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Autore: Malitia    22/11/2010    2 recensioni
Vicky è una comune sedicenne americana, con i suoi lati bui e quelli allegri. La sua vita scorre lineare e monotona fin quando un giorno, l'arrivo di un nuovo compagno un po' particolare le stravolge la vita. Che cosa nasconderà il misterioso Andrew? Perché quelle orecchie a punta e quella perspicacia un po' troppo invadente? Soprattutto, perché è così dannatamente bello da sembrare stravolgere la mente di Vicky? E se ci fosse dietro qualcosa di.. soprannaturale?
- Andrew, glielo devi dire, stasera stessa. Hai aspettato anche troppo. E non cambia niente che tu sia innamorato di lei. Perché lo capirebbe anche un orbo che sei innamorato-. - Ma è pericoloso…- - Andrew, è il suo destino! Non ti saresti curato del pericolo se…-. A questo punto mi ero fermata ad ascoltare, se qualcuno parla di te è legittimo fermarsi a sentire. Non è origliare. Ma cosa stavano dicendo? Destino? Pericolo? - I Dokkalfar potrebbero cercare di rapirla! Ci hai mai pensato?- Rapire me? E perché? Ma sono matti? Sento Andrew sospirare. - Le parlerò-.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 CAPITOLO 15 

Fuga 


Morgan sale sul suo cavallo come se non avesse fatto altro in vita sua. E’ un bel destriero colore caramello, con una macchia bianca sul muso. Il bestione che mi sta davanti, invece, è marrone scuro. Mi ricorda la cioccolata calda. Anche Andrew su un cavallo bianco e Alex, su uno nero come la pece, salgono agevolmente. Io resto a fissare il mio come una fessa. Ma non ce l’hanno un pony? 
- Non devi preoccuparti. Mars è un bravissimo cavallo, abbastanza buono-mi dice Morgan, dall’alto della sua posizione. 
- Mars? Come Marte, il dio della guerra?-. 
E’ proprio il nome ideale per un cavallo “abbastanza buono”. 
- Beh, si…ma comunque non giudicarlo dal nome! Sono sicura che non ti darà problemi!-. 
Giusto! Non mi darà problemi…insomma! E’ solo un cavallo, Vicky! Un piccolo, no, mi correggo, un grande quadrupede che di nome fa Mars…e poi Morgan ha ragione, non posso giudicarlo dal nome! Guardate me, mi chiama Victoria! E’ un paradosso bello e buono mettere una come me Victoria! Allora…da che parte comincio? Qui dovrei mettere i piedi…ma come faccio a sollevarmi? 
- Ti aiuto io…- Andrew, materializzatosi alle mie spalle, con un gesto solo mi issa là sopra. Oddio, che alto!
- Grazie-. 
Lui risale sul suo cavallo. Ma come diavolo fa? 
- Dove vi fermate a dormire?- ci chiede Layla, che ci sta guardando partire. 
- Stasera al villaggio di Vendonne, il più vicino. Poi forse sotto le stelle- le risponde Andrew. 
“ Sotto le stelle. Che bello. Il sogno di una vita” penso acremente. Guardo Alex. Il suo bestione sembra Furia, il cavallo del West. Anche il nome è conciliante con il suo aspetto. Tempesta. Ma chi li chiama così? 
Ora che ci penso, il cialtrone non ha più aperto bocca. Magari gli è caduta la lingua. Potrei mozzargliela io con la spada di Morgan… 
- Morgan, come si chiama il tuo cavallo? - chiedo curiosamente. 
- Macchia. Io e lui siamo cresciuti insieme- mi sorride, accarezzandone la criniera. 
“ Io invece i cavalli li ho visti solo in televisione…” 
- Possiamo andare- decreta Andrew. 
Già. Do un piccolo calcio al fianco di Mars, come ho visto fare nel film western, ma lui non muove zoccolo. Mi faccio avanti fino al suo orecchio e bisbiglio: 
- Ciao, tesorino. Ora sono io che ti cavalco. Io rispetto te e tu rispetti me. Cerchiamo di andare d’accordo, okay?- . 
Mars nitrisce e comincia ad avanzare. Evviva. Sona la donna che sussurra ai cavalli.

