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Autore: Aika Morgan    10/11/2010    19 recensioni
Michael ama giocare con le stelle: le osserva, traccia i loro contorni e poi aiuta Andy ad orientarsi e a trovare se stesso.
Vivono in un mondo tutto loro, come se appartenessero ad una costellazione fatta di due sole stelle.
E quando all'improvviso una delle due stelle muore, l'altra diventa una stella perduta, che continua a vagare nell'universo alla ricerca di qualche motivo per continuare a splendere.
Questa introduzione ha partecipato e vinto il contest " La trama di una storia." di DearJulietefp
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stelle perdute' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Andy ed Elena - In equilibrio precario


 

Stessa casa.

Stessa carta da parati color crema.

Stessi quadri appesi alle pareti.

Stessi passi da fare per arrivare in cucina.

All'apparenza sembra essere rimasto tutto come prima. Ma è come se qualcosa non tornasse, pensa Elena, mentre segue Andy in cucina.

Poi, d'un tratto, si rende conto che per le stanze non risuona la risata di Michael, non ci sono i suoi passi veloci a raggiungerla e stringerla forte.

La casa è silenziosa, si sentono persino le lancette dell'orologio appeso al muro ed Elena non può fare a meno di chiedersi come sia per Andy vivere da solo con i suoi pensieri.

- Beh, vuoi sederti? Posso offrirti qualcosa da bere? Ho una scorta di bevande, con questo caldo sono quanto di più rinfrescante possa esserci. Aranciata? The? Coca Cola?

- Aranciata, grazie.

Sembra un tipo simpatico. Forse un po' sulla difensiva, ma Elena riconosce in se stessa quel comportamento, sembra quasi esserci una barriera fra loro due.

Andy si siede di fronte a lei e le porge un bicchiere, che la ragazza vuota tutto d'un fiato.

- Ti dà fastidio se fumo?

- No, no, fai pure. Del resto con Michael c'ero abituata. Insomma, sai meglio di me che lui...

Si interrompe improvvisamente. Stava quasi sorridendo mentre pronunciava quelle parole. Ma al nome di Michael tutto sembra essersi cristallizzato e lei sembra aver perso la capacità di parlare.

- Già, hai ragione. - commenta Andy. Prende le sigarette e ne accende una.

Adesso le chiederà cosa vuole da lui. Ed Elena non ha ancora una risposta a quella domanda. Abbassa lo sguardo e prende l'agenda di Michael dalla sua borsa, poggiandola sul tavolo.

- Era questa l'agenda di cui ti parlavo. Credo che dovresti leggerla.

- No, io penso di no. Se Michael non me ne aveva mai parlato, di certo non voleva che ne fossi a conoscenza. E adesso non sarebbe onesto da parte mia leggerla.

- Ma lui... Ha scritto delle cose molto belle su di te, sai?

- Non so se ne avrò mai il coraggio, Elena. Potrebbe farmi stare peggio. - ammette Andy – Ma... grazie di avermela portata. È stato un bel gesto da parte tua.

- Perché? Perché non mi ha mai detto nulla?

Elena stringe i pugni sulle ginocchia. Non avrebbe voluto dare forma ai suoi dubbi in questo modo, ma è stato più forte di lei pronunciare quella domanda con una nota di rabbia e rancore nei confronti del fratello.

- Non era semplice, Elena.

- Voleva dircelo prima di tornare a casa. L'aveva scritto. Ma poi c'è stato l'incidente. E... e...

Credevo che si fidasse di me.

Andy aspira lentamente una boccata di fumo, quasi non sapesse nemmeno lui cosa risponderle.

Nel frattempo Luna, quasi avesse intuito il clima pesante della stanza, si avvicina ad Elena, poggiandole il muso contro la gamba e guadagnandosi una carezza fra le orecchie.

- Credo che Michael avesse paura, Elena. Non è mai facile, ecco. Credeva che l'avreste rifiutato. E lui non l'avrebbe sopportato.

- Ma non è vero! Cosa sarebbe cambiato?

