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Autore: Good Girl    09/11/2010    8 recensioni
[SPOILER - Future Fic - Titolo: Morning After Dark - Timbaland feat Nelly Furtado & SoShy]
Volume II.
Sono passati quattro anni dalla fine di Oh! Forever, e tutto sembrava andare alla perfezione.
Certo, sembrava. Perché non può essere tutto perfetto a Manhattan.
Cosa succederà? Quale evento porterà scompiglio nelle vite degli UESiders, sconvolgendole, forse, per sempre?
{E' una specie di giallo, ovviamente Chair. La lettura di "Oh! Forever" non è fondamentale per la comprensione della storia, ma, tuttavia, è raccomandata per una migliore visione d'insieme}
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Empire State Of Waldass'
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AN: Ragazzi, mi spiace un sacco per tutto il tempo che vi sto facendo aspettare. Ma non ho mai tempo di scrivere, ho zero, e dicasi ZERO, idee e, anche quando provo a pensare a qualcosa, non riesco a combinare nulla. Questo periodo a scuola, tra l'altro, è un vero inferno. I professori che sono di una disorganizzazione mai vista, compiti in classe e interrogazioni tutti i giorni, montagne di compiti per stare a pari con il programma di quest'anno. Devo, poi, dire che Gossip Girl, prima della 4x07, non è che mi ispirasse molto...
Grazie al cielo ci sono state delle belle scene in questi due ultimi episodi!
E ora, mentre mi sto intrattenendo con Grey's Anatomy, troppo stanca per portarmi avanti con i compiti della settimana e troppo delusa con me stessa per aver aspettato così tanto ad aggiornare, eccomi qui a darvi il terzo capitolo di Morning After Dark.
E' anche piuttosto corto, quindi dovrei essere, per questo, lapidata xD
Colgo, inoltre, l'occasione per ringraziare le 26 (perché una sono io xD) meravigliose persone che hanno aggiunto il mio Writer Profile su Facebook e interagiscono/commentano! :D Sinceramente? Non credevo di avere tanti "fan" qui sul sito. *-* Che dire, grazie mille!
Ringraziamenti in fondo (;



Morning After Dark
Naive

The Kooks

 

January 11th, Paris
Blair's POV

Amavo Parigi in inverno. L'avevo sempre fatto, fin da quando ero piccola; tutto era più magico, soprattutto con la neve, che rendeva il paesaggio ancora più caratteristico del solito. Ma Parigi era magica, in qualsiasi periodo dell'anno.
Era il mio posto felice, il mio posto sicuro. Ricordavo quando, all'età di 5 anni, passeggiavo insieme a mio padre e mia madre nel Jardin du Luxembourg, osservando le meravigliose sculture e gli splendidi monumenti che vi si trovavano all'interno. Quello era il mio momento felice. La mia famiglia unita. O meglio, la mia vecchia famiglia unita.
Più volte nella mia vita avevo pensato di trasferirmi nella capitale francese, ansiosa di poter rivivere quella sensazione di pura felicità che provavo ogni volta che mi trovavo lì. Ma poi, crescendo, mi ero resa conto del fatto che non è tanto il posto a fare la felicità. Che senso aveva essere felici, se le persone che amavamo non ci erano accanto?

