La stessa
scena parte nella mia mente al suono del suo nome.
Lei,
Kikyo…
Il suo nome
è come una tortura per me, mi perseguita da quando conosco
lui.
Lui,
Inuyasha…
Come sei
furba Kikyo, travestirti da “Grande Monaco” per non
farti riconoscere da nessuno.
Con chi
credi di avere a che fare?
Inuyasha
sarà pure tonto, ma non inganni certo me, Sango, Miroku e
Shippo.
Vedo in
lontananza il tuo Shinidamachu e lo seguo per incontrarti.
Le due
bambine mi guardano, impassibili.
Allontano lo
sguardo da loro e ti vedo, il tuo corpo morto galleggia nelle acque
limpide
della cascata che sta per diventare viola a causa del miasma.
“La
sua vita
sta per esaurirsi” mi dicono. “Il miasma si
diffonde sempre di più nel suo
corpo. Ora devi scegliere Kagome: solo tu puoi scegliere se salvarla o
no”
“Devo
scegliere?” perché proprio io devo scegliere?
Nessun’altro può salvarla?
Che diritto
ho di scegliere sulla sua vita?
Sono
indecisa… la sua sola presenza mi svuota dentro.
Ma cosa sto
dicendo?!
Come posso
pensare queste cose, solo per la rivalità che
c’è tra noi due?
Solo
perché
ostacola il mio rapporto con Inuyasha?
Sono davvero
una persona così meschina?
No, non lo
sono. Preferisco rinunciare all’amore di Inuyasha che
lasciarti morire a causa
di quest’ultimo.
Sai Kikyo,
io sono diversa da te.
Io non penso
solamente alla Sfera dei Quattro Spiriti, penso prima di tutto agli
altri.
Io non sono
come te.
Io non sarei
MAI stata disposta a sacrificare la vita di Kohaku e Koga solo per
completare
la Sfera.
No, non
avrei neanche potuto pensarci.
Ti ho sempre
salvata, donandoti perfino un po’ della mia anima.
Alla fine ho
sempre permesso ad Inuyasha di correrti dietro, quando con pura
casualità, i
nostri cammini si incontravano, come un cagnolino fedele rincorre la
sua
padrona.
Per amor suo
l’ho sempre lasciato andare, rabbugliandomi nel mio dolore,
nella mia
sofferenza.
Tu, una
volta ucciso Naraku, hai intenzione di portarlo con te nella morte.
No, questo
non te lo permetterò! Lui deve vivere, deve essere felice!
Mi hanno
sempre scambiato per te Kikyo, tutti mi definivano solamente la tua
reincarnazione.
Non ero
altro, solamente una tua copia.
Ma io sono
Kagome e tu sei Kikyo, e io non sarò mai te! MAI!
Ma forse
agli occhi di lui sono soltanto una sostituta, la tua sostituta.
Veramente
per lui sono soltanto questo?
Quante volte
ancora mi lascerai sola, correndo da lei, Inuyasha?
Qualcosa mi
dice che non smetterai mai di farlo…
E che io non
smetterò mai di perdonarti. Perché non ho il
coraggio di starti lontano.
Sì,
preferisco il dolore alla tua lontananza.
Ma a te
credo non importi…
Ma io ho una
cosa per cui vale lottare, per cui vale vivere.
L’amore.
Io sono
fatta così: se davanti a me c’è una
persona che può essere salvata in qualche
modo, e nessun altro può farlo oltre a me, potete stare
certi che la salverò!
“Ditemi
come, ditemi che cosa devo fare” sembrano sorprese della mia
decisione.
Che cosa si
aspettavano? Che la lasciassi morire?
“Scegli
di
salvarla, allora?”
“Naturalmente,
lo farò”
Mi getto in
acqua, avvicinandomi al tuo corpo freddo.
Ti tocco,
sperando di purificarti ma devo avere pazienza.
Poco dopo la
ferita inizia a richiudersi e del miasma rimangono solamente delle
chiazze
violacee attorno a noi.
Sento le mie
energie esaurirsi lentamente e le palpebre chiudersi.
Al mio
risveglio non trovo né lei né le due bambine.
Figuriamoci
se mi ringraziava… tipico di lei queste
scappatoie…
Sento delle
voci che si avvicinano: stanno arrivando Inuyasha e gli altri.
Sicuramente
lui mi chiederà di lei e correrà via a cercarla e
io lo lascerò fare.
E infine lo
perdonerò, come sempre. Ormai succede sempre la stessa
cosa…
“Kagome!”
eccolo arrivare! C’è soltanto lui, deve aver
seminato gli altri…
Poco dopo ci
raggiungono, Shippo e Sango che corrono ad abbracciarmi.
“Oh
Kagome!
Eravamo seriamente preoccupati, dove eri finita?”
Inuyasha non
dice altro, si gira e si rigira in cerca di qualcosa. O meglio, in
cerca di
qualcuno.
“Perché
ti
guardi attorno?” gli dico “Se è Kikyo
che cerchi non c’è più, è
scappata via
dopo che la ho salvata. Perché non la insegui?”
“Kikyo
era
davvero qui allora?” stupido, è quello che ti ho
appena detto! Immagino che
quando ho parlato ti sei soffermato solo alla parola
“KiKYO”.
“Inuyasha
cosa pensi di fare? La inseguirai?” domanda Miroku.
“Kagome,
è
successo qualcosa con Kikyo? Ti vedo strana” chiede Inuyasha.
Non
rispondo, no, non ci riesco.
“Kagome?”
continui a chiamarmi.
Riesco solo
a dire una cosa: “FALLA FINITA!” urlo “TI
ODIO!”
Tu sbianchi
di colpo, insieme agli altri.
Non te lo
aspettavi, vero?
Ma io
davvero lo odio? O sono soltanto parole uscite a causa del troppo
nervosismo?
Beh dovrebbe
essere facile per me odiarti, mi hai sempre considerato come una copia,
mi hai
sempre messa in un angolino per poi tornare da me quando ne avevi
bisogno.
Non sono una
bambola con cui giocare per poi riposarla sul mobile.
Vedo Sango e
Miroku che mi guardano , pieni di compassione.
Basta! Sono
stanca di essere pietosa agli occhi degli altri!
Mi
allontano, stringendo le ginocchia la petto.
Sento gli
occhi inumidirsi e qualche lacrima che mi scende prepotentemente dagli
occhi.
Inuyasha non
ha mai distolto lo sguardo dal mio e sinceramente la cosa inizia a
darmi
fastidio.
Conscia di
non poter più fermare la lacrime, scappo via.
Nascondo
sempre il mio dolore agli altri, l’ho sempre tenuto infondo
al cuore.
Scappo, come
sempre.
Non so fare
altro.
Tu mi
insegui e mi afferri il braccio.
“Ritira
quello che mi hai detto prima Kagome” mi dici, severo
“Hai detto chiaramente
che mi odi, hai idea di quanto ci sia rimasto male?” ah certo, magari ora
dovrei anche scusarmi,
Io!
Vedo la tua
espressione triste, sofferente, le orecchie abbassate da cucciolo
abbandonato e
mi intenerisco.
Ti ho ferito
così tanto?
Dannazione a
me e a quanto ti amo!
“Scusa”
sussurro. Ma per le sue adorabili orecchie è come averlo
detto ad alta voce.
Sembra che
tu sia ritornato tranquillo.
Mi trascini,
riportandomi dagli altri, che al nostro arrivo sorridono sollevati del
mio
ritorno.