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Autore: pervertedsquirrel     14/11/2010    3 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Doppio Guaio

 

Hermione si svegliò, sdraiata su un materasso, la mattina successiva, con un piatto pieno di briciole della torta di zucca che aveva divorato la notte scorsa, accanto a lei. Guardandosi in giro per la stanza, notò che Ginny era ancora profondamente addormentata e guardò l'orologio montato sulla parete. Erano passate da poco le otto del mattino. Sospirando, Hermione si sollevò dal pavimento e allungò la schiena emettendo uno scricchiolio. Si fece strada verso il bagno, cercando di non svegliare Ginny ed essere costretta a scontrarsi con lei. Visto che Ginny la guardava come se la volesse uccidere immediatamente, pensò che incontrarla non era l’azione più conveniente quel mattino. Anche il più cattivo genio del male avrebbe dovuto pensarci due volte prima di affrontare una diabolica ragazza di 16 anni.

 

Dopo che ebbe finito di prepararsi, circa una mezz'ora dopo, ritornò coraggiosamente nella stanza e vide Ginny sveglia e seduta alla sua scrivania, che scriveva qualcosa in un giornale. Hermione fece del suo meglio per non fare rumore e per posare il pigiama, sulla punta dei piedi fino a che non si lasciò cadere sopra il materasso. L'unico suono nella stanza era quello della penna d'oca che graffiava contro la pergamena, ed era assordante. Hermione si ritrovò a sentire la mancanza di quelle piccole conversazioni che non avevano più da molto tempo ormai. Ma, per quanto ne sapeva, ne sarebbe stata privata per un po', e avrebbe fatto bene a ficcarselo in testo e a finirla lì. Quel metodo era funzionato innumerevoli volte, perché non in quella situazione?

 

Hermione guardò Ginny e seppe il perché: Ci teneva. Per una volta nella sua vita, aveva prediletto diverse persone estranee a se stessa e forse a Draco. Non era affezionata ai colleghi Mangiamorte, convinta che le loro teste fossero piene di segatura. Non si curava nemmeno dei Malfoy, che le avevano reso l’infanzia infelice. E persino una piccola parte di lei sapeva di non amare il Signore Oscuro. Era come un padre, ma non sentiva altro che una strana connessione che non aveva niente a che fare con l'amore o la protezione, ma era piuttosto un legame di fiducia. Ma teneva a Ginny. E a Ron. E anche alla signora Weasley. Avrebbe potuto anche tenere ad ... Harry. Ma quel sentimento sarebbe andato via facilmente. Di sicuro quella sensazione stava crescendo in lei per la loro costante presenza e il caldo ambiente. Sì, doveva essere l'atmosfera.

Vi fu un tocco alla porta ed entrambe le ragazze saltarono per il rumore. Ginny mormorò un dolce "Avanti" e la porta si aprì leggermente, rivelando una zazzera di grassocci cappelli rossi. Il sorridente volto della signora Weasley apparve mentre apriva del tutto la porta, rivelando il suo lungo abito floreale coperto da un bianco grembiule macchiato.

"La colazione è pronta, ragazze." Disse.

 

Hermione si sollevò dal materasso e seguì la signora Weasley giù per le scale, con Ginny poco dietro di lei. Quando raggiunsero la cucina un esplosione di cibo delizioso arrivò alle narici di Hermione, che guardò avidamente la tavola. Uova, aringhe affumicate, bacon, toast, e salsicce erano tutte allineate in mezzo al tavolo e lei si sedette con circospezione. Iniziò subito a riempire il piatto e fece del suo meglio per evitare gli occhi di Ginny. Poteva sentire le pupille marroni sulle sue e fece di tutto per non urlare.

 

Vide la signora Weasley sedersi e girarsi verso di lei. "Hai dormito bene la notte scorsa, Hermione?"

Hermione sorrise calorosamente: "Sì, grazie."

 

Lei annuì, "Beh sono contenta. Sarà una giornata piena zeppa. Fred e George dovrebbero arrivare presto, e con loro, anche mio marito, in ritorno da un viaggio d'affari. Poi, dovremo preparare la casa per la festa di Natale che Harry e Ron volevano fare per questo weekend."

 

"Una festa?" Chiese Hermione con tono leggermente traballante nella voce.

La signora Weasley annuì: “Sì, una festa. Hanno cominciato da due anni a farle e questo è il loro ultimo anno, e penso dovremmo prepararla in anticipo."

