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Autore: Marselyn    17/11/2010    1 recensioni
"Erano dunque arrivati a quel punto.
Non si spiegava perché, ma il pensiero di dover rompere i rapporti con Elyn lo rattristava. C’erano poi molte altre cose che non si spiegava: il come era stato possibile creare quella sintonia, averla cercata e non aver capito che era, forse, importante per tutti loro. Non si spiegava come nessuno di loro, fino ad allora, si fosse mai chiesto quanto quei pomeriggi passati insieme, tra persone che dovevano spontaneamente odiarsi, fossero strani e illogici nel loro scorrere veloci e così vivi. Non riusciva a spiegarsi come fossero arrivati al punto di cercarsi, di trovarsi e consumare ore intere insieme, come fossero arrivati anche solo al punto di parlarsi senza urlare, senza mai rendersi conto di quanto solo tutto questo fosse già pazzesco e contro ogni loro coerenza. Tutto indicava quanto irragionevole fosse stata quella vicinanza e Sirius proprio non si spiegava come fossero arrivati a quel punto senza mai domandarsi come mai tutto stesse andando in modo così strano, così trasparente, così autonomo, vivo e senza controllo." [cap. 17]
Dall'autrice: Con ogni probabilità, potreste avere l'impressione che i primi e gli ultimi capitoli siano stati scritti da persone totalmente diverse.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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15. Coccinelle e fili d'erba

«Per la Barba di Merlino, allora non mi ascolti?!» sbottò Remus. «Vedi questa? Questa è una bacchetta e deve muoversi in un determinato modo per funzionare!»
«Non ho chiesto io il tuo aiuto, Lupin.»
«Ma non sarebbe male se ne cavassi qualcosa lo stesso!»
Elyn si colorò di rosso dalla rabbia. Neanche il fresco venticello sembrava raffreddarla.
Sirius ridacchiò per l’ennesima volta: da quando, tre giorni prima, avevano iniziato con quella storia del recupero pomeridiano, non faceva altro.
Precisamente, da quando James, il venerdì prima, aveva imposto sulla vita di Elyn - contro ogni sua ribellione - le proprie leggi, i cinque si vedevano quasi con la stessa frequenza di quanto non facessero lui, James e Elyn nel periodo di punizione.
Finite le lezioni, Sirius, James, Remus e Peter si recavano al faggio, e quando decidevano che la noia infruttuosa cominciava a inebetirli, si mettevano in piedi e sincronicamente camminavano spediti e sicuri come biglie verso il pioppo di Elyn, sedendolesi accanto.
Questa si rifiutava categoricamente di sopportare la loro presenza, e lì interveniva James con minacce e ricatti, e come un cucciolo impotente, quanto inviperito, lei si arrendeva ad una nuova, tragica ora di Trasfigurazione.
Remus era il professore per eccellenza, professionale e incolore.
Le faceva fare per aria, cento volte, qualche movimento con la bacchetta, le spiegava qualche base teorica della Trasfigurazione, dopodiché tirava fuori da un barattolo bucato delle coccinelle raccolte prima, o strappava dei fili d’erba per poi metterglieli davanti.
Sirius era convinto che prendesse davvero sul serio tutta quella storia, forse anche troppo.

Ma se prima Elyn riusciva perlomeno a trasfigurare per metà il filo d’erba in una coccinella, adesso non ci riusciva del tutto.

