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Autore: JackoSaint    13/11/2010    2 recensioni
"Essere dio, essere Padre dagli Dèi non dovrebbe farvi ricercare il contatto con la rudezza e la severità della vita mortale... del mio sangue... Non vi temo.... inutile che vi fermiate innanzi a me e chiniate il busto allungando la mano verso il mio capo... Sono solo... un umano... ma questo non significa che io debba provare timore per un dio..."
Ecco a voi il seguito di "Dodekatheon - i Dodici Olimpi". Cinque anni dopo la battaglia contro gli Argonauti, una nuova minaccia che si credeva assopita rivendica il volere degli Dèi: un compagno da riconquistare con l'aiuto dell'unica persona che possa sciogliere questo Nodo di Gordio... colui il quale in Terra opera il divino compito di ghermire i sogni ed i pensieri mortali... il Cacciatore di Sogni.
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap I: in un buio vicolo
Ma buonasera! Premetto col dire che questo capitolo avrei dovuto pubblicarlo domenica scorsa, ma non sono riuscita ad ultimarlo e ho dovuto aspettare fino ad oggi per finirlo... è stata più dura del previsto! In questo capitolo appariranno due personaggi relativamente importanti nella storia, spero che vi piacciano nonostante per ora non siano descritti a fondo xD
Buona lettura! ^_^







- CAPITOLO I -
IN UN BUIO VICOLO

Questo capitolo è di
Giorgia


Gli è già successo parecchie volte in quei cinque anni di trovare il fratello seduto sulla sponda del letto, completamente sudato e col respiro pesante, quasi fatichi a respirare.

Per un momento Aiolos resta fermo sull’uscio, la mano stretta ancora alla maniglia intarsiata e con un velo di seria preoccupazione in volto: oramai non si stupisce più. Scava in quegli occhi spalancati su di lui alla ricerca cieca di qualcosa, qualcosa che però non riesce ad afferrare... nemmeno questo è una novità.

- Aiolia? - .

Il fratello non risponde: sembra agitato nonostante se ne stia immobile, pare anche leggermente spaventato.

Aiolos allora, forse per sbloccare la situazione, entra nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. Il tonfo che essa causa risveglia Aiolia:


- Che ore sono? - .


- Le nove - .


- Le... nove? - .


Aiolos annuisce tiepidamente e senza aggiungere altro raggiunge le due finestre e ne scosta le tende, per permettere al caldo sole di Grecia di penetrare nella stanza. In quei secondi di silenzio vorrebbe dire al fratello che sì, “da parecchio tempo non dormi di notte e ti alzi tardi, quasi sempre in modo brusco”, ma tiene quell’osservazione per sé dato che sa che risulterebbe troppo ripetitiva... quante volte glielo ha già detto? Crede di aver perso il conto, oramai.


E’ Aiolia a prendere la parola: - E’... tardi – Scuote il capo, si passa una mano sul volto stanco; e in quell’istante Aiolos si volta con un serafico sorriso stampato in volto.


- Sì, è tardi... – Lascia la frase in sospeso, e quel suo inspiegabile silenzio fa sì che Aiolia alzi gli occhi su di lui.


- Aiolos? - .


- Sì? - .


Il Leone d’Oro tentenna un po’, non parla per alcuni secondi. Capisce perché il fratello lo sta guardando in quel modo, così si decide ad aprire bocca: - Sarà solo... stress, probabilmente - .


- ...Lo stress non può essere l’unica causa: è impossibile che tu non riesca a dormire la notte solo per questo – Dette queste parole, Aiolos si avvicina al fratello e si piazza davanti a lui, ad osservarlo attentamente da capo a piedi. – Sogni? - .


- Io... sognare? - .


- Sì - .


Aiolia nega col capo, sicuro, senza distogliere lo sguardo dal fratello. – No, non sogno... è come se un’enorme angoscia ghermisca il mio animo - .


- Angoscia? - .


- Un senso di abbandono, di vuoto... di solitudine – Abbassa un momento gli occhi, non sa che altro aggiungere.


