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Autore: AdryaM    14/11/2010    1 recensioni
Elisabeth non ricorda niente del suo passato, ma non le è mai importato davvero. Quando uscita per la caccia incontra uno strano vampiro nel bosco che dice di conoscerla, scatta qualcosa in lei, e si decide a scoprire cosa è successo davvero. Parte così alla ricerca di notizie, ma nel suo viaggio Elibeth troverà molto più di quello che cerca e la sua vita si intreccerà presto con quella della famiglia Cullen.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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11. La rilevazione (Julian pov)
CAPITOLO 11
La rivelazione 
 
JULIAN P.O.V.

“Sai che dovresti tranquillizzarti un po’…andrà tutto bene tesoro, me lo sento.” Mia madre era sempre lì, pronta a consolarmi, a dirmi una parola di incoraggiamento. Sempre. Da lontano Jasper mi osservò e mi sorrise dolcemente e un’ondata di serenità mi avvolse. Ero insieme alla mia famiglia e tra poco avrei detto alla donna che amavo che le avevo raccontato un’immensità di bugie. Non immaginava quante. In realtà nessuno poteva. Nessuno sapeva tutta la verità. Nessuno tranne Edward e la mamma, ovviamente. Adoravo mio nonno. Dopo aver letto nella mia mente così tante verità nascoste mi aveva sorriso e detto che i miei pensieri sarebbero stati al sicuro con lui. Sapeva che non era il momento di rivelare la verità. Avrebbe rispettato i miei tempi.
“Voglio esserci quando glielo dirai…voglio vedere come ti frantuma in un milione di pezzi. Avevi messo in conto che lei è più forte di te, vero?” Disse Emmet avvicinandosi e sghignazzando. Trovava la cosa molto divertente. Come ogni cosa del resto.
“Si lo so benissimo, ma credimi che questo è l’ultima delle mie preoccupazioni.”
“E su Julian. Dai non essere così negativo. Ti ama e ti perdonerà subito. Capirà che lo hai fatto in buona fede.” La mamma mi abbracciò. Bella entrò in camera e il suo sorriso mi tranquillizzò più di quanto avesse fatto Jasper.
“Sei uguale a tuo nonno anche in questo…mille preoccupazioni. Io mi accodo a Nessie, sono sicura che andrà tutto bene.”
“E’ ora di andare, se no faremo troppo tardi.” Disse Carlisle mettendomi una mano sulla spalla. Anche lui mi sorrise e non c’erano bisogno di parole per capire che tutta la famiglia era al mio fianco. Ce la potevo fare. Ce la dovevo fare. Avrei lottato per lei. Come avevo già fatto. 
Salimmo nella limousine, ed Alice si accomodò accanto a me. Sorridente come sempre.
“Dimmi che andrà tutto bene. Ti prego.” Chiesi impaziente.
“Julian, non posso vedere niente di quello che ti riguarda, lo sai benissimo. Ma sento che andrà tutto bene.” Che Alice non potesse vedere il mio incontro con lei mi metteva ancora più di cattivo umore. C’ero abituato, mi ero sempre arrangiato da solo. Ma questa volta avevo bisogno di sapere. Avevo bisogno di una speranza.
“Scusa, sono ipernervoso.” Neanche Jasper riusciva a tranquillizzarmi. Guardai ad uno ad uno i volti dei miei familiari. Cercai di carpire cosa stessero pensando per cercare di distrarmi un po’.
Carlisle guardava fuori ripercorrendo con la mente, probabilmente, quelle tortuose strade dove non tornava da tantissimo tempo. Esme parlava sommessamente con la mamma e Bella, sorridendo di tanto in tanto. Erano bellissime insieme. Alice parlava con Rosalie delle loro acconciature e Rosalie, di tanto intanto, guardava il suo riflesso sul finestrino per vedere se il suo viso e la sua acconciatura erano in ordine.
Edward parlottava con Jasper sull’ultima opera di un famoso compositore e ogni tanto buttava un occhio verso di me, forse preoccupato dai miei pensieri.
Finalmente arrivammo davanti il grande portone del palazzo dei Volturi.
