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Autore: Giulia K Monroe    13/11/2010    11 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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 Un anno fa, a quest’ora forse, non ricordo precisamente, mi accingevo a postare il primo capitolo di questa storia.
La avevo in mente da tanto tempo, ma non avevo mai avuto il coraggio di metterla per iscritto, né tanto meno pubblicarla.
Conobbi EFP quasi per caso: avevo quindici anni quando ancora cercavo delle fan fiction su Beyblade e approdai su questo sito, senza avere la minima idea che, tre anni dopo, mi sarei ritrovata a scrivere queste parole.
Amavo leggere le fan fiction, ma non avevo mai pensato di scriverne, anche perché preferivo concentrarmi su storie originali.
Poi, entrai nel vortice di questo meraviglioso mondo e, da allora, non ne sono più uscita.
Scrissi il primo capitolo di ‘Un Particolare In Più’ quasi tutto d’un fiato, con uno stile un po’ immaturo e, esattamente il 13 Novembre 2008, lo postai qui.
Ricordo che ricevetti tre recensioni e otto preferiti e mi sembrava davvero tantissimo, all’epoca, per un capitolo di una scrittrice sconosciuta e di una storia che aveva un personaggio originale, e non la solita Draco/Hermione che tutti – me compresa – amano visceralmente. La cosa mi diede coraggio e continuai a scrivere, così veloce che in una settimana pubblicai una cosa come sei capitoli – cosa che, in seguito, come molte di voi che mi seguono da tempo sanno, non sarebbe più successo xD
La storia cominciò a prendere me per prima e continuai a scrivere e a scrivere e a scrivere.
Ma, nonostante tutto, non avrei mai davvero immaginato che dopo due anni sarei stata di nuovo qui a scrivere l’ennesima presentazione di un capitolo.
E questo lo devo specialmente a tutte voi che, anche se io sono lenta e incostante, continuate a seguirmi, imperterrite e tenaci, regalandomi sempre un sorriso e scaldandomi il cuore.

 Per cui grazie, davvero.
Grazie.
Grazie.
Grazie, semplicemente.

 Grazie, perché non avrei mai immaginato di poter raggiungere:

 163 recensioni – di cui 11 solo per il capitolo scorso *_*
82 preferiti
7 ricordati
59 seguiti

 Vorrei ringraziarvi uno per uno, ma purtroppo, per mancanza di tempo e di spazio, non mi è propriamente possibile.
E, dal momento che l’unico modo che conosco per dirvi GRAZIE è continuare a scrivere e a postare nuovi capitoli, è con immenso piacere che mi impegno a scrivere questa storia fino all’ultimo capitolo.

Perché scrivere per me è una cosa fantastica.
Ma scrivere anche per voi è davvero un grandissimo onore.

 

 Un bacio enorme

 Vostra affezionatissima Giulia.

 

PS: Questo capitolo, ovviamente, è dedicato a tutte voi che mi seguite, ma specialmente alla mia Petty che, inaspettatamente, ha letto questa fan fiction ed è diventata una mia piccola, grande lettrice. Grazie Giulia, davvero :3

 

 

 

 

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 

 

 

 



Capitolo XXVIII
Tragedy
{segreti, segreti e ancora segreti}

 

 

 







 

Prima di uscire dall’infermieria, Alexis si era fermata in mezzo alla sala, rivolgendo un’occhiata ad Harry che, rimasto solo, la guardava con un sorrisino mesto. Gli fece un semplice cenno con il capo, come silenzioso augurio di rimettersi al più presto, e con un sorriso gentile lasciò la stanza.
In corridoio si riunì a Blaise, Tiger e Goyle, che ora conversavano con Nott e Diamond; quest’ultima, appena la vide, le corse incontro e la strinse in un abbraccio.
-Oh tesoro! Come stai? E Draco?-
Domandò ansiosa, prendendogli una mano tra le sue e portandosela vicina al petto.
-Io sto bene. Draco non ha nulla di grave, fortunatamente. E stasera potrà già tornare nel dormitorio.-
Comunicò al gruppetto, lanciando un’occhiata a Blaise, che annuì pensieroso. Alexis lo fissò per qualche istante, non riuscendo ad evitarsi di chiedersi cosa nascondesse, perché, da quando si erano allontanati dal campo di Quidditch, le era sembrato che fosse diventato cupo e taciturno. Come se mille preoccupazioni gli affollassero la mente e lo tenessero occupato in complicate congetture che lei non avrebbe, forse, mai conosciuto davvero.
Non ebbe il tempo per farsi altre domande, perché, all’improvviso, la sua attenzione fu catturata dallo scintillio argenteo di una chioma fluente, appartenente a quella figura poco distante, che, ammantata di nero, si allontanava con passo lento ed elegante lungo il corridoio. Alexis si divincolò dalla presa di Diamond e lasciò il gruppetto, liquidando tutti con un semplice ‘scusate ragazzi, devo andare: ci vediamo dopo.’ Tutti si guardarono perplessi; solo Blaise Elìas Zabini la seguì con lo sguardo, mentre una mano gli si stringeva in un pugno impotente.

 