Aiolos recepisce il messaggio, capisce che il fratello fatica ad esprimere ciò che prova nel sonno. Così, in silenzio, flette le ginocchia per trovarsi più o meno alla sua altezza e gli alza delicatamente il mento con la mano destra, alla ricerca del suo sguardo. Le sue parole sono fredde, scostate, cariche però di una preoccupazione quasi allarmante. – E’ da molto che non vedo il vero Aiolia, da quando sono tornato non ne ho ancora avuto l’occasione - .


Aiolia è visibilmente sorpreso. – Il vero Aiolia? - .


- Non ti ho ancora riavuto del tutto, semplicemente – è la risposta di Aiolos, che sfodera un amaro sorriso, - perché tu non sei completamente tu. Non a causa tua, certo... è un male esterno – Tace, i suoi occhi sembrano quelli di un ghepardo che avvista una gazzella. Poi: - Ti rendi conto di quanto tu non sia tu? - .


La goccia che fa traboccare il vaso. Aiolia sbatte teatralmente le ciglia, si arma della espressione più confusa che abbia mai sfoderato. – Sì... e no - .


- Sì e no? - .


- Io... non lo so, ecco – Aiolia volge il capo per evitare lo sguardo del fratello, e quest’ultimo si rimette completamente in piedi lanciandogli un’occhiata forse stizzita, forse ancora più preoccupata. La sua espressione è semplicemente indecifrabile:


- Aiolia, caro fratello, nulla passa inosservato ai miei occhi. Vedrò cosa posso fare – Dicendo questo si dirige alla porta, la schiude con lentezza, poi si volta nuovamente per donargli un’ultima occhiata.


Aiolia sente il peso di quello sguardo e così decide di ritornare a fissarlo. Ciò che dice successivamente sembra lontano, inafferrabile, - A dopo, fratello -, e anticipa l’uscita di Aiolos, che senza spiccicar parola si richiude la porta alla spalle.






Si è trattenuto forse troppo con il fratello, sa di essere in leggero ritardo. La sua camminata è ora più veloce, il lungo chitone bianco scivola sul terreno con estrema grazia e le scure calighe picchiettano ritmicamente ad ogni suo passo.
Impiega poco a raggiungere la Prima Casa e a superarla, il paese non dista molto. Molti pensieri gravano su di lui, primi tra tutti sono quelli riguardanti il fratello; e infatti, molto presto, si ritrova a navigare nell’oceano della propria mente.

Aiolia, non ti riconosco più... sei veramente cambiato così tanto da quel giorno?, oppure nemmeno tu riesci a capire chi sei? Sono  confuso, non posso stare tranquillo sapendo che non sono ancora riuscito a raggiungerti completamente... perché cerco sempre di avvicinarti, ma ogni volta mi pari così lontano... così irreale...


- Sagittario, qual buon vento ti porta qui? - .


Una voce a dir poco familiare lo strappa da quei voraci pensieri: si ritrova così a guardarsi alle spalle e solo in quel momento nota di averlo sorpassato senza nemmeno salutarlo.


Averlo.


E’ di spalle, il lungo e pregiato mantello a coprirgli la schiena lasciando però intravedere il portamento elegante, il ricco vestire, la lunga ciocca che si tuffa davanti alla spalla destra.


- Nemmeno salutarmi, Cavaliere? Il tuo sarebbe un comportamento intollerabile, ma data la situazione... - .


Aiolos abbassa il capo in segno di doveroso rispetto, e si ritrova così ad osservare per terra. - Perdonatemi, Ermes, vi porgo le mie più sentite scuse - .


Cade per un attimo il silenzio, dopodiché Ermes si volta e sul suo volto traspare un sincero sorriso. - ...ma data la situazione chiuderò un occhio - .


Aiolos si porta una mano al petto e si esibisce in un elegante inchino del busto: - Vi ringrazio per la magnanimità, Divino - .