Non avevo mai visto Aro da vicino in tutta la mia vita, ma ne avevo sentito spesso parlare, soprattutto da mia madre. Mi aveva sempre detto di non fidarmi. Nessuno della mia famiglia si fidava dei Volturi. Ma erano venuti per mia insistenza. Non mi fidavo a lasciare Elisabeth da sola tra di loro, di nuovo. L’avevo seguita, ero riuscito a controllarla da lontano. Avevo anche rischiato di farmi vedere, ma per fortuna ero riuscito a nascondermi in tempo. C’eravamo sentiti poco e mi mancava un sacco.
Scendemmo dalla macchina, e il mio cuore cominciò a battere a mille, sembrava che mi stesse uscendo dal petto. La mamma vide che il mio viso aveva cambiato colore, diventando improvvisamente più pallido di quello del nonno e mi venne incontro.
“Entrate voi, io e Julian stiamo altri 5 minuti qui a prendere un altro po’ d’aria.”
“Va bene, ci vediamo dentro allora.” disse Bella che insieme agli altri scomparve poco dopo dentro il palazzo.
“Grazie mamma, avevo bisogno di un altro po’ di tempo.” Agitazione, ansia, preoccupazione, non riuscivo a gestire tutti questi sentimenti.
“Julian, ti ha già amato. Vedrai che ti amerà di nuovo.”
“E se questa volta è diverso? Io non posso vivere senza di lei. L’ho già fatto per troppo tempo. E poi ho paura che succeda di nuovo.” L’avevo salvata una volta. Non potevo permettere che mettesse la sua vita di nuovo in pericolo.
“Julian, non le succederà niente, e questa volta, io sarò al tuo fianco.” E mi porse il braccio. Improvvisamente la paura svanì. La mia famiglia era con me. “Facciamo questa entrata trionfante!” E ci avviammo anche noi per il grande ingresso del palazzo. Rimasi senza fiato dalla bellezza architettonica. Lo avevo sempre visto da fuori, ma non ero mai entrato.
Arrivammo finalmente nel grande salone. C’era tantissima gente. Cominciai a cercarla, sorridendo a coloro che mi venivano intorno. Stringevo forte la mano di mia madre che non mi aveva lasciato neanche un attimo.
Poi mi girai, e finalmente la vidi. Stava venendo verso di noi, facendosi largo tra le persone. Il suo volto era teso. Probabilmente mi aveva visto e pensava a me, umano in mezzo i vampiri. Il senso di colpa mi invase. Ma nel contempo ne ero lusingato. Si preoccupava per me. Ciò voleva dire che gli importava di me.
Finalmente arrivò al mio fianco. Era bella da mozzare il fiato. Sorrisi, improvvisamente rilassato. Ormai lei era al mio fianco e non mi sarei mai più allontanato da lei.
“E tu qui che ci fai? Non dovevi essere a risolvere i tuoi problemi familiari?” dissi con un sorriso, cercando di farla rilassare, ma era sempre più tesa. Notai che mia madre era rimasta qualche passo indietro.
“Diciamo che questa festa centra abbastanza con i miei problemi familiari. Ma adesso io, tu e la tua amica dobbiamo andare via da qui.”
“Andare via da qui? Per quale motivo?” chiesi curioso. So che non era divertente, ma trovavo molto ironica la situazione.
“Ti prego Julian, andiamo via da qui per ora, ti spiegherò dopo. Te lo prometto.” Adesso nel suo viso era dipinto il terrore. Adesso dovevo dirle la verità. Stava cominciando ad essere un po’ troppo preoccupata.
“Elisabeth, forse c’è qualcosa che dovresti sapere.” Improvvisamente mia madre si affiancò a noi. Il tempismo non era mai stata una sua qualità.
“Tu devi essere Elisabeth! Non vedevo l’ora di conoscerti! Julian mi parla continuamente di te! Io sono Renesmee.” E si catapultò su di lei. Era così contenta di conoscerla. Le luccicavano gli occhi. Il viso di Elisabeth non si era ancora rilassato.
“Piacere mio. Scusa se risulto scortese, ma dobbiamo andare via da qui.”
Stavo per riaprire bocca, quando improvvisamente un vampiro dalla pelle particolarmente bianca si affiancò a noi.
“Vedo che hai fatto amicizia, mia piccola Elisabeth.” Disse. Sapevo benissimo che quello era Aro. Lui non aveva idea di chi fossi.
“Ci conoscevamo già in realtà. E’ un amico della Germania. Un carissimo amico.”
Nel suo tono c’era disperazione.
