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Autore: Robigna88    14/11/2010    1 recensioni
Stava per riaddormentarsi quando sentì il bisogno di dirglielo ancora una volta.
“ Ti amo, Castiel.” sussurrò, sospesa tra il sonno e la veglia.
Lui la strinse più forte.
“ Ti amo anch’io Anna. Per sempre.” E si addormentarono.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna, Castiel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Grazie mille alla mia socia brokendream per il continuo sostegno e per il logo sotto =) ti voglio bene.

Wake me up!





«Cass? Sei qui?»

No, Cass non era lì e Anna se ne era resa conto quando camminando a vuoto, in quello strano posto, intorno a lei avevano iniziato a comparire delle cose.

Quello era un sogno e nei sogni, lei era sempre sola ed inerme.

Si preparò a vivere di nuovo l'incubo che la tormentava da.. non si ricordava nemmeno da quanto tempo.

Ma poi realizzò che la scenografia, i colori e persino il suo stato d'animo erano diversi dal solito.

Forse stavolta non sarebbe stato un incubo, ma il normalissimo sogno di una normalissima umana.

Ma chi voleva prendere in giro?

Lei non era una normalissima umana, anzi, non era nemmeno minimamente normale.

Era un angelo, anche se caduto, che avrebbe sempre avuto a che fare col soprannaturale in un modo o in un altro.

Il suo passato avrebbe bussato sempre alla sua porta, in un sogno, oppure nel mondo reale.

Preferiva di gran lunga la seconda opzione, perlomeno lì nella realtà non sarebbe stata sola.

Castiel, il suo fidanzato sarebbe stato con lei.

Si guardò la mano sinistra, perdendosi nella piccola ma bellissima esplosione di luce che si irradiava dal diamante sul suo anello, e sorrise.

Continuava a camminare, ma non sapeva nemmeno dove stava andando.

Quello che sapeva era che, anche se avesse provato a svegliarsi, non ci sarebbe riuscita.

Non ci riusciva mai.

Sospirò e si passò le mani sui jeans in un gesto di imbarazzo, che faceva spesso quando si trovava a disagio.

E in quel momento, sola, “lontana” da casa e dalle braccia dell'uomo che amava, si sentiva a disagio.

Decisamente!

Avanzò piano fino ad un punto impreciso, incapace di vedere i confini del sogno e poi lo scenario cambiò.

Era in una stanza bianca, luminosa e nel centro di essa, vi era una culletta.

Era di ferro battuto.

Sembrava antica e preziosa e le piaceva moltissimo.

Dentro c'era qualcosa che non riusciva a distinguere da quella distanza.

Così decise di avanzare un po' di più per vedere meglio.

Era un bambino.. O forse una femminuccia.

Riusciva solo a vedere che aveva capelli rossicci, un pagliaccetto verde chiaro e che aveva le mani tese verso una giostrina da culla con tanti animaletti e stelline.

Si ritrovò a piangere e ridere allo stesso tempo, senza un motivo apparente.

Solo una sensazione.

La sensazione che quel delizioso fagottino sorridente, di cui poteva sentire i teneri gorgogli, era suo.

Suo e di Castiel ovviamente.

Si passò una mano sul viso, e cautamente raggiunse la culletta.

Con passo determinato ma lento, quasi avesse paura che se avesse camminato troppo in fretta quella bellissima immagine sarebbe scomparsa.

E poi finalmente la raggiunse.

Non riusciva ancora a vedere bene il suo viso, così si sporse un po' di più fino ad essere faccia a faccia con quella creatura.

Si armò del suo migliore sorriso e la guardò.

Ma il sorriso, così come la gioia che sentiva dentro, scomparvero in fretta, lasciando il posto ad un urlo terrorizzato.

Il piccolo era.. mostruoso.

Il viso deformato, come da bruciature, e gli occhi rossi e cattivi come il peggiore dei diavoli che, nei suoi giorni da angelo, Anna aveva combattuto.

Indietreggiò spaventata senza smettere di urlare.