Gli occhi di ghiaccio del Messaggero degli Dèi si rasserenano e le sue parole sono velate da una nota confidenziale: - Aiolos, ti prego di risparmiarmi tali appellativi - .


Il Cavaliere annuisce, sempre però mantenendo un’elegante postura, poi sorride leggermente: – Cosa ci fate qui, Ermes? - .


- Passeggiavo – Detto questo Ermes si volta e ritorna ad osservare lo stendersi del mare in lontananza, mentre l’aria fresca gli accarezza il volto. – Tu? - .


- Sgranchivo le gambe - .


Cala il silenzio tra i due, solamente i rumori della natura fanno da sfondo a quel singolare momento.


Aiolos, quasi approfittandone, scruta leggermente il dio: si è ormai abituato alla sua presenza lì al Santuario e non è certo una novità trovarlo a passeggiare per le vie che serpeggiano fino al paese. - Ermes? - .


- Sì? – L’interpellato si volta nuovamente verso di lui, sempre con quel serafico sorriso stampato in volto.


Aiolos vedendolo così rilassato si rilassa a suo volta. – Perché volete avvicinarvi all’umana natura? Ho questa impressione da tempo - .


A questa domanda forse non del tutto inaspettata, Ermes si avvicina a lui e nel frullio del mantello lo supera di qualche passo per poi voltarsi nuovamente ed allungare un braccio a mo’ di invito. – Seguimi, uomo, te ne mostrerò la ragione - .


Aiolos non ci pensa due volte e fiancheggia il dio, che prende a camminare in direzione del paese: senza dire nulla, lo segue.


- Te lo spiegherò strada facendo... intanto potresti guidarmi in paese? - .


- Certo, certo... - .


Il terriccio scricchiola sotto i loro passi cadenzati, il sole brilla in cielo, gli uccelli cantano armonicamente... ad attaccare discorso è Ermes:


- Te ne sei accorto, uomo? E come? - .


Aiolos si ritrova praticamente subito a sorridere tra sé e sé: - Molte volte rifiutate il vostro appellativo, quello che vi si addice data la vostra natura... divina, appunto - .


- Sono pur sempre un ospite, qui – è la risposta inaspettata di Ermes, il quale poi gli rivolge un’occhiata sincera aggiungendo, sempre col sorriso a fior di labbra, - ed essendo tale mi piacerebbe immedesimarmi nella vita che voi tutti
conducete - .


- E’ per questo che molte volte preferite essere trattato da...uomo? - .


- Esatto... perché non credo che qui le divinità siano molto frequenti, tra i tuoi concittadini - .


Aiolos sorride leggermente divertito dalle parole di Ermes, il quale ricambia quell’occhiata per poi tornare a guardare l’orizzonte:


- Nell’imperfezione della civiltà umana è racchiuso un sapere che noi Divinità ignoriamo... e io voglio avvicinarmi a questo sapere - .


- ...Ma perché tenete così tanto a questo? – La domanda gli è scappata di bocca, non è riuscita a trattenerla. – Perché abbassarsi alla nostra natura di mortali per comprenderlo? E’ talmente importante per voi? - .


Sono ormai giunti in paese: davanti a loro ora ci sono piccole case ai lati di una lunga via sterrata, e come sfondo il blu del Mediterraneo che accarezza le morbide linee delle nubi in cielo. Ancora pochi passi e Ermes si ferma, volgendo poi lo sguardo sul Cavaliere del Sagittario. In volto, un gentile sorriso:


- Voglio partecipare attivamente al mio arricchimento interiore, Aiolos, anche a costo di sacrificare la mia natura divina... che non m’interessa, sinceramente, di questi tempi - .


Sul volto del Cavaliere nasce un nuovo sorriso, questa volta più accennato. – Capisco, Ermes - .


Riprendono a passeggiare sotto lo sguardo attento di chi, per semplice curiosità, si sporge dalle finestre oppure si abbarbica sulla soglia di casa accennando ad un’espressione calda ed amichevole.