- Quando l'ho detto ai miei, mi hanno sbattuto fuori casa. Io e Michael stavamo già insieme, e lui ha visto quanto mi sia costato raccontare la verità. Non ci parliamo più da quasi un anno e mezzo. - confessa Andy – Io gliel'ho detto tante volte che sarebbe stato diverso, ma Michael aveva paura. Non mi aveva nemmeno detto che aveva intenzione di parlarvi.

- Ha scritto che avrebbe voluto farlo per voi. Perché ti amava.

Andy sorride malinconicamente. Si torce le mani, come se fosse molto nervoso.

- Sì, mi amava. E anche io lo amavo. Anzi... lo amo ancora.

Elena annuisce, non sapendo cosa dire. In realtà avrebbe mille domande da fargli, ma ha paura di essere troppo indiscreta.

- Andy... come mai mi hai detto subito che stavate insieme? Sai, l'altro giorno, al telefono...

- Beh, a che sarebbe servito negarlo? La voce dei messaggi della segreteria era la mia e comunque prima o poi l'avresti capito, no?

Elena continua a guardarsi intorno, vedendo tutto sotto un'ottica diversa: quello non è più l'appartamento che Michael divideva con un coinquilino qualunque, ma è la casa in cui viveva con l'uomo del quale era innamorato.

E in qualche modo, Elena è gelosa di Andy.

Andy ha conosciuto Michael molto meglio di lei e questo fa male, perché ha avuto una parte della vita di Michael che a lei è stata nascosta con cura, come se fosse un'estranea.

- È come se non l'avessi mai conosciuto. Come se mi fossi fatta un'immagine totalmente diversa di lui e... non lo so, ho quest'esigenza di saperne di più...

- Guarda che Michael era quello che conoscevi tu. - replica Andy - Amava la fisica, andare in giro con la moto, odiava la pioggia e tutto il resto. Non è nulla di troppo diverso da ciò che sapevi no?

- Quando gli chiedevo se aveva una ragazza eludeva sempre il discorso, come credi che possa essermi sentita all'idea che non solo vivesse con qualcuno, ma che questo qualcuno fosse un uomo?

Lo sguardo di Andy cambia improvvisamente. Diventa cupo, quasi più freddo.

- Cosa ti ha dato più fastidio? Scoprire che Michael ti aveva nascosto di vivere con qualcuno, o che fosse gay?

Elena sussulta. È davvero questo quello che le ha fatto più male? O il fatto che ci fosse una verità nascosta, qualunque essa fosse?

- Io... Non volevo dire che... Beh, sì, il fatto di non aver mai capito che Michael fosse diverso da come me lo aspettavo mi ha fatto male, ma non è questo il punto.

Si blocca improvvisamente.

Cos'aveva Michael di diverso? Ed era questo che a lei dava fastidio?

- Forse non aveva tutti i torti ad avere paura della vostra reazione. - commenta Andy, gelido.

- Non volevo dire che...

Abbassa lo sguardo, deglutendo lentamente. Qualsiasi parola dica, sembra che sia quella sbagliata e faccia peggiorare la situazione. Si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi si morde nervosamente un'unghia.

- Senti, ho bisogno di tempo, Andy. Non è facile. Cioè, credevo che lo fosse.

- Allora non capisco cosa sei venuta a fare qui. Sei stata gentile a portarmi l'agenda di Michael, ma credo che non abbiamo altro da dirci. - sbotta Andy, sempre più gelido.

Senza sapere come replicare, la ragazza si alza e lo guarda negli occhi.

- Mi dispiace. - mormora mestamente. - Non sono venuta qui per offenderti, Andy. Volevo solo sapere. Capire. Però hai ragione, forse è meglio che vada, adesso.

Il giovane non accenna a replicare, così la ragazza si dirige verso la porta di ingresso ed esce di casa. Una volta arrivata in macchina, non può fare a meno di scoppiare a piangere un'altra volta.


***

 

Forse ha sbagliato ad aggredirla in quel modo.

Anche se non sembra, Andy è un tipo impulsivo, soprattutto quando qualcosa rischia di scalfire il muro di solitudine e tristezza che ha costruito fra sé e il mondo.

Ed Elena, involontariamente, con le sue parole, gli ha fatto più male di quanto lui stesso potesse credere.

