

 - E come caspita faccio?

 - Non lo so!! Tagliala!!

 - Ok… ma… con cosa??

 - Andiamo… probabilmente dentro quel marsupio c’è anche un peluche… non dirmi che non hai un coltellino!

Strillò Gardenia.
Timo, in preda alla disperazione, estrasse un piccolo pugnale d’ argento dal marsupio e tagliò la pianta alla radice. Gardenia cadde e Timo corse verso di lei.

 - Gardenia! Stai bene?

 - No … mi sono fatta male alla spalla.

 - Avanti, vieni…

Timo tirò fuori dal marsupio una piccola ampolla, e iniziò a spalmare una buona quantità di liquido viola sulla spalla di Gardenia, che a contatto con la pelle, iniziò a bollire.

 - Grazie, Tim, sto molto meglio.

 - Essenza di Orchidea. L’ ha fatta Fiore di Loto.

 - Che quella donna sia benedetta…

Insieme si alzarono e ripresero a camminare sul sentiero di pietra che conduceva fino al Palazzo. Camminando, gli parve di essere in una serra all’ aperto. Piante di Rose crescevano ovunque sulla rosa di roccia a mo' di collina sulla quale troneggiava l’ enorme castello di un bianco purissimo. Fortunatamente, arrivarono vicino ad una finestra del palazzo senza che altre trappole li attaccassero. Avvicinandosi alla finestra, si resero conto che dava sulla sala da pranzo, e che il banchetto era appena cominciato. All’ interno del castello, la sala da pranzo era molto vasta, e le pareti erano decorate con una bellissima carta da parati a fiori. Il soffitto era affrescato, e raffiguravano dei putti in paradiso che annaffiavano piante di rose. Al centro della sala, c’era un tavolo molto lungo, alla quale sedevano parecchie persone strane. A capotavola c’era Re Narciso: un uomo abbastanza vecchio, con lunghi capelli bianchi e un pizzetto simile a zucchero filato lungo una trentina di centimetri. Indossava una tunica bianca con gli orli dorati, e le lunghe dita portavano anelli con pietre preziose. In testa aveva una corona d’oro con dei boccioli di rosa fatti di rubini. Sulla vecchia guancia solcata dalle rughe era stato impresso a fuoco il Marchio della Rosa. Alla sua sinistra era seduta una donna molto bella, che agli occhi di Timo e Gardenia sembrò la Regina delle Fate, e che infatti doveva essere proprio lei. Aveva occhi di un viola acceso, i lunghi capelli biondi sembravano fluttuare nell’aria, dando l’impressione che fosse avvolta da un’ aura dorata. Sulla testa era poggiata una delicatissima tiara d’ argento, con al centro un’ametista grande quanto una pallina da ping-pong. Indossava un lungo abito color lilla. Di fronte a lei sedeva il Sultano dei Nani: era molto basso,da seduto i piedi non toccavano terra. Aveva lunghi crespi capelli neri, gran parte nascosti da un turbante giallo vivo. Sul suo viso troneggiava un grande naso a patata, ma si potevano scorgere anche due piccoli occhietti gialli intenti a scrutare il mondo. Era vestito in modo assai sgargiante: indossava un abito indiano sfumato dal giallo all’ arancione. In vita, una cintura di cuoio marrone era stretta sull’ abito. Per impedire alla fascia del turbante di sciogliersi, aveva conficcato una spilla con un grande topazio al centro proprio sopra la fronte. Vicino a lui c’era una donna mora con lunghe trecce nere. Aveva dei bellissimi occhi azzurri e pervinca; e sulla vita era stata stretta una fascia argentata come cintura. Portava una bellissimo ciondolo d’ argento a forma di mezza luna, con un bellissimo zaffiro al centro. Era l’Imperatrice del Popolo delle Cascate. Di fronte a lei c’era la principessa del villaggio di Ederun. Era una ragazza molto carina, lunghi capelli color castagna le scendevano sulla schiena, con delle rose rosse intrecciate in mezzo. Aveva grandi occhi verdi, e indossava un semplice abito rosso. Erano tutti immersi in una discussione.

 - Lo sappiamo che è tornata, Narciso…e sappiamo anche di non sapere cosa fare. Tra parentesi, la zuppa è ottima.- Disse il Sultano.

 - Grazie, Gortek. Ma non è della zuppa che ci dobbiamo preoccupare. Si è fatta costruire un palazzo vicino alle Cascate, accanto al regno di Gyls. Sta diventando sempre più potente e vendicativa…ed è colpa mia…

 - No, Narciso. Sia io, sia Gortek sia Colody abbiamo contribuito alla sua cattura. E’ anche colpa nostra.-

Disse Gyls, l’ Imperatrice delle Cascate, additando prima se stessa, poi il nano e poi la fata.