E, successivamente, una bambina si avvicina a loro correndo, il viso sporco di terra ma irradiato da un vivace sorriso. Si ferma proprio davanti ad Aiolos, che con Ermes rimane per alcuni istanti a fissarla.


La bambina allarga ancora di più il suo sorriso e incrocia le mani dietro la schiena:


- Buongiorno Cavaliere - .


Ad Aiolos sfugge un dolce sorrisetto. Piega le ginocchia per essere alla sua altezza e le mette una mano sul capo. – Buongiorno piccola signorina - . 


La bambina sta per aprir ancora bocca quando anche Ermes si porta alla sua altezza, con un gentile sorriso che gli vela il volto. – Sbaglio o non ci conosciamo? - .


Aiolos ridacchia e la bambina non perde la sua espressione solare ed anzi, si unisce alle risa:


- Scusate signore, non vi avevo notato - .


Ermes la benedice con un sorrisino: - Fa nulla, fa nulla -, e proprio mentre la piccola sta per riprendere parola, da un vicolo poco lontano appare una ragazza, alta, dai lunghi capelli chiari e dagli occhi luminosi, un cielo senza minima traccia di nuvole.


Il primo a notarla è Aiolos che, sempre sorridendo, le rivolge un’occhiata confidenziale: -  Sophia, qual buon vento! - .


La ragazza al solo vederlo sorride e si avvicina a passo veloce. Ad imperlarle il volto, un sincero sorriso. – Che piacere vederti, Aiolos - .


Aiolos si alza, cosa che invece non fa Ermes che, guardando sì e no l’appena arrivata, sembra avere più interesse per la piccina.


- Piacere mio, Sophia – risponde il Cavaliere, poi sorride apertamente: - Fammi indovinare, la bambina è tua sorella? - .


- Sì, esatto. Zoe – Sophia rivolge una veloce occhiata alla piccola, poi sposta gli occhi su Ermes, che alza subito lo sguardo su di lei. Restano un momento a guardarsi, momento rotto dalla voce di Aiolos:


- Oh, Sophia, credo tu non lo conosca - .


La ragazza gli sorride di sfuggita senza però distogliere lo sguardo da chi, ora, attira incredibilmente la sua attenzione: - Uhm... no, credo proprio di no... - .


Nel fruscio del mantello Ermes, quasi abbia letto nella mente di Aiolos, prima che quest'ultimo possa aprir bocca si alza ed esibisce un cordiale e tiepido sorriso: - Sono un suo amico, dolce Sophia - .


A quella sentenza Aiolos sorride tra sé e sé, sorriso subito mascherato da un’espressione più sciolta: - Sì, Sophia, è un mio caro amico... Aléxandros è il suo nome - .


La ragazza annuisce ed alcune ciocche dorate le scivolano davanti agli occhi. Con un dolce sorriso gli tende la mano, con l’intenzione di stringergliela. – Piacere mio, Aléxandros - .


Ermes lancia una veloce un’occhiata ad Aiolos, quasi d’intesa, poi in un delicato tocco della mano, sfiora quella della ragazza abbassandosi per eseguire un elegante baciamano. Quando ritorna a fissarla, il suo sorriso si fa decisamente più sciolto, naturale, come se quel fantomatico Aléxandros sia veramente lì al posto del Divino Ermes: - Il piacere è mio, dolce Sophia - .


Sophia arrossisce leggermente, non è abituata a comportamenti così galanti ed altezzosi, ma riesce a non farsi scappare quell’osservazione di bocca e rilassa i muscoli in una specie di sorriso di ringraziamento. Dopodiché distoglie finalmente lo sguardo dagli occhi di ghiaccio di Aléxandros e lancia una veloce occhiata ad Aiolos: - Siete amici da poco, per caso? Non mi era mai capitato di incontrare Aléxandros, cosa molto strana - .


Il Cavaliere sorride, poi guarda di sfuggita Ermes: - ...Sì, relativamente da poco, in effetti - .


