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Autore: 1852    22/11/2010    3 recensioni
Bella, giovane diciottenne, è impegnata a divertirsi con le proprie amiche Alice e Rosalie ed i propri fratelli Emmet e Jasper, continuando a sognare un ragazzo che conosce appena e che non vede da anni. Lo stesso che finirà con il diventare il suo migliore amico: Edward Cullen,ragazzo dalla incredibile bellezza e nobiltà d'animo e con il quale partirà per Londra, anni dopo, alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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 -         Alice! Dove sei? Aliiice?
-          Bella ? come sei entrata?
-         Ah, già, scusa, mi ha aperto tua madre che stava uscendo
-         Vieni, sono in camera
 
Bella salì le scale e si ritrovò nel bel mezzo di un uragano. La stanza di alice era completamente in disordine, non c’era un lembo di letto che non fosse occupato da vestiti, borse o foulard. Era una babele.
-         ciao, bella!
-         Ciao- mormorò guardandosi cautamente attorno.
      -     alice potrei sapere cosa sta accadendo?
-         ma è evidente, faccio il cambio di stagione! Perché tu non lo fai?
-         Se lo faccio è perché mia madre non ha avuto tempo e mi ha obbligata- disse in imbarazzo
-         Stai scherzando? Lasci che tua madre metta apposto i tuoi vestiti? Ma è assurdo, sei grande ormai!
-         Si, lo so, ma a me annoia
-         Ah, bella, non so cosa devo fare con te- scuotendo la testa.
 
Dopo un paio di minuti di silenzio si decise a parlare.
 
-rose come sta?
 
Alice mutò espressione ed il suo volto si incupì – non bene,ma non possiamo farci niente, e poi da quanto ho capito la decisione l’ha presa lei, quindi…
 
-         magari potremmo farla uscire con noi sabato, una serata tra donne, e poi fare un pigiama party!
-         Si, potrebbe essere un’idea, possiamo provarci. Aiutami con questi per favore, posali lì a terra, grazie
-         Di nulla
 
Alice continuava a trafficare con i suoi vestiti, quasi come se bella non fosse lì. Quando si trattava di moda, sembrava estraniarsi completamente dal resto del mondo. L’altra continuava a torturarsi le mani, finché non trovò il coraggio di parlare.
 
-         alice, devo dirti una cosa…
-         si, dimmi, ti ascolto
-         bè, vedi l’altra sera, quando è successo quel casino alla grigliata?
-         Si?
-         Ecco io non ho riscoperto solo l’antipatia e la bassezza di James
-         Va avanti Bella, coraggio- il suo sguardo si era assottigliato e finalmente la stava degnando di reale attenzione.
-         A me, diciamo che mi..ecco si, cioè…- era sotto pressione al massimo e non sapeva come continuare. Alice, dopo aver deciso di averla torturata abbastanza entrò in suo soccorso.
-         A te piace edward e sei disperata perché non sai come fare per rivederlo!- ora era sorpresa.
-         Tu come?
-         Bella, credi davvero che un’amica non si accorga di queste cose?
-         No,tu non puoi aver capito,a me piace edward - e a queste parole fremette perché era la prima volta che lo diceva ad alta voce- da quando av-  Alice la interruppe.
-         Si si, lo so, più o meno a quando a me piace Jasper- quasi come se fosse la cosa più logica del mondo.
-         Wow, alice mi sorprendi! Io non pensavo che tu sapessi, perché non mi hai detto nulla?
-         Perché aspettavo che fossi tu a farlo. Non volevo metterti in imbarazzo credo
-         Grazie, ti voglio bene, lo sai?
-         Sì, ne ho una vaga idea!
 
L’amica a quel punto si alzò e le andò incontro abbracciandola e facendola cadere su quel mare di vestiti.
 
      -    e comunque, grazie a te che finalmente hai deciso di dirmelo, ormai non ci speravo più!
-         Hai ragione, scusa,magari però evita di fartelo scappare con Rosalie, perché non ho idea di come potrebbe prenderla..sai è pur sempre amico di James
-         ma è diverso da lui, giusto?
-         Molto diverso
-         Sì, l’ho notato anch’io quella sera, sembra un bravo ragazzo
-         Ora però viene la parte interessante. L’altro giorno ero al cinema, dopo la nostra semi-discussione e stavo per andarmene quando
-         No! Non dirmi che l’hai incontrato!?!
-         Si!- e da quel momento iniziò a raccontarle tutto fino alla fine, mentre l’amica eccitata rideva e batteva le mani.
 