“Non sapevo conoscessi Renesmee.” Ripensai improvvisamente che Beth non sapeva che Aro conosceva la mamma. Ero curioso di sapere cosa stesse pensando in quel momento. Avrei chiesto ad Edward più tardi.
“In realtà l’ho conosciuta stasera.” L’ira di Elisabeth trapelava da ogni singolo centimetro del suo corpo. Da come muoveva nervosamente il piede, a come stringeva i pugni ma soprattutto gli occhi, dai quali si intravedeva un velo di tristezza.
“E questo bel giovanotto al tuo fianco chi è?” Aro mi osservava con curiosità. Non mi aveva mai visto e non credevo avesse idea della mia esistenza.
“Questo è mio figlio Julian.” In quel momento vidi Elisabeth rimanere di sasso.
“Julian è un vero piacere conoscerti. Bene vi lascio ricongiungervi ai vostri.” Aro si allontanò, ed io cominciai a cercare le parole per chiedere scusa ad Elisabeth.
“Julian, vado dai nonni e dagli zii. Elisabeth ci vediamo dopo.” La mamma si allontanò, capendo che era il momento dei chiarimenti e lasciandoci soli in mezzo a centinaia di persone.
“Ti devo parlare.” Le dovevo spiegare tutto. Ma quello non era il luogo adatto.
“Vieni con me.” E ci incamminammo. Mi portò in terrazzo. La veduta della città era da togliere il fiato.
“Mi dispiace Beth, dovevo dirti la verità, ma non ne ho avuto il coraggio.” In quel momento mi sentii terribilmente in colpa per non averle raccontato tutto.
“Chi, o meglio, cosa sei? Non sei un vampiro, ma giunti a questo punto non sei neanche umano.” Era strano anche per me spiegare alla gente cosa fossi. In realtà non lo avevo mai capito neanche io. Ero qualcosa di unico in tutto io mondo.
“Vedi è un po’ complicato da spiegare. Io sono figlio di una mezza vampira e di un licantropo.” A quelle parole il volto di Elisabeth era a metà tra lo scioccato e l’entusiasta. Stava cedendo. La rabbia stava passando. Per fortuna.
“Che significa?” Chiese un po’ meno arrabbiata.
“Significa che io sono per metà vampiro e per metà licantropo, solo una piccolissima parte di me è umana. Significa anche che non ti devi più preoccupare di stare con me.”
Era semplice adesso. Sia per me che per lei. L’avevo ritrovata. Finalmente potevamo stare di nuovo insieme. Questa volta niente si sarebbe messo tra me e lei.
“Perché mi hai mentito? Perché non me lo hai detto? Non hai idea dei sensi di colpa….non hai idea di niente.” Disse discostandosi un po’.
“Io ti chiedo scusa, so di avere sbagliato, ma non potevo dirti la verità. Non mi avresti creduto. Ti prego scusami Elisabeth. Io ti amo.” Mi avvicinai e l’avvolsi con le mie braccia. Come era bella la mia Elisabeth. Stringerla tra le braccia mi faceva sentire la persona più felice del mondo. “Non sai quanto mi sei mancata.” Ed era la verità. Essere vicino a lei, ma non poterla toccare, non potere parlare con lei, guardarla da lontano, era stata una tortura per me. Sapevo che lei era la donna alla quale io ero stato destinato.
“Mi sei mancato tanto anche tu.” Quelle parole risuonarono come musica nelle mie orecchie. Io le ero mancato. Cominciavo ad avere la certezza che anche lei provava gli stessi sentimenti. Si era innamorata di nuovo di me. Era il momento di presentarla a tutti. Erano venuti qui, soprattutto per conoscere Elisabeth ed io volevo assolutamente che loro la conoscessero.
“Vieni, ti voglio fare conoscere la mia famiglia.” Vederla in imbarazzo davanti a me, era la cosa più bella del mondo. Lei era la cosa più bella del mondo.
“La tua famiglia?” E la presi per mano e l’avvicinai a me. Il suo viso freddo e familiare sfiorava il mio. Non riuscivo a farne a meno, a fare a meno di lei. Forse tutto questo attaccamento era dovuto a quello che papà chiamava imprinting. O forse era semplicemente amore. Sta di fatto che lei era la mia luce, la mia oscurità, la mia unica ragione di vita. Arrivammo in sala finalmente e pian piano ci avvicinammo ai nonni. Erano venuti tutti. Per me. Per lei. Tranne papà ovviamente. Al telefono mi aveva detto che chiedere di stare in mezzo a centinaia di vampiri era troppo. Ed io lo capivo. “La conoscerò quando la porterai a casa” aveva detto prima di chiudere. Le strinsi la mano per farle capire che ero con lei, che non l’avrei lasciata.