"Oh" disse Hermione pigramente, "E’ una cosa … adorabile."

"Qualcosa non va, cara?" chiese La signora Weasley con tono preoccupato.


Hermione scosse la testa, "Non è niente, davvero."


L’altra la guardò stranamente, "Va bene, cara. Se ne sei sicura."

Hermione le rivolse un sorriso riconoscente. Almeno c’era una persona di cui non si vergognava di adorare. Ginny stava invece perdendo lentamente il suo favore. Prima la strana sensazione che aveva ogni volta che le stava intorno, e ora quel trattamento silenzioso. Onestamente, quanto riusciva ad essere infantile? Si era trovata sotto il suo fidanzato solamente per dieci secondi, non c’era ragione di reagire in quel modo! Quella cosa non valeva niente.

Hermione venne scossa dai suoi pensieri quando il suono di passi lenti entrò in cucina. Girando lentamente la testa, vide Harry che spazzolava pigramente i suoi capelli, fissando il pavimento. Prese posto accanto a Ginny e alzò un po’ lo sguardo, incontrando i suoi occhi per un attimo prima di spostarli rapidamente. Beh, è strano. Pensò dentro di sè.

"Dov'è Ron?" Chiese la signora Weasley.

"E' ancora in bagno, non si sentiva bene stamattina." Spiegò Harry. "Sono stato sveglio tutta la notte per cambiare i secchi che ... beh potete immaginare."

 

La signora Weasley mise una mano sulla bocca, "Oh il mio piccolo Ronnicino, vado a preparargli una rapida pozione al pepe!" E prima che qualcuno potesse dire un'altra parola, si era già precipitata in cucina.

 

Hermione guardò Harry e Ginny e chiese: "Ronnicino?"

 

Harry si lasciò sfuggire una risatina, "Sì, ne sentirai parlare molto da qui alle prossime settimane. E E’ il nomignolo che Molly ha scelto per lui, e lo rimarrà per sempre. Credo che Fred e George lo usino più di chiunque altro."

 

"Non sono sicura di essere eccitata del loro arrivo, o del fatto che mi rannicchierò dietro un tavolo per piangere" disse Hermione onestamente.

Harry ridacchiò: "Beh a mio parere, non sono così male, una volta che li hai conosciuti, ma la prima volta che li incontri, si comportano in un modo un po’-"

 

Tutto ad un tratto, si sentirono tre rumorosi pop, che annunciarono un’apparizione. Harry sembrò stesse per finire la frase quando si sentì un rumore che Hermione definì simile ad un esplosione. Tutti saltarono in aria quando il suono sfrecciò nelle loro orecchie, seguito da una linea luminosa in cucina. Hermione venne accecata dalle scintille che volavano per la cucina, e colpivano pentole e padelle dalle fondine e dagli armadi ammaccati. Il forte suono divenne così schiacciante, che i tre occupanti della cucina dovettero coprirsi le orecchie per impedire di diventare sordi. I rumori si fermarono all'improvviso quando le scintille sbiadirono, lasciando un flebile sussurro nella loro scia. Rimossero le mani dalle loro orecchie ed Harry ebbe finalmente la possibilità di finire la frase, "eccentrico."

 

Non appena quella parola uscì dalle sue labbra, due uomini alti con i capelli rossi entrarono in cucina. Entrambi indossavano soprabiti d'argento, che coprivano delle camicie ricamate con tre W in alto a destra, una rosso e una blu. Ma la cosa che li distingueva, più dell'abbinamento, era il loro diabolico sorriso che mostravano sotto i denti bianchi, che disumanamente, alle osservazioni di Hermione sembravano riflettere la luce e la brillantezza di tutta la stanza. "Buone Feste, ragazzi e ragazze!" dissero entrambi all'unisono.

 

Uno di loro sorrise ad Harry che si coprì gli occhi, proteggendoli dal bagliore dei suoi denti. "In nome di Merlino, che hai fatto coi denti?"

 

I gemelli si guardarono e, contemporaneamente, portarono le mani ai denti, tirandoli fuori dalle loro bocche. Hermione cercò di non vomitare. Guardò le loro mani in basso che tenevano i luccicanti e splendenti denti bianchi. E, guardando le loro bocche, li vide mostrare dei sorrisi e un paio di denti dall'aspetto normale. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa su quella esposizione, uno dei rossi parlò. "Si chiamano Stupefacenti Dentiere, garantiscono ammirazione anche da una distanza di due metri con solo un raggio di denti, o si viene rimborsati."

