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Autore: mony_spacegirl    22/11/2010    2 recensioni
Sono lieta di poter dire: sono tornata alle prese con l'invenzione e la tastiera, le mie dita sono tornate a digitare sulla tastiera del pc ciò che bolle nel mio piccolo cervello.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che leggeranno ciò che scrivo e sarò anche molto molto felice di leggere recensioni positive (se ce ne saranno) e anche negative, da parte mia la critica è sempre costruttiva.
Beh, che altro dire..buona lettura!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti coloro che continuano a seguire e recensire questa ff, sarò breve perchè ho poco tempo...
spero che vi possa piacere anche questo capitolo e i prossimi...vi adoro =D

  1. Travel the world, traverse the sky
 
..non mi interessa se mi licenzierai dopo che ti avrò detto che sei una stupida idiota!”
Dave non mi provocare. Lo sai che tutto ciò che dici per me è più importante della Bibbia, ma no! Non voglio rivedere Shannon!”
Ashley ci guardava un po' strabiliata, non volevo sentisse tutta la mia storia, anche se doveva averla intuita, non era certo stupida.
Ah perché tu credi che Tim non gli darà il biglietto da visita?! Io non l'ho dato a Shannon, gli ho detto che non ne avevo più, però continuava a chiedermi di te Sophie, non smetteva di chiedermi perché eri così schiva e io gli ho solo risposto che sei cambiata molto, che cazzo potevo dirgli? Mi sono sentito uno stronzo! Io per primo! E poi si, Sophie, mi sono vergognato anche per te!”
Sentivo quel pizzichio cominciare a salirmi dalle dita dei piedi fin su alle punte delle dita, su per le braccia e fino alla testa. Strinsi i pugni fino a conficcarmi le unghie nella mia stessa carne e andai nel mio ufficio sbattendo violentemente la porta.
Avere un figlio non significava necessariamente volere anche un marito, un fidanzato. Io amavo mio figlio, non mi interessava qualcun'altro a cui badare.
Sentivo le lacrime riempirmi gli occhi, ma i miei denti erano stretti, non volevo apparire fragile, anche se ero sola nel mio ufficio.
Dovevo trovare qualcosa da fare. Ne avevo abbastanza da fare in ufficio, avevo delle foto su cui lavorare, ma avevo bisogno di liberare la mente.
Mi distesi sul divanetto e cominciai a fissare il soffitto.
Odiavo litigare di prima mattina, odiavo litigare con Dave.
Stavo quasi per addormentarmi, la notte precedente avevo sempre quell'immagine davanti agli occhi, quella di Shannon che si toglieva il casco davanti a me, non riuscii a chiudere occhio.
Dannazione! Non dovevo cadere nella tela del ragno, non dovevo essere la mosca che accettava l'invito di entrare nel suo salotto.
La porta si aprì e io scattai a sedere spaventata.
“Sophie, c'è qualcuno per te.”
Mi alzai in piedi e fredda risposi a Dave. “Se ha un appuntamento va bene, altrimenti non ho tempo.”
Dave però si scansò e continuò a guardarmi con occhi maligni. Appena entrò Shannon nel mio ufficio capii che quello sguardo era un “Ben ti sta!”. Avrei voluto strappargli le palle a morsi.
Appena chiuse la porta alle sue spalle mi avvicinai a Shannon e dopo aver respirato a fondo presi coraggio.
Ciao...” gli dissi, ma purtroppo la sua reazione non fu quella che mi aspettai.
Mi aspettavo calma da parte sua, alla peggio un bacio e tante lacrime. Invece il suo sguardo cupo e arrabbiato si intonava perfettamente con le 5 dita che mi lasciò in volto.
Lo schiaffo arrivò dritto in faccia, ma soprattutto al cuore e alla bocca dello stomaco. Mi tolse il fiato per qualche secondo.
Non disse nulla finché non alzai lo sguardo per fissarlo negli occhi.
