Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: 1852    20/11/2010    1 recensioni
Bella, giovane diciottenne, è impegnata a divertirsi con le proprie amiche Alice e Rosalie ed i propri fratelli Emmet e Jasper, continuando a sognare un ragazzo che conosce appena e che non vede da anni. Lo stesso che finirà con il diventare il suo migliore amico: Edward Cullen,ragazzo dalla incredibile bellezza e nobiltà d'animo e con il quale partirà per Londra, anni dopo, alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel giorno bella tornando da scuola aveva un ottimo presentimento. Si sentiva carica ed euforica, e non sapeva nemmeno lei il perché. Probabilmente prendere per la prima volta in anni di liceo un tre, al contrario di quanto si potesse immaginare, le aveva fatto bene. I suoi amici infatti la prendevano continuamente in giro accusandola di essere una secchiona, priva di vita sociale, con la voglia di vivere solo avventure scritte da altri su pellicola. Ma loro non potevano capire che il suo fosse solo un modo di reagire all’essere circondata da coppie felici tutti i giorni, mentre lei non aveva mai provato emozioni amorose. Spesso si chiedeva se il problema fosse suo, a causa della timidezza che non riusciva a combattere e che la portava a scappare ogni qual volta un ragazzo l’avvicinasse, oppure se semplicemente fosse destino che incontrasse un ragazzo degno di nota solo più tardi, magari durante l’università. Rientrando trovò un post-it di sua madre che le ordinava di cucinare per sfamare i suoi fratelli, capaci di mangiare più di un esercito, non studiare troppo, e richiamare jacob. Incuriosita dall’ultimo punto prese il cellulare e chiamò l’amico: - pronto? -Jake,ciao, sono io! -hei bells, allora? Tua madre ti ha lascito il mio messaggio? - veramente mi ha chiesto di richiamarti, sai, non deve aver capito molto! - Lo immaginavo da quel suo “ti faccio richiamare, ora scappo”! - Già, sempre la solita svampita e sempre di corsa, allora, che succede? - Dunque, volevo invitare te e i tuoi fratelli e le sorelle hale stasera in spiaggia per una grigliata, ci state? - Oh, penso di si, che io sappia non avevano altri impegni - Perfetto! Allora ci vediamo giù verso le 8, a dopo! - A dopo, j! Bene, decisamente la serata si prospettava più interessante del solito. Salì al piano di sopra ed avvisò per la serata i fratelli, i quali come previsto esultarono e corsero a chiamare le loro dolci metà. Bella davanti a tante smancerie storse il naso un po’ per disgusto, un po’ per gelosia, così si decise a scendere e preparare il pranzo per quelli che lei reputava gli uomini della sua vita. Naturalmente quando finirono di mangiare si dileguarono come per magia, ognuno nella propria camera, ufficialmente per studiare, in realtà per ascoltare musica e perdere tempo al computer. La situazione che si trovò davanti Bella era veramente tra le peggiori che avesse mai visto, la cucina era un disastro e la lavastoviglie doveva ancora essere svuotata. Faccende casalinghe concluse, finalmente riuscì a ritagliarsi un momento per sé, guardando un film, sua grande passione. Un buon giorno non sarebbe stato tale, se lei non fosse riuscita a vedere un film, ma non uno qualunque, bensì del vero Cinema. La tabella di marcia prevedeva un classico strappalacrime: Casablanca. Bella, che si professava cinofila incallita, non l’aveva ancora mai visto, e se ne vergognava anche un po’. Allora, armata di pop-corn si sedette sul divano e si immerse nel mondo marocchino del ’41. Inizialmente non riuscì a comprendere la poesia della pellicola, le sembrava tutto troppo surreale, continuava a dirsi che una donna che ama il suo uomo non l’abbandona un attimo prima di salire su di un treno, o che un uomo che si trova davanti alla donna della sua vita dovrebbe fare di tutto per tenersela stretta, dovrebbe essere talmente egoista da non lasciarla mai andare via, perché l’uomo è tale per sua stessa natura. Ma poi le venne in mente di aver letto da qualche parte che sono gli adolescenti ad essere egoisti per natura. Questo avviene perché il processo di crescita è talmente doloroso, da rendere necessario che il soggetto in questione si concentri solo su di sé, escludendo i problemi altrui. E l’amore non è una cosa da ragazzini, l’amore è una cosa da adulti, ma adulti sul serio. Questo servì ad offrirle un po’ di speranza per il futuro, doveva esserci per forza anche per lei un Humphrey Bogart, nato solo per farla stare bene, e per ricevere tutto l’affetto di cui era capace in cambio. Certe cose non esistono solo nei film, e spesso le pellicole sono più vere della realtà. A fine film sentiva anche lei la pioggia sul viso, ma non si trovava come i protagonisti sotto una tempesta, erano solo le sue lacrime, inconveniente causato dalla sindrome premestruale, si disse autoconvincendosi, e l’unica tempesta in corso era quella ormonale. Alle 7 , dopo aver studiato qualcosa, poiché quel 3 cominciava a bruciarle, nonostante sul momento si fosse sentita più che euforica, decise di andare a fare una doccia e vestirsi in maniera comoda e semplice come nel suo stile. Insieme ai suoi fratelli uscì di casa, e dopo essere