-Signor Malfoy! Signor Malfoy, aspetti!-
Correndo, riuscì a raggiungere l’uomo che, con una lentezza quasi esasperante, si fermò e si voltò a guardarla, l’espressione altezzosa e irritata. La osservò dall’alto per un lungo momento, nel quale lei si sentì attraversare da una lamina di ghiaccio.
-Signorina…Black.-
Si limitò a rispondere, esitando scettico sul cognome. Alexis, ancora con il respiro appena accelerato, deglutì.
-Se ne sta andando?-
Chiese, raccogliendo tutto il suo coraggio. Lucius levò un sopracciglio.
-Sì.- disse. –Posso fare qualcosa per lei? Sa, sarei piuttosto di fretta.-
Aggiunse con tono seccato, guardandola quasi con disprezzo.
Senza che se ne rendesse nemmeno conto, le mani lungo i fianchi le si strinsero in due pugni e le unghie le si conficcarono nel palmo, facendole appena male. Questo le diede la forza necessaria per affrontare l’uomo.
-No. Per me no. Ma per suo figlio, decisamente.-
Affermò concisa, lo scintillio sicuro degli occhi a coronare l’espressione seria e il tono austero. Questa volta, Lucius sollevò entrambe le sopracciglia. Sembrava stupito e al tempo stesso quasi oltraggiato da tutta quell’impertinenza. Le lanciò un’occhiataccia carica di significato, ma lei la ignorò bellamente e, alzando il mento fiera, aggiunse. – Vuole andarsene senza nemmeno essere passato a vedere come sta?-
-Io sono un uomo molto impegnato, signorina Black.- rispose con calma, allargando appena le narici, con superbia. – E mio figlio è un ragazzo forte.-
Alexis corrugò entrambe le sopracciglia e, di nuovo, sentì le unghie perforarle la carne, in modo doloroso. Si costrinse a rilassare le dita, per scoprire che facevano davvero male.
-Ma…!-
Cercò di protestare, piccata.
-Non immischiarti in affari che non ti riguardano.-
La bloccò duro, dimentico delle buone maniere, e le lanciò una nuova occhiata di minaccia. Poi, senza aggiungere altro, le diede le spalle e si avviò per il corridoio, lasciandola sola, con un grosso formicolio alla bocca dello stomaco.
Aveva compiuto circa cinque o sei passi, quando si fermò all’improvviso.
-Ah, a proposito…-
Se ne uscì, girandosi di nuovo. Il mantello gli volteggiò intorno al corpo, mentre tornava sui suoi passi. Alexis lo osservò dal basso, l’espressione arrabbiata velata dalla perplessità. Non disse nulla, ma si limitò a fissarlo, le braccia raccolte al petto, tanto strette che quasi poteva sentire il cuore battere contro di esse. Lucius aprì la giacca nera che indossava sotto il mantello, e frugò nel taschino interno, fino ad estrarre una lettera. La osservò per un lungo istante, poi la porse alla ragazza, che la fissò confusa.
-Potresti consegnare questa a Draco? Gliela manda sua madre, ma come ho già detto, non ho proprio il tempo per consegnargliela di persona.-
Aveva usato un tono calmo e gentile, che le mise addosso uno strato di brividi peggiore che se le avesse urlato contro le peggiori minacce di morte. Inoltre, il sorrisino sghembo che gli aveva incurvato le labbra fine, non prometteva nulla di rassicurante.
In ogni caso, Alexis allungò una mano e prese la busta. Sulla pergamena bianca spiccava, scritto in un nero lucidissimo, dalla bella calligrafia ordinata, il nome di Narcissa Malfoy. La fissò per un secondo, prima di rialzare lo sguardo su Lucius, limitandosi ad annuire appena.
-Bene. Mi raccomando, leggila con lui. – le ordinò quasi, lanciandole una lunga occhiata indecifrabile. – Sono sicuro che il suo contenuto potrebbe…sconvolgerlo, e tu mi sembri molto legata a mio figlio. Sono certo che saprai come…aiutarlo.-
Spiegò, esibendosi di nuovo in quel sorriso tutt’altro che rassicurante. Poi, con un ultimo cenno della mano, si voltò nuovamente e sparì dietro l’angolo.
Alexis rimase ferma, a fissare il corridoio vuoto. Poi scese ad esaminare la busta, riflettendo sulle parole di Malfoy: che diavolo conteneva quella lettera? E perché Draco avrebbe dovuto leggerla con lei? Quale verità tanto sconvolgente si nascondeva dietro quel sottile strato di pergamena?

 

Fuori dal castello, imperversava una violenta pioggia invernale, che si abbatteva insistente contro i vetri delle finestre; nuvole scure avevano occupato il cielo e, ora, l’unica luce che illuminava i corridoi della scuola, a parte quella delle fiaccole che pendevano dalle mura, era quella di sporadici lampi in lontananza. Il freddo sembrava penetrare le spesse pietre di Hogwarts e spirare con gelida cattiveria, come un’invisibile serpente.
Alexis Lily Potter, diretta di nuovo all’infermiera della scuola, stringeva ancora la lettera di Narcissa Malfoy tra le mani e la fissava con una strana sensazione di agitazione nel petto. Sembrava quasi che sperasse di riuscire a leggere attraverso la busta, per scoprirne il misterioso contenuto. Per due volte, già, si era fermata e l’aveva voltata, pronta a staccare il sigillo di ceralacca nero, con l’inconfondibile stemma dei Malfoy; ma si era trattenuta, dicendosi che, dopo tutto, non erano affari suoi. La avrebbe consegnata a Draco e poi, se lui avesse voluto, l’avrebbe letta in seguito.
I corridoi del castello erano stranamente vuoti e questo conferiva loro un aspetto leggermente inquietante. Dovevano essere tutti a cena, si disse Alexis, continuando a camminare. Poi, all’improvviso, nel silenzio accompagnato solo dalla melodia della pioggia, un singhiozzare indistinto la fece sobbalzare appena. Si fermò e rimase in ascolto: i singulti erano ora più chiari e sembravano provenire dal corridoio alla sua destra. Lenta e silenziosa, voltò l’angolo, ma non vide nessuno. Eppure, sentiva distintamente quel pianto, nonostante, era abbastanza evidente, si cercasse di nasconderlo. Il respiro sussultava, come se si tentasse di trattenere il fiato, per fare quanto meno rumore possibile, ma il petto, che evidentemente sussultava nello sfogo del pianto, non glielo permetteva.
-C’è qualcuno?-
Domandò cauta, facendo qualche piccolo passo verso il corridoio.
Nessuno le rispose.
Avanzò ancora, ma riuscì ad individuare quella figura solo quando un lampo, caduto piuttosto vicino, illuminò il corridoio a giorno. Era una ragazza minuta, che se ne stava rannicchiata dietro alla statua di Honoria Nutcombe – Fondatrice della Società per la Riforma delle Streghe. Non sembrava averla sentita arrivare: aveva il capo chino contro le ginocchia rannicchiate al petto; le braccia circondavano le gambe e le piccole spalle erano scosse da una serie di violenti singulti; riuscì a riconoscerla grazie ai capelli, quella massa rossa, che sembrava catturare appena ogni debole luce di fiammella.
-Weasley…?-
La chiamò esitante, avvicinandolesi cauta.
Ginny alzò la testa di scatto, come se fosse stata percossa da una violenta scarica elettrica, e i capelli le si riversarono, in parte, sul viso; gli occhi erano enormi, spalancati in un’espressione terrorizzata, e il castano scuro era quasi completamente inglobato dalla pupilla spaventosamente dilatata; lucide lacrime le velavano lo sguardo arrossato, e scendevano ad inumidirle le guance pallide del viso scarno, sul quale le lentiggini spiccavano livide; continuava a tremare.
Alexis ebbe un sussulto, nel vederla così, e trattenne il fiato.
-Ginny…- esalò, osservandola con aria preoccupata –Per amor di Merlino, che ti è successo?-
Si piegò sulle ginocchia, per essere alla sua stessa altezza, e fece per posarle una mano sulla spalla, ma quella si ritrasse di più contro il muro, quasi scottata. La piccola mano pallida, rimasta sospesa nel vuoto, andò a posarsi sul pavimento freddo. Ginny continuò a fissarla sconvolta, senza rispondere.
-Stai tranquilla…Voglio solo aiutarti…-
Cercò di rassicurarla, ma quella si appiattì di più contro il muro. Poi, l’espressione stravolta mutò, all’improvviso, lasciando spazio ad una rabbia incontrollabile.
-Nessuno te l’ha chiesto, Black!-
Le ruggì, assottigliando lo sguardo e affrettandosi a ripulirsi le guance. Si alzò di scatto, dandole velocemente le spalle. Spiazzata, Alexis la osservò dal basso, un fastidioso dolore che le pungeva il cuore.
-Ginny…-
Si alzò a sua volta, lentamente, e osservò la piccola schiena, ancora scossa da qualche singhiozzo malamente trattenuto. Sospirò.
-Ascolta, lo so che io e te non siamo…amiche. Ma se tu avessi bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, voglio che tu sappia che puoi contare su di me, comunque.-
Le disse, la voce gentile, ma determinata.
Ginny non le rispose e un silenzio carico di tensione le avvolse.
Poi, lo sguardo di Alexis cadde sul pavimento, dove c’era, aperto, un piccolo diario dalle pagine giallastre. Guardò Ginny e poi, silenziosa, si piegò, per osservarlo.