James si ostinava a tenere nascosta la misteriosa ragione per la quale aveva dato inizio a tutta quella folle impresa e, nonostante Remus negasse, Sirius sospettava che l’amico avesse detto al mannaro qualcosa. Peter, invece, sembrava saperne quanto lui.
Aveva ipotizzato la qualunque: che James si fosse innamorato di Elyn – ipotesi che, però, escluse fin da subito, visto che l’amico continuava a blaterare su Evans -; poi che fosse stato Remus ad essersi innamorato di lei – anche questa poi fu esclusa, viste le frequenti discussioni furiose e le incessanti perdite di pazienza che caratterizzavano le loro lezioni -; e infine pensò che Peter se ne fosse innamorato - più per par condicio, che non perchè lo pensasse realmente, visto che l’amico non pronunciava mai parola alcuna quando si trovavano insieme, piuttosto, si limitava a guardare, muto -.
Da un po’ di giorni, Sirius passava le serate a costruire teorie e a buttarle giù, come fossero castelli di carta, sul perchè James avesse scelto quella mossa, e dove voleva arrivare.
Quando una persona a te cara - anzi, la più cara che hai - offre il suo aiuto ad un’altra persona che nei suoi riguardi sfiora i limiti dell’odio, e tu non arrivi neanche a sfiorare la comprensione di quel gesto, ti domandi se veramente conosci quella persona.
Ma era di James che si parlava, chi poteva conoscerlo meglio di lui?
Alla fine, dopo ipotesi celestiali e supposizioni infondate, Sirius cullò la sua spiegazione sulla certezza di una cosa che conosceva decisamente bene dell’amico: la follia.
Magari era quella la risposta: follia pura.

Elyn, comunque, sembrava negata in Trasfigurazione, ancora di più di quanto non lo fosse Peter. E questo era tutto dire.
Remus, più degli altri tre, ci stava provando davvero con tutta l’anima e, con ogni briciolo di immaginazione ed inventiva che si ritrovava, tentava di capire per quale motivo lei fosse così brillante in incantesimi e così irrimediabilmente nemica della Trasfigurazione.
Ancora non gliel’aveva detto, ma Sirius, dopo tre giorni di quasi del tutta taciturna osservazione, credeva di conoscere la risposta.
Non era un caso se i movimenti di Elyn con la bacchetta fossero sempre perfetti in aria e una volta rivolti all’oggetto della trasfigurazione disastrassero improvvisamente, senza un’effettiva ragione plausibile.
Era, quindi, sicuro che Elyn sbagliasse di proposito.
Era evidente anche la ragione: non voleva concedere la soddisfazione di migliorare davanti ai loro occhi, e magari offrire loro anche il merito su un piatto d’argento.
Era buffamente ostile e di una bellicosità comica.

Era divertente, però, osservarla filare la trama della sua avversione con tanta maestria e fantasia. E Sirius l’avrebbe lasciata fare, curioso di sapere se un giorno si sarebbe stancata di tutta quella farsa.
Remus, d’altro canto, sembrava convinto della reale incapacità della ragazza e della sua totale mancanza di miglioramento, ed era altrettanto evidente che prendeva quella scarsezza, anzi, assenza di cambiamenti, su un piano profondamente personale.
Era una mancanza di Elyn, o una sua inadeguatezza professionale?
“Povero Remus” pensò Sirius.