“Bene Elisabeth, questa è la mia famiglia. Questo è il mio bis-nonno Carlisle, questa è la mia bis-nonna Esme, questi sono i miei nonni, Edward e Bella, accanto a loro, zia Alice e zia Rosalie, zio Jasper e zio Emmet. Mia madre l’hai già conosciuta.” dissi, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.
“Piacere di conoscervi.” Le persone che amavo erano quasi tutte lì. Non avrei potuto chiedere di meglio. Tra poche il palazzo dei Volturi sarebbe stato un brutto ricordo e tutta l’attesa, il dolore, l’angoscia che avevo provato in quegli anni, sarebbero scomparsi per sempre. Lei era lì con me. Niente ci avrebbe più diviso.
“Vedi, Beth, Edward e Bella sono davvero i miei nonni naturali. Bella ha avuto mia madre quando era ancora umana. Non sapevano neanche loro che poteva succedere, e intanto è successo. Poi mia madre si è sposata con mio padre, ed eccoci qui.” “ Lo stupore si impadronì di nuovo dei suoi occhi. Per lei era tutto nuovo. Da quel giorno era tutto nuovo. Quel giorno di tanto tempo fa. Un brivido scosse il mio corpo. Cercai di allontanare da me quei ricordi tanto lontani e tanto dolorosi. Quel giorno che la mia vita era cambiata.
Mi allontanai di poco dal gruppo e la lasciai a parlare con le ragazze.
Mi avvicinai ad Edward e lui lesse i miei pensieri. Quei brutti pensieri che non riuscivo ad allontanare.
“Ormai è passato tanto tempo. Le cose sono completamente cambiate. Non devi più affliggerti. Hai fatto la cosa giusta Julian.” Non ero così sicuro. Non lo ero mai stato.
“Ma se lei sapesse la verità, come pensi che reagirebbe?”
“Dovrai dirglielo prima o poi. Ma stai tranquillo che non ti lascerà per niente al mondo. Sei riuscito a riconquistarla.” La sua sicurezza mi fece sentire meglio. Gli sorrisi.
“Grazie Nonno.” Era il mio idolo. L’avevo sempre ammirato. Esteticamente sembrava mio fratello minore. Mi era sempre stato al fianco in qualsiasi momento. E sapevo che potevo contare su di lui. “Torno da lei.” Edward mi sfiorò il braccio, sorridendomi e si allontanò avvicinandosi a Carlisle e gli altri.
Tornai accanto a lei, cingendo di nuovo la sua vita con il mio braccio, come se volessi incollarla a me per sempre e non lasciarla andare mai più. Cominciammo a ballare. Sentire il suo profumo su di me mi faceva stare bene come non mai. Ero felice. Finalmente ero di nuovo felice. Dopo tanta fatica, dopo tanto dolore, avevo finalmente ricevuto il mio premio.
Ma quel giorno incombeva sui miei ricordi come una spada di Damocle. Giunti a questo punto doveva sapere. Doveva sapere tutta la verità.
Il resto della serata passò tra chiacchiere e risate. Sembrava che Elisabeth conoscesse da sempre i membri della mia famiglia.
Sorrisi osservando la faccia imbarazzata di Elisabeth quando le dissi che Edward leggeva la mente.
“Potevi anche dirmelo prima!” Rispose accigliata.
“Non ti preoccupare, è abituato.” Ed era davvero così.
“Sapessi come è stata brutta l’adolescenza. Ogni volta che pensavo di baciare Jacob, mi arrivava come minimo una strigliata da parte di papà. Non ti dico poi, quando ha scoperto che stava per diventare nonno. Per lui dovevo rimanere per sempre piccola e indifesa!” Rispose la mamma. Aveva sempre letto la mente di tutti. Ma cercava sempre di rimanere ai margini. Di non interferire. Certo con tutti eccetto che con la mamma. Con lei era stato diverso. Mamma mi raccontava spesso per farmi ridere, di quando il nonno aveva letto nella sua mente che aveva deciso di baciare papà per la prima volta. Lui l’aveva chiusa a doppia mandata in camera. Lei era scappata dalla finestra. Avere un padre che poteva leggere la tua mente non era stato facile per lei. Ma aveva sempre preso con filosofia la sua vita.