Come aveva già previsto – nonostante ogni pianificazione – tutto è andato esattamente al contrario di come si aspettava. Nel peggiore dei modi.

Accusare Elena di intolleranza nei confronti dell'omosessualità del fratello è stata solo un'arma. Andy ha capito il senso delle parole della ragazza un attimo dopo averla aggredita.

Eppure ha continuato ad infierire, senza darle il tempo di replicare, senza concederle un'altra possibilità.

Ci fosse stato Michael, probabilmente lo avrebbe fatto ragionare e avrebbe frenato la sua impulsività con un bacio a fior di labbra.

Rigira fra le mani il pacchetto di sigarette, continuando a fissare l'agendina di Michael. Quando si rende conto di averla aperta e aver cominciato a sfogliarla, sono già passati diversi minuti, dei quali non si è nemmeno accorto.

Davanti ai suoi occhi scorrono formule matematiche, pensieri scritti di fretta, con una calligrafia incomprensibile. Il suo nome si riconosce perché Michael aveva l'abitudine di tracciare la A come se avesse la forma di una stella.

Ha bisogno di coraggio prima di decidersi a leggere uno di quei frammenti. Respira profondamente ad occhi chiusi e poi sceglie una pagina a caso.

 

Secondo alcuni matematici, due rette parallele sono destinate a non incontrarsi mai. Altri invece hanno cercato di dimostrare che si intersecano in un punto all'infinito.

Io e Andy siamo la dimostrazione palese di come questa seconda teoria sia quella esatta: quando ci siamo conosciuti era come se camminassimo l'uno parallelo all'altro. Non avevamo quasi nulla in comune, ma negli anni abbiamo imparato a modellarci l'uno sul carattere dell'altro. E i nostri mondi si sono intrecciati, finendo per formarne uno solo.

Sarà forse il destino che ci ha fatti incontrare in quell'infinito che non si sa nemmeno se esista?

 

Istintivamente Andy sorride.

Michael era fissato nel dare ad ogni legge fisica e matematica un significato fantasioso, come nel caso delle stelle perdute. Questa delle rette parallele non gliel'aveva mai detta, però, constata con una risatina. E per un attimo è come se si aspettasse di veder entrare Michael dal giardino. Pensa addirittura che gli chiederà come fa ad inventarsi certe cose. Un attimo prima di ricordare.

E la consapevolezza è una lama sottile che gli lacera la carne. Lentamente. Fino a fargli perdere il respiro.

Non sente il telefono che squilla fino a quando Luna non inizia ad abbaiare. Si alza e raggiunge il mobile all'ingresso, solleva il ricevitore e poggia le spalle contro il muro.

- Sì, chi parla?

- Sono il professor Connor, del Dipartimento di Medicina dell'Università di Greenville. Cercavo Andy Evans.

- Professore, buonasera, sono io. Mi dica.

D'un tratto Andy ha perfettamente chiaro cosa l'uomo voglia da lui: non va al suo ricevimento da quando Michael è morto e già gli avrebbe dovuto consegnare la tesi di laurea completa. Ma nell'ultimo tempo concentrarsi su qualcosa che non fosse l'assenza di Michael è stato difficile.

- Mi chiedevo che fine avesse fatto, Evans. Non dovevamo vederci tre settimane fa?

- Oh, ecco... Ho avuto dei problemi. Mi dispiace non essermi più fatto sentire, professore.

Ma non so più se voglio davvero diventare un medico.

- Domani mattina la aspetto in Dipartimento, così mi spiegherà di persona. Lei è uno dei miei studenti più in gamba, non vorrà ritirarsi?

Andy deglutisce.

- Ecco, in realtà...

- Su, ci vediamo domani. Se ha avuto qualche difficoltà nella stesura della tesi ne parleremo insieme, d'accordo?

- D'accordo. Buona serata, professore.

Una volta riattaccato il telefono, Andy chiude gli occhi e abbassa lo sguardo. In quel mese e mezzo in cui non è più andato all'Università, sono successe troppe cose.

Michael non c'è più.

E lui non ha più voglia di combattere per il sogno di diventare medico.

