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Autore: gealach    20/11/2005    6 recensioni

Seguito di "In spite of all I love you", che vi consiglio di leggere per capire il retroscena di questa storia, e seconda parte della "saga" di Severus Piton...

Lily e Severus hanno deciso di rischiare e si sono spediti a vicenda le lettere scritte... E ora che succederà?

ULTIMO CAPITOLO!!! Mi raccomando, leggete e commentate, eh? Kiss ^_^
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Bellatrix Lestrange, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Rodolphus Lestrange, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1

-La dolcezza dell’inaspettato -






Il rumore di una posata caduta. E un’esclamazione di assoluta sorpresa.

- Santo cielo, Richard… Guarda!

Lily Evans non alzò gli occhi dal piatto alle parole della madre. Era da oltre cinque minuti che ne rimestava il contenuto. Non aveva proprio voglia di mangiare. Non riusciva a credere di averlo fatto…

Solo poche ore prima, aveva spedito la lettera a Piton!

Doveva essere impazzita. Il ragazzo non le avrebbe mai risposto, ne era certa. Probabile che avrebbe cestinato la lettera non appena avesse letto il mittente: una schifosa mezzosangue, e Grifondoro per di più.

- Cos’è? Un falco?- chiese Petunia, sua sorella.

- Ma no, Pet!- il colonnello Evans disse bonariamente,- E’ uno sparviero, si riconosce dal caratteristico piumaggio grigio a barre, lo vedi? Lily, che c’è?- aggiunse l’uomo.

Infatti, alla parola sparviero, sua figlia si era come rianimata: aveva gettato la forchetta sul piatto e si era per metà alzata dalla sedia, rivolta alla finestra, con un luccichio negli occhi.

- Lily?

- Mhm?- la ragazza non rispose e si diresse alla finestra. Non riusciva a crederci! Sembrava proprio… Sembrava proprio lo sparviero che portava le lettere a Piton ad Hogwarts!

Fece per aprire la finestra.

- Lily!- strillò Petunia,- Sei matta?! Potrebbe attaccarci e… e…

- Oh, zitta, Pet.

E aprì. L’uccello la guardò con occhi intelligenti, e ruotò un po’ la testolina. Aveva tutte le penne arruffate e al collo portava un collarino di cuoio- di solito Lily non lo notava, ma c’era da stupirsi: fino a quel momento aveva visto lo sparviero solo da lontano. Sul collare c’era scritto, in caratteri gotici dorati, Eileen Prince.

Lily trattenne il respiro. Era davvero suo! Non poteva essere vero, stava sognando!

Però un attimo, Piton non poteva averle già risposto: dopotutto lei non aveva scritto sulla lettera l’indirizzo del destinatario, non conoscendolo, perciò aveva calcolato che il gufo avrebbe recapitato la sua lettera dopo almeno un paio di giorni… Aveva aspettato apposta la fine della scuola! Proprio perché aveva paura della reazione del ragazzo!

Quindi, facendo due più due…

- Oddio!- le scappò quando lo sparviero allungò la zampa.

Poteva significare solo una cosa: anche il ragazzo le aveva scritto. Ma… perché?

Appena prese la lettera, l’uccello spalancò le ali e si alzò in volo.

- Aspetta!- urlò Lily sporgendosi dalla finestra,- Come faccio a rispondere…?

- Lily?

La ragazza richiuse la finestra e si girò. Notò che Petunia stava arricciando il naso, come sempre quando si trattava della magia.

- Che c’è, papà?

Il colonnello le fece cenno di sedersi a tavola. Stringendo la lettera, Lily eseguì senza fiatare, il pensiero rivolto al pezzo di carta che teneva in mano…

- Credevo che le lettere le portassero i gufi, Lily –disse sua madre,- Lily? Ci sei?

- Mhm? Ah, sì- la ragazza si era completamente persa nelle proprie fantasticherie,- Bè, sì, è vero, ma di solito i purosangue usano animali un po’ più appariscenti. Per fare scena.

