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Autore: Morea    16/11/2010    16 recensioni
Nessuno udì l'ultimo Neville mormorato da Alice Paciock.
Si perse nel silenzio della casa, mentre a miglia e miglia di distanza un altro flebile soffio di voce implorava qualcun altro, silenziosamente, come un'amante.
Tom.
Storia classificatasi undicesima con un punteggio di 49,50/50 al Planets' Contest di Bubi90.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nessuno. Storia di Ordinaria Follia.







Quando varcò la soglia, nessun flebile barlume d'anima entrò con lei.
Aspettò fuori, e nessun urlo straziante lo scalfì minimamente.

A qualche metro da quell'ombra incorporea, il suo involucro rideva.
Era sconvolto da tremiti di risa, lucidato da rivoli di sudore, vibrava, come pervaso da scosse d'energia.
E poi c'era la bacchetta tesa, stretta da falangi rigide fino allo stremo.
Nessuno avrebbe desiderato esserne il bersaglio.

Quando puntò la bacchetta alla gola di Alice, nessun brandello d'anima cercò di fermarla in qualche modo.
Rimase inerme, e nessun pianto disperato giunse al suo udito poco attento.

Eppure, i timpani funzionavano bene.
Le grida e le suppliche arrivarono a quelle sottili barriere, ma non le attraversarono: i secchi rifiuti, invece, lo fecero eccome.
Sciocchi, quei Paciock.
Negavano fino allo stremo, e questo non le piaceva affatto.
Le pupille le si dilatarono, mentre gli occhi degli altri si riempivano di lacrime, fino ad essere stanchi perfino per quelle.
La bocca le si contorse in un sorriso di scherno, mentre le labbra degli altri si allargavano in una muta richiesta di aiuto.
Le membra non le tremarono affatto, mentre gli arti degli altri vibrarono, in preda alla sofferenza più atroce.

Nessuno avrebbe mai dovuto negarle qualcosa.
Continuò a ridere, e nessuno la udì.

Non la udirono più neppure Frank ed Alice, dopo un tempo che a loro parve infinito ed a lei parve impalpabile.
Bellatrix scorse i loro sguardi vacui, e capì di averli imprigionati in un limbo più crudele della Morte.
Solo allora si ricordò di non essere andata lì da sola.
Vide Rodolphus, dal volto contratto, fissò Rabastan, quasi annoiato, ammirò Bartemius, dallo sguardo folle.
E sorrise.

Nessuno era fedele quanto lei al Signore Oscuro.
Nessuno era convinto quanto lei, nell'eseguire i propri compiti.
Nessuno, tranne colui che, alla sua destra, accarezzava la propria bacchetta come fosse una figlia devota.
Come stava facendo lei.

Nessuno badava più ai due individui dissennati che giacevano sul pavimento, né udiva i loro flebili sussurri: i pensieri dei Mangiamorte erano altri.
Lui si sarebbe arrabbiato.

In tre si Smaterializzarono, la quarta rimase immobile.
Il Signore Oscuro l'avrebbe elogiata lo stesso per il suo lavoro, il Signore Oscuro non le avrebbe mai negato la sua fiducia e la sua stima incondizionata... non l'avrebbe mai punita.
Mai più, almeno.
Mai come la volta precedente, se non altro.
Rise di nuovo, nel fissare i lineamenti disfatti di Frank ed Alice Paciock. Loro si meritavano quella sofferenza, la stessa che sarebbe stata inflitta a lei, a Rodolphus, a Rabastan, a Bartemius. Tutti coloro che non erano d'aiuto al Signore Oscuro dovevano essere puniti... tutti.
Fissò Alice, e vide se stessa.

Abbassò la bacchetta, mentre un altro ghigno le deformava il viso.
Non avrebbe portato all'Oscuro Signore informazioni utili, neppure quella volta.
Aveva fallito, e si sarebbe consegnata a lui, per farsi trattare come meritava.
Forse, un giorno sarebbe diventata folle anche lei.
O forse, era già folle come nessun altro.

Nessuno udì l'ultimo Neville mormorato da Alice Paciock.
Si perse nel silenzio della casa, mentre a miglia e miglia di distanza un altro flebile soffio di voce implorava qualcun altro, silenziosamente, come un'amante.
Tom.
Nessuno udì quella sillaba.
Neppure Tom, con la bacchetta alzata su un corpo accasciato, contorto, cruciato.