 - Dobbiamo escogitare qualcosa, di questo passo il suo esercito conquisterà il nostro mondo.

Flautò Colody.

 - Avete ragione… ma credo che i nostri regni siano protetti abbastanza bene. Il mio, per esempio, ha la massima protezione contro gli intrusi. Fuori dalle mura della città sono stati fatti i più potenti incantesimi di difesa, senza contare che non si può entrare nel Palazzo delle Rose senza il Marchio della Rosa, e non si può sorpassare il cancello d’ entrata al villaggio a meno che non si conosca la parola d’ ordine, che viene cambiata ogni mese e viene riferita solo a chi lascia il villaggio. Se sei un estraneo, è quasi impossibile entrare. -

Disse Re Narciso, fiero della sicurezza del suo regno.

 - Ma lei è diversa… lei è potente!! Non basteranno parole d’ ordine o tatuaggi per tenerla lontana dal castello!-

Esclamò Gortek.
Gardenia e Timo, che nel frattempo avevano ascoltato tutto, si guardarono.

 - Ma di chi stanno parlando?

Chiese Timo.

 - Non ne ho la più pallida idea, Tim. Però è una donna, e molto pericolosa a quanto pare.

Intanto, nel palazzo, la discussione si era fatta più animata.

 - Non sto dicendo che la tua sicurezza è inadatta, solo che per lei è molto facile sorpassarla!

 - NON SEI AUTORIZZA…

 - SILENZIO!!!

Ruggì Gyls.

 - Non siamo qui per litigare! Dobbiamo mantenere le nostre alleanze contro di lei! Non possiamo permetterci questi errori!!

 - Hai ragione…

Ammisero Re Narciso e Gortek.

 - Permettetemi di terminare la discussione in maniera adatta…-

Cantilenò Colody, alzandosi. Si fermò davanti alla finestra dove erano nascosti Gardenia e Timo, che però provvidero a non farsi vedere, e alzò la mano destra, mentre con l’ altra apriva la finestra. Si mise a sussurrare parole incomprensibili, e subito il villaggio parve essere coperto da una bolla invisibile.

 - Ho posto una semplice protezione al villaggio.

Disse Colody.

 - Ma adesso non posso dare il massimo di potenza all’ incantesimo… non sono in forze di questi tempi.

 - Non ti preoccupare. Ti ringrazio.

Disse Re Narciso.
Sua figlia era rimasta muta tutto il tempo, e aveva mangiato molto poco.

 - Ortensia, va tutto be…

 Non riuscì a finire la frase.
Fuori dalla finestra era esplosa in un lampo di fumo e petali neri una zolla di terra e una figura galleggiava nell’aria sopra al buco, che pareva essere profondo metri e metri. Aveva un aura nera attorno al corpo , e indossava una maschera di gesso bianca. I capelli erano tra il nero e il bordeaux e le fluttuavano sopra la testa.
Indossava una camicetta nera, e aveva le mani coperte con dei guanti corvini. Aveva addosso una gonnellina di un viola scurissimo, e un mantello che sembrava fatto di fumo nero le aleggiava sulle spalle.
Il terrore si leggeva sulle facce di tutti, e Gardenia e Timo fecero appena in tempo a nascondersi dietro ad un cespuglio di rose per non essere visti.

 - Oh…no… è qui!

Fece appena in tempo a mormorare Re Narciso, che tutto il cielo si fece nero, coperto di nubi. Appena la donna si poggiò a terra, petali neri volarono ovunque.














L'angolo dell'Autore:

Salve a tutti e grazie ancora per essere arrivati fino a qui.
Ho avuto ancora il bisogno di ricorrere a Selena che, ormai è la mia dea, visto che il mio pc è letteralmente cretino e io sono un incapace.
Grazie!
Al prossimo capitolo!!!
FrancescoGu

L'angolo della Beta-Rider:
Allora... le cose si fanno più appassionanti, eh!? Siccome Francesco è troppo educato per farlo, la domanda ve la faccio io: dove sono le recensioni? Come facciamo a sapere che vi è piaciuta? E se magari non vi è piaciuta, come facciamo a sapere come migliorare? (notare con quanta disinvoltura si è inclusa)
Comunque continuo a pregarvi di rivolgervi a me per eventuali... per qualsiasi cosa possa eventualmente presentarsi, ne link che trovate nel primo capitolo.
Selena Moon
  
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