 
Riassaporava  quasi le stesse emozioni di quando era una bambina, e non c’era niente di meglio. Si dimenticò persino della paura che i suoi fratelli le proibissero di vederlo. In ogni caso avere Alice dalla sua, poteva essere utile per tenere a freno almeno Jasper.
 
 
Due giorni dopo, il giovedì, Bella aveva l’umore a terra perché edward non ancora l’aveva chiamata, e sospettava che non l’avrebbe più fatto. La stima di sé non era esattamente il suo forte. Sua mamma poi, anziché tirarle su il morale, le aveva chiesto molto poco delicatamente perché non uscisse mai con dei ragazzi, visto che alla sua età sarebbe stato più che normale.
Alice era stata, logicamente, l’unica a capirla e consolarla, povera ragazza, non sapeva quali cocci incollare prima, tra l’amica e la sorella.
Emmet era leggermente migliorato ed iniziava a reagire, con grande gioia dei fratelli.
Purtroppo però per il sabato sera i programmi erano saltati, visto che Rose aveva declinato l’invito, adducendo come scusa il fatto che quella sera avrebbe fatto uno dei suoi film preferiti, e aveva intenzione di guardarlo sola. A quel punto Bella aveva persuaso Alice ad andare tranquillamente con il suo ragazzo, per paura che altrimenti sarebbe rimasto a casa a deprimersi insieme all’altro fratello. Morale della favola: lei non aveva nulla da fare.
 
Verso le 6 ricevette l’inaspettata telefonata di Jake. La ragazza della quale si era invaghito gli aveva dato buca, così aveva pensato di invitare l’amica per una pizza ed un gelato. Non avendo alternativa, e lì il suo pensiero volò ad edward, accettò volentieri. Si preparò velocemente, senza impegnarsi troppo e aspettò che l’amico la venisse a prendere.
Quando arrivò, salì subito in macchina e parlarono di sciocchezze per tutto il tragitto,ridendo come bambini. Al primo mc donald si fermarono ed ordinarono un mucchio di porcherie. Si sporcarono a vicenda con le salse, si appiccicarono con i panini troppo farciti e sbrodolarono con le bevande. Avevano bevuto nient’altro che coca-cola, ma ad occhi esterni sarebbero potuti sembrare benissimo mezzi ubriachi. naturalmente non se ne curarono, erano troppo impegnati a ridere accompagnati dal loro lato infantile aveva avuto la meglio, almeno per quella sera.
 
 
Quel lunedì Bella entrò nel parcheggio del cinema incrociando le dita, aspettandosi di vedere la macchina di edward, ma non ce n’era traccia.  In preda allo sconforto, cominciava a chiedersi perché le avesse chiesto il numero.
Tornando a casa incrociò l’amica sul vialetto ed iniziò a lagnarsi. Alice aveva seriamente valutato l’idea di scappare fingendo un attacco di colite.
 
-         Bella guarda che siamo nel 2010, puoi benissimo mandarglielo tu un messaggio
-         tu non capisci, non posso scrivergli io perché se poi non gli interesso, che faccio?
-         Un po’ di coraggio diamine, e poi puoi sempre far finta di essere gay, male che va!- iniziò a ridere, ripensando a ciò che aveva detto Emmet a Jake la sera della grigliata, certo probabilmente non ci aveva creduto, o almeno lo sperava. Cominciava a credere che fosse il caso che qualcuno gli spiegasse la verità, per precauzione.
 
Fu in quel momento che Bella ebbe l’illuminazione. L’amica ne approfittò per filare dentro,nella stanza del suo amato. Le avrebbe davvero scritto lei per prima, fregandosene delle conclusioni che lui avrebbe potuto trarre. Male che andasse, avrebbe pensato che lei fosse particolarmente interessata a lui,che peraltro era la verità, dunque non c’era motivo di preoccuparsi.
Invitandosi alla calma scrisse una frase:
 
"ciao cugino di jake, come va? Stavo pensando che potremmo incontrarci qualche pomeriggio, amichevolmente s’intende! Ci stai?fammi sapere
B."