Ed eccomi lì, dunque, a Parigi, a prendere una cioccolata calda al Café de la Paix, aspettando Chuck, la persona - o meglio, una delle persone - che rendevano qualsiasi posto in cui andassi la mia oasi felice.
La settimana si era praticamente conclusa, e il giorno dopo saremmo dovuti, finalmente, tornare a casa. Non vedevo l'ora. Con mia grande sorpresa, ero diventata una di quelle mamme ansiose, quasi sempre preoccupate, e l'idea di aver lasciato Charlie e Will a casa mi rattristava parecchio. Sia io che Chuck avremmo voluto portarli con noi a Parigi, cosicché avessero anche potuto visitare i nonni; ma la cosa non sarebbe stata molto possibile, visto che entrambi saremmo stati piuttosto impegnati con il lavoro. E infatti, fu così. Io avevo avuto sfilate, presentazioni e appuntamenti tutti i giorni, mentre Chuck era stato piuttosto impegnato con le trattative per una catena alberghiera francese. Ma tutto il lavoro era finalmente finito, e avevamo deciso di dedicare il nostro ultimo pomeriggio nella capitale a shopping e café.
Stavo aspettando ormai da dieci minuti, quando finalmente Chuck entrò nel locale, con la sua solita valigetta alla mano.
"Sei in ritardo." puntualizzai fingendomi irritata. In verità, non lo ero per niente. Perché mai arrabbiarsi per così poco?
"Lo so e hai ragione." disse avvicinandosi al tavolo e appoggiando la valigetta a terra.
Si tolse la giacca e, prima di sedersi, si chinò verso di me e mi baciò.
"Buon pomeriggio, Waldorf." sussurrò ad occhi chiusi, sfiorandomi il naso con il suo.
"Bass." lo corressi.
"Per me sarai sempre una Waldorf; e poi, Old habits die hard."
"Mhm, forse, Bass. Forse."
"Dunque, quali sono i programmi per oggi?" mi chiese facendomi il suo sorriso.
Sorrisi felice, entusiasta di spiegargli il mio programma.
"Bé, Bass, preparati ad una tipica giornata parigina alla Waldorf."
"Temevo che potesse accadere una cosa del genere."
"Ieri mi hai dato il libero arbitrio, avresti dovuto pensarci prima."
"Oh, ma lo sai che mi fido ciecamente di te."
"Suona ironico."
"Non lo è."
Gli sorrisi amabilmente, sorseggiando un po' della mia cioccolata.
Uno dei camerieri del café arrivò e, rivolgendosi a Chuck, chiese: "Qu'est-ce que vous voulez, monsieur?"
"Uh, une chocolat pour moi aussi, s'il vous plaît."
"Una cioccolata?" chiesi scettica. Chuck Bass non beveva MAI cioccolata. Era così... non-alcolica!
"Mi sento in vena di 'cibo degli dei', questo pomeriggio." *1
Sorrisi ancora. "Lo sai che quando parli in francese sei particolarmente... fascinant?"
"Lo sai che quando parli francese mi fai venire in mente delle immagini non consone ad un gentleman come me?"
Roteai gli occhi, nonostante fossi pienamente soddisfatta di me stessa nel profondo. Amavo questo Chuck Bass. Che dico, amavo Chuck Bass in generale, ma quando faceva battutine del genere, generalmente accompagnate dal suo solito sorriso che mi piaceva tanto, lo amavo ancora di più.
"Contenta di farlo, Bass."
Lui mi sorrise e mi prese la mano, giocando con la mia fede.
"Comunque," continuai "andremo a fare un po' di shopping, anche perché voglio prendere qualcosa ai bambini. Tornare a casa  a mani vuote, dopo essere stati assenti per 5 giorni, non è affatto una buona idea."
"Non posso che concordare." disse lui annuendo.
"Poi, ho prenotato a
Le Jules Verne verso le 8, per poi fare un'ultima passeggiata nel Champ-de-Mars e concludere la serata con dell'ottimo sesso pre-partenza." dichiarai soddisfatta.
E dalla faccia che fece Chuck, doveva essere piuttosto soddisfatto anche lui.
Ne ebbi la prova quando, alzatosi, mi si avvicinò per baciarmi ancora.


"La cena è stata meravigliosa." dissi enfatizzando l'ultima parola, stringendo la mano di Chuck nella mia.
Lui mi sorrise, dandomi un bacio sulla mano e continuando a camminare per il Champ-de-Mars.
"Sai, per quanto io sia stato contento di essere venuto qui con te, da soli, devo dire che sono felice di tornare a casa domani. Mi mancano Charlie e Will."
"Anche a me. Non avrei mai pensato che l'avere dei bambini mi avrebbe potuto cambiare così tanto."
"Perché, io sì?" disse quasi ridendo Chuck. "Ti ricordo che fino, più o meno, a dieci anni fa, vivevo di alcool, prostitute e fumo."
"Che quadro pittoresco." dissi ridendo.
"Blair Cornelia Waldorf Bass, mi hai stravolto la vita."
"Perché tu, invece, sei stato ininfluente. Sei stato tu a portarmi sulla cattiva strada, Bass."
"E tu a portarmi sulla buona."
Silenziosamente, continuammo a camminare, mano nella mano, osservando il paesaggio che ci circondava, assaporando gli ultimi attimi della nostra "vacanza" parigina.
"Sono stata brava." esordii.
Sorrise beffardo, voltando il viso dalla parte opposta, come per soffocare una risata.
"Sei sempre brava, Wa- Bass." rispose lui. "Ma a fare che, di preciso?"
"Bé, considerando che alla tenera età di 23 anni sono riuscita a rendere il grande Chuck Bass, womanizer numero uno dell'Upper East Side, un marito impeccabile, attento e premuroso ai doveri della propria famiglia... sono stata più che brava, oserei dire meravigliosa, sublime! Chi l'avrebbe mai detto? Insomma, era una missione praticamente impossibile. Ma si sa che ci vogliono i grandi condottieri per ottenere le vittorie più gratificanti."
Lo vidi roteare gli occhi.
"Io ti ho fatto infrangere il tuo voto di castità a 17 anni. Chi vince, ora?"
Assunsi un'espressione corrucciata. "Sempre io, ovviamente. Quella tua vittoria è stata... puro caso."
"Ah, sì?"
"Ovvio. E poi, vinco doppiamente io, perché è lì che hai capito che eri innamorato di me." gongolai soddisfatta.
"Come fai ad esserne così sicura?"
"Perché anche tu hai sentito le scintille, come le avevo sentite anch'io." dissi seria.
Al momento del bacio, di quel famoso bacio sulla limo che cambiò tutto, avevo avuto una sensazione strana, che non avevo mai sentito prima di quel momento. Era come se avessi i brividi, come se ogni mia fibra nervosa stesse per esplodere, come se il mio cuore si fosse prima fermato, e poi avesse ricominciato a battere, con più foga, come se avesse voluto uscirmi dal petto. Tremavo, troppo emozionata per pensare ad altro, troppo nervosa per concentrarmi su quell'attimo. E erano quelle le sensazioni che, ancora, provavo quando Chuck Bass mi baciava.
"Tipo queste?" mi chiese.
E, senza nemmeno che me ne accorgessi, si fermò e mi voltò verso di lui, cogliendomi totalmente alla sprovvista e dandomi un bacio che aveva decisamente chiarito quali erano i suoi piani per le prossime ore.
Inutile dire, infatti, che dieci minuti dopo eravamo già diretti verso l'albergo presso il quale alloggiavamo.