Un uomo con a una sottile linea di capelli rossi s’intromise fra Fred e George prima che potessero parlare ancora, e mandò un sorriso radioso in direzione di Ginny ed Harry. Portava una veste scura marrone e un gilet a fantasia stranamente verde. Un paio di occhiali con la montatura sottile poggiavano sulla punta del naso ed Hermione poté giurare, guardando il modo in cui l'abito scendeva intorno al suo corpo, che era un uomo molto magro. Ginny corse tra le sue braccia un secondo dopo, esclamando con un grido "Papà!" e i suoi sospetti vennero confermati. Quello era il signor Weasley.

"Ecco la mia principessa preferita! Come stai, tesoro?" tubò egli.

Lei ridacchiò, "Sto bene papino."

 

Era un po’ nauseante il vederli stravedere l’uno per l'altro. In quel momento capì il motivo per cui Ginny si era comportata in modo peperino per tutto il tempo: era una monella viziata. Per quanto ne sapesse, Ginny era l'unica ragazza, quindi essere coccolati oltre la normalità era inevitabile per lei.

 

I due si separarono e il Signor Weasley si diresse verso Harry dandogli allo stesso modo un abbraccio, ma molto più breve. "E’ bello rivederti, Harry."

"Lo stesso vale per lei, signor Weasley." Disse Harry con un sorriso.

 

Il signor Weasley guardò la cucina per un momento, alla ricerca di qualcosa. In un primo momento, Hermione pensò che stesse cercando i danni che i suoi figli avevano inflitto alla cucina. Ma, dopo aver pensato per un attimo, venne smentita. "Dov'è Ron?"

 

"Non si sente molto bene." Spiegò Harry per la seconda volta.

 

Il signor Weasley annuì e si voltò per la prima volta  verso Hermione. Il suo corpo s’irrigidì e sentì subito che la coscienza veniva spazzata via. Non aveva mai incontrato quell’uomo, eppure ne era già intimidita. Come era possibile che quella famiglia le provocava un tale effetto?

 

"E tu devi essere Hermione, è corretto?"

Hermione annuì, "Sì".


Egli
le diede un caldo sorriso e tese la mano, che Hermione prese a malincuore. "Beh, è un piacere conoscerti, Hermione."

"Lo stesso vale per lei." Rispose meccanicamente.


"Oh, guarda qui Fred." Commentò il gemello che ebbe modo di identificare in George, guardandola acutamente.


"Cosa, George?" rispose Fred con aria da nonchalance.


"E' l'uccellino che dominava le lettere del nostro Ronnicino!" esclamò George, come se avesse appena dedotto una scoperta importante.

 

"Beh dammi uno schiaffo con la bacchetta e chiamami Shirley, penso che sia lei!" disse Fred, guardandola con un sorriso sciocco. Hermione cominciò a formare un sorriso, mentre comprendeva quello che dicevano. Ron aveva scritto di lei?

 

"Hermione, giusto?" chiese George.

"Umm ... sì.” Rispose lei incerta.

 

Fred tirò fuori la mano per fargliela stringere e lei la raggiunse educatamente. "Sono Gred, e questo è mio fratello" George si avvicinò e cominciò a stringerle la mano. "Forge.”

 

Hermione non si preoccupò nemmeno di fare domande sul modo in cui avevano ri-arrangiato i loro nomi. Stava rapidamente imparando a non indovinare il loro comportamento. Ma insomma, cos’altro potevano fare per scioccarla? Purtroppo, Hermione trovò rapidamente risposta a quella domanda quando entrambi i gemelli presero ciascuna delle sue mani e le portarono alle labbra per un casto bacio. Le loro labbra erano morbide e durò solo per un momento, e mentre si tiravano via, lei li guardò a bocca aperta, ma loro sorrisero appena e se ne andarono.

 

Hermione pensò che sarebbe seguita una pausa imbarazzante, ma ancora una volta si sbagliò. Tutti presero posto accanto a lei e cominciarono a mangiare, avviando una conversazione su qualcosa che non aveva alcun interesse particolare. In verità, era più interessata a quanto la cucina fosse stata danneggiata. Come facevano tutti ad essere così disinvolti su quella faccenda? Non importava più a nessuno la cortesia?