Non pensavo fosse così piacevole cavalcare. Certo dopo un po’ ti fa male il sedere, e senti l’impellente bisogno di poggiare i piedi su una superficie piana. Ma tutto sommato si sopravvive. E poi Mars è buonissimo. 
E’ buio pesto quando arriviamo a Vendonne. E’ stata una giornata interminabile e ora ho solo bisogno di un letto. Entriamo nella prima locanda del paese e prendiamo due matrimoniali. Naturalmente io e Morgan dormiremo assieme. Non sono riuscita a spillarle molto, durante il viaggio: che ha un’indiscutibile passione per i cavalli, che vive con Layla da quando aveva dieci anni, e che il suo colore preferito è il verde. Tutto molto illuminante, ma non mi aiuta a farmi un quadro ben chiaro di lei. Prendiamo le stanze e saluto Andrew con un bacio. 
- Posso sgaiattolare nella tua stanza stanotte?- mi domanda a bassa voce, per non farsi sentire da Morgan.
- E per fare che? Ormai non siamo più soli! E forse è meglio così. Ricordi cosa abbiamo deciso?- 
- Dai, solo per scambiare quattro chiacchiere!- 
- Io veramente avevo intenzione di dormire- 
- Almeno fatti guardare mentre dormi…-. 
Alzo teatralmente gli occhi al cielo. 
- Mi piace guardarti respirare piano mentre sei immersa nel sonno. Riesco a capire se stai passando tranquilla la notte o se fai degli incubi. Non ti sveglierò, promesso!- 
- Va bene- mi rassegno- lascio la porta aperta-. 
- Grazie!- 
Mi bacia di nuovo e si dirige sorridente in camera sua. 
“Vallo a capire…” penso un po’ lusingata dalla sua insistenza. Appena arrivo nella camera , che somiglia a quella della locanda precedente, mi svesto e mi metto a letto, senza dire una parola. C’è silenzio. Non mi piace. Mai piaciuto. 
- Come mai sei andata a vivere con Layla?- mi decido a chiedere a Morgan 
- I miei sono morti e io non avevo nessun altro. Così mi ha allevato lei- risponde evasivamente. 
Vorrei chiederle i dettagli, ma temo di sembrare indiscreta. 
- Tu e il principe…come mai state insieme? Lui è un elfo. E tu sei un’umana. Ed è anche l’erede al trono-. 
- Non sapevo che fosse un principe quando ci siamo fidanzati. E non mi importa che sia un elfo. Anche se so che questa storia non ha futuro, per ora la vivo- le rispondo, e lei annuisce. 
- E Alex? E’ anche lui un umano? E’ piuttosto taciturno- aggiunge. 
- No, lui è un mezzelfo-. Morgan sembra sorpresa. 
- Un mezzelfo ?- 
- Esatto. Nonché mezzo veggente critico inopportuno spara-cavolate- dico, rubandole una risatina. 
- Non ti sta simpatico?- 
- No- 
- Come mai? Non mi sembra ti abbia fatto niente- 
- Solo perché ha deciso di rinunciare alla sua linguaccia per qualche tempo-. 

Guardo il sole. E’ incredibile come in tutti i miei sogni quello che non manca sia proprio lui. La sensazione di libertà che mi accompagna ogni volta che vedo il campo di tulipani esplode dentro di me e mi mette sulla pelle un brivido di frenesia. Quella voglia irresistibile di correre a scavezzacollo verso il salice. 
Al mio fianco, Andrew mi prende la mano. 
- Vicky, svegliati!- mi dice. 
- Ma no…voglio farmi la mia solita corsetta- mi lamento. 
- Vicky, siamo in pericolo! Apri gli occhi!- 
Sbuffo. 
- E che palle…- 


