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Autore: LenoreF    19/11/2010    1 recensioni
Sono Sidney Becher, ma mi considero Sidney e basta, visto che non ho idea di dove siano i miei genitori. Ho 13 anni. Segni particolari: senza futuro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Green Day and Me'
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Billie compose frettolosamente il numero sul telefono, poi lo portò all'orecchio.
Impaziente attendeva  che quel fastidioso "tu..tu.." finisse.
«Pronto?» finalmente il fastidioso suono finì.
«Ciao Adie» disse Billie, con un tono di voce che non avevo mai sentito. Era dolce, carico d'amore.
«Oh Billie,sei tu. Ciao!» rispose Adie, felicissima.
Billie rise.
«Sono nell'hotel a New York. Siamo scesi poco fa» disse Billie, iniziando a camminare per la stanza.
«Bene. Com'è andato il concerto?» rispose Adrienne.
«Oh, benone. Voi lì come state? E' tutto apposto?» rispose Billie.
«Certo, però ci manchi»
«Anche voi mi mancate»
«Aspetta, c'è Jacob che vuole parlarti»
Un altro sorriso.
«Papà!» disse un bambino.
«Hei Jacob, ciao piccolo» disse Billie.
Vedevo in lui una felicità che gli mancava da un po.
«Papà, quando torni?»
«Presto..Come va lì? Fai ancora a botte con Joey?» chiese Billie ridendo.
«Quando mi da fastidio si» rispose Jacob.
«Non dovete fare a botte, poi mamma si arrabbia e lo sai com'è quando urla» diceva Billie ridendo.
«Guarda che ti sento» disse Adrienne. Billie rise.
«Joey dov'è?» chiese il chitarrista.
«Eccomi papà» rispose un altro ragazzo.
«Hei, Joey, ciao» disse Billie.
«Sei arrivato a New York?»chiese
«Si, sono in hotel» rispose Billie.
«Ok..Torna a casa presto!» disse Joey.
Billie rise.
«Mi mancate tutti, davvero tantissimo. Non vedo l'ora di riabbracciarvi» disse Billie.
«Anche noi papà!» rispose Jacob.
«Scusate, ora devo andare. Mi passate un attimo la mamma?» chiese Billie.
«Ok..Ciao papà!» urlò Jacob.
«Ciao piccolo, ciao Joey»
«Che c'è Billie?»
«Devo andare, ci sentiamo»
«Ok»
«Hei, ti amo» disse Billie con un tono dolcissimo.
«Anche io Billie. E non vedo l'ora che torni» disse Adie.
Billie sorrise. Finì di salutare Adrienne e riattaccò il telefono.


Io intanto mi ero messa ad esplorare il mio cellulare. C'erano delle foto di Milton e me. Altri mille ricordi ritornavano nella mente.
Sorridevo ad ogni foto che vedevo, ad alcune sospiravo.
"Quanto vorrei che tu fossi ancora qui, Mil.." pensavo.
«Hei Sidney, ho fatto» disse Billie, sedendosi vicino a me.
«Ah, già?» chiesi.
«Si, non ti volevo lasciare sola»
«Così mi fai incazzare. Resta di più con la tua famiglia, idiota, io sto bene» lo rimproverai.
«Uhuh, fai la dura» disse Billie. Gli tirai una gomitata.
«Sai che stasera giriamo New York?» disse Billie.
«Figo» risposi.
Me ne stetti un'altra mezz'ora buona a guardare le foto, poi qualcosa mi interruppe.
«Ragazzi sveglia, è ora di andare» urlava Trè, bussando alle porte.
Uscii nel corridoio.
«Potresti almeno non urlare?» gli chiesi.
«No, perchè poi non mi sentite. E voglio sbrigarmi, i pub migliori aprono ora. E se arrivi tardi ci trovi un sacco di gente» disse Trè.
Risi. Era il solito ragazzino. O ragazzaccio.
«Andiamo che sennò questo non la smette più» disse Mike, chiudendo la porta scocciato.
Billie sospirò e chiuse la porta.
Trè si era già studiato dove si trovavano i migliori pub di New York. Ci trascinò in macchina e si mise alla guida.
«Perfetto. Stasera ci diamo alla pazza gioia» disse.
Mike rise.
«Ormai tu devi darti alla pazza gioia ad ogni benedetta città in cui andiamo in tour» disse Mike.
«Esatto, e New York è una delle migliori in fatto di birra. Ma la migliore è sicuramente la Germania. Oh, amata Germania..» diceva Trè.
Io risi. Trè frenò di scatto, ci fermammo davanti ad un pub, già pieno di gente.
«Io proporrei di prendere le birre e andarcele a bere in santa pace da un'altra parte» disse Billie, notando già la folla.
«Sono d'accordo con te» disse Mike.
Trè scese e si diresse dentro il pub.
«Fa sempre così?» chiesi.
Mike annuì sconsolato.
«Oh, chissà che stress» dissi.

Dopo un po Trè tornò con un sacco di bottiglie in mano. C'era di tutto.
«Dilemma: dove andiamo?» chiese Trè.
«Boh. Vai al Central Park, è figo la notte» disse Billie.
Trè ascoltò l'amico e ci portò al Central Park. Non c'era nessuno. Billie aveva ragione: era davvero figo.
«Perfetto» disse Mike, aprendo lo sportello e scendendo. Si sedette su una panchina sotto un lampione e si mise a sorseggiare una birra.
Billie e Trè fecero la stessa cosa.
Tutta la sera passò così, a cazzeggiare. Tra una bottiglia di birra e una sigaretta.
Ad un certo punto me ne tornai in macchina, poco distante da loro, e mi misi a dormire. Ormai io dormivo sempre.


Hei ragazzi..
Sono priva di ispirazione D:
So come devo continuare, però non succede nulla di nuovo, almeno per ora.
Scusatemi se sono noiosi questi capitoli D:
   
 
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