"IN NOME DI MERLINO, CHE E’ SUCCESSO ALLA MIA CUCINA?"

Finalmente, la voce della ragione, pensò Hermione quando la signora Weasley entrò in cucina col volto scarlatto. Tutti, tranne Hermione, arrossirono e chinarono la testa per la vergogna, come se fosse tutta colpa loro. Hermione volle dare loro uno schiaffo sulla testa, per quel comportamento da inetti! Era solo la signora Weasley. Tutto quello che poteva usare come arma era un mattarello.

 

"Ciao mamma!" esclamò Fred.

"E’ così bello vederti!" seguì George.


"Hai perso peso?"


"O hai guadagnato più amore e affetto che abbiamo perso mentre eravamo lontani da casa?"


"Mamma, ci sei mancata!" entrambi gridarono all'unisono prima di stringerla in un abbraccio da entrambe le estremità.

 

La signora Weasley si lamentò e spinse i due: "Oh, piantatela! Mi siete mancati anche voi, ma vorrei sapere cosa è successo alla mia cucina prima della riunione in lacrime!"

 

"Beh vedi ..." George cercò di spiegare.

"Volevamo testare alcuni prodotti ..."


"E la cosa ..."


"E’ andata un po' fuori mano ..."


"Un po'?" chiese timidamente. "Un po'? Distruggere la mia cucina non è una cosa da poco!"


"Scusa mamma.”
Dissero entrambi all'unisono.

 

Hermione si ritrovò a essere un po' scioccata dal fatto che essi se l’erano squagliata così velocemente. Pensò fossero il tipo di persone che avrebbero combattuto per ciò che volevano, e non avrebbero ceduto al minimo accenno di voce sollevata contro di loro. Ma, capì che quella famiglia non era così leggibile come aveva inizialmente pensato, così doveva abituarsi a sbagliare nelle prossime settimane. Sospirando, si scusò e andò in salotto, sedendosi sul divano e rilassandosi tra le pieghe.

 

"Ci vuole un po' prima che lo shock vada via."

Si era ormai abituata a quei suoi avvicinamenti furtivi, così i suoi occhi rimasero chiusi, mentre rispondeva con voce menefreghista. "Vada via cosa?"


"L'incapacità di leggere i Weasley come un libro aperto." Rispose.


Hermione aprì gli occhi e lo guardò con un sopracciglio alzato. "E come fai a sapere che è quello che sto cercando di fare?"


"Ho letto una dozzina di volte lo shock sul tuo viso." Disse, prendendo posto accanto a lei.


"E questo ti fa un esperto?" chiese.

 

"Perché è risaputo. Quando li ho conosciuti, pensai di trovarmi a casa tra i miei cosiddetti familiari, ma mi sbagliavo ogni secondo che passavo con loro. Sono un gruppo strano, ma sono la cosa più vicina alla famiglia che non ho mai avuto, a parte il mio padrino." Disse più tranquillamente verso la fine.

 

"Padrino?" chiese. Aveva un padrino?

Lui annuì, "E 'morto qualche anno fa".


Lo stomaco di Hermione subì un colpo alla dichiarazione. "Mi dispiace tanto".


"È tutto a posto, non è stata colpa tua. È stato assassinato."


"Assassinato?"


"Già. Dalla cugina, Bellatrix." Disse laconicamente.

 

Hermione fece del suo meglio per riprendere aria. Bellatrix? Bellatrix Lestrange? Quella Bellatrix che accompagnava il Signore Oscuro per motivi intensivi? Aveva ucciso il cugino, il suo stesso sangue? Hermione sapeva che era pazza, ma uccidere i propri parenti era una cosa ... barbara. Se Hermione fosse stata costretta ad uccidere una persona del suo stesso sangue, sapeva che non l’avrebbe fatto. Certo, non aveva mai conosciuto dei parenti, quindi non c'era motivo di pensare a cosa avrebbe fatto in quella situazione. Ma quel pensiero le fece male allo stomaco, quindi c'era una buona possibilità che avrebbe abbandonato l'opportunità.