passati a prendere le ragazze, vestite di sicuro in maniera esagerata per una grigliata tra amici, arrivarono sul posto. C’era un piccola casa, circondata da un giardino lussureggiante e dopo una serie di bassi cespugli ci si trovavano di fronte pochi metri di spiaggia, seguiti dal mare piattissimo, ricco di riflessi donati dal sole all’ora del tramonto. Era una visione da togliere il fiato. A stonare con la calma ispirata dal luogo, Jake era intento a far comprendere al fratellino che se ne sarebbe dovuto andare via con il loro papà, perché quella non era una serata adatta ai più piccoli, ma lui proprio non voleva capirlo, continuando così a piangere e frignare, allora Bella, prima che il ragazzo usasse tutti i suoi muscoli per trascinare via di peso il bambino, intervenne e chiese a Jacob di far restare Seth, promettendo di occuparsene lei stessa per tutta la serata. La risposta fu, appena ebbe modo di girarsi verso la proprietaria di quella voce: “ Bells sei bellissima!”. A quella frase lei arrossì terribilmente e filò via arrancando prendendosi Seth in braccio, che ormai non era più nemmeno un peso leggero, visti i suoi otto anni di età, per di più scosso dai singhiozzi, questa volta però dovuti all’eccesso di risa e non al pianto. Emmet, Rosalie, Jasper ed Alice gli scoppiarono a ridere in faccia e cominciarono a sbeffeggiare il tono di voce che aveva usato. Emmet, rincarando la dose gli disse: “ J, amico, noi non te l’abbiamo detto fin’ora per non urtare i tuoi sentimenti, ma vedi…mia sorella è omosessuale!”. Jacob sbiancò e voltando loro le spalle si incamminò verso la piccola casa, gli altri intanto se la ridevano di gusto. Bella nel frattempo si era seduta in riva alla spiaggia, con i jeans bagnati e Seth in braccio, intento a raccontarle della sua fidanzatina, cosa che prendeva molto sul serio. Lei sospirò, non riuscendo a capacitarsi del fatto che persino uno scricciolo potesse avere qualcuno con cui condividere momenti magici. Certo poi il rumore delle onde sul bagnasciuga e lo scintillare del mare non aiutavano una povera adolescente con l’animo in pena. Due uomini anziani in riva al mare catturarono la sua attenzione, ma d’improvviso venne distratta dall’assenza di peso sulle sue gambe. Si girò e vide il bambino correre incontro ad un ragazzo alto, dal fisico scolpito e abbronzantissimo. La cosa più sorprendente fu che anziché saltargli sul collo, cosa che faceva sempre con quelli ai quali voleva particolarmente bene, gli si parò davanti e gli tirò un bel calcio sul femore. Emmet e Jasper scoppiarono a ridere in maniera eccessivamente fragorosa e plateale, mentre il ragazzo cercava di rimanere calmo stringendo i pugni e sorridendo forzatamente al piccolo, così Bella capì: era arrivato James. Il suo cervello in quel momento però, invocava un altro nome: Edward. Perché solo a lui poteva appartenere quella chioma resa quasi fluorescente dagli ultimi raggi di sole di quella serata. E lei rischiava un attacco cardiaco, perché il ragazzo che aveva segretamente sognato per anni era lì, davanti a lei e salutava calorosamente lo stesso Seth che poco prima era tra le sue di braccia. Per la prima volta fu gelosa di un bambino, ma subito dopo se ne vergognò, e la sua mente proiettò l’immagine ancora più preoccupante di un bambino,loro figlio però, tra le braccia del ragazzo, che poi si voltava a guardarla, sorridendole con amore. Quello che non aveva previsto era che Edward si sarebbe realmente voltato verso di lei,scoprendola a fissarlo, per poi riservarle uno sguardo che valse tutti gli anni di attesa. Bella imbarazzata si avvicinò ai suoi amici, i quali per l’ennesima volta non avevano prestato attenzione allo scambio di sguardi. La grigliata aveva inizio. Gli invitati, tutti amici di Jacob che erano abituati a vedere spesso il sabato sera, si divisero tra ragazze, addette alle insalate e alla preparazione del grande tavolo da giardino, e ragazzi, impegnati per di più a comprendere come far partire i barbecue. Emmet naturalmente non perse occasione di far cadere carbone sui jeans di James, apparentemente più maturo e meno arrogante, Jasper ed Edward invece conversavano amabilmente, cosa che stupì non poco coloro che li stavano osservando. Rosalie nel frattempo era più isterica di una donna incinta, preoccupata per il suo ragazzo e quello che avrebbe potuto combinare. Bella, finito di apparecchiare tornò a giocare con Seth, il quale ebbe la brillante idea di chiamare anche Edward. Lui si avvicinò e gli rivolse un sorriso caloroso, poi girandosi verso Bella le porse la mano. Lei, completamente in imbarazzo, non aveva idea di come far sparire il rossore sulle sue guance prima che lui lo notasse ed ebbe la tentazione di scappare, tuttavia decise di combattere finalmente per ciò che voleva e con sguardo fiero afferrò quella del ragazzo, a sua volta visibilmente agitato. I due dopo essersi stretti la mano si fissarono a lungo, poi Edward si allontanò perché chiamato da Jacob. Nessuno fece caso al fatto che in realtà non si erano né presentati, né salutati. Semplicemente avevano stretto l’uno la mano dell’altra.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: 1852