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Autore: Ariadiluce    22/11/2010    4 recensioni
Liceo Leonardo Da Vinci. Il mito della scuola, Vegeta, ha messo gli occhi sulla nuova arrivata. Ma non sa che questa ragazza ha dei fantasmi che la tormentano...
Brutti ricordi, esperienze da dimenticare, dejà-vù che serpeggiano come fulmini nella mente... C'è qualcosa che blocca perennemente Bulma, la quale non riesce a rifarsi una vita.
Ciò che era nata come una semplice curiosità, per Vegeta diventerà qualcosa di più.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ghost
- Ghost -


Domenica mattina. Come al solito, un weekend noioso e con nulla da fare. A parte studiare, ma non poteva ritenersi un'attività accattivante e divertente.
Bulma scese a far colazione verso le nove e mezza, preparò il caffè e aspettò la mamma, che, avendola sentita passare il corridoio, si era sicuramente svegliata anche lei.
E infatti Bunny comparve poco dopo, stretta nella sua vestaglia giallo pulcino. "Buongiorno tesoro"
"Buongiorno mamy" le versò il caffè e si sedettero a tavola.
Fecero colazione con estrema lentezza, in fondo nessuna delle due aveva molto da fare.
"Oggi esci?" domandò la madre, premurosa. "Ehm..."
"Non dirmi che non sei ancora riuscita a farti degli amici..." la riprese, "Ma no mamma, è che... ancora non abbiamo questa confidenza da uscire insieme"
Bunny l'osservò attentamente. "E... parlami un po' di questi nuovi amici"
Bulma arrossì, maledicendo questo vizio di arrossire sempre per qualsiasi cosa. "Allora... c'è Vegeta, quello che hai visto anche tu... è simpatico, un po' spocchioso, ma un bravo ragazzo... Poi c'è Chichi, pensa che ha la moto, è una ragazza piena di carattere ma ancora devo conoscerla un po'... Ah e c'è anche Goku, una personcina buona e gentile"
"Mh capito..." riflettè la mamma, "Ma di solito le ragazze non stanno in combriccola? Cos'è questa nuova moda di stare insieme due ragazzi e due ragazze..."
"Veramente... tra di loro non sono amici" obiettò con crescente imbarazzo. Bunny la guardò severa.
"Bulma, non ti ho portata via per vederti di nuovo sola e abbattuta. Voglio che ti faccia dei nuovi amici, degli amici veri"
La ragazza sospirò. "Lo farò, dammi il tempo"


La Punto color "grigio topo", come l'aveva sempre chiamata Bulma, parcheggiò sul retro di un grosso condominio. La ragazza scese dal sedile del passeggero e quasi non si pinzò il lungo abito nero nella portiera.
La donna dal lato pilota chiuse l'auto e la raggiunse. Le porse la mano, guantata di nero, che la giovane strinse, e insieme si avviarono al portone.
Bulma si strinse nel suo scialle nero e, non appena varcata la porta, ricominciò a piangere.
Bunny la portò in ascensore, premette il pulsante con scritto "7" e abbracciò la figlia, accarezzandole i capelli legati da un nastro nero.
Non disse niente, non c'era nulla da dire in quel momento, l'unica cosa che poteva fare era rimanerle accanto e darle tutto il calore che aveva.
Entrarono in casa e si lasciarono cadere sul divano, dove Bulma prese a piangere in modo inconsulto, quasi soffocando tra singhiozzi e lamenti.
Bunny se la prese in braccio, come quando era piccola, e la cullò lasciandosi imbrattare il collo di lacrime al mascara.
Rimasero così per parecchio tempo, e la ragazza non accennava a tranquillizzarsi.
La madre non ce la faceva più. In quel lasso di tempo aveva fatto miriadi di calcoli, ed era giunta ad una decisione.