Non sapevo nemmeno come agire, avrei dovuto piangere? Gridare intimandogli di uscire e non farsi mai più rivedere? No, no. Avevo sbagliato io e lui aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con me. Decisi di dovergli dare delle spiegazioni.
Io...hem...io sono arrabbiato con te..sono molto arrabbiato! Tu vieni a Los Angeles, tu vivi a Los Angeles e non me lo vuoi dire, eppure continui a rispondermi al telefono, a rispondermi alle e-mail. Che cazzo ti passa per la testa?!”
Cominciò a parlare con voce rotta, gesticolando, poi si fece più serio.
Shannon...tu hai..hai perfettamente ragione. Non so che altro dirti.”
Mi scrutò in volto senza battere ciglio. La sua espressione mi spaventava, non l'avevo mai visto così.
Basta? Tutto qui? Non credi di dovermi una spiegazione?! Dimmelo! Dimmi perché cerchi di scappare da me e io ti lascio in pace, ma esigo, pretendo, voglio una cazzo di spiegazione! Ti sei trovata un altro uomo? Ti sei sposata? Sei lesbica? Dimmelo! Ne posso trovare a centinaia di donne...certo, io vorrei te e solo te in questo momento ma non posso obbligarti a starmi accanto se non lo vuoi...”
Lo stampo della sua mano sulla mia guancia bruciava come un marchio infuocato; passai una mano sulla guancia e poi socchiusi gli occhi avvicinandomi di più a lui e mettendogli le mani sul petto e alzando gli occhi per incontrare i suoi.
Shannon...sono passati due anni e sono cambiate tante cose...io..io credevo che tutto quello che volevi tu fosse una stupida semplice scopata, io ero fissata solamente col mio lavoro, e andava bene anche a me che fosse così. Non avrei mai pensato che tutto avesse un seguito...ho tentato di smettere di pensare a te, ma tu continuavi a chiamarmi e dopo un po' era difficile anche per me stare una settimana senza sentirti. Il problema...”
Shannon mi interruppe staccandomi le mani dal suo torace.
E allora perché cazzo non hai mai voluto che venissi a trovarti? Perché non hai mai voluto vedermi se ti mancavo?!!”
...Shannon, il problema...il problema è che io...” dovevo dirglielo in quel momento? Beh, almeno se mi avesse presa a botte i miei due colleghi potevano aiutarmi.
Presi fiato. “Shannon il problema è che io ho avuto un bambino e non volevo che tu sapessi nulla...non volevo nemmeno che nascesse mio figlio, ma dopo riflessioni e pianti e Dave che mi ha aiutata a convincermi l'ho tenuto e ho dato alla luce una creatura...”
Shannon cambiò espressione improvvisamente, l'avevo sorpreso e non poco.
...Quindi..tu vuoi dire che...sei stata con un altro uomo...e...stai con qualcuno ora Sophie?!”
Non aveva capito nulla.
Shannon, non volevo che sapessi nulla, non sapevo come avresti reagito. Io ero sicura che ti avrei rovinato l'esistenza. Ero sicura che non avresti mai acconsentito a farmelo tenere se solo avessi saputo che era figlio tuo...”
Sophie stai con qualc...come hai detto prego?!”
No Shannon, vivo da sola, con mio....nostro figlio.”
Nostro. Com'era strano dirlo. Eppure era vero. Era di entrambi, era nostro figlio.
L'ho chiamato Christopher, ed ha i tuoi stessi occhi, il tuo mento, le tue labbra, è con lui che condivido il letto. È la cosa più preziosa che io abbia ora. Non mi sono pentita di averlo dato alla luce, e non mi sono pentita di aver messo un po' da parte il mio lavoro per pensare anche a me stessa.”
Shannon si distanziò bruscamente da me come se gli avessi infilzato un pugnale nello stomaco perforandolo da parte a parte.
Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi buttando un po' la testa indietro.