La mattina dopo ci svegliammo entrambi molto presto. Mi sentivo intorpidita, ma completamente rilassata. Merito delle attività notturne, molto probabilmente.
Presi il cellulare, decisa a chiamare Lily per vedere come andavano le cose con i bambini. A New York sarebbero stati ancora tutti svegli, visto che stavo chiamando la mattina presto. Cercavo sempre di non disturbarli con il fuso orario.
Attesi pazientemente che Lily rispondesse, mentre sentivo Chuck cingermi la vita con un braccio e richiudere gli occhi per tornare a dormire.
"Pronto?" sentii la voce di Lily rispondere.
"Ciao, Lily, ti ho disturbata?"
"Oh, no, Blair, figurati! Stavamo tutti per andare a letto, non è vero bambini?"
Sentii le voci di Charlie e Will in sottofondo, che cercavano di richiamare la mia attenzione.
"Blair, c'è Charlie che è ansiosa di parlare con te." disse Lily ridendo.
"Passamela!" le risposi sorridendo.
"Tieni, Charlie, c'è la mamma." disse Lily.
"Mamma?"
"Charlie! Mi manchi tanto..."
"Mi manchi tanto, tanto, anche tu! Quando torni?"
"Quando domani mattina ti sveglierai, io e papà saremo già a casa."
"Davvero?" disse Charlie, con l'eccitazione che traspariva dalla sua voce.
Risi e risposi "Sì, davvero. Ora, però, fai la brava e vai a letto. Non vedo l'ora di vederti."
Sorrisi al solo pensiero che di lì a qualche ora li avrei rivisti entrambi, sia Charlie che Will. Mi erano mancati talmente tanto che non vedevo l'ora di passare i giorni seguenti con loro, portandoli al parco e in giro per Manhattan, cercando di recuperare il tempo perso.
"Ok! Salutami papà. Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anch'io, Charlie. Tantissimo."
Charlotte ripassò il cellulare a Lily, la quale mi rispose: "E' così contenta che stiate per tornare... non ha parlato d'altro per tutto il giorno."
"Siamo contenti anche noi. Tra un paio d'ore partiremo con il jet privato, e dovremmo essere lì domani mattina presto."
"Ok, vi aspettiamo, allora! Dorota ha detto che vuole venire anche lei per salutarvi. Stasera è andata via presto perché Anastasia non stava tanto bene, ma ha detto che sarebbe passata domani mattina verso le nove."
"Perfetto. A presto, Lily! Ah, e grazie. Grazie davvero."
"Oh, non dire sciocchezze Blair. L'ho fatto volentieri. Sai che adoro sia Charlie che Will, mi diverto moltissimo con quei due."
"Mi fa piacere." sorrisi "Sono già andati a letto?"
"Sì, Charlotte ha appena portato Will a letto. Che bambina responsabile che è. Mi ricorda te quand'eri piccola, sai?"
"Di certo, non ricorda Chuck quand'era piccolo, per la sua responsabilità."
Ridemmo entrambe e poi la salutai, dicendole ancora che ci saremmo viste la mattina dopo. Chiusi la chiamata e appoggiai il cellulare sul comodino, accarezzando i capelli di Chuck, che mi facevanno il solletico alla guancia.
"Io sono molto responsabile." disse ancora mezzo addormentato.
"Oh, certo Bass. Non lo mettavamo in dubbio."
Sorrisi e gli diedi un bacio sui capelli profumati, prima di cominciare a intimargli di alzarsi.