L’espressione del Messaggero degli Dèi è rilassata: assume un portamento meno rigido e sorride come meglio sa fare... probabilmente il fatto del suo “nome umano” lo diverte, e non poco. – E così Zoe sarebbe tua sorella? - .


Sophia gli rivolge una dolce occhiata perdendosi per alcuni istanti negli occhi di lui. – Sì, ed è una piccola peste – Prende la bambina per le spalle e se la porta al fianco, sempre sorridendo, - non perde l’occasione per andare incontro alla gente - .


Aiolos annuisce, pacato. – Be’, un motivo pur ci sarà... - .


La ragazza sembra colta impreparata e solo dopo un momento di smarrimento trova le parole con cui rispondere: - Sì, ci sarebbe, in effetti... – Lascia la frase in sospeso, ma i due non fanno nemmeno in tempo a domandare che lei ritorna a sorridere: - Ora... meglio che vada, non vorrei farvi perdere tempo – Così dicendo, lancia una veloce occhiata ai due per poi incamminarsi verso casa con la piccola, salutandoli dolcemente.






La osservano allontanarsi finché non esce dalla loro visuale, la bambina che le saltella dietro ed agita la manina per salutarli.

Poi, quando le sorelle svoltano l’angolo, Ermes sorride leggermente incrociando le braccia al petto: - ...Aléxandros? - .


Aiolos ridacchia, si sarebbe aspettato un suo intervento su quel nome: - Mi è sembrato adatto... “Protettore di uomini”, cosa se non altro? - .


Ermes annuisce pensosamente. – Aléxandros... mi piace, come nome - .


- Ottimo, ne sono felice Divin... - Un ammonimento con la mano da parte del dio basta per farlo tacere:


- Non accetto simili appellativi, Aiolos. L’ho già ribadito - .


- Certo, scusate... abitudine - .


Restano un momento in silenzio, evidentemente non sanno che dirsi. A prendere la parola è Ermes:


- Risparmiameli, almeno... mi chiamo Aléxandros, giusto? - .


Aiolos coglie la vena ironica nascosta in quelle parole, per cui risponde allo stesso modo con un semplice: - Sì, Aléxandros -, per poi riprendere a camminare. A seguirlo, Ermes, i suoi occhi a studiare ogni minimo dettaglio attorno a sé.


- E così avete anche conosciuto Sophia - .


- Sì, ne sono molto felice... che dolce ragazza, ama la vita e sua sorella più di se stessa; un cuore puro - .


Aiolos sorride pacato lanciandogli una veloce occhiata: - Sì, in effetti... E’ una mia cara amica - .


- Bene – Ermes non aggiunge altro. Svolta un angolo col sorriso a fior di labbra, perdendolo incredibilmente subito dopo; effetto successivo, si ferma e resta immobile.


Aiolos se ne accorge praticamente subito e la cosa lo mette un tantino a disagio, o meglio, lo preoccupa: - Ermes? Ermes, qualcosa non va? - .


La risposta non giunge subito. Il dio sembra intento a studiare dell’altro e solo quando si accorge della domanda postagli, risponde: - L’atmosfera è cambiata... non lo percepisci? - .


Cade il silenzio per alcuni secondi, secondi in cui Aiolos non apre bocca; è ancora la volta di Ermes di prendere parola, e facendolo tende un braccio davanti al Cavaliere, che gli è di fianco, con l’intenzione di impedirgli di proseguire: - Non posso assolutamente sbagliarmi - .


- Cosa? Perché...? – Aiolos sbatte teatralmente le ciglia una, due volte, poi quando percepisce il pesare dello sguardo ghiacciato del dio nel proprio, si volta a guardarlo: in effetti l’espressione di Ermes è distante, fredda, sembra che la natura divina abbia ripreso ancora una volta il sopravvento. – Ermes? Cosa percepite? - .


- Una... presenza – Abbassa il braccio lentamente, poi si para davanti a lui con un portamento saldo e rigido: - Cavaliere, ritorna al Santuario o perlomeno, non seguirmi - .


