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Autore: Asfe    20/11/2010    6 recensioni
Sirius/NuovoPersonaggio - ovviamente unilaterale da parte di lei.
Il ghigno di Janice Jackson non mi è mai piaciuto, e non cambierò certo idea adesso.
Però ha ragione. Insomma, quante volte mi sono data dell'idiota, cogliona, demente e soprattutto
stupida senza fare niente per rimediarlo?
Be'... come se fossi capace di farlo.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Premetto che NON è una Sirius/NuovoPersonaggio. Assolutamente no.
Piuttosto, è la storia di una delle tante ragazze che si innamorarono del bel Sirius Black. Una storia di un amore platonico (occasionalmente carnale, se fortunata) senza futuro.
Evitate se vi piacciono i lieto fine; però di certo non c'è da deprimersi, anzi, ho lasciato sfogare la mia innata demenza.
Spero apprezziate, buona lettura.


Stupida storia di una stupida studentessa stupidamente innamorata e senza - neanche stupida - speranza



Parlandoci francamente - ed usando un plurale maestatis altamente inutile - sono una persona davvero irrecuperabile.
Una ragazza che non riesce a convincere la propria migliore amica della sua evidente inettitudine nei confronti di qualsiasi essere maschile - o, più che altro, vivente - è semplicemente qualcuno da sopprimere. Non tanto perché dovrà sopportare una sequela di frustranti ripetizioni dalla suddetta compagna - ovvero una canzonatura incessante di "Fallo, fallo, fallo, fallo! Su, dai, buttati, fallo e basta, che ti importa... fallo, dai! (vorrei sapere seriamente cosa intendeva per "fallo", ma dopotutto posso sopravvivere benissimo senza) - , ma soprattutto perché morirà.
Di vergogna, umiliazione, isteria, stupidità, disperazione.
Inevitabilmente.
Il problema è che qualcuno mi vuole per forza far resuscitare e crepare più volte.

Janice Jackson, detta JayJay se vuoi supplicarla per qualcosa, quinto anno, Grifondoro, idiota. Irrimediabilmente idiota, ma un'idiota carina, di quella con gli occhioni color fango magnetico ed i capelli scuri e lunghi che le arrivano oltre le spalle.
E, purtroppo per me e probabilmente anche per lei, mia migliore amica da quando avevamo dodici anni - incredibilmente innocente appariva allora, in quanto a ragazzi.
Il nostro incontro è stato piuttosto bizzarro, lampante premonizione di quella che sarebbe divenuta dopo: un'incessante macchina di buttati-con-Lui (Lui è il nucleo della mia esistenza, più o meno).
Aula di Incantesimi, mi trovavo lì perché avevo dimenticato come al solito un libro che mi serviva ovviamente per fare i compiti per l'indomani. Lui era là, chiaramente, per farmi andare in iperventilazione, ecco - non ricordo perché, anche se vedendomi alzò gli occhi e mi spiegò spiccio qualcosa, dato che ero troppo occupata a non fare azioni di cui mi sarei pentita che ascoltarlo (sfortunatamente sono incapace di fare due cose contemporaneamente). Anche Janice era là. Insomma non c'era Incantesimi per il secondo anno ma la stanza era comunque piuttosto affollata.
Per lei però ricordo il motivo: doveva cancellare una scritta imbarazzante sul banco per evitare che la leggesse il diretto interessato, che avrebbe tenuto la lezione con Vitious di lì a un'ora - era qualcosa tipo "Ti amo da morire Nome-del-tipo".
Io - quando Lui se ne andò ed io potetti respirare - inciampai in una Janice a carponi e misteriosamente diventammo amiche. La conoscevo già di vista, mentre lei di fama per coglionaggine diciamo, e quindi non avevamo bisogno di presentarci ufficialmente o cavolate simili.
Ma dopotutto credo che non lo avremmo fatto comunque.

In ogni caso, ora Janice Jackson siede di fronte a me, la parlantina attivata perché Lui ha fatto il suo ingresso in Sala Comune migliorando le nostre vite di comuni mortali, seguito dal coro di sospiri e dal corteo di ragazzine sognanti.
Io non mi unisco semplicemente perché più che un sospiro mi uscirebbero parole irripetibili dettate dall'adolescenza ormonale - come si trattengano le altre per me resta uno degli interrogativi irrisolvibili.
«Su, Sarah, lui è... è...»
«So com'è, JayJay, grazie,» Le dico facendo un sorriso storto. L'uso del soprannome è dovuto al fatto che la sto indirettamente implorando di fare silenzio, per godermi senza sottofondo fastidioso la sua immagine.
«A quanto pare non abbastanza, o saresti già addosso a lui,» Replica inclinando appena il capo con uno sguardo eloquente.
«Sono tre anni che mi dici sempre le stesse cose, non è ora di tagliarla?»
«Non finché si accorgerà di te.»
«Sirius Black non si accorgerà mai di me
   
 
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