Che cos’era? Il suo diario segreto?
Allungò una mano per sfiorarlo e una sensazione spiacevole le avvolse il braccio, fino ad arrivare al cuore e stringerlo in una morsa dolorosa. Un’esclamazione sorpresa le uscì dalle labbra, senza che riuscisse a controllarla. La Weasley si voltò allora a guardarla e i suoi occhi cambiarono tre diverse espressioni nel giro di due secondi: confusione, paura e rabbia.
-No!-
Urlò con violenza, piegandosi velocemente e dandole una spinta sulla spalla, che la fece cadere con il sedere sul pavimento. Si affrettò a chiudere il diario e a stringerselo contro il petto, improvvisamente affannata, come se avesse percorso chilometri. Rimase ferma, a fissare il vuoto; Alexis, sconvolta, notò che deglutiva ripetutamente, come se si stesse sentendo male all’improvviso.
-Non puoi aiutarmi…-
Sibilò, con tono tanto velenoso da poter fare concorrenza a quello di Draco Malfoy, quando era arrabbiato. Alexis venne scossa da un brivido, che le attraversò la schiena come un serpente di morte.
Ginny si rialzò di scatto e le diede le spalle: tremava di nuovo.
-Nessuno puo’ aiutarmi!-
Affermò e le sembrò che stesse piangendo di nuovo. Poi, senza darle la possibilità di replicare, corse via, sparendo dietro l’angolo. Alexis si alzò in tutta fretta e cercò di raggiungerla, ma quando svoltò nel corridoio, non la vide più.
Preoccupata, rimase a fissare il vuoto; istintivamente, la mano le si strinse a pugno, stroppicciando appena la lettera di Narcissa.
-Accidenti!-
Esclamò, dispiegandola di nuovo.
La osservò con un sospiro, ricordando le uniche parole che aveva letto nel diario.

“Liberati di lei”

 

Quando rientrò in infermiera, Draco non c’era più. Evidentemente, insofferente come al suo solito, aveva obbligato Blaise a portarlo fuori il più presto possibile. L’immagine di quella scena la fece ridacchiare, con un moto di tenerezza.
-Un galeone per il pensiero che ti fa tanto ridere-
Alexis alzò lo sguardo, percorrendo tutta la stanza, fino ad incontrare la figura di suo fratello; Harry Potter sedeva con la schiena contro la testata del letto, lo sguardo verde acceso da un sorriso divertito, che si era illuminato solo vedendola.
-Harry!-
Si avvicinò al letto, ridacchiando appena, e prese posto sullo sgabello abbandonato lì accanto.
-Come ti senti?-
Harry si strinse nelle spalle.
-Mah…Sicuramente non benissimo. Il dolore al braccio mi sta uccidendo, ma sopravviverò.-
Le fece un’occhiolino e lei sorrise appena, piegando il viso su di un lato. Allungò una mano e, delicata, gli sfiorò la fasciatura con la punta delle dita, in una carezza lieve. Un calore piacevole si diffuse nel petto del giovane mago.
-Quel Belido aveva decisamente qualcosa che non andava: ero alla partita e ho visto come ti rincorreva! Non capirò molto di Quidditch, ma non credo che quelle palle siano programmate per spezzare le braccia ai giocatori, o sbaglio?-
Sollevò il viso per poter osservare Harry, ma quello era diventato improvvisamente rosso e tremava. Alexis lo guardò preoccupata, temendo che si stesse sentendo male, ma quando quello scoppiò in una fragorosa risata, comprese che stava solo cercando di trattenersi. Confusa, corrugò le sopracciglia.
-Cos’hai da ridere, ora?-
Harry cercò di risponderle, ma scosso dalle risate, non ci riuscì e si limitò a portare il braccio non ferito a tenersi la pancia.
Alexis imbronciò la bocca, incrociando le braccia al petto.
-Cos’è, qualcuno ti ha lanciato un Rictusempra e non me ne sono accorta?-
Domandò piccata e, dal momento che lui continuava a ridere, si allungò a dargli un pizzicotto su di una gamba.
-Ahi!-
Si lamentò, riuscendo a tornare apparentemente serio, anche se qualche singhiozzo ancora gli scuoteva le spalle.
-Allora, si puo’ sapere cosa ho detto di tanto divertente?-
Lui sembrò sul procinto di ricominciare a ridere, ma un’occhiataccia di Alexis lo convinse a desistere. Si schiarì la voce, cercando di darsi un contegno, e portò una mano ad asciugarsi gli occhi dietro gli occhiali.
-Beh, che non capisci nulla di Quidditch è più che evidente.-
Dichiarò, ridacchiando di nuovo. Alexis alzò il mento, fiera.
-E con ciò?-
-Prima di tutto, è Bolide e non Belido.-
Precisò con un’occhiata divertita, facendola arrossire. Borbottò qualcosa di poco chiaro, portandosi i capelli dietro le spalle.
-Comunque, puo’ capitare che un Bolide – e qui marcò la parola, meritandosi una linguaccia – prenda di mira un giocatore; ma i miei compagni di squadra e anche Hagrid, sono convinti che qualcuno lo abbia manomesso per farmi del male. Non sono proprio poche le persone che sarebbero in grado di farlo: Ron asserisce che, secondo lui, è stato Lucius Malfoy…-
Spiegò, ma su quell’ultima frase si fermò, guardandola indeciso: in fondo, era del padre di Draco che stavano parlando e, stando alle ultime notizie di Vanity Witch, lui ora stava con Alexandra. Una fitta di gelosia lo costrinse a stringere la mano in un pugno, ma questo non fece altro che procurargli una fitta di dolore, che lo fece gemere appena.
Alexis lo guardò con un sorriso e gli passò le dita sul dorso della mano, scambiando quel gesto per la rabbia nei confronti di Malfoy.
-Beh: anche se fosse stato lui, alla fine sei stato tu a spuntarla. Grifondoro ha vinto la partita, no?-
Harry alzò lo sguardo su di lei, sorpreso da quelle carezze e da quelle parole, e quando lei gli sorrise, sentì il petto andargli a fuoco.
-Già!- anche lui sorrise, vittorioso –Chissà come brucia questa sconfitta a Malfoy!-
Aggiunse, con un pizzico di soddisfazione nella voce. Lei sospirò e si strinse nelle spalle.
-Gli passerà: so che per voi il Quidditch è fondamentale, e un giorno qualcuno di voi dovrà spiegarmi il perché…- e qui Harry rise – ma, in fondo, una sconfitta non è così grave. Si rifarà alle prossime partite e alla prossima sfida Serpeverde contro Grifondoro, saremo noi a vincere, quindi preparati!-
Lo minacciò, alzando il mento con un pizzico di orgoglio Serpeverde: era pur sempre la sua casata, anche se per sua scelta.
Harry ridacchiò e scosse il capo.
-Staremo a vedere, Black. Intanto comincia a leccare le ferite per questa perdita.-
La schernì, meritandosi per questo una smorfia. 
 