 

Entrambi rimasero in silenzio, mentre stavano lì, ed Hermione non seppe che dire per la prima volta. C'era così tanta tensione nell'aria che poté sentirne il sapore sulla lingua. Aveva il sapore di carne marcia. Fu in quei momenti che Hermione pensò ai modi per evitare situazioni del genere. Doveva veramente smettere di permettere a quelle persone di influenzarla così. La missione era vitale e in pieno svolgimento, e lei stava lì, a divertirsi, quando sarebbe dovuta essere a lavoro. Poi di nuovo, non era che quello che doveva fare, essere loro amica? Che le rimaneva da fare, allora, scoparne uno? Sussultò al pensiero.Ascolta

Trascrizione fonetica

 

 

 

 

 

"Voi due siete pronti per aiutare con le pulizie?"

La signora Weasley li guardava con un piumino in una mano e la bacchetta nell'altra. Hermione sorrise e annuì all’anziana donna, fermandosi a guardarla. Fu allora che si accorse che era più alta di lei. La robusta donna la distanziava di soli pochi centimetri ed Hermione non poté fare a meno di sorridere dentro di sé. Veniva sempre chiamata petite e ora poté contare più verso se stessa contro i torturatori che la portavano a credere certe cose.

"Hermione, Harry, visto che siete già qui potreste riordinare il salotto? Se trovate qualcosa di ... natura discutibile, per favore, mettetelo da parte e ci penserò io più tardi. Va bene?"

"Certo" rispose Harry. Hermione saltò un po' quando sentì la sua vicinanza alle spalle. Doveva farlo per forza?

"Grazie mille! Sarò in soffitta, a cercare alcune decorazioni." E con questo, sparì su per le scale.

Hermione perso il conto dei passi che la signora Weasley impiegava per salire le scale, non sapendo cosa altro fare. Harry non faceva sforzi per avviare la conversazione, perché avrebbe dovuto? Così, senza ulteriori distrazioni, tirò fuori la sua bacchetta e cominciò a raccogliere pezzi di spazzatura casuali, portandoli tutti in una singola sfera. Harry seguì il suo esempio e presto si trovarono ai lati opposti della stanza. Continuarono in quel modo per ciò che sembrò essere un ora, ma in realtà erano solo passati 45 minuti. Hermione era talmente concentrata nel togliere la polvere dal set della radio, che non sentì i passi che annunciavano l'arrivo di un'altra persona. In effetti, quando ebbe finito, cominciò a sentire frammenti di una conversazione che veniva da lontano.

"... non è il momento giusto, Ginny."

"Non lo scoprirà mai. Inoltre, non ci vuole molto tempo, si chiama sveltina per questo."

Hermione evitò il coniato di vomito e cercò di fingere di essere ancora occupata a pulire. Forse, se fosse arrivata al momento giusto, Ginny se ne sarebbe andata.

"Andiamo, sii realistica. Dobbiamo lavorare se vogliamo una festa in due giorni, lo sai."

Sentì il sospiro risoluto di Ginny: "Sì, lo so ... ma solo per una volta vorrei-"

 

"Lo so." La interruppe. "Dopo verrà il momento, te lo prometto. Ma per ora, dobbiamo tornare alle pulizie. Inoltre, penso che la nostra conversazione stia facendo sentire Hermione a disagio." Ascolta

Trascrizione fonetica

 

Il sentire il suo nome fece sbattere la testa di Hermione contro la piccola mensola sotto la radio. Guardando umilmente verso Harry e Ginny, vide che Harry le sorrideva scusandosi mentre Ginny incrociava le braccia, distogliendo lo sguardo. Capendo che il discreto nascondiglio non era più un'opzione, si voltò completamente. Ci fu un silenzio teso mentre tutti guardavano goffamente la stanza. Hermione non sapeva cosa dire, ma sapeva che voleva fare. Vomitare.

"Ginny, che ci fai qui?" suonò la voce prepotente della signora Weasley dalle scale.

Ginny si girò per fronteggiare la madre, "Mamma! Stavo solo-"


"Niente scuse! Torna in bagno e continua a pulirlo come
dovresti fare!"

Ginny sospirò frustrata, "D’accordo." Vedendo che la madre annuiva contenta, si voltò rapidamente verso Harry e gli diede un bacio sulle labbra. Hermione rabbrividì e poté giurare che Ginny la stava fissando mentre staccava le labbra, con un sorriso compiaciuto sul volto. Ma tornò di nuovo a guardare Harry troppo velocemente. "Mi mancherai. Ricordati, dopo."

