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Autore: Vianne1013    12/11/2010    4 recensioni
Innanzittutto dico che tutti i personaggi di CH non sono miei (magari lo fossero avrei creato il panico tra Ryo e Kaori!) e che ho scritto questa piccola shot generata da un viaggio in navetta (XD). Mi hanno ispirato le canzoni “Via” di Baglioni e “The Cask of Amontillado” di Alan Parson.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Nuovo personaggio, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Stava urlando. Perché stava urlando?
Perché era così irritato? Con chi era arrabbiato? Con se stesso o con lei?
Lei. Già LEI. L’unica donna capace di farlo sentire confuso e felice allo stesso tempo, l’unica ad aver catturato il suo cuore e ad averlo condotto attraverso il sentiero luminoso della vita.
Lei era il suo angelo, la sua compagna, la sua vita, tutto ciò che lui desiderava dal mondo, eppure qualcosa era andato storto e ora stavano litigando.
Si stavano urlando contro e lei stava piangendo, stava singhiozzando disperata per qualcosa che lui aveva detto o non detto.
Perché era successo? Come mai una piacevole serata si era trasformata nella classica litigata che impazzava da lì a qualche mese?
Perché? Cosa si era rotto? Cosa si era incrinato tra loro? Quale pezzo del puzzle aveva fatto “crack” inevitabilmente?
Forse era quell’UNICO pezzo che mai avrebbe dovuto vedere la luce, che mai avrebbe dovuto uscire allo scoperto e alla fine tormentarlo fino all’ossessione.
Era successo tutto una notte, una semplice, dannatissima, maledettissima notte….una sola, una singola notte e poi dopo più niente il vuoto, il freddo e il ghiaccio si era fatto strada tra loro.
Ma perché era successo? Perché non si erano fermati in tempo? Perché non si era  fermato in tempo anziché seguire il suo cuore e lasciarsi andare alla passione????
Tutto questo ora non sarebbe successo e loro non starebbero ora, l’uno davanti all’altra ad accusarsi a vicenda di cose inutili.
Eppure era così che stava andando. Stavano litigando per un motivo futile, ma era solo una scusa per sfogare tutta la tensione accumulata dopo quel fatto.
Era stato uno sbaglio, tutto un grande e terribile sbaglio e Ryo gliel’aveva detto nel peggiore dei modi, gliel’aveva urlato freddamente a seguito di un’accusa di lei e Kaori era morta dentro.
Quelle parole così ruvide, così dure riecheggiavano nella sua testa e le lacrime che lei aveva tentato di frenare fino all’ultimo, sgorgarono improvvisamente dai suoi grandi occhi nocciola per poi inondare il suo viso provato da così tanto dolore.
**************************FLASHBACK**********************************************
Qualche ora prima.
Era il tramonto.
La luce rossastra riempiva tutta la stanza e una lieve brezza primaverile fredda ma leggera l’accompagna per tutta la casa.
Kaori, era intenta in cucina a preparare la cena mentre Ryo era seduto sul divano a guardare distrattamente la tv.
L’atmosfera apparentemente calma, era in realtà pervasa da una lieve tensione che si era accumulata da circa un mese.
Ryo, aveva iniziato a trattare molto freddamente la sua socia, a stento le parlava e faceva di tutto per evitare di incontrarla in casa.
Dal canto suo, Kaori soffriva terribilmente per questa situazione. Non sapeva come riallacciare il suo rapporto con il socio e la cosa la deprimeva sempre di più.
Cercò di non pensarci troppo e di frenare le lacrime che accennavano a comparire sui suoi occhi. Le scacciò con le mani e si diresse in sala per avvertire Ryo che la cena era pronta.
Ryo, continuò a guardare la tv noncurante delle parole della socia fino a quando, Kaori gli si piazzò davanti alla tv facendolo irritare profondamente.
“Cosa ci fai davanti alla tv? Togliti!” disse Ryo urtato.
“No! La cena è pronta vieni a mangiare!” disse Kaori con le mani sui fianchi e uno sguardo irritato.
“Non mi va! Mangerò quando ne avrò voglia!”
“Come???? E mi lasci mangiare da sola come un cane dopo che ho preparato anche per te??? Nossignore tu ora ti alzi e vieni a mangiare con me!”
“Non mi va! E ora levati!”
“No! Dammi il telecomando!” e detto questo si buttò addosso a Ryo per rubargli il telecomando.
L’uomo di contro cercò di divincolarsi dalla stretta della donna, cercando di evitare che lei prendesse il telecomando.
La lotta durò circa mezz’ora, con Ryo che divincolatosi dagli attacchi di Kaori, correva per la stanza inseguito da quest’ultima che non accennava a rinunciare al suo obiettivo.
Il gioco iniziò a divertire entrambi e la tensione sembrava apparentemente svanita nel nulla fino a quando, inavvertitamente urtando il divano caddè per terra e Kaori inciampando in lui gli cadde addosso.
Il contatto tra i due fu come un’esplosione improvvisa.
