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Autore: budinss    21/11/2010    2 recensioni
Quando avete finito di leggere Breaking Dawn non avete avuto la sesazione che mancasse qualcosa, un punto importante? Che fine fa il branco di La Push? Charlie continua a frequentare la figlia? I sentimenti di Edward e Bella mutano in qualche modo? Renee viene mai a sapere della nuova natura della figlia? E, ancora più importante, Jake e Nessie, continuano a vedersi?
In attesa che la Meyer continui a scrivere e decida di fare un altro libro ( e sono sicura che lo farà ), ho deciso di provare a prendere il suo posto e continuare questa meravigliosa storia. Spero di riuscire a rendere almeno un po' di quello che riesce a rendere lei e che vi piacerà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo4 Zafira.

Papà cominciò a cullarmi dolcemente, accarezzadomi  al guancia. La mamma invece tentva di tranquillizzarmi con dolci parole.
< Amore, basta, calmati. Siamo qui, e qui resteremo. Nessuno ha intenzione di andarsene >, mi ripeteva. Per quanto tentassi di convincermi, non riuscivo a smettere di singhiozzare.
Era stato un sogno talmente realistico! Non riuscivo a liberarmi della sensazione di smarrimento e di abbandono, riuscivo ancora a sentire il dolore provocatimi da quell'illusione di solitudine. Era stato troppo, troppo reale.
Dopo tutte le notti insonni dei giorni precendeti alla fatidica giornata nella radura, ero riuscita a calmarmi e a fare sogni tranquilli, senza paura di rimanere da sola. Fino a questo momento. E, cosa che lo rendeva ancora più spaventoso, era il suo verismo.
< Nessie, su, smetti d singiozzare >, disse ad un certo punto papà, allontanando la mia testa dal suo petto per potermi guardare negli occhi.
Tentai in tutti i modi di ricacciare la nuova serie di lacrime, ma fu inutile. Non ci riuscivo, non riuscivo a scacciare l'immagine di me sola, nella casa deserta, abbandonata da tutti.
< Sei peggio di tua madre da umana.. >, mormorò fra sè, alzando gli occhi al cielo.
Quel suo gesto talmente faciliare e confortante riuscì a calmare leggermente l'afflusso di lacrime che mi rigavano le guance incotrollate, finchè, piano  piano, diventarono quasi inesistenti.
< Ribadisco, molto peggio >, ripetè papà quando ormai mi fui calmata.
Rimasi lì per molto tempo, anche se ormai le lacrime avevano smesso di scendere da un pezzo, godendomi quel momento intimo e dolce.
< Va meglio? >, mi chiese poi la mamma. Feci cenno di sì con la testa, esitante, e mi alzai lentamente, liberandomi dalle braccia di papà. Lui mi sorrise gentilmente, aiutandomi, evitandomi di cadere. Si alzarono anche loro e scendemmo in salotto.
Vidi la zia Alice che ripuliva un davanzale perfettamente ordinato, in mancanza di qualcosa di più interessante da fare. La zia Rosalie era assieme alla nonna Esme in cucina, a chiacchierare. Lo zio Emmett e lo zio Jasper invece erano seduti sul divano, inteti a commentare una partita di baseball della quale la zia Alice gli aveva già detto la conclusione.
Vederli tutti lì, tranne il nonno Carlisle che era ancora in ospedale, mi sollevò, facendo scomparire anche l'ultimo dubbio che mi era rimasto.
Si girarono tutti a guardarmi arrossire, sorridendomi. Erano tutti incredibilmente belli.
Ogi volta che li guardavo, tutti, mi chiedevo se li meritassi. Erano tutto ciò che una qualsiasi persona avrebbe potuto volere, iente di meno che perfetti. Guardandoli, preoccupati per me, sentii la consapevolezza che, meritati o meno, erano tutti lì per me pronti a farmi felice.
Non riuscii a trattenere un sorriso che mi attraversò tutti il viso, illuminandomi gli occhi.
Papà andò a sedersi su una delle sedie vicino al tavolino, guardando la zia Alice. Lei, che ormai conosceva il sogificato di ogni sguardo di papà, prese posto sulla sedia di fronte a lui, fissando il re sul tavolo.
Vedere giocare papà e la zia Alice a scacchi era una cosa non poco interessante, o almeno per me. Si fissavano per decine di minuti, senza muovere un muscolo: la zia Alice prevedeva le mosse di papà, e lui le leggeva nella sua testa. Erano bizzarri mentre si fissavano con quello sguardo cocetrato, intenti in quella specie di conversazione che solamente solo riuscivano a capire.
Dopo circa un quarto d'ora, papà mosse tirò via il re della zia, soddisfatto di quella vincita a me insìcomprensibile.
Lo zio Emmett si alzò dal divano per dare un pugno sulla schiena di papà, che sottintendeva il "bravo, ma sappiami che hai barato". A quel punto decisi di voler giocare anche io.
Papà lesse nella mia mente le mie intenzioni, e rimise al suo posto l'unica pedica spostata, indicandomi il posto vuoto lasciato dalla zia.
Mi sorrise mentre mi sedevo.
< Buona fortuna amore >. Era il miglior padre del mondo, ma quando si trattava di scacchi o di qualsiasi altra competizione, diventavamo due persone che non si conoscevano.
