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Autore: Stellalontana    18/11/2005    5 recensioni
Siate clementi con me, è la rpima ff che scrivo!!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shame

Shame

 

“Harry, Harry, svegliati!!!” la voce potente di Ginny Weasley riscosse Harry dal suo torpore. Si grattò la nuca e poi guardò l’orologio. Le sette in punto. Distrattamente guardò la sua ragazza, ferma davanti a lui in pigiama. “Che c’è Gin? È domenica!” protestò il ragazzo, rendendosi conto solo allora che si era addormentato su una poltrona della sala comune. Fuori dalle finestre si scorgeva la luce grigia che precede l’alba. “Lo so che è domenica, Harry, ma è il quindici, oggi, te ne sei dimenticato?” chiese la ragazzina guardandolo negli occhi e sorridendo. Harry arrossì violentemente, togliendosi gli occhiali e pulendoli sulla maglia. D’un tratto non aveva più sonno. “Oggi?” chiese sospirando. Ginny annuì. Il ragazzo si tolse la coperta dalle gambe e l’appoggiò a terra, poi tese le braccia verso Ginny, arcuando le spalle. “Vieni qui, piccola, ho bisogno di un sostegno morale”. La rossa lo guardò per un attimo facendo una piccola smorfia, poi annuì. “D’accordo, ti offrirò il mio sostegno” acconsentì. Piano si mise a sedere sulle gambe del ragazzo, gli cinse il collo con le braccia e lo baciò su una guancia. “Andrà tutto bene, vedrai” lo tranquillizzò accarezzandogli la nuca. Harry sospirò, mettendo le braccia intorno al corpo della ragazza e attirandola di più a sé. “Certo, come no. Io non mi preoccupo molto per stasera, ma per domani, dopodomani e poi ancora i giorni seguenti. Che fine farà la mia reputazione? E quella di Ron? Per non parlare di quella di quel serpente di Malfoy!” protestò irato. Ginny scosse la testa. “Non devi preoccuparti così, Harry. In fondo ve la siete voluta” disse scostandosi da lui per guardarlo negli occhi. Il ragazzo la guardò scettico. Per un momento non la guardò negli occhi. Il suo sguardo era stato fermato da un’ombra scura sotto il pigiama azzurro chiaro della ragazza. Ginny, forse notando lo sguardo di lui si posò una mano sopra il petto. “È nero se proprio vuoi saperlo. Ed è una terza” sogghignò la ragazza. Harry si riscosse, poi sorrise. “Era il colore che mi importava” replicò posando una mano sulla gamba di Ginny. “Ed è un completino?” chiese curioso. Ginny arrossì, poi annuì lievemente. “Me l’ha comprato mamma” rispose imbarazzata. Harry sorrise malizioso. “Un giorno o l’altro dovrai farmelo vedere, lo sai vero?”

“Avevi detto alla fine della scuola”

“Lo so, ma giugno è lontano…”

“Harry, per favore… come fai a non pensare ad altro?” Ginny lo guardò confusa e un po’ contrariata. Harry fece una smorfia.

“Non penso solo a quello, Gin, anzi. Non ci penso mai, tranne quando siamo così vicini. E mi sento a disagio. Sei così bella. Vorrei averti tutta per me!” le confessò abbassò lo sguardo.

“Ma mi hai tutta per te, Harry!” affermò Ginny sollevandogli il mento. Harry sorrise.

“Non ancora, ma non importa. Andiamo, devo sciacquarmi la faccia e cambiarmi i vestiti, questi sanno di cenere!” scherzò il ragazzo annusando la manica della felpa. Ginny ridacchiò, poi si alzò dalle gambe di Harry e corse nel suo dormitorio, mandandogli un bacio. Harry si grattò la nuca, sbuffando. Quella sera sarebbe morto di vergogna, ne era sicuro.

 

Le nove del quindici dicembre arrivarono anche troppo presto per i gusti di Harry, Ron e Draco. Quella sera i due amici non mangiarono. Hermione li guardava, lo sguardo pungente tipo 'Se – mi – aveste – ascoltato – tutto – questo – non – sarebbe – successo', mangiando spezzatino al sugo e patate arrosto. Harry osservò il piatto di Ron, vuoto some il suo. "Anche tu con una stretta allo stomaco, eh amico?" commentò sorridendo nervosamente. Ron, bianco come un cencio annuì.

