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Autore: Robigna88    26/10/2010    2 recensioni
Stava per riaddormentarsi quando sentì il bisogno di dirglielo ancora una volta.
“ Ti amo, Castiel.” sussurrò, sospesa tra il sonno e la veglia.
Lui la strinse più forte.
“ Ti amo anch’io Anna. Per sempre.” E si addormentarono.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna, Castiel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Qualche tempo fa, la mia carissima socia brokendream ha scritto una deliziosa one shot su Anna e Castiel. Io, che non amo molto Anna, l'ho letta comunque e mi sono ritrovata una versione di Anna davvero adorabile.
Per questo ho deciso di scrivere una storia ispirata a quella bellissima one shot. Una specie di spin-off che spero renda omaggio all'arte, alla sensibilità e al talento della mia socia.. =)
Per leggere la One shot, andate qui When she fell . Sono sicura che la troverete adorabile. E spero che anche la storia che io scriverò vi piacerà =)

Lasciate un commento se vi va.. =)

Grazie socia, perchè mi hai fatto cambiare idea.. più o meno xD e per il bellissimo logo sotto =)
Baci, Roby :)



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We can do it together



Anna era più che risoluta, abbandonò la sua spada e si preparò alla caduta. Castiel capì cosa stava per accadere, e si precipitò accanto a lei.

«Tu sei pazza, smettila immediatamente!» Anna non lo ascoltò, non lo guardò nemmeno.

«Tu non puoi farlo, tu non puoi farlo. Ritorna in te, non costringermi a.....»

«Vuoi alzare la tua spada contro di me, Castiel? Avanti, fallo. Solo così potrai fermarmi.»

«Sai bene che non potrei mai farti del male. Ma non costringermi a trovare il coraggio di farlo.» l’avvertì l’angelo maschile.

«Fallo Cass, solo così puoi fermarmi. Io vado via. L’offerta è ancora valida, se vuoi venire con me, mi renderai felice.»

Castiel alzò la propria spada in direzione di Anna, sperando che la sola minaccia potesse farla desistere dal suo folle intento.

«Dunque vuoi davvero uccidermi. Bene, meglio per mano tua che di qualcun altro..» e si voltò offrendogli il petto.

Ma Castiel non poteva farlo, e abbassò l’arma.

«Ti supplico Anna, non farlo. Ti daranno la caccia, ti troveranno. Loro non avranno la mia pietà.»

«Non importa, ne sarà comunque valsa la pena.»

«Non ci rivedremo più Anna, non ti importa neanche di questo?» le chiese, una vena di disperazione incrinò la sua voce.

«Sì Castiel, mi importa molto invece. Per questo ti ho chiesto di cadere insieme a me, ma tu non vuoi.»

«Io non voglio lasciare i Cieli! E tu devi restare qui!»l e urlò, fermo sulla sua posizione.

«No. Addio.» E si lasciò cadere, in picchiata. Castiel tentò di afferrarla, ma ciò che riuscì a prendere fu solo un raggio della sua luce.

Anna precipitò a velocità impossibile, e nella caduta si strappò via la Grazia: così non avrebbero potuto ritrovarla. Mai più. Strapparsi via la Grazia fu doloroso, stremante e umiliante, ma non aveva scelta. Voleva diventare una donna.

Sperò fino alla fine di sentire il suono delle ali di Castiel dietro di sé, fino alla fine. Ma ciò non accadde. Non l’aveva seguita. Non l’amava.

Solcò i cieli come una meteora, urlando di dolore e paura. E delusione, perché Castiel non sarebbe stato lì con lei.


Anna sospirò profondamente.

Quegli incubi la tormentavano anche da sveglia.

La facevano sentire triste, vuota e spaventata.

Sapeva che ora con Cass ogni cosa sarebbe stata perfetta. Ma il timore che tutto quello che aveva costruito da quando era umana, le venisse portato via, la terrorizzava costantemente.

Non avrebbe mai potuto dimenticare il giorno in cui aveva deciso di cadere senza Cass.

Le si era straziato il cuore al solo pensiero di non averlo al suo fianco, ma sapeva che non poteva costringerlo a fare qualcosa che non voleva.

Si sarebbe adattata e l'avrebbe dimenticato.

Avrebbe amato e sofferto e lui sarebbe stato solo un lontano ricordo.. un giorno.