Non gli importa più essere in grado di salvare delle vite. Perché per quella di Michael non avrebbe saputo cosa fare. Probabilmente sarebbe rimasto in un angolo tenendosi la testa fra le mani. Lo avrebbe semplicemente guardato morire.

Raccontare a Connor tutto questo sarà difficile, quell'uomo è solo il suo professore, un estraneo, che di lui e dei suoi sentimenti non sa nulla.

Eppure crede in lui.

Così come ci credeva Michael, quando lo vedeva alle prese con un esame troppo complesso e gli dava il coraggio di non mollare.

Michael si arrabbierebbe a sapere che ha paura di andare avanti. Lo prenderebbe in giro, al solito, forse finirebbero anche per litigare perché Andy non ha fiducia in se stesso. Ma farebbero subito pace, dato che Michael non è mai stato in grado di rimanere arrabbiato troppo tempo con lui.

Andy ritorna in cucina, mentre Luna gli si struscia fra le gambe, quasi volesse fargli capire che comprende la sua tristezza. La accarezza fra le orecchie e la osserva scodinzolare.

Sta accendendo il computer per stampare qualche appunto da far vedere a Connor, quando il cellulare trilla.

È un messaggio di Bea “Allie ha voglia di cibo cinese. Veniamo a mangiare da te fra mezz'ora. Portiamo tutto noi. Un bacio."

Rimette a posto il computer e sistema i fogli che ha stampato nella borsa. Non è nemmeno certo di aver fatto un buon lavoro, magari tornerà a riguardare i suoi appunti dopo che Allie e Bea saranno andate via.

L'arrivo delle amiche è una ventata d'aria fresca. Guardarle battibeccare in continuazione riesce a rilassarlo, quasi a farlo sorridere. L'argomento della conversazione stavolta sono le strane voglie di Allie.

- Dai, Andy, diglielo tu che per una donna incinta è normale avere le voglie!

- Sì, magari non funghi alle quattro e mezza di un mattino di aprile! - la rimbecca Bea, scompigliandole i capelli.

- Stronza!

- La meno strana è stata quella di cioccolato alle nocciole, te lo ricordi? Mi hai fatto girare tutta la città per trovarlo!

- Andy, vuoi fare il tuo lavoro da quasi-medico? Spiegaglielo tu, magari ti ascolta!

- Beh, in realtà... non è che ci sia qualcosa di scientifico. Solo voglia di essere coccolate e viziate un po'. O al massimo qualche sbalzo ormonale!- ride Andy, versandosi un bicchiere d'acqua.

Allie arrossisce, mentre la compagna scoppia a ridere. Poi si fa seria, e si rivolge ad Andy.

- Allora? Com'è andata con la sorella di Michael?

Il giovane si prende qualche attimo prima di rispondere. Non che ci sia molto da dire, nemmeno lui sa spiegare le sensazioni provate nel corso di quel pomeriggio. È stato tutto troppo veloce, le parole gli sono scivolate dalle labbra ancora prima che avesse il tempo di formularle pienamente.

E ha aggredito per difendersi.

Ed Allie aveva ragione, quando diceva che Elena non voleva accusarlo di nulla. Solo comprendere.

- È andata. Non so come, ma è andata.

Le due ragazze lo guardano con aria interrogativa.

- Credo di essere stato cattivo, in qualche modo. Ha solo bisogno di tempo. E non sono stato in grado di capirlo, ecco tutto.

- Non deve essere stato facile nemmeno per te, Andy!- Bea gli stringe una mano – Sappiamo quanto stai male.

- Mi ha portato l'agenda di Michael, avete presente quella con i girasoli dalla quale non si separava mai e che non faceva toccare a nessuno? Beh, in realtà ho finito per leggerla. Ha scritto delle cose su di me che non mi aspettavo provasse. Così belle ed intense da far male.

La voce gli trema per un attimo, e sente gli occhi appesantiti da lacrime che non piangerà mai. Li chiude per un attimo, imponendosi di non lasciarsi prendere dalla tristezza.

- Va tutto bene, okay? - Allie gli parla con voce dolce, come se si stesse rivolgendo ad un bimbo – Puoi sfogarti, se vuoi. Noi siamo qui, lo sai.

