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Autore: ice_cream    22/11/2010    3 recensioni
- Kate.. non è colpa tua.- mi disse Castle in quel momento,
già quel momento in cui non avrei mai voluto conoscerlo.. in quel momento, in cui mi sentivo terribilmente in colpa per il rapimento di sua figlia.
Eppure lui, anche se molto preoccupato e triste, riusciva sempre a farmi sorridere ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercammo ovunque, in tutta la casa, ma niente. A parte quel bicchiere di vino rosso, il rapitore non aveva lasciato traccie. Ryan ed Esposito arrivarono di corsa a casa di Castle e iniziarono a comunicarci le novità.
- Allora, abbiamo una lista con i nomi di tutti gli ex detenuti usciti meno di una settimana fa. - disse Esposito.

- Abbiamo già iniziato ad interrogarne un paio ma a quanto pare hanno tutti un alibi di ferro. - continuò Ryan.

- D'accordo, continuate ad interrogare voi due. Intanto, io e ... Castle? .. Castle, dove sei? - feci un segno con il capo a Ryan ed Esposito che uscirono di casa per tornare in centrale.

Intanto mi misi alla "ricerca" di Castle. Guardai in camera sua .. vuota; in cucina e in bagno .. vuoti, così, pensai all'unico posto in cui poteva trovarsi in questo momento... "la camera di Alexis!" Corsi verso la sua stanza. La porta era chiusa. Bussai ma nessuno rispose, aprii la porta. Castle era seduto sul letto di sua figlia e stringeva un vecchio peluche, probabilmente era di Alexis quando era piccola. Mi sedetti accanto a lui. Aveva un'aria strana. Riconobbi per un momento quella tristezza che era in lui .. la stessa sensazione che provai io dieci anni fa .. ma lui non doveva darsi per vinto.. sua figlia era ancora viva da qualche parte in questa città e, ora più che mai, aveva bisogno di suo padre. Gli strinsi forte la mano e gli dissi esattamente ciò che stavo pensando. Lui si alzò e andò in cucina. Lo seguii. D'un tratto vide la lista di rapinatori lì, sul tavolo. La prese.

- è uno di questi, non è vero? - chiese sperando di sentirsi dire che avevamo già trovato il colpevole.

- Sì, è uno di loro... - mi avvicinai - Castle, se non te la senti possiamo continuare noi le indagini ... -

- Grazie, ma.. come hai detto tu prima, mia figlia ha bisogno di me e io voglio solo riportarla a casa sana e salva. -

- D'accordo. Allora iniziamo subito! - dissi convinta.

Andammo in centrale dove Ryan ed Esposito stavano interrogando un certo Kevin Rise. Entrai nella sala interrogatori e chiesi a uno dei due di uscire a spiegarmi la situazione. Venne Esposito.

- Aggiornami su tutto. - dissi sperando che fosse lui la persona che cercavamo.

- Allora, si chiama Kevin Rise. Era stato accusato di omicidio ed è uscito di prigione, dopo 10 anni, una settimana fa. -

- L'alibi per ieri sera? -

- Dice di essere stato a cena con gli amici. Abbiamo già richiesto le telecamere di sicurezza, dovrebbero arrivarci a momenti. -

- Pensi che sia lui? - chiesi preoccupata.

- Non lo so, ma.. forse potresti entrare e vedere la sua espressione. Insomma, la minaccia era rivolta a te, se prova così tanto odio nei tuoi confronti, forse vederti provocherà una forte reazione in lui. -

- D'accordo. - entrai e mandai fuori Ryan. Il cuore mi batteva forte. Avevo paura. Ero sola in quella stanza, con l'uomo che forse mi voleva morta. Ryan entrò nella stanza:

- Puoi uscire un attimo? - chiese con aria sollevata ma allo stesso tempo anche un po' triste.

- Certo. - uscii, "forse non è lui" pensai.

- Il suo alibi è confermato. Era in pizzeria con gli amici ieri sera. Hanno parlato tutto il tempo fino a quando il locale non ha chiuso, verso mezzanotte. Poi, sono andati in un parco vicino alla pizzeria e sono rimasti lì fino alle quattro di questa mattina.

- Grazie Ryan, dov'è Castle? -

- è andato a prendersi un caffè, dovrebbe tornare tra poco. - andai alla mia scrivania e cercai di ripercorrere i fatti. "Dunque, il rapitore è andato prima a casa mia a scrivere un biglietto e poi a casa di Castle a rapire sua figlia... tutto questo non ha senso!" - non riuscivo a collegare le cose..l'unico indizio che avevano in comune i due fatti era... il bicchiere di vino. Un momento .. il bicchiere di vino! - a quel punto ebbi un'illuminazione: "forse il rapitore era un alcolizzato prima di essere sbattuto in prigione!" Chiamai Ryan ed Esposito, intanto Castle tornò alla scrivania.

- Castle, forse ci siamo! Forse abbiamo il rapitore! - posò il caffè caldo e si alzò di colpo.

- Esposito! Voglio i nomi di tutti gli alcolizzati .. cerca nella lista degli ex detenuti! Ryan, vai nel mio condominio, cerca di capire come ha fatto ad entrare in casa mia il rapitore. - questa volta ce la stavamo davvero facendo.

- E io che faccio? - chiese Castle sempre più agitato.

- Tu resti qui per ora, sei troppo coinvolto. -

- Ma io.. -

- Tranquillo, la troveremo! - mi sedetti aspettando di avere le ultime novità. Arrivarono Ryan ed Esposito.