«Se solo potessimo farla finita con tutta questa idiozia, forse migliorerei davvero, sola» replicò lei, aspramente.
«Senti, se vuoi correre il rischio che James canti a Severus tutto quello che hai fatto per lui e Sirius, bene, a me non importa. Io non posso legare James e non posso neanche mettergli una museruola in bocca, sebbene spesso lo desidererei con tutto il cuore! Pensi che io mi diverta a constatare quanto tu sia un disastro in una materia splendida e basilare come la Trasfigurazione? Bè, a titolo informativo, io non mi diverto! E se potessi tornare indietro nel tempo, ucciderei James nel momento stesso in cui ha dato vita a questa colossale idiozia, come la chiami tu, ma purtroppo non posso! E, nonostante abbia ben altro da fare che stare qui, a cercare di insegnare qualcosa ad una quindicenne negata in Trasfigurazione, non me ne starò con le mani in mano! Tu brillerai in questa dannatissima materia, dovessi anche metterci una vita a farti trasfigurare correttamente una maledettissima coccinella!»
Sirius sbottò a ridere, abbandonato con la schiena sul tronco dell’albero a pochi passi dal pioppo, dove ormai si appostava ogni pomeriggio.
Elyn e Remus si voltarono simultaneamente, lo stesso sguardo furioso, come se entrambi si fossero appena trasformati in lupi mannari.
«Non ridere, Black» sibilarono, insieme. Poi Remus proseguì: «Perchè non mi dai una mano, piuttosto! Non vedi com’è? Un disastro, un disastro!» sbottò, esasperato.
Elyn lo guardò allibita e gli sferrò un pugno sulla spalla. «Vedi di piantarla, Lupin»
«E’ la verità! Sei una frana!» continuò, con un tono che sfiorava la disperazione.
«Quando hai intenzione di smetterla? Non costringermi a fatturarti!»
«Non c’è alcun pericolo, io me ne torno in Sala Comune a ripassare Difesa contro le Arti Oscure! Sirius, lascio a te il posto.» E si mise in piedi.
«Lupin, non vorrai lasciarmi qui con Black?!» domandò Elyn esterrefatta, issandosi su.
«Perchè, scusa?» protestò Sirius, indignato, ma nessuno gli prestò ascolto.
«Esattamente» replicò Remus, scrollandosi l’erba di dosso.
«Allora io me ne vado!»
«Tu resti qui, altrimenti dico a James che ci hai piantati in asso prima che passasse l’ora da lui stabilita» ribatté Remus, asciutto, puntandole un dito contro.
«Non puoi costringermi, questo è un regime!» Lo sguardo di Elyn scintillava di sfida.
«Vuoi scommettere? E anche se non glielo dicessi io, lo verrebbe a sapere comunque. Quello ci mette un minuto a raggiungere Severus e a farti fare la tua bella figura da Malandrina»
«Non osare neanche pensarlo» sibilò lei.
«Cosa? Tu Malandrina? Allora tu sai cosa fare» replicò, reggendo lo sguardo tranquillo. «Io non posso farci nulla» concluse, scrollando le spalle.
Elyn gli tenne gli occhi puntati qualche secondo. Poi deglutì la rabbia e si sedette nuovamente a gambe incrociate sull’erba. Remus si voltò, incamminandosi verso il castello. Dopo qualche secondo sparì.

Come quell’ultimo giorno di punizione, Sirius e Elyn erano di nuovo soli.
James preparava gli allenamenti del giorno dopo e Peter gli dava una mano. Remus e Sirius erano gli unici ad aver tenuto la lezione di lei, quel giorno.
Ma mai, mai fino a qualche secondo prima, Sirius avrebbe potuto immaginare che da lì a poco sarebbero rimasti soli. L’idea lo turbò non poco.
Elyn gli puntò lo sguardo freddo addosso.
Sirius, controvoglia, gettò via il filo d’erba rinsecchito che teneva in bocca e si avvicinò carponi verso di lei.
Le si fermò a gambe incrociate a un metro di distanza. Sembrava profondamente seccata. Rimasero in silenzio per quelli che sembrarono un’interminabile numero di secondi. Cinque o sei, dilatati a ore.

«Hai intenzione di cominciare?» esordì finalmente lei, pungente.
«Io non ho niente da cominciare» replicò Sirius, in tono perfettamente tranquillo. «Almeno non fin quando mi mostrerai davvero cosa sai fare.»
Elyn inarcò un sopracciglio, perplessa o sarcastica, o forse un miscuglio di entrambi.
«Niente» rispose lei, con gran semplicità. «Assolutamente nulla. Quello che hai visto è tutto ciò che so fare e sono sicura che voi non riuscirete a tirare fuori niente di meglio da me.»
Sirius sbuffò, annoiato.
«Puoi anche farla finita con questa recita» replicò, asciutto. «E’ inutile e anche noioso, visto e constatato che dobbiamo stare qui per forza. Perlomeno riusciremo a migliorarti davvero. Se James l’ha detto, vorrà dire che ha davvero visto con i suoi occhi che non brilli certo in Trasfigurazione: non brilli, ma non sei neanche a terra. Avvertimi quando la pianterai di fingere di non saper far nulla: allora io farò qualcosa. Se vuoi restare a braccia conserte, con le mani in mano, senza far nulla fino a quando quest’ora non passi, bene, non mi oppongo.»
Elyn tacque qualche secondo.
«Mi spieghi perchè tutta questa ipocrita scenetta?» rispose dopo, con tono sinceramente interrogativo, quasi ancora stupito. «Non dirmi che a Potter interessa davvero il mio rendimento scolastico, perchè è una scusa che non sta né in cielo, né in terra» Il suo tono sembrava quasi normale, ora. «Posso almeno sapere per quale motivo mi ritrovo costretta a prendere delle ripetizioni da voi, senza neanche poter essere libera di oppormi?»
Sirius rimase in silenzio qualche secondo.
«Credimi» disse, poi. «Non ne ho idea» continuò, scrollando il capo.