Un rapido cenno del capo, giusto per far capire che la sta ascoltando. Poi la mente torna a perdersi in pensieri informi e cupi.

Allie e Bea finiscono di mangiare, poi si offrono di aiutarlo a sparecchiare e a sistemare.

- Stavo pensando di dare Luna in adozione. - la voce di Andy è incolore, quasi assente, mentre pronuncia queste parole. Sta riponendo la tovaglia nel cassetto ed è di spalle rispetto alle due amiche.

- Che cosa? E per quale motivo? - chiede Bea, stupita.

- Non ce la faccio nemmeno a badare a me stesso, figuriamoci a lei. Voi potreste occuparvene? L'idea di affidarla degli estranei non mi alletta molto...

- Beh, sinceramente non lo so... Sai, con la bambina in arrivo. Casa nostra poi è anche piccola. E poi, Andy, davvero vuoi farlo? Tu adori Luna! - osserva Allie.

- Sì, ma... Non lo so. A volte sembra tutto così pesante.

- Prenditi qualche altro giorno per pensarci, okay? Oggi è stata una giornata difficile, Andy, forse è per questo che ti senti peggio del solito.

Andy si lascia avvolgere dall'abbraccio di Allie e nasconde il viso nell'incavo del suo collo. Respira lentamente, come a voler stabilire un nuovo ritmo con cui vivere. Riprendere piano le sue forze per imparare di nuovo a vivere.

Sarebbe semplice, se bastasse solo respirare. Se l'aria che entra nei polmoni non sembrasse bruciarli e ucciderli, invece che nutrirli d'ossigeno.

- Volete restare a dormire qui? - propone alle amiche, vedendo che Allie sembra stanca e sapendo che Bea detesta guidare con il buio. E desiderando disperatamente un po' di compagnia a riempire la notte fatta di incubi.

Più tardi, quando tutto attorno a lui si è addormentato, si ritrova a desiderare di rivedere Elena, anche solo per dirle che non voleva aggredirla in quel modo, che aveva solo bisogno di sfogare la sua rabbia e il suo rancore.

Per mormorare scuse a bassa voce.

Per ritrovare nei suoi occhi gli occhi di Michael.


***

 

Elena non riesce a dormire.

Si gira e rigira nel letto della sua stanza d'albergo, e continua a pensare ad Andy e a rivivere attimo per attimo il loro incontro. Non riesce a capire cosa abbia sbagliato, quale gesto o parola abbiano scatenato il risentimento di Andy.

Ha semplicemente bisogno di tempo per razionalizzare l'omosessualità di Michael. Ma questo non vuol dire che non l'abbia accettata. Ne è rimasta sorpresa, questo sì. Ma riflettendoci, si è resa conto che la sua sorpresa sarebbe stata tale anche nel caso in cui avesse scoperto che Michael stava con una donna.

A bruciare è il fatto che Michael non le avesse raccontato nulla, che non si fidasse di lei. Che con tutta probabilità avesse paura di pregiudizi che non ci sarebbero di certo stati.

Ma Andy non sembra disposto a credere a nulla di tutto questo.

Eppure Elena continua ad avere il pressante bisogno di sapere. Immaginare Michael e Andy insieme, conoscere il loro modo di viversi, sentirli più vicini. E solo Andy potrebbe aiutarla.

Quando ha telefonato a Richard – l'unico a sapere di Andy – per raccontargli come erano andate le cose, il ragazzo le ha suggerito di provare nuovamente a parlargli e a spiegarsi meglio. Elena però pensa che sia difficile, riuscirci.

Ha percepito la freddezza di Andy, il fastidio che il giovane ha provato nel vederla. Forse non aveva nemmeno tutti i torti, magari avrebbe preferito continuare a nutrirsi della sua solitudine piuttosto che lasciarsi gettare sale sulle ferite da un'estranea qualunque.

- Prova a spiegargli che vuoi solo stargli vicino. - le ha detto, dopo aver ascoltato tutta la storia.