 
Chiudendo gli occhi ed incrociando le dita inviò il messaggio. Dopo mezz’ora la risposta non era ancora arrivata. Di nuovo giù di morale decise di andare a pescare Alice dalla camera del fratello. Spalancò la porta senza bussare, e mentre la richiudeva vergognandosi come una ladra per l’atteggiamento fin troppo intimo nel quale li aveva colti, aggiunse l’ennesimo appunto mentale di bussare prima di entrare. In compenso però, ora le veniva da ridere e l’umore seppur di poco era risalito. Si decise a fare merenda, quella l’avrebbe di sicuro aiutata. Amava il cibo, nonostante fosse molto magra, con capelli castani ondulati ed occhi scuri da cerbiatta che avevano fatto penare non pochi cuori, ma a lei non era mai importato. Aspettava il suo principe.
Dopo cena sua madre, come al solito, la costrinse a sparecchiare e mettere tutto in ordine. Per le scale trovò una pila di panni puliti appartenenti a diversi proprietari, così dovette arrendersi a fare il giro delle camere dei fratelli. Questa volta bussò. Concluso il suo compito poté buttarsi sul letto. Tanto perché la speranza è l’ultima a morire, lanciò uno sguardo al cellulare. Nessuna bustina. Ora si chiedeva se gli fosse accaduto qualcosa. Si sentì ridicola: non erano nemmeno fidanzati, anzi, neanche reali amici, e lei già si preoccupava per la sua salute Per scacciare questi pensieri andò a fare una doccia. Terminata indossò il suo adorato pigiamino rosso, con uno dei sette nani sulla maglietta  e si infilò dritta a letto. Oltre al cibo aveva questa grande passione: dormire, avrebbe volentieri passato le giornate a non fare altro, ma ogni tanto si sa che bisogna alzarsi.
Mentre sprofondava nel sonno avvertì la vibrazione del suo cellulare. Afferrandolo lesse:
 
"ciao a te sorella di Jasper, a me va tutto alla grande, a te? L’idea di incontrarci mi piace parecchio, amichevolmente, s’intende ;) dimmi cos’hai in mente…buonanotte,
edward"

 
Si portò una mano prima tra i capelli e poi sul cuore. Lui le  aveva risposto.Non riusciva a fare altro che sorridere. L’idea di incontrarla gli piaceva parecchio, rilesse. Pensò di poter esplodere, ma si disse che non era il momento adatto, aveva un appuntamento da organizzare, dopotutto.
La mattina seguente naturalmente aveva l’umore alle stelle. Appena arrivati a scuola strappò Alice dall’abbraccio del proprio fidanzato e le raccontò tutto. La poverina non poteva che essere felice per l’amica, ma cominciava  a darle sui nervi questo suo interrompere nei momenti meno opportuni. Quando glielo fece notare si sentì rispondere:
 
-         ecco, ho finito, scusa. Ora puoi tornare da Jasper, io me ne vado in classe e non scoccio più
-         Bella non fare così, lo sai che non scocci mai, o quasi.. e in ogni caso adesso non posso andare dal mio Jazz, è suonata …comunque grazie per il permesso- specificò alzando gli occhi al cielo.
 
Bella se ne andò mortificata.
Poi venne interrogata in letteratura, guadagnandosi anche un ottimo voto. La giornata non avrebbe potuto essere migliore. Dopo pranzo decise di rispondere:
 
"buongiorno! Non ho idee particolari, ma potremmo fare una passeggiata lungo mare"
 
Attese la sua risposta che questa volta non tarò ad arrivare.
 
"Direi che  il lungomare andrà benissimo. Ci vediamo alla spiaggia vicino casa di jake?"
 
 
Con un altro paio di messaggi riuscirono ad accordarsi per l’appuntamento che ci sarebbe stato quel giorno stesso. Bella non aveva idea di cosa mettere, ma non aveva neanche intenzione di chiamare Alice che l’avrebbe di sicuro conciata come una bambola e per un primo appuntamento da amici non era il caso. Optò per il solito jeans e delle scarpe da tennis, infondo era un appuntamento pomeridiano e nemmeno nel week-end.
 