"Bulma, ci trasferiamo a Satan City"
La ragazza, dal viso stravolto, gli occhi rossi e gonfi, le guance rigate e le occhiaie marcate, alzò la testa e guardò la madre. "Perchè?"
"Perchè non riuscirai mai a ritrovare la serenità se continui a vivere qui, tra brutti ricordi e persone che ti rifiutano. Ci trasferiamo e ricominciamo una nuova vita"
Lì per lì la giovane si ribellò. Andarsene voleva dire dimenticarlo, e lei non voleva.
"Andarsene significa staccarsi da questo luogo che non ti appartiene più" le spiegò la madre con tono severo, per far capire e smuovere la figlia, "Lui ti ha fatto abbandonare gli amici, lo sport, il tempo libero, ormai vivevi solo per lui. Ed ora non hai più nulla da spartire con questa città. Voglio che tu abbia la possibilità di ricominciare, di frequentare amici, di vivere come una ragazza normale. E puoi farlo solo lontano da qui"
Bunny era convinta della sua idea, Bulma l'aveva capita, qualcun altro, invece, l'aveva presa come un abbandono, un tentativo di dimenticare.
E questa cosa non gli andava bene.

Il giorno dopo, a scuola, era del tutto intenzionata a stringere una sincera e profonda amicizia con Chichi.
Si era svegliata un quarto d'ora prima, quella mattina, e si trovò davanti scuola non appena i cancelli vennero aperti.
Voleva aspettarla, e sperava non facesse tardi. Nel frattempo, scorreva la marea di studenti che le sfilavano davanti.
"Che ci fai qui?" ed ecco, puntuale come un orologio, Vegeta con il casco sottobraccio.
"Sto aspettando un'amica" spiegò lei allegra, "Buongiorno anche a te comunque!"
"Sì sì ciao. Ti sei fatta un'amica? Ma brava pupetta" la canzonò lui, dandole uno schiocco di dita sul naso. "Ahii!! Ma mi devi sempre far male tu??" piagnucolò lei tenendosi la parte dolente, forse esagerando un po'. "Veramente sei bravissima a farti male anche da sola"
Bulma liberò immediatamente il naso e smise di fingere. Non doveva sempre mettersi in trappola da sola, accidenti.
"Senti Brief, hai difficoltà ad arrivare puntuale la mattina?"
La ragazza non capì il motivo di tale domanda, ci pensò un po' e rispose "Beh più o meno, dipende dalla puntualità dei pullman..."
"E invece come te la cavi coi bambini?" Vegeta sembrava talmente disinvolto a porgere quelle domande così contorte. Bulma storse un sopracciglio "Eh? Che intenzioni hai scusa??"
"Stai tranquilla, non ho intenzione di ingravidarti" puntualizzò lui, mentre due ragazze che passavano li guardarono e scoppiarono in uno stridente risolino. "Ti voglio offrire un affare"
Bulma proprio non capiva quel ragazzo. Aveva il potere di sorprenderla sempre, era imprevedibile. Non ci si poteva aspettare una conversazione normale con lui, avrebbe tirato sempre fuori qualche stramberia che ti avrebbe lasciata a bocca aperta.
E forse era per questo che lui...
"Io ti scarrozzo, andata e ritorno, tutti i giorni, e tu fai la baby-sitter a mia sorella, due volte a settimana"
La ragazza spalancò occhi e bocca dalla sorpresa. Effettivamente non poteva pretendere diversamente.
"Ah...", "Ho ricominciato boxe, e i miei lavorano tutto il giorno. Non mi piace rinunciare per una mocciosa petulante, e mi farebbe comodo il tuo aiuto, dato che siamo vicini". Il suo tono poteva sembrare quasi gentile, se non ci fosse stato il secondo fine dopo.
Bulma riflettè. Aveva da studiare, ma a parte quello - che sicuramente non le avrebbe portato via troppo tempo - non aveva nulla da fare. Inoltre, guardava i lati positivi: niente più pullman, poteva risparmiare sui biglietti, e stare due pomeriggi in casa Prince... beh sicuramente non avrebbe portato a nulla di male. Quanto poteva essere pestifera una bambina...