-Allora…- cominciò Harry – ho letto su Vanity Witch che tu e Draco…-
Alexis ridacchiò, leggermente a disagio. Non era esattamente l’argomento di cui avrebbe scelto di parlare con suo fratello.
-Anche tu leggi Vanity Witch?!?-
Esclamò divertita, cercando di sviare immediatamente il discorso. Lui arrossì lievemente.
-No! Non è come sembra! E’ Ginny che lo compra…Sai, la sorella di Ron!-
Si giustificò frettoloso, portando la mano a scompigliarsi ancor di più i capelli. Alexis ridacchiò; poi, improvvisamente, come colpita dallo stesso fulmine che, poco lontano, illuminava a giorno l’infermieria, si fece seria.
-A proposito di Ginny…-
Proferì e lo sguardo teso andò ad incrociare quello del fratello.
-Sì?-
-Sai, prima di venire qui…L’ho incontrata, in corridoio. E…mi è sembrata davvero sconvolta…Che tu sappia, è successo qualcosa di grave?-
Mormorò, torturandosi le mani in grembo. Il viso turbato della più piccola dei Weasley, inondato da quelle lacrime spaventate, l’aveva davvero preoccupata.
Harry si fece serio all’improvviso, riflettendo su quelle parole. Lo sguardo di smeraldo andò ad incrociare un orizzonte lontano e immaginario.
-Non saprei…Ultimamente Ginny è un po’ strana, lo hanno notato tutti nel dormitorio. Se ne sta sempre da sola e parla molto poco. Ron dice che è solo molto timida, ma Hermione è convinta che ci sia dell’altro sotto.-
Le spiegò e lei asserì pensierosa.
-Capisco…Beh, allora speriamo non sia nulla di grave.-
Concluse, cercando di sorridere. Sapeva perfettamente che c’era qualcosa di profondo sotto e non riusciva assolutamente a togliersi dalla testa l’espressione sofferente del suo volto, né tanto meno le sue parole, rabbiose e impaurite. Nessuno mi puo’ aiutare, aveva detto. Eppure, in quel momento, non se la sentiva di parlarne ancora con Harry: non voleva farlo preoccupare, quando doveva già rendere conto al suo braccio del dolore.
Il ragazzò si limitò ad annuire.
L’improvviso e violento picchiettare contro il vetro di una delle finestre dell’infermieria, li fece trasalire. Voltandosi, notarono che fuori, nella pioggia che imperversava, mandando giù tutta l’ira di Grindelwald, c’era un piccolo gufetto dalle penne arruffate.
-E’ la tua civetta?-
Si informò Alexis, ma Harry scosse il capo.
-No, non è la mia. Ma sembra essere molto impaziente.-
La ragazza si alzò dallo sgabello e corse ad aprirgli. Il piccolo gufo volò nella stanza, portando con sé una forte ventata di aria gelida e pioggia simile a piccole lamine di ghiaccio. Alexis richiuse le ante con non poca fatica.
-Accidenti che bufera!-
Si lamentò, passandosi un braccio sulla fronte, per asciugarsi dalle gocce di pioggia che l’avevano investita in pieno.
Sia Harry che Alexis alzarono il viso verso il soffitto, dove il piccolo gufo stava volando, forse ancora infreddolito e agitato dal temporale. Alla fine, sembrò decidersi e, planando in direzione della ragazza, le lasciò cadere una busta umidiccia nelle mani.

Non c’era il mittente.
-A quanto pare è per te.-
Osservò Harry con un sorrisino.
-Già…-
La ragazza corrugò leggermente la fronte.
-Ammiratore segreto?-
La stuzzicò e lei rispose con una linguaccia.
-Non c’è scritto chi la manda…-
Fissò incuriosita la pergamena appena umida, lisciandola con le dita.
-Beh, aprila, no?-
Propose Harry e lei, assorta in chissà quali pensieri, annuì appena.
Girò la busta e sollevò la linguetta, semplicemente inserita all’interno della parte sottostante; non c’era alcun sigillo di ceralacca a chiuderla. Estrasse il foglio di pergamena e se lo dispiegò davanti.

E, in quel momento, sentì il cuore mancare un colpo e poi singhiozzare all’improvviso.
Come se, dopo anni di inattività, avesse ripreso improvvisamente a battere e ci mettesse qualche secondo di troppo a trovare il giusto ritmo.
Mille farfalle le si gonfiarono nello stomaco, producendo un piacevole solletico all’altezza dello sterno.
Un brivido le corse lungo tutta la schiena, come la gelida carezza della morbida mano della Morte.
I suoi occhi, improvvisamente grandi smeraldi lucenti, correvano lungo quelle poche righe confuse, senza riuscire a leggerle davvero.
Le parole, terse di nero, con qualche sbavatura frettolosa, avevano una grafia decisamente inconfondibile.

La sua grafia.

Rimase in silenzio ad osservare quelle poche affermazioni, sentendo il cuore gonfiarlesi contento.