- Ma i purosangue non erano quei maghi spaventosamente razzisti?

- Eh? Oh, bè, qualcuno sì- Lily arrossì visibilmente.

- Ma, Lily… E’ un ragazzo- chiese sua madre.

Che impicciona! La ragazza non rispose.

- E’ quel Potter?

- No!- Lily era indignatissima. Potter? E chi lo voleva, quel damerino tronfio?

- E allora chi è?

Uffa…

- Piton. Severus Piton. E’ dei Serpeverde.

- Ma i Serpeverde non sono...

- Posso andare di sopra a leggere la lettera?- interruppe Lily. Era curiosissima.

Sua madre guardò suo padre con un sorriso significativo.

- Oh, e va bene- borbottò l’uomo,- vai pure.

- Grazie, papà!

Lily l’abbracciò forte, poi si dileguò su per le scale. Si chiuse in camera, si buttò sul letto e aprì la lettera. Iniziò a leggerla.

Spalancò gli occhi sin dalla prima frase.

Oh, mio Dio…



Alla sua sinistra, qualcuno di molto basso gli tirò delicatamente la manica della veste.

- Padroncino?

Severus Piton non rispose e continuò a rimestare con aria assente il cibo che aveva davanti. Non era in vena di ascoltare i deliri del vecchio elfo domestico. A dire il vero, non era in vena di fare nulla. Si sentiva un completo idiota: aveva fatto la cosa più stupida della sua breve vita.

Soltanto poche ore prima aveva spedito la lettera ad Evans!

Doveva essere impazzito. Ed era sicuro che la ragazza non gli avrebbe mai risposto. Sicuramente avrebbe buttato la lettera non appena avesse visto il mittente: il Serpeverde Mocciosus. C’era davvero di che stare allegri.

- Brix, non vedi che stiamo mangiando?- la voce di sua madre. Stanca, come sempre. Severus era contento che suo marito se ne fosse andato, anni prima.

- Ma padrona- borbottò l’elfo,- E’ arrivata una lettera per il padroncino… Padroncino?- aggiunse, con una sfumatura di paura isterica; era abituato agli sbalzi d’umore in quella famiglia: specialmente il ragazzo tendeva ad esagerare. Ma non si aspettava che il suo “padroncino” si alterasse solo per una lettera.

Infatti Severus si era drizzato sulla sedia ed ora fissava l’elfo con una luce febbrile negli occhi.

- Una lettera, hai detto? Dai qua!- praticamente gliela strappò di mano.

- Severus!

Il ragazzo non rispose e si rigirò fra le mani la busta, studiando la calligrafia… Sembrava proprio quella di Evans. Splendido immaginare il proprio nome scritto dalle sue mani…

- Severus, mi rispondi o no?

- Eh?

Si era perso in fantasie popolate da angeli dagli occhi verdi e si guardò intorno smarrito. Sua madre lo stava guardando.

- Ah, eri tu, mamma!

- Chi altri doveva essere?

Ignorò il commento sarcastico.

- Che cosa c’è?

La donna sbuffò divertita e si ravviò i capelli. Non era affatto bella, ma suo figlio la adorava e lei ne era cosciente e grata.

- Ti stavo chiedendo chi ti avesse spedito la lettera. L’ultima volta che ti ho visto così eccitato è stata quando ti ho regalato Il manuale degli incantesimi Oscuri per Natale.

- Ah-ah.

- Avresti dovuto dire: “Tu non mi hai mai regalato un libro simile”. Avanti, chi è la fortunata?

La guance pallide del ragazzo si tinsero di rosso ed evitò accuratamente di rispondere.

Stava pensando… Lo sparviero di sua madre era veloce, ma non così tanto. Era impossibile che Evans gli avesse già risposto…Ma questo lasciava libera una sola possibilità… che lo deliziava parecchio.

- Severus?

Tornò a malincuore sulla terra,- Che cosa c’è?

- Ti ho chiesto: chi è la fortunata?

Mormorò qualcosa d’indistinto.

- Come? Non ho capito.