- Non credo che abbia bisogno di me, Richie. Non sono nessuno. Avrà i suoi amici con cui parlare. - ha risposto Elena, tormentandosi una ciocca di capelli.

- Non è vero. Sei la sorella di Michael. E credo che in fondo siate più simili di quanto crediate. Avete Michael in comune. E il fatto che manca terribilmente ad entrambi.

Elena ha annuito, non molto convinta.

- Dici che a Michael farebbe piacere? Che io conosca Andy, voglio dire.

- Credo di sì, in fondo. Ha scritto che voleva parlarne a te e ai tuoi, no? Se...

Se non ci fosse stato l'incidente.

Elena si ritrova a fissare il soffitto con gli occhi sgranati. Chissà come sarebbero andate le cose se l'incidente non ci fosse mai stato. Come Michael avrebbe raccontato a lei e ai genitori di Andy.

La decisione di provare a parlare di nuovo con Andy è improvvisa e la colpisce durante le prime ore dell'alba. Dopo aver passato la notte immersa nel dubbio e nell'incertezza, si convince che sia la cosa giusta da fare.

Deve spiegargli cosa ha provato esattamente. Vuole entrare in contatto col suo mondo, con tutto quello che Michael non le ha mai raccontato. Per conoscere un po' meglio suo fratello, anche se adesso non c'è più.

L'assenza continuerà a pesare allo stesso modo, forse. Anzi farà più male non poter più guardare Michael negli occhi e dirgli che gli vuole bene lo stesso e che davvero non c'è nulla di diverso, ma Elena vuole sapere.

Chiederà ad Andy un'altra possibilità e cercherà di dimostrargli che non è cattiva, che ha solo bisogno di riempire un vuoto.

Quando capisce che non riuscirà più a dormire, Elena si alza e sistema lentamente il letto, poi prende i suoi vestiti e va a fare una doccia.

Dopo, mentre cerca nel borsone i suoi vestiti, tra le mani le capita la fotografia di lei e Michael da piccoli.

Vorrebbe che tutto fosse semplice come allora, come quando Michael era il suo fratello grande, forte e invincibile. Come quando le raccontava le favole al telefono e le spiegava che studiava cose difficili ma che gli piacevano tantissimo.

Le sembra di sentirla ancora, la stretta di Michael sulla sua mano. Era salda e forte e le trasmetteva sicurezza. La stessa sicurezza che adesso le manca e che non sa più in quali occhi cercare.

Chissà se anche Andy si sentiva al sicuro, con Michael? Se lui gli stringeva la mano e lo faceva sentire più forte come succedeva a lei?

Forse Richard non si sbaglia quando dice che lei e Andy potrebbero essere più simili di quanto pensino dato che la morte di Michael ha lasciato lo stesso vuoto nelle loro vite. E solo venirsi incontro potrebbe aiutarli a sentire di meno la sua assenza. O almeno, a far finta che ci sia un modo per essere meno sperduti nell'oceano della solitudine.

 

____

 

 

Eccolo, finalmente, il primo incontro fra le nostre stelle perdute.

Non è andato esattamente bene, anzi. Secondo me farli andare subito d'amore e d'accordo sarebbe stato irreale, sia per il grande dolore che vivono entrambi, sia perché, specialmente Andy, sembrano avere molta paura l'una dell'altro.

Ma le cose sono destinate a sistemarsi, vedrete ^^

 

Questo capitolo è dedicato ad Ale, che mi segue, supporta e sopporta sempre e ovunque, tra msn, sms e quant'altro. È grazie a lei se potete leggerlo, dato che mi ha spronato in tutti i modi a scrivere e ad andare avanti (di conseguenza, se trovate più cavolate del solito, sapete con chi prendervela :D)

 

Grazie mille a tutti quelli che seguono anche in silenzio. Mi farebbe molto piacere sentire le vostre opinioni, dato che sto davvero mettendo moltissimo in questa storia e ho bisogno di sapere se sto andando nella giusta direzione ^^

 

Per chi segue Portami a vedere le stelle, domenica abbiamo pubblicato un capitolo: lo trovate qui.