Una volta pronta uscì di casa non specificando con nessuno dove fosse diretta e partì alla volta della spiaggia. Appena arrivata, mentre parcheggiava Edward l’accolse con un sorriso. Le aprì la portiera:
 
-         i parcheggi tranquilli non sembrano il tuo forte!- e prese a sghignazzare
-         hei, guarda che la patente ce l’ho da pochissimo- rispose stizzita
-         in effetti ci speravo, altrimenti non credo che sarebbe stato normale
-         guarda che cominciamo proprio male- gli fece notare
-         e tu guarda che sto solo facendo quello che fanno gli amici, cioè prendersi in giro!  - mettendo le mani avanti con un sorriso furbo
-         simpatico- lo canzonò mentre arricciava le labbra.
 
Edward non poté evitare di pensare a quanto fosse deliziosa con quella espressione. Si ammonì mentalmente.
Presero a passeggiare ridendo e scherzando. Poi ci fu un attimo di serietà mentre Bella gli raccontava di Rose ed Emmet. Il ragazzo era visibilmente dispiaciuto e ci tenne a specificare di aver smesso di frequentare James. Non si sarebbe mai sognato un atteggiamento del genere da parte sua, ma ora che aveva conosciuto il soggetto nel suo aspetto peggiore non aveva intenzione di averci più nulla a che fare.
La ragazza non poteva che essere fiera di lui. Tutto stava proseguendo per il meglio quando un gruppetto non raggiunse di corsa Edward. Erano tutte ragazze, quattro per l’esattezza e sembravano conoscerlo bene. Tre non era proprio bellissime, ma una era l’immagine della sensualità e della perfezione ed in quel momento era arpionata al collo di un Edward in evidente stato di imbarazzo.
Bene si disse, magari ne è innamorato. L’umore fece un tuffo verso il basso di metri e metri. A tutto avrebbe pensato per il loro primo appuntamento, ma non di ritrovarsi già gelosa.
    
 
 
      -     ciao Eddy!- lui fece una smorfia
-         Bella queste sono alcune mie compagne di scuola
-         Oh, giusto,lei chi è eddy?
-         Lei Victoria è una mia cara amica
-         Bè piacere amica di Edward- disse lei con un sorriso amichevole, ma che sapeva di sfida, mentre le altre erano intente a scrutarla.
-         Bella- corresse lui
-         Piacere Victoria – aggiunse lei cordialmente.
-         A quanto vedo sei impegnato, comunque puoi sempre unirti a noi per il sabato sera, hai altri impegni?
-         Forse sì, probabilmente sarò impegnato sabato sera- il tono che aveva usato era asciutto e non sembrava dispiaciuto. Bella per un momento ne fu sollevata, poi però si chiese che genere di impegno avesse.
-         Ah- sembrava molto delusa, ma cercò di mascherarlo rimettendo su un sorriso tiratissimo
-         Non fa niente, ci sarà tempo per vederci- a quel punto gli si avvicinò con passo sinuoso e gli stampò un bacio sulla guancia. Lui si tirò indietro
-         Ciao, Victoria - nel frattempo posava la mano sul braccio di Bella, invitandola a proseguire la passeggiata
-         Ciao anche a te, Bella, e tienitelo stretto- il tutto concluso con un occhiolino.
 
Bella non riusciva a proferir parola. Quella tipa era veramente sfacciata. Mentre il gruppetto se ne andava si soffermò sul passo assolutamente ipnotico di quella Victoria, sul suo fisico da modella e su quell’abbigliamento tanto audace che metteva le sue forme in risalto. Perfetta, dolorosamente perfetta, senza problemi di timidezza o autostima. Aveva la faccia tipica di chi è abituato a prendersi ciò che desidera anche usando i denti, se necessario. Certo l’ intelligenza non doveva essere il suo punto forte e questo la consolò non poco.
Si riprese dallo stato di trance solo grazie al tocco della mano di Edward, che non aveva ancora abbandonato il suo braccio, anzi si muoveva leggermente su e giù, come a volerla chiamare.
 
-         tutto ok?
-         Si, certo
-         Senti, lasciala stare, è solo una viziata antipatica, ignora lei e i suoi toni come ho sempre fatto io
-         Ok, lo terrò a mente- e lo guardò accennando un tenue sorriso.
 
Per qualche minuto nessuno dei due parlò.
 
-         Bella, per favore ti decidi a dirmi cosa c’è che non va?
-         Nulla, è solo che ho appena concepito un pensiero, ma lascia stare, è meglio
-         No,sono curioso, insisto!
 
Nel frattempo si erano fermati ed erano di nuovo l’uno di fronte  all’altra.
 
