Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: bloodingeyes    15/11/2010    1 recensioni
Monaldo desiderava l’amore del suo popolo, perché sapeva che un re a cui manca questo non è un re: è un tiranno. E lui non voleva essere come suo padre, non voleva affamare la propria gente per farsi bello agli occhi degli altri regnati. Voleva la felicità e la tranquillità, non voleva le guerre. Ma suo fratello Argo continuava a comportarsi come se la sua unica ragione di vita ora fosse servirlo, come se fosse diventato il suo cameriere. Non lo aveva più chiamato fratello da giorno dell’incoronazione e non si era più comportato come tale da allora. E da quando quella corona si era posata sulla testa di Monaldo il suo cuore aveva preso a sanguinare incessantemente, perché gli era stato donato un regno, un popolo che lo amava e tante altre cose splendide ma aveva perso i genitori e suo fratello non era più suo fratello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pensieri

Quel giorno, durante l’assemblea, Monaldo non riuscì a restare molto attento. Nella sua testa passavano di continuo le immagini del combattimento contro Argo e gioia pura lo riempiva. Era felice che finalmente suo fratello avesse voluto condividere con lui qualcosa che non fossero documenti o fatti che riguardavano il regno. Si erano allenati insieme ed era stato come se non fosse mai passato neppure un giorno dall’ultima volta che l’avevano fatto. Ma poi era arrivata Ninime. Di solito Monaldo non aveva problemi con lei, era una bella ragazza, giovane, gentile e fedele ad Argo. Ma quel giorno avrebbe davvero tanto voluto che non fosse mai esistita, che Argo non l’avesse mai sposata. Ninime era una principessa di un regno piuttosto lontano, Argo l’aveva conosciuta durante un ricevimento molti anni prima e l’aveva sposata pochi mesi dopo, senza però il consenso del padre, che avrebbe voluto per lui qualcosa di più di quella principessina, bianca come il latte, piccola e gracile quanto un fuscello. Era bella, molto, con quei lunghi capelli neri e quegli occhi castani intensi, ma non era esattamente la donna ideale: era troppo gracile e non sarebbe mai riuscita a mettere al mondo figli degni di un re. Eppure Argo l’aveva sposata, l’amava ed era felice con lei, o per lo meno Monaldo lo pensava e lo sperava. Vedeva il fratello sorridere spesso quando pensava di non essere guardato, e i due si scambiavano spesso sguardi di un intensità strana, come se si potessero parlare senza parole. Ninime non era molto presente nella vita di corte mentre Argo se ne occupava molto, anche troppo alle volte, e quindi non li si vedeva molto spesso insieme. Ma quando erano nella stessa stanza lei diventava radiosa, bella quasi quanto la Dea, e Argo si rilassava visibilmente, lasciando che anche i suoi occhi e il suo viso perdessero quella rigidità che ostentava in continuazione. Ed era come rivedere una pagliuzza di quello che era stato l’Argo di un tempo. Monaldo alle volte era geloso di questi loro sguardi, del fatto che lui non riusciva a far riaffiorare l’Argo di un tempo mentre quella donna doveva solo farsi vedere per riuscirci. Si, era geloso di Ninime e ancora di più era geloso di suo fratello, di quel legame che aveva sempre dato per scontato e che ora non c’era più.

Alle volte si chiedeva cosa sarebbe potuto succedere se lui non fosse diventato re e, invece, come sarebbe stato normale, fosse stato incoronato Argo. Non aveva difficoltà a vederlo con la corona in testa, fiero e forte, pronto a difendere il suo regno da ogni male. E sarebbe bastato così poco perché quei suoi pensieri diventassero realtà. Se al tempo Argo non si fosse intestardito e non avesse sposato Ninime, se avesse aspettato la morte del vecchio re, allora in quel momento non ci sarebbe stato Monaldo seduto sul trono con la corona in testa ma ci sarebbe stato Argo. Era stata solo una ripicca quella di loro padre: aveva detto al maggiore di non sposare la principessa Ninime ma lui aveva voluto fare di testa propria e l’aveva fatto infuriare. Le nozze si erano svolte fra feste e canti, gioia e felicità. Il maschio primogenito della casata reale aveva finalmente trovato moglie! Tutto il regno era in festa ma il vecchio re no, lui era furioso e sul letto di morte, poco meno di 6 mesi dopo, aveva chiamato Monaldo, un uomo di chiesa e il suo medico personale perché potessero testimoniare che nel pieno delle sue facoltà mentali il re incoronava suo figlio minore, Monaldo, come nuovo re. Una settimana dopo, quando il vecchio re fu seppellito, si tenne un'altra cerimonia, più formale, e Monaldo venne incoronato di nuovo. Argo gli si presentò davanti quel giorno e lo guardò diritto negli occhi. Il ragazzo cercava nello sguardo del fratello qualcosa, una certezza, un aiuto, la forza per affrontare tutto quello che gli era ricaduto addosso ma Argo era impassibile, non disse nulla, non lo tranquillizzò, non gli diede conforto, non fece nulla per lui. Gli si inginocchiò davanti e sempre fissandolo negli occhi si tagliò i capelli. La debole protesta del nuovo re non valse a nulla, Argo gli consegnò i suoi lunghi e splendidi capelli in mano e Monaldo faticò parecchio a non piangere. Non voleva quello, non l’aveva mai voluto, non aveva neppure una volta pensato alla possibilità di diventare re, era così assurdo pensare che Argo non avrebbe indossato la corona! Eppure era successo. Tutto perché suo fratello non aveva avuto la pazienza di aspettare qualche mese per sposare Ninime. Spesso Monaldo nei momenti di grande incertezza e di paura guardava suo fratello e la sua sposa e li odiava, li odiava entrambi, con una forza tale da spaventarlo. Perché era colpa loro che, come due ragazzini, si erano lasciati prendere dal loro amore e non avevano saputo aspettare un momento più propizio per unirsi e ora sulle spalle di Monaldo pesavano tutti i problemi del regno e non aveva più una vera famiglia a cui appoggiarsi. Si sentiva solo e spaventato, con nessuno a consolarlo. E allora tutto il suo amore per suo fratello e tutta la simpatia che provava per la sua sposa si tramutavano in un odio puro e denso, che gli stringeva il cuore in una morsa oscura di cui spesso era difficile liberarsi.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: bloodingeyes