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Autore: Ein    22/11/2005    1 recensioni
In un futuro dove le macchine minacciano l'incolumità umana, nasce un'attrazione segreta fra un umano e un Cyborg, ma fra due mondi tanto diversi come si può accettare un amore tanto folle? Un nuovo mondo fantastico vi si aprirà davanti a voi e fra le diversità di classi e il razzismo contro le macchine, assisterete alla nascita di un nuovo futuro...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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3.DIVERSITÁ DI CLASSE

 

 

L’indomani mattina, svegliata da un raggio di sole, Akiko si alzò e si preparò.

Prese una vecchia sacca dall’armadio antico nel fondo della stanza e vi mise i suoi tesori: una spazzola, uno specchio e un pettine d’argento, qualche foto della famiglia e un vecchio album da disegno. Mise un solo vecchio abito ammuffito, perché non ne aveva altri, dopotutto i cyborg non hanno bisogno di ricambi poiché non sporcano, non avendo pori di sudorazione.

Un’ultima occhiata alla vecchia rumorosa e umida stanza, spalancò la porta e scese di sotto dove trovò tutti i membri della famiglia sulla soglia di casa, che le sorridevano felici. Una navetta li condusse fino al porto dove era ormeggiata la R2CN. Era una grande nave sospesa nel cielo e dai suoi tubi di scarico si innalzava del fumo.

I Miller e Akiko iniziarono a salire sulla nave, con i bagagli in una mano e il biglietto nell’altra. Arrivati vicino all’usciere chiesero indicazioni per raggiungere le proprie camere, passarono per il ponte e lì Sarah s’incantò << È enorme! Guarda Akiko, guarda che propulsori! Voleremo in buone mani>>.

A partire dal 2158 le case Rombo Rosso e Cerchia Nera si unirono e crearono un tipo di nave che solcavano i cieli, i mari ormai inquinati furono ripuliti e sui fondali oceanici furono costruiti alberghi per la terza, quarta e quinta classe. In un primo momento queste navi furono a scopo bellico, ma quando la Cerchia Nera costruì il super cannone a raggi mortali, idea sottratta al Rombo Rosso, le navi volanti furono usate esclusivamente per crociere aeree.

Akiko scrutò il suo biglietto, si accorse che la sua stanza era lontana da quella dei suoi genitori adottivi.

<<Numero 260>> disse Sarah sbirciando sotto le mani della sorella << Ma noi stiamo nella 240! Perché ci hanno divisi?>>.

La ragazza non rispose, si limitò semplicemente a chinarsi e a dare un bacio sulla fronte della piccola, poi si avviò verso la sua stanza, si trovò alla fine del corridoio di fronte ad una vecchia porta giallastra con il numero 260 scritto a pennarello, sembrava quasi che la stanza fosse stata fatta al momento. In effetti l’interno lasciava proprio pensare che quella non fosse mai stata una camera. L’ambiente era molto stretto, le pareti erano dello stesso colore della porta, dal soffitto penzolava una lampada con alcuni fili elettrici scoperti, nel fondo dell’ambiente c’era un vecchio armadio ammuffito che occupava gran parte dello spazio e poi un vecchio letto che sembrava quasi volesse cedere da un momento all’altro. Accanto all’armadio giacevano alcuni secchi di ferro, arrugginiti dal tempo, e delle scope spezzate in due. Quello doveva essere stato uno stanzino che conteneva tutti gli utensili per la pulizia della nave. Sul vecchio letto malandato c’era una targhetta dorata con su inciso: 1ª classe, che la ragazza prese e appuntò sul petto.

Akiko sollevò il biglietto e lo portò sotto la luce fioca della lampada che penzolava dal soffitto e lesse <<cyborg>>, era questo il motivo per cui era stata divisa dalla sua famiglia e stipata in quel vecchio stanzino.

Una sirena, distolse Akiko dai suoi pensieri. Tutti si precipitarono sul ponte di poppa, la giovane si sporse per vedere al di là della balaustra della nave.

Il veicolo possedeva un’enorme elica circondata da cinque tubi chiamati propulsori nucleari, che permettevano lo spostamento aereo della nave. La ventola inoltre evitava l’inquinamento o la fusione del nocciolo. Sulla sommità della nave c’erano tre enormi canne fumarie, le prime due svolgevano il normale compito di far sfogare i fumi nocivi, mentre la terza, la centrale, raccoglieva gli stessi fumi di sfogo emanati dalle due canne e le trasformava in energia.

La crociera aerea era formata da tre enormi piani esterni, all’interno, invece, ne possedeva ben sei, uno per ogni classe: con stanze lussuose per la quinta, quarta e terza classe e un piano intermezzo, dove c’erano centri commerciali di ogni genere: punti shop, centri di bellezza, ristoranti con vista panoramica e piccoli parchi di divertimenti, tra cui il Play Planet, noto ai bambini di tutte l’età.

Un’altra volta la sirena risuonò sulla nave e l’attenzione dei passeggeri fu attirata da stupendi esseri volanti, composti di gas celestino, che volteggiavano elegantemente a pochi metri dalla nave e con versi melodiosi attiravano l’udito di tutti i passanti.