Storia classificatasi undicesima al Planets' Contest di Bubi90.

Pacchetto: Giove. Gli abbinamenti erano: Albus Severus Potter/ Saggezza, e Bellatrix Lestrange/ Pazzia. Ho scelto di lavorare sulla seconda accoppiata.
Altri personaggi: Alice e Frank Paciock, Bartemius Crouch Jr., Rabastan e Rodolphus Lestrange (lievemente accennati).
Note: la storia si riferisce al momento della perdita del senno di Frank ed Alice Paciock, dovuta alle Cruciatus inflitte loro da quattro Mangiamorte, capeggiati da Bellatrix Lestrange.
Ci sono accenni all'amore unidirezionale ed incondizionato che la donna prova per Voldemort: il 'Tom' finale è unicamente dovuto a questo, e di certo lei non osa pronunciarlo a voce alta, dato che Voldemort ha ripudiato quel nome, colpevole di ricordargli il padre e le origini Babbane. E' un nome da amante, tutto qui.

Aggiungo una nota che ritengo pregnante, dato che ho perso un po' il cervello, in questa storia: Leopardi diceva alla Natura Matrigna "Pene tu spargi a larga mano" e, al di là del doppio senso erotico che ho sempre visto in questa frase, volevo scusarmi con i lettori per "aver sparso virgole a larga mano". Le ho proprio seminate indiscriminatamente, fregiandomi di una licenza poetica che credo sia inappropriata nelle flashfic.
Ci tenevo a dire un'altra cosa, come mi ha giustamente fatto notare marik1989: ho collocato male la tortura dei Paciock. In realtà, la tortura da parte di Bellatrix risale a DOPO la sconfitta di Voldemort, quindi l'ultima parte della mia storia è fondamentalmente errata. Ammetto candidamente di essere fusa e di non aver assolutamente pensato all'errore, quando l'ho scritta, nè di aver pensato volontariamente ad anticipare la Cruciatus per motivi di trama. E' un errore grosso come una casa e mi dispiace davvero, ma non ho davvero il tempo per modificare la storia.





Il Parere della Giudicia :D


Grammatica: 9.4/10

Stile e lessico: 8.5/10 Una storia buona, ma se riletta qualche altra volta, poteva venire ancora meglio. Ho capito la concessione poetica che ti sei data sul “gli altri”, ma per la stilistica e il ritmo della storia non è risultata una bella scelta, l’hai ripetuta troppe volte all’interno di uno stesso discorso, tanto da non far quasi capire a chi era riferito. Per il resto va abbastanza bene e sono certa che con una piccola revisione in più avresti realizzato un’ottima storia.

Originalità: 13/15 Originale sì, ma non eccessivamente. Cioè, era ovviamente una caratteristica banale per Bellatrix, ma sembra quasi che tu abbia assegnato la caratteristica con una disinvoltura tale che, anche se l’idea era ottima, la storia sia risultata, effettivamente, alle volte, un po’ scontata. Ovviamente però non può essere ritenuta una storia prevedibile.

Attinenza alla traccia: 10/10 Su questo niente da dire. Hai sfruttato a pieno la traccia assegnatati e l’hai sviluppata in modo da non perderla mai di vista. Non posso dire altro, poiché va tutto bene!

Gradimento: 5/5



Giudizio: La tua storia, anche se non ha avuto un punteggio altissimo, per errori stilistici, mi ha piacevolmente colpita. Sarà che mi piace molto Bellatrix, ma mi hai fatto vedere una donna davvero Pazza con la P maiuscola! Hai approfondito così tanto le manie e le uscite di testa della donna, che mi è quasi parso di impazzire anche a me. La differenza tra i quattro Mangiamorte è curata in modo da far capire ancora meglio la mentalità contorta di questa donna, e le somiglianze con alice sono una scelta ottima. Non posso che farti i complimenti per la bella storia.



Totale: 45.9/50

[Errori di battitura]0.05 - //

[Errori maiuscole-minuscole, punteggiatura] 0.15- 0.60 - 3 virgole mancanti e 1 punto mancato.


[Errori grammaticali] 0.25 - //

  
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