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Autore: Ginnever    16/11/2010    9 recensioni
Hermione stette in silenzio.
“Cosa vuoi da me Malfoy?”
“Quello che vuoi tu da me, Granger. Non credere di essere diversa.”
“Io non sono come te.”
“Come vuoi, non mi importa tanto."
Hermione guardò in basso.
Malfoy si avvicinò e con una mano le sfiorò il mento.
“Puoi provare a convincerti quanto ti pare, ma alla fine, dopotutto, noi due non siamo poi così diversi.”
*Salve a tutti! Spero d avervi incuriosito almeno un po'^^ spero che chi leggerà recensirà.. è la mia prima long fic con questo pairing e mi servirebbero consigli!^^ Grazie, Gin
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Accuse e contro-accuse


















Ginny Weasley si portò un ciuffo ribelle dietro all‘orecchio, ma il forte vento di quel pomeriggio scompigliò comunque la sua chioma selvaggia.

Al che, decise di rientrare in Dormitorio, lì fuori faceva troppo freddo. La partita di Quidditch l’avrebbe vista la settimana successiva.

Stava per varcare la soglia del castello, quando un ragazzo alto e con due occhi color del mare si mise di fronte a lei impedendole di proseguire.

Ginny gli sorrise forzatamente e cercò di superarlo, ma nel farlo lo scontrò con violenza, facendogli cadere la cornice che Blaise aveva in mano, il vetro in mille pezzi.

Il moro raccolse subito ciò che ne rimaneva, con gli occhi sbarrati.

Quando Zabini voltò la cornice, Ginny vide all’interno di essa due figure nere di cui non riuscì a distinguere i lineamenti.

Non ebbe il tempo di pensarci troppo però, perché lo sguardo che il ragazzo le rivolse pochi secondi dopo fu di fuoco.

Ginny indietreggiò, ma Blaise le afferrò un polso.

“Ahia, Zabini… mi fai male!”

“Come hai osato! Avevamo un accordo!”
“Non l’ho fatto apposta! Io… mi dispiace… Blaise… mi dispiace!”…

Gli occhi di Blaise erano cattivi, lucidi e pieni d’odio.
“Blaise…”
Li vide sparire e oscurarsi piano piano, tra le sue grida di dolore…





Infine, Ginevra Weasley aprì gli occhi.

Aveva il fiatone, il sudore in fronte, le lacrime agli occhi.
Si toccò il polso senza accorgersene e si alzò dal letto, agitata.
Decise di farsi una doccia per rinfrescarsi e togliersi quell’incubo dalla testa.

Una volta vestita, scese in Sala Comune con la speranza che almeno Harry fosse in piedi per scambiare due parole, ma era deserta. Era troppo presto.

Sbuffò e uscì dalla Torre in direzione della Sala Grande.




















Nel frattempo nello stesso Dormitorio un raggio di sole ferì gli occhi di una grifoncina mora, che si svegliò, azionando tutti i suoi sensi e mettendo a fuoco il letto vuoto di Ginny a fianco al suo.

Hermione guardò l’orologio a muro di fronte a lei che segnava le 7 e 30 e si massaggiò la testa.

Poi le venne un dubbio.

Che Ginny non fosse mai tornata dalla sera prima?

Non sapeva se essere contenta o preoccupata, ma decise comunque di saperne certamente di più. Si vestì e in pochi minuti si ritrovò in Sala Comune, Harry al seguito.

“Buongiorno, Harry! Dormito bene?”
Il ragazzo sbadigliò e si stropicciò gli occhi.

“Sì, anche se il sabato per me è sempre un po’ triste sapendo che poi voi ve ne andate a Hogsmeade.”
“Oh, Harry!”

Hermione abbracciò il suo miglior amico, che lei adorava quando mostrava il suo lato tenero.

“Dai, andiamo a fare colazione, c’è tempo per Hogsmeade.”














Pansy Parkinson era già di malumore alle 7.00 del mattino. Quello che vedeva allo specchio era proprio ciò che il giorno prima aveva temuto che potesse accadere, mangiando quel piccolo biscotto che Julia le aveva offerto di nascosto.

Si morse un labbro mentre cercava in tutti i modi di nascondere con del trucco quel brufolo orrendo che si ritrovò sul naso.

Sospirò quando lo nascose un pochino, ma sapeva che quella giornata era già iniziata male, soprattutto perché la sua meta non erano le aule della scuola, ma camere di ben altro spessore.

Ma la principessa delle serpi non sapeva che presto quella giornata sarebbe andata anche peggio, per lei…





















Hermione e Harry entrarono in Sala Grande, che era ancora abbastanza vuota, nonostante qualche tavolo fosse già occupato.