 

<< Alexis, sto bene.
Mi manchi.
Spero tu stia passando un felice anno.
Ci vediamo presto, promesso.
Felpato.
>>



 

Alexis deglutì, sentendo gli occhi inumidirlesi sotto la forza delle emozioni che l’avevano travolta.
Sirius era vivo e stava bene.
Avrebbe decisamente saltato dalla gioia, ma la domanda che la richiamò alla realtà la fermò dal farlo appena in tempo.
-Alexandra? E’ tutto ok?-
La voce di Harry la colpì come un Bombarda sparato in pieno petto, facendola trasalire.
Veloce, si voltò verso di lui: i lunghi capelli neri le ondeggiarono sulle spalle, incorniciando il viso ora deliziosamente arrossato sulle guance; gli occhi erano grandi e, meravigliosamente turbati, risplendevano appena alla luce fioca della candela posta sul comodino accanto al letto. Lo osservò per interminabili minuti, un po’ disorientata, tanto che Harry ebbe di nuovo voglia di chiederle se fosse tutto apposto; ma lei scosse la testa prima, costringendosi ad assumere un atteggiamento che la facesse tornare normale agli occhi del fratello. -Oh sì, è tutto ok.-
Rispose, sforzandosi di sorridere.

No, non si dovette sforzare. Il sorriso che le aprì le belle labbra era spontaneo ed esprimeva tutto quello che, in quel momento, provava nel cuore.
Harry le lanciò un’occhiata diffidente, piegando il viso su di un lato.
-Sei sicura? Per un attimo mi sei sembrata davvero turbata.-
Alexis annuì lentamente, spostando lo sguardo alla sua destra.
-No, sto bene Harry, davvero. E’ solo che…la lettera mi ha lasciata un po’…spiazzata, ecco tutto.-
Si giustificò, stringendosi nelle spalle. Harry la studiò, ma alla fine si limitò a sorriderle.
-Chi te la manda?-
Domandò curioso. Alexis, che stava tornando accanto ad Harry, si fermò di botto. Ancora una volta gli occhi le si spalancarono.
-Ah.- si limitò a dire, sbattendo le palpebre all’improvvisa ricerca di una scusa plausibile –Ehm…E’…-
Si portò una mano alla tempia e si passò le dita tra i capelli, nervosa. Poi, un’idea improvvisa le attraversò la mente come un lampo di salvezza divina.
-E’ di mia cugina Narcissa…Sai, la madre di Draco.-
Improvvisò, portandosi la lettera dietro le spalle e trafficando per sostituirla con quella che le aveva dato Lucius poco prima. Riavvicinandosi al letto e sfruttando l’oscurità parziale dell’infermieria aprì la busta e la mostrò ad Harry, che la fissò confuso.
Sul lato della lettera spiccavano, scritte in nero, le lettere che componevano l’elegante nome di Narcissa Malfoy. Ringraziò il cielo che sulla busta non comparisse anche il nome di Draco, a cui la lettera era inviata.
-Mi sembrava di aver capito che non c’era mittente.-
Gli fece notare, sollevando un sopracciglio scuro.
Alexis arrossì, abbassando lo sguardo, e mise la sua testa sottosopra.
-Ah…Ehm…Non l’avevo notato con il buio, prima!-
Si giustificò frettolosa, ridacchiando.
Lo sguardo che Harry le rivolse era tutto fuorchè convinto.
-E perché mai Narcissa Malfoy ti scriverebbe una lettera?-
Alexis si strinse nelle spalle e fece un gesto con la mano che ricordava quello per scacciare degli insetti fastidiosi.
-E’ sua routine mandarmi insulti mensili contro quel buono a nulla di mio fratello.-
Si limitò a rispondere, scrollando le spalle. Si complimentò con se stessa per il tono tranquillo e veritiero che era riuscita a tirar fuori.
Harry la squadrò con un’occhiata ancora diffidente.
-Se ti ricopre di insulti, tu perché sorridevi?-
-Sai come si dice, no? Ridi per non piangere!-
Replicò, ridacchiando nervosa. Lui, non del tutto convinto, sembrò voler fare altre domande, ma lei non gli diede il tempo di replicare ancora.
-Merlino, come si è fatto tardi!- esclamò sbrigativa, balzando di nuovo in piedi dallo sgabello sul quale si era appena riaccomodata –Perdonami Harry, ma ora devo proprio andare! Ho un sacco di compiti da finire!-
Si giustificò, stroncando di netto quella discussione scomoda.
Gli sorrise con dolcezza e si chinò a sfiorargli la fronte con un veloce bacio.
-Mi raccomando, rimettiti presto, Campione del Grifondoro.-
Lo salutò, facendogli un’occhiolino. Lui si limitò a sorridere e ad annuire.
E mentre Alexandra Black lasciava l’infermieria, lo sguardo del giovane Potter non la lasciò neanche per un secondo, chiedendosi quali segreti si nascondessero dietro le sue parole poco convincenti.

Quella faccenda gli piaceva davvero poco.
 

L’aveva davvero scampata per un pelo.
Come diavolo le era venuto in mente di dire ad Harry che la lettera era da parte di Narcissa Malfoy?
Mentre passeggiava per i corridoi, diretta ai sotterranei del castello, si diede della stupida almeno una ventina di volta. Forse, anche una trentina.
Arrivata al secondo piano, decise di fare una capatina veloce al bagno. Era sempre stranamente vuoto e molte ragazze dicevano che era a causa del fantasma di una ragazzina che girava sempre da quelle parti; Alexis non l’aveva mai vista e, sinceramente, sperava di non incontrarla proprio quella sera: aveva accumulato fin troppe emozioni in quella giornata, che potevano bastarle almeno per la prossima settimana.
Fu in quel bagno desolato che decise di riprendere la lettera di Sirius per poterla leggere con più calma. Non che dicesse chissà cosa, ma voleva solo sincerarsi di aver interpretato bene le sue parole. Le rilesse più e più volte, e la successiva sentiva il cuore farsi pesante e poi leggero, e di nuovo pesante.

Come una nuvola carica di pioggia che si libera per poi tornare nuovamente piena.
Ed ogni volta avvertiva le lacrime affollarle gli occhi, per poi scendere lungo le guance arrossate e macchiare la pergamena, non appena batteva le palpebre.
Lucide stille di cristallo, che raccontavano la felicità e il sollievo.
Lentamente, scivolò sul pavimento, raccogliendo le gambe al petto.
E pianse, semplicemente.
Felicità fusa ad angoscia e tensione.
Sospiri di conforto e liberazione.
Finalmente, le cose cominciavano ad andare per il verso giusto.