Prima che Harry potesse rispondere, salì le scale, lasciando sia lui che Hermione senza parole. Harry si rivolse ad Hermione lentamente, con i lineamenti stranamente contorti. "Mi dispiace che tu l’abbia sentito."

Hermione era grata che si fosse scusato con lei. Ma questo non cambiava ancora il ricordo di quella conversazione ed era sicura che l’avrebbe segnata a vita. "Grazie".

Vennero salvati dal teso colloquio che Fred (pensava fosse Fred) teneva, entrando nella stanza. Teneva in mano un mazzo di rose e li guardava con un largo sorriso. Ora sapeva dove Ginny aveva ereditato il suo incantevole sorriso.

"'Ciao Harry, Hermione." Salutò.

"Hey Fred" rispose Harry, dimostrando i dubbi di Hermione.

 

"Ti dispiace se appendo questo da qualche parte? Io e George vogliamo provarlo per vedere se funziona." Fece un cenno alla porta che collegava il soggiorno alla cucina, dando un colpetto sopra il collo.

 

"Certo, fate come volete." disse Harry, stringendosi nelle spalle con noncuranza. Se possibile, il sorriso di Fred si ampliò ancora di più e lui schioccò le dita facendo apparire un piccolo sgabello. Non era molto grande, alto abbastanza per alzare Fred fino a fissare con sicurezza il fascio di foglie sulla porta. Quando scese, lo fissò con sguardo fiero. Harry, però, strinse gli occhi e guardò Fred. “È quella specie di nuovo vischio a cui state lavorando?"

 

Fred annuì con entusiasmo, "Già! Lo Speciale Vischio Birichino Weasley, garantisce a te e alla tua dolce metà di sbaciucchiarvi o ... beh, penso tu sappia il resto."

 

Harry annuì, "Certo. Rinfrescami la memoria, qual è la finalità di questo vischio?"

 

"Beh, funziona solo sulle anime gemelle. A volte, l'anima gemella di una persona non è quella con cui sta attualmente e sarà divertente vedere le loro facce quando lo scopriranno. Lo stiamo ancora analizzando, però non siamo abbastanza sicuri del corretto funzionamento. George ha suggerito di portarlo qui e di provarlo su mamma e papà, così li chiamerò più tardi per vedere se è pronto per essere venduto." spiegò Fred, con viso molto eccentrico. "La questione verrà aperta quando Ginny ti trascinerà là sotto."

 

Harry diede un pugno alla spalla di Fred, scherzosamente, "E’ così crudele."

 

Egli alzò le mani in aria, "Mai detto di essere buono." Rimase in silenzio per un attimo prima di guardare Harry con un piccolo sorriso. "Harry, perché non ti metti sotto il vischio?"

 

Harry ridusse la fronte: "Perché?"

 

"Beh, per provarlo, naturalmente. Se ho ragione, la tua anima gemella, se è vicina, sarà attirata a te da una circostanza ignota. Se non è in giro, non ci sarà nessuna reazione." Disse Fred, con gli occhi che brillavano.

 

Harry gli rivolse uno sguardo prima di entrare sotto il fascio di luce rosa. Le cose non cambiarono fino a quando il vischio iniziò a brillare un po'. Questo attirò l'attenzione di Hermione che si trovò ad avvicinarsi verso la luce brillante. Era come se i suoi piedi si muovessero per conto proprio, mentre i suoi occhi erano concentrati sulla luce. Era così bello ...

 

Hermione inciampò su se stessa e finì per percorrere il resto della strada, proprio verso Harry. La prontezza di riflessi la raggiunse e si riscosse dalla trance. Sbattendo rapidamente gli occhi, vide Harry che la guardava strano. "Che cosa stai f-?" venne bloccato da una matrice opaca luminosa, una polvere che cadde intorno a loro fino a formare ciò che ad Hermione ricordò una bolla.

 

Raddrizzò la sua compostezza e fece per allontanarsi da Harry, in modo da poter fare spazio a Ginny quando sarebbe stata attratta da lui. Ma, la bolla intorno a loro, la fermò. Non era forte come un muro di mattoni, ma piuttosto come una forte gomma. Cercò nuovamente di spingere la bolla e ancora una volta non riuscì a sfondarla. Guardò Harry per vedere se lui stava cercando di fare la stessa cosa. Si fermò dopo pochi istanti ed entrambi si fissarono. Sentirono una bassa risatina e si voltarono per vedere Fred che si copriva la bocca, con le spalle tremanti.