Si era proposta questo cadendo, ma non era stato così.

Giorno e notte aveva pensato a lui insistentemente. Agli occhi azzurri e perennemente confusi incastonati su quel bel viso.

Alle sue labbra che tanto aveva desiderato e che non poteva avere.

E poi finalmente lui era arrivato.

Confuso, disorientato, spaventato da tutto quello che per lui era nuovo, ma era arrivato.

Era con lei.

Per lei amalgamarsi e diventare una persona comune era stato semplice.

Aveva trovato lavoro in una caffetteria e si era comprata una casetta, piccola ma deliziosa nel centro di una piccola e quasi anonima cittadina del Texas.

E ogni giorno, tra l'aroma del caffè, lei si ritrovava a sorridere della sua nuova vita.

Per Cass invece era stato più complicato.

Ci aveva messo mesi a metabolizzare il fatto che un raffreddore poteva costringerlo a letto per giorni, e che la fame poteva coglierlo di improvviso, così come la stanchezza.

L'aveva sentito piangere e sospirare profondamente.

L'aveva visto tenersi il viso tra le mani e scuotere il capo, e aveva viso il timore e la confusione stamparsi sul suo viso al primo starnuto della sua intera esistenza.

Da angelo del Signore a semplice umano col naso colante.

Era un cambiamento grande che lo aveva decisamente spaventato.

Non era sorpresa di questo.

Era ovvio che lui ci avrebbe messo di più e avrebbe attraversato più difficoltà durante il passaggio rispetto a lei.

Lei era scesa sulla terra perchè aveva un disperato e ardente desiderio di essere umana.

Lui era sceso solo per seguirla.

Era diverso.

Ma mai, nonostante lo vedesse sofferente, mai si era pentita di avergli chiesto di seguirla.

Era egoistico, se ne rendeva conto. Ma lei lo amava.

Era sempre lì quando aveva bisogno di essere stretto tra le braccia e rassicurato.

Era lì sempre e comunque per lui, ma era troppo felice di averlo con sé per preoccuparsi del resto.

E in fondo chiedergli se era pentito di essere caduto per stare con lei, la spaventava.

Se lui avesse detto si?

Tagliò a rondelle l'ultimo peperone e lo mise in padella insieme alle altre verdure.

Non era sicura di quello che stava cucinando, non sapeva nemmeno cosa fosse..

Lei in cucina non era affatto brava.

Ma essere normali prevedeva anche cucinare, riempire la casa di odori dolci e accoglienti, e lei voleva farlo.

Al massimo, avrebbero ordinato una pizza.

Sorrise appena e si mise a sedere, leggendo una rivista di moda.

Cosa poteva esserci di più normale?


****


Un anello.

Cosa poteva esserci di più normale.

Castiel proprio non riusciva a credere a quello che stava per fare.

Stava tornando a casa, dalla sua donna per chiederle di sposarlo.

Incredibile.. pensò attraversando la strada e percorrendo lento il vialetto che lo avrebbe portato a casa.

Non sapeva nemmeno se aveva scelto bene..

Si era fatto aiutare da un suo amico, uno dei pochi che aveva da quando era umano, e ora, stava per entrare in casa per metterlo al dito della sua adorata Anna.

Le avrebbe sorriso e senza tanti preamboli – non erano il suo forte – le avrebbe chiesto di diventare sua moglie.

Moglie..

Aveva cercato sul dizionario al definizione letterale del termine.

C'era scritto la donna sposata..

Ma che definizione era?

Scrollò le spalle ed aprì la porta sorridendo appena. Posò la scatolina in tasca e si avvicinò alla cucina piano piano.

C'era un odore buono, ma non sapeva ben dire di cosa fosse.

«Ciao tesoro.. c'è un buon odore. Cosa stai preparando?» le chiese dopo averle dato un bacio sulle labbra.

«Verdure.. erano in frigo e le ho tagliate e messe tutte insieme in padella. Non so cosa verrà fuori.» ammise lei un po' imbarazzata.

Castiel rise appena e prese un bicchier d'acqua.

La cucina non era il forte di Anna, ma di certo la sua donna era piena di altri talenti.

Si mise a sedere accanto a lei e le levò la rivista di mano.

«Anna, devo dirti una cosa.» iniziò.