“Come mai siete venuti alla festa?” Chiese Beth curiosa.
“Aro ci ha invitato. Ha insistito molto. Così, visto che era da tanto che non facevamo un viaggio, abbiamo deciso di partecipare, e poi dovevamo conoscere questa Elisabeth di cui ultimamente parlava Julian in continuazione!” Penso di essere diventato rosso porpora in quel momento.
“E tu come facevi a sapere che mi avresti trovato qui?” Disse facendo la sostenuta.
“Colpa mia. Julian mi ha chiesto di vedere se saresti venuta a questa festa. Devi sapere che io ho il dono di vedere le azioni future delle persone, e mi ha fatto piacere dare una mano d’aiuto al mio nipotino preferito!” Avrei voluto avere una pala, scavarmi un fosso e nascondermi dentro. Sembrava che fossi ossessionato da lei. E forse in realtà un po’ lo ero.
“Bastava chiamarmi e chiedermelo, non pensi sarebbe stato molto più semplice.”
“Sarebbe stato un tantino difficile spiegarti come facevo a sapere di questa festa senza farti preoccupare. Mica potevo dirti a telefono “ciao Elisabeth, sarò anch’io al ballo dei Volturi, perché in realtà sono un mezzo vampiro”“ Non potevo rischiare, dovevo guardarla negli occhi quando le avrei detto la verità.
“E’ ora di tornare in albergo. E’ quasi l’alba. Perché non vieni con noi Beth?” Non potevo chiedere di meglio. L’avrei allontanata dai Volturi. Non ero tranquillo che
restasse lì. Poteva succedere di nuovo.
“Si…se non è un problema per voi ovviamente.”
“Si Carlisle, forse è meglio di si. Non vorrei peggiorare la situazione, in fondo era da loro.” Disse Edward, probabilmente dopo aver letto i pensieri di Carlisle. Loro due facevano spesso queste conversazioni apparentemente a senso unico. Lo guardammo tutti aspettando una spiegazione.
“Scusate, avete ragione. Stavo pensando che sarebbe il caso di avvertire Aro che Beth viene con noi. E’ ospite loro.” Il solo pensiero di riavvicinarmi a loro mi fece venire la nausea.
“Potete parlarci voi, mentre io vado a prendere le mie cose?”
“Vengo con te.” Non potevo lasciarla andare da sola.
“No, lasciami andare da sola. Sarà meglio.” Mi diede un bacio e sparì tra i bui corridoi del palazzo, prima che potessi fare qualsiasi movimento. Era sempre stata più veloce di me.
Mi avvicinai di nuovo ad Edward. Non ero tranquillo. E non lo sarei stato finchè non l’avrei portata fuori di lì. Mentre passavano i minuti, l’ansia cresceva. Mi sembrò di rivivere di nuovo quel giorno. Ricordo ancora che pioveva. Portare via Elisabeth da lì era l’unica soluzione per salvarle la vita. Aveva scoperto qualcosa di spaventoso e i Volturi le davano la caccia. L’avevo portata a Monaco per proteggerla e con il mio potere avevo cancellato tutti i suoi ricordi. Dimenticare era l’unica strada per farla vivere, anche se questo significava dimenticare anche me. L’avevo spiata per anni, per controllare che stesse bene, attendendo il momento di tornare da lei. Ma poi era arrivato Demetri e le carte in tavola erano cambiate.
Improvvisamente qualcosa di ben più grave mi allontanò dai miei bui giorni.
Alice era improvvisamente andata in trance, come faceva quando aveva delle visioni. Edward al mio fianco si irrigidì.
“Alice, ma cosa diavolo…” fu l’unica cosa che riuscì a dire, poi si zittì e lui ed Alice si guardarono negli occhi.
“Che cosa vuol dire questo Alice?” Chiese il nonno preoccupato.
“Significa che siamo caduti in trappola.” Cosa stava succedendo?
“Edward, Alice, che cosa succede?” Chiese Carlisle, ansioso.
“Aro….Aro ci ha teso una trappola. O meglio, l’ha tesa ad Elisabeth.” E si girò a guardare me. Impazzii.