Tra i mattinieri c’erano parecchie serpi, tra cui Malfoy, una Pansy Parkinson incazzata nera e Blaise Zabini.

La mora rivolse uno sguardo a quella tavolata, trovando in risposta due occhiate ben diverse: Draco, che le sorrise - cosa che Hermione contraccambiò - e Blaise, che le lanciò uno sguardo di fuoco, tanto che la ragazza si spaventò e distolse lo sguardo, turbata.

“Hermione?”
Harry le prese la mano notando il suo turbamento.

“Eh? - sobbalzò e guardò l‘amico con il sopracciglio inclinato - Ehm,  Sediamoci.”
 

La mora notò Ginny che stava spizzicando una crostata alla ciliegia poco lontano da loro e non esitò ad affiancarla sulla panca, Harry al seguito.

“Ciao, Ginny. Tutto bene?”
La rossa addentò la crostata e si voltò con la bocca piena.

“Sì, sì, gdrazie!”

La riccia fece una faccia disgustata e scosse il capo.
Perché Blaise l’aveva guardata in quel modo terrificante? A sentire Ginny, era andato tutto bene… che ce l’avesse direttamente con lei?

Decise di indagare.


“Ginny, allora com’è andata ieri sera?”
L’amica inghiottì la colazione e la guardò perplessa.

“Com’è andato cosa?”
“Ma l’appuntamento..! Perché…?”

Ma a Hermione balzò agli occhi di nuovo l’espressione cattiva di Blaise, che le fece mancare il fiato per un secondo. Poi un presentimento.

Si portò una mano alla bocca e afferrò il polso della rossa, che la guardò stupefatta.

“Ginny, hai letto il biglietto di Blaise, vero?”

Ma Ginny alzò le sopracciglia, le si avvicinò, sussurrando: “Di che diavolo stai parlando, Hermione?”


La riccia sospirò e battè un piede a terra, come una bimba che non ha ottenuto quello che vuole dai genitori.

“Cavoli!”
Si alzò all’improvviso e corse fuori dalla Sala Grande.

“Ma è pazza?”, chiese Ginny a Harry, che alzò gli occhi al cielo e si concentrò sulla sua colazione.
















Pochi minuti dopo un gufo sorvolò l’intera Sala Grande, planando poi sul tavolo dei Serpeverde e atterrando proprio di fronte a Blaise Zabini, che trasalì.

Draco e Pansy lo guardarono incuriositi, Nott scoppiò a ridere e Tiger e Goyle afferrarono la pergamena che l’uccello aveva attaccato accuratamente alla zampa.

Blaise glielo strappò dalle mani e li insultò.

“Girate alla larga, analfabeti.”
 Aprì il biglietto e lesse il contenuto in un secondo.

Draco cercò di scoprire cosa c’era scritto osservando le espressioni che si susseguivano sul suo viso: prima concentrato, poi stupito, poi terrorizzato, infine sconsolato.

Draco non capì comunque.

Blaise si alzò senza dire nulla, e a passo svelto uscì dalla Sala Grande, scontrandosi proprio con la mittente del messaggio.

“Blaise!”
“Granger. Che significa? È vero?”, disse, sventolandole davanti al naso il foglio di carta che gli aveva mandato.

Hermione lo trascinò in un angolo isolato.
“Sì! Ginny non ne ha mai saputo niente, per questo non è venuta ieri sera al tuo appuntamento.”

“Era compito tuo darle il mio biglietto.”
“Infatti. Io… non gliel’ho dato personalmente, ho pensato che fosse più carino che lo scoprisse da sola, così l’ho lasciato sul comodino, certa che al suo ritorno in Dormitorio l’avrebbe sicuramente notato.”

“Complimenti! E quindi?”

“Blaise, non lo so! Potrebbe essere caduto, non ne ho idea! Comunque ora si può rimediare, magari puoi chiederle di fare un giro a Hogsmeade con te oggi…”

Blaise distolse lo sguardo e strinse i pugni immediatamente.

Hermione notò il suo disagio e lo squadrò.
“Che succede? Ti sei già stancato?”, chiese, con una punta di acidità nella voce.

“No, è che sono un tipo vendicativo, io.”

Hermione strinse gli occhi.
“Continua.”

“Ieri sera dopo aver aspettato un’ora all’appuntamento di cui lei ignorava l’esistenza, sono andato da Gazza e gli ho detto di averla vista in giro oltre l’orario consentito.”

Hermione imprecò.

“Ma bravo! Sei un Serpeverde coi fiocchi, devo proprio ricredermi sul tuo conto.”