Sì, doveva ammettere che era davvero orribile essere costretti a convivere ore intere con persone con cui non si ha assolutamente la minima voglia di stare. Immaginò quale orrore dovesse essere prendere ripetizioni di Storia della Magia – materia che detestava dal più profondo del cuore – da Mocciosus: la sola idea gli dava il voltastomaco.
Eppure, neanche lui sapeva per quale assurdo motivo a James era balenata in mente quella altrettanto assurda idea.
Era davvero terribile, a pensarci.
Quasi si sentì in colpa.

Elyn lo guardò negli occhi qualche istante, con il suo fare sospettoso e scrutatore, come volesse ancora una volta constatare la veridicità delle sue parole. Sospirò, si inumidì le labbra e pescò la bacchetta da terra.
Aveva capito che lui ne sapeva quanto lei.
Strappò un filo d’erba, se lo mise sul palmo sinistro e gli mosse contro la bacchetta.

Un istante dopo, una perfetta coccinella con una bizzarra antenna verde perlustrava la sua mano.
Alzò lo sguardo abbattuto verso Sirius.
«Ecco» disse, la voce condita di una nota esasperata. «Questo è quello che so fare.»

*

«Riprovaci»
«Sono stanca, Black»
«Riprovaci»
«E’ inutile, le mie coccinelle avranno sempre un’antenna verde.»
«Non vedi che è più corta adesso? E le ali sono più lunghe? Avanti, è questione di pratica.»
«Sono stanca!»
«Anch’io non mi diverto, sai? Tra poco arriverà James e ti lascerà andare, ma fino ad allora dobbiamo pure far qualcosa, non credi? Riprovaci!»
Elyn sbuffò e lo guardò accigliata.
«Lo capisci che è un’assurdità tutta questa storia? Roba da matti! Non sono libera di alzarmi e mettermi a nuotare nel lago solo perché voi mi minacciate di parlare a Severus!»
Tecnicamente, pensò Sirius, lui non la minacciava affatto. Era James l’artefice di tutto. Fece per controbattere, al fine di difendersi da quelle accuse infondate, ma pensò che non poteva tradire l’amico così. Seppur nella follia, Sirius l’avrebbe appoggiato.
Cercò poi di ignorare il pensiero che, in realtà, quella storia non gli sembrava neanche tanto male.
«E se non volessi? E se adesso mi alzassi, e me ne andassi tranquilla dal professor Silente per riferirgli tutto?» continuò lei. «E’ un’assurdità, Black, lo capisci? Io ce l’ho a morte con voi, vi odio con tutta me stessa a causa di quello che fate a Severus, e mi ritrovo a condividere una punizione con voi, ad assumermi colpe che non ho per evitarvi l’espulsione e a sorbirmi le vostre ripetizioni di Trasfigurazione, sebbene non ne abbia bisogno e malgrado non ne abbia la benché minima voglia! Black, è assolutamente inconcepibile! Lo capisci?»
Sirius sbuffò: perchè diavolo non la piantava di lagnarsi, visto che non ne veniva comunque a capo di nulla?
«Vuoi andartene? Fallo
Elyn sospirò irritata.
«Hai una gran faccia tosta»
Sirius sorrise, sardonico. Lei gli lanciò un’occhiata che non aveva nulla di cordiale.
«Riprovaci».
Controvoglia, lei riprese la bacchetta e trasformò il filo d’erba in una coccinella.
L’antenna verde era ritornata lunga e le ali si erano riaccorciate.

