Ora... per quanto riguarda la pubblicazione dei nuovi capitoli, per non rallentare troppo la narrazione, avrei pensato (anche sotto suggerimento) di postare un paio di volte alla settimana. Precisamente il Lunedì e il Venerdì.... Ma chiamatemi pallosa o quello che volete, ma non vedo recensioni! E vedo che l'ultimo capitolo non è stato letto da molti, i lettori sono scesi :( non vi piace? Se la storia non è più di vostro gradimento mi fermo qui. Fatemi sapere, please!
Ringrazio comunque tutti! Grazie alle 8 persone che hanno la mia storia tra le Preferite, alle 3 che l'hanno messa in quelle da Ricordare e ai 23 che ce l'hanno tra le storie Seguite! Ma soprattutto a quelle persone che mi hanno Recensita in queste settimane! Ora rispondo alle due recensioni e poi vi lascio al capitolo! Baci!
belnina : Ciao!! Come vedi ho seguito il tuo consiglio e non ho aspettato troppo nel pubblicare il nuovo capitolo e se leggi sopra vedrai che sarei intenzionata a raddoppiare la pubblicazione (ovviamente dovete darmi anche il tempo di scrivere xò ;P) certo è che dipende anche un pò da voi, perchè non vedo molta partecipazione credo che non piaccia e anche l'ispirazione si perde per strada... Ti ringrazio per i complimenti e spero vivamente che continuerai a seguirmi! Spero che questo capitolo ti piaccia e chi lo sa... Svelerà qualche mistero? O confonderà ancora un pò? Dimmi cosa ne pensi mi raccomando! Un bacio!
lilyanne89masen : Ciao tesora! Comunque si in effetti Edward è stranuccio... Chissà perchè! Mhà! Per quanto riguarda i tuoi beniamini chissà magari mi sono ispirata a qualcuno! Ahauhauahauahuahu grazie per i commenti! E per seguirmi e sostenermi sempre! Un bacione!
altre assumono delle forme che non possiamo prevedere
né comprendere appieno,
il dolore è stato parte integrante del mio percorso,
ma mi ha fatto capire che niente
è più prezioso di un grande amore.
~ film Le parole che non ti ho detto ~
Settimo Capitolo :
Pensieri.
Noia.
Questa vita
era un’interminabile noia. La cosa che davvero mi infastidiva
di più era la
routine. Sempre le solite cose. Alzati, vestiti, vai a scuola, torna a
casa,
vai a letto e poi tutto da capo. Non so quanti diplomi avessimo preso
io e mia
sorella, ma questo era l’ennesimo. Ma se volevamo vivere come
persone normali
era indispensabile.
Ero sdraiato sul
mio letto e guardavo il soffitto. Indosso avevo solo un paio di
pantaloni della
tuta e pensavo. Non capivo perché l’universo ce
l’avesse con me. Cosa avevo
fatto, in fondo, di così sbagliato? Mi ero innamorato. Molto
tempo fa. E
adesso? Chi era lei? Isabella… Cosa voleva da me? Stava
diventando il mio
inferno personale. Ma non dovevo cedere, non dovevo. Non potevo. Non
potevo
sbagliare, un’altra volta.
Dei passi mi
fecero voltare verso la grande porta chiusa.
Edward posso entrare? I pensieri di Alice erano sempre forti e
chiari.
<< Certo
Alice >> dissi mettendomi a sedere sul grande letto
d’oro, a gambe
incrociate << entra pure >>.
La sua eleganza
non mi fece attendere. Aprì la porta con grazia e quasi
danzano si sedette
vicino a me. Aveva addosso un paio di Leggins bianchi e una magliettina
arancione. Scalza. Come sempre.
<< Alice,
non credi di dare troppo nell’occhio? >>
<< Perché
fratellone? >> chiese facendo la faccina da cucciola
innocente
<< Alice
siamo quasi a fine Ottobre. L’aria è fredda. E tu
te ne vai in giro vestita
come se fuori ci fossero 30°. Se arrivasse qualcuno
all’improvviso? Come
spiegheresti tutto questo? >> mi guardò per un
attimo e poi rise.