-         è una cosa abbastanza cattiva, ti avviso
-         penso che sopravvivrò, o comunque correrò il rischio- e la guardò incoraggiandola a proseguire.
-         ho pensato che fossi particolarmente curiosa di sapere cosa direbbe James ad una come lei, visto il trattamento che ha riservato a Rosalie
 
Lui la guardò sorpreso da un’affermazione del genere e allo stesso tempo pensando che anche lui, se non l’avesse già saputo, sarebbe stato curioso di conoscere la risposta.
 
-         sai lei, ecco, sembrerà assurdo, ma lei è esattamente la storica ex ragazza di  James
-         cosa?
-         Già, o almeno credo..
-         Come credi? lo è o no?- sembrava confusa e molto, ma molto curiosa
-         No, lo è stata, la sua ragazza dico
-         Ah, ok
-         Si, solo che non so se in questo momento stiano insieme o no, la loro storia è molto travagliata
-         Uh, immagino- pesantemente sarcastica come sempre.
Almeno però aveva la certezza che non si sarebbe mai messo con lei, i ragazzi di solito non fanno cose simili agli amici, o ex amici si corresse.
-         no, davvero, pare che il problema fondamentale sia che entrambi non hanno il dono della fedeltà..- la faccia tesa in una smorfia come a dire ”che possiamo farci?”
 
Come non detto, era ufficialmente rovinata. Il suo Edward, c’avrebbe scommesso, era il prossimo sulla lista di quella megera dai finti capelli platino. Era ora di marcare il territorio. Si vergognò di questo pensiero immediatamente, cercando di ricordarsi che Edward  non era un oggetto e tanto meno di sua proprietà.
 
-         che hai fatto?- le chiese con un sopracciglio alzato
-         Io? Niente- cercava di fare la disinvolta
-         E perché sei così accaldata ?- assottigliò sospettoso lo sguardo
-         Non lo so, sarà il caldo- mise su un visino angelico, il quale però di quel rosso accesso sembrava più quello di un diavoletto.
-         Già, sarà il caldo..- sussurrò avvicinandosi.
 
Avvicinò il suo viso a quello della ragazza, mandandole il cuore a mille. Non aveva idea di cosa volesse fare, sapeva solo che avrebbe tanto voluto abbracciarla, e baciarla soprattutto. Cercò di recuperare un po’ di lucidità, ma non poté evitare di lasciarle un innocente bacio sulla guancia, forse premendo le sue labbra sulla morbida pelle di lei un po’ troppo a lungo. Quando si staccò erano tutti e sorpresi e con gli occhi lucidi, mentre guardavano ovunque, meno che negli occhi dell’altro.
 
-         si, fa decisamente caldo- aggiunse lui sperando di non essere stato sentito.
 
Ricominciarono a camminare, ma lei lo fermò con una domanda:
 
-         quale improrogabile impegno hai sabato?
-         Veramente speravo che avessi tu qualche idea, perché a me vengono in mente solo pizza e gelato- e si strinse nelle spalle toccandosi poi la nuca con una mano.
-         Cioè?
-         Cioè che se ne hai voglia possiamo fare qualcosa insieme
 
Bella non accennava a rispondere, sembrava paralizzata, con gli occhi spalancati.
 
-         hey, quanto entusiasmo… non sei costretta, era solo un’idea, puoi sempre inventarti di avere un impegno!- la mise sul ridere, ma dentro faceva male. Lei si riprese a quelle parole.
-         A me sembra un’ottima idea invece, e poi trovo che una pizza vada benissimo- l’aveva detto con tono serio ed emozionato,neanche stesse pronunciando le proprie promesse di matrimonio.
 
Poi lui le afferrò una mano ed iniziò a condurla verso le loro auto.
Bella, fece alcuni passi rimanendo dietro di lui ad osservare le loro mani intrecciate, lui se ne accorse e pensò che le stesse dando fastidio così la lasciò, mentre proseguiva in avanti.
Non fece in tempo a fare un paio di passi, che Bella lo affiancò e strinse la sua mano con forza.
 
Scendendo dalla macchina, sul vialetto di casa, la ragazza sentì il cellulare nella borsa vibrare. Aprì il messaggio:
 
"fa freddo"
 
e lei sorrise dalla gioia, mentre incredula e con gli occhi quasi appannati dalla felicità rispondeva:
 
"sì, fa decisamente freddo"

  
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