- Vicky! Vicky!- Andrew continua a chiamarmi. 
- Mi avevi promesso che non mi avresti svegliato…-mugugno, con gli occhi ancora chiusi.- Cattivo…- 
- Vicky! E’ una cosa ancora seria! Vestiti subito e in silenzio, dobbiamo scappare-. 
Mi giro dall’altra lato, incurante di quello che dice. 
- Domani ho compito di chimica, devo riposare…-. 
La professoressa ce l’ha annunciato solo oggi, ma io so tutto il programma a memoria. 
- Ma quale compito?! Siamo a Ghengos, te lo sei dimenticato? Morgan e Alex sono già pronti e ci aspettano- 
- Chi???-. 
Ah, già. Ghengos. Elfi, streghe, nani… il cialtrone… 
- Che succede?-. 
Apro gli occhi e salto su come un grillo. 
- Sbrigati! Sanno chi siamo- 
- Spiegati…- mi spazientisco. 
- I Dokkalfar! Sanno che stiamo cercando il Calice, che sei con noi, chi siamo, quanti siamo, e soprattutto dove siamo! Datti una mossa!-. 
- Pensi sia una conseguenza del tentato rapimento, il fatto che sanno che sono con voi? Di come hai reagito?-. Andrew si calma e si siede sul bordo del letto, guardandomi con i suoi occhi blu. 
-Penso di si. Ho reagito piuttosto male…anche troppo. Forse hanno capito che sei legata a me. Comunque sanno sicuramente che sei con noi-. 
Lo abbraccio. E’ tutta colpa mia. E’ sempre colpa mia. Se non fossi scesa quel pomeriggio, per andare da lui, quell’elfo non avrebbe cercato di rapirmi e Andrew non avrebbe dovuto intervenire. 
- No che non è colpa tua. Ci avrebbe provato un’altra volta. Il guaio sarebbe accaduto se non ci fossi stato io-. 
- Sanno anche dove stiamo andando?- chiedo ansiosa.- No. Per fortuna l’abbiamo riferito solo a Layla-. 
Restiamo uno di fronte all’altra, a fissarci. Il silenzio è carico di tensione, del pericolo imminente, del desiderio di stare insieme, così vano, perché ostacolato da qualcosa più grande di noi…
Bah…non diciamo baggianate. Il punto è un altro. 
- Andrew, mi devo vestire. Ne hai ancora per molto?- 
- E’ ovvio che non posso restare…vero?- mi lancia uno sguardo speranzoso. 
Scoppio a ridere. 
- No che non puoi, scemo-. 
- Va bene. Fai in fretta-. 
Se ne va chiudendo al porta. 

L’aria fresca mi raffredda le braccia nude, provocandomi uno starnuto. Morgan ,al mio fianco, controlla che l’acqua nella borsa sia sufficiente per il viaggio. Io la osservo. Mi sento una goccia d’acqua cadere sulla punta del naso. Guardo il cielo nero pesto, coperto di nuvole. 
- Sta cominciando a piovere…- li avviso. 
- Brillante deduzione!-. Alex ha ritrovato il suo sarcasmo. 
Mi balena ancora in mente l’idea di mozzargli la lingua… 
- Accidenti! Dobbiamo sbrigarci!- dice Andrew preoccupato-Qual è la strada dove non si preoccuperebbero di venirci a cercare?- chiede ad Alex il cialtrone. 
- Ma d’altronde non sanno dove stiamo andando- gli risponde lui. 
- Tenteranno tutti i sentieri per trovarci- 
- Tutti i sentieri di loro conoscenza- puntualizza Alex, guardando il bosco. Andrew ha diretto lo sguardo nella stessa direzione. 
- Che vuoi dire?- chiede Morgan sospettosa. 
- Altezza, fidatevi di me-. 
“ Io non ci conterei poi molto…” 
Alex si allontana con Tempesta, alias Furia, il cavallo del West, seguito a ruota da Andrew e Morgan. Mmm…forse dovrei muovermi anche io. 
- Mars? Su, bello! Segui i tuoi amichetti!-. 
Mars non ha neanche sentito. Do un calcio al fianco dell’animale, ma quello, girandosi, mi guarda torvo. 
- Per favore!- lo imploro. Lui emette qualche sbuffo e parte all’inseguimento degli altri.