Ryo poteva sentire le morbide curve di Kaori a contatto con il suo corpo forte e mascolino. Era come stare in paradiso. Non si sarebbe mai stancato di rimanere così con lei pressata contro il suo petto, con la bocca a pochi metri dalla sua e il suo profumo che gli solleticava il naso.
Quel contatto lo stava mandando in orbita, ma il rimpianto per quel che era successo settimane prima e la paura che qualcosa stesse per cambiare lo fecero ritornare in sé e con un movimento brusco si allontanò da Kaori.
La donna lo guardò con aria incuriosita e vide il gelo negli occhi di Ryo.
“Ryo che succede?” chiese Kaori con voce tremante.
L’uomo la guardò intensamente e alla fine disse: “ Non ho tempo per giocare! Stavo guardando la tv e tu hai dovuto per forza disturbarmi. Perché devi starmi sempre così appiccicata?”
Gli occhi della donna diventarono furenti e il viso si trasformò in rosso vermiglio.
“Appiccicata? Io???? Ma quando mai?”
“Sempre Kaori sempre! Non capisco ma cosa vuoi da me?”
“Io non voglio niente da te!  Ma che ti succede? Sono settimane che sei strano e che non mi parli? Che diavolo hai???”
“Niente Kaori niente! Sto benissimo!”
“No Ryo non è vero! Mi tratti peggio del solito, mi eviti di continuo che cosa ti ho fatto?”
“Tu non mi hai fatto nulla!”
“E allora cos’hai? Cosa c’è che ti turba???”
“Niente niente! Smettila!”
Improvvisamente un lampo illuminò il volto di Kaori e lei capì tutto quanto.
“E’ per quella notte vero?”
I muscoli di Ryo si irrigidirono improvvisamente, voltò lo sguardo verso la donna e la guardò intensamente.
Aveva fatto centro, l’aveva preso in pieno e ora non poteva più scappare.
“Mi eviti da quel giorno, non era tanto difficile da capire. Perché ce l’hai tanto con me?”
Ryo non disse una parola.
“Perché mi odi così tanto? Non è una cosa brutta quella che è successa. Non è una cosa terrificante. E’ stata la notte più bella della mia vita. Ti prego Ryo parlami, dimmi cosa provi.”
Kaori si avvicinò a lui e l’uomo cercò di indietreggiare per non affrontare quegli occhi così tristi e disperati che volevano da lui una risposta. Una sola. Quella risposta.
Prese fiato e cercò di calmare l’ansia e la tensione che gli stavano piombando addosso e alla fine disse : “Quella notte” – No non dirlo, non dirle quelle parole – quella notte Kaori….è….stato…….” sospirò, era così difficile parlare “Quella notte è stata uno sbaglio. –Perché le hai detto quelle parole? Perché?
Kaori rimase pietrificata, gli occhi sbarrati e la mascella serrata.
Copiose lacrime di dolore iniziarono a scendere sul suo viso e lei abbassò il viso per evitare che lui vedesse la disperazione che celava nei suoi occhi.
Uno sbaglio???? Quella notte, quella famosa notte con lei è stato uno sbaglio???
Una furia cieca la colpì improvvisamente, iniziò a tremare furiosamente e alla fine alzò lo sguardo verso di lui e con occhi furenti anche se pieni di lacrime gli urlò: “UNO SBAGLIO???? E’ STATO UNO SBAGLIO???? MA CHI TI DA IL DIRITTO DI TRATTARMI COSI’?????MANNAGGIA  A ME E A QUANDO SONO VENUTA AL LETTO CON TE!!”  e sospirando continuò a piangere disperata.
Le parole dure di Kaori arrivarono al cuore di Ryo che morì di dolore in quell’istante.
Il sangue gli si gelò nelle vene e una rabbia incontrollata lo travolse.
“MA CHI DIAVOLO TI HA CHIESTO DI VENIRE AL LETTO CON ME?????? E’ STATO UNO SBAGLIO! UN MALEDETTISSIMO SBAGLIO!!!!!”
“SMETTILA CHE CON QUESTI TUOI PIAGNISTEI NON INCANTI NESSUNO! CODARDO!” continuò Kaori.
“CODARDO A ME????? MA COME TI PERMETTI GALLINACCIA??????”
“PROVA A RIPETERLO!”
“GALLINACCIA!”
“RYOOOOOOO! IO TI…..TI….IO TI ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
“ANCHE IO TI ODIO!”
Eccoli là. Eccole lì quelle terribili parole, quelle che non sarebbero mai dovute essere pronunciate da nessuno dei due eppure lo avevano fatto e ora non potevano più tornare indietro.
Si guardarono intensamente per qualche minuto. Ryo riusciva a vedere negli occhi di Kaori quanto dolore e sofferenza le stava provocando in quel momento e una morsa lancinante al cuore lo raggiunse improvvisamente.
Stava morendo. In quel momento sentì chiaramente la sensazione della vita che abbandonava il suo corpo e il dolore che ne seguì fu ancora più lancinante della morsa precedente.
Kaori continuò a piangere a dirotto e Ryo non potendo più sentire i suoi singhiozzi, girò i tacchi e salì su in camera.
Per qualche minuto la donna non sentì alcun rumore provenire dalla stanza dell’uomo, quando all’improvviso sentì dei passi e successivamente vide Ryo dirigersi verso la porta e uscire senza dire una parola.
Kaori corse alla finestra e vide Ryo allontanarsi in moto  nell’oscurità della notte.
Travolta ancora dal dolore e da tutte quelle emozioni, si diresse verso il divano, si sedette, prese la testa tra le mani e continuando a piangere disse : “Ryo sei solo uno stupido.”
 
 
Fine capitolo1
 
 
   
 
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