“Sono stato fin troppo bravo, credimi.”
“Bene, sarai soddisfatto. Hai perso l’occasione della tua… aspetta!”

Hermione ebbe un’illuminazione.

“Puoi mentire ancora! Per te non è una novità.”
“Cosa stai dicendo?”

Proprio in quel momento un miagolio li fece voltare entrambi verso le scale del primo piano.

“Mrs Purr!”, esclamarono all’unisono.

Hermione afferrò Blaise per il braccio e lo spinse verso le scale.

“Dirai a Gazza che ti sei sbagliato, che la ragazza che hai visto non era Ginny, ma un’altra.”, gli sussurrò, e lo spinse verso di lui.














Hermione si sedette tra i suoi migliori amici, i capelli tutti arruffati e le guance rosse.

Ginny la guardò perplessa e bevve del succo di mela.
“Hai visto Malfoy, per caso?”
Hermione diventò ancora più rossa e non le badò.

“No, ma mi devi un favore.”

Le due amiche si sorrisero, ma, tirato fuori l’argomento Malfoy, la mora non riuscì più a smettere.
“Sembri un’idiota, Hermione.”

La riccia sobbalzò e si coprì la bocca con le dita.
“Scusa, pensavo a Draco.”
“Allora, ci vai insieme a lui a Hogsmeade?”

Hermione non sapeva cosa rispondere. In effetti oggi avrebbero potuto avere un vero appuntamento, ma visto come la pensava Draco a tal proposito, la Grifoncina non si fece false illusioni, mentre il sorriso le scivolava via dal viso.

“Non credo, Gin.”
La rossa la guardò con aria interrogativa.

“Te l’ho detto, non vuole impegnarsi e uscire insieme credo che voglia proprio dire ‘non sei solo da scopare’”.
“Hermioncina, mi dispiace.”
La riccia alzò le spalle.

“Cercherò di godermi il meglio sotto le lenzuola, per ora.”

Ginny l’abbracciò, ma subito si allontanò: Bionde Serpi in vista.


“Granger, devo parlarti di una cosa, ti dispiace?”, disse Draco Malfoy alle spalle della mora, costringendola a voltarsi.
Parecchi Grifondoro vicini li guardarono incuriositi e con gli occhi fuori dalle orbite.

Hermione si alzò subito e lo seguì fuori dalla Sala Grande.
Una piccola speranza le si accese nel petto accompagnata da un rossore alle guance.

“So che oggi c’è Hogsmeade, ma non voglio che sembriamo una coppia, quindi… niente smancerie. Ok?”

Qualcosa si ruppe nel petto della riccia, che si sentì come se le avessero appena tirato un pugno allo stomaco.

Annuì.
“Ok.”



























“Gazza?”
“Signorino Zabini! Sto proprio andando, adesso… ha capito? È contento?”, disse, sputacchiando qua e là, la gatta al seguito.

“Devo chiederle un piccolo favore. Ieri era buio e ho scambiato Ginevra Weasley con un’altra persona.”

Gazza lo guardò con aria interrogativa.

“E quindi?”, ruggì.

“Nessun problema, so chi è stato, grazie anche a un prefetto di Tassorosso.”

“Beh, chi era?!”, incalzò con veemenza il guardiano impaziente.

Blaise si agitò e, in un secondo di follia e senza accorgersene, disse: “Pansy Parkinson.”












AUTRICE*



Sono successe parecchie cose tutte in una mattinata in questo capitolo, ma presto ne vedrete delle belle! ^^ Vi è piaciuto? Spero vi abbia incuriosito almeno un pochetto, era quello il mio intento! ^^


Ringraziamenti:




_zafry_ : ciao! Ahahah poverina, dai non dire così! Vedi, a Ginny alla fine è girata bene ^^ Sicuramente accadrà lo stesso a te ^^ ti è piaciuto questo capitolo? Un bacione, GIN

Rosa di cenere: Ciao! Ma tranquilla, non preoccuparti! Mi era sembrato che non ti piacesse più e c’ero rimasta un po’ male perché non mi avevi mai detto nulla! Ma tranquilla, puoi fare ciò che vuoi ^^ spero ti sia piaciuto questo capitolo, un bacio GIN


aalish: ehi ciao! Grazie *-* sono proprio contenta!!! Come ti pare questo capitolo? ^^ a presto, GIN


Sunrise92: ciao Terri! Lo so, io sono innamorata delle Ginny/Blaise! Io adoro entrambi i personaggi e credo che possano incontrarsi bene! Questo capitolo ti è piaciuto? Spero di sìììì!!! Un bacione, GIN


I4ll: ciao! Eh lo so, ma la suspanse è proprio questa ^^ piaciuto? Bacione, Gin

   
 
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