"Non mi basta" ribattè lei, pensando di avere il coltello dalla parte del manico e di poter pretendere di più. "Voglio che mi scarrozzi non solo per andare a scuola, ma anche in qualsivoglia momento io ne abbia bisogno"
Vegeta parve molto indispettito da queste pretese. Emise un grugnito, accigliandosi, e borbottò "Solo se io in quel momento non ho nulla da fare. Non ti aspettare che abbandoni i miei impegni per venire a prenderti"
"D'accordo!" affermò la giovane, felice, porgendogli la mano che lui avrebbe dovuto stringere, ma che guardò con sufficienza.
"Bene. Cominci oggi dalle quattro alle sei e mezza" e, senza salutare, entrò a scuola.
Bulma ritirò la mano per non sembrare una stupida di fronte a tutti e riflettè un momento. In fondo erano appena cinque ore a settimana, avrebbe potuto sopportarle - anche se lo sfruttamento era evidente.
Si guardò intorno, ormai stavano entrando solo i ritardatari. Erano le otto passate e di Chichi nemmeno l'ombra.
"Pazienza... forse sta male" pensò con rammarico, entrando anche lei.

La campanella dell'intervallo era suonata da qualche minuto quando Bulma uscì dal bagno ritrovandosi davanti la moretta motociclista.
"C-Chichi! Non pensavo venissi, oggi!.."
L'altra la guardava con un'espressione un po' sbieca. "E perchè scusa?"
"Perchè non ti ho vista entrare..." nel mentre che formulava questa frase, un pensiero la trafisse. Forse lei...
"Eh lo so, eri troppo occupata a parlare con Prince" disse lei dura. Bulma avvampò dall'imbarazzo.
"Non lo conoscevi, vero? Eri così presa mentre ti parlava che avrebbe potuto esplodere il mondo intorno a te"
"Chichi, io... non è come pensi, è che..." si sentiva braccata, seppur da un'innocente bugia, ma che riusciva a torcerle le viscere.
"Ascoltami bene, Bulma" la additò l'altra, severa, mentre lei si faceva piccola piccola, "Se hai intenzione di costruire un qualche tipo di amicizia con me, devi lasciarlo perdere. Altrimenti evita di cercarmi e trovati qualcun altro. Sono stata chiara?"
La ragazza annuì flebilmente, imbarazzata e spaventata. Detto questo, Chichi girò i tacchi e tornò nel suo corridoio a passo pesante.
Bulma andò a stringersi nel suo angolino, ancora turbata dalla velocità con cui fosse successo tutto. Si lasciava sempre prendere di sorpresa e finiva per farsi sotterrare dagli eventi come una povera vittima... ma quando avrebbe imparato a prendere la vita a testa più alta?
Beh... finora aveva sempre vissuto sotto un'ala, e sotto un'ala la testa si deve tenere bassa...
Non era mai stata così sola, da quando era cresciuta e aveva vissuto di fianco a lui aveva penso la capacità di ragionare con la sua testa... e si capacitava del fatto che fosse una cosa negativa, ma per lei era tutto così facile, finchè c'era lui...
Perchè lui era la sua testa, il suo cuore, lui aveva sempre ragione, lui era così perfetto, e lei era protetta dal mondo esterno quando c'era lui.
Era stato estremamente arduo, per lei, tentare di farsi una vita da sola. Doveva ringraziare solo sua madre se era stata capace di rialzarsi e andare avanti.
Ma ora, non poteva fare affidamento su nessuno, all'infuori di te stessa... Sua madre glielo ripeteva in continuazione: l'unica persona nella vita che non ti abbandonerà mai sei solo tu. Le persone partono, ti tradiscono, muoiono, non sei mai sicura che ci saranno per sempre, perciò devi imparare a vivere senza dipendere mai da nessuno.