Con la mano poggiata sulla bocca, come per fermare le grida, e poi si ritrovò in mezzo ad una specie di bosco di notte.

Si fermò cercando di far rallentare il battito del suo cuore, e si mise in ascoltò dei suoni intorno.

Era tutto quieto, molto quieto.

Poi d'un tratto una goccia le bagnò il viso.

La toccò con le dita e se le ritrovò sporche di sangue.

Alzò gli occhi al cielo, e grossi goccioloni rossi iniziarono a cadere veloci e quasi violente.

Sporcavano la sua pelle di un rosso vermiglio. Bruciavano a contatto con la carne e nell'aria si levava un suono inquietante e cantilenante.

«Mamma...»

Lo sentiva intorno e percepiva il terrore su di sé. Le faceva accapponare la pelle.

Si fermò in un angolo e inspirò tutta l'aria possibile.

«Castiel!» urlò a squarciagola, speranzosa che il suo amore l'avrebbe sentita.



«Anna! Apri gli occhi.»

Castiel la strinse tra le braccia.

Tremava tra le calde lenzuola del loro letto.

Gli occhi spalancati e vitrei, la pelle fredda e pallida..

Era viva, perchè sentiva il suo cuore battere, ma non stava bene ed era sicuro che non si trattasse di un malanno prettamente umano.

La strinse al cuore chiamandola e implorandola di svegliarsi, ma lei giaceva lì, senza nemmeno sentirlo.

Fu scossa da un tremito fortissimo, che fece inarcare al sua schiena, e poi chiuse gli occhi.

Il petto che andava su e giù velocemente, mostrando la paura che sicuramente provava, e i suoi splendidi capelli rossi, sparsi sul cuscino disordinatamente.

Quasi a formare una cornice per quello splendido viso.

Castiel la guardava incapace di fare qualcosa.

Perchè non c'era niente che potesse fare. Eccetto sperare che, chiunque fosse stato a ridurla in quel modo, l'avrebbe lasciata andare.

Ma non sarebbe accaduto e lui doveva pensare lucidamente.

Si passò una mano sul viso e poi le baciò le labbra, quasi illudendosi che, come nelle favole lei si sarebbe svegliata.

Ma lei rimase immobile. Quasi come se fosse morte..

L'unico movimento era causato dal suo respiro affannato, e fin quando respirava, Cass aveva tempo di cercare una soluzione.

Si alzò dal letto e pensò a cosa fare.

Poi gli venne in mente l'unica soluzione possibile.

Non gli piaceva, ma si rendeva conto di non avere altra scelta.

Prese un pugnale ed una ciotola e si tagliò la mano.

Un taglio netto e profondo che quasi lo fece piangere dal dolore..

Versò un po' del suo sangue dentro il piccolo contenitore che aveva preso e pronunciò poche parole.

Con la voce tremante, fingendosi calmo le pronunciò.

Mentre i suoi occhi, fissi sulla donna che amava, imploravano il suo perdono.

Si piegò sulle sue ginocchia, sentendo tutte le ossa del suo corpo scricchiolare e urlò di dolore, e poi le sentì.

Due grandi ali pesavano sulle sue spalle.

Era tornato angelo.

Aveva “giocato” col potere di cui aveva conoscenza, anche sapendo che cadere e poi riprendersi le proprie ali e i propri poteri era vietato.

Sarebbe morto di certo, quando ai piani alti si sarebbero resi conto di quello che aveva fatto.

Ma morire non gli importava, purchè Anna fosse salva.

«Perdonami amore mio..» le sussurrò baciandole le labbra.

Si! Perdono.

Perchè tornando angelo, era venuto meno alla promessa di stare per sempre con lei, visto che, l'avrebbero ucciso.


Dopo la resa di Sam a Lucifero e la morte di Dean in battaglia, Castiel e Allison si ritrovano, unici legati da un passato, ad affrontare le conseguenze di una guerra che sta distruggendo il Mondo, un futuro post-apocalittico.  

   
 
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