La donna si schiarì la voce mettendosi composta e si spostò i capelli indietro con una mano.

«Ti ascolto.» gli disse.

Castiel annuì appena, e pensò a come iniziare il discorso.

Si era ripromesso di andare dritto al sodo, ma ora che il momento si avvicinava, si rendeva conto che richiedeva un minimo di preparazione.

Solo che lui non riusciva a pensare ad altro che all'anello sul suo bel dito.

E al suo sorriso e alla gioia che avrebbero condiviso.

Era totalmente alla mercé di sentimenti che non aveva mai provato.

Un forte dolore gli faceva bruciare lo stomaco e le mani sudavano senza un apparente motivo.

Tensione e ansia, constatò in silenzio.

Si, era teso.

E se lei avesse detto di no?

Davvero c'era questa possibilità? Davvero, se lo amava così tanto come sosteneva, avrebbe anche potuto scegliere di dire di no.

Cass si augurava che non sarebbe andata così.

Ma nel suo tempo da angelo, e ancor di più da quando era diventato umano, si era reso conto che i sentimenti erano strani.. mutavano velocemente, anche se si era fatto di tutto per evitare il cambiamento.

Prese la scatolina dalla giacca, senza avere il coraggio di guardare la sua donna negli occhi e la aprì mostrandole il contenuto.

«Anna.. io.. sono ancora confuso su molte cose. E inesperto.. ma so che ti amo, altrimenti non avrei scelto di cadere per stare con te.. E so che è quasi come se lo fossimo già, ma.. voglio svegliarmi ogni mattina con te accanto, mentre le nostre fedi brillano sotto la luce del sole.. Voglio poter dire torno a casa da mia moglie e voglio anche, lo ammetto, «regolarizzare»la situazione in cui ci troviamo.» le disse «Ma amore, al contrario di quello che tanti umani sostengono, sono sicuro che il nostro matrimonio sarà bellissimo e felice.. E anche se il giorno delle nozze ti sceglierò definitivamente come mia compagna di vita, io continuerò a sceglierti ogni giorno. E ogni giorno mi innamorerò di nuovo di te.»

Fece un grosso respiro e solo allora alzò gli occhi su di lei, scoprendo che era sull'orlo delle lacrime.

«Vuoi diventare mia moglie?» le chiese.

Anna scoppiò in lacrime.

I suoi occhi piangevano e la sua bocca sorrideva..

Lo abbracciò forte e annuì baciandolo.. «Si, lo voglio.» rispose.

Castiel rise gioioso e si staccò poco da lei per metterle l'anello al dito.

Poi la abbracciò sollevandola da terra e piano la portò fino al divano..

La fece sdraiare e si sistemò su di lei baciandola intensamente.

Era calda e tremava un po' scossa dai lievi singhiozzi di felicità..

Le baciò il collo e scese giù baciando dolcemente la sottile stoffa del suo vestito.

Sollevò con le mani la parte che copriva le gambe e la accarezzò dolcemente e lentamente fino ad arrivare alla sua biancheria.

La sfilò, rendendo l'atmosfera di colpo bollente e i loro respiri affannati, e senza smettere di guardarla, tanto era meravigliosa, liberò anche se stesso, di tutto quello che gli impediva di farla sua, e lentamente, scivolò in lei facendola fremere.

Serrò la mascella estasiato dal sentire il lieve bisbiglio di piacere che Anna si era lasciata sfuggire e poi iniziò a muoversi dentro di lei.

Piano, seguendo il ritmo dei loro respiri.

La baciò scivolando più a fondo quando sentì che entrambi erano pronti e si mosse più rapido, afferrandole dolcemente entrambe le gambe per farsi più spazio.

La amava e la stava facendo sua intensamente. Più intensamente di qualunque altra volta.

Le baciò la bocca e spinse poco di più.. E sentirla gemere mentre affondava le dita nelle sue spalle, fece felice anche lui.

Tremarono entrambi, scossi dai brividi. Sudati e pieni di loro..

Si sorrisero, baciandosi di nuovo e poi si accoccolarono stretti sul piccolo divano.

Erano schiacciati l'uno all'altra come sardine, ma che importava?

Erano insieme.

E presto sarebbero stati uniti in matrimonio..

Prigionieri della dolce gabbia dorata che era la loro vita umana.





   
 
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