Dopo una decina buona di minuti, si tirò su e si asciugò le guance con i dorsi delle mani. Dopo aver dato un’ultima occhiata alla lettera, la fece evanescere.
Nel rimettere la bacchetta nel cinturino, lasciò scivolare la lettera di Narcissa Malfoy, che cadde sul pavimento umido del bagno. Veloce, si piegò a raccoglierla, prima che l’acqua filtrasse all’interno della busta, rovinando la lettera. Rialzandosi, la guardò indecisa, rigirandosela tra le mani. Voltandola, notò il sigillo dei Malfoy diviso a metà nel punto preciso in cui l’aveva forzato per aprirlo.

La linguetta superiore, leggermente sollevata, la invitata a sbirciare l’interno, come una porta socchiusa dalla quale una striscia di luce disegna un pallido percorso sul pavimento.
Lenta, la sua mano si mosse verso l’apertura e dita esitanti ne sfiorarono il bordo, con titubanza. Sospirò.
Ora o mai più.
Serrò gli occhi ed infilò la mano nella busta, estraendo la lettera e dispiegandosela davanti al viso. Restò ferma per qualche minuto, ascoltandosi respirare. Poi, piano, aprì prima un’occhio e poi l’altro, come se procedere con calma le desse meno colpa per farsi gli affari di Draco.
Ma, in fondo, era il suo ragazzo: gli affari di lui erano gli affari di lei.
Con quella magra consolazione, si decise finalmente a leggere il suo contenuto.


- Draco, paga pegno.-
Stabilì Blaise Zabini, con voce risoluta, picchiettando l’indice sulla federa del cuscino sul quale era poggiato. Draco Malfoy sbuffò scocciato e mise un Galeone al centro del letto.
-Piatto ricco mi ci ficco!-
Esclamò Diamond con un sorriso, voltando una carta da gioco dal mazzo che teneva in mano.

Sei di inferi.
Scrutò le carte degli avversari con meticolosa attenzione.
-Entro questa sera, Cherin.-
La incitò Blaise, tamburellando le dita sulla coperta.
-Non mettermi fretta.-
Rimuginò meditativa; poi si illuminò in un sorriso vincente.
-Scusami tesoro.-
Disse rivolta a Nott, prima di affibbiargli la sua carta e le tre successive che scartò.
Theodore grugnì, arricciando il naso. Diamond gli fece gli occhi dolci, innocente. Il ragazzo girò una carta: Dieci di Ippogrifo.
- Che carta inutile!-
Borbottò contrariato, prendendo una carta dal mazzo centrale e ad aumentando dunque quelle del proprio.
Blaise sogghignò soddisfatto e girando la sua carta, sorrise trionfante.
-Jolly, ragazzi miei!-
Esclamò raggiante, mostrando la carta con tutti e quattro i semi: Ippogrifo, Centauro, Inferi e Lepricani. Draco alzò gli occhi al cielo, abbandonandosi contro la spalliera del letto; Diamond sbuffò rumorosamente e Nott grugnì di nuovo.
Blaise osservò la situazione.
-Entro questa sera, Zabini.-
Lo rimbeccò la bionda, alzando il mento fiera. Il ragazzo gli lanciò un’occhiata di sufficienza.
-Visto che hai tanta fretta, Cherin…-
Acconsentì, spostando tutto il suo mazzo su quello di Diamond, che lo fulminò con lo sguardo.
-Molto simpatico, davvero.-
-Lo so, mia cara.-
Sghignazzò, soffiandosi sulle unghie e spazzolandosele poi su di una spalla. Per tutta risposta ricevette una linguaccia.
-Malfoy, sta a te.-
Mormorò Nott, ma Draco non sembrò sentirlo; lo sguardo assente era puntato su di un orizzonte lontano ed immaginario, perso in chissà quali pensieri.

Blaise Elìas Zabini aveva l’impressione di immaginare a chi fossero rivolti.
Gli diede un pizzicotto sul braccio ferito, facendolo trasalire per il dolore.
-SEI SCEMO O COSA?! HAI DEI VERMICOLI AL POSTO DEL CERVELLO?!? MI HAI FATTO MALE, CAZZO!-
Gli urlò contro, spettinandolo con la sola forza dell’ugola. Blaise si limitò a fissarlo impassibile, sistemandosi i capelli con le dita.
-Tocca a te.-
Si limitò a ribadire, l’aria di superiorità gli conferiva una bellissima espressione, che Draco Malfoy avrebbe volentieri preso a pugni da quel momento fino alla fine dei secoli; e anche oltre.
-Non mi interessa nulla di questo gioco, basta! Sono stufo!-
Sbottò, lanciando le carte sul pavimento con aria infastidita, e tornò a fissare la porta.
Diamond e Theodore dovettero fare un grande sforzo per non sbottare a ridere, risparmiandosi così un sicuro Avada Kedavra.
Blaise alzò gli occhi al cielo e con un colpo di bacchetta recuperò le carte sparpagliate sul pavimento.
-Draco, non è che se continui a fissare la porta farai arrivare prima il momento in cui la tua piccola Black ne varcherà la soglia.-
Lo informò, con la pazienza di un genitore che spiega al proprio figlio perché è sbagliato rubare le Gelatine Tutti I Gusti +1 al compagno di giochi.
Draco gli lanciò un’occhiataccia che avrebbe gelato l’inferno, ma non Blaise Zabini.

L’aveva mai detto che, quando riusciva a leggergli dentro in quel modo, lo odiava dal profondo del suo cuore?
Sbuffò, alzando il braccio non ferito per mandare il suo caro amico di infanzia in un posto non proprio piacevole.
-Mi chiedo solo che fine ha fatto. Ormai sono le dieci passate: la cena è finita da un pezzo.-
Mormorò assorto, con la voglia improvvisa di alzarsi e andarla a cercare, per poi fargliela pagare.

Nessuno faceva stare in pensiero Draco Lucius Malfoy.
La mano provvidenziale di Blaise lo fermò ancor prima del tempo, posandoglisi sulla spalla.
-Vedrai che sarà qui a momenti. Magari ha trovato traffico.-
Scherzò, meritandosi un’altra occhiataccia. Poi Draco sospirò e abbandonò il capo contro la parete dietro di sé. Blaise gli depositò di nuovo le carte in grembo.
-E ora gioca, Malfoy.-
Ordinò risoluto.
Draco girò un’altra carta dal suo mazzo, diede una veloce occhiata ai mazzi degli avversari, e poi la riposò nel suo.
-Draco, paga pegno.-


 

Voleva morire.
In quel preciso istante.
Che qualcuno entrasse in quel bagno in quel momento e le lanciasse un Avada Kedavra contro.