Aiolos sgrana gli occhi, incapace di capire, d’intendere quelle parole. – Perché? Io non percepisco cosmi o comunque pericoli... - .


- Stai mettendo forse in dubbio i miei presentimenti? – La voce di Ermes diventa più acuta e severa, tagliente.


- Io... certo che no, Ermes, come potrei? - .


- Infatti... non potresti – Con questa sentenza di chiusura, il dio sembra voler congedare a tutti i costi Aiolos: - Cavaliere, nonostante tu mi sia caro, non posso permetterti di seguirmi. E’ un ordine - .


Aiolos è confuso, non capisce perché Ermes sia diventato così despotico e soprattutto nervoso; ma per non chiedere troppo, abbassa il capo in un gesto di rispetto. – Come volete - .


Il Messaggero degli Dèi, letta la sincerità di quelle parole nel suo sguardo, si volta e dandogli le spalle inizia ad incamminarsi per la via. - Va’ al santuario – dice, mentre s’allontana, - allerta i tuoi compari... e accenna ad un piccolo problema - .


Aiolos annuisce, sebbene non riesca ad intendere il perché di quell’ordine, e lanciandogli un’ultima fugace occhiata, corre via per la direzione opposta.






Non capisco cosa possa averlo portato fin qui... e io che ritenevo chiuse le dispute tra esseri non propriamente umani...

Accompagnato da questi pensieri, il Divino Ermes segue l’immaginario tracciato che i presentimenti gli indicano, col risultato d’allontanarsi parecchio e d’addentrarsi ancora di più nei viali più bui e disabitati del paese. I suoi passi ora risuonano tutt’attorno, rimbalzano sulle spoglie mura delle case e rendono la sua camminata sola, desolata, semplicemente deserta.


Gli occhi di Ermes vagano da un punto a un altro, senza una meta, e l’impressione che sì, il pericolo si stia avvicinando, fa aumentare la sua andatura ed ansia.


Quando infine si ferma, il respiro ridotto ad un soffio impercettibile e l'occhiata predatrice a studiare tutt’attorno, davanti a lui sta una figura scura: è a pochi metri, seduta per terra con la schiena poggiata ad uno dei tanti muri che imprigionano quella via stretta ed angusta. La luce del sole non penetra, sembra calata improvvisamente la notte.


Ermes non fa un passo in più né arretra, inutile, sa di essere già stato notato. Lo capisce perché quello strano individuo alza piano gli occhi e li punta su di lui, sebbene l’oscurità del luogo non permetta a quegli occhietti maliziosi di risplendere.


Eppure... non è umano...


- Posso essere graziato di sapere il nome di chi ho davanti, straniero? – chiede allora il Messaggero sempre mantenendo un’espressione illeggibile e fredda.


La risposta giunge remota e colorata da una leggera nota maliziosa. – Che coincidenza... – L'individuo si alza, accartocciato in quel mantello scuro, astenendosi però dall’avvicinarsi, - non è posto per un individuo come voi... Ermes - .


Sul volto del dio non si legge la benché minima nota di nervosismo, ora. - Potrei dire la stessa cosa di te... – Si avvicina a passi lenti, solenni, le braccia distese lungo i fianchi; quando è a pochi centimetri di distanza da lui, sul suo volto traspare un amaro sorriso, - Ethelred - .


In tutta risposta, lo sconosciuto si toglie il cappuccio di dosso, rivelando così il volto: - Ermes... da molto non vi vedevo, mi era giunta voce del cambio di bandiera... ma trovarvi qui, in questo posto angusto... - .


- In verità sono io ad aver trovato te – lo ferma freddamente il dio. – Cosa ti porta qui, Ethelred? Il tuo maestro ricerca qualcosa? - .


- No, nulla in particolare – è la risposta. Quello che segue è un sibilo: - Devo incontrare un Cavaliere - .


Ermes si indispettisce all’istante: -Ergo? - .


- Non mi è dato riferire il nome - .


- Ti opponi a me, forse? - .