Guardai la mamma, che alzò gli occhi al cielo, ma nel frattempo estese il suo scudo, di cui ormai aveva il pieno controllo, anche su di me, così che papà non riuscisse a leggermi nel pensiero.
Lo zio Emmett, intuito quello che era successo, si avvocinò a noi con un gigno sul viso, non intenzionato a perdere la passibilità di prendere in giro papà in caso di una potenziale perdita.
< Vediamo se riesci a vincere anche senza barare >, gli disse.
Papà alzò gli occhi al cielo e oi comincimmo a giocare.
Concludemmo tre partite, due delle quali furono vinte da lui, con sottofondo lo zio Emmett che imprecava. L'ultima però riuscii a vincerla io.
Lo zio Emmett a quel punto mi fece anzare dalla sedia  e mi spettinò tutti i capelli.
< Ma che brava, piccolo mostriciattolo! >, esclamò, indicandomi con il dito a papà.
< Se avevi itenzione di continuare a barare, ti è andata male. A quanto pare è più intelligente del grande saputello barone >, gignò, cercando di far innervosire papà. Comnciai a ridere, come ogni volta, dimenticando del tutto il sogno.
< Ma certo che lo è >, disse papà, a dispetto di quello che si aspettava lo zio Emmett. Non trovando altro modo per attaccare briga, che non coinvolgesse insulti o prese in giro a me o mamma, tornò ad sedersi accanto allo zio Jasper, tentando di convincere lui ad uscire per cobattere. Lo zio Jasper, come al solito, non rinuciò all'occasione, così comparvero entrabi dalla grande vetrata sul letto.
Papà si avvicinò a me e a mamma, ridendo per l'accaduto.
< Cosa ne dici di andare a mangiare da Mc Donald, Nessie? >, disse improvvisamente papà.
Lo guardai confusa, on capendo da dove avesse tirato fuori quest'idea. Non gli andava che io mangiassi tutte quelle schifezze, nonostante non avessero il minimo effetto sul mio organismo.
< Ehm.. sì >, mormorai. Non avevo intenzione di perdermi quell'occasione davvero rara.
< Sìsìsì >, disse la zia Alice, saltellando felice verso di noi. < Andiamo di sopra >, esclamò.
La mamma, che intanto mi si era avvicinata, mi guardò con sguardo esasperato, contenta che la zia avesse spostato da sua ossessione da lei a me. Io alzai gli occhi al cielo e lei si mise a ridere.
< Non pensare di averla scampata, tu. >, disse la zia Alice metre mi trascinava su per le scale. < Ti ho lasciato un vestito sul tuo letto, infilatelo, altrimenti vengo io e ti obbligo >.
Mi fece indossare un paio di jeans blu scuro, una camicetta bianca con il colletto ricamato con dei tenerissimi pallini, e sopra un golfino dello stesso colore dei pantaloni, che teneva estremamete caldo. Dopo che mi fui rifiutata di mettere le scarpe scelte da lei, ovviamente con dei tacchi improponibili, mi infilai le mie all stars, felice di averla avuta vinta.
Quando scesi mamma a papà mi aspettavano vicino alla porta, la mamma con un bellissimo vestito fino al ginocchio rosa pallido e papà vestito allo stesso modo di primo. Non si immaginava nemmeno quanto fosse fortunato a non dover subire la zia Alice!
Sorrise, legedo quello che pensavo.
< Pronta? >, mi chiese.
< Certo! >, eclamai. Andammo con l'auto di papà.
Arrivati, ordinammo e andammo a sederci ad un tavolo. Come al solito, tutti ci fissavano, sbalorditi dalla bellezza dei miei genitori, e la cassiera, sfacciatamente, ci provò con papà.
Lui, ormai abituato a questo tipo di attenzioni, fece finta di niente, dando un veloce bacio alla mamma, per far capire a quella che ormai mi stava antipatica, di non avere alcuna speranza. Quanto era educato! Io gliene avrei dette quattro!
Mangiai 2 hamburgher, una porzione di patatine, una coca grande e un grullato gigante sotto gli occhi strabiliati di tutti, arrivando a fine cena che avevo lo stomaco pieno.
Non  mi piaceva il cibo umano, prefirivo di gran lung la caccia, ma chi può resistere a Mc Donald's?
Quando arrivammo a casa, trovammo la zia Alice sorridente che ci attendeva sulla soglia della porta.
< Andremo a trovare Zafira e le sue sorelle >, esclamò entusiasta.
Appena sentii queste parole mi lanciai al collo di mamma e papà, abbracciandoli con tutta la forza che avevo, felice che finalmente avessero deciso di esaudire questo mio desiderio.


Rieccomi! Non so, davvero, dove sia riuscita a trovare il tempo per scrivere questo cappy,ma ce l'ho fatta! Insomma, fin qui ancora niente problemi, ma, come tipico del Culle, non riescono a stare lontani dai pericoli per molto tempo..
Spero che vi sia piaciuto, aspetto le recensioni ^.^

Aniasolary: Grazie mille per i complimenti ^.^ Continuo a recensionare la stua storia, mi piace troppo.

FrAnCy_CuLlEn: muahahah, allora ho un ruolo importate. A proposito della tua storia, ti invio il capitolo subito, così evito di dimenticarmelo di nuovo. Spero taanto ti sia piaciuto anche questo di capitolo, non sono riuscita a trattenermi dal mettere la smorfiosetta che ci prova con quel graaf figaccione di Ed **
  
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