<< Edward!
Ma chi verrebbe mai qui? Nessuno sa dove abitiamo! E anche se dovesse
venire
qualcuno, io capterei la sua decisione. Lo vedrei arrivare in tempo e
mi
cambierei >> bhè come darle torto? Aveva
indubbiamente ragione. Le sue
doti di preveggenza erano molto utili.
<< Va bene
>> dissi. Con lei perdevo sempre.
<< Edward
hai fatto la valigia? >> mi chiese alzandosi e
guardandosi in torno
<< Alice
staremo via solo tre giorni. Più tardi metto qualcosa nel
borsone e sono
apposto >> era fissata per queste cose! <<
tu piuttosto… non ti
porterai mica una valanga di vestiti, vero? >>
<< Ehi! Non
offendere i miei bambini! Come osi chiamarli valanga? E poi io porto
sempre e
solo lo stretto indispensabile! >> rispose risoluta
<< Ah si?
>> chiesi alzando un sopracciglio << come
l’ultima volta? Per due
giorni ti sei portata tre valigie, Alice >>
<< Infatti!
Lo stretto indispensabile! >> rise mentre si avviava
verso la porta
<< Sei
impossibile! >> risposi ricadendo sul letto
<< Edward?
>> mi chiamò senza voltarsi, avendo tra le
mani la maniglia della porta
<< Dimmi mostriciattolo
>> scherzai
<< Secondo
me stai sbagliando con Bella >>.
Il mio sorriso
svanì all’istante. La corazza dura che avevo,
momentaneamente, tolto per
parlare con lei, ritornò integra ricoprendoti in mezzo
secondo. Lei non capiva.
<< Non sono affari tuoi >>
<< Ah non
sono affari miei? >> mi voltai sconvolto. Stava urlando
<< non sono
affari miei, Edward? Sei sicuro di quello che dici? Dopo tutto quello
che IO ho
fatto per te all’epoca! Adesso vieni a dirmi che non sono
affari miei! Ma ti sei
completamente bevuto il cervello? Se fossi intelligente ti avrei dovuto
odiare!
Avrei dovuto odiare LEI! Adesso dovrei odiare Bella! Ma sai cosa
c’è? Che non
vi odio! Anzi, IO mi sono schierata dalla tua parte perdendo tutto!
TUTTO,
capisci? Io credevo nel vostro amore, Edward! Ed ora credo in Bella! E
se tu la
smettessi di fare lo stronzo egoista, ci crederesti anche tu
>> sbatté la
porto e scomparve.
Una parte di me
voleva andarle dietro. Calmarla. Dirle che mi dispiaceva. Che lei aveva
ragione. Che stavo facendo davvero lo stronzo egoista, ma che era
meglio così.
Ma non lo feci.
Restai come un
povero imbecille sul letto a fissare il soffitto.
Quando chiusi gli
occhi, cercando di riposare, me ne pentii all’instante.
Immagini lontane
mi colpirono all’improvviso. E lei era lì. Bella
come non mai. I suoi capelli
lunghi e ondulati, erano tenuti un po’ su in un mezzo
chignon, mentre alcune
ciocche le ricadevano sulla schiena e sulle spalle. L’abito
lungo, color
celeste chiaro, quasi da sembrare bianco, era candido, proprio come
lei. Le
labbra piene che sorridevano ogni volta che mi vedeva, riuscivano ad
influenzare anche gli occhi. Era timida. Molto timida. Ma anche molto
sola.
Essere l’unica figlia di un ricco Borghese non
l’aiutava. Specialmente perché
era in età da marito e rifiutava chiunque.