Vi ricordo che se volete, potete aggiungermi su Facebook, specificando il vostro nick su questo sito, per favore ^^

 

NB nello scorso capitolo ho scritto che Elena sarebbe andata a trovare una sua amica, ma ho deciso di modificare le cose e farla alloggiare in un albergo, infatti modificherò un po' quel passaggio. Più avanti capirete meglio perché.

NB2 sono negata in matematica. Per la storia delle rette parallele ho cercato qualcosa su Wikipedia, ma ho capito poco e nulla, quindi mi sono rifatta alle mie (scarse) memorie. Se ho scritto una cavolata colossale, fatemelo notare ^^

 

Dastrea leggere le tue recensioni è bellissimo, perché sono un concentrato di ciò che provi mentre leggi, mi fa quasi *vivere* il capitolo con i tuoi occhi. Grazie mille per i complimenti sul mio stile. Passando al capitolo, hai indovinato: quando Andy deciderà di abbassare le barriere e di lasciarsi *conoscere* da Elena, inizierà a raccontarle di come lui e Michael si sono messi insieme, una sorta di racconto nel racconto, ecco. In realtà credo che parlarsi e raccontarsi a vicenda di Michael, serva anche a loro stessi, per curare il loro dolore e venirsi incontro in qualche modo, una sorta di terapia, ecco. Per quanto riguarda le *intuizioni* di Michael sulla morte, devo ammettere che non era proprio voluto che andasse così. In realtà il flashback che hai letto prima era il prologo della storia, ma dovendolo poi inglobare in un capitolo, ho cercato di trovare qualcosa che quadrasse e ho avuto questa intuizione. Anche se sì, il sesto senso è una cosa comune. Le domande che poi Andy si fa sul morire e sugli attimi che precedono la morte, le ho riprese da un mio post sul blog, sono abbastanza autobiografiche, delle cose a cui penso spesso. Per la madre di Elena: sai, anni fa ad un corso di scrittura creativa il tipo che lo teneva parlando di non ricordo cosa disse che se ci fai caso esistono le parole per dire che si perde un genitore (orfano/a) o un compagno (vedovo/a), ma non quella per definire la perdita di un figlio. Questo per dire quanto sia un evento innaturale, oltre che doloroso e straziante. Ancora un po' di pazienza e arriveremo alla storia di Andy e Michael. Posso anticiparti che ci sarà anche da ridere, dato che Andy ha fatto penare un bel po' Michael prima di cedere e fargli capire che ricambiava il suo amore ^^

 

LittleHyena tesoro ** quello che dici su Andy è verissimo. Il dolore è continuo e persistente, in ogni cosa che fa/pensa non c'è Michael. Non c'è Michael che lo tocca, che gli sussurra che lo ama. Manca. E paradossalmente la sua assenza lo rende ancora più presente nei pensieri di Andy.

Su Elena: spero che tu abbia ragione, dicendo che c'è. Io mi faccio sempre mille problemi, in proposito .-.

Sono contenta che la storia ti stia emozionando :*

 

aufhebung_9 la storia della stessa luce è una cosa che spesso mi capita di vivere in prima persona, non solo riguardo a delle perdite, ma anche in base a cose banali, capita che mi ricordi anche come era la luce in un determinato momento ^^ Riguardo Elena: sì, in effetti ho deciso di continuare a scrivere e di sbloccarmi man mano (di provarci, perlomeno) altrimenti sarei ferma al secondo capitolo da secoli XD Però in realtà non è dovuta a questo l'esitazione di Andy. Una mia amica mi ha detto che in questo capitolo si vede che non tollero Elena per via della sua conversazione con Andy, ma non è vero. Nel senso: è vero che ho difficoltà con lei, ma non dipendono da questo le difficoltà che hanno lei e Andy a parlarsi. Sono proprio gli eventi e i loro caratteri, specie quello di Andy, che di suo è molto introverso.

 

BlueSmoke sono felice che tu stia continuando a leggere ^^ per quanto riguarda la nota che Michael scrive prima di morire, quello è stato il primissimo pezzo che ho scritto della storia, anzi il secondo, dopo l'abbozzo della storia della stagione ideale per morire ^^ I messaggi registrati a vuoto fanno commuovere anche me, anzi ti dirò che ho proprio pianto mentre scrivevo quel passaggio. E non mi era mai successo.