Sua madre sembrava divertirsi un mondo al suo imbarazzo. Probabilmente aveva aspettato un momento simile per anni.

- Ho detto che si chiama Evans. Lily Evans. E’ Grifondoro, i suoi sono entrambi Babbani, abita a Londra e…

- Ehi, calma! Non ti ho chiesto la biografia.

Il sorrisetto compiaciuto di sua madre era un po’ irritante.

- Mi chiedevo…

- Dimmi, Severus.

- Potrei andare di sopra a leggere la lettera?

Non sotto i tuoi occhi, possibilmente. E non mandarmi dietro Brix.

- Mhm… E va bene. Vai tranquillo.

- Grazie…

Severus si alzò dal tavolo e corse verso il piano superiore; si barricò in camera, si accomodò in poltrona e aprì la lettera. Iniziò a leggerla.

Spalancò gli occhi sin dalla prima frase.

Oh, ma è assurdo…



Dovette leggerla parecchie volte per convincersi che non fosse uno scherzo. Nemmeno nei suoi sogni più arditi aveva pensato ad una cosa del genere.

Quindi, Evans era innamorata di lui? Se si doveva credere alla lettera, sembrava proprio di sì. La cosa lo sconcertava parecchio. Ma gli dava anche un senso di estrema soddisfazione. Si sentiva invincibile: era letteralmente elettrizzato.

Era la reazione più ovvia dopo una lettera simile.

Ma cosa avrebbe dovuto fare adesso? Si vergognava da morire!

Sprofondò nella poltrona e si rimise a leggere. La cosa che più lo aveva più stupito, forse, era che alcune formule erano state usate da entrambi. Una strana coincidenza. Ed entrambe le lettere erano state scritte dopo la sfuriata dei G.U.F.O di Difesa contro le Arti Oscure. Anche questo, che strano…

Ritornò il dubbio: che poteva fare? Risponderle? Sicuramente, a quell’ora la ragazza doveva aver già ricevuto la sua lettera… e, a giudicare da quello che aveva scritto nella propria, già conosceva lo sparviero di sua madre.

Cosa fare?

Socchiuse gli occhi nella penombra della propria stanza. Lo consideravano tutti un po’ troppo pratico e decisamente antipatico, e non c’era da stupirsi: lui stesso aveva alimentato la cosa. Perché gli piaceva mostrarsi cattivo? Non lo era affatto.

Ed Evans aveva letto dietro la sua maschera, a quanto pareva. Anche questo lo elettrizzava. Allora forse… avrebbe potuto funzionare? Si era sentito così solo sin da quando era piccolo…- niente di strano, dopotutto: non era stata un’infanzia allegra, la sua.

Ma non trovava il coraggio di andare alla scrivania e scrivere. Non sarebbe mai riuscito a risponderle. Mai.



All’inizio sarebbe sembrata una lettera come tante, se non fosse stato per quel piccolo particolare del mittente: Piton. E pensare che quelle parole le avesse scritte lui era strano.

Piton che chiedeva scusa? Piton non chiedeva scusa! Piton che diceva buffonate? Ma quando mai? Piton che diceva di essere innamorato di lei?

Giunse a dirsi che fosse uno scherzo. Ma l’uccello era quello, ed anche la calligrafia! E poi, perché avrebbe dovuto farle uno scherzo del genere? Non aveva senso, e non era il tipo da fare scherzi del genere!

Quindi, se la lettera era vera

Lily lanciò un gridolino di felicità e improvvisò un balletto in piedi sul letto. Era troppo felice! E pensare che avessero scritto le lettere nello stesso momento, che avessero avuto gli stessi dubbi e le stesse paure, la entusiasmava parecchio.

Ora la cosa migliore da fare era rispondere, non aveva dubbi. Ma cosa poteva scrivere?

Forse poteva iniziare parlando della sua famiglia e della casa, stupidaggini del genere: meglio non affrettare le cose.

Decisione saggia.

Si sedette, prese un foglio e cominciò a scrivere.










  
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