L'esperienza di tre anni prima l'aveva talmente sconvolta che era sicura non si sarebbe mai più attaccata a nessuno in un modo così morboso. E, anzi, se mai fosse successo, aveva autorizzato sua madre a riportarla alla realtà con qualsiasi mezzo.
Un'altra batosta del genere non avrebbe potuto incassarla...
"Oh andiamo, hai preso sette del compito di mate, non mi sembra un cattivo voto"
Riaprì gli occhi ritrovandosi quelli di Vegeta davanti. Si asciugò rapidamente le lacrime, tentando di nascondersi, e rispose tra i singhiozzi "G-già"
Non aveva voglia di vederlo, non in quel momento in cui lui le mancava così tanto.
Si voltò verso la finestra e si appoggiò sul davanzale, dandogli le spalle.
Vegeta la studiò. Anche se aveva fatto quella battuta, era sicuro che la scuola non c'entrasse niente.
Di solito non s'interessava dei fatti altrui, ma quella ragazza, per qualche strano motivo, lo incuriosiva.
Si appoggiò anche lui con i gomiti, rivolto verso il corridoio, e parlò senza guardarla "Senti, io non so cosa ti prenda, ma vedi di sollevarti in fretta perchè se mia sorella annusa malumore diventa isterica a priori"
Anche se era detta in quel modo, suonava molto come un modo di consolarla facendola ridere. Ma non funzionò.
Il ragazzo cominciava a sentirsi in soggezione: di solito era capace di ribaltare una situazione con uno schiocco di dita, ma stavolta non ci riusciva e ciò lo irritava. "Ho capito. Me ne vado"
Si allontanò e lei non lo fermò. Chinò la testa e sfogò le ultime lacrime.






NdA: le situazioni dei personaggi si evolvono e, tra chiarimenti e scurite, il tempo qua si fa instabile XD
Luna_07: sì esattamente, la prima parte dello scorso capitolo riguardava Bulma e Sirio e... sì, le sue ultime parole sono espresse apposta per sottolineare la coerenza di questo ragazzo xD la puzza di bruciato c'è ma non riguarda personalmente Bulma... qualcosa gira intorno a lei :3 e non è solo il fantasma che ronza nelle orecchie xD
Maia74: Goku avrà fatto qualcosa, per essere trattato così da Vegeta... e anche Chichi, esattamente, non la racconta giusta! Ma si saprà più avanti :3 ormai il carattere di Sirio si sta delineando e si capisce in che stato ha tenuto Bulma e perchè lei sia così inesperta...:)
ka93: eheh, tante domande e ancora nessuna risposta! :) Ancora non ho potuto illuminare i tuoi dubbi, mi dispiace, giuro che rimedierò xD comunque, come immaginerai, c'è una precisa spiegazione del perchè di quella glaciazione tra Chichi, Goku e Vegeta... ps sono contenta di averti messo suspance! xD
MauMau: hai visto come sono brava!! Non ho ancora rivelato nessuno dei dubbi del capitolo scorso, sto imparando a trattenermi, ma come sono bravaaa *saltella* Chichi-centaura è stata un'illuminazione, con una Bulma piccina inesperta e indifesa ce la vedo bene lei tutta decisa e fighetta con la moto xD hai indovinato, il mio continuo sottolineare possessivi aveva a che fare con quel conto in sospeso ;) mi ha divertito il fatto che Bulma non ci abbia fatto caso più di tanto, al gelamento, ma tutte le lettrici sono schizzate a pensare chissà cosa xD la ragazza dovrebbe prendere da voi, ecco u.u comunque non credo che riuscirò a trattenermi per molto tempo ancora, la rivelazione arriverà presto xD ps Bulma ha avuto da ridire sulla tua proposta, ma accetta comunque (non le ho fatto leggere le clausole del contratto, povera, dovrebbe svegliarsi un po' xD)!!
  
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