Presto però, tutte le persone presenti furono costretti ad abbandonare quello stupendo spettacolo, poiché stavano entrando nel "cielo aperto" ed era molto più sicuro tornare all’interno della crociera per evitare le nuvole che potevano dar fastidio alla vista.

<<Eccoti qui Akiko>> la piccola Sarah le sorrideva accanto, con la targhetta dorata che scintillava sotto i raggi solari.

<<Dovresti essere in camera a disfare la valigia>>.

<<Sempre a criticare! Su con la vita, dovresti essere felice, tu vivi per sempre>>.

<<Io non posso essere felice, non posso provare sentimenti, sono una macchina non ricordi?>>.

<<Come sei fredda, tu non sei co…>>.

<<Forza, andiamo in camera>> disse il cyborg prendendo la piccola per mano e accompagnandola all’interno della nave.

<<Quanta gente>> esclamò Sarah una volta dentro, le ragazze si erano fermate nella piazza principale, dove si concentravano i centri d’intrattenimento.

<<Guarda lì>> disse Sarah indicando grosse ascensori trsparenti di forma cilindrica, che salivano e scendevano senza sosta <<Ma a cosa servono?>>.

<<La nave ha vari piani, servono a spostarsi di piano in piano o meglio di classe in classe>>.

<<Ci facciamo un giro>>.

<<No, devi tornare in camera>>.

<<Uffa! Sono in vacanza! E poi non sei più la mai balia, sono abbastanza grande per…>>

<<Per capire che sei sotto la mia responsabilità>>.

<<Sì, ma come sorella>>.

<<No, come macchina>>.

Gli occhi di Sarah si riempirono di lacrime…

Akiko non riusciva a sopportare la tristezza della sorellina adottiva, ricordava ancora quando la vide per la prima volta, sei anni prima, avvolta nelle fine fasce, fra le calde braccia della madre.

Era stata adottata dai Miller molto prima della nascita di Sarah, e le cose non erano mai andate bene per il timore delle persone che Akiko potesse ribellarsi, Con la nascita della piccola, la presenza di un cyborg in casa Miller era giustificata, poiché sembrava, sotto gli occhi degli altri, una macchina da lavoro proprio come tutte le altre, sotto il pieno controllo umano. Ma la situazione in famiglia era diversa, Sarah considerava Akiko come una sorella e non come una bambinaia, come d'altronde era il pensiero di Molly e Todd Miller, che avevano sempre sostenuto di avere due figlie meravigliose.

… La giovane si chinò, asciugò le lacrime della bimba e disse<<Va bene, solo un’occhiatina>>.

<<Evviva>> e prese a correre in direzione degli ascensori.

Salendo i pani l’atmosfera cambiava, porte finissime facevano capolino in lunghi corridoi ben illuminati da enormi lampadari di cristallo.

<<Guarda ci sono dei bambini. Posso giocare con loro?>>.

<<Sì, ma non farti male>>.

Sarah corse dagli altri bimbi, ma pochi minuti dopo i suoi occhi piangevano di nuovo.

<<Cosa c’è? Ti sei fatta male?>>.

<<No, quei bimbi sono cattivi, hanno detto che con me non ci giocano perché sono della prima classe e poi è venuto uno dei genitori e hanno detto che nessuno deve giocare con me>>.

<<Perché ha detto una cosa simile>>.

<<Perché sto in compagnia di una macchina pericolosa>>.

Akiko ebbe un shock, non voleva che per causa sua, Sarah dovesse vivere priva di amici o delle piccole gioie che segnavano la crescita futura. Scoccò un’occhiata feroce a uno dei genitori presenti fra i bambini, il quale preso dal panico, fece correre nelle proprie camere i bimbi e con il rumore di porte sbattute, alla fine il corridoi divenne deserto.

Sarah guardò Akiko <<Mi dispiace>>.

La giovane si chinò e abbracciò affettuosamente la sorella<< Non ci pensare e così che vanno le cose per una macchina>>.

<<No, non è vero>>.

 

 

 

Fine di questo capitolo. NdA: Mi scuso per la morbosità di questo capitolo, mi rendo conto che è diverso da quelli precedenti, ma era necessario scriverlo per farvi entrare nel mio mondo immaginario, per poter comprendere al meglio il mio racconto, quindi se siete arrivati fin a leggere fin qui vi ringrazio e vi assicuro che non ne scriverò altri così pallosi…

Volevo ringraziare Sharkie per essere stata la prima lettrice a recensirmi! GRAZIEEEE!!!! Sei stata gentilissima(!) Sia a leggere il mio racconto sia a recensirmi, spero che ti piaccia questo capitolo, ma proprio per non perdere né te né gli altri, mi impegnerò al massimo per fare capitoli meno soporiferi, anche se la storia è già finita…Riuscirò a stupirvi…vedrete…(o almeno lo spero)

Grazieeeeeeeeeeeeeeeee a tutti voooooi!

 

 

  
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