Mi faceva
tenerezza. Ma mi affascinava al tempo stesso. Sapevo che era una cosa
sbagliata, che io e lei non potevamo avere un futuro. Era sbagliato. Lo
impediva tutto. Eppure non riuscivo a stare lontano da lei. Passavo con
lei più
tempo del dovuto. La accompagnavo nelle sue passeggiate pomeridiane o
passavamo
tempo insieme nel contemperare le stelle nel suo giardino. E poi non so
come
successe, ma me ne innamorai… Le sue labbra sulle mie, i
nostri corpi vicini, i
vestiti lentamente fatti scivolare via, le sue mani sul mio copro, le
mie sul suo…
E amarla tutta la notte. E ancora, ancora e ancora…
Mi alzai di
scatto aprendo gli occhi. << NO! >> lei non
c’era più! Lei era
morta, per colpa mia! Il nostro era un amore impossibile ed io avevo
infranto
tutte le regole.
Mi alzai andando
alla grande vetrata. La luna splendeva in cielo. Grande, bianca. E le
stelle le
facevano da sfondo sublimemente. Era tutto così perfetto.
<< Perché non
sei qui con me? >> chiesi guardando la luna.
Quando il volto
di Bella mi sfrecciò davanti fu come prendere un colpo al
centro del petto.
Stavo impazzendo! Non mi sarei mai avvicinato a Bella! E avrei
dimenticato
anche… lei.
<< Edward!
Sei pronto? Tra mezzora dobbiamo essere a scuola! >>
gridò Alice dal
piano inferiore
<< Si,
eccomi, ho finito >> dissi prendendo su un piccolo
trolley blu scuro e
scendendo di sotto << Fatto! >>
<<
Fratellone sei lento >>
<< No mia
cara sorellina, sei tu che sei troppo euforica questa mattina
>> dissi
spettinandole i corti capelli neri
<< Ehi!
>> disse spostandosi << non ti allargare,
sono ancora arrabbiata
per quello che mi hai detto ieri! >> e mi fece la
linguaccia
<<
Veramente, se i miei ricordi non fanno acqua da tutte le parti, sei tu
che hai
sbraitato contro di me >> le risposi fingendo
un’aria seria
<< Solo
perché tu hai detto quella frase tanto brutta!
>>.
Oh no! Gli
occhioni languidi da cucciolo no! Ecco. Fregato.
<< Mi
dispiace Alice, davvero >> dissi in tono colpevole
<< non volevo
risponderti in quel modo. Potrai mai perdonarmi? >> la
vidi riflettere.
Aveva un’aria seria e pensierosa. Una mano sul fianco e
l’altra sotto il mento,
lo sguardo rivolto all’insù.
<< Va bene!
Ti perdono! >> disse dopo un tempo interminabile
<< Ti
voglio bene Alice >> le dissi abbracciandola
<< Te ne
voglio anche io fratellone! >> mi rispose ricambiando
l’abbraccio e
dandomi un bacio sulla guancia <
<< Oui, oui
ma petite mademoiselle! >> le risposi aprendole la porta
per farla
uscire. Un gran gesto da cavaliere.
<< Merci
mon beau garçon >>.
Caricammo le
valigie in auto e partimmo. Direzione: Forks High School.
<< Che
orario ridicolo per partire >> dissi mentre guidavo la
mia bellissima
Volvo s60.
<< Andiamo
Eddy… Come se ti desse fastidio alzarti così
presto. Inoltre dobbiamo prendere
due aerei e devi tenere conto del fuso orario! >>
<<
D’accordo! >> dissi sbuffando
<<
Comunque… >> disse lei cambiando tono. Da
divertita era tornata seria
<< non riesci ancora a leggere la mente di Bella?
>>
<< No
>> dissi semplicemente. Era vero, non riuscivo a leggerle
nella mente e
questa cosa mi faceva impazzire! Avrei voluto sapere cosa pensava. Cosa
pensava
del mondo, di se stessa… di me. Improvvisamente mi venne in
mente una cosa
<< e tu? >> chiesi ad Alice
<< riesci a vedere qualcosa?