Ethelred assume un’espressione rilassata: - Assolutamente no, Divinissimo, ma devo eseguire gli ordini – Chiude un momento gli occhi, poi li riapre; e in quel momento essi possono essere paragonati a due finestre aperte sul sapere.
– Io so - .


Ermes non muove un muscolo. – Tu sai... cosa? - .


- So quello che devo riferire... un destino che può essere riacquistato, l’amaro sospetto che forse è troppo tardi - .


- Il destino di chi? - .


- Uhm – Con un cenno della mano sorride maliziosamente, - fate troppe domande, voi divinità... non ho nessuna intenzione ostile, vi basti questo - .


Ermes rimane un momento in silenzio, ma questo non è dato da particolari sospetti... forse non è del tutto sicuro che Ethelred sia lì per un solo motivo. Ciononostante si rilassa e chiude un occhio sulla cosa. – Ti scorterò io al Santuario, Ethelred - .


Il giovane, sempre sorridendo amaramente, si esibisce in un elegante inchino del capo. – Onoratissimo, Ermes - .


Il Messaggero Divino gli lancia un’ultima occhiata, dopodiché si fa precedere da Ethelred ed insieme prendono la via che porta al Santuario.





Angolo delle autrici:

Gio: allora allora... capitolo che inizia a raccontare qualcosa di importante nella storia, possiamo dire che qui si introduce da subito ciò che poi tesserà l'intera trama... ma naturalmente non faccio previsioni e anticipazioni xD Ethelred e soprattuto Sophia verranno ripresi e citati varie volte nella storia, e quindi non saranno semplici comparse (: Cercate di prenderli in simpatia, eh... xD Spero vi sia piaciuto... intanto, meglio dare la tastiera a mia sorella Fede, in modo che possa rispondere alle vostre recensioni... ancora grazie a tutti i lettori e recensori, e buon sabato seraaaa! =)


charm_strange : hola chica! Grazie per la recensione, sono felice che tu gioisca del nostro ritorno xD Essì, in giro per il Santuario c'è una gaia bambina, che però farà la sua prima comparsa nel prossimo capitolo ^^ Intanto spero che il secondo ti sia piaciuto e ti abbia incuriosita. Vuoi avere molto Kanon e Aiolos? Vedremo di esaudire le tue richieste xD
Un abbraccio, alla prossima *-*

lovearmony : grazie anche per la tua recensione ^^ Siamo felici di essere ritornata con il proseguimento, e lo siamo ancora di più vedendo lettori così entusiasti come te! Grazie per tutti gli aggettivi che hai affibbiato al primo capitolo, e una nota di merito va alla tua considerazione finale... essì, Zeus se n'è finalmente accorto, ed è giusto che Apollo venga etichettato da molti di voi come il più imbranato: sinceramente a noi non sta molto simpatico, quindi siamo fiere di avervi trasmesso questo nostro sentimento xD Alla prossima °-°

Ai91 : grazie per la recensione... essì, questo è quando accaduto a Shaka e Mu nella prima parte di Dodekatheon, e i fatti verranno ripresi in considerazione. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto... alla prossima! ^^

sagitta72 : ed eccola la nostra Sagitta! Merci per la recensione. Già, sono già passati cinque anni e questa è stata una scelta strategica in quanto potremo inserire nelle vicende anche la piccola Athena... Sei già a fare previsioni? Aspetta e spera xD Kanon papi deve essere una forza e noi cercheremo di rendere l'idea *-* Baciottooo! :*

KanondiGemini96 : ma ciauuuu! xD Dopo la ricerca di inglese abbiamo potuto leggere la recensione intera... XD Grazie per il "ben ritrovate", siamo felici di aver reso gioiosi molti di voi °-° Vorresti essere la figlia di Kanon? Sogna e spera xD, sarebbe il desiderio di tutte le donzelle sulla faccia della Terra xD
Alla prossima, abbraccio **


...Alla prossima davvero! XD
Un saluto, Fede e Gio *-*

   
 
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