 

"Cosa c’è di così divertente?" Chiese Hermione con rabbia.

Quando lui non rispose, Harry riprovò, "Che è successo, Fred?"


Fred si calmò per parlare con loro, ma nel tono si sentiva ancora qualche traccia di divertimento "Beh, immagino ci siano ancora un paio di pieghe da definire ..."


"Ovviamente" disse Hermione con calore. "Ora, facci uscire, così torniamo a pulire."


Fred rimase in silenzio per un attimo prima che il suo sorriso diventasse una piccola smorfia. "Temo di non poterlo fare."


"Che vuol dire “temo di non poterlo fare?" Chiese Harry lentamente.

 

"Beh, anime gemelle o no, ragazzi, dovete rispettare l’incantesimo per potervi liberare." Disse con voce che diminuiva emettendo sillaba dopo sillaba.

 

"E cosa sarebbe?" Chiese Hermione.

"E un vischio, Hermione. Cosa pensi che facciano le persone sotto il vischio?" chiese Harry, con uno sguardo che Hermione pensò fosse molto addolorato.


Le ci volle un momento per registrare quello che voleva dire, e il suo stomaco sussultò. "Dobbiamo baciarci?"


"Questa è l'idea di base, sì." Intervenne Fred.

 

"Beh d’accordo, allora." Disse Harry, sorprendendo Hermione e lasciando che le sue labbra le sfiorassero la guancia. Indugiò per un solo secondo prima di allontanarsi, ma per lei sembrò che la scena si fosse svolta al rallentatore. Quando la lasciò, sentì che il punto in cui le labbra avevano toccato la guancia scottava e resistette alla tentazione di alzare la mano e strofinare via il bruciore.

Entrambi sembrarono imbarazzati e lasciarono che i loro occhi si rivolgessero al salone. Ma, nonostante fossero smarriti, la bolla si trovava ancora su di loro. Sentì un grugnito di Harry e anche lei strinse la mascella, frustrata. Entrambi si rivolsero a Fred che li guardava con un sopracciglio alzato.

"Seriamente, un bacetto sulla guancia? E’ materiale primario! Non ti farà uscire senza qualche sbaciucchiamento con le labbra." Sul suo volto Hermione leggeva rassegnazione e volle rompere la bolla, per dargli un pugno sul naso.

 

"Fred, andiamo. Non posso baciare Hermione." Disse Harry supplichevole.

 

Hermione provò un piccolo sentimento di delusione. Certo che non avrebbe voluto baciarla, aveva Ginny per quello. Guardò Fred che si stringeva nelle spalle: “Sì, certo che puoi. Mia sorella non lo scoprirà mai. Inoltre, è l'unico modo per uscire da quella cosa." Indicò la bolla con mano tesa: "Tutto ciò che ti serve è un semplice bacetto sulle labbra. Tutto qua. Se vuoi un po' di privacy per farlo, va bene, me ne vado."

 

Harry pensò per un momento. Hermione credette che stesse per dire di no e gridò a Fred di trovare un altro modo per risolvere la situazione, ma ricevette l’effetto contrario. "Va bene".

 

Hermione lo guardò, sbalordita, "Cosa?"

 

Lui la guardò con lieve rossore sulle guance. Per la verità, trovò la cosa abbastanza carina. "Ho detto va bene." Si rivolse a Fred e puntò il dito contro di lui: "Ma devi lasciare la stanza e giurare di non dirlo mai a nessuno, non solo a Ginny."

 

Fred mise il pugno sinistro sopra il suo cuore: "Lo giuro sulla Mappa del Malandrino."

 

Hermione solcò la fronte e guardò Harry. Quello sembrò accettare quella risposta e annuì. Fred poi si girò per lasciare la stanza ed Hermione volle gridargli di ritornare. Non voleva baciare Harry! Era un suo …conoscente!

 

Il silenzio prese il sopravvento fra i due che evitavano di guardarsi. Hermione non voleva fare il primo passo, e, per quanto poté capire, neanche Harry voleva. Almeno sapeva di non essere l’unica a sentire dei rimorsi. Ma era solo un bacio, un breve bacio che li avrebbe lasciarti liberi di tornare alle loro faccende. Solo un bacio ...