- Solo tre persone erano alcolizzate prima di essere arrestate. - disse Esposito.

- Una di queste potrebbe essere il nostro colpevole. Si chiama John Richeran. Accusato di essere complice di un serial killer. Dopo essere uscito di prigione, ha perso l'affidamento di sua figlia Jane. Forse è per questo che ce l'ha tanto con te. -

- Che intendi dire? Che c'entro io? - chiesi stupita.

- Bè, tu hai richiesto l'udienza del giudice sull'affidamento della figlia. -

In quel preciso istante, mi ricordai perfettamente quella sentenza. - Portatelo qui .. voglio interrogarlo! - dissi

- Ecco, un altro problema è che.. è scomparso .. da ieri sera. -

- Allora è lui! Organizzate una squadra di ricerca. Cercate in tutti i posti in cui era solito andare prima dell'arresto. -

- Beckett, c'è un'ultima cosa - mi disse Ryan.

- Quale? - chiesi ansiosa.

- Abbiamo scoperto come ha fatto ad entrare in casa tua -

- Come? -

- Ha scassinato la porta .. con questo - Ryan mi mostrò un coltellino tascabile - L'abbiamo trovato in casa tua. La scientifica ha rilevato le impronte. Ora le sta analizzando.-

- Bene. Continuate le ricerche! - mi sedetti di nuovo. Castle era lì, con lo sguardo perso. Arrivò una chiamata dalla scientifica, le impronte erano le sue. Ad un tratto, Castle alzò lo sguardo.

- E se fosse dove tutto è iniziato? - chiese sospettoso - Dove lui ha perso sua figlia.. al tribunale?! - mi alzai di scatto, presi il cappotto e corsi all'ascensore. Castle mi seguì. Salimmo velocemente sulla macchina e partimmo.

- Castle chiama Ryan ed Esposito. Avvertili che stiamo andando in tribunale, digli di prepararsi lì davanti tra dieci minuti con una squadra di soccorso! - accelerai e nella mia testa continuavo a sperare che Alexis fosse ancora viva. Arrivammo di fronte alla porta di quell'enorme palazzo. Chiamai Castle. I suoi occhi, d'un tratto si riempirono di lacrime. Si appoggiò al muro e si lasciò cadere.

- Ho paura! - mi disse, cercando conforto.

- Lo so, devi tenere duro Rick, questa storia è quasi finita! - dissi accovacciandomi di fronte a lui e stringendogli le mani.

- E se lei fosse ... - a quella frase sentii il sangue congelarsi rapidamente nelle vene.

- No! Castle, non pensarlo! Alexis è là dentro. Sta bene vedrai! Ora però ha bisogno di te! - speravo con tutta me stessa di trovare conferma delle parole che avevo detto. Lentamente lo aiutai a rialzarsi. Si asciugò le lacrime. Presi in mano la pistola e corsi nell'edificio. La squadra di soccorso era arrivata. Stavamo perlustrando ogni minimo angolo. Mi ritrovai d'un tratto di fronte alla porta che portava nella stanza in cui, molto tempo prima, aveva avuto luogo la sentenza. Feci un respiro profondo e, con il cuore in gola, sfondai la porta. Dentro, c'era Alexis, legata ad una sedia. Stava piangendo, era spaventata. Iniziò a chiamarmi. Corsi da lei, ma, mentre la slegavo, John entrò nella stanza con una pistola in mano. Me la puntò contro. Restai immobile. Avevo paura che Alexis venisse colpita. Mi feci coraggio e alzai la pistola contro di lui. Iniziò a minacciarmi. E poi sparò. Un colpo secco. Castle entrò di corsa e si lanciò addosso a me, prendendo il proiettile al posto mio. Sparai a John senza esitare un momento. Alexis gridava dalla paura. Io iniziai a piangere. Mi alzai e andai da Castle.

- Castle, ti prego! Rispondimi!.. Perchè l'hai fatto? - la paura saliva sempre di più - No! Ti prego resta con me.. non mi abbandonare Castle, per favore. Abbiamo bisogno di te! - le lacrime aumentavano sempre di più, non riuscivo a smettere .. Castle si girò e...

- Ehi! Sto bene! Ho il giubbotto anti - proiettile! - lo guardai stupita e lo spinsi di nuovo per terra.

- Perchè non lo hai detto prima?! - continuavo a piangere.

- Non potevo, avevo perso i sensi, anche se per poco! - sorrise e vide sua figlia dietro che lo guardava soddisfatta.

Castle si alzò e corse ad abbracciare Alexis.

- Papà! - urlò lei non appena fu libera da tutte quelle corde.

- Tesoro! Non sai quanto sono felice che tu stia bene! - quella scena mi strappò finalmente un sorriso. Erano davvero belli insieme. Lui, poi,sembrava un'altra persona. Castle si avvicinò e mi sussurrò qualcosa all'orecchio: "Non ti lascierò mai sola Kate" - Alexis sorrise, in segno che aveva capito quello che suo padre mi aveva appena detto. Mi diede un bacio sulla guancia e mi prese per mano. Ero tesissima. Iniziò a camminare. Con una mano teneva me, mentre con l'altra, sua figlia. Mi abbracciò e uscimmo insieme dall'edificio, sorridendo, come se un nuovo "inizio" fossi lì, proprio pronto per noi .....Ero riuscita veramente a colmare quel vuoto enorme, che molti anni prima, mi aveva costretto a chiudermi in me stessa. Ero riuscita a rendermi conto, che eravamo molto più che amici ...
  
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