 

mothintheshell hai ragione, questa storia, per le tematiche che tratta, è fatta per costringersi a guardarsi dentro, sia chi legge, sia me che scrivo. Molte volte mi ritrovo a mettere cose che fanno parte della mia personalità, ma non perché voglia identificarmi nel personaggio o cose del genere, ma perché certe sensazioni capita anche a me di provarle e mi chiedo cosa penserei in determinate situazioni. Invento, questo sì, ma fino ad un certo punto, dato che alla fine finisco per mettere qualcosa di me. La relazione fra Andy ed Elena in realtà se la stanno gestendo completamente loro. Sul serio, Elena aveva tutta la disposizione del mondo ad essere cordiale con Andy, non voleva nemmeno fare quei discorsi *semi-intolleranti*, ma Andy aveva voglia di litigare -____-'' E quindi li ho lasciati fare.

Un abbraccio anche a te ^^

 

ginny89potter ciao ** tu mi hai reso felicissima, sappilo. Con la recensione sul tuo sito e anche con le belle cose che mi hai scritto. Sapere addirittura che sono la tua prima storia originale mi carica di responsabilità nel non deluderti. Quando allo slash, credo di poterti dire con un certo margine di sicurezza che non ce ne sarà tantissimo. Nel senso, è sì una storia a carattere omosessuale, ma le scene lemon credo che non saranno scene semi-porno o molto dettagliate. Primo perché non mi piacciono e non le so scrivere, preferisco lasciare tutto sul vedo/non vedo, secondo perché forse all'interno di questa storia non ci starebbero bene, dato che è una storia di memoria e ricordo. Comunque. Mi rende felicissima anche il fatto che tu abbia deciso di commentare qui, mi raccomando, continua a farlo, mi rendi felicissima ^^ Grazie per tutti i tuoi complimenti e per apprezzare la storia, mi fa piacere che ti coinvolga tanto. Se tua sorella leggerà la storia, sarò felicissima di sapere cosa ne pensa ^^

 

ladidely ciao ^^ sono felice che Elena, nonostante tutte le mie diecimila paure Elena ti piaccia. In effetti è molto diversa da Andy, anche se come lui detesta perdere il controllo delle proprie emozioni e sensazioni, è come se le mancasse la terra da sotto i piedi. Per la nota finale: in realtà mi sono ispirata a quello che succede quando io inizio ad esaltarmi su un argomento random, del quale agli altri non frega nulla :D Quindi posso capirti seriamente. Ma... come fai ad esaltarti per la fisica? °-°

 

haidee83 ciao ^^ benritrovata, anzi. In realtà non avevo indicato il genere yaoi perché so che in genere indica le storie a carattere omosessuale dei manga, mentre slash indica i personaggi umani ^^ Comunque, adesso che l'equivoco è chiarito, eccoci qui ^^ Sai, in realtà la tentazione di far resuscitare Michael viene spessissimo anche a me, perché lo vivo con lo stesso amore e la stessa nostalgia di Andy. Come se anche io sentissi la sua mancanza. Non posso dirti che tutto finirà in allegre risate, ma spero che il finale che ho (già) in mente possa in qualche modo far sorridere (no, Andy ed Elena non si metteranno insieme e no, Andy non rimpiazzerà Michael, ovviamente). Mi fanno molto piacere le tue impressioni su Elena (il nome è cambiato mille volte, in realtà, poi per disperazione mi sono ispirata al nome della protagonista di The Vampire Diaries, infatti si legge con l'accento sulla seconda E). Spero di leggere ancora le tue impressioni :) Alla prossima ^^

 

Costance_Fry ciao Nadia ^^ è un piacere conoscerti ^^ (fra l'altro prima di chiamarsi Elena, Elena è stata per cinque giorni Nadja XD) sono felice che la storia ti stia piacendo. Per sapere come Andy racconterà di Michael ad Elena, dovrai aspettare ancora un po', quando finalmente inizieranno a capirsi e a venirsi incontro.

 

E anche per stasera è tutto, alla prossima ^^

 

 

 


 

   
 
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