Deglutisco. Il bosco è esattamente come la mia fervida fantasia aveva immaginato. Le ombre si confondono dietro gli alberi, che formano una vera e propria cappa impenetrabile. Qua dentro non piove, ma è molto umido. Tutto sembra assumere un altro aspetto, un altro lato della medaglia. Potrebbero ambientarvi un film dell'orrore. " Tetro" è la parola giusta. 
- Ma i Dokkalfar in questo ambiente non si troverebbero a loro agio?- chiedo. 
- No- risponde seccamente Alex. 
- No? mi era sembrato di capire che privilegiassero le tenebre…e qui non filtrerebbe la luce nemmeno di giorno!- 
- Shh!- mi zittisce. 
“Shh”? lui mi fa “shh”? Ma io gliela mozzo davvero la lingua! 
Guardo rabbiosa Andrew, ma lui sembra in ascolto. Cerco un aiuto in Morgan, ma anche lei sembra aver percepito qualcosa. Ma sono solo io la stupida umana che non riesce a sentire un tubo? 
- Aspettate qui-. Alex scende da cavallo. 
- No! Non posso permetterti di andare da solo!- protesta Andrew. 
- Mi conoscono, mi devono un paio di favori! Non ci rifiuteranno la loro ospitalità!- 
- Sono comunque esseri poco affidabili- 
- No, hanno un codice. Rispetteranno me e voi. Ma è meglio se vado prima da solo- 
- Proseguiamo ancora insieme per qualche metro- propone Andrew. 
Alex valuta la situazione. 
- Va bene…-. 
Vorrei proprio sapere cosa sta succedendo. 
Cerco di far camminare Mars, ma lui si rifiuta. 
- Andiamo, Mars, non fare i capricci!- mi lamento. 
- Potresti…- Morgan non finisce di parlare, perché Mars nitrisce selvaggiamente. Prima che lo freni con le redini, comincia a correre all’impazzata. Oh-mio-Dio. Vedo il bosco sfrecciarmi davanti senza poter fare niente, tranne urlare. Mi aggrappo al collo del cavallo e tengo gli occhi sbarrati, sperando che si decida ad arrestare la sua corsa. Morirò, ecco che succederà. Mia madre…la mia povera mamma straziata dal dolore di aver perso la sua unica figlia…mio padre che cerca di sorreggerla mentre sviene sulla mia bara bianca al funerale… Andrew distrutto, in fondo alla chiesa, che però nel frattempo decide che la sua prossima ragazza sarà un’elfa… una tipo Camille, tutta sorrisi e fronzoli, che lui potrà sposare…e si dimenticherà di me…NO, non voglio morire! Non voglio! I pensieri mi attraversano la mente mentre la bocca continua ad emettere fiato e grida. “che qualcuno mi salvi…”. Ad un certo punto, Mars frena rovinosamente sulla terra e si ferma. Io vengo catapultata dalla sella, facendo un volo in aria. 
Apro gli occhi. 
Sono finita. 
Ne prendo coscienza. La mia breve vita finisce oggi. Si chiude con questo capitolo amaro, senza aver concluso niente di buono. 
Un burrone si stende sotto di me. Spero che non farà troppo male. 
Ma no…farà il male peggiore che io abbia mai sentito, ma almeno morirò subito. Comincio a precipitare. Non distinguo più le ombre, le lacrime mi appannano gli occhi. E intanto penso al mio sogno, al mio Andrew, al prato dei tulipani… forse il paradiso è un posto simile. Non mi lascio alle spalle nessun rimpianto, tranne quello di non aver salutato mamma e papà prima di partire. E un po’ di rabbia, perché non si può morire a sedici anni per una sciocchezza simile. Non doveva finire così.
  
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