New York
Lily's POV

Chiusi la chiamata di Blair e poggiai sul tavolino del salotto il cellulare. Mi avviai verso la cucina, per finire di sistemare, in modo che, così facendo, Blair e Chuck avrebbero trovato la cucina pulita. Avrei anche potuto lasciarla così, per farla pulire dalla domestica, ma, visto che non avevo nulla da fare, cominciai a lavorare.
Una volta finito, andai nelle camere dei bambini, per controllare che fosse tutto a posto.
Entrambi dormivano beatamente nei loro lettini. Passando per l'ampio corridoio, spensi la luce del bagno, che quei due avevano probabilmente lasciato accesa dopo essersi lavati il viso e i denti prima di andare a letto. Charlie amava prendersi cura di suo fratello, sapevo che ci aveva pensato lei ad assicurarsi che Will si fosse preparato adeguatamente per la notte.
Tornai in sala e mi sedetti sul divano, accendendo la grossa televisione a schermo piatto.
Ero stanca, ma stare con quei bambini era meraviglioso. Erano così intelligenti e belli che avrei voluto fossero figli miei. Quel giorno eravamo andati a trovare le varie nonne, gli zii e i cugini, e poi eravamo andati al parco, dove Charlie aveva dato da mangiare alle anatre.
Era incredibile come gesti così semplici potessero essere così divertenti, con quei due.
Qualcuno, all'improvviso, bussò alla porta.
"Chi potrà mai essere, a quest'ora?" mi chiesi.
Poiché John, il portinaio, non mi aveva avvisata, la persona che bussava ora doveva essere qualcuno che conoscevamo. Altrimenti, il portinaio non avremme MAI acconsentito a farla entrare.
Aprii la porta, senza pensarci.
Quello che accadde dopo, non lo capii nemmeno io. Perché, senza nemmeno che me accorgessi, tutto diventò nero.
 


*1 Teobroma è il nome scientifico del cioccolato. Viene dal greco Theobroma [Thèos + bròma - Θεός, "dio", e βρῶμα, "cibo". E, da qui, "Cibo degli Dei".

Scusate per le frasi in lingua, e scusatemi anche per il mio francese xDD Lo facevo alle medie quattro anni fa, e ormai non me lo ricordo molto bene :S

Ringraziamenti:
feffixoxo: Purtroppo, non mi sono soffermata troppo sui Chair a Parigi. Volevo focalizzare l'attenzione sull'ultima parte che, benché non sia descritta nei minimi dettagli, è, bene o male, l'inizio della vicenda. Ti ringrazio per la recensione, però! E magari potrei mettere dei flashback su Parigi nei prossimi capitoli! (;
ele_06: Graaaazie! *-* Non ti dirò perché i piccoli Bass vengono rapiti (; Lo scoprirai successivamente! Ti ringrazio infinitamente per i complimenti e per la recensione!
Delphinium_Love: Ahah, anch'io mi aspetto grandi cosa dai Bass Jrs! Caaaarra, tuo fratello! :D Ehh, il prezzo da pagare per essere affascinanti! Grazie per la recensione! :D
Fiby Cullenina: Che dire? Grazie mille per i complimenti e per la bella recensione! Anche a me piacerebbe un sacco vedere Chuck Bass padre. Probabilmente, perché è, quasi, l'unica cosa che ti aspetteresti da uno come lui :O Ma, secondo me, sarebbe assolutamente perfetto <3 Grazie ancora! xoxo
HouseGirl: So che suona male, ma non mi stanco mai dei complimenti :D E come non concordare con te per quanto riguarda la faccenda Chuck-padre-Ultima stagione? Perché le cose belle devono succedere solo alla fine? ): La sfera emotiva che coinvolgerebbe il personaggio di Chuck nel ruolo di padre renderebbe il suo personaggio ancora più interessante! Lì sì che verrebbero fuori degli episodi davvero meritevoli! Grazie infinite per la recensione, davvero!

Grazie a tutti!
xoxo, C

 

   
 
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