>>
<<
Purtroppo no. Il suo futuro è completamente buio
>>
<< Capisco
>> risposi
<< Edward
tu sai cosa penso. Non posso vedere il suo futuro, ma sai
cos’ho visto. E sai
cosa penso. Se solo la guardassi davvero, te ne renderesti conto anche
tu. Sai
che ho ragione. Ammettilo! >> e mi puntò il
dito contro
<< Ok
Alice, forse hai ragione. Ed è per questo che le
starò lontano. La tua
supposizione è diventata ormai una certezza. Per me
>>
<< E allora
perché Edward? >> il suo tono era confuso
<< perché la tieni così
lontana? >>
<< Lo sai
il perché >>.
Per il resto del
viaggio nessuno parlò più. Sentivo solo i
pensieri di mia sorella, tutt’altro
che dolci e gentili, nei miei confronti.
<< Coraggio
Alice >> le sussurrai all’orecchio
<< pensa a Parigi e a quanto ti
piace! Non preoccuparti troppo per me… O ti verranno le
rughe! >> le
dissi scherzando toccandole il nasino
<< Sono tua
sorella. È ovvio che il tuo bene mi sta a cuore
>>
<< E a me
sta a cuore il tuo. Perciò, almeno per questi tre giorno,
smettila di crucciarti!
>>
<< E va
bene! >> disse riprendendo il suo bel sorrisone
<< ma quando
rientriamo cercherò di far tornare un po’ di sale
in quella zucca vuota! Edward
Anthony Masen! >> mi diede un bacio e corse dai suoi
amici.
La vidi lanciare
uno sguardo a Jasper Hale Cullen e la cosa non mi piacque molto. Io la
vedevo
sempre come la mia piccola sorellina. Innocente ed indifesa. E doveva
restare
tale. Aggiungi il fatto che i Cullen erano vampiri e la mia
preoccupazione
cresceva il triplo!
Alice,
Alice… In che guai ti stai cacciando?
Non abbiamo già troppi problemi? Pensai. Cacciai i miei pensieri e raggiunsi Ben.
L’unico che mi stava
simpatico in quella gabbia di matti egocentrici.
Un’auto nera
arrivò sfrecciando a tutta velocità. Quella
piccola Micra si faceva sempre
notare! Quando le sue passeggere scesero dall’abitacolo
sorrisi. Bella aveva
una faccia stravolta e dei capelli totalmente scombinati.
<< Non
siamo in ritardo, vero? >> urlò sua cugina.
Una domanda rivolta ai
professori.
<< No,
Elisabeth, siete precisissime! Quattro e mezza spaccate signorine!
>>
rispose la professoressa di Francese
<< Ci
scusi! >> rispose Bella dando una gomitata alla ragazza
vicino a lei.
Imbarazzata cercò
di dirigere il suo sguardo altrove e incrociò il mio. La
vidi arrossire, mentre
si spostava una ciocca di capelli dietro all’orecchio e mi
sorrise. Avrei
voluto ricambiare il suo sorriso, ma non lo feci.
Girai lo sguardo
altrove. Da perfetto stronzo.
Con la coda
dell’occhio la vidi abbassare lo sguardo tristemente, ma
subito mia sorella le
fu accanto, trascinando le ragazze da Jasper e company.
Quando il
professore richiamò la nostra attenzione ci recammo tutti
vicino a lui, fece
l’appello, per vedere se mancava qualcuno, e poi ci fece
salire sull’autobus.
Parigi, Francia.
Da quanto tempo mancavo da quel posto? E perché ritornarci
proprio ora? Il
destino ce l’aveva sempre avuta con me.
Quando l’autobus
partì mi resi conto che non potevo più scappare.
Parigi sto tornando. Per un pò.
Allora
cosa ne pensate? Ditemi le vostre impressione! Spero di postare
Lunedì, altrimenti al week end prossimo!
Ricordo come sempre la
pagina di fb in collaborazione con l'Ely: Betrayed
and Lilyanne's stories.
Se vi va passate! Buon Sabato e buona Domenica a tutti! Bacioni! B.