Quando Simone ebbe finito di rivedere la sua opera, non poté che concordare con quello che gli avevano detto i suoi lettori e anche sua madre. Ora la storia aveva una composizione molto più lineare e sicuramente sarebbe stato molto più facile comprendere il susseguirsi degli eventi. Ora che la storia era avviata nella giusta direzione, le recensioni cominciarono ad arrivare senza l’usuale timidezza. In un solo giorno furono ben cinque le recensioni che Simone riuscì ad ottenere e tutte molto positive. Spinto da questa euforia si mise a scrivere ben due capitoli in un solo giorno. Mantenendo la stessa impostazione lineare riuscì a scrivere molto più velocemente, ottenendo grandissimi risultati. Si sentiva stranamente bene e quando quella sera andò a letto, continuò a sognare la sua stessa storia tanto ne era orgoglioso. Sfortunatamente la successiva settimana, a causa degli impegni scolastici che aumentavano di intensità e quantità, non riuscì a scrivere neanche una parola e fu così impegnato da non poter neanche pensare minimamente alla storia. Quando le acque si calmarono e lui riuscì a rimettersi davanti ad un bel foglio pulito di word, fece una terribile scoperta.

“E ora? Come posso continuare?”

Più ripensava alla sua storia, più si accorgeva di essersene completamente staccato. Non sentiva più quel feeling particolare con i personaggi, non li sentiva parlare nella sua testa come se fossero vivi e lui li osservasse. Quella piccola distanza aveva rotto il legame con la sua storia senza che lui se ne rendesse conto. Era una cosa semplicemente orribile e lui doveva porvi rimedio se voleva continuare con quella storia. Iniziò col rileggere attentamente tutti i capitoli, tanto per ricollegarsi alla sua mente di qualche giorno prima, ma con scarsi risultati, non vedeva più un cammino chiaro da seguire ma anzi una nebbia tutta intorno a lui. Per questo motivo, abbandonano il computer, decise di vestirsi e uscire di casa, per andare un po’ in giro. Per sicurezza chiamò anche il suo amico Max, che incarnava il personaggio principale e quindi poteva ristabilire quel legame che c’era tra la storia ed il suo autore. Come sempre Max aveva i suoi problemi con le ragazze, la sua eterna sfortuna in amore stava diventando quasi leggenda nella mente di Simone. Ma solamente perché era un ragazzo che badava molto poco all’aspetto esteriore e univa ad un buon cuore una vera e propria corazza di timidezza, che lo impacciava ovunque andava con una ragazza come un macigno sulle spalle. Tuttavia neanche quella uscita riuscì a risollevarlo. Sentiva che per continuare aveva bisogno di qualcosa di diverso, qualcosa che avrebbe potuto stimolarlo ancora nello scrivere. Solitamente quando nulla della vita reale riusciva a stimolarlo abbastanza da consentirgli di scrivere, Simone ricorreva alla sua amata playstation. A volte un buon combattimento bastava a schiarire le idee e magari poteva prendere qualche buono spunto per continuare la sua storia. Tra tutti i giochi scelse quello che poteva essere forse considerato quello in cui c’era meno da pensare. Si trattava di Afro Samurai, una storia di sangue, battaglie e vendetta. Dopo quasi un’ora che la storia era iniziata, Simone si rese conto di avere davanti agli occhi la risposta alla sua domanda. Poteva inserire un bel combattimento tra il vampiro Max e il suo nemico, in modo tale da dare il via alla vera storia e lasciare la guerra civile in sottofondo. Poteva sicuramente essere un buon seguito, ora che i capitoli di introduzione erano terminati. Spense la play e si rimise al computer. Questa volta sapeva cosa fare, questa volta sapeva come continuare e si mise subito all’opera.

“Vedremo come i miei lettori prenderanno questa cosa, non sono molto sicuro sull’inserire subito un combattimento, ma posso sicuramente dare una prova della mia abilità come scrittore di combattimenti”

Pensato ciò, Simone cominciò a scrivere il combattimento tra Max e il suo nemico James.