"Vedo che anche voi non riuscite a buttare giù un boccone, vero?" una voce triste e malinconica li sorprese. I due si voltarono lentamente. Un Draco dal volto pallido e stanco apparve loro. Harry annuì. "Anche tu, eh?" chiese socievole. Draco annuì a sua volta. "Che ne dite se andiamo un po' da qualche altra parte prima delle nove? Odio avere tutti gli occhi della sala puntati contro" propose Draco con una smorfia. Harry e Ron si alzarono. Per circa due ore stettero rintanati in biblioteca, cercando di non pensare alla vergogna che avrebbero provato nell'esibirsi sul quel palco.

"Sentite, facciamo un patto: io non vi stuzzicherò più e voi non accuserete me di ogni vostro incidente, ci state?" chiese affranto Draco prendendosi la testa fra le mani. Harry lo guardò, poi sorrise. "Sai Draco, credo che tu abbia ragione. Sei cambiato e non sei più così detestabile come una volta. Diciamo che per me va bene. E per te Ron?"

"Sì, va bene. Diciamo che possiamo provare ad essere amici, eh?" disse Ron guardando gli occhi argentati di Draco. Il ragazzo si sciolse in un sorriso, sospirando. "Okey, proviamoci" i tre ragazzi si strinsero la mano in segno di pace. Quella storia del balletto li aveva avvicinati molto, in fondo erano solo tre ragazzi. Harry guardò teso l'orologio. Segnava un quarto alle nove. Deglutì nervosamente facendo presente agli altri l'ora. Ron e Draco sbiancarono ancora di più. In silenzio si avviarono nella Sala Grande. I ragazzi che erano rimasti nella sala li accompagnarono con urla di scherno e risate. Harry, Ron e Draco fecero finta di non sentire, le guance improvvisamente accaldate. Entrarono nella sala adiacente e vi trovarono Dorian. Il giovane mago sorrise loro, compiacente e li guardò con occhio critico. I vestiti li aveva scelti lui, d'accordo, ma l'azzurro su Ron ci stava come un cazzotto in un occhio. "Ron, usa un incantesimo per cambiare colore al tuo vestito!" chiese con una smorfia. Ron lo guardò stupito. "Che?"

"Va bene, va bene, ci penso io" sbuffò il mago. Con uno svolazzo di bacchetta cambiò il colore da azzurro a blu cobalto. "Ecco, lo scuro ti sta meglio" disse sorridendo. Ron lo guardò in cagnesco.

La sala si andava riempiendo e dietro il pannello di legno sopra il palco i tre ragazzi stavano quasi piangendo dalla vergogna. "Aiuto, non voglio andare là fuori!" piagnucolò Draco. "Nemmeno io, ma dobbiamo farlo, purtroppo. D'accordo, sentite, qualunque cosa accada... in bocca al lupo!" disse Harry con un cipiglio fiero nella faccia bianca tipo luna piena. Ron annuì senza parlare.

Dorian li risvegliò dal torpore spegnendo con un colpo di bacchetta tutte le candele. Harry Ron e Draco, favoriti dall'oscurità completa si posizionarono sul palco di fronte a tutte le ragazze della scuola. Anche nel buio Harry riconobbe le figure di Hermione, Ginny e Luna Lovegood, sedute in prima fila. il ragazzo si maledisse. respirò profondamente, mentre tutti e tre giravano le spalle alla platea. Harry divaricò le gambe e credette di svenire. 'Aiuto!' pensò chiudendo gli occhi. "Harry?" lo chiamò Draco. Il ragazzo si voltò verso il Serpeverde. "In bocca al lupo... amico!" disse Draco facendogli l'occhiolino. 'Almeno questa cavolata è servita ad avvicinarsi' pensò Harry ricambiando l'augurio. Dopo un po' la musica partì ed Harry si sentì gelare il sangue. Le luci si riaccesero e i tre ragazzi non furono più invisibili. Mentre cominciavano a muoversi dalla platea provenivano urla e strepiti. Draco si sentì morire mentre si allentava la cravatta e si sfilava la giacca. 'Aiuto... voglio sprofondare!' pregò Ron avvistando Hermione che lo guardava contrariata.

alla fine i Draco, Ron ed Harry si sedettero sconfortati sul palco, i vestiti sul legno scuro. Draco era diventato color vermiglio e guardava la platea con occhi vuoti. Ci furono quindici minuti di applausi e gridolino mentre i tre raccoglievano gli abiti e si rifugiavano dietro le quinte. Harry si accasciò a terra.

"Aiutooooooooooo!!!!!" urlò affondando la faccia negli abiti.

"Aiutooooooooooo!!!!!" dopo Harry, Ron e poi Draco, con le spalle appoggiate al paravento. Quell'esperienza avrebbe cambiato la loro amicizia!

   
 
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