Le mani tremanti si stringevano ai lati della pergamena, stropicciandola appena. 
La bocca era terribilmente spalancata, tanto che la mascella aveva cominciato a dolerle senza che se ne rendesse conto davvero.
Gli occhi erano enormi e sconvolti, le pupille dilatate che inglobavano quasi il verde, lasciandone solo un vago ricordo a far da contorno all’espressione ansiosa.
 

Adesso capiva perfettamente tutte le parole che Lucius Malfoy le aveva rivolto.

"Mi raccomando, leggila con lui…Il suo contenuto potrebbe sconvolgerlo…”

Deglutì a vuoto, dal momento che aveva la bocca completamente arida.
Un bruciore fastidioso le graffiò la gola, appena acido.

E comprendeva anche l’esitazione nel pronunciare il suo cognome.

“Signorina…Black.”

Il cuore cominciò a batterle forte nel petto, tanto da assordarla.
Un velo di pesante angoscia la avvolse crudele, simile ad un Pietrificus Totalus, dandole la sensazione di non potersi più muovere.

O la diffidenza con cui la guardava; e la forzatura nel pronunciare il suo nome.

“Così è lei, Alexandra Black.”

Un dolore acuto all’altezza del cuore.
Le interiora che le si contorcevano nello stomaco. 

Lucius e Narcissa Malfoy sapevano.

Alexis si piegò in avanti e vomitò sul pavimento.

 

 

-Oh! Ma.Che.Schifo!-
Una fastidiosa vocetta stridula si introdusse all’improvviso nel bagno delle ragazze del secondo piano. Alexis, seduta in terra con la schiena contro il muro, gli occhi socchiusi, la fronte madida di sudore e la lettera ancora stretta in una mano, neanche aprì gli occhi per vedere chi fosse. Continuò a respirare lentamente, cercando di riprendere il controllo delle proprie emozioni, e soprattutto di calmare il terribile mal di testa che le premeva contro le tempie, come se il suo cervello cercasse di uscire dal cranio con violenza.
-Alexandra Black! Sei tu ad aver rovinato il pavimento del mio bagno?-
Strillò Mirtilla Malcontenta, indispettita dall’essere stata apertamente ignorata.

Taci, stupida ragazzina.
-Andrò in giro a dire a tutti quello che hai fatto, Black!-
Fai un po’ come ti pare, ho cose ben peggiori di cui preoccuparmi ora.
Il fantasma fluttuò nell’aria, fissandola con aria imbronciata.
-Andrò dal tuo bel Malfoy e gli dirò che te ne stai buttata in mezzo all’acqua del bagno!-
Cantilenò maligna, con una risatina fastidiosa.

Basta che te ne vai.
Sempre più indignata, Mirtilla cominciò ad urlare.
-ALEXANDRA BLACK E’ COME IL FRATELLO! UNA POVERA PAZZA PEZZENTE!-

Adesso è veramente troppo!
Alexis balzò in piedi, sfoderando la bacchetta e puntandola contro il fantasma, che ghignò soddisfatto. Gli occhi lucidi erano pieni di rabbia e risentimento. La mano le tremava pericolosamente.
-Ti ho colta sul vivo, Black?-
Cantilenò Mirtilla, svolazzando di qua e di là.
-Vattene. Ora.-
La minacciò Alexis, rivolgendole la bacchetta.
Quella ridacchiò divertita.
-Non puoi farmi del male: io sono già morta.-
Le ricordò, assumendo un’espressione malinconica.
-Quel pazzo di mio fratello conosceva molti incantesimi, tra cui quelli contro i fantasmi.-
-Non è vero!-
-Vuoi sfidare la sorte?-
Con un movimento di polso, fece per lanciare una qualche sorta di incantesimo improbabile, ma Mirtilla si defilò prima, urlando a pieni polmoni – o per lo meno, allo spirito che di essi ne rimaneva – e si tuffò dentro un gabinetto, sparendo dalla sua vista.
Ancora livida e tremante per la rabbia, Alexis abbassò la bacchetta e si accasciò di nuovo sul pavimento, rannicchiandosi contro le ginocchia, un braccio premuto sullo stomaco e i capelli che si aprivano a ventaglio sul pavimento.
Cercò di calmarsi e di riprendere ragione di sé. Quando fu sicura di riuscirci, si rimise in piedi e si avvicinò al lavabo: dallo specchio rotto, vedere il suo riflesso la fece quasi sussultare. Bianca come neve sporca e calpestata; scarna come legno malamente intagliato; occhi gonfi di lacrime, marcati da profonde occhiaie violacee; la bocca secca e marroncina; i capelli scarmigliati, appiccicati contro la fronte, imperlata di sudore freddo.
Si poggiò con entrambe le mani ai lati del lavandino, chiudendo gli occhi e prendendo un respiro profondo. Si sciacquò il viso con un po’ d’acqua fresca, riuscendo a ritrovare un minimo di lucidità.
Quando fu sicura di essersi ripresa, guardò di nuovo la lettera.

Draco non doveva assolutamente leggerla.
Non doveva sapere la verità.
Non in quel modo, per lo meno.
Doveva essere lei a confessarle ogni cosa, quando fosse venuto il momento giusto.

 
-Lettera Evanesca.-

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 


x Lione94: Come sempre, non posso che ringraziarti infinitamente per le tue belle parole! Riescono sempre a portare un sorriso sulle mie labbra! Per quanto riguarda Draco, in realtà sono sincera, non ricordo se anche nel libro si fa male, ma nel film sicuramente: infatti sta in infermeria dopo la partita, se ricordi, che si lamenta e Madama Chips gli fa ‘Non si lamenti Signor Malfoy!” o qualcosa del genere XD L’unica differenza è che nella mia ff Draco è ferito al braccio, piccolo regalino del Platano Picchiatore di qualche capitolo dietro. Questo spiegherebbe anche perché non è riuscito a vincere la partita e gli da un’uscita di scena più dignitosa rispetto a quella originale xD
Per quanto riguarda invece Queens Park: ho deciso di non postarlo più su EFP, infatti credo che a breve lo toglierò, perché preferivo conservarlo inedito per una –si spera- possibile futura pubblicazione! In ogni caso sono arrivata effettivamente al decimo capitolo e sul mio forum personale c’è. Se ti va di leggerla, basta che mi raggiungi lì ;)
Detto questo, spero vivamente che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto! Visto che sono riuscita ad aggiornare con regolarità dopo solo una settimana?*_*
A presto, un bacione
:)