“Cosa significa? Dov’è Beth? Che succede?” Non stavo capendo più niente.
“Loro la useranno per intrappolare noi.” Disse Alice quasi con un sussurro.
“Come possono farlo?” Chiesi, forse un po’ troppo irritato.
“Lei ha fatto qualcosa prima di andare via di qui. Qualcosa per cui sarà punita.” Eravamo tutti sconvolti. Io più di tutti. Speravo che cancellando la sua memoria l’avessi salvata. Ma non era così.
“Cosa facciamo adesso?” Stavo gridando, non me ne ero neanche accorto. Mamma e nonna mi vennero accanto e mi abbracciarono.
“Aspetteremo. Non ti preoccupare Julian, la porteremo fuori da qui, andrà tutto bene.” La nonna cercò di tranquillizzarmi, ma io ero troppo agitato.
“Sta succedendo di nuovo.” Dissi quasi senza rendermi conto delle mie parole.
“Cosa sta succedendo di nuovo?” Chiese Alice preoccupata vedendo la mia faccia sbiancare.
“Beth…non l’ho conosciuta adesso. L’ho già salvata una volta dai Volturi, tanto, tantissimo tempo fa. Le ho cancellato la memoria. Scusate se non ve ne ho parlato, ma mi faceva troppo male.” Alice rimase a guardarmi per qualche istante perplessa, come se stesse analizzando la situazione.
“Se hai agito così, vuol dire che hai ritenuto farlo. Noi ci fidiamo di te.” Mi sorrise e mi abbracciò.
“Ognuno di noi ha dei piccoli segreti.” Carlisle ed Esme mi sorrisero.
“E i Volturi sanno?” Chiese Carlisle per cercare di capire la situazione.
“No. Quando Aro ha visto Julian, si è stupito. Era la prima volta che lo incontrava. Non sa dei suoi poteri. Ho letto la sua mente molto attentamente.” Disse il nonno precedendomi.
Solo la mia famiglia sapeva del mio potere. Non lo avevo detto neanche ad Elisabeth. Quel giorno le dissi solo di fidarsi di me.
“Questo potrebbe giocare a nostro vantaggio.” Disse Carlisle corrugando la fronte.
“Bella, tesoro, alza lo scudo su tutti e non lo abbassare per nessuno motivo. Riesci anche a individuare Elisabeth?” Le chiese Edward.
“No Edward, mi dispiace.” Rispose la nonna dispiaciuta.
“Dobbiamo stare molto attenti.” Il nonno digrignò i denti e rivolse lo sguardo verso una delle porte dell’immensa sala. Subito spuntò uno della guardia di cui non conoscevo il nome.
“Famiglia Cullen, Aro desidera parlare con voi. Seguitemi.” Restammo immobili per qualche secondo, poi ci muovemmo nella direzione che ci indicava. Attraversammo un corridoio buio. La mamma continuava a stringere la mia mano. Cercava di darmi coraggio. Era dura. Arrivammo in una grande stanza e lei era lì. Prigioniera. Ci fermammo poco dopo l’uscio. Carlisle ed Edward si fecero avanti. Provai ad avanzare insieme a loro, ma Edward mi fece segnale di rimanere al mio posto. Sentivo la collera crescere dentro. Aro parlò.
“Vi ringrazio per esservi intrattenuti ancora qualche minuto. Vista la vicinanza tra Elisabeth e la vostra famiglia, mi è sembrato doveroso comunicarvi una mia grave decisione. Sapete benissimo che Elisabeth ha vissuto con noi nella sua diciamo “precedente” esistenza. Durante questi anni, prima che si allontanasse, ha disobbedito, esponendosi agli umani, rischiando di mettere così a repentaglio la nostra intera categoria. Per questo deve essere punita.”
Era come se una voragine si aprisse sotto di me. Questa volta non ero riuscito a portarla via in tempo.

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Scusate se sto postando solo adesso.. ma come al solito gli impegni si sono accavallati e gira che ti gira, mi sono ritrovata a trascurare Eternity...

@Pituccia: me tanto felice che tu leggi la mia storia <3 <3 <3

@Patty: soprattutto chiedo scusa a te, che mi hai seguita e commentata fin dall'inizio... scusa davvero :)

Grazie a tutti voi lettori *__*

Al prossimo capitolo!

A.
   
 
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