*

«Due centimetri».
«Ti dico che non è cambiata, è sempre due centimetri e mezzo».
«Stai scherzando, spero. Vedi? Si è anche scolorita...»
«Hai qualche problema di vista? Secondo me, è anche più scura di prima».
«Forse... beh, comincia ad avviarsi verso il nero, ci sta dando una mano, vuole aiutarci».
«E’ un’assurdità, Black. La Magia non ha intenzioni: o è, o non è, non esiste che voglia essere».
«Sei sempre così cinica?»
«Buonsalve a voi due!» esordì una voce squillante. «Che state guardando? Ehi, quella coccinella ha un’antenna verde, o mi baglio? Dov’è Lunastorta? Vi ha piantati in asso?» James, con la divisa da capitano e la scopa in mano, si avvicinò, scrutando con interesse la piccola coccinella che, tra i due, ispezionava il prato. Peter, dietro di lui, non si mosse.
«Cos’è Lunastorta?»
«E’ Remus» rispose Sirius in tono pratico, ignorando lo sguardo confuso di Elyn. «Se n’è andato» continuò, guardando James.
«Voi chiamate Lupin ‘Lunastorta’? Che cosa...» domandò, allibita. Scosse la testa come se volesse allontanare un ronzante insetto fastidioso, poi aggiunse in fretta, mettendosi in piedi: «Lascia stare, non voglio saperlo». Si scrollò con forza il mantello, poi fece per parlare, ma infine si voltò semplicemente, incamminandosi verso il castello.
Senza volerlo, Sirius e James, e forse anche Peter, la seguirono con lo sguardo fino a quando non scomparve dentro l’austero portone.
Si sentirono due fessi. Tre fessi.
Se ne era andata così, senza degnarli di un congedo rispettabile.

«Cosa ne pensi? Dici che va bene così?» esordì poi James, con una nota di divertimento in voce.
Sirius si accorse che la coccinella con l’antenna verde continuava a gironzolare curiosa tra i fili d’erba: le accostò un dito accanto e quella vi si inoltrò senza troppi complimenti, cominciando, come un cercatore d’oro, a perlustrare la sua mano.
Osservò l’antenna verde, assorto.
Sì, ne era sicuro: era più corta dei giorni precedenti. Le lezioni sembravano davvero funzionare.
«Sì, direi di sì» proferì a parole, ridestandosi dalla concentrazione totale destinata all’animale, convincendosi ancora di più dei progressi avvenuti. «Direi che va bene, comincia a migliorare...» confermò, cercando lo sguardo di James.
Ma questo sembrava sul punto di sorridere. Lo guardava con occhi deliziati, ma come se non fosse effettivamente soddisfatto della risposta. Come se si fosse aspettato dell’altro.
«Volevi dire questo, no?» domandò Sirius, confuso. «Se vanno bene le ripetizioni?»
«Forse...» rispose, sorridendo beffardo. «Lascia perdere, andiamo.» Si mise in groppa alla scopa, infischiandosi del divieto di volo nel prato e lievitò verso il castello.
«Ramoso! Che volevi dire?» urlò Sirius, riaccomodando il leggero animaletto antennato sull’elegante curva di un filo d’erba. Si mise in piedi, afferrando il mantello abbandonato per terra, afflosciandolo ad arco sulla spalla destra. Fece un passo, deciso a raggiungere l’amico, ma si fermò di scatto.
Si voltò nuovamente fissando il punto in cui aveva abbandonato la coccinella. La vide: rossa di nero macchiata e, come una bacchetta puntata verso il cielo, il piccolo antennino verde, unico indizio scomodo dell’avvenuta trasfigurazione. Con fare furtivo, come se non volesse essere visto, la riacchiappò fra le mani, chiudendola in una gabbia di dita.
Si voltò di nuovo e si incamminò verso il castello.