 

Hermione guardò timidamente Harry, scoprendo che la stava già fissando. I loro occhi si incontrarono e fu incapace di distogliere lo sguardo. I suoi occhi erano così belli e splendenti che, come quando li aveva visti per la prima volta, quei pochi mesi fa, si ritrovò senza parole. Naturalmente, ora sapeva a chi appartenevano e la cosa aveva certamente cambiato alcune cose. Aspetta, era lei o quegli occhi si stavano avvicinando? Sentì una mano dietro al collo e seppe di non immaginare niente. Il suo tocco era leggero, come piuma, quasi come se avesse voluto fosse veloce e piacevole. I peli sulla parte posteriore del collo si alzarono e seppe che la cosa stava funzionando. Si preparò quando raggiunse un centimetro di distanza, con il respiro che soffiava aria calda sul viso. Chiudendo gli occhi, sentì la pressione delle sue labbra su di lei e il suo corpo fondersi con l’altro.

 

Le sue labbra erano come raso, si muovevano lentamente, a piccoli colpi. Le sue mani, appese debolmente al fianco, si posarono sulle sue scapole, e sentì che i muscoli si tendevano al tocco. Sentì le sue labbra con più pressione e la sua mente, non capendo più niente, non ricordò nemmeno di rispondere e di premere le labbra allo stesso modo. Per quello che sembrò un'eternità, rimasero lì, a penetrarsi a vicenda. Le loro labbra si mossero delicatamente le une sulle altre e le loro mani vagarono con leggerezza, senza allontanarsi dalla posizione originaria. Non resisterono alla necessità d’aria ed Hermione si sentì tirare indietro velocemente.

 

I loro respiri erano laceri e gli occhi erano rimasti chiusi. Appoggiò la fronte contro la sua con delicatezza e lei premette leggermente. Fu in quel momento che la sua mente scelse di riaccendersi. Aveva appena baciato Harry! Il suo nemico giurato, il suo obiettivo, il suo amico, Harry! E l’era anche piaciuto tanto ... troppo. Conosceva solo un modo per sfuggire a situazioni del genere. Scappò via.

 

Scappando da Harry, Hermione corse per le scale a due a due, e pensò che le stesse chiedendo di tornare. Quando raggiunse la porta della stanza di Ginny, la chiuse rapidamente con un incantesimo e crollò sul letto. Prese un cuscino a fianco e urlò attraverso, il più forte possibile. Aveva sviluppato una abitudine negli anni, quando le cose non andavano presso la tenuta Malfoy e sentì che il metodo era ancora più efficace di prima. Ma, non aveva mai provato quella sensazione. E dannazione, le stava facendo venire il mal di testa!

 

Non aveva mai sperimentato nulla di simile in vita sua. Nemmeno con Draco. Certo, baciava e scopava divinamente, ma era tutto passione e lussuria. Un sentimento non vero, ma dettato dal desiderio. Ma questo bacio con Harry ... sentiva di volersi aggrappare a lui e non lasciarlo andare via. Era come se il desiderio fosse solo un fattore di contributo e qualcos'altro stava alimentando il fuoco che aveva sentito nella bocca dello stomaco, che non era andato via dal momento in cui aveva scoperto di doverlo baciare. Voleva vomitare e ridere allo stesso tempo. Qualcosa non andava. Non aveva mai sentito quel sentimento prima ed era incredibilmente spaventata. Certo, non provava dei sentimenti per lui. Aveva appena ammesso di essergli amica e ora questo?

 

Beh, qualunque cosa fosse, faceva schifo. Più di qualsiasi altra cosa avesse mai sentito. E pensare di essere depressa era orribile. Non sarebbe andato via, questo lo sapeva. Sarebbe rimasta lì a pensare. A pensare ai suoi sentimenti, alla sua missione, e soprattutto a Harry. Perché era stata così attratta dal vischio? Fred l’avrebbe detto a qualcuno, nonostante avesse giurato su quella specie di mappa?

 

Ebbe un sacco di tempo per pensarci poiché quella fu la prima notte che Ginny non tornò in camera durante la notte.

Rieccomi qui con un altro capitolo per voi! Leggetelo con molta attenzione, riceverete una sorpresina! debby91 ti ringrazio tantissimo, spero che questo capitolo ti possa piacere XD patronustrip spero di non averti fatto aspettare troppo :) Certo che so che la torta di zucca è un simbolo auror ;) Alla prossima :) Enjoy!

  
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