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Autore: _Giuls17_    14/11/2010    1 recensioni
Questa fanfiction è per me il seguito che avrebbe dovuto avere Hunted. Le cose sono un pò diverse XD leggete
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 5

Capitolo 5

 

Restai un po’ sorpresa dal vederli assieme. Stevie Rae non aveva mai dimostrato un particolare interesse per Erik, sapevo che gli piaceva,  ma non da starci!

Non si accorsero di me e continuarono a parla, vicini, e tanto anche. Girai il sguardo per vedere lui.

Il ragazzo che mi aveva resa felice, lo guardai attentamente e non sentii niente di particolare, forse un po’ di dolore per il fatto che stava flirtando con la mia migliore amica, ma niente più. Da un lato me lo meritavo io avevo tradito lui, e lui si stava solo riprendendo, ed io?

Io ancora stavo cercando di sistemare le cose. Li guardai un ultima volta e capì, che con o senza Stevie Rae, lui non sarebbe mai più stato mio.

Chiusi la porta alla mie spalle e andai in camera mia, mi sdrai sul letto e pensai che stavo piano piano facendo ordine nel mio cuore, Erik non sarebbe mai più stato un mio problema. Non sarei mai più tornata con lui ed era molto probabilmente che sarebbe stata la cosa migliore, non solo per me, ma per tutti.

E con la testa piena di questi pensieri mi addormentai, anche se mi ero svegliata non troppo tempo prima.

Avevo di nuovo il mio vestito bianco, quello del precedente sogno, ma stavolta mi trovavo in un bosco. Non c’era Stark, e ci rimasi male, volevo che ci fosse.

Cominciai a camminare, il bosco faceva paura, la spiaggia no, quella era molto aperta e riuscivo a guardare tutto, qua no, qua non vedevo niente, ed avevo paura.

Paura di restare sola in quel bosco e una strana sensazione mi scorreva nelle vene, e cominciai a correre.

Più veloce che potevo, ma per qualche strana ragione, mi sentivo pesante e la mi corsa era lenta, quasi un gesto disperato di una persona in fin di vita. La sensazione che avevo avuto si trasformò in un ombra che mi stava seguendo.

Riportai i miei occhi davanti a me, cercavo una via per scappare dall’ombra, ma non c’era. Attorno a me c’erano solo i rami degli alberi che si conficcavano nella mia pelle, e mi facevano male.

L’ombrasi avvicina sempre più a me ed io per la paura caddi a terra inciampando con una radice e l’ombra si fermò davanti a me.

Il mio respiro era corto, affannoso, ed i miei occhi non volevano alzarsi, non volevano vedere la persona che mi avrebbe ucciso. Ma poi mi apparve una mano davanti agli occhi.

Mi stava dando la mano?!?

Alzai lentamente lo sguardo e prima di prendere la mano, guardai l’ombra che ormai non era più tale e riconobbi gli occhi. Presi la mano e mi trovai a fissare Stark, dritta negli occhi.

Ero sorpresa di vederlo là, pensavo fosse un incubo, ma mi sbagliavo, tenevo stretta ancora la sua mano e notai che il bosco si stava disgregando per lasciare al suo posto, un luogo illuminato, pieno di bellezza e che emetteva al solo sguardo tranquillità e mi innamorai di quel luogo, cosi meraviglioso, ma più di questo mi innamorai della persona che mi stava davanti, e finalmente capì la sua importanza nei miei sogni.

Lui rappresentava la luce, la serenità che non avevo mai provato e che quel luogo rappresentava le tenebre del mio cuore. Che si era chiuso in se stesso, da tempo ma che aveva provato un raggio di quella luce con l’arrivo di Stark, alla casa della notte, ma con la sua morte si era richiuso in se, lontana da quella maestosità. Guardai Stark dopo aver pensato a tutto quello e vidi che il cielo sopra di noi si stava facendo grigio, perché?

Inizialmente non capì, mi ero avvicinata a lui per la paura, ma dopo che mi aveva abbracciato capì il perché del cielo grigio, rappresentava l’influenza che la Casa della Notte aveva su di lui e mi posi un nuovo obbiettivo, che già mi ero posta, l’avrei dovuto tirarlo fuori da là, il prima possibile!

 

E mi svegliai, sudata e ansimante. Mi toccai ero molto calda.

Mi alzai immediatamente dal letto e pensai a cosa fare per farlo uscire da là. Non mi venne niente in mente ed uscì dalla camera. Mi diressi verso la camera di Venere, avevo bisogno di lei.

-Mi devi aiutare.- dissi entrando senza neanche bussare.

-Oh si, certo come no.- disse senza guardarmi.

-Venere ti prego, dimmi quali e dove sono le uscite dello scalo.-

-E perché dovrei?.- mi chiese guardandomi. Inizialmente aveva ancora l’aria presuntuoso ma poi mi guardò e la sua espressione mutò.

-Cosa ti è successo?.- mi chiese.

-Ho una missione e ho promesso a una persona di aiutarla, è questione di vita o di morte per lui.- la guardai seriamente, ero decisa ad avere quello che avevo chiesto.

-Allora è un ragazzo.- disse in tono malizioso –Lo conosco?.-

-No è nuovo ed ha bisogno del mio aiuto, ti prego.- la supplicai.

-Va bene, sembra una cosa importante per te e nonostante il mio carattere e tutto ti aiuterò.- disse come se gli costasse uno sforzo immane.

-Grazie, allora dimmi come fare ad uscire da qui.- dissi decisa.

Il mio piano era appena iniziato.

   
 
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