x elita: Oh mia carissima elita, i tuoi commenti sono sempre una gioia per il cuore *_* Sapere che hai addirittura posticipato la tua uscita per leggere il nuovo capitolo non puo’ che rendermi davvero umilmente onorata. Sul serio, non avrei mai e poi mai pensato di riuscire a far piacere così tanto questa fan fics e la cosa mi rende davvero felicissima!
Come hai visto anche in questo nuovo capitolo, Lucius è proprio un bello stronzo x3 E’ diverso da quello di ‘Pieces Of A Broken Life’, semplicemente perché qui è già un uomo adulto che si adopera per i suoi interessi e quelli della sua famiglia: è sempre lui, sostanzialmente, ma non potevo farlo gentile come l’altro, non sarebbe stato da lui XD
Per quanto riguarda la lettera, mi dispiace, ma Alexis ha preso il sopravvento e l’ha fatta – giustamente – evanescere xD Quindi la verità che speravi di vedere in questo capitolo è praticamente scomparsa xD Mi dispiace anche che non ci siano stati momenti dolciosi tra Alex e Draco, ma il prossimo capitolo sarà incentrato solo ed esclusivamente su di loro, quindi spero di colmare questa mancanza *_* Per quanto riguarda Sirius, in parte ha già fatto una sua piccola comparsa in questo capitolo, anche se solo via lettera. Il suo ritorno ufficiale e da sempre promesso ci sarà –salvo modifiche- tra circa sette capitoli. Più vicina è invece, per la tua gioia, la scoperta della verità su Alexis da parte di qualcuno…tra quattro capitoli ^_^
Beh, non mi resta che augurarmi che il nuovo capitolo ti sia piaciuto e ringraziarti ancora per il tuo appoggio di sempre! Un bacio
J

x Misery13: Questa volta non ho ritardato molto, anzi sono stata parecchio puntuale – una sola settimana di distanza! Spero comunque che, nonostante ciò, il capitolo sia altrettanto bello lo stesso! Ti ringrazio, come sempre, per seguirmi *_* Per Queens Park, non preoccuparti, prenditi tutta il tempo che vuoi: la scuola è uno stress che uccide tutti .__. Ti capisco benissimo :3 Per quanto riguarda Blaise, ammetto di aver scoperto dopo l’inizio della ff che, in realtà, era di colore XD Ma, comunque, non l’ho mai definito bianco °_° Credo di aver sempre detto che è abbronzato! Poi, se mi sbaglio, correggimi XD
Un bacione
:)

x Jojo_Chan: Grazie mille per i tuoi complimenti, davvero :) Continua a seguirmi e a farmi sapere che ne pensi, mi raccomando!

x googletta: Uh cielo, ma sei una lettrice giovanissima, complimenti *_* Comunque no, fortunatamente non sono morta XD Mi ero solo presa un periodo di pausa, perché con la scuola trovare anche il tempo per scrivere, soprattutto qualcosa di soddisfacente, è davvero difficile! Ovviamente, ti ringrazio davvero tanto per continuare a seguirmi e per i complimenti che mi hai fatto *_* Per quanto riguarda la formalità della mail, è così perché è una mail standard che mando a tutti i miei lettori ^^
Per quanto riguarda la tua domanda: sì, è a volumi. In teoria, dovrebbero essere sette volumi, che ripercorrerebbero tutti e sette gli anni di scuola di Alexis. Ma è un progetto molto ambizioso e, per il momento, miro a finire il primo, che si sta rivelando più lungo e complesso del previsto xD
Dunque, ti lascio, ringraziandoti ancora e sperando che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto :D Fammi sapere, mi raccomando! Un bacio
:)

x terryborry: Eccoti qui il nuovo capitolo! Spero ti sia piaciuto! *_* Purtroppo per noi – e per fortuna per Alexis – la lettera non è finita nelle mani di Draco, altrimenti…XD
Grazie mille per continuare a seguirmi e a farmi sapere che ne pensi, davvero *_*
Hai più fatto qualche disegno poi?*_*
Un bacio
:)

x Books: Ecco il nuovo capitolo, questa volta in perfetto orario XD Mi dispiace non essere riuscita ad inserire una scena tra Alexis e Draco, ma provandoci mi era venuto un capitolo di venti pagine, così ho preferito tagliare prima! In ogni caso, per farmi perdonare, il prossimo capitolo sarà incentrato solo su di loro, contenta?*_*
Ti ringrazio tanto per continuare a seguirmi, spero che questo capitolo ti sia piaciuto comunque
J Grazie anche per i tuoi complimenti! Un bacio :)

x Enris: Mia carissima Enris, solo un matto potrebbe non apprezzare le tue fantastiche recensioni *_* Sul seio, ogni volta che le leggo, mi rendono umilmente orgogliosa delle mie storie! Per cui ti ringrazio davvero <3 Comunque, speriamo di non portarla avanti davvero per un altro anno XD Oggi questa fan fiction compie due anni e mi sembra davvero tantissimo °_° Comunque, sono davvero contenta che continueresti a seguirmi, per cui, ancora, grazie, grazie grazie!  In ogni modo, ecco il nuovo capitolo, in perfetto orario, non trovi? Solo una settimana dopo, spero di averti fatto un regalino abastanza bello per ringraziarti delle tue recensioni! Spero davvero ti sia piaciuto, anche se Draco e Alexis non stanno insieme, ma il prossimo capitolo sarà, finalmente, dedicato solo a loro due ^^
Un bacione
:)

x Minnieinlove: Oh CuggiaH mia, grazie come sempre :3 Per quanto riguarda la scena smielosa da Herm e Ron, vedrò di inserirla il prima possibile, per il momento è abbastanza difficile la situazione, come vedi xD

x le_montagnine: Uhuhuh! La vostra squadra di soccorso mi è stata davvero utile *_* Per quanto riguarda il mistero della lettera, è stato svelato in questo capitolo! Spero non me ne vogliate, ma non si poteva farglielo scoprire così, in fondo ç___ç Però, non preoccupatevi, finalmente – per noi, per Alexis mica tanto…forse x3- la verità è vicina! La nostra piccola Potter non potrà reggere ancora per molto, non trovate? ù__ù
Comunque, adottatemi *__* Anche virtualmente va bene, non voglio rubare la camera a nessuno >___< Io sono una brava bimbetta!*_* Ma voi di dove siete?^^
Anyway, avete visto che stavolta non vi ho fatto aspettare tanto? Solo una settimana *_* Quindi, non mi resta che augurarmi che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi aspetto, come sempre, con una delle vostre fantastiche recensioni! Grazie di tutto, davvero :3
Un bacione!

x LuciaTigre: Come dico sempre alle nuove arrivate: Benvenutissima in questa storia! Grazie per i tuoi complimenti, spero che anche questo nuovo capitolo ti sia piaciuto :)
Fammi sapere, mi raccomando! Un bacione <3

   
 
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