Sophie...io per te avrei attraversato il mare, le montagne, il deserto e anche i cieli, avrei preso anche 10 aerei al giorno se solo avessi saputo dov'eri. Sapere che abiti a 2 miglia da dove abito io...dio, ti taglierei la gola qui ora per non avermelo detto mai. E sapere che tu...che tu hai un figlio, che dici che sia mio figlio...no...dammi un pizzicotto avanti, devo sognare, io in realtà ti sto ancora cercando, e non ho ancora scoperto dove tu abiti. Svegliami Sophie, pensaci tu.”
Allungò un braccio e attese un mio pizzicotto, ma quello che feci fu solo intrecciare le mie dita con le sue e abbracciarlo.
Shannon, lo so che sei arrabbiato, lo so e comprendo se non mi vorrai mai perdonare, ma io ero stupida, e immatura, e non sapevo cosa fare, e tu te n'eri andato e non potevo affrontare questa cosa al telefono o via e-mail. Shannon mi sei mancato, non sapevo sarebbe successo tutto questo. Sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui ti avrei detto tutto, ma non credevo fosse oggi. Io mi sarei preparata un discorso, non volevo sputarti tutte queste cose in faccia dopo due anni che non ci vediamo e...mi dispiace.”
Temevo mi avrebbe dato un altro ceffone. Me lo sarei meritata.
Io non...non so cosa dire...” abbassò la sua testa sulla mia e mi baciò i capelli.
Stavo per chiedergli scusa prima di scoppiare in lacrime forse, ma la sua mossa fu più repentina della mia e mi ritrovai con la schiena al muro e il suo corpo che mi schiacciava mentre mi ritrovavo attaccata alle sue labbra calde e carnose.
Le sue mani sembrava tremassero dalla foga di sentire il mio corpo nudo al loro tatto e mentre tentava di togliermi la t-shirt feci fare un giro alla chiave nella toppa della porta. Bello farsi una sana scopata essendo consapevoli di avere dei colleghi che lavoravano giusto nella stanza adiacente alla propria, ma meglio evitare il caso di farli entrare a disturbare.
Tolsi anche la sua canotta accarezzandogli il petto un po' villoso che tanto mi faceva impazzire. Vedere i suoi muscoli tatuati era uno sballo per i miei neuroni. Slacciai la cintura e tirai giù la zip dei suoi pantaloni e sentirlo tutto accaldato mi fece perdere il controllo.
La sua lingua tracciò il contorno delle cinque dita che mi aveva lasciato impresse sul volto poco prima e le sue mani armeggiavano con i suoi boxer e le mie mutandine.
La sua pelle era calda e leggermente sudata, tutto ciò mi faceva eccitare ancora di più. Non pensai neppure se stavamo facendo la cosa giusta oppure no. Che cos'era, l'ultima scopata prima di un addio definitivo oppure un sano saluto di ritrovo per non lasciarsi più?
I miei piedi vennero sollevati dal pavimento e la mia schiena premette di più contro il muro freddo prima che quei pochi centimetri che ci distanziavano venissero colmati dalla foga dei nostri corpi avidi di completarsi della presenza l'una dell'altro.
 
Dio se mi era mancato, ma non era solo il sesso. Tutto era perfetto in lui, quel tono della sua voce che solo al sussurro era così rilassante, mi faceva sentire amata, protetta.
E poi il suo odore, così forte e sensuale, e la sua pelle, e quel pelo sul petto che tanto mi faceva ridere ma impazzire allo stesso tempo.
L'uomo perfetto non esisteva? Ebbene, io credevo di averlo trovato. Sempre che lui avesse accettato le mie scuse e avesse provato a comprendere il perché del mio comportamento stupido e immaturo. Se solo avessi potuto riprendere dal principio ma con una mente più matura...
Inginocchiati sul pavimento ancora stretti tra le braccia dell'altro Shannon mi baciò la pelle all'altezza delle clavicole, poi in viso, poi sulle labbra e finì per incrociare il mio sguardo. Capii quanto mi era mancato sul serio, il solo chiamarmi ripetutamente senza stancarsi mai mi fece capire quanto mi desiderava e quanto mi voleva bene.
Chris...vorrei conoscere Chris...” sussurrò mentre si rivestiva.
  
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