Con sorpresa capì perchè James si era azzardato a volare nel prato, nonostante la dura proibizione – certo, James non badava a regole morali, ma avrebbe evitato di abbandonarsi a così sciocchi desideri, arrischiando inutili punizioni: c’era ben altro genio e fin troppo malizioso, geniale e malandrino nella sua testa, per abbandonarsi a certe cadute di stile; le sue (o le loro) marachelle erano sempre di grande aspirazione e le continue punizioni valevano sempre qualcosa di più che un semplice e inappagante volo sul parco, di ritorno dal campo di Quidditch, per giunta -. L’assurda spiegazione risiedeva nel semplice fatto che il parco era praticamente vuoto.
Si guardò intorno, sconcertato, cercando una spiegazione a tanta desolazione. La risposta non fu difficile da trovare: soltanto uno spicchio di sole tardava a tramontare e la luce rossa e morente inondava il prato vellutato di verde, allungando smisuratamente le ombre. Dovevano mancare pochi minuti alla cena.
Affrettò il passo, non perchè il fatto di essere fuori orario lo inquietasse o lo intimorisse in vista di un’eventuale punizione: in quel frangente era perfettamente tranquillo, poiché le sue doti d’ammaliatore lo avrebbero scagionato, servendosi di una banale scusa.
Affrettò il passo perchè fu scosso dal realizzare che, quel pomeriggio, aveva passato ben due ore e mezza ad assistere ai mille tentativi di una ragazza, seduta a gambe incrociate di fronte a sé, che cercava di trasformare un filo d’erba in una coccinella.
Un’ora e mezza in più di quanto non fosse previsto.

Due ore e mezza, e lui non se ne era mai accorto.






Note.
Vi prego non uccidetemi ç_ç
Sono incorreggibile, imperdonabile, punibile per legge tra un po’!
Vi prego, perdonate l’enorme, disgustoso ritardo!
Spero davvero, con tutto il cuore, che non succeda anche per il prossimo capitolo: anche se, ahimè, mi sa che non posterò mai in tempi decenti, d’ora in poi, colpa: 1) mancanza di ispirazione – forse, però, comincia a migliorare questo frangente, sia ringraziato il cielo! -. 2) Scuola, scuola, scuola. 3) Le prime due in numero periodico.
Ad ogni modo, spero vi sia piaciuto il capitolo *w*
Ho notato che il comportamento di James ha destato non pochi sospetti XD Non dirò molto, perchè comunque non ho neanche io chiaro cosa comporterà ciò che ha fatto xD E... potrebbero esserci cambiamenti, insomma. Allora, la questione James è una cosa un po’ particolare... anzi, no. Spero di non deludervi dicendovi che forse non c’è nulla di misterioso nella sua proposta, o almeno per adesso. Insomma, James è tutto un po’ un caso particolare, la sua proposta era più una questione di ego personale, però, ciò non toglie che... basta xD Ad ogni modo, le intenzioni di James abbastanza trascurabili per adesso... ma. Punto. LOL.

Ora rispondo in fretta alle recensioni:
Sall: Ehi! Un piacere risentirti ** Allora, i Malandrini sono al sesto anno, sì, ma Elyn è al quinto: ha un anno in meno di Severus, perciò anche di loro (: Sono contenta ti sia piaciuto *w* Grazie! (:
Gianno11: ghghgh l’appuntamento con Mary. Chi vivrà vedrà! XD Bè, ci stava la vendetta di Remus u.ù E’ buono e caro, però quando esagerano quei due xD Spero questo capitolo non ti abbia deluso (: Grazie!
Jame: Grazie! E’ stato proprio leggendo la tua recensione che mi sono decisa a postare, nonostante sia un po’ indietro con la stesura dei capitoli, e non è per nulla saggio andare avanti a postare. Ma non posso e non ho intenzione di lasciare questa storia in sospeso, anche perchè le idee ci sono. Non immagini neanche quanto piacere mi abbia fatto leggere le tue parole, specialmente considerando che alla chiarezza del carattere dei Malandrini, come anche quello di Elyn, ci tengo moltissimo ** Spero di essere riuscita a delinearli più o meno come li ho sempre immaginati :) Sono davvero contentissima per la tua recensione, anche perchè pensavo che ormai non ci fosse più nessuno abbastanza pazzo da leggere un mattone come 14 capitoli di storia, arrivando a malapena a constatare che al quattordicesimo capitolo i personaggi si sono appena rivolti la parola! xD Sono contentissima, grazie ancora! :)

Arrivati! Ringrazio sempre chi legge, e le nuove santissime persone che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate e seguite! Mi sembra quasi impossibile che qualcuno ancora legga tutti i capitoli dall’inizio alla fine! Di quest’andazzo questa storia durerà 200 capitoli o.ò
Grazie mille a tutti!
E scusate ancora per il tremendo ritardo ç_ç
Byeeee!
   
 
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