Guerra
Attaccarono Franmeo
a sorpresa: lui voleva arrivare alle mura della città senza
dichiarare guerra e
loro l’avevano fermato molto prima. In una depressione
avevano accerchiato il
suo esercito e gli avevano scaraventato addosso una valanga. Monaldo
aveva
ascoltato quel suono così orribile con una certa
soddisfazione, senza neppure
un briciolo di paura. Avevano poi attaccato con gli arcieri e solo a
quel punto
erano scesi fra le file nemiche: dai lati più alti della
depressione erano
scesi i fanti e i lancieri mentre dall’imbocco della
depressione e dalle sue
uniche due uscite erano arrivati i carri da guerra e la cavalleria.
Monaldo
guidava i cavalieri all’imbocco della depressione mentre Argo
aveva il comando
di tutto il lato destro della fanteria. Fu una lunga battaglia, il
sangue
inzuppò il terreno verde e le urla dei morti e dei feriti si
levarono alte. Gli
uomini di Franmeo ebbero in poco la peggio ma si ostinarono a
combattere fino
all’ultimo, portando all’altro mondo con loro anche
molti degli uomini di
Monaldo ma quando il giovane re uccise suo cugino i soldati iniziarono
a
disperdersi e arrendersi. Una serpe privata della testa muore. Argo e
il
fratello si scambiarono un sorriso da sotto gli elmi che coprivano i
loro volti
e il re alzò la spada al cielo urlando di
felicità per la vittoria conquistata
con il sangue il sudore. Monaldo diede ordine ai suoi uomini di non
uccidere i
sopravvissuti e diede a quegli uomini, che poco prima aveva combattuto,
la
possibilità di diventare suoi sudditi, di vivere nel suo
regno come cittadini
liberi oppure di tornare a casa. Molti se ne andarono in fretta mentre
altri
decisero di seguire il giovane re. La battaglia era conclusa e mentre
tutti si
preparavano ad accamparsi per la notte e festeggiare accadde qualcosa
di
orribile. Il re smontò da cavallo e andò da suo
fratello per congratularsi
della vittoria e dell’egregio lavoro che aveva fatto nel
comandare il suo
drappello di uomini ma non ci riuscì. Si bloccò a
metà di un passo e si guardò
stupito alle spalle. Uno degli uomini di Franmeo stava alzando su di
lui il
coltello, un'altra volta, per colpirlo ancora ma una freccia lo
raggiunse in
pieno volto prima che potesse colpire nuovamente il re. Monaldo
barcollò,
sentiva uno strano calore sulla schiena, poco sopra le reni, ci
portò una mano
già insanguinata e non capì se stava sanguinando
lui o era solo sporco. Non si accorse
di essere finito a terra finchè non vide davanti a
sé il cielo e la faccia
preoccupata di Argo che gli urlava qualcosa, ma non lo riusciva a
sentire. Suo
fratello aveva il viso così sporco di terra e sangue, ed era
tutto sudato. Era
nella condizione peggiore in cui l’avesse mai visto in vita
sua eppure non gli
era mai sembrato così bello come in quel momento. Perse i
sensi e tutto divenne
nero e freddo.